Ecco le frasi più celebri di don Bosco.
- Non é l’abito che onora il tuo stato, é la pratica della virtù. (Mamma Margherita) I,373.
- L’abito più pregevole per un religioso è la santità, congiunta con un edificante contegno, in tutte le nostre operazioni. X,666.
- Il vestire l’abito chiericale di per sé rappresenta la rinuncia al mondo e ai suoi allettamenti. XII,560.
- Le abitudini formate in gioventù, per lo più durano tutta la vita: se sono buone ci conducano alla virtù e ci danno morale certezza di salvarci. Al contrario guai a noi se ne prendiamo delle cattive. III,607.
- Fuggite ogni abitudine anche la più indifferente: dobbiamo abituarci a fare del bene e non altro: il nostro corpo è insaziabile: più gliene diamo, più ne domanda, meno gliene si dà meno egli domanda. IV,590.
- L’esperienza ha fatto conoscere che ordinariamente la gioventù prima dei dodici anno non è capace di fare né gran bene, neppure gran male, e passati i 18 anni riesce assai difficile il far deporre abitudini altrove formate per uniformarsi ad un nuovo regolamento di vita. IV,736; IX,855.
- Le abitudini cattive si possono vincere da chi si mette alla prova con buona volontà. VII,190.
- Causa precipua di tante dannazioni: i compagni e i libri cattivi e le perverse abitudini. IX,172.
- A tutti si raccomanda caldamente dal guardarsi attentamente dal contrarre abitudini di qualsiasi genere, anche di cose indifferenti. X,666.
- Bisogna che stiamo fermi a non tollerare quelle abitudini che siano contrarie alle nostre Regole e tradizioni. XII,392.
- Intendo di raccomandarvi queste sere che vi tenute lontani da ogni abitudine, intendo parlare di ogni abitudine cattiva o indifferente, ma in qualche modo dannosa. XII,447.
- Non creiamoci necessità. XII,447.
- Quanto è difficile sradicare un vizio, che abbia messo radici in gioventù. XII,585.
- Quando un mal abito è inveterato, solo per miracolo uno si converte. XIII,273.
- (Sull’andar a riposo nel letto dopo pranzo disse Don Bosco): Per me la ritengo una delle cose più pericolose per la moralità, e sono del parere che il tenere quest’abitudine, e conservare bene la moralità sia cosa difficilissima. XIII,279
- A proposito di abitudini buone (segno della croce in cortile) raccomanda di non introdurre di quelle che agli occhi dei cattivi potessero aver l’aria di pratiche superstizione. XIII,284.
- (Strenne) tener lontane le abitudini anche indifferenti, in cose non necessarie. XIV,383.
- Quando l’abitudine è buona e ci porta al bene, dobbiamo seguirla e praticarla. XV,605.
- Certe omissioni con l’andare del tempo diventano un diritto, che può produrre spiacevoli conseguenze. XII,399.
- Si tolga l’abitudine delle merende e colazioni particolari...Quando è stabilita qualche cosa sia uguale per tutti, senza eccezione XV,460.
- L’esperienza ha fatto conoscere che ordinariamente la gioventù prima.
- Dodici anni non è capace di fare né gran bene, neppure gran male, e passati i diciotto anni riesce assai difficile il fare deporre abitudini altrove formate per uniformarsi ad un nuovo regolamento di vita. IV,736; IX,855.
- L’esperienza ha fatto conoscere essere della massima importanza il conoscere alquanto l’indole dei giovani prima di riceverli. IV,736.
- Non è conveniente che viva di carità chi non è in assoluto bisogno. IV,736.
- Non è giusto che mangi il pane del povero chi tale non è. V,191.
- Per mancanza di mezzi non si cessi mai di ricevere un giovane che dà buone speranze di vocazione. V,397.
- Non è giusto che viva della carità altrui chi può vivere del suo. V,754; IX,855.
- Aspiranti al Noviziato non si debbono accettare se non diedero segno di una moralità a tutta prova, o se non si lasciarono conoscere abbastanza bene e non ebbero confidenza grande nei superiori. XI,269. Pag. 10
- Pare che le difficoltà debbano piuttosto essere quando uno si ascrive, che quando si fa professione religiosa. XII,387.
- Bisognerebbe andare più rigorosi nell’accettare chierici o preti nella Congregazione; ma vi sono due cose da osservare. La prima è che conviene seguire la tattica di San Paolo: provare tutti e tenere solamente i buoni: perciò si usi larghezza nell’accettare. In secondo luogo non si accettino questi individui senza chiedere sicure informazioni a chi di ragione. XIII,811.
- Non si accettino mai in prova coloro che prima non hanno fatto buona riuscita. XVII,187,367.
- Siano severamente allontanati quelli che dicessero o insinuassero o facessero cose biasimevoli contro la moralità. Non si tema di usare in ciò troppo rigore. XVII,191.
- Si usi grande attenzione di non mai accettare tra i soci, tanto meno per lo stato ecclesiastico se non vi è morale certezza che sia conservata l’angelica virtù. XVII,262.
- Una norma per l’accettazione (dei Figli di Maria): bisogna porre per principio che la pensione non costa nulla, quando si hanno buone informazioni. Si prenda quello che si può. XVII,346.
- Di regola ordinaria non si deve mai transigere con la moralità. Qualora la moralità sia dubbia, è meglio non accettare che introdurre in casa un individuo indubbiamente immorale. XVII,367.
- Per costoro (che hanno vocazione) le porte delle nostre case saranno sempre aperte. XVII,659.
- Trattandosi di giovani che vogliono entrare come ascritti nella Congregazione Salesiana, e specialmente se come chierici, si venga a parlare in tutta confidenza della moralità. XVII,659
- Nelle accettazioni stiamo bene attenti a non lasciarci ingannare da benevolenze o da malevolenze; non sia norma per accettare o rifiutare qualcuno l’inclinazione personale del votante. XVII,659,660.
- (D. Barberis): Quelli di molte virtù, sebbene di poca scienza , ci attirano le benedizioni del Signore. Sm.477,n.82.
- Non c’è vantaggio materiale che compensi un solo danno morale. V,556.
- Nelle cose di grave importanza, il dire che si va avanti alla buona, è quanto dire che si va avanti male. XIV,114,115.
- Quando le cose non vanno bene, non bisogna cambiarle, sotto pretesto di migliorarle. VIII,226.
- Tutti gli altri affari sono secondari dimenticando le cose eterne. XII,493.
- Raccomanda a tutti di evitare la costruzione o l’acquisto di stabili che non siano strettamente necessari al nostro uso. Non mai cose da rivendersi; non campi o terreni o abitazioni da farne guadagno pecuniario XVII,626,7.
- Procura di vedere gli affari tuoi, con gli occhi tuoi. XVII,630.
- Ciò che ha anche solamente ombra di commercio fu sempre fatale agli Ordini Religiosi. XVIII,269.
- Se vogliamo far prosperare i nostri interessi spirituali e materiali, procuriamo anzitutto di far prosperare gli interessi di Dio; e promuoviamo il bene spirituale e morale del nostro prossimo col mezzo dell’elemosina. XVIII,509.
- Miei cari giovani, io vi amo tutti di cuore, e mi basta sapere che voi siete ancora in tenera età perché io vi ami assai. III,11.
- Tutto io darei per guadagnare il cuore dei giovani e così poterli regalare al Signore. VII,250
- Chi non va alla Comunione col cuore vuoto di affetti mondani e non si getta generosamente nelle braccia di Gesù, non produce i frutti, che si sa teologicamente essere effetto della Santa Comunione. XI,278.
- Miei carissimi figlioli in Gesù Cristo, vicino e lontano io penso sempre a voi. Uno solo è il mio desiderio, quello di vedervi felici nel tempo e nell’eternità. XVII,107.
- La familiarità porta affetto e l’affetto porta confidenza. XVII,108.
- Senza familiarità non si dimostra l’affetto. XVII,108.
- Le mormorazioni raffreddano i cuori, XVII,113.
- Ho promesso a Dio che fin l’ultimo mio respiro sarebbe stato per i miei poveri giovani, XVIII,258.
- Le spine per terra rappresentano le affezioni sensibili, le simpatie o antipatie umane che distraggono l’educatore dal vero fine, lo feriscono, lo arrestano nella sua missione, gli impediscono di procedere e raccogliere corone per la vita eterna. III,35.
- Senza affezioni è inutile il ministero dell’educatore. V,544.
- Camminate coi piedi per terra e col cuore abitate in cielo. VIII,752. Pag. 11
- Scacciate via dal vostro cuore il peccato e le affezioni al peccato e allora possederete abbastanza di scienza per salvarvi l’anima. VIII,830.
- L’affetto alla terra diminuisce e, sovente, estingue il desiderio delle cose celesti. IX,996.
- Ai carissimi artigiani....la mia affezione è fondata sul desiderio che ho di salvare le vostre anime. IX,769.
- (per non perdere la vocazione) non essere mondani e amanti delle affezioni sensibili e di casa. XII,563.
- Certe affezioni geniali recano del danno, non fosse altro perché sono contro l’obbedienza: perciò solo non si possono dire buone. La disobbedienza poi priva della grazia speciale di Dio. XIII,800.
- Contentiamoci di poco, lasciamo il bello ed il comodo, e saremo più ben visti ed aiutati dalla Divina Provvidenza IV,473.
- L’abbondanza dei beni temporali fu sempre la causa delle perdite di intere comunità. VI,328.
- Chi vive nell’abbondanza si dimentica facilmente del Signore. VI,329
- Quando cominceranno tra noi le comodità e le agiatezze la nostra Pia Società ha compiuto il suo corso. X,653; XVII,272.
- Io vedo una tendenza così accentuata all’agiatezza che mi spaventa. XII,383.
- (Sogno): quelli che cercano le proprie comodità, gli agi...non cercano il bene della Congregazione. Allontana questo flagello e vedrai prosperare la Congregazione. XII,468.
- Per il nostro corpo non cercare agiatezze. XII,470.
- È difficile trovare leviti nelle agiatezze; perciò si cerchino con massima sollecitudine tra la zappa e tra il martello. XIII,488.
- Invitato a servirsi di carrozza rispondeva che i poveri non vanno in carrozza. XVII,258.
- Dal momento che comincerà ad apparire agiatezza nella persona, nelle camere, nelle cose, comincia nel tempo stesso la decadenza della nostra Congregazione. XVII,258.
- Vegliate e fate che né l’amor del mondo, né l’affetto ai parenti, né il desiderio di una vita più agiata vi muovano al grande sproposito di profanare i sacri voti e così tradire la professione religiosa con cui ci siamo consacrati al Signore. XVII,258.
- Guai a noi se coloro dai quali attendiamo carità potranno dire che teniamo vita più agiata della vita loro. XVII,271.
- Dirigere le nostre sollecitudini ai fanciulli più poveri, più pericolanti della società: questa è per noi la vera agiatezza che nessuno verrà a rapirci. XVII,272.
- (Don Berto). Si faccia notare a tutti che abbiamo fatto voto di povertà, perciò non dobbiamo cercare, nemmeno desiderare agiatezze in cosa alcuna. Sm. 680, n.31.
- Stiamo sempre allegri e passerà presto il tempo. I,374.
- Io non voglio altro dai giovani se non che si facciano buoni e che siano sempre allegri. II,566.
- Vivete pure nella massima allegria, purché non facciate peccato.. III,603.
- Cari giovani, vogliamo essere allegri e contenti? Amiamo con tutto il cuore Gesù in Sacramento.
- Noi qui facciamo consistere la santità nello stare molto allegri. V,356.
- «Servite Domino il laetitia», era il suo motto intercalare fra i suoi più diletti, e questa «santa allegria» formava per lui la base del suo edificio sociale per la sicura educazione delle gioventù. VI,4.
- Io desidero vedere i miei giovani, diceva, a correre e saltare allegramente nella ricreazione, perché così sono sicuri del fatto mio. VI,4.
- A Dio non piacciono le cose fatte per forza. VI,15.
- Sta allegro, ma la tua allegria sia verace, come quella di una coscienza monda dal peccato. VI,697.
- Allegria, studio, pietà: questo è il grande programma, il quale praticato tu potrai vivere felice, e fare molto bene all’anima tua. VII,494.
- Se vuoi farti buono, pratica tre cose sole e tutto andrà bene. Quali sono queste tre cose? Eccole: Allegria, studio, pietà. VII,494.
- Adesso sono contento perché ti vedo allegro. IX,627
- Uomo allegro il cielo l’aiuta. IX,819.
- Ridere e scherzare sì, ma con moderazione e senza chiasso. X,616.
- Il demonio ha paura della gente allegra. X,648.
- Allegria, preghiera e santa comunione sono i nostri sostegni. X,1178
- Se volete che la vostra vita sia «allegra» e tranquilla, dovete procurare di starvene «in grazia di Dio». XII,133 Pag. 12
- Quelle cose che rallegrino e sollevano il corpo devono avere tutte per fine di renderlo più facilmente sottomesso allo spirito, perché possa servire meglio alla gloria del Signore. XII,143
- In carnevale questa sarà la vera allegria: cioè avrà la coscienza pura. XIII,88
- Io vi raccomando che procuriate di fuggire e di impedire le mormorazioni; cioè che vi dimostriate sempre contenti delle cose come sono disposte. Questo giova grandemente all’allegria. XIII,91.
- Per fare del bene alle ragazze bisogna essere sempre allegre. XIII,207,213.
- Vogliamo essere sempre allegri? Siamo obbedienti. XIII,210
- Nel comunicarsi pensare alla propria vocazione, ecco il modo di procurarsi allegrezza per tutta la vita. XIV,52.
- (Ai giovani) fece scrivere che augurava loro che l’alleluia fosse con i fatti e con la parole il cantico di questa vita mortale. XVII,76.
- (sogno) «Come si possono rianimare questi miei cari ragazzi acciocché riprendano l’antica vivacità, allegria, espansione...? Colla carità...i giovani non solo siano amati, ma essi stessi conoscano di essere amati. XVII,109, 110.
- L’obbedienza guidi l’allievo come la madre guida il fanciullino, allora regnerà nell’Oratorio la pace e l’allegria antica. XVII,111.
- Voglio che tutti servano volentieri al Signore con «santa allegria», anche in mezzo alle difficoltà e ai
disturbi diabolici. XVII,632
- Siate molto devoti di Maria SS.ma, pregate e state allegri, ma molto allegri. XVIII,19.
- Le lodi degli uomini non valgono a niente altro fuorché a farvi ambiziosi e superbi. I,72.
- Siamo ambiziosi, ma di salvare anime con i nostri sacrifici. IX,354.
- Procurate la nettezza e la decenza degli abiti, del letto e delle camere, ma farsi un grande studio per evitare la ricercatezza. X,666.
- Tutti i perseguitati sono i miei più cari amici. II,72.
- I giovani dovrebbero scegliersi per amici soltanto quelli che vedono amanti della virtù. II,394.
- Non tenere per amici chi soverchiamente ti loda. III,617.
- Studia sempre di diminuire il numero dei nemici, accrescere quello degli amici e fare tutti amici di Gesù Cristo. V,512.
- Assuefatevi a saper frenare voi stessi che è questo il modo di avere molti amici e nessun nemico. VI,102.
- Essere amici di Don Bosco vuol dire che tu mi devi aiutare nel salvare la tua anima. VI,384.
- Noi dobbiamo cercare di accrescere il numero degli amici nostri e diminuire quello dei nemici, dovendo noi fare del bene a tutti. VI,890.
- Gli amici e i compagni sceglieteli sempre tra i buoni ben conosciuti, e tra questi i migliori, e anche nei migliori imitate il buono e schivate i difetti, perché tutti ne abbiamo. VII,292.
- Fa che tutti quelli a cui parli, diventino tuoi amici. X,1183.
- Gesù Sacramentato è e deve essere l’unico ed il vero vostro amico. XI,522.
- I parenti e gli amici sono quelli dai quali ci dobbiamo maggiormente guardare in fatto di vocazione. Molte volte coi loro consigli mettono innanzi le più grandi difficoltà a chi vuol darsi tutto a Dio. XII,561.
- Tutti coloro che con Don Bosco si adoperano per salvare le proprie anime: questi sono, e non altri i veri amici di Don Bosco XII,576.
- Ricordatevi che sarà per voi sempre una bella giornata, quando vi riesce vincere coi benefizi un nemico o farvi un amico XVII,27.
- Non coltivate l’amicizia di coloro che parlano male dei vostri Superiori, o che cercano di allontanarvi dai vostri doveri. III,167.
- Anche tra voi medesimi confratelli, mai amicizie tenere... Diciamo francamente; la rovina di Congregazioni religiose addette all’istruzione della gioventù deve attribuirsi a ciò. XI,583.
- Guardatevi bene dalle relazioni, amicizie, conversazioni geniali o particolari. XII,26.
- Un’altra cosa che non è punto di vantaggio alla c castità si è l’amicizia: non la vera, fraterna, ma quella amicizia particolare che il cuore nostro nutre più per uno che per un altro. XII,21.
- Gli esercizi spirituali sono il gran mezzo per rompere certe relazioni o amicizie malsane. XII,55. Pag. 13
- Tra di voi....mai e poi mai vi siano di quelle amicizie che purtroppo si fanno per darsi scandalo a vicenda, per fare discorsi cattivi, per essere assassini dell’anima uno dell’altro. XII,575.
- Mezzi per non cadere (contro la moralità) siano la fuga siano la fuga dell’ozio ed evitare le amicizie particolari. Sia pure un superiore, sia pure attempato: non c’è né età né santità passata che valga contro le insidie di questo nemico. Anzi quanto più l’età è avanzata, tanto più è raffinata la malizia. XIII,85.
- Nell’amicizia l’esperienza e non il cuore deve ammaestrarci. XIII,800.
- Certe amicizie particolari e certe affezioni geniali recano danno non fosse altro perché sono contro l’obbedienza: per ciò solo non si possono dir buone. La disobbedienza poi priva della grazia speciale di Dio. XIII,800.
- I maestri, i capi d’arte, gli assistenti studino di evitare come la peste ogni sorta di affezione o amicizie particolari con gli allievi, e ricordino che il traviamento di uno solo può compromettere un Istituto educativo. XIII,920.
- (Don Barberis). Non contraete mai amicizie particolari coi giovani: carità e buone maniere con tutti, ma non mai attaccamento speciale con alcuno. Sm.714 n.183.
- Si faccia economia in tutto, ma si faccia in modo che con gli ammalati nulla manchi. X,1046.
- Raccomando ai Direttori che non lascino mancare nulla agli ammalati. XI,169.
- Prendete cura speciale degli ammalati, dei fanciulli, dei vecchi e dei poveri, e guadagnerete la benedizione di Dio e la benevolenza degli uomini. XI,389.
- Si usino agli ammalati i dovuti riguardi, ma non si dimentichi mai che abbiamo fatto il voto di povertà e che perciò dobbiamo vivere da poveri. XV,460.
- Non si dimentichi mai che siamo poveri e nessuno pretenda riguardi superiori alla condizione di una persona che sia consacrata a Dio col voto di povertà. XVII,265.
- Quanto alle penitenze corporali... alle persone malaticce basta sopportare tranquillamente, per amor di Dio i propri incomodi e conformarsi al parere del medico e dei parenti, in spirito di obbedienza. XVII,394.
- Quando si tratta di servire sì buon Padre come Dio, bisogna essere pronti a tutto sacrificare. II,535.
- Iddio merita di essere amato, perché ci ha creati, ci ha redenti e ci ha fatto e ci fa innumerevoli benefici e tiene preparato un premio eterno a chi osserva la sua legge. III,607.
- Soffri volentieri qualche cosa per quel Dio, che tanto sofferse per te. VI,442.
- Non tutti possono digiunare, intraprendere lunghi viaggi per la gloria di Dio, non tutti fare ricche elemosine, ma tutti possono amare Dio; basta volerlo. V,566.
- Per S.Giovanni Bosco il «Diliges Dominum Deus tuus» e il «Diliges proximum» si traducono nella formula: Lavorare per la gloria di Dio e per il bene delle anime. (Pio XI) XIX,282.
- Perchè la vostra parola abbia prestigio e ottenga l’effetto voluto, bisogna che ciascun superiore in ogni circostanza distrugga il proprio io. VI,389.
- La mancanza di umiltà è sempre a danno dell’unità di un collegio, per amor proprio di un superiore, andrà in rovina. VI,389.
- Non è buon membro della Società quello che non è disposto a sacrificare se stesso per salvare il corpo. IX,574.
- Il bene generale sia sempre preferito al bene particolare. Non dobbiamo tener conto del nostro amor proprio e non considerare se le persone siano ben viste o mal viste da noi. Non seguire idee preconcette, non antigeni. Il nostro bene particolare non deve entrare nel bene generale. XVII,660.
- Amore per tutti, per condurre tutti al Signore. II,525.
- Per questi giovani (orfani, abbandonati), farò qualunque sacrificio: anche il mio sangue darei volentieri per salvarli. IV,335.
- A Dio non piacciono le cose fatte per forza. Egli , essendo Dio d’amore vuole che tutto si faccia per amore. VI,15.
- Ama i tuoi doveri se desideri di bene adempierli. III,617. Pag. 14
- Amore a Don Bosco...: sa in che modo amerà Don Bosco? ...Amando molto i salesiani! E per amare i Salesiani, bisogna amare molto le anime! X,7.
- Volevo dirvi che tutti vi vogliate bene tra di voi, che vi amiate per farvi del bene a vicenda, per darvi buon esempio, per darvi buoni consigli. XII,575.
- Il vincolo che tiene unite le Società, le Congregazioni è l’amore fraterno. Io credo di poterlo chiamare il perno su cui si aggirano le Congregazioni ecclesiastiche. XII,630.
- L’amore fraterno per essere come si richiede, deve essere tale che il bene di uno sia bene di tutti ed il male di uno sia male di tutti. XII,630.
- Quanto è mai bello l’amore congiunto alla carità. XIII,149.
- I giovani....si prestano docili a tutto ciò...che vuol comandare colui dal quale sono certi di essere amati. XVII,108.
- I giovani non solo siano amati, ma essi stessi conoscano di essere amati. XVII,110.
- Essendo amati in quelle cose che loro piacciono, col partecipare alle loro inclinazioni infantili, imparano a veder l’amore in quelle cose che naturalmente loro piacciono poco, quali sono la disciplina, lo studio, la mortificazione di se stessi, e queste cose imparino a far con slancio ed amore. XVII,111.
- Chi vuol essere amato bisogna che faccia vedere che ama. XVII,111.
- Chi sa di essere amato, ama, e chi è amato ottiene tutto, specialmente dai giovani. XVII,111.
- L’amore fa sopportare ai Superiori le fatiche, le noie, le ingratitudini, i disturbi, le mancanze, le
negligenze dei giovanetti. XVII,111.
- Se ci sarà questo vero amore non si cercherà altro che la gloria di Dio. XVII,111.
- Per fare del bene bisogna aver un po’ di coraggio, essere pronti a soffrire qualunque mortificazione, non mortificare mai nessuno, essere sempre amorevole. III,52.
- Colui il quale è umile e amorevole sarà sempre amato da tutti, da Dio e dagli uomini. IV,102.
- Si vis amari, esto amabilis. X,1022.
- Studia di farti amare, prima di farti temere. X,1041.
- La bontà di tratto e l’amorevolezza coi giovani sia il carattere di tutti i Superiori. XII,88
- Anche quelli della casa difficilmente gli passavano vicino, senza sentire qualche parola amorevole. XII,149.
- Se vuoi essere obbedito e rispettato, fatti voler bene. Ma non carezze, massime sulla faccia o prendendo per le mani. XIII,826.
- Le malattie dell’anima meritano di essere trattate almeno come quelle del corpo. XVI,441. 20. ANGELO CUSTDE
- Ricordati che hai un Angelo per compagno, custode ed amico. Se vuoi piacere a Gesù ed a Maria custodi obbedisci alle ispirazioni del tuo Angelo Custode.
- Invoca il tuo Angelo nelle tentazioni. Esso ha più desiderio di aiutarti che tu stesso di essere aiutato da lui.
- Fatti coraggio e prega: anche il tuo Angelo prega per te e sarai esaudito.
- Non ascoltare il demonio e non temerlo; esso trema e fugge al cospetto del tuo Angelo custode
- Prega il tuo Angelo custode che ti venga a consolare ed assistere in punto di morte. II,264.
- Se vi troverete in qualche pericolo di anima e di corpo invocatelo ed io vi assicuro che esso vi assisterà e vi libererà. II,265.
- Colui che abbraccia lo stato ecclesiastico si vende al Signore e di quanto vi ha nel mondo nulla più deve stargli a cuore, se non quello che può tornare di maggior gloria di Dio ed a vantaggio delle anime. I,187
- La maggior cosa che si possa fare al mondo è quella di trarre le anime perdute sulla buona strada, alla virtù, a Dio. I,442
- Cerca col buon esempio e colla parola si salvare anime anche in quello stato che il Signore ti destina. I,475.
- Patire, fare, umiliarsi in tutto e sempre, quando trattasi di salvare anime. I,518.
- Un prete è sempre prete, e tale deve manifestarsi in ogni sua parola. Ora essere prete vuol dire avere per obbligo, continuamente di mira il grande interesse di Dio, cioè la salute delle anime. III,74-75
- Un sacerdote non deve mai per mettere che chiunque si avvicini a lui ne parta senza aver udita una parola che manifesti il desiderio della salute eterna della sua anima. III,75. Pag. 15
- Se ella è così malcontenta e arrabbiata, è perché non pensa guari alla salute dell’anima. III,78.
- Figlio, hai un’anima sola; pensa a salvarla. III,608.
- Aiutami a salvare molte anime, e prima la tua. III,620.
- Un’anima sola: se la perdo, di me che sarà? IV,55.
- Hai un’anima sola, salvata, tutto è salvato: perduta, tutto è perduto per sempre. IV,570.
- Aiutatemi a salvare molte anime. Il demonio lavora senza tregua per riuscire a perderle, e noi lavoriamo senza posa a preservarle. V,634.
- Quando si tratta di salvare un’anima non temo alcuna conseguenza. V,661.
- Se perdi l’anima tutto è perduto, se salvi l’anima tutto è salvo in eterno. V,706.
- Voglio che ci aiutiamo a vicenda a salvare l’anima, VI,442.
- Quanto fai, parli e pensi, procura che sia tutto in vantaggio dell’anima tua. VI,442.
- Quando sappia che il demonio cesserà dall’insidiare le anime, io pure cesserò dal cercare nuovi mezzi per salvarle dai suoi inganni e dalle sue insidie. VI,603.
- Noi abbiamo per massima che sempre, quando una cosa volge a bene delle anime, egli è certo che viene da Dio, e non può venire dal demonio. VI,849.
- Tutto passa e può passare quando si tratta delle anime. VII,20.
- Siate prudenti: ma non dimentichiamo che la nostra prudenza deve consistere nel mettere sempre nel mettere sempre in salvo la fede, la coscienza, l’anima nostra. VII,32.
- Anche costoro (i difettosi) hanno un’anima che dobbiamo ad ogni costo salvare. VII,404.
- Abbiamo un’anima sola. Se ne avessimo due potremmo una darla al demonio col contentare le passioni, Ma ne abbiamo una sola. VII,506.
- Il programma di questa casa sta scritto nella mia camera: «Da mihi animas, coetera tolle». Io non chiedo che le vostre anime, non desidero che il vostro bene spirituale. VII,585.
- Io vorrei che domani ciascheduno si fermasse un momento a fare questa riflessione. Che cosa ho fatto per il passato per l’anima mia? Come sto al presente al cospetto del Signore? Se muoio dove andrò? che cosa voglio fare per l’avvenire? VII,675.
- I tuoi sforzi siano diretti a conservare l’unione di volere tra i superiori, perché vogliamo tutti una cosa sola: salvare molte anime, tra esse l’anima propria. VII,438.
- Nel lavorare per le anime vale tanto un’oncia di pietà, quanto cento miriagrammi di scienza. VIII,438.
- Siamo ambiziosi, ma di salvare anime coi nostri sacrifici. IX,3,54.
- Salvare anime: questo solo deve essere il nostro guadagno. XI,517.
- Assassini dell’anima sono coloro che vanno insieme per fare del male. XII,575.
- Tutti coloro che con Don Bosco si adoperano per salvare la propria anima, questi sono e non altri i veri amici di Don Bosco. XII,576.
- La messe da farsi consiste nella salvezza delle anime. XII,625.
- (Don Tarroni scrisse): stamani Don Bosco mi ha detto che non avrebbe difficoltà a levarsi il cappello al diavolo, purché lo lasciasse passare per andare a salvare un’anima, XIII,415.
- Da parte mia non risparmierò niente per tentare di guadagnare qualche anima al Signore. XIII,659.
- Le anime sono un tesoro affidate ai sacerdoti. IX,217.
- La mia affezione è fondata sul desiderio che ho di salvare le vostre anime. X,679.
- I guadagni del prete vogliono essere le anime e nulla più. XI,240,517; XII,430,625.
- È una vera festa per Don Bosco il poter prendere cura delle anime dei suoi giovani. XIII,422.
- Prima carità è quella usata all’anima propria. XVI,316.
- Voi farete la cosa più cara al mondo se mi aiuterete a salvare la vostra anima. XVII,16.
- Noi vogliamo anime e non altro. Ciò procuro di far risuonare all’orecchio dei nostri confratelli. O Signore, date pure croci, spine e persecuzioni di ogni genere, purché possiamo salvare anime, e fra le altre salvare la nostra. XVII,617.
- Se mi volete parlare dell’anima, venite e troverete sempre Don Bosco pronto ad ascoltarvi. XVIII,177.
- Chi lavora per salvare le anime salva la sua propria. XVIII,470.
- Chi salva l’anima salva tutto; chi perde l’anima perde tutto. XVII,482.
- Chi fa elemosina per salvare anime sarà ricompensato con molta sanità e lunga vita, XVIII,470.
- (Pio XI) Per S. Giovanni Bosco il «Diliges Dominum Deum tuum» e il «diliges proximum» si tradussero nella formula: Lavorare per la gloria di Dio e per il bene della anime. XIX,282.
- (D. Cagliero) : Oh! quante anime salverà Maria Ausiliatrice per mezzo dei salesiani. Sm. 527 n.49. Pag. 16
- Le spine per terra rappresentano le affezioni sensibili, le simpatie o antipatie umane che distraggono l’educatore dal vero fine, lo feriscono, lo arrestano nella sua missione gli impediscono di procedere e raccogliere corone per la vita eterna. III,187.
- Schivava di cagionare le antipatie le quali in vita e anche in morte fanno talora respingere un Sacerdote. III,187.
- Il bene generale sia sempre preferito al bene particolare. Non seguire idee preconcette, non antigeni. Il nostro bene particolare non deve entrare nel bene generale. XVII,660 .
- Cerca col buon esempio e con la parola di salvare anime anche in quello stato che il Signore ti destina. I,475.
- Aiutami a salvare molte anime e prima la tua. III,620.
- Quando noi non potessimo fare il catechismo ai poveri giovanetti, conduciamoli ove altri li istruiranno. IV,300.
- Iddio dà molte benedizioni a chi si occupa a pro dei fanciulli ed è grande consolazione il salvarsi in compagnia di altri salvati da noi, mentre è poltroneria volersi salvare da soli. V,909.
- Io non guardo a nessun prezzo, io guardo solo che si diffondano buoni libri. VII,687.
- Nel lavorare per le anime vale tanto un’oncia di pietà, quanto cento miriagrammi di scienza. VIII,438.
