Indebita intromissione in affari altrui. Così hanno bollato le dichiarazioni del Cardinal Ruini sui Pacs e più in generale sull'intera “pretesa” della Chiesa di proporre la sua visione sull'uomo e sulla vita. In breve si chiede alla Chiesa di rinunciare a se stessa, di farsi “infermiera” di anime, ma solo nel ristretto alveo della dimensione privata e personale...
del 07 ottobre 2005
“Ingerenza. Indebita intromissione in affari altrui. Così hanno bollato le dichiarazioni del Cardinal Ruini sui Pacs e più in generale sull’intera “pretesa” della Chiesa di proporre la sua visione sull’uomo e sulla vita. In breve si chiede alla Chiesa di rinunciare a se stessa, di farsi “infermiera” di anime, ma solo nel ristretto alveo della dimensione privata e personale. La politica cerca di difendersi dall’unico soggetto che ancora ha una visione completa e totale della vita. Lo scarto tra religione e politica moderna sta tutto qui. Quest’ultima è oramai semplice amministrazione, talvolta burocratica sino al parossismo, talvolta labile e superficiale sino al ridicolo. La chiesa cattolica, che piaccia o meno, si condivida o si rigetti in toto la sua vita e la sua dottrina sociale, propone se stessa come disegno compiuto per l’essere vivente. La sinistra, che aveva sperato nella weltanschauung marxista, ma crollata sotto il peso del socialismo reale, soffre più di tutti l’assenza di una visione complessiva del mondo e della vita. In realtà è tutta la politica ad essere priva di un reale disegno totale. L’insofferenza per i pronunciamenti ecclesiastici, in fin dei conti, deriva da questa evidenza. Ciò poi si traduce in quel disagio che conosciamo e che oggi potremmo simbolicamente identificare nel mito per la modernità, nel desiderio a prescindere, nel tentativo di affidare tutto al potere della scienza e della tecnica. Dannati, potremmo chiamarci oggi, io e i miei compagni, che siamo arrivati a questa consapevolezza. Dannati perché privi di quella tensione che il cristianesimo suggerisce. Dannati perché scansato il pericolo della deriva “modernista” siamo ancora alla ricerca della nostra weltanschauung. Dannati. Ma convinti che il viatico risiede nella possibilità dell’incontro. E’ per questo che rigettiamo le crociate, continuiamo a studiare Marx ma, nel rispetto delle diversità, leggiamo anche Ratzinger e ascoltiamo anche Ruini”.
Fabio Cavallari
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