Le condizioni per sognare

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Quali sono le condizioni per sognare? Scopriamolo attraverso la storia di Samuele.

POSTURA: Le condizioni per sognare


«Eli comprese che il Signore chiamava il giovane. 
Eli disse a Samuele: "Vattene a dormire e,
se ti chiamerà, dirai:
Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta"»
(1Sam 3,8-9)


La Riunione pre sinodale dei giovani, svoltasi a Roma dal 19 al 24 marzo 2018, ha costituito uno dei momenti più forti del cammino sinodale che abbiamo vissuto. Nel "Documento finale,, di quell'evento tanto bello e importante così si esprimono i giovani a proposito della loro capacità e possibilità di sognare:

Alcune preoccupazioni pratiche rendono difficile la nostra vita. Molti giovani hanno sperimentato grandi traumi in una varietà di modi. Molti altri soffrono sotto il peso di disagi psichici e disabilità fisiche. [...] A volte, finiamo per rinunciare ai nostri sogni. Abbiamo troppa paura, e alcuni di noi hanno smesso di sognare. Ciò è legato alle molteplici pressioni socio-economiche che possono inaridire la speranza tra i giovani. A volte non abbiamo neanche più l'opportunità di continuare a sognare.


È interessante notare come il sogno sia diventato per molti ragazzi un'impossibilità, quasi una merce rara tra le giovani generazioni. Le parole sono forti: rinunciare ai propri sogni, smettere di sognare, non avere l'opportunità di sognare. Questo ci invita a concentrarci sulla giusta postura spirituale per poter sognare: quali sono le condizioni per poter sognare? In che modo possiamo risvegliare in noi il desiderio di sognare? Questo vale sia per i giovani, che per gli adulti, che per le nostre comunità educativo pastorali.
Risponderemo a queste domande riprendendo alcuni sogni che ci aiuteranno a maturare in noi il giusto atteggiamento e la corretta postura che permettono ai sogni stessi di avvenire nell'oggi del tempo e della storia.


SAMUELE: DAL SILENZIO ALL'ASCOLTO

Dio si rivela ai piccoli e ai semplici, agli umili. Tante volte lo fa con bambini, ragazzi e giovani Sono i più disarmati, quindi più aperti e accoglienti all'opera di Dio. Capaci di ascolto autentico.
Ci immergiamo in un episodio molto noto, quello della chiamata di Samuele. Essa avviene in un tempo di inattività: nel cuore della notte e nel momento del sonno. La notte è il tempo del silenzio e il sonno è il periodo del riposo. Entrambi sono caratterizzati dalla passività, che non è un semplice spazio vuoto, ma è il tempo della ricettività. Qui Dio si manifesta, qui egli viene, ma la sua presenza e la sua parola hanno bisogno di un mediatore per essere riconosciute e ascoltate:

1 Il giovane Samuele continuava a servire il Signore sotto la guida di Eli. La parola del Signore era rara in quei giorni, le visioni non erano frequenti. 2 In quel tempo Eli stava riposando in casa, perché i suoi occhi cominciavano a indebolirsi e non riusciva più a vedere. 3La lampada di Dio non era ancora spenta e Samuele dormiva nel tempio del Signore, dove si trovava l'arca di Dio. 4Allora il Signore chiamò: ((Samuele!" ed egli rispose: "Eccomi», spai corse da Eli e gli disse: "Mi hai chiamato, eccomi!". Egli rispose: "Non ti ho chiamato, torna a dormire!". Tornò e si mise a dormire. 6Ma il Signore chiamò di nuovo: ((Samuele!"; Samuele si alzò e corse da Eli dicendo: "Mi hai chiamato, eccomi!". Ma quello rispose di nuovo: uNon ti ho chiamato, figlio mio, torna a dormire!''. 71n realtà Samuele fino ad allora non aveva ancora conosciuto il Signore, né gli era stata ancora rivelata la parola del Signore. 811Signore tornò a chiamare: "Samuele!" per la terza volta; questi si alzò nuovamente e corse da Eli dicendo: uMi hai chiamato, eccomi!". Allora Eli comprese che il Signore chiamava il giovane. 9Eli disse a Samuele: ((Vattene a dormire e, se ti chiamerà, dirai: 'Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta'". Samuele andò a dormire al suo posto. 10Venne il Signore, stette accanto a lui e lo chiamò come le altre volte: "Samuele, Samuele!». Samuele rispose subito: "Parla, perché il tuo servo ti ascolta". 11Allora il Signore disse a Samuele: ((Ecco, io sto per fare in Israele una cosa che risuonerà negli orecchi di chiunque l'udrà. 12In quel giorno compirò contro Eli quanto ho pronunciato riguardo alla sua casa, da cima a fondo. 13Gli ho annunciato che io faccio giustizia della casa di lui per sempre, perché sapeva che i suoi figli disonoravano Dio e non li ha ammoniti. 14Per questo io giuro contro la casa di Eli: non sarà mai espiata la colpa della casa di Eli, né con i sacrifici né con le offerte!». 15Samuele dormì fino al mattino, poi aprì i battenti della casa del Signore. Samuele però temeva di manifestare la visione a Eli. '6Eli chiamò Samuele e gli disse: ((Samuele, figlio mio". Rispose: ((Eccomi". 17Disse: "Che discorso ti ha fatto? Non tenermi nascosto nulla. Così Dio faccia a te e anche peggio, se mi nasconderai una sola parola di quanto ti ha detto". '8Allora Samuele gli svelò tutto e non tenne nascosto nulla. E disse: uÈ il Signore! Faccia ciò che a lui pare bene".
'9Samuele crebbe e il Signore fu con lui, né lasciò andare a vuoto una sola delle sue parole. 20Perciò tutto Israele, da Dan fino a Bersabea, seppe che Samuele era statocostituito profeta del Signore. 21I1Signore continuò ad apparire a Silo, perché il Signore si rivelava a Samuele a Silo con la sua parola (1Sam 3,1-21).