- È Dio che vuol fare e noi dobbiamo pregarlo che abbia la bontà di servirsi di noi. X,1080.
- Una volta poteva bastare l’unirsi insieme nella preghiera; ma oggi che sono tanti i mezzi di pervertimento, soprattutto a danno della gioventù di ambo i sessi, è mestieri unirsi nel campo dell’azione e operare. XI,74.
- Operai che lavorano nella vigna del Signore s’intendono tutti coloro che in qualche modo concorrono alla salvezza delle anime. XII,625.
- Per fare del bene alle ragazze, bisogna essere sempre allegre; bisogna amarle e stimarle tutte, anche se l’una o l’altra non lo merita. XIII,207.
- Che vale rimpiangere tanti mali? È meglio che ci adoperiamo con tutte le forze ad alleviarli. XIV,116.
- Oggi oltre al pregare, che non deve mancare mai, bisogna operare, intensamente operare; se non si corre alla rovina. XIV,541.
- Ci vuole lavorare con frutto deve tenere la carità nel cuore, e praticare la pazienza con l’opera. XVI,32
- Tutto il bene che gli altri faranno per causa nostra, accrescerà lo splendore della nostra gloria in Paradiso. XVII,491.
- Quando si tratta di qualche cosa che riguarda la grande causa del bene, Don Bosco vuol essere sempre all’avanguardia del progresso. XIX,157,320.
- (Pio XI°) È con la preghiera e il sacrificio che si prepara l’azione. XIX,220.
- Se uno studente che non ha vocazione, si mette fra gli artigiani, ne fa strage a dritta e a sinistra, perché costoro sono individui della peggiore specie. XVII,193; XVIII,700.
- Il lavoro agli artigiani lo danno gli studenti. XVII,570.
- (sogno) E voi, artigiani, siate artefici di opere buone e non d’iniquità. I cattivi discorsi sono una peste che serpeggia in mezzo a voi. XVIII,254.
- (Norme: Degli Artigiani) Indirizzo religioso - morale, intellettuale, professionale XVIII,700.2
- Norme per l’accettazione degli Aspiranti: XI,268-9; XII,390-392.
- Prima di tutto è da intendere bene che cosa voglia dire aspirante per la nostra Congregazione. Aspirante è chi desidera ritirarsi dal mondo e viene per vedere che cosa qui si faccia, se la vita nostra è conforme alla natura sua, in una parola se la Congregazione gli piace o no. XIII,267.
- Da noi, chi viene già adulto, è bene che si faccia lavorare molto da principio; così più facilmente acquistano lo spirito della Congregazione, se non altro si guadagnano il pane che mangiano. XIII,267.
- Riferendosi agli aspiranti per il sacerdozio, avvertiva in tutta confidenza che non si accettasse mai per lo stato ecclesiastico nessuno che avesse avuto la disgrazia di andare in luoghi di mal affare. XVI,416.
- Norme per la formazione degli aspiranti. XIII,263. Pag. 17
- I maestri e gli assistenti devono essere di una moralità conosciuta. Studino di evitare come la peste ogni sorta di affezione od amicizia particolare cogli allievi, e si ricordino che il traviamento di uno solo può compromettere un Istituto educativo. Si faccia in modo che gli allievi non siano mai soli. Per quanto è possibile gli assistenti li precedano nel sito dove devonsi raccogliere; si trattengano con loro sino a che siano da altri sorvegliati; non li lascino mai disoccupati neppure in tempo di ricreazione. Regolamento: Dell’Assistente: IV,739. Avvisi e norme per gli Assistenti: IV,567; V,164; VI,68-70; VII,508; VIII,490; X,1018-1023,1103; XIV,838; XVII,112;
- Gli Assistenti siano delicati verso i loro dipendenti. IX,355.
- Gli assistenti dovranno rendere conto a Dio, se avranno trascurato di assistere i loro giovani e se questi per loro negligenza si fossero lasciati andare in qualche colpa. XIII,421.
- Gli assistenti facciano uno strettissimo dovere di coscienza di riferire ai Superiori tutte quelle cose le quali conoscano in qualunque modo essere offesa di Dio. XVII,112.
- Se i giovanetti udiranno il maestro e l’assistente lodare un libro, essi pure lo stimeranno, loderanno, leggeranno. XVII,200.
- Per carità, raccomando di non lasciare mai soli i giovani, ma di assisterli sempre, continuamente e dovunque. IV,384.
- Mettere gli allievi nella impossibilità di commettere mancanze. IV,547.
- Si faccia in modo che gli allievi non siano mai soli. IV,549.
- Non dimenticate mai che i ragazzi mancano più per vivacità che per malizia., per non essere ben assistiti, che per cattiveria, Bisogna avere di essi sollecita cura, assisterli attentamente senza aver l’aria di farlo, prendere anche parte ai loro giochi, tollerare i loro schiamazzi e le noie che recano. IV,553.
- Non avendo speciale occupazione fate ogni giorno in tempo di ricreazione il giro delle scale e dei corridoi, e avrete il merito come se aveste salvata un’anima. VI,773.
- Ricordate di non mettere mai giovani nell’occasione di poter commettere una mancanza. X,694.
- Nell’assistere nello studio non è il solo silenzio che si deve cercare, ma più di tutto la moralità. X,1019.
- Si vede talvolta qualche disordine che si potrebbe e dovrebbe impedire; manca l’assistente. Non si stia indifferenti col pretesto che noi non siamo incaricati della sorveglianza, ma si dice invece: Ora l’assistente sono io. XII,606.
- Fare sacrifici, ove occorra, per assistere e vigilare. XIII,84.
- La frequente confessione e comunione, la regolare vigilanza di chi deve assistere saranno grandi mezzi preventivi (a custodire la moralità). XIII,85.
- L’assistenza sia solidale, nessuno se ne creda dispensato, quando si tratta di impedire l’offesa di Dio. XIII,85. Si faccia in modo che gli allievi non siano mai soli. XIII,920.
- Le mancanze derivano in gran parte da difetto di sorveglianza; vigilando si previene sufficientemente il male non c’è bisogno di reprimere. XVI,16.
- La grazia del Signore sia di continuo con voi in quest’anno. VI,114.
- Possiate sempre fare la Volontà di Dio. VI,114.
- Possiate crescere in meriti colle vostre opere buone. VI,115.
- La Vergine SS.ma vi tenga sempre sotto la sua protezione. VI,114.
- Agli studenti io auguro che possano imparare la scienza profana, senza dimenticare la scienza dei Santi. VI,1071.
- La Santa Vergine ci aiuti a camminare per la via del cielo. VIII,518.
- (Ai giovani di Lanzo). come augurio particolare io vi desidero dal cielo santità, studio, moralità. XI,15.
- Iddio vi benedica tutti e a tutti conceda la grazia di ben vivere e di ben morire. XIII,26.
- Maria sit tibi auxilium in vita, levamen in angustiis et in periculis, subsidium in morte, gaudium in coelis. XVI,360.
- Maria ci guidi tutti per la strada del cielo. XVIII,250. Pag. 18
- In questi tempi È forza di proclamarlo, Dio vuole con molti eccelsi favori glorificare l’Ausiliatrice Sua genitrice, invocata col titolo di Ausiliatrice. X,81.
- Impegnate in vostro favore Maria Ausiliatrice; e persuadetevi che ciò che non possono fare i chirurghi, lo saprà fare Lei. X,163.
- Gli chiesero come si facesse a far conoscere e far amare Maria Ausiliatrice. E Don Bosco: parlando opportunamente di Lei con la gioventù che la Provvidenza ci affida e con le persone esterne che ci avvicinano; scrivendo qualche volta su di Lei in ogni vostra lettera ai parenti e ai conoscenti; rivolgendo a Lei chi ha bisogno di grazie speciali e raccontando i favori ricevuti per mezzo suo; distribuendo medaglie e immagini che portino la Sua effigie; recitando e facendo recitare spesso la giaculatoria: Maria Auxilium Christianorum, ora pro nobis; cantando di preferenza le sue lodi nelle ricreazioni e in chiesa, soprattutto nel suo mese. XIII,207.
- Ella è chiamata Aiuto dei Cristiani, sia contro i nemici esterni che contro i nemici interni. XIII,409.
- Ecco quello che dobbiamo fare noi nella festa di Maria Ausiliatrice: ripulire i nostri cuori con buone confessioni e offrirli, anzi attaccarli a Maria SS.ma, perché stiano sempre vicino a Gesù, e ciò ottenere con frequenti e fervorose Comunioni. XIII,412.
- Da tutte parti si vedono effetti straordinari prodotti da questa confidenza in Maria Ausiliatrice. XIII,804.
- Per essere a Lei cari bisogna accostarsi con frequenza ai Sacramenti. XVI,212.
- Il Signore e la sua Divina Madre non permetteranno che si ripeta invano: Maria Aiuto dei Cristiani, pregate per noi. XV,117.
- Oh! Maria Ausiliatrice è un terribile patrocinio: terribile per quelli che vogliono opporsi all’opera sua, ma onnipotente per coloro che si tengono sotto il suo manto. XV,666.
- Per essere cari a Maria Ausiliatrice, bisogna onorare il Figlio, e vi indico alcuni mezzi per farlo. Per essere a Lei cari bisogna accostarsi con frequenza ai santi sacramenti, ricevere il più sovente possibile la Santa Comunione e non potendo riceverla, fare le comunioni spirituali; poi ascoltare la Santa Messa, fare visite a Gesù Sacramentato: assistere alla benedizione, compiere opere di carità in onore di N.S.J.C, perché al Signore piace che si pratichi la carità. XVI,212.
- Ella gusta tanto di portarci aiuto! XVI,269.
- Maria ama la gioventù e quindi ama e benefica quanti della gioventù si prendono cura. XVI,284.
- Maria Ausiliatrice è la taumaturga, è l’operatrice delle grazie e dei miracoli per l’alto potere che ha ricevuto dal suo Divin Figlio. XVI,292.
- Maria sit tibi Auxilium in vita, levamen in angustiis et in periculis, subsidium in morte, gaudium in coelis. XVI,360.
- (sogno) Predichi a tutti, grandi e piccoli che si ricordino sempre che sono figli di Maria SS. Ausiliatrice. Che essa li ha qui radunati per condurli via dai pericoli del mondo. XVII,113.
- La Chiesa di Maria Ausiliatrice possiamo chiamarla Casa di Maria e Casa che Ella medesima si è edificata: Aedificavit sibi domum Maria. XVII,147
- Si dica e si predichi sempre che Maria Ausiliatrice ha ottenuto ed otterrà grazie particolari, anche straordinarie e miracolose per coloro che concorrono, a dare cristiana educazione alla pericolante gioventù con le opere, con il consiglio e col buon esempio o semplicemente con la preghiera. XVII,260.
- O Maria, Virgo potens, tu magnum et praeclarum in Ecclesia praesidium: tu singulare Auxilium Chrstianorum; tu terribilis ut castrorum acies ordinata, tu cunctas hereses sola interemisti in universo mundo: tu in angustiis, tu in bello, tu in necessitatibus nos ab oste protege, atque in aeterna gaudia in mortis hora suscipe. XVII,309.
- Quelli che desiderano grazie da Maria Ausiliatrice aiutino le nostre Missioni e saranno sicuri di ottenerle. XVIII,477.525.
- La Madonna vuole che la onoriamo sotto il titolo di Maria Ausiliatrice. Sm. 412, n.190.
- Oh quante anime salverà Maria Ausiliatrice per mezzo dei Salesiani. Sm. 527, n.49.
- L’udiamo sempre raccomandare l’obbedienza alle autorità civili perché, diceva, chi comanda è posto da Dio a comandare. II,450.
- Io rispetto tutte le autorità costituite come cittadino, e come cattolico e come prete dipendo dal Sommo Pontefice. IX,417.
- Rendete ossequio a tutte le autorità civili, religiose, municipali e governative. XI,389. Pag. 19
- La religione cattolica è il fondamento della prosperità degli stati, perché i sudditi non possono essere fedeli all’autorità se non sono fedeli a Dio. XI,443.
- Piuttosto che metterci in lotta colle autorità, prendiamoci il torto, dove abbiamo ragione. XIII,283.
- Mio gran pensiero è questo: studiare il modo pratico di dare a Cesare quel che è di Cesare, nello stesso tempo che si dà a Dio quello che è di Dio. XIII,288
- Don Bosco si mantiene sempre scrupolosamente nella legalità; dare a Cesare quel che è di Cesare, niente di più, ma niente di meno. XIV,578.
- Bisogna che cerchiamo di conoscere e di adattarci ai nostri tempi, rispettare cioè gli uomini, e quindi delle autorità, dove si può parlarne bene, e se non si può, tacere. Se c’è qualche buona ragione, la si faccia valere in privato. E quelle che si dice delle autorità civili, si dica assai più dell’autorità ecclesiastica. Si cerchi di rispettarla e di farla rispettare, e anche con sacrificio la si sostenga. XVI,416.
- Colle autorità civili ed ecclesiastiche si soffra quando si può onestamente, ma non si venga a questioni davanti ai tribunali laici. XVII,268.
- Nelle difficoltà da parte di qualche autorità spirituale o temporale, procurate di fare in modo da potervi presentare per dare ragioni di quanto avete operato. La spiegazione personale delle vostre intenzioni buone diminuisce assai e spesso fa scomparire le sinistre idee che nella mente taluni possono formarsi. XVII,270.
- Va molto cauto nel prendere deliberazioni relative alle Autorità civili. XVII,309.
- (Ad un giovane) Ricordati di curare sempre il male che vedrai negli altri, osserva che il guasto non corrompa il sano, e cerca col buon esempio e con la parola di salvare anime anche in quello stato che il Signore ti destina. Impedisci sempre i cattivi discorsi e le bestemmia ed avvisa gli sboccati, specialmente se vi fossero fanciulli presenti, acciocché non ne piglino scandalo. I,475.
- Talvolta pensate agli avvisi che il confessore vi diede nell’ultima confessione. III,31
- Avvisi di un amico alla gioventù secondo i bisogni dei tempi:
1° Ricordatevi, o giovani, che voi siete la delizia del Signore; beato quel figlio che da giovane comincia ad osservare la legge del Signore.
2° Iddio merita di essere amato perché ci ha creati, ci ha redenti e ci ha fatto e ci fa innumerevoli benefici e tiene preparato un premio eterno a chi osserva la sua legge.
3° La carità è quella che distingue i figlioli di Dio dai figlioli del demonio e del mondo,
4° Colui che dà buoni consigli ai suoi compagni fa grande opera di carità.
5° Obbedite ai vostri superiori, secondo il comando di Dio, ed ogni cosa vi riuscirà bene.
6° Chi vuol vivere da buon cattolico deve guardarsi da quelli che che parlano male della religione,
dei suoi ministri e specialmente del Papa che è il padre di tutti i cattolici. Dite pur sempre essere un
cattivo figlio chi parla male di suo padre.
7° Guardatevi dalla lettura dei libri e dei fogli cattivi e procurate di leggerne dei buoni.
8° Le abitudini formate in gioventù, per lo più durano tutta la vita; se sono buone ci conducono alla
virtù e ci danno morale certezza di salvarci; al contrario guai a noi se ne prendiamo delle cattive.
9° Le cose che sogliono allontanare il giovane dalla virtù sono i cattivi compagni, l’eccesso del bere, l’attaccamento al gioco, l’abitudine al fumare tabacco.
10° per cattivi compagni s’intendono: quelli che cercano di parlare di cose disoneste, o fanno cose contrarie alla virtù della modestia; che parlano con disprezzo della religione; che vi allontanano dalle funzioni di chiesa o vi invitano a trasgredire i vostri doveri.
11° L’eccesso del bere snerva le forze del corpo, fa venire a noia la devozione, porge occasione di frequentare luoghi pericolosi.
12° L’attaccamento al gioco vi conduce alle risse, alle bestemmie, al trasgredire i vostri doveri e a profanare i giorni festivi.
13° L’abuso del tabacco e soprattutto il fumarlo e il masticarlo, guasta i denti, indebolisce le forze alla gioventù e conduce a frequentare compagni cattivi
- Avvisi di massima importanza III,608
- Fuggite l’ozio e gli oziosi, lavorate secondo il vostro stato; quando siete disoccupati siete in gravissimo pericolo di cadere in peccato. L’oziosità insegna ogni sorta di vizi.
- Vivete pure nella massima allegria, purché non facciate il peccato.
- Fate ogni sforzo possibile per non mai perdere la predica nei giorni festivi.
- Sceglietevi un confessore di vostra confidenza, frequentate i Sacramenti della Confessione e Comunione. S. Filippo Neri, quel grande amico della gioventù, esortava i giovani a confessarsi ogni otto giorni e a comunicarsi anche più spesso, secondo gli avvisi del confessore.
- Figlio, hai un’anima sola, pensa a salvarla. Nulla giova acquistare tutto il mondo se perdi l’anima tua. Beato chi si trova in punto di morte e avrà fatto opere buone in vita sua. Scrivi, o figlio mio, nel cuore il detto mio: Fallace è il mondo, il vero amico è Dio.
- Avvisi ai chierici, Maestri, Superiori ed Assistenti: III,613-17; 68-70; 388-93; 890; IX,384; 455, 922; VIII,980; XIV,838.
- Se volete dare un avvertimento, datelo da solo a solo, in segreto e con la massima dolcezza. VII,508
- Nel dare avvisi o consigli procura sempre che l’avvisato parta da te soddisfatto e tuo amico. XI,17.
- Ringrazia sempre chi ti dà avvisi. XI,17
- Se qualcuno di voi fosse in pericolo, si avvisi: ciascuno deve dargli il suo appoggio per procurargli qualche vantaggio. XII,607.
- Avvisi ad ex-allievi: Dovunque vi troviate, mostratevi sempre buoni cristiani e uomini probi. Amate, rispettate, praticate la nostra Santa Religione; quella religione con la quale io vi ho educati e preservati dai pericoli e dai guasti del mondo; quella religione che ci consola nelle pene della vita, ci conforta nelle angustie della morte, ci schiude le porte di una felicità senza confini. XIV,511.
- Procura di agire sempre con un principio di fede e non mai a caso o per fini umani. III,614.
- Dà sempre grande importanza alle cose che fai. III,614.
- Operate oggi in modo che non abbiate ad arrossire domani. IV,439.
- Facciamo in guisa di star bene in questo mondo e nell’altro. IV,439.
- Siate lenti nel giudicare. IV,439.
- Quanto fai, parli e pensi, procura che sia tutto in vantaggio dell’anima tua. VI,442.
- Io tengo questa base in tutte le mie imprese. Cerco prima bene che quella tale opera ritorni a maggior gloria di Dio ed a vantaggio delle anime; se così è, vado avanti sicuro, che il Signore non lascia mancare la sua assistenza. VI,585.
- Noi abbiamo per massima che sempre, quando una cosa volge al bene delle anime, egli è certo che viene da dio, e non può venire dal demonio. VI,849.
- Io non penso mai che la morte possa troncare i miei disegni, ma faccio ogni cosa come se fosse l’ultima di mia vita. VI,933.
- In tutto quello che fai pensa se hai di mira la gloria di Dio. VII,252.
- Era d’avviso che anche le piccole cose si debbono fare adagio e bene. La fretta suol guastare tutte le opere. VII,19.
- Vivere in modo che gli uomini abbiano argomento di parlare bene di noi VII,252.
- Lasciamoci sempre guidare dalla verità. VII,312
- I giovani devono fare come i ballerini sulla corda. Essi tengono in mano il piombino e poi camminano senza guardare né a destra, né a sinistra. Il vostro piombino è la volontà di far bene. VII,575.
- Agite come vedete agire tanti uomini seri e prudenti. VIII,37
- I consigli dei tuoi superiori siano regola delle tue azioni. IX,35.
- Con la frequenza ai Sacramenti s’impara a operare per principio di coscienza e non per paura dei castighi. XI,221.
- Nelle vostre azioni bisogna sempre cominciare dal cielo. XI,457.
- Se desiderate cominciare bene bisogna che ciascuno incominci a mettersi in grazia di Dio. XI,458.
- Era norma di Don Bosco che dove si poteva fare tutto, si facesse almeno il poco fattibile XII,207.
- La castità deve essere il perno di tutte le nostre azioni. XII,224.
- Le sole opere buone sono le vere ricchezze che ci preparano un posto lassù in cielo. XII,328.
- L’obbedienza innalza di merito tutte le azioni. XII,459.
- Teniamoci sempre col Signore il quale è quello che guida ogni nostra azione e disponiamoci in modo che egli non abbia a rimproverarci nel giorno in cui verrà a giudicare gli uomini. XII,559.
- Tempo perduto sarebbe quello nel quale si fosse fatto male all’anima. XII,608.
- Regolarsi sempre in maniera che, in qualunque ora la morte venga, ci trovi sempre apparecchiati. XII,608.
- Il Signore ama che quello che si fa per lui, si faccia con allegrezza. XII,610.
- Divenuti membra del santissimo Corpo di Gesù, dobbiamo tenerci a Lui strettamente uniti, non in astratto, ma in concreto, nel credere e nell’operare. XII,641.
- Non operare mai cose, delle quali in avvenire possiamo pentirci, operare sempre cose che ci possano in avvenire tornare di utilità. XII,41.
- (Le azioni) basta santificarle colla retta intenzione, con atti di unione al Signore e alla Madonna, e con farle meglio che potete. XII,208.
- Chi vuol lavorare con frutto, deve tenere la carità nel cuore, e praticare la pazienza con l’opera. XVI,32.
- Non s’incomincia bene se non dal Cielo. XVII,562.
- Non basta sapere le cose, bisogna praticarle. XVII,630.
- Tesori dei giovani sono castigate parole e caste azioni. XVIII
- Le cose bisogna farle come conviene, o non farle. Sm. 558, n.152.
- Curate sempre quello che di voi può dire il Signore, non quello che di voi, in bene o in male, diranno gli uomini. XVIII,529.
- Non battere mai i ragazzi per nessun motivo. VI,391.
- Chi mette le mani addosso, si pone dalla parte del torto. XIII,830.
- Guardatevi di beffare o di parlar male di tutto ciò che riguarda il culto di Dio. VII,191.
- Non criticate il contegno, la frequenza ai Sacramenti, la lontananza dai compagni dissipati che scorgerete nei vostri compagni buoni; tutte queste beffe attirano le maledizioni di Dio. VII,191.
- Lo scherzo, la beffa in materia di religione, è la cosa più schifosa e più sciocca che ci possa essere. VII,792.
- Non si tolleri assolutamente ciò che reca sfregio alle cose di religione e di pietà. IX,401.
- Coprire le macchie degli altri, non mai mettere in burla alcuno quando egli ne rimane offeso. XIII,880.
- Non parlare male o scherzare sulle cose che sono care ai giovani (patria, vestito, condizione sociale, nome, fisionomia,...). Nessuno può immaginare come i giovani restino offesi da certe frasi e come nel cuore si ricordino per molto tempo di ciò che essi chiamano offesa. I parenti poi restano irritati se venisse loro rapportato dai figlioli qualche frizzo detto male a proposito. Il povero non è meno altero del ricco, anzi è più violento. XIV,846.
- La nostra vita è così breve, che abbiamo poco tempo per fare il bene. (Mamma Margherita) I,77.
- Il prete per fare molto bene bisogna che unisca alla carità, una grande franchezza. III,49.
- Per fare del bene bisogna avere un po’ di coraggio, essere pronti a soffrire qualunque mortificazione, non mortificare mai nessuno, essere sempre amorevole. III,52
- La carità usata verso i giovani è il mezzo più acconcio per fare loro del bene. III,95.
- Non rimandate mai a domani il bene che potete fare oggi, perché forse domani non avrete più tempo. IV,439.
- Le opere di carità non si fanno per paga. VI,371.
- Non dobbiamo mai lasciarci sfuggire un’occasione che il Signore ci presenta per fare del bene. VI,493.
- Io non lascio mai di fare un’opera che so essere buona e da farsi, per quanto siano numerose e grandi le difficoltà che mi si presentano. Si tratta di andare di andare a far visita a un grande personaggio, il quale io so essermi contrario? Ci vado senza più! ma prima di presentarmi a qualsivoglia altra persona, e prima di incominciare quell’impresa dico un’Ave Maria: la dico pure prima di presentarmi a qualsiasi altra persona. Poi avvenga quel che vuole. Io pongo tutto ciò che è in me, il resto lo lascio al Signore. VI,670- 1.
- Fate del bene a tutti, del male a nessuno. VI,694; IX,721.
- Si procuri che chiunque abbia da trattare con noi, vada via soddisfatto; perché noi dobbiamo cercare di accrescere il numero dei nostri amici, e diminuire quello dei nemici, dovendo noi fare del bene a tutti. VI,890.
- Colui che fa il bene viene ben tosto ad ammirarne lo splendore. VII,48
- Il miglior consiglio si è di far bene quanto possiamo e poi non aspettarci la mercede dal mondo, ma da Dio solo. VII,418.
- L’essere tra molti che fanno del bene ci anima senza avvedercene. VII,602.
- Non ho mai visto alcuno che al punto di morte si lamentasse di aver fatto troppo bene. VII,673.
- Quando le cose vanno bene, non bisogna cambiarle facilmente sotto il pretesto di migliorarle. VIII,228
- Uno di mediocre ingegno, ma virtuoso ed umile, fa molto maggior bene e più grandi cose che uno scienziato superbo. VIII,931.
- Fare del bene a quanti si può e del male a nessuno. IX,416; IX,962.
- Se vogliamo fare del bene nel mondo è necessario che siamo uniti fra noi, e godiamo l’altrui riputazione. IX,574.
- I Ministri di Dio se vogliono fare del bene, debbono allontanarsi dalla patria e dai parenti. IX,703.
- In punto di morte raccoglieremo quanto avremo seminato nella vita. IX,807.
- La gioventù prima dei dodici anni non è capace di fare gran bene, né gran male. IX,855.
- Cerchiamo di aiutarci a fare del bene, ma non mai ad incagliarci. X,188.
- Il meglio è nemico del bene. X,869.
- Cerchiamo di lavorare molto per fare del bene. XI,169.
- Non si sopprime il bene per impedire il male. XI,203.
- La buona notte è mezzo potente di persuasione al bene. XI,222.
- Si faccia gran conto di un giovane, quando è costante nel bene. XI,279.
- Quando uno sa a tempo e luogo dare amorevolmente un buon consiglio ad un compagno, costui fa un gran bene. XII,32.
- Il bene che deve aspettarsi dagli Ordini Religiosi avviene appunto da ciò, che lavorano collettivamente. XII,80.
- Le sole buone opere sono le vere ricchezze che ci preparano un posto lassù in cielo. XII,328.
- In punto di morte quello che darà contentezza sarà il bene fatto, e tutte le altre cose non daranno che angustie. XII,426.
- Non si guardi a nessun interesse corporale, quando si tratta di fare del bene. XII,629.
- Siamo in tempi in cui bisogna operare. Il mondo è divenuto materiale, perciò bisogna lavorare e far conoscere il bene che si fa. XIII,126.
- Parlando della convenienza di dare alle opere buone la massima pubblicità, diceva: Questo è l’unico mezzo per farle conoscere e sostenerle. XIII,126-7.
- Per far del bene alle ragazze bisogna essere sempre allegre; bisogna amarle e stimarle tutte, anche se l’una o l’altra non lo merita. XIII,286.
- Per fare il bene i mondani incontrano ogni giorno difficoltà maggiori. XIII,232.
- Anche verso chi criticasse noi, adoperiamoci benignamente prendendo in questo per stemma il prezioso motto: far del bene e lasciar dire. XII,286.
- Chi sta bene non si muove, e chi fa bene non cerchi meglio. XIII,814.
- Se vuoi che facciamo del bene e ne facciamo sempre esponiamo la varietà, raccontiamo i fatti, ma non entriamo in polemiche. XIII,883.
- Coraggio, coraggio sempre: non stanchiamoci mai di fare il bene e Dio sarà con noi. XV,176.
- Il bene è meglio farlo presto che tardi. XV,601.
- Dalle letture dipende moltissime volte la scelta definitiva (per i giovanetti) che fanno del bene o del male. XVII,198.
- Raccomando di fare preghiere, opere di carità. delle mortificazioni, delle sante Comunioni e questo per riparare nelle negligenze commesse nel fare il bene o nell’impedire il male. XVII,272.
- Tutto il bene che gli altri faranno per causa nostra, accrescerà lo splendore della gloria nostra in Paradiso. XVII,491.
- Oh! non perdete tempo, fate del bene, fatene tanto e non sarete mai pentite di averlo fatto. XVII,556.
- Il bene generale sia sempre preferito al bene particolare. Il nostro bene particolare non deve entrare nel bene generale. XVII,660.
- Lavoriamo fino all’ultimo della vita a fare tutto il bene possibile. XVIII,267.
- In fine della vita si raccoglie il frutto delle opere buone. XVIII,482.
- Chi fa bene in vita, trova bene in morte. XVIII,482,863.
- Facciamo sempre del bene a tutti, del male a nessuno. XVIII,523.
- Fare il bene che si può, senza comparire. La violetta sta nascosta, ma si conosce e si trova all’odore. XVIII,860.
- Chi fa bene in vita trova bene in morte. XVIII,862.
- Moltissime persone confessarono che la loro sorte e quella della loro famiglia aveva preso a migliorare, dal momento in cui si erano fatte a beneficare i poveri giovanetti di Don Bosco. II,339.
- Raccomandava che si conservasse o si facesse l’elenco di tutti i benefattori o benefattrici o persone di riguardo o amiche per mandare loro gli inviti alle feste di chiesa, al teatro o alle accademie. V,64.
- Dio buono pagherà col Paradiso chi va a dare la vita per le anime e parimenti a chi viene in aiuto ai Missionari. XII,316.
- Fondare un istituto educativo in un paese vuol dire fare un segnalato beneficio a tutte le classi dei cittadini che vivono adesso e a tutti quelli che verranno dopo di noi. XIII,177.
- Le anime che i nostri missionari guadagneranno al cielo, saranno (per i loro benefattori) le portatrici delle chiavi del Paradiso. XV,95.
- Mi rallegro con Lei che manda il lume che le rischiarerà la vita per la beata eternità. XV,463.
- È stato sempre mio intendimento di fare tutto il possibile per distaccare il cuore degli amici dalle cose miserabili ed innalzarli a Dio, al bene eterno. XV,602-3.
- Le sue economie io credo che saranno ben collocate...con l’aiutare le opere aventi per fine l’avviamento della gioventù al sacerdozio: in una parola, facendo preti che guadagnino molte anime a Dio. XV,603.
- Scrivendo al suo benefattore l’abate Engrand, gli implora da Dio e dalla Santa Vergine la grazia che possa morire povero per essere ricco in sempiterno. XV,604.
- Desidero che muoia povera e che si distacchi totalmente dalle cose della terra per portare seco al cielo il frutto di tutte le sue opere di carità. XV,648.
- Beneficare il prossimo è ricevere da Dio ogni sorta di benedizioni. XVI,51.
- Si dica e si predichi sempre che Maria Ausiliatrice ha ottenuto e otterrà sempre grazie particolari, anche straordinarie e miracolose per coloro che concorrono a dare cristiana educazione alla pericolante gioventù colle opere, col consiglio, e col buon esempio o semplicemente con la preghiera. XVII,260.
- Se Dio mi vorrà ricevere con sé nel cielo, il mio primo pensiero sarà di pregare Gesù e Maria e tutti i santi, affinché benedicano e proteggano coloro che cooperano al bene di tante anime. XVII,444.
- Da voi dipende la salute del corpo e dell’anima di tanti giovani e di tante fanciulle. Nelle loro mani sta loro sorte temporale ed eterna. XVII,464.
