È un’operazione dichiaratamente scorretta quella che qui viene proposta con questo articolo: estrapolare da due famosi dipinti di Klimt solo alcuni dettagli, tralasciare l’insieme per concentrare l’attenzione sul particolare che li accomuna, teste chine.
Il bacio di Klimt
Le tre età della donna di Klimt
È un’operazione dichiaratamente scorretta quella che qui viene proposta con questo articolo: estrapolare da due famosi dipinti di Klimt (Il bacio del 1907 e Le tre età della donna del 1905) solo alcuni dettagli, tralasciare l’insieme per concentrare l’attenzione sul particolare che li accomuna, teste chine.
La testa china di chi si lascia baciare, si abbandona ad un tocco, ad una presa, priva di possesso e colma di cura e delicatezza. La donna, di solito combattiva, imperterrita e guerriera, può chiudere gli occhi e lasciarsi andare, può mollare l’azione e lasciarsi avvolgere dall’affetto di un uomo che la studia e la conosce con labbra e mani di tenerezza e desiderio. Chiude gli occhi, come probabilmente li ha chiusi anche lui, perché forse gli istanti più belli e più densi sono quelli in cui possiamo permetterci di non guardare, di non pretendere di avere tutto sotto controllo e perderci per un po’. Abbandono e intima presenza.
Passando di creatura in creatura, di avvolgimento in avvolgimento, sempre ad occhi chiusi troviamo anche una madre e un figlio. Il bambino dorme sicuro e indifeso, coccolato dal calore della mamma, cullato dal suo tocco e dalla sua pelle morbida. Sul cuscino profumato di mamma sogna fantasie che, rannicchiato lì, non gli possono far paura. A custodirlo le braccia di una donna a capo chino su di lui.
Nel mese di maggio dedicato ad una donna d’eccezione, Maria, chiediamole la grazia di essere al tempo stesso portati per le vie della vita da un amore che abbracciandoci ci fa abbracciare a nostra volta, che respirandoci ci fa dare respiro ad altri, che stringendoci a sé ci fa stringere i piccoli che ci tirano la giacchetta per essere presi per mano e accompagnati, certi di trovare un posto sicuro in cui riposarsi, certi di trovare cuori che accolgono la vita quando nasce, quando soffre, quando è stanca e quando spera.
Klimt non ce ne vorrà se rinominiamo non tanto queste due sue opere, quanto i dettagli di queste stesse.
“La sua sinistra sia sotto la mia testa e la sua destra mi abbracci”, dal Cantico dei Cantici (7, 6).
“Come un bimbo in braccio a sua madre”, dal Salmo 131.
Che la vita ci sorprenda con i dettagli delle sue sospensioni e che l’anima viva di amori forti, saldi, da far chiudere gli occhi.
Che l’Amore ci faccia dare nome ai nostri dettagli per farne fari a luce perpetua.
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Scritto da suor Jessica Soardo
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