Si tratta di uno dei grandi passaggi biblici sull'ac­compagnamento spirituale e sul discernimento vocazionale. Ci soffermiamo solo sul momento in cui Eli intuisce che Dio, passando attraverso la quotidianità di una chiamata al servizio di un giovane verso un anziano, si inserisce con la sua presenza e la sua chiamata tra i due, creando uno spazio nuovo. Ciò dice, prima di tutto, la necessità di una guida, di un accompagnatore, di un interprete.
L'adulto Eli, che ha maturato un'esperienza con il Signore e quindi ne ha fatto conoscenza, si ritira offrendo al giovane i cardini del giusto atteggiamento da avere al cospetto di Dio che si rivela, suggerendogli che cosa dire: "Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta". In questa consegna è racchiuso il segreto della vita buona, il principio della sapienza, il midollo della fede e il senso della missione. Eli insegna a Samuele un metodo per porsi davanti a Dio, che è fatto di un silenzio pieno di attesa che domanda a Dio di farsi avanti.
Eli insegna a Samuele a mettersi davanti a Dio nel modo giusto: “parla Signore”. Che cosa significa questo? Prima di tutto che davanti a dio si tace, si fa silenzio, davanti a Dio ci si mette con timore e tremore; che a lui va lasciata la parola, perché la sapienza non può che venire da lui. Eli suggerisce a Samuele di mettersi davanti a Dio senza arroganza e senza pretese, senza prerogative e anche senza pensieri. Davanti a Dio, insomma, ci si abbandona con fiducia. Poi ci sarà anche il tempo dell’azione, delle scelte, delle profezie. Ma viene dopo. È l'atteggiamento della prima beatitudine, che è condizione di possibilità per tutte le altre: “Beati i poveri ins pirito, perché di essi è il regno dei cieli” (Mt 5,3). Essere povero in spirito significa svuotarsi con coraggio, svuotare gli spazi del cuore, essere accogliente e disponibile per quello che Dio vorrà donare alla mia esistenza. E ancora l'atteggiamento  di Maria, che sceglie decisamente la parte migliore:
«Maria, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. [...] Di una cosa sola c'è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore» (Le 10139.42). Si tratta di quella dimensione contemplativa della vita che offre senso alle nostre azioni. 
Eli non insegna solo la parte passiva della questione ("Parla Signore”), ma anche il modo giusto di accogliere: "Perché il tuo servo ti ascolta". Eli offre a Samuele un'identità, quella di "servo”, che a noi sembra oggi assai dispregiativa, perché pare ledere la nostra libertà e iniziativa. Eppure, anche qui, si tratta della giusta postura della creatura di fronte al Creatore, dall'inizio della creazione - dove Adamo è invitato a custodire e implementare i doni di Dio - fino al servizio al Vangelo a cui siamo chiamati oggi, dove «ognuno sia pronto ad ascoltare, lento a parlare e lento all'ira» (Gc 1,19). È molto bella la conclusione del brano della chiamata di Samuele: 11Samuele crebbe e il Signore fu con lui, né lasciò andare a vuoto una sola delle sue parole". Il metodo, ci assicura il testo, funziona: nessuna delle parole di Dio è andata perduta, perché Samuele è divenuto grembo accogliente, fecondo e fruttuoso.
Ecco un primo passaggio importante per incamminarci sulla strada dei sogni: essi possono avvenire quando ci facciamo recettivi e perfino passivi. Quando ci affidiamo con semplicità ad una guida spirituale sapiente e prudente a cui apriamo il nostro cuore con onestà e trasparenza. L'immagine della notte e del sonno ci dice prima di tutto questo: Dio parla se gli lasciamo la parola, se gli diamo spazio per poter prendere l'iniziativa.

GARANTIRE TEMPI DI ATTENZIONE

«Molti giovani sono capaci di imparare a gustare il silenzio e l'intimità con Dio. Sono aumentati anche i gruppi che si riuniscono per adorare il Santissimo Sacramento e per pregare con la Parola di Dio. Non bisogna sottovalutare i giovani come se fossero incapaci di aprirsi a proposte contemplative.Occorre solo trovare gli stili e le modalità appropriati per aiutarli a introdursi in questa esperienza di così alto valore» (Christus vivit, n. 224).

Per camminare sulla strada dei sogni è necessario custodire tempi di silenzio, contemplazione e adorazione. Verifichiamo se nella nostra vita sono presenti momenti in cui Dio possa prendere la parola e possa esprimere i suoi desideri, comunicare la sua volontà, proporci i suoi punti di vista.
Riusciamo nella nostra vita stracolma di "cose da fare" a riscoprirne la sua dimensione contemplativa, sia dal punto di vista personale che comunitario?
 

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