- Una cosa che io desidero che teniate prima per voi e che poi raccomandiate anche ai vostri parenti, si è che tutti coloro che verranno in nostro aiuto o spiritualmente o corporalmente, saranno dalla Madonna in modo sensibile protetti, ed essa non potrà fare a meno di esaudire le loro preghiere. XVII,562.
- Ho piena fiducia che Maria Ausiliatrice otterrà largo compenso alla sua carità. XVIII,213.
- Don Bosco ricambiava santamente i benefici, aiutando i suoi benefattori ricchina sormontare il tremendo ostacolo (della ricchezza). XVIII,308.
- Dio benefica e compensi largamente tutti i nostri benefattori. XVIII,482.864.
- Testamento spirituale di Don Bosco per i benefattori. XVIII,621.
- Dio benefica e ricompensi largamente la carità dei benefattori dei nostri orfanelli. XVIII,851.
- Per i benefattori non rifiutava mai qualunque servizio... Egli è nostro benefattore. facciamo anche noi un sacrificio in suo favore. Sm. 631, n.137.
- Si era fatta una legge rigorosa di non mangiare mai, o bere fuori del tempo di pasto. II,27.
- Non siamo creati per bere e per mangiare, sebbene per amare Dio e salvare l’anima. III,586-7.
- Le cose che sogliono allontanare il giovane dalla virtù sono i cattivi compagni, l’eccesso del bere, l’attaccamento al giuoco, l’abitudine al fumare tabacco. III,607.
- (Aneddoto) Don Bosco non ha sete, e se avesse sete, gli basterebbe un bicchiere d’acqua fresca. X,649.
- La seconda causa (di rovina delle Congregazioni) è la ricercatezza e l’abbondanza dei cibi e delle bevande. XII,383.
- Procurerò di recitare devotamente il breviario e recitarlo preferibilmente in Chiesa, affinché serva come visita al SS.mo Sacramento. II,129.
- I chierici, recitandolo, compiono l’ufficio divino di pregare con tutta la Chiesa: vi si istruiscono con la parola ispirata dalla Sacra Scrittura; con le lezioni dei Santi Padri, con le vita e gli esempi dei Santi: pregano con i salmi e i cantici del Popolo di Dio e con gli inni liturgici. Il Breviario procurerà a questi chierici più cognizioni che non tanti libri e maestri e li ispirerà nell’insegnare ai loro allievi la scienza di Dio e dell’anima...Non è vero che il Breviario è il più bel tesoro del chierico, quando è in sacris? XI,293
- Io sono persuaso che una muta di esercizi spirituali porterebbe ottimi effetti se portasse il salesiano alla recita esatta della Messa e del breviario. XVII,617.
- Dite sempre con franchezza la verità: perché le bugie oltre all’essere offesa di Dio ci rendono i figli del demonio, principe della menzogna, e fanno sì che, conosciuta la verità voi sarete reputati menzogneri, disonorati presso i vostri superiori e presso i vostri compagni. III,166.
- Poche parole, una sola idea di maggiore importanza, ma che faccia impressione, sicché i giovani vadano a dormire ben compresi della verità esposta. VI,94.
- La buona notte è mezzo potente di persuasione al bene. XI,222.
- Con la buona notte si taglia la radice ai disordini prima che nascano. XI,222.
- Questa è la chiave della moralità, del buon andamento e del buon successo dell’educazione. XIII,922
- Il sermoncino della sera è la chiave maestra della casa. XVII,190.
- Io non voglio altro dai giovani, se non che si facciano buoni e siano sempre allegri. II,566.
- L’essere buoni non consiste nel non commettere mancanza alcuna: oh no! L’essere buoni consiste in ciò: nell’avere volontà di correggersi. VI,322
- Chi cammina coi buoni, coi buoni andrà in Paradiso. VI,442.
- Non sono le frequenti confessioni che fanno buoni, ma il frutto che si ricava dalle confessioni. VII,84.
- Se voi farti buono, pratica tre cose sole e tutto andrà bene: allegria, studio, pietà. VII,494.
- Studio, lavoro, preghiera: ecco ciò che li manterrà buoni. IX,160.
- Bisogna conoscere e praticare le cose buone per essere buoni. XI,233.
- Se volete conservarvi buoni e non soffocare la vocazione, osservate: ritiratezza e frequenza ai Sacramenti XI,254.
- La sola frequenza ai Sacramenti non è indizio di bontà. XI,278.
- (Nelle vacanze) se volete star bene a casa come foste nell’Oratorio, tenete in molto conto le pratiche di pietà ed eseguitele come le eseguirete nell’Oratorio. XII,364.
- Tutti hanno bisogno della Comunione: i buoni per mantenersi buoni e i cattivi per farsi buoni. XII,567.
- La bontà è stimata anche dagli uomini perversi, benché essi non la pratichino. XII,583
- La carità dei buoni non ha confine. XVIII,42.
- Niente ti turbi: chi ha Dio ha tutto. IV,516.
- Era d’avviso che anche le piccole cose si debbono fare adagio e bene e che perciò non occorrono distrazioni. VII,19.
- La fretta suol guastare tutte le opere. VII,19
- La calma senza alcuna acrimonia, toglie o diminuisce di molto un’impressione disgustosa. VII,31.
- Nelle contraddizioni principale rimedio è la tranquillità e la carità. Vince in bono malum, e poi stiamo allegri e uniti con Dio. X,448.
- Niente ti turbi. Dio è con noi. Pazienza e preghiera. X,1213.
- Impazientirci? Non si ottiene che la cosa non fatta sia fatta, e neppure si corregge il suddito colla furia. XII,456.
- Tenetelo in mente: non valgono le furie, non valgono gli impeti istantanei, ci vuole pazienza continua, cioè costanza, perseveranza, fatica. XII,257.
- Niente ti turbi: tutto passa, ciò che non è eterno, è niente. Sm. 410, n.184.
- Voleva il canto liturgico, ma genuino e non eseguito alla grossa. III,151.
- Più tardi ripeteva le cento volte che la sua più grande consolazione era l’udire una messa in canto gregoriano nella Chiesa di Maria Ausiliatrice, cantata da tutti i giovani. III,151.
- L’elemosina è debito di carità. II,525
- Colla carità e con la mortificazione tutto supererete e giungerete alle rose senza spine. III,35.
- Il prete per fare molto bene bisogna che unisca alla carità una grande franchezza. III,49.
- Carità e buone maniere sono le fonti da cui derivano i frutti che si sperano dall’opera degli Oratori. III,91.
- La carità verso i giovani è il mezzo più acconcio per far loro del bene. III,95
- Carità, pazienza vicendevole nel sopportare i difetti altrui, sono cose a tutti caldamente raccomandate, e senza di esse non si riuscirà a mantenere l’ordine, promuovere la gloria di Dio e il bene delle anime. III,108.
- La carità trionfa sempre. III,369.
- La carità è quella che distingue i figlioli di Dio dai figlioli del demonio e del mondo. III,607.
- Colui che dà buoni consigli ai suoi compagni fa grande opera di carità. III,607.
- Sappiatevi compatire gli uni gli altri da buoni fratelli. IV,208.
- Per ottenere dal popolo la carità bisogna fargli capire essere suo interesse abbondare nell’elemosina, anche per ottenere dal Signore vantaggi temporali, e come invece sia suo danno essere avari con le anime sante, o con la Chiesa, e che avere protettori in cielo è vantaggioso anche per le campagne. IV,289.
- Quando noi non potessimo fare il catechismo ai poveri giovanetti, conduciamoli ove altri li istruiranno. Quante anime potremo così levare dal sentiero della perdizione e rimetterle in quella strada che le condurrà a salvamento. IV,300.
- La vera carità comanda di sopportare con pazienza i difetti altrui e perdonare facilmente quando taluno ci offende, ma non dobbiamo mai oltraggiare gli altri, specialmente quelli che sono a noi inferiori. IV,750.
- L’aiutare il prossimo è opera di carità e le opere di carità sono sempre lodevoli. V,286.
- Non è giusto che goda la carità altrui chi può vivere del suo. V,754.
- Dove regna la carità regna la felicità. VI,245.
- Le opere di carità non si fanno per paga. VI,371.
- Il sistema preventivo è la carità, il santo timor di Dio infuso nei cuori. VI,381.
- Per riguardo ai giovani dobbiamo aver carità usando sempre dolcezza. VI,890.
- Fate del bene a tutti, del male a nessuno. VI,694.
- Siate sempre facili a giudicare bene del prossimo. VI,694.
- Il Signore ci ha messi al mondo per gli altri. VII,30.
- Quando Don Bosco può, si fa un piacere di essere utile agli sltri. VII,311.
- Lasciamoci sempre guidare dalla carità, la quale in fin dei conti tornerà sempre a nostro vantaggio. VII,312.
- Anche costoro (i difettosi) hanno un’anima che dobbiamo ad ogni costo salvare. VII,404.
- Fatevi del bene l’un l’altro e sarà prova che vi amate tutti a vicenda come fratelli. VII,601.
- Esercitiamo la carità fra noi salesiani, sopportiamo i difetti degli altri, compatiamoci a vicenda.
- Amiamoci ad operare il bene, ad amarci e stimarci come fratelli. IX,356.
- L’umiltà, la carità, la modestia non possono stare l’una senza dell’altra. IX,436.
- La carità è ingegnosa nel trovare sempre argomento di lode. IX,565.
- Perché sia dolce questo abitare insieme, bisogna togliere ogni invidia, ogni gelosia: bisogna amarci come
fratelli, sopportarci gli uni gli altri, aiutarci, soccorrerci, stimarci, compatirci. IX,572.
- (Nella società) in secondo luogo vi deve essere unità di spirito e di volere. Qual è lo spirito che deve animare questo corpo? Miei cari, è la carità. Vi sia carità nel tollerarci e nel correggerci gli uni gli altri; mai lagnarci l’uno dell’altro; carità nel sostenerci; carità specialmente nel mai sparlare dei membri del corpo.. Questa è una cosa essenzialissima alla nostra società; perché se vogliamo fare del bene nel mondo è necessario che siamo uniti fra noi e godiamo l’altrui riputazione... Difendiamoci a vicenda; crediamo nostro l’onore ed il bene della Società: ed abbiamo per fermo che non è un buon membro quello che non è disposto a sacrificare se stesso per salvare il corpo. IX,574.
- La carità, la castità, l’umiltà sono tre regine che vanno sempre insieme: una non può esistere senza le altre. IX,706.
- Le piaghe di famiglia si devono medicare e non amputare. Dissimulare ciò che dispiace, parlare con tutti, e consigliare con tutta fermezza. IX,736.
- La carità in pratica forma la vera educazione e buona creanza. IX,996.
- Fondamento della carità è la correzione fraterna. IX,998.
- Cerchiamo di aiutarci a fare del bene, ma non mai ad incagliarci. X,188.
- L’obbedienza ai propri superiori, la carità vicendevole sono le virtù che in modo particolare si
raccomandano, perché siano costantemente e da tutti raccomandate e praticate. X,313.
- Bisogna fare grandi sacrifici per conservare la carità cristiana e farci vedere disinteressati. X,1013.
- Nelle contrarietà principale rimedio è la tranquillità e la carità. X,448.
- La carità e la pazienza ti accompagnino nel comandare, nel correggere. X,1041
- Il bene di uno sia il bene di tutti, il male di uno si allontani come il male di tutti. X,1311.
- Sopportiamoci a vicenda gli uni gli altri e questo sia un gran ricordo che valga per tutta la vita. XI,169.
- Usate carità e somma cortesia con tutti. XI,389.
- Fra di voi amatevi, consigliatevi, correggetevi, ma non portatevi mai né invidia né rancore, anzi il bene
di uno sia il bene di tutti, le pene e le sofferenze di uno siano considerate come pene e sofferenze di tutti,
e ciascuno studi di allontanarle o almeno mitigarle XI,390.
- Siamo obbedienti e avremo la carità. XI,82
- Finché si può si evitino sempre urti e si vada avanti un poco alla volta. XII,85.
- Don Bosco si difende, non offende. XII,187.
- Voleva dirvi che tutti vi vogliate bene tra di voi, che vi amiate per farvi del bene a vicenda per darvi
buon esempio. per darvi dei buoni consigli. XII,575.
- Se qualcuno di voi fosse in pericolo si avvisi: ciascuno deve dargli il suo appoggio per procurargli
qualche cosa vantaggioso. XII,607.
- La carità infiammata fa tenere in non cale ogni cosa. XIl,626 .
- Ciascuno procuri di ornarsi il cuore di quella carità che fa dare la vita per salvare le anime. XII,629.
- Il vincolo che tiene unite le Società le Congregazioni è 1’amor fraterno. Io credo di poterlo chiamare il
perno su cui si aggirano le Congregazioni Ecclesiastiche. XII,630.
- L’amor fraterno per essere come si richiede deve essere tale che il bene di uno sia bene di tutti ed il male
di uno sia male di tutti. XIII,30.
- Quanto è mai bello l ‘amore congiunto alla carità. XIII,149.
- Sono i vincoli della carità che ci tengono ovunque stretti nel Signore sicché amorevolmente ci
soccorriamo gli uni gli altri. XIII,149.
- (Coi fuorusciti) don Bosco raccomandò di usare sempre con essi tutti i riguardi possibili. XIII,282. (vedi
Prudenza).
- Il tuo comando sia la carità che si adopera di fare del bene a tutti, del male a nessuno. XIII,723.
- Noi dobbiamo procurare di soccorrerci a vicenda, quanto ci, è possibile. XIII,758.
- Le nostre fatiche tendano allo scopo di farci del bene gli uni gli altri, per poter vivere onoratamente, di
giovare alla società. XIII,760.
- Le cose nostre devono condurci allo scopo desiderato colla pazienza e colla carità XIII,863.
- Fare ogni sacrificio per conservare la carità e l’unione dei confratelli. XIII,880.
- Soffri tutto, ma non rompere la carità. XIII,881.
- Sopportare i difetti altrui anche quando sono a nostro danno. XIII,880.
- Per noi sarà un bel giorno quando avremo la carità che regni perfettamente fra noi. XV,418.
- Raccomando di formare un cuor solo e un’anima sola per amare servire Dio e promuovere la sua gloria
mediante la pratica della carità. A questo scopo io vi suggerisco il rinnegamento della volontà propria.
XV,486.
- Chi vuol lavorare con frutto deve tenere la carità nel cuore e praticare la pazienza coll’opera. XVI,32.
- Al signore piace che si pratichi la carità. XVI,212.
- Prima carità è quella usata all’anima propria. XVI,316.
- Nella mia esperienza (di educatore) ho sovente incontrato certi animi così caparbi, così restii... che
furono piegati solamente dalla carità. XVI,441.
- La carità di quelli che comandano, la carità di quelli che devono obbedire faccia regnare fra di noi lo spirito di San Francesco di Sales. XVII,114.
- Accanto alla chiesa dedicata all’apostolo della carità occorreva un ospizio, perché si potesse dire: ecco la carità pratica, ecco come si onora l’apostolo della carità. XVII,150.
- La carità non conosce diversità di razze, né distanza di luoghi. XVII,237.
- Diligite alterutrum ! Così io dico a voi, o miei cari figli. Amatevi gli uni gli altri, aiutatevi gli uni gli altri
caritatevolmente non succeda mai che alcuno tenga astio contro il suo fratello, e lo screditi con parole
sconvenienti. XVII,296.
- Le virtù che ti renderanno felice nel tempo e nell’eternità sono: l’umiltà e la carità. XVII,630.
- La carità dei buoni non ha confine. XVIII,42.
- La carità è vincolo che lega i cuori. XVIII,160.
- Vogliatevi tutti bene come fratelli, amatevi, aiutatevi e sopportatevi. XVIII,477.78. Vogliatevi tutti bene come fratelli: amatevi, aiutatevi e sopportatevi a vicenda come fratelli. L’aiuto di Dio e di Maria Ausiliatrice non vi mancherà. Promettetemi di amarvi come fratelli. XVIII,502.
- Per me la porzione di carne più gradita è la più piccola. IV,195.
- Diceva che egli si era sempre astenuto dal mangiare carne, perché aveva temuto la ribellione della
concupiscenza; e soggiungeva meravigliato: forse gli altri non sono sensibili, come lo sono io, e non
hanno da appigliarsi alle stesse precauzioni. IV,195.
- Due cose vi son che non si combattono e non si vincono mai troppo: la nostra carne e gli umani rispetti.
VII,292.
- (Per conservare la moralità ) grande temperanza nel mangiar carne e nel bere vino . XIII,85.
- Chi mangia di magro, è di gran lunga più libero da certi fastidi spirituali: giova pure siffatta libertà astenersi da cibi difficili, di difficile digestione e dalle carni salate perché eccitanti; la Chiesa, quando raccomanda la penitenza vieta. per prima cosa le carni. XIII,85.
- I giovani dimenticano facilmente le punizioni dei genitori, ma assai difficilmente quelle degli educatori. IV,547.8.
- Che regola tenere nell’infliggere castighi? IV,551,2
- La sottrazione di benevolenza è un castigo che eccita l’emulazione, infonde coraggio e non avvilisce
mai. IV,552.
- Presso i giovanetti è castigo quello che si fa servire per tale. IV,552.
- I castighi non si diano mai in pubblico, ma privatamente e lungi dalla vista dei compagni. IV,552.
- Non si castighi mai quando 1’animo è agitato: non mai per falli di semplice inavvertenza, non mai troppo
sovente. IV,552.
- La prima punizione che dava Don Bosco era quella di mostrarsi un po’ serio ai giovani restii
all’obbedienza. IV,559.
- Non umiliare i colpevoli ma procurare che si umilino da se stessi. IV,562.
- Norme agli assistenti circa i castighi: IV,562; VI,392; X,1021; XIII,923.
- L’espulsione essere l’ultima cosa, adoperati e veduti vani tutti gli altri mezzi. IV,566.
- Non mai che un castigo prenda aspetto di vendetta. IX,357.
- Colla frequenza ai Sacramenti s’impara a operare per principio di coscienza e non per paura di castighi.
XI,221.
- (Il sistema preventivo) esclude ogni castigo violento e cerca di tenere lontani gli stessi leggeri castighi. XIII,919.
- Riguardo ai castighi opportune et importune si insista, perché sia praticato il sistema preventivo. Avviene spesso che i giovani sono meno colpevoli di quel che si crede, come lo dimostra l’esperienza. XVI,417.
- Lettera Circolare : “Dei castighi da infliggersi nelle case salesiane. XVI,439-447.
- Principi svolti: a) non punite mai se non dopo aver esauriti tutti gli altri mezzi (440); b) procurate di scegliere alle correzioni il momento favorevole(441); c) togliete ogni idea che possa fare credere che si operi per passione (442); d) regolatevi in modo da lasciar la speranza al colpevole che possa essere perdonato (444); e) quali castighi debbono adoperarsi o da chi (445).
- Io ho creduto che raramente giova un castigo improvviso e dato senza aver prima cercato altri mezzi. XVI,440.
- Il nostro castigo sia di natura da rendere migliore. XVI,445.
- Il castigo deve essere un rimedio: ora noi dobbiamo aver fretta di lasciarlo quando abbiamo ottenuto il doppio scopo di allontanare il male e di impedire il ritorno. XVI,446.
- Nessuno vorrei che si arbitrasse di castigare senza previo consiglio ed approvazione del suo Direttore. XVI,447.
- Si faccia uso dei castighi negativi, e sempre in modo che coloro che siano avvisati diventino amici nostri più di prima e non partano mai avviliti da noi. XVII,628.
- I divertimenti mondani contengono sempre qualche rischio di rovina per la virtù specialmente per quella delicatissima della castità. I,421
- Vino e castità non possono coabitare insieme. IV,184; XII,21; XIII,398.
- Mezzi per conservare la castità (sogno) “Labor in assiduis operibus; sudor in poenitentiis continuis; fervor in orationibus ferventibus et perseverantibus. VI,904.
- Abstine ligna foco si vis extinguere flammam; si carnis motus, otia, vina, dapes. VII,82.
- Umiltà, obbedienza, castità vi renderanno sempre accetti a Maria. VIII,131.
- La carità è necessaria a tutti, ma specialmente a chi si dedica al bene della gioventù. IX,705.1
- Virtù grande che innalza 1 ‘uomo al grado degli angeli. IX,705.
- Questa virtù fa degli uomini che la praticano tanti angeli. IX,705
- La carità, la castità, 1’umiltà sono tre regine che vanno sempre insieme; una non può esistere senza le altre. IX,706.
- Mezzi positivi per conservare la castità: Preghiera, fuga dell’ozio, frequenza dei santi Sacramenti, vigilanza nelle cose piccole. IX,708.
- Mezzi negativi: fuga delle occasioni. IX,706.
- Ciò che deve distinguere la nostra Società è la castità. X,35.
- La castità è l’ornamento del cristiano. X,1088.
- San Paolo dice: Haec est voluntas Dei sanctificatio vestra. Spiegando poi come deve essere questa santificazione dimostra che è il nostro mostrarci puri e casti come lo fu Gesù Cristo. X,1089.
- La castità è la virtù più, accetta al cuore di Maria Vergine. Se c’è questa vi è tutto. Se questa manca, non c’è nulla. XI,241.
- Sono d’aggravio alla Congregazione coloro che non osservano fino allo scrupolo la vita della castità senza la quale può uno solo essere cagione di rovina alla Congregazione intera. XI,299.
- Gola e castità e specialmente vino e castità non possono andare insieme giammai. XI,517.
- State sicuri che sarete dal Signore benedetti, se osserverete questa bella virtù e fuggirete ogni cosa che ad essa sia contraria. XI,522.
- Se uno non è moralmente certo, mediante la grazia del Signore di poter conservare la castità, costui per carità cerchi di non farsi prete, né religioso. XI,574.
- Finché uno non può dirsi moralmente certo di poter conservare la castità che è il fondamento, la base delle altre virtù io non consiglierei mai alcuno ad andare avanti. XI,574.
- La castità è la virtù, secondo me, base di tutte, che deve servire di fondamento pratico di tutto l’edificio religioso.
- Mezzi negativi per conservare la castità. XI,580-583.
- La virtù della castità è il centro su cui si fondano, si basano e si riannodano tutte le altre virtù. XII,15.
- Senza la castità un sacerdote, un chierico è nulla, colla castità possiede tutto, è tutto, ed ogni tesoro ha nelle sue mani. XII,16.
- Non poco gioverà alla conservazione della virtù della castità l’esatta osservanza dei propri doveri. XII,15.
- La ricreazione è un mezzo efficacissimo onde conservare la castità. XII,16.
- La mortificazione dei sensi giova non poco alla conservazione della castità ed a fortificare lo spirito. XII,15.
- Un’altra cosa che non è punto di vantaggio alla castità si è l’amicizia; ma non l’amicizia vera, fraterna, ma quella amicizia particolare che il cuore nostro nutre più per uno che per un altro. XII,21.
- Ciò che deve distinguerci fra gli altri, ciò che deve essere il carattere della nostra congregazione è la virtù della castità: che tutti ci sforziamo di possedere perfettamente questa virtù e di inculcarla, di piantarla nel cuore altrui. XII,224.
- Se vi è questa vi sarà ogni altra virtù; essa le attira tutte: se non vi è questa tutte le altre vanno disperse, e come se non ci fossero.XII,224.
- La castità deve essere il perno di tutte le nostre azioni. XII,224.
- Nei tempi in cui siamo fa bisogno in noi di una modestia a tutta prova e di una grande castità. XII,224.
- Amando questa virtù verranno in noi il santo timore di Dio, la pace del cuore... il trasporto grande nelle cose riguardanti il servizio del Signore. XII,224.
- Ogni bene, ogni consolazione ci verrà dal cielo col mettere essa sola in pratica. Sarà questa il trionfo della Congregazione e il modo di ringraziare Iddio di tanti favori che ci ha concessi. XII,225.
- La castità sarà la virtù regina, la virtù che custodisce tutte le altre. XII,470.
- Amatela questa virtù amatela molto, e ricordatevi che per eon8erverlas bisogna lavorare e pregare: «Non eicitur nisi in jeiunio et oratione”. Sì: preghiera e mortificazione negli sguardi, nel riposo, nel cibo, e 8pecialimamente nel vino; per il nostro corpo non cercare agiatezze, anzi quasi direi strapazzarlo. Non usargli riguardi eccetto che per necessità, quando la salute lo richiede allora sì: del resto dare al corpo lo stretto necessario e non di più. XII,470.
- È questa la virtù più vaga, più splendida ed insieme più delicata di tutte. XII,564.
- Vorrei impiegare delle giornate intere per parlarvi della castità. XII,564.
- Attenti alla prima auretta di tentazione. XII,564.
- È un gran passo e molto fatale, quello di coloro i quali, se loro capita qualche disgrazia, cambiano confessore. Io non trovo altra cosa che faccia più male, perché qui non si tratta solamente di ricevere l' assoluzione, ma si tratta di direzione. XII,564.5.
- La castità perfetta fa riportare vittoria su tutti gli altri vizi. XII,626.
- Il Signore disperderebbe la Congregazione, se noi venissimo meno nella castità. XIII,83.
- La castità è un balsamo da spargersi fra tutti i popoli, da promuoversi in tutti gli individui, essa è il centro di ogni virtù. XIII,83.
- San Filippo Neri interrogato quale fosse la virtù principale per un religioso, colla quale stessero collegate anche tutte le altre virtù, rispose: Conservare la castità. Questa avrà per compagne tutte le altre questa perduta se ne andranno tutte le altre. XIII,799.
- Con la castità il religioso ottiene il suo scopo di essere tutto consacrato a Dio. XIII,799.
- Ozio e castità non possono mai andare insieme. XIII,801.
- lo raccomando l’orazione specialmente alla sera quando si va a riposo. È questo uno dei tempi più pericolosi per la bella virtù. XIII,803.
- La virtù della castità (è) la madre di tutte le virtù, la virtù angelica. XIII,805.
- Chi non si sentisse di osservare la virtù della castità non è fatto per il sacerdozio... da prete non farebbe che del male a sé ed agli altri. XIII,808.
- Quando i giovani chiedono consiglio sulla loro vocazione ...se si viene a scoprire che siano mancanti della bella virtù non si consiglino mai a farsi Salesiani. XVII,461.
- Ogni diligenza nelle parole, negli sguardi, nelle opere dirette alla coltura di questa virtù non è mai troppa. XVII,616.54. Ciò che deve distinguere la nostra Congregazione è la castità come la povertà contraddistingue i figli di San Francesco d’Assisi e l’obbedienza i figli di San Ignazio. Sm.n.183.
- La mia delizia era fare il Catechismo ai fanciulli, trattenermi con loro, parlare con loro. II,18.
- Niuno si metta a spiegare prima di aver imparato la materia di cui deve trattare, e non prima che i giovani sappiano bene a memoria la domanda da spiegare. III,103.
- È una grande ventura l’insegnare qualche verità della fede ad un giovane ignorante, e impedire anche solo un peccato mortale. III,108.
- I divertimenti li stimo solamente quali mezzi per condurre i giovani al catechismo. I,454.
- Quando noi non potessimo fare il catechismo ai poveri giovanetti conduciamoli ove altri li istruiranno. IV,300.
- Quante anime potremo così levare dal sentiero della perdizione e rimetterle in quella strada che li condurrà a salvamento. IV,300.
- Quello che ha da rendere un giovane virtuoso ed onorato, cioè un vero galantuomo, è l’adempimento di tutti i doveri, che l’uomo ha verso Dio, verso se stesso e verso i suoi simili; doveri che voi non potete imparare se non sotto il magistero della Chiesa, della scuola, del catechismo. V,515.
- Sapete voi il Catechismo ? Ne sapete abbastanza per vivere da uomini virtuosi e onorati su questa terra, e rendervi utili a voi stessi e ai vostri simili meglio di tanti dottoroni i quali san di tutto eccetto il loro dovere. V,515.
- Ogni mattino raccomandate a Dio le occupazioni della giornata, nominatamente il catechismo. XI,390.
- Il catechismo cattolico negli oratori festivi è l’unica tavola di salvezza per tanta povera gente. XIV,541.
- Avvisi sui catechismi domenicali. XIV,838.
- Per i giovani il catechismo piccolo deve essere come la Bibbia o San Tommaso per i teologi. XIV,838.
- 1. Regolamento per i catechisti. III,102
- Niuno si metta a spiegare prima di aver imparato la materia di cui deve trattare, e non prima che i giovani sappiano bene a memoria la domanda da spiegarsi. III,103.
- Nel correggere od avvisare usi sempre parole che incoraggino, ma non mai avviliscano. Lodi chi lo merita, sia tardo a biasimare. III,104.
- Ai catechisti ricordatevi che vi mando a pescare e che non dovete essere pescati. III,592.
- Tanto i cattivi consiglieri quanto i consigliati corrono gran rischio di rovina. IX,34.
- Chi dà o riceve cattivi consigli diviene servo e schiavo del demonio. IX,34.
- Anche i cattivi sanno apprezzare, quando si lavora veramente senza interesse e si lavora molto. XI,168.
- Tutti hanno bisogno della Comunione: i buoni per mantenersi buoni e i cattivi per farsi buoni. XIII,576.
- Piuttosto qualunque fatica e qualunque patimento che dar mano a chi offende il Signore. XII,702.
- Cattivi discorsi, letture, libri ecc. cfr. discorsi, letture, libri, ecc.
- Il contegno decoroso nei sacri riti reca grandissima edificazione ai fedeli; e poi la santità della cosa richiede così. XII,61.
- Le cerimonie ben fatte dimostrano con quale posatezza si deve procedere nello stato ecclesiastico. XII,89.
- Le cerimonie servono a conservare lo spirito religioso. XVIII,189.
- Per incoraggiare i giovani suoi chierici a studiare molto e mandare molte cose a memoria anche alla lettera: se acquisterete svariate cognizioni, egli diceva, avrete un grande aiuto per fare del bene specialmente alla gioventù ma; senza esercizio della memoria, a nulla gioverà averle imparate, perché troppo facilmente le dimenticherete. I,319.
- Per riuscire un buon chierico: esatto adempimento dei propri doveri. I,374.
- Avvisi per i chierici III,613-7.
- In quanto ai chierici si dimostrava ancor più esigente perché mettessero a frutto il loro tempo. IV,634.
- Mostrava sempre vivo desiderio che studiassero i classici latini ecclesiastici. IV,634 /vedi latino/.
- Li esortava a non sgomentarsi innanzi alle difficoltà degli studi e di altre miserie della vita. Talvolta diceva loro; «Se sapeste quanti stenti ho sofferto per riuscire chierico! Ho sempre avuto bisogno di tutto e di tutti per andare avanti». V,398.
- Raccomandava ai chierici che conservassero illibata la purezza del cuore avvertendo che altrimenti avrebbero perduta ogni speranza di felicità e di fruttuoso ministero. V,409.
- Ricordo in fine d’anno ai chierici: buon esempio, ricordandosi sempre che sono lumen Christi. VI,115.
- Inculcava loro di custodire con severità i propri sensi, mandandoli a servire nelle sacre funzioni negli educatori, li avvisava di lasciare gli occhi a casa. V,165.
- Voleva che ognuno dei chierici o preti andasse a recitare le orazioni con i giovani, si ritirasse in chiesa, od in camera, perché il fare diversamente lo giudicava scandalo da evitarsi a qualunque costo. VI,173.
- Ai chierici ricordo che essi sono venduti al cielo e perciò non pensino più a questa terra: tutto il loro studio sia nel cercare la maggior gloria di Dio e la salute delle anime. VI,363.
- Tenuto conto dell’umana miseria, un buon chierico, facendo il suo dovere, deve aspettarsi di essere contraddetto dai cattivi, ma deve anche rendersi superiore ai loro motteggi e compatire. VI,999.
- Ciascuno dei chierici della casa deve lavorare come se fosse lo stesso direttore in persona. VII,795.
- Io non voglio aver con me chierici di poca virtù. VIII,19.
- Colui il quale s’inoltra nella carriera sacerdotale deve avere una virtù superiore ad ogni laico. VIII,19.
- Dobbiamo essere lux mundi ovvero lucerna ardens in Domo Dei, perché un chierico viene osservato di mille e mille, e guai se non risplende. IX,403.
- I chierici insegnino ai giovani i1 rispetto ai superiori con la loro riverenza esteriore, col saluto, colla confidenza. X,1018.
- Qual è lo spirito che deve animare questo corpo? Miei cari, è la carità.
- In chiesa non dovrebbe essere necessario un assistente: il solo pensiero di trovarsi nella Casa di Dio dovrebbe bastare ad impedire ogni divagazione. III,111.
- Combattere la Chiesa è lo stesso che dare un pugno sulla punta aguzza di un chiodo. III,313.
- Siate intimamente persuasi di queste grandi novità: dove c’è il successore di San Pietro, là c’è la vera Chiesa di Gesù Cristo. Niuno trovasi nella vera religione se non è cattolico, niuno è cattolico senza il Papa. IV,226.
- Ricordatevi che la chiesa è la casa di Dio e luogo di preghiera. IV,226.
- La religione di Gesù Cristo trovasi solamente nella chiesa cattolica: nessuno è cattolico senza il Papa, guai a chi si separa da questo capo supremo! Egli è fuori da quella religione, che unica può condurre a salvezza. Chi non ha la chiesa per Madre non può avere Dio per Padre. V,153.
- Qualunque fatica è poca quando si tratta della chiesa e del papato. V,577.
- Lo sprezzo ai superiori, porta il disprezzo ai Sacerdoti ed alla Chiesa. IX,159.
- Nello stare in Chiesa, credetemi, l’esteriore composizione del corpo gioverà molto per il raccoglimento interiore. XII,446
- I giovanetti imparino per tempo a conoscere, amare la santa Madre Chiesa, Maestra infallibile, ancora in salvezza, cui è necessità che vivano tutti uniti per potersi salvare. XIII,498.
- Lavoro e intendo che tutti i salesiani lavorino per la Chiesa fino all’ultimo respiro. XIV,229, 613.
- La gloria della Chiesa è la gloria nostra. XVII,491.
- Mi mostrerò sempre contento del cibo che sarà apprestato, purché non sia cosa nocevole alla sanità. I,518.
- Il companatico non è necessario: è da signori; noi siamo poveri e dobbiamo vivere da poveri.
- (Mamma Margherita). II,26.
- Non parlava mai di cibo, né di bevanda e distoglieva anche i giovani da simili discorsi e desideri. IV,199.
- Diceva: che bassezza dover tutti i giorni l’uomo nutrirsi di cibi materiali. IV,200.
- La seconda causa di rovina delle Congregazioni è la ricercatezza e abbondanza dei cibi e delle bevande. XII,383.
- Giova ad essere libero da certi fastidi spirituali l’astenersi da cibi di difficile digestione, perché eccitanti. XIII,433.
- Nel cibo sobrietà, mai più del bisogno, perché oltre la sanità del corpo bisogna conservare anche quella dell’anima. XII,433.
- Si faccia gran conto delle rimanenze di (cibo). Ciò fanno i ricchi, tanto più dobbiamo farlo noi, che abbiamo fatto voto di povertà. XV,460.
- Esortava i suoi a cercare nei loro scritti la semplicità di stile, ma li avvertiva che questa semplicità doveva essere frutto di lunghi studi sui classici. IV,634.
- Mostrava sempre un vivo desiderio che (i chierici) studiassero i classici latini ecclesiastici. IV,634.
- La causa del male (paganesimo naturalista) è una sola; l’educazione pagana. Che si dà generalmente nelle scuole. Formata tutta su classici pagani, imbevuta di massime e sentenze pagane, impartita con metodo pagano, oggi che la scuola è tutto, questa educazione non formerà mai veri cristiani. Ho combattuto tutta la mia vita contro questa perversa educazione che guasta la mente e il cuore della gioventù. Fu sempre mio ideale riformarla su basi schiettamente cristiane. Per questo ho intrapreso la stampa dei classici latini profani più usati nelle scuole; per questo ho cominciato la pubblicazione di scrittori latini cristiani. XVII,442.
- Contentiamoci di poco, lasciamo il bello e il comodo, e saremo più ben visti e aiutati dalla Provvidenza. IV,473.
- Dovere del sacerdote è provvedere ai poverelli e non alle proprie comodità. V,407.
- Chi è ricco ama starsene in riposo, quindi l’amore alle proprie comodità e soddisfazioni, e la vita oziosa. Lo spirito di sacrificio si spegne. VI,328.
- Chi pensa molto al corpo e poco all’anima cade nel laccio del demonio.
- Quando cominceranno tra noi le comodità e le agiatezze, la nostra Pia Società ha compiuto il suo corso. X,272.
- (sogno) Quelli che cercano le proprie comodità non cercano il bene della Congregazione. Allontana questo flagello e vedrai prosperare la Congregazione. XII,468.
- Oh se il missionario facesse davvero il missionario, se il parroco facesse davvero il parroco, quanti prodigi di santità splenderebbero da ogni parte. Ma purtroppo molti hanno paura di lavorare e preferiscono la propria comodità. XVII,383.
- (sogno) In una Congregazione religiosa, quando entra l’amore alle ricchezza, entra insieme l’amore alle comodità, si cerca ogni via per avere il peculio, si rompe il vincolo della carità. XVII,386.
- Aveva divisi i compagni in tre categorie: buoni, indifferenti, cattivi. Questi ultimi evitarli assolutamente e sempre, appena conosciuti; cogli indifferenti trattenersi per cortesia e per bisogno; coi buoni contrarre amicizia, ma famigliarità solamente con gli ottimi. I,258.
- Ama i compagni devoti di Maria. (Mamma Margherita) I,373.
- In Seminario i compagni mi erano affezionatissimi; si può dire che io viveva per loro, essi vivevano per me. I,515.
- La frequenza dei cattivi compagni espone a gravi pericoli. II,395.
- Fuggite dai cattivi compagni più che dal morso di un serpente velenoso. III,176.
- Le cose che sogliono allontanare il giovane dalla virtù sono i cattivi compagni. III,607.
- Per cattivi compagni si intendono: 1°. Quelli che cercano di parlare di cose disoneste, o fanno cosecontrarie alla virtù della modestia. 2°. Che parlano con disprezzo della religione. 3°. Che vi allontanano dalle funzioni di chiesa o vi incitano a trasgredire i vostri doveri. III,608.
- Guardati dai cattivi compagni come da serpenti velenosi. VI,764.
- Gli amici e i compagni seguiteli sempre fra i buoni ben conosciuti, e tra questi i migliori; ed anche nei migliori imitate il buono e l’ottimo, e schivatene i difetti, perché tutti ne abbiamo.
- Si chiama cattivo compagno quello che in qualche modo può occasionare l’offesa di Dio. XIII,800.
- I vocabolari non purgati sono pure da eliminarsi. Per tanti giovani sono il principio della malizia, delle insidie dei cattivi compagni. XVII,298.
- Finché non temete e non schivate le cattive compagnie, non solo dovete credervi in pericolo e grande, ma temete di essere cattivi voi pure. VII,292.
- L’essere tra molti che fanno il bene ci anima senza avvedercene. VII,602.
- Lo spirito e il profitto morale delle nostre case dipende dal promuovere le compagnie religiose. X,1103.
- Si abbiano care quelle piccole compagnie che vi sono in casa: si lasci la via aperta ai giovani, affinché chi vuole possa entrarvi. Quanto a tutti coloro che ne fanno parte, procurino di dare buon esempio agli altri. Altre pratiche di pietà o di mortificazioni io vado adagio a consigliare, poiché fra il bene che fanno possono nascondere dei pericoli. Invece io raccomando continuamente il farsi ascrivere a queste compagnie, poiché ciò farà sempre del bene grande a tutti. XI,523.
- In ogni casa si dia la massima sollecitudine di promuovere le piccole associazioni, come sarebbe il piccolo clero, la compagnia del SS. Sacramento, di San Luigi, dell’Immacolata. XII,26.
- Io credo che tali associazioni si possono chiamare chiave della pietà, conservatorio della morale, sostegno delle vocazioni ecclesiastiche e religiose. XII,26.
- Nessuno abbia timore di parlarne, di raccomandarle, di favorirle ed esporne lo scopo, l’origine, le indulgenze ed altri vantaggi che da queste si possono conseguire. XII,26.
- Io sono del parere che il piccolo clero sia il semenzaio delle vocazioni ecclesiastiche. XII,89.
- Si promuovano le nostre compagnie e non mai si cerchi di biasimarle. Il biasimo può farne un gran danno in colui che l’ascolta. XII,606.
- Rigagnoli per cui le grazie e le benedizioni scorrano si fanno via al cuore dei giovanetti, (sono) il piccolo clero, le compagnie. XIII,217.
- Delle associazioni (confraternite) esistenti nei paesi, non si dica mai male. XIII,285.
- I due sostegni più forti a reggervi e camminare per la strada del cielo sono i sacramenti della comunione e della penitenza. Perciò riguardate come gran nemico dell’anima vostra chiunque cerca di allontanarvi da questa pratica di nostra santa religione. III,162.
- Un giovane che si accosti alla confessione e alla comunione con vera devozione e raccoglimento, fa talvolta maggior impressione sull’anima altrui, che non farebbe una lunga predica. III,163.
- Fatto il ringraziamento, domandate sempre a Dio questa grazia, cioè di poter ricevere con le debite disposizioni il santo Viatico prima della vostra morte. III,164.
- Bisogna che il Signore prenda possesso del cuore dei giovani prima che vengano guasti dal peccato. IV,386.
- Due sono le ali per volare al cielo: la confessione e la comunione. VII.50
- Nei discorsi famigliari innamorare i giovani della Comunione è il cardine del buon andamento della casa. VII,795.
- Non vi è cosa che il demonio tema più che queste due pratiche. a) la comunione ben fatta; b) le visite frequenti al SS. \Sacramento. VIII,49.
- Anche le comunioni fatele come si deve. Si vedono alcuni che hanno Il coraggio di accostarci alla santa comunione poi non pensano punto a correggersi dei loro difetti.
- Come si potrà dire che costoro abbiano fatto delle comunioni veramente buone? Come saranno quelle comunioni che non producano alcun miglioramento ? VIII,55.
- Allontanarsi dalla comunione è lo atteso che gettarci in braccio al demonio. VIII,116.
- Chi va al mattino alla santa comunione non si faccia vedere lungo il giorno dissipato. IX,139.
- La comunione è il cibo che dà la forza; il cibo di vita. IX,709.
- Fatemi una festa, la più cara che io possa desiderare, cioè che tutti facciate in quel giorno la vostra santa comunione. IX,807.
- Chi non va alla comunione col cuore vuoto di affetti mondani e non si getta generosamente nelle braccia di Gesù, non produce i frutti che si sa teologicamente essere effetto della santa comunione. XI,278.
- L’esercizio della buona morte consiste specialmente in fare una buona comunione e confessione proprio come se fosse l’ultima di nostra ‘vita. XI,464.
- Oh che felicità poter ricevere nel nostro cuore il Divino Redentore ! Quel Dio che ci deve dare la fortezza e la costanza necessaria in ogni momento di nostra vita. XII,29.
- Che frutto può ricevere dalla santa comunione chi va a ricevere Gesù quasi dicendogli: Io voglio continuare ad offendervi ? X11, 146.
- Tutti hanno bisogno della comunione: i buoni per mantenersi buoni e i cattivi per farsi buoni .X11, 567.
- 18, La comunione è quella che deve aiutarci in tutto il corso della vita. XII,610.
- Divenuti membri del sacratissimo corpo di Gesù dobbiamo tenerci a Lui strettamente uniti, non in astratto, ma in concreto, nel credere e nell’operare. XII,641.
- (i giovani) procurino di rompere le corna al demonio con i due martelli della confessione e della comunione. XV,60.
- Ho sempre sperimentato efficaci le preghiere e le comunioni dei nostri giovani. XV,261
- Ciascuno vada alla comunione dopo essersi ben confessato e con fermezza in volontà di praticare le promesse che ha fatto nella santa comunione. XVII,512.
- La via dell’innocente la ha sue prove, i suoi sacrifici, ma ha la forza nella comunione. XVII,729.
- Con la ritiratezza e con la frequente comunione si perfezione e si conserva la vocazione e si forma un vero ecclesiastico. I,460, 493.
- Frequente confessione e comunione sono le armi con cui si porta compiuta vittoria contro il demonio. III,217.
- La frequente comunione e la messa quotidiana sono le colonne che devono reggere un edificio educativo. III,354-5.
- Don Bosco fu l’apostolo della comunione frequente e della visita quotidiana al SS. Sacramento. IV,457.
- Ai giovanetti e agli adulti raccomandava di conservarsi in tale stato di coscienza da potersi accostare con il consiglio del confessore alla santa mensa anche tutti i giorni. IV,457
- Ricordatevi che il primo metodo per educare bene è il fare buone comunioni e confessioni. Procurava che i suoi alunni vi si accostassero regolarmente, anzi con molta frequenza, ma senza pressione di sorta. Li esortava e voleva che fossero esortati, ma non li obbligava.. IV,555; XIII,827.
- Comunione con quella maggior frequenza che giudicherà bene il tuo confessore. VI,9.
- I più validi sostegni della gioventù sono il sacramento della confessione e della comunione. VI,145
- Non concedeva la comunione quotidiana a coloro che portassero affetto al peccato veniale. VI,340.
- Ogni volta che assistiamo alla santa messa procuriamo di tenerci in tale stato da poter fare la nostra santa comunione. VI,1071.
- La frequente comunione è la grande colonna che tiene su il mondo morale e materiale, affinché non cada in rovina. VI,583.
- La frequente comunione è la grande colonna sopra cui si poggia un polo del mondo; la devozione poi alla Madonna è l’altra colonna sopra cui poggia l’altro polo. VII,583.
- Se il cibo del corpo si deve prendere tutti i giorni , perché non il cibo dell’anima ? VII,697.
- Dicono alcuni che per comunicarsi spesso bisogna essere santi. Non è vero. Questo è un inganno! La comunione è per chi vuol farsi santo, non per i santi; i rimedi si danno ai malati, il cibo si dà ai deboli. VII,679.
- La comunione devota e frequente è il mezzo più efficace per fare una buona morte e così salvarsi l’anima. IX,14.
- Comunione frequente: cibo dei forti, cibo di vita. IX,992.
- (Don Bosco al demonio) Chi sono i tuoi più grandi nemici? Quelli che frequentano la comunione. X,43.
- Credetelo pure, miei cari figlioli, colui che è devoto del SS. Sacramento, cioè va con frequenza a fare buone comunioni e colui che va a far visite a Gesù Cristo nel Tabernacolo, costui ha un pegno sicuro della sua eterna salvezza. XII,29.
- Riguardo alla frequenza della comunione ognuno di voi ne parli, vada inteso col suo confessore, si accosti alla sacra mensa quel numero di volte che gli sarà indicato. XII,30.
- Dice qualcuno: Io desidererei di andare con frequenza alla santa comunione, ma dopo un paio di giorni che mi sono confessato non oso più andare alla comunione. Io dirai a costui: se tu non sei capace di perseverare in tale stato di coscienza che ti permetta di andare per otto giorni alla comunione io non ti consiglio la comunione frequente. XII,31.
- Fate con molta frequenza delle fervorose comunioni. Andando a ricevere Gesù nel vostro cuore e sovente, l’anima vostra resterà tanto riformata dalla grazia, che il corpo sarà costretto ad essere obbediente allo spirito. XII,144.
- La frequente comunione e confessione, la regolare vigilanza di chi deve assistere, saranno grandi mezzi preventivi (per custodire la moralità). XIII,85.
- Punto culminante per ottenere la moralità è al certo la frequente confessione e comunione, ma proprio ben fatte. XII,270.
- Promuovere la comunione frequente; ma deve essere spontanea, Esortare, esortare e niente più. XIII,827.
- Riguardo alla comunione frequente come regolarsi? Si conceda pure una grande frequenza, ma si fissino alcuni punti: 1) che i giovani si confessino una volta sola per settimana. Se hanno bisogno di confessarsi più volte per fare la comunione, io giudicherei essere meglio che se ne astengano. questa come regola generale che può avere eccezione in qualche individuo e specialmente in alcune circostanze. 2) dare licenza ai penitenti, quando chiedono il permesso di andare alla comunione tutte le volte che nulla sulla coscienza hanno che dia loro pena. E quando hanno solo piccole cose ? Si noti che colui il quale si confessa ogni settimana, se lungo questa cade sempre in molte piccole colpe, non dà indizio troppo buono di sé. XIV,46.
- La base della vita felice di un giovanetto è la comunione, perché qui sta la radice della devozione. XVII,177; XIV,126.
- Bisogna che i fanciulli si comunichino con frequenza. Dio vuole che ci nutriamo della Santa Eucarestia. XV,87.
- Nella frequente comunione si trova luce, forza, santità. XVI,182.
- È pur necessario che si faccia sovente la Santa Comunione, perché qui sta la radice della devozione. XVII,177.
- Con la frequente comunione voi vi rendete cari a Dio ed agli uomini, e Maria vi concederà la grazia di ricevere i santi sacramenti in fin di vita. XVII,271-2.
- (Solo) con la preghiera incessante e con la frequente comunione, si potrà redimere a tanto male. ( si potrà evitare l’inferno). XVIII,285.
- Caduto il discorso sull’importanza e l’efficacia della Comunione frequente per l’emendazione della vita, massime dei giovani, e per il loro avviamento alla perfezione, Don Bosco esclamò d’un tratto: Sta lì il gran segreto! XVIII,438.
- (Sul letto di morte) Raccomandate la frequente Comunione e la devozione a Maria SS. Ausiliatrice. XVIII,502, 533.
- L’abbondanza dei beni temporali fu sempre la causa della perdita di intere comunità. VI,328.
- Una comunità che osserva con esattezza il silenzio nel tempo stabilito, è certamente fedele a tutte le altre sue costituzioni; se invece in quella ognuno parla a suo talento, d’ordinario non si osservano né regole, né ordine. VI,773.
- Non è il numero delle persone, ma la carità ed il fervore che fanno la gloria del Signore. VIII,4476.
- Tenete celati tutti i difetti della Comunità. IX,565.
- Ogni membro sia disposto a sacrificare se stesso per salvare il corpo: ed a vicenda animatevi al bene. IX,565.
- Non il numero fa una casa, ma uno spirito. Vi sia un solo spirito per raggiungere un unico fine. ICX,565.
- Io stimo che sia in condizione migliore una casa religiosa dove si prega poco, ma si lavora molto, di un’altra nella quale si facciano sempre molte preghiere e si lavori niente o poco. (Pio IX°) IX,566.
- Perché sia cosa dolce questo abitare insieme, bisogna togliere ogni invidia, ogni gelosia; bisogna amarsi come fratelli, sopportarci gli uni gli altri, aiutarci, soccorrerci, stimarci, compatirci. IX,572.
- Vi deve essere unità di spirito e di volere. Qual è lo spirito che deve animare questo corpo? Miei cari, è la carità. IX,574.
- Non è un buon membro della (società) quello che non è disposto a sacrificare se stesso per salvare il corpo. IX,574.
- Guai a quelle case religiose nella quali si incomincia a vivere da ricchi. IX,702.
- (sogno) Quando si incomincia a introdurre l’ozio, la comunità resta bell’e rovinata; finché invece si lavora molto, nessun pericolo per voi. XII,438.
- Unità di comando, di spirito, d’amministrazione, fondamento delle comunità religiose. XII,499.
- Vivendo in comunità dobbiamo aver vicendevolmente cura di ogni cosa appartenente alla Congregazione. XII,204.
- Vanno bene le case di un Istituto, quando il Superiore ha spesso la valigia in mano, come un commesso viaggiatore. XIII,204.
- Nella case di Don Bosco nessuno sta per forza. XIII,205.
- Tolte dalle comunità la mormorazione e la parzialità, so gode perfetta pace. XIII,398.
- Di mediocri ve ne saranno sempre in qualunque comunità. XIV,112 / Vedi perfezione, ivi.
- Se le case salesiane non dovessero essere quali bisogna che siano, io amerei meglio che cessassero di esistere. XV,487.
- Per la pace della casa siate umili e tolleranti. VII,509.
- Soprattutto badiamo a impedire il male morale, i disordini di qualunque sorta. Con la sola concordia in questo, si può progredire, e rendere innocui i membri pericolosi. XII,606.
- Mi accosterò al sacramento della penitenza ogni otto giorni e procurerò di praticare i proponimenti che ciascuna volta farò in confessione. II,129.
- Insistete che vengano con frequenza a confessarsi: è questo il mezzo più sicuro per tenerli lontano dal peccato. II,152.
- Per lo più le prime confessioni dei giovanetti, se non sono nulle almeno sono difettose per mancanza di istruzione, o per omissione volontaria di cose da confessarsi. (D.Cafasso). II,152.
- Le cose che ordinariamente mancano nella confessione dei fanciulli sono il dolore dei peccati ed proponimento. II,153.
- Prima di tutto vorrei che foste persuasi che qualunque colpa voi abbiate sulla coscienza, vi sarà perdonata nella confessione, purché vi accostiate con la debita disposizione. III,153.
- I due sostegni più forti a reggervi a camminare per la strada del cielo sono i sacramenti della comunione e confessione. Perciò guardate come gran nemici dell’anima vostra chiunque cerca di allontanarvi da queste due pratiche di nostra santa religione. III,162.
- Un giovane che si accosti alla confessione e alla comunione con vera devozione e raccoglimento, fa talvolta maggior impressione sull’anima altrui che non farebbe una lunga predica. III,163.
- (La frequente confessione e comunione): queste sono le armi con cui si porta compiuta vittoria contro il demonio. III,217.
- La frequente confessione e la frequente comunione sono le colonne che devono reggere un edificio educativo. IV,549.
- Ricordatevi che il primo modo per educare bene, è il fare buone confessioni e buone comunioni. IV,555.
- Volete che si frequenti la confessione nelle vostre chiese? Fate due cose: 1.parlate con frequenza dal pulpito; 2. Date comodità ai fedeli di confessarsi. III,465.
- Raccomandava caldamente di non rendere, con impazienza e con sgridate, o odiosa o pesante la confessione. III,466.
- I più validi sostegni delle gioventù sono il sacramento della confessione e della comunione. VI,145.
- Il primo laccio con cui suole il demonio prendere i giovani è precisamente questo. Mettere loro indosso un gran rossore quando si tratta di confessare i loro peccati. VI,356.
- Comunione come se fosse l’ultima della vita. VI,801; VIII,257.
- Quando si dicono due parole in pubblico, una sia intorno al far bene la confessione. VI,903.
- È più grande il numero di coloro che si dannano confessandosi, che coloro che si dannano per non confessarsi, perché anche i più cattivi qualche volta si confessano, ma moltissimi non si confessano bene. VI,903.
- Due sono le ali per volare al cielo: la confessione e la comunione. VII,50.
- Confessatevi ogni otto giorni, ma non più spesso, perché tenete ben a mente, non sono le confessioni che fanno buoni, ma il frutto che si ricava dalla confessione. VII,84.
- Che cosa vi ha di più bello e caro della confessione? Quale cose vi ha mai in cui più ci abbia beneficati il Signore che in questo? Se noi abbiamo un peccato mortale sulla coscienza, siamo in quel momento destinati all’inferno e finché non ce ne libereremo confessandolo, il nostro posto è sempre all’inferno. Quindi si ha un bel dire, hai tempo per andarti a confessare, lo farai poi quando sarai vecchio. Ma intanto io sono sospeso sulla bocca di questo inferno orribile ed è il Signore che mi tiene sospeso sopra, e lo fa per pura misericordia. Se io continuo ad offenderlo Egli può sdegnarsi e lasciarmi cadere. VII,678.
- Per trar frutto dalla confessione, non basta accostarvisi sovente, ma bisogna sforzarsi di non far peccati. VIII,33.
- Desidero che ogni giovane si accosti alla confessione una volta al mese alla più lunga: non però più di frequente di una volta alla settimana, tolti i casi speciali indicati dal confessore. VIII,33.
- Procurate da una confessione all’altra di non far peccati e sarà questo il più bel frutto della confessione. VIII,33.
- Piuttosto che fare confessioni cattive è meglio che non vi confessiate. VIII,54.
- La prima disposizione per fare una santa comunione e una confessione ben fatta. IX,14.
- Confessatevi ogni otto giorni, anche non avendo nulla di grave sulla coscienza; è un atto di umiltà dei più graditi al Signore. IX,256.
- Osservate il profitto che i giovani ricavano alle confessioni. Il frutto di queste deve essere l’emendazione. IX,596.
- Dai frutti si conoscerà se si sono fatte buone confessioni X,21.
- Molti servono al demonio e sono coloro che promettono e non attendono, confessano sempre le stesse cose. X,43.
- (sogno: i demoni). Ciò che ci cagiona maggior male, ciò che più di tutto temiamo si è l’osservanza dei proponimenti che si fanno in confessione. X,43.
- Ciò che manda più gente all’inferno è la mancanza di fermo proponimento nelle confessioni. X,56
- Dall’inefficacia dei proponimenti fatti nella confessione viene che tanti vanno a confessarsi anche sovente, ma non si emendano mai, confessano sempre le stesse cose. X,56.
- Nella confessione si hanno quegli avvisi che più specialmente possono fare per il nostro caso. X,1089.
- Ogni mattino raccomandate a Dio le occupazioni della giornata, nominatamente le confessioni. XI,390.
- L’esercizio delle buona morte consiste specialmente in fare una confessione e comunione come fosse l’ultima della nostra vita. XI,464.
- Dice qualcuno: io desidererei di andare con frequenza alla santa comunione; dopo un paio di giorni che mi sono confessato sono già di nuovo come prima e se non mi confesso non oso più andare alla comunione. Io direi a costui; se tu non sei capace di perseverare in tale stato di coscienza che ti permetta di andare per otto giorni alla comunione, io non ti consiglierei di fare la comunione così frequente Ma io ho voglia di emendarmi; andando a confessarmi così con frequenza, mi emenderei più facilmente. Nossignore, risolvo io, il tempo che impiegheresti ad andarti a confessare la seconda o terza volta in una stessa settimana, impiegalo a fare un proponimento un poi’ più fermo e vedrai che questo sarà più efficace, che l’andarti a confessare con più frequenza, come vuoi fare, ma sempre con poco proponimento.
- Prendete l’abitudine di andarvi ogni otto giorni, ogni dieci ed anche dodici e con questo potrete, secondo il consiglio del confessore, fare anche con molta frequenza la vostra santa comunione. XII,31.
- Un altro punto io credo della massima importanza per far camminare bene i giovani nella via della salute. Purtroppo una lunga esperienza mi ha persuaso esservi bisogno di far fare una confessione generale ai giovani, che vengono nei nostri collegi; o almeno questa confessione essere loro vantaggiosissima. XII,91.
- (Nelle vacanze) tenete la gran pratica di confessarvi ogni settimana, ogni dieci, ovvero quindici giorni. Se farete così, io credo che le vacanze non faranno del male. XII,364.
- Chi vuol poco pensare alla sua anima, vada una volta al mese alla confessione; chi vuol salvarla, ma non si sente tanto ardente vada ogni quindici giorni; chi poi volesse arrivare alla perfezione, vada ogni settimana. Di più no, eccetto che uno avesse qualche cosa che gli pesasse sulla coscienza. XII,566.
- Le confessioni che non fanno frutto,, non sono buone. XII,573.
- Esaminati di tutte le tue colpe commesse, come se ti trovassi nell’agonia, vicino a rendere conto al Signore di tutte le tue azioni, e poi fa pure la tua confessione. XII,573.
- Se le confessioni non fanno frutto, c’è molto da temere, che se non sono sacrileghe siano almeno nulle. Bisognerà allora scandagliare il proprio cuore cercarvene la ragione, se v’è mancanza di esame, di dolore o di altro, e fate quindi una buona confessione, troncate ogni legame che vi possa tenere avvinti al demonio. XII,574.
- La frequente confessione e comunione, la regolare vigilanza di chi deve assistere saranno grandi mezzi preventivi (a custodia della moralità). XIII,85.
- Nell’accusa dei loro falli si studino di omettere le circostanze inutili; siano brevi e dicano con semplicità ed umiltà le loro colpe in uguale modo che se le accusassero a Gesù Cristo. XIII,212.
- Punto culminante per ottenere la moralità è, al certo, la frequente confessione e comunione, ma proprio ben fatte. XIII,270.
- Confessatevi come se la vostra confessione fosse l’ultima della vita. XIII,418.
- Dal frutto riportato possiamo conoscere la natura delle nostre confessioni. XIII,418.
- Alcuni vanno a confessarsi sempre con le medesime mancanze. Ciò che cosa indica? Che la confessione, non recando frutto, non è buona. XIII,804.
- Colui che si confessa ogni settimana e lungo questa cade in molte piccole colpe, non dà indizio troppo buono di sé. XIII,46.
- (i giovani) procurino di rompere le corna al demonio con due martelli; della comunione e della confessione. XV,60.
- In confessione grande attenzione per ricordare e praticare gli avvisi del confessore. XV,606.
- La confidenza è ciò che apre i cuori e i giovani palesano tutto senza timore, diventano schietti in confessione e fuori di confessione. XVII,108.
- Ciò che manca radicalmente in tanti giovanetti che si confessano è la stabilità nei proponimenti. XVII,113.
- (sogno) I giovani che il demonio voleva portare via con sé sono particolarmente quelli che si confessano male, che fanno sacrilegio nella confessione. Ricordati bene: quando predichi soprattutto alla gioventù insisti molto sulla necessità di fare buone confessioni e specie sulla necessità della contrizione. XVII,449.
- Ricordatevi che il confessore è un padre, il quale desidera ardentemente di farvi tutto il bene possibile, e cerca di allontanare da voi ogni sorta di male. II,150.
- (per la ordinazione) Non volli prendere definitiva risoluzione se non dopo aver avuto il pieno consentimento del confessore. XI,493.
- Più gravi saranno le colpe confessate, più egli godrà in cuor suo. II,150.
- Andate con frequenza a trovare il vostro confessore, pregate per lui, seguite i suoi consigli. Quando poi avrete fatta la scelta di un confessore, che conoscete adatto per i bisogni dell’anima vostra, non cambiatelo più senza necessità. Finché voi non avrete un confessore stabile, in cui abbiate tutta la vostra confidenza, a voi mancherà sempre l’amico dell’anima. Confidate anche nelle preghiere del confessore, il quale nella santa messa prega ogni giorno per i suoi penitenti; pregate anche voi per lui. II,151.
- Piuttosto di fare un sacrilegio cambiate non una, ma mille volte il confessore. II,151.
- Nelle cose di grave importanza, come sarebbe nell’elezione del vostro stato, consultate sempre il confessore. Il Signore dice che chi ascolta la voce del confessore, ascolta Dio stesso. III,94. 163.
- Sebbene non sia peccato cambiare il confessore, tuttavia vi consiglio di sceglierne uno stabile; perché dell’anima avviene ciò che fa un giardiniere intorno ad una pianta, un medico intorno ad un malato. III,163.
- Il confessore è l’amico dell’anima vostra, e perciò vi raccomando di avere in lui piena confidenza. III,163.
- Talvolta pensate agli avvisi che il confessore vi diede nell’ultima confessione. III,166.
- Raccomandava caldamente di non rendere, con impazienza e con sgridate, odiosa la confessione. III,466.
- Ciascuno abbia piena confidenza col confessore e gli manifesti regolarmente tutto il suo interno e lo segua nei suoi consigli: ciò è della massima importanza, perché così facendo il confessore sarà in grado di dare gli avvisi più adatti per il bene dell’anima. IV,746.
- Eleggetevi un confessore stabile, a lui aprite ogni segretezza del vostro cuore ogni quindici giorni o una volta al mese. IV,747.
- Non abbracciate mai alcune nuova devozione se non con licenza del vostro confessore. IV,748.
- Giovani, se volete perseverare nella via del cielo, vi si raccomandano tre cose: accostatevi spesso al sacramento della confessione, frequentate la santa comunione, scegliete un confessore cui osiate aprire il vostro cuore, ma non cambiatelo senza necessità. VI,145.
- Se quando un superiore vi parla, vi parla in nome del Signore e voi dovete obbedirlo, come si obbedirebbe al Signore, che più specialmente fa le veci di Dio. Perciò dovete dare molto peso alle sue parole e considerarle proprio come parole del Signore. VI,356.
- Prima furberia. Qual è il maggior mezzo e più sicuro per non cadere mai più in peccato? È mettere in pratica gli avvisi del confessore. VI,352.
- Volete farvi santi? Ecco! La confessione è la serratura: la chiave è la confidenza nel confessore. Questo è il mezzo per entrare per entrare per le porte del paradiso. VIOI,49.
- Per conservare la virtù della modestia tenete a mente queste due cose, che sono fondamentali:1°. Abbiate un confessore che conosca bene il vostro cuore e non cambiatelo mai per timore che sappia qualche vostra caduta. È vero che non è peccato cambiare il confessore quando non si osa confessargli qualche colpa, ma è però molto pericoloso per la virtù della modestia. Perché voi ritornando da lui, ed egli non conoscendo bene lo stato della vostra anima, non potrà mai darvi quei consigli opportuni per questa virtù. 2°. Ascoltate e mettete in pratica i consigli che il confessore vi dà; sarà un avviso solo, sarà una sola parola; ma questa datavi in confessione, è adatta ai vostri bisogni. VII,84.
- Radunati i confessori della casa, loro raccomandò molta cautela nell’interrogare i ragazzi sulle cose lubriche, per non insegnare loro quello che non sanno, di non privare della assoluzione o da comunione a meno che questo mezzo serva a scuoterli e a farli ravvedere; di usare molta severità ed anche di negare la assoluzione al complice agente e in questo di essere tutti d’accordo, per impedire ai lupi di menare strage nel gregge; di ingiungere al complice vittima o sedotto, di palesare, di palesare ai superiori il lupo o i lupi, in quel modo che la prudenza suggerirà per impedire l’offesa di Dio e lo scandalo e la rovina degli altri. VII,192
- (Ai confessori) Suggerì due avvertenze: che loro non rincrescesse di impiegare il tempo necessario per disporre con zelo i penitenti che non fossero disposti: che riflettessero sullo stato spaventoso di un’anima che stia anche un’ora sola in peccato mortale. In fine raccomandò ai confessori di non dare penitenze leggere per peccati gravi, ma fissarne qualcuna adatta ta a guarire il male ed a prevenirlo. Per esempio qualche meditazione che si trova nel Giovane Provveduto, per qualche giorno della settimana. VII,193.
- Ai confessori raccomandava una grande carità e pazienza nel confessare i fanciulli per non perdere la loro confidenza. VII,193.
- Al confessore dobbiamo aprire schiettamente la nostra coscienza ed egli saprà dirci dove il Signore ci vuole. VII,832.
- Guardate di mettere sempre in pratica tutti i consigli e gli avvertimenti dati dal confessore. Allora avrete una prova, una fondata speranza che il Signore ci ha perdonato. VIII,823.
- Scelga per confessare i religiosi più istruiti, persone di esperienza, perché questa è la parte più delicata del sacro ministero. IX,530.
- In tempi di esercizi spirituali è lecito, anzi conveniente cambiare confessore. XI,236.
- Verso il loro confessore abbiamo grande rispetto e confidenza quale si conviene a chi è destinato da Dio ad essere padre, maestro e guida della loro anima. XIII,212.
- (ad un confessore) Per le confessioni dei giovani e degli adulti. XIII,321.
- Per risvegliare nei giovani o conservare la vocazione...è necessario che i giovani siano diretti da confessori che abbiano tutti lo stesso spirito. XIV,15.
- Vi sono poche cose che rechino ai giovani maggior danno di questa (cioè confessori di spirito diverso). XIV,45
- I preti che non appartengono a noi, non si mettano mai a confessare regolarmente... se ne scapiterebbe
sempre. XIV,45.
- In confessione: grande attenzione per ricordare e praticare gli avvisi del confessore. XV,606.
- Procura di dare molta comodità del confessore straordinario. XV,707.
- I confessori delle comunità religiose debbono essere approvati non solo dal Vescovo, ma anche dal Superiore. XVII,379.
- I confessori dei giovani siano di mia fiducia. XVII,379
- Quello che non raccomanderò mai abbastanza insistentemente è che si vada tutti d’accordo su certi punti e non si usi deplorevole benignità con gli scandalosi. Bisogna cercare in modo prudente che le vittime facciano rapporto al Direttore o al prefetto o a qualche assistente di loro fiducia. Io desidererei che non si mandassero assolti, finché non avessero denunziato. XVII,379.
- E quando si confessa quel tale che ha dato scandalo? Allora è necessario che tutti tengano lo stesso.
- modo di agire. Se l’agente è recidivo, gli si neghi l’assoluzione, finché non si sia emendato. XVII,380.
- Confidenza in Dio, in Maria SS. Cfr. Fiducia in Dio, in Maria.
- Sovente insisteva sulla necessità della confidenza da usarsi specialmente coi superiori nelle cose dell’anima; ne descriveva i vantaggi, la chiamava la chiave della pace interna, l’arma più efficace per cacciare la malinconia, il segreto più sicuro per trovare la certezza e contentezza in vita e in morte e di giungere alla perfezione. IV,554.
- Ciascuno abbia piena confidenza col confessore e gli manifesti regolarmente tutto il suo interno e lo segua nei suoi consigli; ciò è della massima importanza, perché così facendo il confessore sarà in grado di dare gli avvisi più adatti per il bene dell’anima. IV,746.
- Il fioretto che vi propongo è di somma importanza: procurerò di avere grande confidenza con i superiori. Noi non vogliamo essere temuti, desideriamo di essere amati e che abbiate in noi tutta la confidenza. Che cosa vi è di più bello in una casa di questo? Che cioè i superiori godano la confidenza degli inferiori? È questo l’unico mezzo perché in casa non ci sia nessun malcontento. XVI,320.
- Dire loro subito e chiaro senza ambagi ciò che si vuole da essi per il bene dell’anima, dà vittoria sui cuori. VI,385.
- Volete farvi santi? La confessione è la serratura: la chiave è la confidenza nel confessore. Questo è il mezzo per entrare nella porta del paradiso. VII,49.
- Raccomandava ai suoi preti una grande carità e pazienza nel confessare i fanciulli, per non perdere la loro confidenza. VII,193.
- La chiave e la serratura che usava Domenico Savio per entrare nella via del paradiso e chiudere il passaggio al demonio, era l’obbedienza e la grande confidenza nel confessore, nel direttore spirituale. V,649.
- È impossibile poter bene educare i giovani se questi non hanno confidenza nei superiori. Ma come, replicava il Cardinale (Tosti) , si può guadagnare questa confidenza? Col cercare che essi si avvicinino a noi togliendo ogni causa che da noi li allontani. E come si può fare per avvicinarli a noi? Avvicinandosi noi ad essi, cercando di adattarci ai loro gusti, facendoci simili a loro. V,917.
- La confidenza illimitata nel superiore la metteva quale condizione per progredire nella perfezione. XVIII,750.
- La confidenza per Don Bosco è la cosa più cara del mondo.. VIII,982.
- Abbi piena fiducia nel Superiore, non di parole, ma di fatti, di volontà efficace, di obbedienza umile, pronta, illimitata. IX,911.
- Il demonio teme questa confidenza e guasta i segreti. IX,995.
- Per dare regole di vita e consigli secondo il bisogno di un confratello, è necessario che i bisogni di lui siano conosciuti. X,1092.
- Una cosa che vi può fare più del bene è questa: aprirvi con i vostri superiori, aver molta confidenza in loro ed essere schiettamente sinceri. XI,263.
- Aspiranti allo stato ecclesiastico non si debbono accettare, se non diedero segno di una moralità a tutta prova o se non si lasciarono conoscere abbastanza bene e non ebbero confidenza grande nei superiori. XI,269.
- Considerali (gli ex-allievi) come tuoi fratelli: amorevolezza, compatimento, riguardo: ecco le chiavi del loro cuore. XI,291.
- Nascendo qualche dubbio si vada dal proprio superiore; egli è illuminato da Dio nel consiglio che vi dà; e voi non la sbaglierete. XI,506.
- Con i giovani: non solo trattarli bene, ma ai più grandicelli che danno qualche speranza (di vocazione) si conceda molta confidenza. XII,88.
- Molti giovani si decideranno (per la nostra Congregazione) dopo questi atti di confidenza speciale che si dà loro. XII,89.
- Date confidenza ai vostri superiori, seguite fiduciosamente i loro consigli, senza ragionarvi sopra e finirete per essere contenti. XII,147.
- (sogno) Guarda vi sono certi individui che stanno nascosti: non parlano, non aprono mai il cuore ai superiori: ruminano sempre in cuore i loro segreti, sta attento: «latet anguis in herba». Sono veri flagelli, vera peste della Congregazione. XII,468.
- Ciascuno sia sempre aperto, schietto e confidente con i propri superiori. XII,469.
- Trattare con i giovani con bontà, per avere la confidenza. XIII,84.
- La confidenza che un giovane pone in chi cerca di attirarlo a sé è tolta a colui a colui che avrebbe diritto di possederla intera. XIV,45.
- La familiarità porta affetto e l’affetto porta confidenza. Ciò è che apre i cuori e i giovanetti palesano tutti senza timore ai maestri, agli assistenti e ai superiori. Diventano schietti in confessione e fuori di confessione e si presentano docili a tutto ciò che vuol comandare colui, dal quale sono certi di essere amati. XVII,108.
- Se si vuol fare un cuor solo e un’anima sola per amore di Gesù Cristo bisogna che si rompa quella fatale barriera (della diffidenza). Familiarità coi giovani, specialmente in ricreazione.. XII,468; XVII,111.
- Ciascuno sia sempre aperto, schietto e confidente coi propri superiori. XII,469,
- Trattare i giovani con bontà per averne la confidenza. XII,84.
- Non lusingarti mai di avere tutta la confidenza di tutti. XV,707.
- (sogno) Come bisogna dunque fare per rompere questa barriera (della diffidenza) ? Familiarità non si dimostra senza affetto e senza questa dimostrazione non vi può essere confidenza. Chi vuol essere amato ama e chi è amato ottiene tutto, specialmente dai giovani. Questa confidenza mette una corrente elettrica fra i giovani e i superiori. I cuori si aprono e fanno conoscere i loro bisogni e palesano i loro difetti. XVII,111.
- Qual è il mezzo precipuo perché trionfi la familiarità, l’amore, la confidenza ? L’osservanza esatta delle regole della casa. XVII,112.
- (per conservare l’unità di spirito). Una confidenza speciale è poi assolutamente necessaria col superiore di quella casa dove ciascuno dimora. XVII,895.
- Il mio ideale era una Congregazione modello di frugalità e che tale avrei lasciato alla mia morte, quella che pensavo di fondare. IV,193.
- La rovina di tanti ordini religiosi furono le ricchezze. IX,296.
- La vostra congregazione fiorirà se si osserveranno le regole. (Pio IX°) IX,566.
- Non è un buon membro quello che non è disposto a sacrificare se stesso per salvare il corpo. IX,564.
- Ciò che deve distinguere la nostra società è la castità. X,35
- Amate la povertà per conservare in buono stato le finanze della Congregazione. X,100.; XVII,261.
- La nostra congregazione ha davanti un lieto avvenire, preparato dalla Divina Provvidenza, e la sua gloria sarà duratura fino a quando si osserveranno le nostre Regole. X,102.
- In una congregazione l’obbedienza è tutto; se manca l’obbedienza sarà un disordine, ed andrà in rovina. X,1059.
- In nessun posto, come in una congregazione si verifica la verità della comunione dei santi, in tutto ciò che fa uno va anche in profitto all’altro. X,1086.
- Se vogliamo che la nostra società vada avanti colla benedizione del Signore, è indispensabile che ogni articolo delle Costituzioni sia norma nell’operare. X,1097.
- La cosa più utile per la Congregazione è l’osservanza delle Regole. X,1097.
- Osservate le Regole della Congregazione e la disciplina trionferà. X,1102.
- Tre note caratteristiche disse appartenere all’indole della Congregazione: grande attività, non mai urtare di fronte gli avversari, e se non si può lavorare qua, andare là. XI,83.
- Sapete chi è di aggravio alla congregazione? Sono quelli che, quantunque abili, non sono obbedienti.Sono coloro che non amano la povertà e si vanno lamentando ora del cibo, ora della bevanda, ora della camera. Sono quelli che non osservano fino allo scrupolo la virtù della castità, senza la quale può uno solo essere cagione di rovine alla congregazione intera. Se voi siete di virtù e fate il possibile per fare bene , non sarete mai di aggravio alla congregazione. XI,299-300.
- Io sono di parere che molto pochi di quelli che escono da una congregazione a cui erano affiliati, possano salvarsi. XI,300.
- Per riguardo alla Congregazione io vedo che se si lavora molto le cose vanno meglio. XI,401.
- La rovina delle congregazioni religiose addette all’istruzione della gioventù deve attribuirsi alle amicizie tenere. XI,583.
- Finché si conserverà il vero spirito la congregazione andrà avanti a gonfie vele. XII,11.
- L’osservanza della regola è l’unico mezzo, perché possa durare una congregazione. XII,81.
- Quando in una casa o congregazione regna l’obbedienza, tutto va bene XII,82.
- L’obbedienza specialmente per le pratiche di pietà, è la chiave maestra dell’edificio della nostra Congregazione, è quella che lo sosterrà. XII,82.
- La congregazione di San Francesco di Sales non è fatta solamente per i preti o per gli studenti, ma ancora per gli artigiani; ad essa può prendere parte chiunque abbia voglia di salvarsi l’anima. XII,151.
- Ciò che deve distinguerci fra gli altri, ciò che deve essere il carattere della nostra Congregazione è la virtù della castità. XII,224.
- La castità sarà il trionfo della Congregazione è il modo di ringraziare Dio di tanti favori che ci ha concessi. XII,225.
- Ecco un grande segno per conoscere se un giovane è fatto per la nostra Congregazione, se gli si deve consigliare di entrarvi, se si abbia a pronosticare bene della sua perseveranza. Quando è un giovane è molto schietto in confessione, e costantemente si confessa dal medesimo confessore... questo è ottimo indizio che si fermerà in Congregazione. XII,255,6.
- In una congregazione, quando entra un uomo di molta scienza e autorità, se non è un gran santo, cioè se non sa nei casi particolari adattare bene la sua volontà a quella dei superiori, farà più male che bene. XII,300.
- Ognuno di noi che morisse ucciso dal lavoro, ne attirerebbe cento altri in Congregazione. XII,383.
- La nostra congregazione non diminuirà mai, sempre anzi sarà in aumento, finché si lavorerà molto e vi regnerà la temperanza. XII,383.
- Sono tre le cause che gettano giù le congregazioni religiose. La prima è l’ozio, il lavorare poco. La seconda causa è la ricercatezza o l’abbondanza dei cibi e delle bevande. La terza si chiama egoismo o spirito di riforma, si chiami mormorazione, per me è lo stesso. XII,384.
- Se si infiltrerà tra noi un po’ di divisione, la congregazione non andrà più bene. XII,384.
- L’obbedienza ben sostenuta è l’anima delle congregazioni religiose, è quella che le tiene unite. XII,459.
- (sogno) Bisogna che tu faccia stampare queste parole che saranno come il vostro stemma, la vostra parola d’ordine, il vostro distintivo. Notale bene :il lavoro e la temperanza faranno fiorire la congregazione salesiana. XII,466.
- Quattro chiodi che martoriano le congregazioni: il vizio di gola, il cercare le agiatezze, le mormorazioni, l’ozio. XII,469/ Vedi anche le singole voci.
- Molti desiderano entrare in congregazione con lo scopo principale di salvare l’anima propria. Questa retta intenzione ci assicura che siamo sulla retta via. Bando ai dubbi. XII,560.
- (sogno) Riguardo alla congregazione sappi che Dio ti prepara grandi cose ...ad una condizione però: che i tuoi figli siano devoti della Beata Vergine e sappiano conservare la virtù della castità che tanto piace agli occhi di Dio: XII,593.
- Nella congregazione salesiana non voglio che chi non ha la vocazione cerchi di entrarvi. XII,629.
- Il vincolo che tiene unite le società, le congregazioni è l’amore fraterno. Io credo di poterlo chiamare il perno su cui si aggirano le Congregazioni ecclesiastiche. XII,630.
- La gloria della nostra congregazione consiste nella moralità. XIII,83.
- Il Signore disperderebbe la Congregazione se noi venissimo meno alla castità. XIII,83.
- La mormorazione è una mancanza che porta molto danno alle congregazioni religiose. XIII,91.
- Ad uno che entra in congregazione non si lascia mancare nulla del necessario, ma bisogna lavorare. XIII,424.
- Senza l’unità di spirito, le congregazioni religiose difficilmente giungono a conseguire il fine proposto. XIII,909.
- (sogno) La congregazione vostra durerà fino a che i soci ameranno il lavoro e la temperanza. XIV,124.
- Gli istituti religiosi andranno sempre avanti bene, finché vi fu l’osservanza. Quando decaddero? Quando questa cominciò a decadere o si ruppe. XIV,363.
- Vedo nella congregazione un bisogno, quello di metterla al riparo dalla freddezza e dal decadimento col promuovere lo spirito di pietà e di religiosa vita comune. XIV,551.
- Tornando alle vostre case, portate il pensiero che la gloria della congregazione è con voi: tutto sta nelle vostre mani. XVI,418.
- Nel momento che comincerà ad apparire agiatezza nella persona, nella camera, nella casa, comincia nel tempo stesso la decadenza della nostra Congregazione. XVII,258.
- Dio chiamò la povera congregazione salesiana a promuovere le vocazioni ecclesiastiche fra la gioventù povera e di bassa condizione. XVII,261.
- La nostra congregazione ha davanti un lieto avvenire preparato dalla divina Provvidenza, e la sua gloria sarà duratura fino a tanto che si osserveranno fedelmente le nostre regole. XVII,272.
- Quando cominceranno tra noi le comodità e le agiatezze, la nostra pia società avrà compiuto il suo corso. XVII,272.
- Fra tutte le congregazioni e Ordini Religiosi, forse la nostra fu quella che ebbe più parola di Dio. XVII,305.
- (sogno) In una congregazione religiosa, quando c’entra l’amore alle ricchezze, c’entra insieme l’amore alle comodità, si cerca ogni via per avere il peculio, si rompe il vincolo della carità, pensando ognuno a se stesso. XVII,386.
- (sogno) Io ho un mezzo adatto per guastare tutto fin dalle fondamenta. Persuaderli (i salesiani) che l’essere dotto è quello che deve formare la loro gloria principale. XVII,387.
- La congregazione fiorirà finché i salesiani sapranno apprezzare il denaro. XVII,486.
- La nostra congregazione è condotta da Dio e protetta da Maria Santissima. XVIII,531.
- Conchiuse affermando essere la nostra congregazione destinata a cose grandissime ed a spargersi per tutto il mondo, se i salesiani saranno sempre fedeli alle regole date loro da Maria Santissima. XVII,511.
- Assicurò che la congregazione sarebbe dilatata in modo meraviglioso e che ai salesiani non sarebbe mancato nulla, finché si fossero tenuti all’educazione della gioventù povera, essendo quella la missione affidata loro dalla Madonna. XVIII,207.
- Pare sia volontà di Dio che la Congregazione ponga qui (a Torino) le sue radici. SM. 351 n.489.
- (don Cafasso) Perché non mi chiedete quale sia la vostra destinazione? Perché, rispose Don Bosco, io voglio riconoscere la volontà di Dio nella sua deliberazione, e molto mi preme di nulla mettere del mio. II,233.
- Non andiamo mai a chiedere consigli dagli orgogliosi, né da chi non ha esperienza. II,395.
- Colui che dà buoni consigli ai suoi compagni fa grande opera di carità. III,607.
- Quei consigli che (il confessore) vi dà nella confessione, non contentatevi di udirli solo al confessionale, ma dopo subito pensateci sopra e risolvete. VI,356.
- Ascoltate e mettete in pratica il consiglio che il confessore vi dà. VII,84.
- Mancando il consiglio nelle cose difficili, raccomandiamoci nell’elevazione della santa messa alla potenza del Sacramento. VIII,446.
- Guardate e mettete sempre in pratica tutti i consigli e gli avvertimenti che il confessore vi ha dato. Allora avrete una prova, una fondata speranza che il Signore vi ha perdonato. VIII; 823.
- Chi dà o riceve cattivi consigli diviene servo e schiavo del demonio. IX,34.
- I consigli dei tuoi superiori siano regola delle tue azioni. IX,35.
- La gola e l’ozio sono pessimi consiglieri. IX,178.
- Nel dare avvisi o consigli procura sempre che l’avvisato parta da te soddisfatto e amico. XI,17.
- Non si prendano risoluzioni senza essersi ben consigliati. XI,300.
- Io credo che nessuno possa consigliare meglio che il direttore della propria coscienza. XI,300.
- Non fate nulla senza l’avviso o contro il parere del Superiore. XI,301.
- Non vi è altra cosa che possa fare più danno, specialmente quando si è ancora in giovanile età dei cattivi consigli. XII,32.
- Quando uno sa a tempo e luogo dare amorevolmente un buon consiglio a un compagno, costui fa un gran bene. XII,32.
- Chi segue i consigli dei superiori e si regola secondo i loro insegnamenti, finisce sempre per esserne contento. Chi vuole invece andare contro a quanto i superiori gli dicono, andrà sempre male. XII,148.
- Non leggete mai libri della bontà dei quali non siete sicuri senza domandare consiglio a chi ve lo può dare con giusto criterio. XII,149.
- Moltiplicando i vostri consiglieri moltiplicherete i vostri fastidi. XII,705.
- Quando avrai da dare consigli particolari non mai farlo in pubblico, ma sempre inter te et ipsum solum. XIII,880
- Quando i giovani chiedono consigli sulla loro vocazione bisogna conservare nelle risposte le seguenti regole:
- Se si viene a scoprire che siano mancanti della bella virtù, non si consiglino mai di farsi salesiani.
- Se mancarono nella moralità con altri volendo essi andare in seminario, si faccia loro il solo attestato della scuola. Se giunti a casa mandano a chiedere l’attestato di moralità, non si risponda.
- Prudenza nel consigliare i giovani a farsi salesiani. S’interroghi semplicemente: dimmi, eri più buono a casa o sei più buono qui? Se il giovane risponde che era più buono a casa si domandi perché. Risponderà perché qui incontrai compagni, ebbi libri, ecc... Allora gli si dica che se vuole andare in Seminario, vada pure a casa e si consigli con persone prudenti. Se poi risponde, come generalmente rispondono che è più buono qui: ebbene si replichi, credi tu che potrai fuori mantenerti buono come sei qui? Decidi tu qual è il tuo meglio; io non ti dico altro. Dove hai trovato la salute dell’anima tua ? XVII,461.
- Bisogna sempre introdurre nelle nostre conversazioni qualche pensiero di cose soprannaturali. I,406.
- Si procuri che chiunque avrà da trattare con noi, vada via soddisfatto; che ogni volta che parleremo a qualcuno sia un amico di più che ci acquistiamo; perché noi dobbiamo cercare di accrescere il numero degli amici nostri e diminuire il numero dei nemici, dovendo fare del bene a tutti. VI,890.
- Sedere, conversare, scherzare, ricrearsi, ecc. in modo che il nostro contegno rispecchi la bella virtù. IX,710.
- In caso che taluno mormori o introduca cattivi discorsi, si tenga silenzio, si cambi discorso o si vada via. IX,996.
- Chi può introduca discorsi ameni, racconti, storielle; ma pper via ordinaria si ascolti altri a parlare. IX,996.
- Fa che tutti quelli cui parli, diventino tuoi amici. X,1183.
- Fuggite le conversazioni e la familiarità colle persone dell’altro sesso o di sospetta condotta. XI,389.
- Fra le conversazioni quelle che mi paiono più pericolose sono gli inviti a pranzo, specialmente a nozze. XI,582.
- Uscendo di refettorio, di chiesa, ecc. associarci col primo giovane che si presenta senza distinzione d’età o di scuola, trattenersi con loro sopra un po’ di tutto. XI,583.
- Guardatevi bene dalle relazioni, amicizie, o conversazioni geniali o particolari. XII,26.
- Verrà un tempo in cui il nome di cooperatore salesiano vorrà dire vero cristiano. XI,74.
- I cooperatori salesiani saranno quelli che aiuteranno a promuovere lo spirito salesiano. XI,74.
- I cooperatori salesiani sono destinati a fare del gran bene nella Chiesa e nella civile società (Pio XI) XI,74
- Si dicono cooperatori salesiani coloro che desiderano occuparsi di opere caritatevoli non in generale, ma in specie, d’occuparsi d’accordo e secondo lo spirito della Congregazione di San Francesco di Sales. XIII,261.
- Qui si stabilisce una semplice unione di benefattori dell’umanità pronti a dedicare non promesse, ma fatti, sollecitudini, disturbi e sacrifici per giovare al nostro simile. XIII,261-62.
- Il più grande sforzo che io abbia fatto per questi cooperatori fu appunti di trovare il modo di rendere tutti uniti al Capo, e che il capo possa far pervenire i suoi pensieri a tutti. XIII,263.
- Il loro scopo è di fare ai giovani tutto quel bene sì spirituale che temporale che per noi si possa. XIII,264.
- Il nostro modo di ottenere lo scopo, che è la gloria di Dio e la salvezza delle anime, è azione, moto, opere di carità verso il prossimo. XIII,265.
- Generalmente la associazione di cooperatori è benevisa a tutti, perché in nessun modo entra in politica. XIII,265.
- I cooperatori hanno davanti a sé un vasto campo dove lavorare e fare del bene. XIII,498.
- La missione dei cooperatori è di santificare le proprie famiglie col buon esempio, coi doveri religiosi, impiegare le loro sollecitudini per aiutare i salesiani nelle cose che devono compiersi in mezzo al secolo e non è conveniente che siano fatte da un religioso. XIII,498.
- Scopo e organizzazione. XIII,602,629.
- Senza l’opera dei cooperatori salesiani sarebbero ben incagliati e non potrebbero esercitare il loro zelo. XIII,628.
- Esortazione a cooperatori salesiani. XIV,132-134.
- (per l’elezione dello stato) ognuno parta dal principio di voler scegliere quello stato che a lui pare meglio confacente alla salvezza dell’anima propria. XVII,77
- (Mamma Margherita a Giovanni): ‘Esamina attentamente il passo che puoi fare. In queste cose io non c’entro, perché Dio é prima di tutto”. Sm.113,n.154
- emulazione
- L’essere fra molti che fanno il bene ci anima senz’avvedercene. VII,602.
- Perdonando di buon grado a tutti i nostri dileggiatori, ci studieremo di evitare le personalità; ma di svelare l’errore ovunque si nasconda. V,33
- La morte dei privati va troppo soggetta ad illusioni e spesso ad errare se non é guidata dall’autorità stabilita da Dio sopra la terra, che é santa madre Chiesa. VI,631.
- Il piú efficace comando di un superiore é il buon esempio ed il precedere i sussidi nell’adempimento dei rispettivi doveri. II,54
- L’esempio delle azioni virtuose vale assai piú di un elegante discorso. II,196
- Fate ogni possibile per dare buon esempio. II,362
- Un giovane che si accosti alla confessione e alla comunione con vera devozione e raccoglimento, fa talvolta maggior impressione sull’anima altrui, che non farebbe una lunga predica. III,163
- I giovanetti fanno presso a poco come le scimmie. Se vedono altrui a fare il bene, lo fanno pur essi; se il male, lo imitano ancor più presto. Di qui la grande necessità di mettere sotto ai loro occhi le mille miglia dagli scandali. IV,117
- Ricordatevi, o figlioli, che ogni cristiano é tenuto di mostrarsi edificante verso il prossimo, e che nessuna predica é più edificante del buon esempio. IV,753
- L’insegnante più efficace é fare quello che si comanda agli altri. (Mamma Margherita) V,562.
- Noi siamo il sale della tera e la luce del mondo e comportiamoci in modo che si verifichino le parole del Salvatore, cioé che gli uomini veggano le nostre opere e glorifichino il Padre nostro che é nei cieli. V,654
- Ogni parola del prete deve essere sale di vita eterna e ció in ogni luogo e con qualsivoglia persona. VI,381
- Cerchiamo di vivere in modo che gli uomini abbiano argomento di parlar bene di noi. VII,252.
- Chi cammina coi buoni, coi buoni andrá in paradiso. VI,442.
- L’essere fra molti che fanno il bene ci anima senz’avvedercene. VII,602.
- Procura sempre di praticar coi fatti quello che ad altri proponi colle parole. IX,33
- Quante anime si possono salvare col buon esempio. IX,348
- Ciascuno sappia cavar profitto spirituale da ogni cosa. IX,356
- Dobbiamo essere lux mundi, ovvero lucerna ardens in domo Dei, perché un chierico viene osservato da mille e mille, e guai se non risplende. IX,403
- Lavoriamo con fede, praticando ciò che diciamo agli altri. IX,992.
- La chiave del buon esempio é l’obbedienza. X,272
- Assicurava che con la compostezza della persona, anche senza parlare potevano fare un gran bene a chi osservava. X,616
- I salesiani debbono insegnare la via della virtù; quindi é sempre meglio un maestro anche da poco, che uno inetto, perché chi non facesse quello che insegna, si sentirebbe dir da tutti: cura te stesso. X,821.
- I chierici insegnino ai giovani il rispetto ai superiori con la loro riverenza esteriore, col saluto, colla confidenza. X,1018
- Fate che non avvenga mai che un giovane vi superi nella virtù. X,1037
- Datemi uno osservante delle regole e ubbidiente e lo vedrete modello in tutto. X,1037
- L’obbedienza ci rende il buon esempio degli altri. X,1037
- Guardiamo di regolarci in modo che gli altri restino edificati, e tutto questo per la maggior gloria di Dio. X,1067.
- Il miglior mezzo per salvare la nostra anima e le altrui é di cominciare col perfezionar noi stessi mediante l’esempio. X,1086.
- Si procuri a costo di qualunque sacrificio, che la società Salesiana abbia sacerdoti che siano sale colla pietà e colla scienza per indirizzare le anime al bene ed alla virtù, e la luce col buon esempio. X,1096
- Prima di proporci maestri gli altri, é indispensabile che noi possediamo quello che agli altri vogliamo insegnare. X,1104
- Se vogliamo promuovere il buon costume nelle nostre case, dobbiamo essere maestri col buon esempio né mai prendere dai nostri dipendenti, che esercitino un atto di virtù da noi trascurato. X,1105
- Fate che il mondo conosca che siete poveri negli abiti, nel vitto, nelle abitazioni, e voi sarete ricchi in faccia a Dio e diverrete padroni del cuore degli uomini. XI,390
- Fate l’uffizio di Missionari gli uni cogli altri, dandovi buon esempio. XI,407
- Nemico del buon esempio é lo scandalo. XI,522
- L’esattezza della levata, oltre di essere il principio di una buona giornata, si può eziandio chiamare un buon esempio permanete per tutti. XII,27
- Finché noi corrisponderemo alle grazie del Signore col lavoro, colla moralità, col buon esempio, il Signore si servirà di noi, e voi vi stupirete che si sia potuto far tanto, e che possiate fare tanto. XII,83
- Una cosa che si può fare da tutti ed é di massima utilità ed é vero lavoro nella vigna del Signore, si é il dare buon esempio. XII,626
- Molte volte basta una sola parola per far sì che uno stia o si metta sulla buona strada. XVX,626
- Quello che io voglio e quello su cui tanto insisto si é che, dovunque uno sia, sia proprio come si legge nel Vangelo: lucerna lucens et ardens. XII,629
- Dovunque vada qualcuno di noi, tutti stanno attenti, per vedere il modello che don Bosco invia. XIII,247
- La moralità tra gli altri allievi progredisce in proporzione che essa risplende nei salesiani. XIII,247
- Ciascuno sia ora missionario fra i suoi compagni, dando buon esempio buoni consigli, e facendo del bene all’anima propria. XIII,757
- Non dimenticate che dovete essere ovunque salesiani, vale a dire: sale nei discorsi e luce colle buone opere. XIV,565
- Noi dobbiamo essere la personificazione della regola e conto che i bei discorsi senza l’esempio valgono nulla. Il giovane vedendo sottomesso che é da più di lui si sottometterà volentieri e non ascolteremo certe ragioni. Perché son superiori fan come vogliono. XIV,489
- Il lavoro, la buona e severa condotta dei nostri confratelli guadagnano e per così dire trascinano i loro allievi a seguire gli esempi. XVII,262
- Siate veri cattolici coi sani principii e colle opere buone. Praticate fedelmente quella religione, che é l’unica cera e servirà a raccoglierci tutti un giorno nella beata eternità. XVII,489
- Ricordati che non basta sapere le cose, ma bisogna praticarle. XVII,630.
- Ricordi a chiusura di esercizi spirituali: fate ogni mese l’esercizio della buona morte. Fate ben ogni mese l’esercizio della buona morte. Fate finalmente e ben l’esercizio della buona morte. IV,117
- Pensare in questi giorni a ciò che si deve fuggire, acquistare e praticare nell’avvenire. VIII,909
- Dio suole concedere grazie straordinarie negli E. S. IX,994; XIII,419
- Gli e.s. sono opere di somma importanza e di utilità immensa. XI,234
- Gli e.s. sono utilissimi anche ai buoni: perché questo é sempre un nuovo conforto un nuovo aiuto che rinfranca sempre più, che rinforza lo spirito già affievolito. XI,234
- É questo il tempo più propizio in cui il Signore é solito comunicare i suoi lumi e le sue grazie. XI,234
- Il silenzio é certo uno dei principali requisiti per fare debitamente e con frutto fli e.s. XI,235
- In tempo di e.s. é lecito, anzi conveniente cambiar confessore. XI,236
- Gli e.s. sono il gran mezzo per rompere certe relazioni o amicizie malsane. XII,55
- Vi esorto a farli bene, e specialmente quelli che li fanno per deliberare intorno alla loro vocazione. XII,217
- É una gran fortuna il poter fare gli e.s., perché in essi si può guadagnare il paradiso. XII,326
- Ciascuno guardi a se stesso, come se fosse solo a fare gli e.s. e pensi che li faccia per l’ultima volta. XII,444
- Voi vi siete radunati per esaminare che cosa avete fatto in quest’anno e render conto di ciò a Dio, e prepararvi a far meglio un altro anno, se per il passato siete stati negligenti.XII,445
- Tutti gli anni sono gli ultimi esercizi che qualcuno di noi possa fare. XII,445
- Il silenzio é il fondamento del buon andamento dei santi S.e. XIII,446
- In questi giorni che precedono gli e.s. preparatevi tutti: pensate a quello che allora dovrete stabilire, per vostro bene spirituale ed eterno. XIII,125
- Nel tempo degli e.s. bisogna assolutamente trattare sempre della vocazione. XIII,125
- Le cose che sono solito di raccomandare durante gli e. si riducono ad una sola: stare attenti a mettere in pratica quello che si predica o si legge. XIII,752
- Questo é il tempo più acconcio per pensare alla vostra vocazione. XIII,753
- Pensate che le grazie grandi non si ricevono tanto sovente e il poter fare é una grazia grande. XIII,753
- Prima degli e. preparate l’anima vostra, cioè prima d’incominciarli abbiate desiderio di farne profitto. XIII,753
- Il potere fare gli e.s. é una grazia grande che non si ha sempre; perciò dobbiamo farli bene e per farli bene metterne in pratica quello che ascolteremo nelle prediche o nelle letture. XIII,753-4
- Gli e.s altro non sono che una serie di istruzioni e di meditazioni che sono fatte per muovere l’uomo all’amicizia con Dio. XVI,602
- Grandi grazie speciali tiene Dio preparate ad ognuno nei giorni degli e.s. XVI,603
- Nelle nostre case e chiese, per gli esercizi dei nostri figlioli é sempre meglio chiamar a predicare nostri salesiani anche solo mediocri nel ministero della parola, piuttosto ché ottimi predicatori non appartenenti alla nostra congregazione. XVII,65
- Io sono persuaso che una muta di e.s. porterebbe ottimi effetti se portasse il salesiano alla recita esatta della Messa e del Breviario. XVII,617
- Negli e.s. so sogliano mettere in ordine imbrogli di coscienza. XIII,419
- Fate ogni mese l’esercizio della buona morte. Fate bene ogni mese l’esercizio della buona morte. Fate ogni mese infallibilmente e bene l’esercizio della buona morte. IV,117
- Io penso che si possa affermare assicurata la salvezza dell’anima di un giovane che fa ogni mese la sua confessione e comunione come se fosse l’ultima della sua vita. IV,683
- Se l’oratorio va bene, debbo attribuirlo specialmente all’esercizio della buona morte. IV,684
- Rivedere ed aggiustare le cose della vita passata, come se fossi in punto di morte. VII,375
- Per l’esercizio della buona morte siano sospese tutte le occupazioni non assolutamente necessarie. X,1112
- Io spero molto in questo esercizio ben fatto. XI,170
- L’esercizio della buona morte consiste specialmente in fare una comunione e confessione proprio come se fosse l’ultima di nostra vita. XI,464
- Raccomanda che non si ometta l’esercizio della buona morte mensile. É questo la chiave di tutto. XII,273
- Ad ogni mese consacrare veramente un giorno in cui, lasciate da parte per quanto é possibile tutte le altre occupazioni, pensiamo a stabilir bene le cose dell’anima nostra. XII,459
- Tra le regole specialmente si osservino le pratiche di pietà, e tra queste, come ricordo speciale, si faccia bene quanto riguarda l’esercizio della buona morte. XII,471
- Chi eseguisce bene questo esercizio mensile, può stare tranquillo della salute dell’anima sua e sicuro di camminare sempre nella vera via della propria vocazione. XII,471
- Tu santificherai te stesso con la esatta osservanza della nostra regola, col rendiconto mensile, e col puntuale esercizio della buona morte. XII,490.
- Non mancare l’esercizio della buona morte una volta al mese, esaminando quit sit addendum, quid corrigendum, quidne tollendum, ut sis bonum miles Christi. XIII,868
- L’esercizio della buona morte una volta al mese non sia mai dimenticato. XV,27
- L’esercizio della buona morte e la frequente comunione sono la chiave di tutto. XV,28
- Raccomandava: 1) che si tenesse per iscritto ogni anno delle cause di qualsivoglia disordine che fosse accaduto, perché servisse di esperienza nelle feste venture; 2) che si conservasse o rifacesse l’elenco di tutti i benefattori o persone di riguardo amiche per mandare loro gli inviti alle feste di chiesa, al teatro e alle accademie; 3) che si compilasse sempre un programma da conservarsi presso il prefetto per l’ordinamento materiale delle feste. V,64
- La paura dei vecchi é fondata sopra l’esperienza, e l’esperienza é un maestro che non inganna. VI,377
- L’esperienza insegna continuamente che coloro i quali approfittano nello studio sono quelli che stanno lontano dal peccato. VII,817
- L’esperienza é un gran maestro. X,1099
- Credete pure che é una gran fortuna imparare sull’esperienza altrui. Imparare a proprie spese é una delle più grandi disgrazie. XII,365
- Prendiamo lezione da tutto ciò che ci accade. VII,311
- Le cose fanno gli uomini, non gli uomini le cose. XIII,93
- Non vi é quasi disordine introdotto una volta, che non si sia riprodotto l’anno veniente. XIII,272
- Impareremo l’uno dall’altro i mezzi da usare per riuscire bene nelle imprese. XIII,277
- Il passato ci deve ammaestrare del presente. Il demonio ha dei servitori dappertutto; l’esperienza e non il cuore ci deve ammaestrare in ciò. E l’esperienza c’insegna che tra gli apostoli vi fu un Giuda e negli ordini religiosi più santi vi fu sempre la scoria.
- Parlando della ss. eucarestia diceva spesso ai giovani: cari giovani, vogliamo essere allegri e contenti? Amiamo con tutto il cuore Gesù in Sacramento. IV,457
- Nel tabernacolo vi é il tesoro più grande che possa trovarsi in Cielo e in terra, vi é il padrone di tutto il mondo. VI,320
- La venerazione al SS. Sacramento e la devozione alla B. vergine sono due ancore di salute per la misera umanità. VII,387
- Io voglio che scuotiate due ali spirituali. La prima ala é la devozione alla Madonna SS. l’altra é la divozione a Gesù Sacramentato. VII,680
- Raccomandate caldamente la devozione a Maria Ausiliatrice, ed é Gesù Sacramentato. XI,390
- Il sacro tabernacolo, cioè Gesù Sacramentato che si conserva nelle vostre chiese é fonte di ogni benedizione e di ogni grazia. Egli sta nelle nostre chiese, egli sta apposta in mezzo a noi per confortarci nei nostri bisogni. Credetelo pure, miei cari figlioli, colui che é devoto del SS. Sacramento, costui ha un pegno sicuro della sua eterna salvezza. XII,29
- (ai missionari) In qualunque grave bisogno vi troviate, ricorrete a Gesù Sacramentato ed a Maria Ausiliatrice, e state certi che le vostre speranze non saranno mai deluse. XIII,27.
- Quando un giovinetto sa distinguere tra pane e pane, e palesa sufficiente istruzione, non si badi più all’età e venga il Sovrano celeste a regnare in quell’anima benedetta. XIII,922
- Propagate la devozione al sacro Cuore di Gesù. Abbiate sempre dinanzi alla vostra mente il pensiero dell’amore di Dio nella santa Eucarestia. XVI,195
- Il sacro cuore di Gesù é la sorgente di tutte le benedizioni, di tutte le grazie. XVII,68-214
- Abbiate fede ed amore in Gesù e sarete forti in combattere contro il demonio. In occasione di tentazione gettatevi ai piedi di Gesù e sarete subito liberati. SM.404,n.160.
- Colui che vuole realmente divenirgrande, ha bisogno di cominciare fin da giovane a battere coraggiosamente la via della virtù. VI,99
- Homo - humus, fama - fumus, finis - cinis. X,1332; XVII,163
- Ogni collegio sostenga sempre moralmente le altre case. XI,353
- Quanto di nostra fama lasciamo su questa terra, altrettanto di gloria ci sarà scemato in cielo. XVII,225
- Facciamoci santi se vogliamo che il mondo parli di noi. XVII,557
- Il più gran dono che Dio possa fare ad una famiglia é quello di una vocazione al sacerdozio. VI,111
- Quando un figlio abbandona i genitori per obbedire alla vocazione, Gesù Cristo prende il suo posto nella famiglia. IX,704
- Non andare alla propria casa; fuorché per motivi gravi e consigliati dai superiori. IX,705
- Andare a casa nelle vacanze, o per visita in occasione di feste chiassose, é lo stesso che dire: vado per raffreddarmi nelle cose di pietà. IX,705
- Le piaghe in famiglia si devono medicare e non amputare. Dissimulare ciò che dispiace, parlare con tutti, e consigliare con tutti la carità e fermezza. IX,736
- La Madonna benedice quelle famiglie che danno le proprie figlie a questa congregazione. X,651
- Circa l’andare in famiglia io sono solito dire: se la necessità o la carità lo richiede, si vada pure: ma se non c’è la carità o la necessità che ci spinge, non si vada a casa. XI,580
- Andando a casa non si acquista nulla di buono, si vada pure a casa con ottima e santa intenzione. XII,453
- Ove non ci sia necessità di regola, si proceda con una bontà paterna, e i duffiti, aiutino il superiore nel buon andamento della casa. XVIII,187
- aborriva da ogni specie di famigliarità sconveniente come sarebbe camminare a braccetto, il tenersi per mani e simili. E li asseriva essere questi tratti contro il galateo e la buona educazione. VI,215
- (ai missionari) Usate carità e somma cortesia con tutti, ma fuggite le conversazioni e la famigliarità colle persone di altro sesso o di sospetta condotta. XI,389
- Per conservare la castità non basta fuggir la famigliarità con persone d’altro sesso. Io dico che dobbiamo fuggire le famigliarità con le persone d’ugual sesso, e prima di tutto, tra voi medesimi confratelli mai amicizie tenere. La rovina di congregazioni religiose addette all’istruzione della gioventù deve attribuirsi a ciò. XI,583
- (a suscitare vocazioni) gioverà grandemente il dare ad un giovane molta famigliarità. XII,90
- La famigliarità porta affetto e l’affetto porta confidenza. Ciò é che apre i cuori e i giovani palesano tutto senza timore ai maestri, agli assistenti, ed ai superiori. Diventano schietti in confessione e si prestano docili a tutto, ciò che vuol domandare colui, dal quale sono certo di essere amati. XVII,108
- Famigliarità coi giovani specialmente in ricreazione. Senza famigliarità non si dimostra l’affetto e senza questa dimostrazione non vi può essere confidenza. Chi vuole essere amato bisogna che faccia vedere che ama. Gesù Cristo si fece piccolo coi piccoli e portò le nostre infermità. Eccolo il maestro e non più, ma se va in ricreazione coi giovani diventa come fratello. XVII,111
- (sogno) E qual’é il mezzo procipuo perché trionfi la famigliarità, l’amore la confidenza? L’osservanza esatta delle regole della casa. XVII,112
- Quando io sarò prete andrò in cerca dei fanciulli li amerò sempre e mi farò sempre amare. Sm91,n.68
- Se io potrò farmi prete, voglio consacrare tutta la mia vita per i fanciulli. I,228-350
- (sogno) “Se vuoi guadagnarti questi monelli, non devi affrontarli colle percosse, ma prenderli colla dolcezza e colla persuasione.” I,425
- La mia delizia era fare catechismo ai fanciulli trattenermi con loro, parlare con loro. II,18
- Le cose che ordinariamente mancano nelle confessioni dei fanciulli sono il dolore dei peccati ed il proponimento. II,153
- É cosa assai importante ed utile per la gioventù di fare in modo che non mai un fanciullo si parta malcontento da noi. II,153
- Conviene mantenere costantemente le promesse fatte ai fanciulli o almeno dare la ragione di non averle adempiute. II,153
- Se vuoi piacere e far del bene predicando ai fanciulli bisogna portare esempi, parabole, similitudini; ma ciò che importa di più si é che le narrazioni vengano bene sviluppate e molto particolareggiate: scendere alle piccole circostanze. II,340
- Le sinistre impressioni ricevute in tenera età, per un parlare imprudente, portano sovente lagrimevoli conseguenze per la fede e pel buon costume. III,314
- La prima felicità di un fanciullo é il sapere di essere amato. IV,455
- Iddio dà molte benedizioni a chi si occupa a pro dei fanciulli ed é grande consolazione il salvarsi in compagnia di altri salvati da noi, mentre é poltroneria volersi salvare da soli. (Pio IX) V,909
- Raccomandava ai suoi preti una grande carità e pazienza nel confessare i fanciulli per non perdere la loro confidenza. VII,193
- É provato dall’esperienza che la gratitudine dei fanciulli é per lo più presagio di un felice avvenire. VII,494
- Prendete cura speciale degli ammalati, dei fanciulli dei vecchi e dei poveri e guadagnerete la benedizione di Dio e la benevolenza degli uomini. XI,389
- Nella persona dei poveri, dei più abbandonati é rappresentato il Salvatore. Dunque non sono più poveri fanciulli che dimandano la carità, ma Gesù é nella persona dei suoi poverelli. XIII,109
- L’esperienza ci fa persuasi che questo é l’unico mezzo per sostenere la civile società: aver cura dei poveri fanciulli. XIII,180
- L’educazione dei fanciulli dovrebbe aver per base la formazione della volontà. XV,78
- Bisogna che i fanciulli si comunichino con frequenza. Dio vuole che si nutrano della Santa Eucarestia. XV,87
- I fanciulli sono la delizia di Dio. XVI,667
- Anche il fanciullo vuol essere persuaso che il suo superiore ha buona speranza della sua emendazione. XVI,444
- L’opera più efficace ad ottenerci il perdono dei peccati ed assicurarsi la vita eterna é la carità fatta ai piccoli fanciulli. XVIII,622
- La Santa Vergine si costituì essa medesima loro protettrice e perciò ottiene ai loro benefattori ed alle loro benefattrici molte grazie e spirituali e anche temporali straordinarie. XVIII,622
- Ozio intendesi anche quando si lascia libera l’immaginazione nel pensare a cose che sono pericolose. XII,355
- Dopo aver ben mangiato e bene bevuto si capisce che bisogna riposare. Riposerà il corpo ma non la fantasia e le passioni si fanno gagliarde. XII,383-4
- É ozioso chi pensa a cose non necessarie. XIII,801
- La vostra mente é lì ferma che non pensa a nulla; ebbene il demonio suscita subito immaginazioni di cose vedute, udite, lette, incontrate. Si continua a star neghittosi? Queste immaginazioni fanno presa nella mente, lavorano, lavorano e non ci si resiste e la tentazione resta vincitrice. XIII,801
- Iddio mi ha fatta la grazia che il lavoro e la fatica invece d’essermi di peso, mi riuscissero sempre di ricreazione e di sollievo. IV,212
- Nelle fatiche e nei patimenti non dimenticar mai che abbiamo un gran premio preparato in cielo. VI,442; XI,390
- L’uomo é nato pel lavoro e solamente chi lavora con amore ed assiduità trova lieve la fatica. VII,118
- Senza grandi fatiche non si può arrivare a grandi cose: per questo noi dobbiamo essere pronti a tutto. XII,631
- Sarà largamente ricompensata ogni fatica sostenuta per amore del nostro maestro, il nostro buon Gesù. XVIII,570
- Le sinistre impressioni, ricevute in tenera età per un parlare imprudente, portano sovente lagrimevoli conseguenze per la fede e pel buon costume. III,314
- Non mai turbar in un’anima la semplicità della sua fede. III,468
- Nei giovani anche un principio di dubbio fa molto male. III,469
- Come professione di fede esigeva che tutti facessero con raccoglimento e venerazione il segno della Santa Croce. III,588
- Ci esortava ad avere fanciulli perché ogni bene tanto spirituale quanto temporale viene dal Signore. III,613
- Di Dio pensa secondo la fede. III,614
- Abbi coraggio della tua fede e delle tue convinzioni. Non temere: Dio é colla Chiesa in tutti i giorni fino alla fine dei secoli. Tocca ai cattivi di tremare dinanzi ai buoni e non ai buoni di tremare dinanzi ai cattivi. VI,482
- La tua fede é l’occhio della pietà per bene conoscerla ed animarti ad essa. VI,828
- Siate prudenti: ma non dimentichiamo che la nostra prudenza deve consistere nel mettere sempre in salvo la fede, la coscienza, l’anima nostra. VII,32
- In mezzo alle prove più dure ci vuole una gran fede in Dio. VIII,319
- Senza il fuoco della fede cadono gli imperi, rovinano i regni e l’opera dell’uomo é nulla. VIII,67
- La fede per essere viva e fruttuosa deve sempre essere illuminata e guidata dal vicario di Gesù Cristo. IX,228
- Diceva che la fede dei divoti era quella che strappava le grazie. X,80,89
- La fede é quella che fa tutto. X,90
- Divenuti membri del sacratissimo corpo di Gesù dobbiamo tenerci a Lui strettamente uniti, ma in concreto, nel credere e nell’operare. XII,641
- Quanti prodigi ha operato il Signore in mezzo a noi! Ma quanti più ne avrebbe compiuti se Don Bosco avesse avuto più fede. XIV,684
- Fede e preghiere, ecco le nostre armi, il nostro appoggio. XV,805
- Se io avessi avuto cento volte più fede, avrei fatto cento volte più di quello che ho fatto. XVIII,587
- Nei nostri tempi nella nostra gioventù é grande il pericolo di perdere la fede. SM.429, n.254
- La felicità non si trova in questo mondo se non si ha pace con Dio. III,78
- La prima felicità di una fanciullo é il sapere di essere amato. IV,544
- Beato in questa vita é colui che non ha rimorsi di coscienza. V,926
- Dove regna la carità, regna la felicità. VI,245
- Coraggio, figliol mio, sii fermo nella fede, cresci ogni giorno nel santo timor di Dio, guardati dai cattivi compagni come da serpenti velenosi, frequenta i Sacramenti della Confessione e Comunione, sii devoto di Maria SS. e sarai certamente felice. VI,764
- Chi si sente di lasciare i beni di questa terra, i parenti e se stesso, é il più felice in questo mondo; egli sarà discepolo di Gesù Cristo, vero figlio di Dio. VI,1059
- Allegria, studio, pietà: é questo i grande programma, il quale praticando tu potrai vivere felice e fare molto bene all’anima tua. VII,494
- Le ricchezze non rendono felici gli uomini. VII,660; XII,327
- Solamente la religione é stabile e può in ogni tempo e in tutte le età rendere l’uomo felice nel tempo e nell’eternità. VII,982
- Se vuoi vivere felice bisogna che te lo meriti coll’essere di buon cuore con tutti, amare i tuoi amici, essere paziente e generoso coi tuoi nemici, piangere con chi piange, non aver invidia della felicità altrui, far bene a tutti e del male a nessuno. IX,662
- É inutile cercare le rose su questa terra. X,1179
- É la preghiera causa di tutte le felicità anche temporali. XI,340
- L’aver la coscienza bene aggiustata é la cosa che nella vita procura maggior consolazione. XII,248
- Ricordate che felici rende solo il buon operar. XII,491
- La base della vita felice di un giovane é la frequente comunione. XIV,126
- Un consiglio per essere felici: fuggite il peccato e frequentate la Santa comunione. XVI,26
- La religione é l’unico solido conforto fra le miserie e le afflizioni di questa vita; essa sola ci assicura la felicità nel tempo e nell’eternità. XVI,245
- Le virtù che ti renderanno felice nel tempo e nell’eternità sono: l’umiltà e la carità. XVII,630.
- Con le piccole mortificazioni si avrà il fervore nelle preghiere. IX,355
- La vita comune conserva nel fervore. XII,245
- Ricordatevi o giovani che la mortificazione delle feste porta la benedizione del Signore su tutte le occupazioni della settimana. III,167
- Raccomandava che si tenesse nota per iscritto ogni anno delle cause di qualsivoglia disordine che fosse accaduto, perché servisse di esperienza nelle feste venture. V,64
- La profanazione delle feste é un delitto contro Dio e contro l’umanità. V,443
- Era notorio come Don Bosco non concepisse essere buona una festa senza la confessione e la comunione. VI,245
- La vigilia delle feste datene un brevissimo annunzio con l’esortazione alla comunione, sul finire della scuola del dopopranzo. Grande é l’influenza che ha la parola del maestro sugli scolari quando é da essi amato. VI,390
- Fatene una festa la più cara che io possa desiderare, cioè che tutti facciate in quel giorno la vostra Santa comunione IX,807
- In mezzo alle feste di questo mondo dobbiamo sempre mischiare le lagrime. XIII,872
- In sogno era biasimo perché riposto la mia speranza negli uomini e non nella bontà del Padre Celeste. I,218
- Colui che prepara il nido agli uccelli e il ricovero alle fiere nelle caverne dei boschi, no, non si dimenticherà. II,341
- Il Signore fa servire ogni cosa a bene di chi lo ama. II,394
- Dio non si lascia vincere in generosità. II,524
- Facciamo noi quello che possiamo e il padre delle misericordie aggiungerà ciò che manca. II,534; IV,275
- In ogni occorrenza di bisogni, senza perderci in lamentele o cure inutili, si deve ricorrere in primo luogo a Dio. III,613
- Dio non l’abbandona nessuno; chi ricorre a lui con l’anima monda dal peccato e con la preghiera ben fatta, ottiene quanto gli bisogna. V,160
- Il Signore Iddio, essendo padrone bisogna lasciarlo comandare perché ciò chefa é sempre meglio di quanto possiamo desiderare noi. V,518
- Mettiamoci nelle mani di Dio con piena fiducia, preghiamo, e tutto andrà bene. V,850
- Nelle gravi necessità é tempo di far vedere se veramente confidiamo in Dio. VI,328
- Io non lascio mai di fare un’opera che so essere buona e da farsi per aunto siano numerose e grandi le difficoltà che mi si presentano. Si tratta di andare a far visita ad un gran personaggio, il quale io sappia eziandio essermi contrario? Ci vado senza più! Ma prima di incominciar quell’impresa dico un’Ave Maria, la dico pure prima di presentarmi a qualsivoglia altra persona, poi avvenga quel che vuole io pongo tutto ciò che é in me, il reto lo lascio al Signore. VI,670,1
- Dio é un buon Padre, speriamo in lui. VIII,986
- Dio non abbandona il giovane virtuoso. IX,567
- Bisogna abbandonarsi nelle mani della Divina Provvidenza, che non verrà mai meno. IX,703
- Chi si rimette pienamente a Dio, é impossibile che non venga esaudito. X,91
- Non riusciranno a nulla o contatti degli uomini se non vi rendete propizi Iddio. X,163
- Io confido illimitatamente nella divina provvidenza; ma anche la provvidenza vuol essere aiutata da immensi sforzi vostri. XI,35
- Non siamo soli, ma Gesù é con noi. XI,363
- Confidate ogni cosa in Gesù sacramentato ed in Maria Ausiliatrice e vedrete che cosa sono i miracoli. XI,359
- Speriamo nel Signore. Noi in questa (delle Missioni) impresa facciamo come in tutte le altre. Tutta la confidenza sia riposta in Dio e speriamo tutto da Lui; ma nello stesso tempo spieghiamo tutta la nostra attività. XII,280
- Cominciamo in mezzo alle difficoltà; ma siate certi che coll’aiuto di Dio supereremo tutto. XII,702
- Lei non badi tanto alla difficoltà, quanto agli aiuti di Dio, che non le mancheranno. XIII,224
- Non abbattiamoci d’animo nei pericoli e nelle difficoltà; preghiamo con fiducia e Dio ci darà il suo aiuto promesso a chi lavora per la sua causa. XIIII,304
- L’unico mio appoggio é sempre stato il ricorso a Gesù Sacramentato ed a Maria Ausiliatrice. XIII,304
- Il Signore ai grandi bisogni manda grandi aiuti. XIII,626
- Fa quello che puoi, e Dio farà il resto; egli non ti lascerà negli imbrogli se lavori per lui. XIII,832
- La nostra vita é seminata di croci, ma Dio pietoso non manca di mandare consolazioni a suo tempo. XIII,833
- I tempi nostri sono difficili? Furono sempre così, ma Dio non mancò mai del suo aiuto. XIII,858
- Facciamo tutto quel poco che possiamo, e Dio supplirà a quello che manca. Mentre poi mettiamo confidenza illimitata nella bontà del Signore, non ricusiamo la nostra cooperazione. XIV,672
- Dio vuole la nostra opera, egli ci darà i mezzi per attuarla: chi lavora per un fine ha diritto ai mezzi, e noi siamo certi che questi verranno. XVI,45
- La nostra fiducia é ben fondata, purché noi non ci rendiamo indegni. XV,45
- Coraggio, coraggio sempre; non istanchiamoci mai di fare il bene e Dio sarà con noi. XV,176
- La carità del Signore non ha confini, e non eccettua alcuna persona di qualunque età, condizione e credenza. XV,457
- Mettiamo la nostra confidenza in Dio e andiamo avanti. XV,468
- Iddio che al presente vi aiuta, non vi aiuterà specialmente se avrete dato amore suo? XV,525
- L’avvenire del mondo é scuro assai; ma Dio é la luce e la santa Vergine é sempre la Stella Mattuttina. Confidenza in Dio e in Maria. XV,608
- Per ottenere un buon risultato quando si é senza mezzi, bisogna mettersi all’opera con la più intera fiducia nel Signore. XVI,235,527
- Ciò che vien chiamato previdenza, é cagionato da mancanza di fiducia nella Divina Provvidenza. XVII,70
- Io sono certo che Il Signore ci verrà in aiuto con mezzi straordinari ed inattesi, quando si faccia ogni sforzo per avere vocazione. XVII,366
- Dio é nostro buon Padre e ci benedice sempre, e non ci manda questi castighi se non per farci ricorrere alla sua misericordia. XVII,512
- (1885): Offrite di ricevere gli orfani del colera come l’anno scorso: Dio vi aiuterà. XVII,607
- Dio, quando passa fa certamente giustizia: ma dopo di sé lascia sempre la sua misericordia e la sua benedizione. XVII,606
- Confidiamo in Dio, che é nostro Padre, preghiamolo, ma teniamo la vita retta. XVII,607
- Sii con Dio come l’uccello che sente tremare il rame e continua a cantare, sapendo di avere le ali. XVIII,281
- Coraggio, Dio é con oi; che non ci abbiamo a dire il modicae fidei! Più avremo tribolazioni qui, e più larga ne sarà la ricompensa in cielo. Sm.425,n.242
- Siamo nelle mani del Signore, il quale é il più buono dei padri che veglia di continuo al nostro bene, e sa ciò che é meglio per noi, e quello che non lo é. S,477,n.83
- In Maria ho riposto tutta la mia fiducia. I,243
- Siate intimamente persuasi che tutte le grazie che voi chiederete a Maria ss. vi saranno concesse, purché non domandiate cose che siano di vostro danno. III,15
- Essa vuole che riponiamo tutta la nostra fiducia. III,13
- Maria ss. mi ha sempre aiutato e continuerà ad aiutarmi. V,191
- Una sincera, figliale, illimitata fiducia in Maria, una tenerezza singolare verso di Lei, una devozione costante ci renderanno superiori ad ogni ostacolo, tenaci nelle risoluzioni, rigidi verso di noi, amorevoli col prossimo, ed esatti in tutto. V,482
- Una cosa che abbiamo fra di noi in modo specialissime, e non la conosciamo abbastanza, si é la protezione di Maria e quanto sia efficace il ricorrere a questa buona Madre. VI,115
- Ricorri con fiducia a Maria nei bisogni dell’anima tua. VII,6
- “A me venite, e figli (così Maria rispose) Chi tante preci effonde Respingere io non so. Intorno a me stringetevi. Siatemi sempre accanto. Vi coprirò col manto, difesa a voi sarò. VII,41
- Maria é Stella del mare. Essa non abbandona chi in Lei confida. Mettiamoci tutti sotto il suo manto; ella ci scamperà dai perigli e ci guiderà a porto tranquillo. VII,276-7
- (sogno): Se voi sarete per Me figlioli devoti, io sarò per voi Madre pietosa. VIII,281
- Dopo Gesù non abbiamo miglior appoggio su questa terra, né consolazione più gioconda, che affidarci al patrocinio di Lei che é la dispensatrice delle celesti grazie. VIII,712
- Speriamo molto da chi molto può. VIII,757
- Ricordatevi che “citius coelum et terra perierint, quam Maria amicum se implorantem sua ope destituat”. VIII,831
- Chi in lei confida non sarà deluso giammai. VIII,907
- Mettiamo tutta la nostra confidenza in Maria e chi non ha ancora la sua medaglia indosso, se la procuri, e nelle tentazioni, baciamola e ne proveremo un grande vantaggio per l’anima nostra. IX,338
- Ti trovi in balia di una tempesta? Invoca la stella del mare, invoca Maria. X,6.9
- I poveri siano i vostri depositari, i nostri banchieri, e la Madonna si farà garante del vostro versamento. Portate i vostri interessi alla banca della Madonna, e grande sarà il frutto che ne avrete. X,321
- Confidate ogni cosa in Gesù Cristo Sacramentato ed in Maria Ausiliatrice e vedrete che cosa sono i miracoli. XI,395
- La Madonna non fa le cose solo per metà. XIII,151
- Ricordatevi, o cari figlioli, che la Vergine ha messe in serbo tutte quelle grazie che sono necessarie a ciascuno di noi per la nostra anima, pel nostro corpo, per i nostri genitori, parenti, amici. Per darcele aspetta solamente che le domandiamo. XIII,40.
- Questa Madre pietosa concede facilmente le grazie di cui abbisognamo, e tanto più le spirituali. XIII,409
- Ella é chiamata aiuto dei Cristiani sia contro i nemici esterni che contro i nemici interni. XIII,409
- Io vi raccomando quanto so e posso, e il mio consiglio sia scolpito nella vostra mente e nel vostro cuore, di invocare sempre il nome di Maria, specialmente con questa giaculatoria: Maria Ausiliatrice dei Cristiani, prega per noi. É una preghiera non tanto lunga, ma che si esperimentò molto efficace. XIII,410
- L’unico mio appoggio é sempre stato il ricorso a Gesù Sacramentato ed a Maria Ausiliatrice. XIII,576
- La nostra confidenza é nell’aiuto di Maria Ausiliatrice. Il Signore e la sua divina Madre non permetteranno che si ripeta invano: Maria aiuto dei Cristiani, pregate per noi! XV,117
- L’avvenire del mondo é scuro assai: ma Dio é la luce e la santa Vergine é sempre la stella mattutina. Confidenza in Dio e in Maria. XV,608
- Oh! Maria Ausiliatrice é un terribile patrocinio: terribile per quelli che vogliono opporsi all’opera sua, ma onnipotente per coloro che si tengono sotto il suo manto. XV,666
- La santa Vergine benedice chi si occupa della gioventù. XVI,238
- Io sono certo che tutti quelli di voi (benefattori delle opere salesiane) che domanderanno grazie a Maria, le otterranno, purché ben inteso, non si oppongano al bene ell’anima. XVII,149
- La santa Vergine continuerà certamente a proteggere la nostra congregazione e le opere salesiane, se noi continueremo la nostra fiducia in Lei e continueremo a promuovere il suo culto. XVII,261
- Disse che di tutto noi siamo debitori a Maria e che tutte le nostre cose più grandi ebbero principio e compimento nel giorno dell’Immacolata. XVII,510
- O Vergine pia - l’aiuto tuo forte - dà all’anima mia - in punto di morte. XVIII,483
- (sul letto di morte): Ho sempre avuta tutta la mia fiducia in Maria Ausiliatrice. XVIII,533
- Maria ss. fu la fondatrice, e sarà la sostenitrice delle nostre opere. Sm.412, n.190
- Dite pur sempre essere un cattivo figlio chi parla male di suo padre. III,607
- Siccome é un cattivo figlio colui che censura la condotta si suo padre, così é un cattivo cristiano colui che censura il Papa, che é il padre dei cristiani che sono in tutto il mondo. IV,55
- Quando un figlio abbandona i genitori per obbedire alla vocazione, Gesù Cristo prende il suo posto nella famiglia. IX,704
- Il signore benedice sempre i figli che obbediscono alla volontà dei genitori. XVIII,415
- Per mancanza di mezzi non si cessi mai di ricevere un giovane che da speranza di vocazione. Spendete tutto quello che avete, e se fa mestieri andate a questuare, e se dopo ciò voi vi troverete nel bisogno, non affannatevi che la ss. vergine in qualche modo, anche prodigiosamente verrà in vostro aiuto. V,397
- Amate la povertà per conservare in buon stato le finanze della congregazione. X,100; XVII,271
- I poveri siano i vostri depositari, i vostri banchieri e la Madonna si farà garante del vostro versamento. Portate i vostri interessi alla banca della Madonna, e grande sarà il frutto che ne avrete. X,321
- I fioretti migliori sono quelle pratiche che si fanno comunemente ogni giorno: per es. baciar la medaglia tre volte, oppure la terra; baciare il crocifisso prima di coricarsi... V,649
- Raccolta di fioretti: VI,800; VIII,257; IX,567; X,32; XV,470
- Far passare Dio nel cuore dei giovani. VI,815
- Dobbiamo renderci tali da essere atti a compiere fruttuosamente il nostro ministero. IX,34.
- Vi esorto a secondare il più possibile l’inclinazione per quanto riguardasse le occupazioni. Alle volte si pensa che sia virtù il far rinnegare la volontà con questo o quell’altro ufficio, contrario al gusto individuale, mentre ne deriva danno all’individuo ed anche alla congregazione. Piuttosto sia vostro impegno insegnar loro a mortificarsi ed a sacrificare e spiritualizzare queste inclinazioni, avendo in tutto di mira la gloria di Dio. X,637
- I chierici insegnino ai giovani il rispetto ai superiori con la loro riverenza esteriore, col saluto, e colla confidenza. X,1018
- Il timore di Dio e la frequenza dei santi Sacramenti. Ecco ciò che fa fare miracoli alla gioventù. XI,221
- Se desiderate di cominciar bene, bisogna, che ciascheduno incominci a mettersi in grazia di Dio. XI,458
- Il sistema repressivo può impedire un disordine, ma difficilmente farà migliori i delinquenti. XIII,919
- Io non voglio che i miei figli siano enciclopedici; ma voglio che i miei falegnami, fabbri, calzolai siano avvocati; né che i tipografi i legatori e i librai si mettano a farla da filosofi e da teologi; tanto meno intendo che i miei professori e maestri studino “de arte politica” come se avessero a diventare ministri e ambasciatori. A me basta che ognuno sappia bene quello che lo riguarda, e quando un artigiano possiede le cognizioni utili ed opportune per ben esercitare la sua arte, quando un professore é fornito della scienza che gli appartiene per istruire adeguatamente i suoi allievi, quando un sacerdote mediante i dovuti esami é giudicato idoneo ad esercitare il sacro ministero e lo esercita di fatto con vantaggio delle anime, costoro, dico, sono dotti, quanto é necessario per rendersi benemeriti della società e della religione ed han diritto quanto altri di essere rispettati. Regoliamoci dunque bene e non curiamoci delle male lingue né delle cattive penne. XV,179
- Teniamoci alle cose facili, ma si facciano con perseveranza. VI,9
- La formazione consiste in due cose: dolcezza in tutto e la cappella sempre aperta, con ogni facilità di frequentare la confessione e la comunione. VI,168
- Le anime giovanili nel periodo della loro formazione han bisogno di sperimentare i benefici effetti che derivano dalla dolcezza sacerdotale. XVI,169
- Il santo Padre Pio IX disse parecchie volte che nel formare i salesiani si avesse in mira di renderli quali dovrebbe essere un sacerdote esemplare in mezzo al mondo. XVI,413
- Quando uno confida nella bontà di sua causa non teme più nulla. III,331
- Io sono fatto così: quando vedo l’offesa di Dio, se avessi contro ben anche un esercito, io, per impedirla, non mi ritiro e non cedo. III,331; VII,377
- Una sincera, figliale, illimitata fiducia in Maria, una tenerezza singolare verso di Lei, una devozione costante ci renderanno superiori ad ogni ostacolo, tenaci nelle risoluzioni, rigidi verso di noi, amorevoli col prossimo, ed esatti in tutto. V,482
- Quando si tratta di salvare un’anima non temo alcuna conseguenza. V,661
- Volete essere forti per combattere contro il demonio e le sue tentazioni? Amate la Chiesa, venerate il Sommo Pontefice, frequentate i Sacramenti, fate sovente la vostra a Gesù. È suoi tabernacoli, siate molto divoti di Maria SS., offritele il vostro cuore, ed allora supererete tutte le battaglie e tutte le lusinghe del mondo. VI,347
- Quando si tratta di fare il bene, di respingere o di combattere gli errori, mettete la vostra confidenza in Gesù e Maria, e allora sarete pronti a calpestrare il rispetto umano e a subire anche il martirio. VI,348
- Abbi il coraggio della tua fede e delle tue convinzioni. VI,482
- Io non lascio mai di fare un’opera che so essere buona e da farsi, per quanto siano numerose e grandi le difficoltà che mi si presentano. Si tratta di andare a far visita ad un grande personaggio, il quale io sappia eziandio essermi contrario? Ci vado senza più! Ma prima di incominciare quell’impresa dico un’Ave Maria: la dico pure prima di presentarmi a qualsivoglia altra persona, poi avvenga quel che vuole. Io pongo tutto ciò che é in me, il resto lo lascio al Signore. VI,670
- Io non temo punto che mi possono fare gli uomini per aver detta la verità, temo solo quello che mi può fare Iddio, se pronunciassi la menzogna. VI,674
- Il prete cattolico non ha altra politica, che quella del santo Vangelo e non teme conseguenze di sorta. VI,679
- Tenuto conto dell’umana miseria un buon chierico, facendo il suo dovere deve aspettarsi di essere contraddetto dai cattivi, ma deve anche rendersi superiore ai loro motteggi e compatire. VI,999
- Le pillole più amare sono le migliori per la santità. VIII,448
- Prima d’intraprendere una cosa ci accertiamo che é volontà di Dio che le cose si facciano. Porrà che mille difficoltà s’incontrino per via: non importa: Dio lo vuole, e noi stiamo intrepidi in faccia a qualunque ostacolo. XI,54
- La mortificazione dei sensi giova non poco alla conservazione della castità, ed a fortificare lo spirito. XII,15
- Dalla croce possiamo prendere fortezza con pregare e meditare. XII,601
- Nulla al mondo ci deve sgomentare. XVII,130
- Se avessi saputo prima che costava tanti dolori, fatiche, opposizioni e contraddizioni il fondare una società religiosa, forse non avrei il coraggio di accingermi all’opera. XVII,142-3
- Per quanto io conosco, fondare una Congregazione é qualche cosa che sa del martirio. Sm.662, n.129
- Chi ruba é ladro, e i ladri fanno triste fine. I,225
- Tre mali sommamente da fuggirsi: la bestemmia, la disonesta, il furto. IV,755
- Il vizio di prendere la roba d’altri é il vizio più disonorante che sia nel mondo. Uno che venga riconosciuto per ladro, non si toglie più di dosso questo brutto nome. VI,353
- La roba degli altri dobbiamo considerarla come tanto fuoco. VI,354
- Non si tolleri mai né l’immoralità, né la bestemmia, né il furto. VI,354
- Miei cari giovani! Tenetevi lontani dal furto e dalla disonestà, se volete essere cari al Signore. VIII,43
- Io dico che chi non dà il superfluo, ruba al Signore, o con S. Paolo “regnum Dei non possidebit”. XV,525
- Nella buona creanza vedeva il germoglio di molte virtù. VI,211
- Incontrando persone autorevoli per via, datevi premura di salutarle ossequiosamente. XI,389
- Fate lo stesso con le persone Ecclesiastiche e aggregate ad Istituti religiosi. XI,389
- Dio non si lascia vincere in generosità. II,254
- Quando si tratta di servire si buon Padre, come Iddio, bisogna essere pronti a tutto sacrificare. II,535
- A Dio non piacciono le cose fatte per forza. Egli, essendo Dio d’amore, vuole che tutto si faccia per amore. VI,15
- Il Signore darà (a ciascuno) i suoi aiuti secondo la sua buona volontà. XIII,423
- Colui che perde il rispetto al padre o alla madre si attira sul capo la maledizione di Dio. I,442
- La prima virtù di un giovane é l’obbedienza al padre e alla madre. III,165
- Figlioli, ricordatevi che é una gran disgrazia esser cagione di dolore ai propri parenti. Dio maledice chi li fa piangere. VII,670
- Quando un figlio abbandona i genitori per obbedire alla vocazione Gesù Cristo prende il suo posto nella famiglia. IX,704
- Quando scrivete ai vostri parenti dite... che tutti quelli che hanno dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice saranno tutti salvi fino alla terza e alla quarta generazione. X,651
- Scrivete ai vostri genitori, non lasciateli in pena col vostro prolungato silenzio. Ciò fa male a voi e a loro, e può esser causa d’impedimento a tante vocazioni. XIV,258
- Il Signore benedice sempre i figli che obbediscono alla volontà dei genitori. XVII,415; VII,831-2
- L’invocazione a Lui più famigliare era: Maria Mater gratiae, Dulcis parens clementiae, tu nos ab hoste protege, et mortis hora suscipe. V,163
- Inculcava d’invocare la madonna nei pericoli colla giaculatoria: Maria aiutatemi. V,163
- Gesù, Giuseppe, Maria aiutatemi a salvare l’anima mia. Questi sono i tre nomi più terribili e più formidabili al demonio. VI,8
- Per conservare la virtù della modestia rendetevi famigliare l’uso delle giaculatorie.VII,83
- Le giaculatorie raccolgono in breve l’orazione vocale a la mentale. IX,997.
- Avrebbe voluto Suggerire al Papa che nelle Litanie dei Santi si aggiungesse la rogazione: “Ut bonos edignon operarios in messem tuam mittere digneris, Te rogamus audi nos. XI,410.
- Farete conoscere e amare Maria Ausiliatrice... recitando e facendo recitare spesso la giaculatoria Maria Axrilium Chnistianorum ora pro nobis. XIII,2°7
- Don Bosco vi assicura che se avete qualche grazia spirituale da ottenere, preghiate la Madonna con questa giaculatoria: Maria Axsilium Chr., ora pro nobis, e sarete esauditi. XIII,410.
- Vi ripeterò che le recitiate in ogni pericolo, in ogni tentazione, in ogni bisogno e sempre: che domandiate a Maria Ausiliatrice anche la grazia di poterla invocare. Ed io vi prometto che il demonio farà banca rotta. XIII,411,
- Invochiamo Maria colla giaculatoria Auxilium Ch. ora pro nobis, che in moltissimi casi si è trovata efficacissima. XIII,805
- Il Signore e la sua divina Madre non permetteranno che si ripeta invano: Maria, Aiuto dei Cristiani, pregate per noi. XV,117.
- Ripetete ogni giorno la giaculatoria Maria Aux.Ch. ora pro nobis. Così facendo state tranquilli e certi che la Madonna farà vedere visibilmente il suo potente patrocinio. XVII,177.
- Maria sit tibi Auxilium in vita, levamen in periculis, solamen in morte, gaudium in coelo. XVIII,446.
- Gloria al sacro Cuor di Gesù ora o sempre in tutti i secoli. XVIII,135.
- O vergine Pia, l’aiuto tuo forte dà all’anima mia in punto di morte. XVIII,483.
- Il gioco delle carte non sembrava a don Bosco un passatempo da ecclesiastico. I,383
- Non approvava le carte, la dama, la tela, gli scacchi dicendo: la mente ha bisogno del suo riposo. VI,402
- La più bella passeggiata e il più bel giuoco che mi piacerebbe si è di poter condurre diecimila giovani in paradiso. V,716
- Quando vedo i giovani tutti occupati nel gioco son sicuro che il demonio ha un bel fare, ma non riesce a nulla. VIII,48.
- Per la moralità tra gli allievi buoni messi sono i trastulli: preferibili però sono quelli in cui ha parte la destrezza della persone e da bandirsi quegli altri che portano a tratti di mano. XIII,247.
- Riguardo ai giuochi è da ritenere che il giovane deve stare contento e perciò bisogna svagarlo con giuoco. XVI,168
- Tale lettura toglie gran parte del tempo agli studi severi, volge l’anima a molte cose inutili e per certuni anche dannose, e accende le passioni pclitiche.III,488-9
- Del polemizzare sui giornali egli ribadì un suo principio: É questa la maniera di perpetuare i fastidi: si finisce sempre col malcontento di tutte due le parti; si fanno diventar grosse cose in se stesse piccolissime, e si palesa a tutto il mondo quello che dovrebbe restar segreto. XII,551
- Ho sempre aborrito e detestato la difesa per mezzo della pubblica stampa. XIII,378.
- Don Bosco è si poco politico, che non legge nemmeno un giornale. XVI,291
- Per rispondere a questi giornali non dobbiamo produrre prove, basta una semplice smentita. Se si portano prove, si dà ansa ai loro articoli e materia per nuovi insulti. Si protesti invece e si dica che, se vogliono sapere le cose come stanno, cerchino essi le prove. XVII,338
- Ciò che più di tutto attrae i giovanetti sono le buone accoglienze. II,256.
- La mia vita è consacrata al benessere dei poveri giavanetti. II,462.
- Miei cari, io vi amo con tutto il cuore, e mi basta sapere che voi siete ancora in tenera età perché io vi ami assai. III,11.
- Datemi un giovanetto che sia temperante nel mangiare, nel bere, e nel dormire, è voi lo vedrete virtuoso, assiduo nei suoi doveri, pronto sempre quando si tratta di far del bene, e amante di tutte le virtù; ma se un giovane è goloso, amante del vino, dormiglione, a poco a poco avrà tutti i vizi. IV,184.
- Qui con voi mi trovo bene: è proprio la mia vita stare con voi. IV,654.
- Quello che ha da rendere un giovanetto virtuoso ed onesto, cioè un vero galantuomo, è l’adempimento di tutti i doveri che l’uomo ha verso Dio, verso se stesso e verso i suoi Simili; doveri che voi non potete imparare che sotto il magistero della Chiesa, alla scuola del Catechismo. V,515.
- I suoi giovanetti erano tutti come un prezioso deposito confidatogli da Dio stesso. VI,382.
- I giovanetti raccomandate la frequente confessione e comunione. XI,390.
- I pericolanti giovanetti se non sono aiutati diventano il flagello della società, e per lo più vanno a popolare le prigioni. XIII,184.
- I giovanetti sono la delizia di Gesù e di Maria. XVIII,482-863.
- Età, scienza, sostanze sono lacci terribili di cui il demonio si serve per condurre tanti incauti giovanetti alla rovina spirituale e corporale. XIX,440.
- La prima virtù di un giovane è l’ubbidienza al padre e alla madre. III,165.
- Giovani miei cari, delizia e pupilla dell’occhio divino. III,605
- Ricordatevi, o giovani che voi siete la delizia del Signore. III,607.
- Quanti giovani furono rovinati dal vizio della gola.IV,184.
- Per questi (orfani, abbandonati) giovani farò qualunque sacrificio: anche il mio sangue darei volentieri per salvarli. IV,335.
- Giovani, se volete perseverare nella via del cielo, vi raccomando tre cose: accostatevi spesso al sacramento della confessione, frequente la santa comunione, sceglietevi un confessore cui osiate aprire il vostro cuore, ma non cangiatelo senza necessità. VI,145.
- Dio vi dà tempo e comodità di studiare e praticare la religione. Sappiatene approfittare. XIV,86.
- Le anime giovanili nel periodo della loro formazione han bisogno di sperimentare i benefici effetti che derivano dalla dolcezza sacerdotale. XVI,169.
- (sogno) Come si possono rianimare questi miei cari giovani acciocché riprendano l’antica vivacità, allegrezza, espansione? Colla carità... Che i giovani non solo siano amati, ma che essi stessi conoscano di essere amati. XVII,109-10.
- Ho promesso a Dio che fin l’ultimo mio respiro sarebbe stato per i miei poveri giovani. XVIII,258.
- Era caduto il discorso su l’importanza e l’efficacia della comunione frequente per l’emendamento della vita, massime nei giovani e per loro avviamento alla perfezione. Don Bosco esclamò d’un tratto: sta lì il gran segreto. XVIII,438
- Fino a tanto che mi ritornerà un filo di vita tutta la consacrerò al loro (dei giovani) bene e vantaggio spirituale e temporale. XVIII,457
- Chi protegge gli orfanelli, sarà benedetto da Dio nei pericoli della vita e protetto da Maria in morte. XVIII,482,864
- (sul letto di morte a don Bonetti): - Di ai giovani che io li attendo tutti in Paradiso. XVIII,533.550.
- La porzione dell’umana società, su cui sono fondate le speranze del presente e dell’avvenire, la porzione degna dei più attenti riguardi è, senza dubbio la gioventù. III,605.
- Rettamente educata la gioventù vi sarà ordine e moralità, al contrario, vizio e disordine. III,605
- Avvisi di un amico alla gioventù secondo i bisogni dei tempi. (vedi avvisi, III,607).
- Le abitudini formate in gioventù per lo più durano tutta la vita: se sono buone ci conducono alla virtù e ci danno morale certezza di salvarci. Al contrario guai a noi se ne prendiamo delle cattive. III,607.
- Gioventù e vino sono due fuochi. IV,184.
- L’esperienza ha tatto conoscere che ordinariamente la gioventù prima dei dodici anni non è capace di fare né gran bene, neppure gran male, e passati i diciotto anni riesce assai difficile il far deporre le abitudini altrove formate per uniformarsi ad un nuovo regolamento di vita. IV,736; IX,855
- Dalla buona o cattiva educazione della gioventù dipende un buono o triste avvenire ai costumi della società. V,931.
- I più validi sostegni della gioventù sono il sacramento della confessione e della comunione. Datemi un giovanetto che frequenti questi sacramenti, voi lo vedrete crescere nella giovanile, giungere alla virile età e arrivare se così piace a Dio, fino alla più tarda vecchiaia con una condotta che è l’esempio di tutti quelli che lo conoscono. VI,145.
- La gioventù è un’arma pericolosissima del demonio contro le persone consacrate al Signore. IX,922.
- Il timor di Dio e la frequenza dei santi sacramenti: ecco ciò che fa fare miracoli alla gioventù. XI,221.
- L’intemperanza è quella che mena miseramente a naufragio tante giovinezze. XII,630.
- Io ho consacrato tutta la mia vita al bene della gioventù, persuaso che dalla sana educazione di essa dipende la felicità della nazione. XII,700.
- Questo è l’unico mezzo per salvare la povera gioventù istruendola nella religione e quindi cristianizzare la società. XII,700
- Noi dobbiamo avere per iscopo primario la cura della gioventù, e non è buona ogni occupazione che da questa cura ci distragga. XIV,284.
- Il catechismo cattolico negli oratori festivi è l’unica te- vola di salvezza per tanta povera gioventù. XIV,541.
- Nelle cose che tornano a vantaggio della pericolante gioventù o servono a guadagnare anime a Dio, io corro avanti fino alla temerità. XIV,662.
- Se cattiva è la gioventù, cattiva sarà la società. XVI,66.
- Il bene della società e della Chiesa risiede nella buona educazione. XVI,66
- La santa Vergine benedice chi si occupa della gioventù. XVI,238
- Maria ama la gioventù e quindi ama e benefica quanti della gioventù si prendono cura. XVI,284.
- Se vogliamo una società buona, dobbiamo far convergere tutti i nostri sforzi nell’educare cristianamente la gioventù. XVII,150.
- Don Bosco è vecchio e non può più lavorare: sono agli ultimi della mia vita. Lavorate voi altri; salvate la povera gioventù. XVIII,476
- Beati coloro che si danno a Dio per sempre nella gioventù. XVIII,482.564
- Al giudizio sarò solo con Dio. VI,120
- Difetto di modestia nel parlare indica la mancanza di giudizio. III,615.
- Come sono discordi i giudizi degli uomini. Ma dicano un po’ quel che vogliono. Altro non sono se non quel che sono davanti a Dio. VII,375.
- Al giudizio renderemo a Dio strettissima conto del non aver lavorato e del tempo perduto. X,367.
- Siate lenti nel giudicare IV,439.
- Siate sempre facili a giudicare bene del prossimo, e quando non potete altro, giudicate bene delle intenzioni, scusandolo almeno per queste. VI,694.
- Quando ti è fatto rapporto intorno a qualcheduno, procura di rischiarare bene il fatto prima di giudicare. Spesso ti saranno dette cose che sembrano gravi e sono soltanto paglie. VI,524.
- Nelle relazioni, nelle cose contenziose, prima di giudicare si ascoltino ambe le parti. XI,390.
- Dio domanda un conto severo di tutte le cose che non ci sono necessarie, se noi non le doniamo secondo il suo precetto. XV,694.
- Curate sempre quello che di voi potrà dire il Signore, non quello che di voi, bene o male, diranno gli uomini. XVIII,329.
- Se cercheremo la nostra gloria, ne verrà malcontento, divisione, disordine. VI,389.
- Homo - humus, fama - fumus, finis - cinis. X,1332; XVII,163.
- Non si va alla gloria se non con grande fatica. XI,363.
- Le croci sono quelle che ci portano alla gloria. XV,659.
- Le spine conducono senza dubbio al regno dei cieli. XVII,660.
- Quanto di nostra fama noi lasciamo su questa terra, altrettanto di gloria sarà scemato in cielo. XVII,225
- Facciamoci santi, se vogliamo che il mondo parli di noi. XVII,557.
- Colui che abbraccia lo stato ecclesiastico si vende al Signore, e di quanto havvi nel mondo nulla più deve stargli a cuore, se non quello che può tornare a maggior gloria di Dio ed a vantaggio delle anime. 1,187.
- Molti invece della gloria di Dio cercano l’utilità propria. (Mamma Margherita). V,561.
- Non cercare né eleganza, né splendore nelle opere. Cerca la gloria di Dio, ma abbi per base la povertà di fatto. (Mamma Margherita). V,561.
- Tutto per il Signore e la sua gloria. VI,420.
- Io tengo questa base in tutte le mie imprese. Cerco prima bene che quella tale opera ridondi a maggior gloria di Dio ed a vantaggio delle anime: se è così vo avanti sicuro, che il Signore non lascia mancare la sua assistenza. VI,585.
- Quando vogliamo fare qualche cosa esaminiamo prima se sia di maggior gloria di Dio; conosciuta tale; andiamo avanti, non arrestiamoci; e riusciremo. VII,376.
- In tutto quello che fai pensa se hai di mira la gloria di Dio. VII,7
- Il sordido interesse non mi guiderà mai nelle cose che si riferiscono alla gloria di Dio. VII,154.
- Massimo nostro dovere è che dobbiamo fare buon uso della sanità in servizio e gloria di Dio. VII,834
- Tu riuscirai col cercare la gloria di Dio in quello che fai. IX,721.
- Tutte le nostre facoltà e il nostro ingegno, tutti i nostri lavori, le nostre pene, le nostre umiliazioni bisogna che abbiano di mira solamente la gloria di Dio. X,265
- Volete che ci assicuriamo di fare anche noi cosa che certamente ridondi a gloria di Dio? Adempiamo quegli uffizi che lungo il giorno ci vengono assegnati. XII,605.
- Con la preghiera noi diamo gloria a Dio. XV,89.
- Raccomando di formare un cuor solo e un’anima sola per amare e servire Dio e promuovere la sua gloria mediante la pratica della carità. XV,486.
- Lavoriamo a gloria di Dio con la carità. XV,486
- A noi non importa il ricevere cento lire ai più o di meno, ma conseguire la gloria di Dio. XVI,413.
- Per San Giovanni Bosco il “Diliges Dominum Deum tuum” e il “Diliges proximum tuum” si tradussero nella formula: “Lavorare per la gloria di Dio e per il bene delle anime. (Pio XI). XIX,282.
- Tutto per il Signore; facciamo quello che si può ad majorem Dei Gloriam; riposeremo poi in paradiso. Sm.427,n.248.
- Le intemperanze accorciano la vita ai golosi. I,115.
- Chi non sa frenar la gola non è uomo, e la golosità è madre di mille vizi. III,367
- Se un giovane è goloso, amante del vino, dormiglione, a poco a poco avrà tutti i vizi. Diverrà poltrone, sbadato irrequieto e tutto gli andrà a male. I,184.
- Quanti giovani furono rovinati dal vizio della gola. IV,184.
- Venter pinguis non gignit mente tenuem. IV,198.
- Il demonio tenta di preferenza gl’intemperanti. IV,183.
- Mangiare per vivere e non vivere per mangiare. IV,190.
- Chi non sa comandare alla propria gola è un servo inutile. IV,741.
- La gola produce l’impurità. IX,195.
- La gola e l’ozio sono pessimi consiglieri. IX,1788
- La gola fu causa della distruzione di molte istituzioni religiose. X,1078
- La gola allontana dalla vita religiosa. XI,517.
- Gola e castità, e specialmente vino e castità non possono andare insieme gimmai. XI,517
- Si può commettere una golosità, una intemperanza anche bevendo acqua. XlI,355
- (sogno). “Questo é il primo chiodo che tormenta e manda in rovina le Congregazioni religiose. (la gola).
VlI,468
- 16, Quando uno si lascia dominar da questo vizio, non v’è risoluzione non v’è proponimento che tenga: è troppo difficile l’emenda. E con la gola vengono poi di conseguenza altre miserie. XIII,398
- (gli abituati al vino) so facessero anche miracoli, non crediate ancora che si siano vinti; passato in po’ di tempo poi ricadranno. XIII,398.
- (sogno). Nell’accettazione dei novizi escludere i pigri ed i golosi. XIV,124.
- Il più efficace comando di un Superiore è il buon esempio, ed il precedere i sudditi nell’adempimento dei rispettivi doveri. II,54.
- Per dirigere bene tre cose sono necessarie: 1) operare tutto per la gloria di Dio e per la salute delle anime. 2) far vedere ai soggetti (principalmente in principio dell’anno) che il bene dell’anima loro è l’unico nostro movente. Far questo nelle scuole, nel refettorio, nel correggere, nel premiare e sempre. 3) studiare i naturali, per migliorarli; non urtar mai, secondarli sempre, edificare, non distruggere. XIII,445-6
- Non sarà mai buono a comandare chi non è capace di ubbidire. IX,526; X,1045.
- La carità e la pazienza ti accompagnino costantemente nel comandare e nel correggere. X,1041
- Procura di rischiarar bene i fatti prima di giudicare. X,1041.
- Le cose si facciano spontanee, non coacte. X,383.
- Di regola generale bisogna che le cose si mantengano come sono. XI,161.
- Sapienza e scienza, prevedere e provvedere. XII,53.
- Nelle nostre case non abbiamo che da occuparci delle piccole cose; il resto viene da sè. XII,53.
- Col fare a lungo quel che si vuole, i mali incancreniscono. XII,55.
- Finché si può si evitino gli urti e si vada avanti a poco alla volta. XII,85
- Le innovazioni si devono introdurre a poco a poco e quasi insensibilmente. XII,385.
- Non guastiamo mai un posto per accomodarne un altro. XIII,883.
- Quando una cosa è necessaria la si faccia pure. XIII,893
- Si insista perché in ogni cosa tutti facciano centro al Direttore. XIV,15.
- Si ritenga che talora uno che sembra inetto per un ufficio, aiutato dalla grazia di Dio, riesce poi bene, se i superiori di una casa lo coadiuvano. XVII,664.
- Prima di ogni altra cosa, anche nell’andamento degli uffici e degli interessi, si guardi alla salute dell’anima dei chierici. XVII,664.
- Si richiamino i confratelli all’osservanza delle regole non in forza dell’io voglio, ma in forza del dovere dalle regole Imposto. XVIII,187
- Il praticare con diligenza i rendiconti fa procedere bene le cose. XVIII,189
- Il nostro grande studio è nel saper far lavorare gli altri. XIII,887
- A me basta che ognuno sappia bene quello che lo riguarda. XV,176.
- Il miglior consiglio è di far bene quanto possiamo e poi non aspettarci la mercede dal mondo, ma da Dio solo.VII,418
- É provato dall’esperienza che la gratitudine nei fanciulli è per lo più presagio d’un felice avvenire.VII,494
- La pratica della castità sarà il modo di ringraziare Dio di tanti favori che ci ha concessi. XII,225.
- I Salesiani dimostrino la loro gratitudine coll’esatta osservanza delle regole. XIII,497
- Non è possibile che chi ha la gratitudine non abbia le al tre virtù, e chi conosce le virtù non le pratichi. XIII,756
- Gli ingrati noi li compiangiamo, perché sono infelici. XIV,511.
- Esortò a chiedere al Signore, nel tempo della prima messa, quella grazia che più desiderava, assicurandolo che sarebbe stato certamente esaudito. II,36.
- A quelli che desideravano ottenere grazie o ricorrevano a Lui, raccomandava di far celebrare messe, udirle e parteciparvi colla frequente comunione. IV,454.
- Dio non abbandona nessuno; chi ricorre a Lui coll’anima monda dal peccato e colla preghiera ben fatta, ottiene quanto gli abbisogna. V,160.
- Miei cari, ringraziamo il Signore. Si vede proprio che Dio alcune volte produce colla sua grazia veri prodigi. Felici coloro che corrispondono alla grazia di Dio: ma infelici quelli che sentendolo battere alla porta del loro cuore gliela chiudono: essi corrono grave pericolo che più non torni, e così se ne muoiano nel loro peccato; ciò che Dio stesso nella scrittura minaccia di fare.VI,164.
- Qual’é il tempo più propizio in cui domandando grazia al Signore siamo più sicuri di ottenerlo? É il tempo dell’elevazione dell’ostia e del calice. VI,852.
- Volete che il Signore vi faccia molte grazie? Visitatelo sovente. Volete che ve ne faccia poche? Visitatelo di rado. VIII,49
- Dio suole concedere grazie straordinarie nel ritiro. IX,994.
- Le grazie grandi Dio le concede con parsimonia. IX,994
- Si è più volte verificato con la mancanza di fedeltà alle fatte promesse tornò d’irnpedimento a conseguire la grazia sospirata, e talvolta fu revocato il favore già ottenuto. X,81.
- Diceva che la fede dei divoti era quella che strappava le grazie. X,80.
- Le grazie si ottengono dalle preghiere di quelli che le domandano e pregano con fede, e per le opere di carità che fanno a vantaggio dei poveri orfanelli. X,890
- La fede e quella che fa tutto. X,90.
- Dio non ha detto: promettete e vi sarà dato, ma date e vi sarà dato; quindi bisogna obbligare Iddio col far precedere l’opere buone. Chi si rimette pienamente a Dio, è impossibile che non venga esaudito. X,91.
- (per ottenere le grazie). Molta fede, molte preghiere, con qualche opera di carità. X,92.
- Vi sono certe grazie che Dio suole concedere, ma vuole che siano frutto di continuate preghiere. X,1167.
- La Madonna concede grandi grazie a chi fa bene le sue novene. XII,572
- La Madonna non fa le cose solo per metà. XIII,151.
- Quando vogliate ottenere qualche grazia spirituale, prendete come abitudine di recitare di.quando in quanto questa giaculatoria: Maria Auxilium Cristianorum, ora pro nobis... Moltissimi invocandola con questa giaculatoria, ottennero grazie speciali. XIII,410.
- Don Bosco vi assicura che se avete qualche grazia spirituale da ottenere, preghiate la Madonna con questa giaculatoria: Maria A. C. ora pro nobis, e sarete esauditi. XIII,411.
- In tempo di esercizi il Signore è solito fare grazie straordinarie. XIII,419.
- Pensate che le grazie grandi non si ricevono tanto sovente e il potere fare gli esercizi spirituali è una grazia grande. XIII,753.
- La preghiera ottiene tutto quello che si è necessario. XV,465.
- Grazie straordinarie certamente sono state concesse: ma le ha fatte, a vantaggio delle nostre opere, la santa Vergine, che le ottiene dal suo divin Figlio per chi soccorre gli orfanelli, a Lui tanto cari. Le nostre case, che vivono unicamente della carità dei fedeli, non potrebbero sussistere, se grazie straordinarie non venissero a svegliare la carità cristiana, facendo deporre nelle nostre mani il tributo della riconoscenza. Iddio, la cui assistenza anche miracolosa non manca mai quand’è necessaria, ci viene in soccorso con sì segnalati favori. XV,502.
- Altri lo richiese del perché suggerisse l’elemosina come condizione per ottenere grazie celesti, ed Egli spiegò: Per ringraziare il Signore di favori così segnalati e insperati, conviene aggiungere alla preghiera, che è ringraziamento di parole, l’elemosina, ringraziamento di opere. XVI,120.
- Spesso il Signore, vedendo la fede, le promesse di una buona vita e opere buone, si degna di esaudirci e di consolare gli afflitti. XVI,151.
- Fonte di ogni grazia è il sacro Cuor di Gesù. XVII,214.
- Si dica, e si predichi sempre che Maria Ausiliatrice ha ottenuto ed otterrà sempre grazie particolari, anche straordinarie e miracoloso per coloro che concorrono a dare cristiana educazione alla pericolante gioventù colle opere, col consiglio, col loro buon esempio e semplicemente colla preghiera. XVII,260.
- Due fonti di grazia per noi sono: raccomandare preventivamente in tutte le occasioni ai nostri giovani che in onore di Marta si accostino ai santi Sacramenti ed esercitino almeno qualche opera, ai pietà. XVII,261.
- L’ascoltare con devozione la santa messa, la visita a Gesù Sacramentato, la frequente comunione Sacramentale o almeno spirituale sono al sommo gradimento a Maria, e un mezzo potente per ottenere, grazie speciali. XVI,261.
- Ci vuole fede. Solo così la grazia si ottiene, sempre, che non si opponga al bene dell’anima. XVII,445.
- Chi non è generoso con Dio, ha poca speranza di ricevere da Lui grazie straordinarie. XVIII,30.
- Il Signore accorderà la grazia ma nella maniera che sarà più proficua all’anima. XVIII,261.
- Quelli che desiderano grazie da Maria Ausiliatrice aiutino le nostre Missioni e saranno sicuri di ottenerle. XVIII,477,525.
- Se volete ottenere più facilmente qualche grazia fate voi la grazia ossia la limosina agli altri che Dio e la Vergine la facciano a voi. XVIII,509.
- La santa Vergine si costituì essa medesima loro (dei fanciulli) protettrice; e perciò ottiene ai loro benefattori e alle loro, benefattrici molte grazie spirituali ed anche temporali straordinarie. XVIII,622.
- Intorno ai sistemi dell’efficacia della grazia: il mio sistema è quello che ridonda a maggior gloria di Dio. Che importa a me di. avere un sistema stretto o largo? Purché mandi le anime in Paradiso. VI,832.
- Il tesoro più grande è la grazia di Dio. VI,835
- Quanto sono meravigliosi gli effetti della grazia di Dio verso di coloro che si adoperano per corrispondervi. VI,995.
- Dove regna l’umile obbedienza ivi è il trionfo della grazia. VIII,174.
- Quanto sono meravigliosi gli effetti della grazia verso di coloro che si adoperano per corrispondervi. VI,995.
- Se volete che la vostra vita sia allegra e tranquilla, dovete procurare di starvene in grazia di Dio. III,133.
- Procuriamo di rimetterci in grazia di Dio così saremo sempre sicuri, del fatto nostro. XIII,439.
- La disobbedienza priva della grazia speciale di Dio. XIII,800.
- (sogno) “I giovani procurino di vivere nella santa grazia di Dio. Chi non ha pace con Dio, non ha pace con sè, non ha pace cogli altri”. XVII,113..
- Se il cuore non ha pace con Dio rimane angosciato, irrequieto, insofferente d’obbedienza, si irrita per nulla, gli sembra che ogni cosa vada a male, e perché non ha amore, giudica che i superiori non lo amino. XVII,113.
- Raccomandate ai giovani allievi che siano buoni, divoti della Madonna e vivano in grazia di Dio, per meritarsi la loro protezione in ogni tempo e in ogni luogo, specialmente in mezzo ai pericoli repentini e inaspettati. XVIII,759.
- Non si tolleri mai né l’immoralità né la bestemmia, né il furto. VI,391
- Dove non vi è religione non vi è che immoralità e disordine. VII,252.
- Dalla mormorazione viene l’immoralità. I,19.
- Questo vizio è che maggiormente danneggia la gioventù. II,383.
- All’eccesso nell’uso della carne e del vino egli attribuì l’immoralità che domina qualche paese. XIII,85.
- Solo in caso d’immoralità i superiori siano inesorabili. É meglio correre pericolo di scacciare dalla casa un innocente, che ritenere uno scandaloso. XYII,112
- L’esperienza ci mostra che un segno dell’immoralità è il fuggire i superiori. XVII,367.
- Le sinistre impressioni, ricevute in tenera età per un Parlare imprudente portano sovente lacrimevoli conseguenze per la fede e pel buon costume. III,314.
- Le prime impressioni, nel cuore dei giovani sono quelle dell’educazione. X,1022.
- Le prime impressioni che ricevono le menti vergini e i teneri cuori dei giovanetti durano tutto il tempo della loro vita; e i libri oggi giorno sono una causa principale di queste. XVII,197.
- Riguardo poi alla lettura nelle camerate intendo di bandire assolutamente ogni lettura divagante o amena; ma desidero siano adottati libri che colle loro impressioni sull’anima del giovanetto che sta per addormentarsi siano atti a renderlo più buono. XVII,199.
- Piuttosto che si commettano di questi peccati nell’oratorio, è meglio chiudere la casa. V,164
- Un giovane impuro non può essere amato da Maria e non farà alcun profitto. VII,824-5.
- La gola produce l’impurità. IX,159
- Superbia, immodestia sono i due vizi capitali che rovinano un maggior numero di anime. IX,164.
- Coloro che ad ogni cosa sensibile vorrebbero porvi riparo, si mettono nella necessità di patire gravi incomodi a cui l’uomo abituato è insensibile. V,809.
- Ho sempre veduto che gli incostanti che facilmente varia no risoluzioni senza gravi motivi che li determinino, fanno cattiva riuscita in tutto. VII,293
- Il Divin Redentore colla sua grazia ha reso facile e posto alla nostra portata tutto ciò che giova alla nostra santificazione e alla salvezza delle anime. II,128.
- Fate gran conto delle indulgenze. IV,226.
- Le indulgenze che acquistate, applicatele alle anime purganti, ché questo sarà il più bel modo di suffragarle. E poi queste preghiere, questo bene che farete alle anime del purgatorio, resta in realtà bene fatto per voi, resta come il cibo che si dona alla bocca, la quale lo gusta, ma in realtà nutrisce la mano stessa che la porge, la persona stessa che lo prende. XIII,440.
- Si faccia economia in altre circostanze, ma agli infermi si provveda quanto è necessario. V,17
- Alle persone malaticce basta sopportare tranquillamente per amore di Dio i proprii incomodi. XVII,394
- Una delle magagne della pedagogia moderna è quella di non volere che nell’educazione si parli delle massime eterne e soprattutto della morte e dell’inferno. II,214.
- Quelli che si lasciano vincere dalle passioni, colti dalla morte e sepolti tra le fiamme eterne dell’inferno urleranno piangendo: “Nos insensati: erravimus!”. II,363.
- É più grande il numero di coloro che si dannano confessandosi che di coloro che si dannano per non confessarsi, perché anche i più cattivi qualche volta si confessano, ma moltissimi non si confessano bene. VI,993.
- Al mondo vi sono molti pazzi e molti furbi. I furbi sono coloro che faticano e patiscono un po’ per guadagnarsi il paradiso: i pazzi sono coloro che s’incamminano all’eterna perdizione. VIII,19-20.
- Causa precipua di tante dannazioni: compagnie e libri cattivi e le perverse abitudini. IX,182.
- Guai e chi trascura la preghiera! Chi non prega si danna! IX,180.
- Ciò che manda più gente all’inferno è la mancanza di fermo proponimento nelle confessioni. X,56.
- (sogno) “Con la preghiera incessante e con la frequente comunione si potrà rimediare a tanto male (si potrà evitare l’inferno). XVIII,285
- Colle opere di carità ci chiudiamo le porte dell’inferno e ci apriamo il paradiso. XVIII,509
- Che cos’è l’innocenza? Lo stato fortunato della grazia santificante conservato rnercè la costante ed esatta osservanza della divina legge. XVII,723.
- La conservata purità dell’innocenza è fonte ed origine ai ogni scienza e di ogni virtù. XVII,723.
- L’innocenza è come, un giglio tra le spine che Iddio coglie nel suo giardino per porlo come ornamento sovra il suo cuore. XVII,724.
- L’innocenza é il desiderio, il gaudio, il plauso, del Paradiso. XVII,725.
- Il Paradiso è la. sua eredità. Esso è continuamente con Dio. Lo vede, lo ama, lo serve, lo possiede, lo gode, ha un raggio delle celesti delizie: è in possesso di tutti i tesori, di tutte le grazie, di tutti i segreti, di tutti i doni o di tutte le sue perfezioni e di tutto Dio stesso. XVII,725.
- L’innocenza e una gemma preziosissima, è uno specchio d’oro che ritrae le sembianze di Dio... è un giglio... una candida veste. XVII,725.
- Un delitto spaventoso commettono quei disgraziati dei quali è colpa se un fanciullo perde l’innocenza. XVII,726.
- La penitenza è necessaria eziandio per conservare l’innocenza. XVII,736.
- Senza penitenza non si può conservare, l’innocenza. XVII,727
- Due nemici hanno gli innocenti. Le storte massime e i discorsi iniqui dei cattivi, la concupiscenza. XVII,729
- La via dell’innocente, ha le sue prove i suoi sacrifici, ma ha la sua forza nella comunione. XVII,729.
- L’innocenza coronata dalla penitenza è la regina di tutte le virtù. XVII,729
- Non son mai da nominare certi personaggi, né fare appello alla loro autorità, altrimenti si accende negli uditori il desiderio di leggere i loro libri, e certamente non ne riceveranno vantaggio. III,528.
- Grande è l’influenza che ha la parola del maestro sugli scolari, quando è da essi amato. VI,390.
- Il demonio tenta di preferenza gli intemperanti. IV,183.
- Le intemperanze accorciano la vita ai golosi. I,115.
- Si può commettere una golosità, una intemperanza anche bevendo acqua. XII,355
- Si puo peccare d’intemperanza; quando anche a tavola si mangia o si beve più del bisognevole; si commette intemperanza nel dormire o quando si fa qualsiasi cosa riguardo al corpo che sia oltre il bisogno, che non sia necessario. XII,355.
- L’intemperanza è quella che miseramente mena a naufragio tanta gioventù. XII,630.
- Chi non è sobrio non può vigilare, non può essere forte nella fede non può vincere colui che circuit quaerens quem devoret. XIII,802.
- Dio non guarda la qualità dell’impegno, ma guarda il fine ai chi lo copre. Quando tutti gli uffizi sono egualmente nobili, perché egualmente meritori agli occhi di Dio. VIII,829.
- Tu riuscirai col cercare la gloria di Dio in quello che fai. IX,721.
- Purità d’intenzione è fare quello che più piace a Dio e noi ce ne assicuriamo coll’obbedienza. IX,986
- Se noi fatichiamo pel nostro onore, non valgono nulla i nostri pensieri, i nostri trovati, le nostre invenzioni, le nostre opere. Guai a chi lavora aspettando le lodi del mondo; il mondo è un cattivo pagatore, e paga sempre coll’ingratitudine. X,266.
- A coloro che sono novizi in cose di religione e incapaci di fare un atto di virtù quando vengono un po’ offesi, bisogna rispondere sempre benignamente, anche se si teme con fondamento che abbiano secondi finì o che vogliano ingannare. XII,241.
- Molti desiderano di entrare nella congregazione collo scopo principale di salvare l’anima propria questa retta intenzione ci assicura che siamo sulla retta via. XII,560.
- Dovunque siamo posti, in qualunque maniera siamo adoperati, purché possiamo salvar delle anime, noi ne abbiamo abbastanza. XII,631.
- Io voglio mettermi per questa via col solo motivo di salvar anime: ben intese, volendo anche salvarne delle altre, voglio innanzi tutto salvare la mia. XII,631.
- Questo é il fine per cui si lavora, per questo fine esiste questa casa: perché i giovani facciano del bene all’anima loro. XIII,422.
- Le nostre fatiche tendano allo scopo di farci del bene gli uni gli altri, di poter vivere onoratamente, di giovare alla società. XIII,760.
- Io non ho mai dimandato e non dimando altro che lasciarmi lavorare al bene delle anime e della religione. XV,247.
- A noi non importa ricevere cento lire di più o di meno, ma conseguire, la gloria di Dio, XVI,413.
- Suo motto: fare, patire, tacere. XVIII,485.
- Con facilità si riesce ad evitare l’invidia col non cercar mai di farla da maestri. IX,49.
- Bando alla invidia, il bene di uno dev’essere il bene di tutti; il male di uno poi anche male di tutti. XII,630.
- Promuovere insieme d’accordo le cose buone, l’iniziativa venga da chi si vuole. E si sa bene che non tutti hanno la stessa capacità, gli stessi stadi, gli stessi mezzi. XII,631
- Per qualsiasi pretesto non si accettino mai inviti ai festini di nozze o ad altri pranzi secolareschi di qualunque genere siano. VII,85.
- Non accettar mai inviti di pranzo, se non per gravissime ragioni. In questi casi procurate di essere in due. XI,389.
- Fra le conversazioni quelle che mi paiono più pericolose sono gli inviti a pranzo, specialmente a nozze. XI,582.
- Il professarsi cristiano e poi non operare da cristiano é ipocrisia. XII,364.
- É impostore chi si professa cristiano e non agisce come tale. XII,364.
- La salvaguardia più sicura contro l’ira é il tardare a sfogarla. III,617.
- Quando siete adirati od agitati astenetevi sempre dal fare riprensioni o correzioni, affinché i giovani non credano che si agisca per passione; ma aspettate anche qualche giorno quando sia spento ogni sdegno e collera, o passata quella violenta impressione. VI,391.
- Quando si deve fare qualche correzione, riprensione od osservazione ad un giovane, si procuri di prenderlo sempre in disparte, e non mai allorché quello si trovi agitato e adirato: si aspetti che sia calmo e tranquillo. VI,391.
- Chi ruba è ladro, e i ladri fanno triste fine. I,225.
- Anche i ladri stimano i buoni preti. XI,442.
- Badare a noi e interrogarci: son povero o no? Sì! E allora perché lamentarmi? X,1088.
- Si cercherà ogni modo di togliere motivi di malumore; ma nessuno mai stia a lamentarsi di nulla. XI,169.
- Sono d’aggravio alla congregazione coloro che si vanno lamentando ora del cibo ora della bevanda e della camera. XI,299.
- Io vi raccomando che vi dimostriate sempre contenti della cose come sono disposte. XIII,91.
- Mi basta che una cosa sia disposta dai superiori, che subito mi piace e non vado a cercarne il perché. XIII,91
- Egli diceva che coloro i quali disprezzano la lingua della Chiesa si mostrano ignoranti delle opere dei santi Padri, i quali in buona sostanza formano da soli la letteratura latina di più secoli e una splendida letterature per molti lati eguaglia nella forma l’età classica o per magnificenza di idee la supera, come il cielo la terra, la virtù il vizio, Dio l’uomo, IV,635.
- É un delitto disprezzare il latino dei santi Padri. IV,635.
- Sovente noi l’udimmo lodare i lavori manuali come mezzo per conservare la sanità e la moralità. I,358.
- Il lavoro è un’arma potente contro i nemici dell’anima. I,518.
- Provai il più grande piacere a lavorare nel ministero. II,18.
- Il lavoro bene ordinato non è mai quello che reca danno alla sanità corporale. II,517.
- La preghiera, ecco la prima cosa: e colla preghiera il lavoro: chi non lavora non ha diritto di mangiare. III,354,
- Lavora per il Signore: il Paradiso paga tutto. III,587.
- Iddio mi ha fatta la grazia che il lavoro e la fatica invece d’esserrni di peso mi riuscissero sempre di ricreazione e di sollievo. IV,212.
- Miei cari giovani: Non vi raccomando penitenza e discipline, ma lavoro, lavoro, lavoro! IV,216.
- Il lavoro per don Bosco non era una fatica, sebbene passione. IV,540.
- L’uomo, miei cari figli, è nato per lavorare. IV,748; 7,118.
- Per lavoro s’intende l’adempimento dei doveri del proprio Stato. IV,748.
- Ricordatevi che mediante il lavoro potete rendervi benemeriti della società, della religione, e far bene all’anima vostra, specialmente se offrite a Dio le quotidiane vostre occupazioni. IV,748.
- Chi non s’abitua al lavoro in tempo di gioventù, per lo più sarà sempre un poltrone sino alla vecchiaia. IV,748.
- Chi è obbligato a lavorare e non lavora, fa un furto a Dio ed ai suoi superiori. IV,748.
- I ragazzi bisogna tenerli sempre occupati. La loro mente sarà così in continuo lavoro. Se non li occupiamo noi stessi, si occuperanno da sé, e certamente in idee e cose non buone. V,347.
- Faccio ogni cosa come se fosse l’ultima di mia vita. Lavoro come se dovessi vivere ancora per lunghi anni.VI,933.
- L’uomo è nato per il lavoro, e solamente chi lavora con amore ed assiduità trova lieve la fatica. VII,118.
- Lavoriamo di cuore. Iddio saprà pagarci da buon padrone: l’eternità sarà abbastanza lunga per riposarci. VII,164.
- Un uomo solo vale per uno. VII,413.
- Coraggio, lavoriamo, lavoriamo sempre, perché lassù avremo un riposo eterno. VII,484.
- Lavora e soffri per amor di Gesù Cristo che tanto lavorò e soffrì per te. VIII,444.
- Studio, lavoro e preghiera: e ecco ciò che manterrà buoni. IX,160.
- Io stimo che sia in concisione migliore una casa religiosa dove si prega poco, ma si lavora molto, di un’altra nella quale si facciano molta preghiere e si lavori niente o poco. (Pio IX). IX,566.
- Ciascuno si occupi e lavori quanto lo permette la propria sanità e capacità. IX,574.
- Ciascuno dei chierici della casa deve lavorare come se fosse lo stesso direttore in persona. VII,795.
- Lavorate con fede, speranza e carità. IX,712-3.
- Lavoriamo con fede praticando quello che diciamo agli altri. IX,992.
- Soci della povertà sono le privazioni, gli stenti, il lavoro. IX,990.
- Lavoriamo continuamente in questa vita per salvar l’anima nostra e tante altre; ci riposeremo nella beata eternità. X,9.
- Il lavoro e la temperanza faranno fiorire la nostra società. X,102
- Guai a chi lavora aspettando le lodi del mondo: il mondo è un cattivo pagatore e paga sempre coll’ingratitudine. X,266.
- Lavorate, lavorate e non aspettate d’essere pagato dalle creature di quaggiù. X,647.
- Finché i salesiani e le Figlie di M.A. si consacreranno alla preghiera e al lavoro praticheranno la temperanza e coltiveranno lo spirito di povertà, le due Congregazioni faranno del gran bene. X,651.
- (Pio IX a Don Bosco): I novizi non metteteli in sagrestia, perché diventano oziosi; ma occupateli a lavorare, a lavorare! X,651.
- Prego il Signore che voglia sempre mandarci lavoro perché guai a noi se schivassimo la fatica, se non avranno onde occuparci. X,1055.
- Se non si può lavorare qua, andare là. XI,83.
- Anche i cattivi sanno apprezzare, quando si lavora veramente senza interesse e si lavora molto. XI,168.
- Cerchiamo di lavorare molto per fare molto bene. II,169.
- Lavoriamo alacremente, tacciamo quel che possiamo e facciamolo tutto; d’altronde lasciamo dire, non curiamoci di quanto altri possa dire di noi. II,169.
- Chi può far più, faccia di più e lo faccia volentieri; chi può far meno sia tenuto in conto come gli altri e si abbia riguardo alla sua complessione e malferma salute. XI,169.
- Abbiatevi cura della sua sanità. Lavorate, ma solo quanto le proprie forzo comportano. II,390.
- Fate quello che potete! Dio farà quello che non possiamo far noi. II,395.
- Per riguardo alla congregazione, io vedo che se si lavora molto, le cose vanno meglio. XI,409.
- La vita è troppo breve. Bisogna fare in fretta quel poco che si può prima che la morte ci sorprenda. II,409.
- Finché c’è molto da lavorare, le cose andranno bene.XII,37.
- Neppur le cose buone si facciano contro di esse (regole) o senza di esse... Il. bene che deve aspettarsi dagli ordini religiosi avviene appunto da ciò, che lavorano collettivamente. XII,800.
- Finché noi corrisponderemo alle grazie del Signore col lavoro, colla moralità, col buon esempio, il Signore si servirà di noi e voi vi stupirete che si sia potuto fare tanto, e che possiate fare tanto. XII,83.
- Era norma di don Bosco che, dove non si poteva far tutto si facesse almeno il poco fattibile. III,207.
- Non ostinarsi a lavorare dove non si può far nulla, ma portarsi invece dove si possano impiegare utilmente le forze. III,255.
- Ognuno di noi che morisse ucciso dal lavoro ne attirerebbe cento altri in congregazione. III,382.
- La nostra congregazione non diminuirà mai, sempre anzi sarà in aumento, finché si lavorerà molto e vi regnerà la temperanza. III,383
- Bisogna che ci proponiamo lavori superiori alle nostre forze, e così chi sa che non sì arrivi a fare tutto quello che si può. III,383.
- (sogno) “Bisogna che tu faccia stampare queste parole che saranno come il vostro stemma, la vostra parola d’ordine; il vostro distintivo. Notale bene: il lavoro e la temperanza faranno fiorire la congregazione salesiana. XII,466.
- Quando si incomincia a introdurre l’ozio, la comunità resta bell’è rovinata; invece, finché si lavorerà molto nessun pericolo per voi. XII,468.
- Per conservare la castità bisogna lavorare e pregare... Sì: preghiera e mortificazione. XII,470.
- Dappertutto avrete pane, lavoro e paradiso. XII,600.
- Per essere vero operaio, bisogna non perder tempo, ma lavorare. XII,630.
- Lavoriamo per il paradiso. XII,701.
- Il lavoro è anche esso una gran salvaguardia della moralità. XIII,86.
- Il prete o muore per il lavoro o muore per il vizio. XIII,86.
- Ciascuno abbia cara della sua sanità... per poter più tardi lavorare molto. XIII,34,89,120. XIV,254,634.
- Quando io vado nelle case e sento che c’è molto da lavorare, vivo tranquillo. Dove c’è lavoro, non c’è il demonio. XIII,116.
- Siamo in tempi in cui bisogna operare. Il mondo è divenuto materiale perciò bisogna lavorare e far conoscere il bene che si fa. XIII,126.
- Il mondo attuale vuole vedere le opere, vuole vedere il clero lavorare a istruire e a educare la gioventù povera e abbandonata, con opere caritatevoli, con ospizi, scuole. XIII,127.
- Ricordatevi che la sanità è indispensabile, e perciò fate quello che potete. XIII,167
- Basta santificarlo con la retta intenzione, con atti di unione al Signore e alla Madonna, e con farlo meglio che potete. XIII,208.
- Ricorda sempre a tutti i salesiani il monogramma da noi adottato : “labor et temperantia”. Sono due armi con cui noi riusciremo a vincere tutti e tutto. XIII,326.
- Oh! qual soddisfazione si prova nel lavorare molto e bene, non col basso fine dell’interesse, ma per fare il proprio dovere. XIII,416.
- Da noi non si vogliono danari ma fatiche. XIII,80.
- Ad uno che entra in congregazione non si lascia mancar nulla del necessario, ma bisogna lavorare. XIII,424.
- Io desidero che in qualunque tempo si faccia sempre qualche cosa, perché in vacanza o lavorate voi, e il demonio se ne sta inoperoso, oppure voi vivete disoccupati, e il demonio lavora lui. XIII,431.
- Niuno entri in congregazione colla speranza di starvi colle mani sui fianchi. XIII,424.
- Non state mai inoperosi, se non lavorate voi, lavora il demonio. XIII,801-433.
- Coraggio, in terra lavoro; in cielo godimento eterno. XIII,797.
- In terra lavoriamo per il cielo. XIII,870.
- Se vuole fare molto, lavori poco, cioè non più di quanto le sue forze permettono. XIII,878.
- (sogno) “La nostra congregazione durerà fino a che i soci ameranno il lavoro e la temperanza. XIV,124.
- (lodi di don Bosco ai primi salesiani). Il lavoro supera le forze, ma niuno si sgomenta, e pare che la fatica sia un secondo nutrimento dopo l’alimento materiale. XIV,218.
- Lavoro e intendo che tutti i salesiani lavorino per la chiesa fino all’ultimo respiro. XIV,229,613.
- Lavorate, lavorate pur molto, ma fate anche in maniera di poter lavorare a lungo. XIV,254.
- Oggi oltre al pregate, che non deve mancare mai, bisogna operare, intensamente operare; se no si corre alla rovina. XIV,541,544.
- Lavorare quanto comporta la sanità e non di più, ma ognuno si guardi dall’ozio. XIV,634
- Lavora, ma lavora per il cielo. XI,29.
- L’aiuto di DIO non manca se si lavora davvero e con fiducia. XIV,650.
- Labor: remedium concupiscentiae, arma potens contra omnes insidias diaboli. XV,184
- La temperanza ed il lavoro sono i due migliori custodi della virtù. XV,460.
- Lavoriamo a gloria di Dio con la carità, con la costanza nella religione, e con la fermezza nella difesa dei principi cattolici. XV,486.
- Faccia ognuno il proprio dovere, affinché non avvenga che uno lavori per tre e l’altro per nessuno. XV,20
- Quando abbiamo un salesiano capace sono due case che lo vogliono. XV,27.
- Lavora, ma sempre colla dolcezza di san Francesco di Sales e colla pazienza di Giobbe. XV,680.
- Ella continui a lavorare... ma lavori con tutti gli sforzi possibili come se dovesse vivere sempre, ma sempre bene preparato. XVI,16.
- Chi vuoi lavorare con frutto, deve tenere la carità nel cuore e praticare la pazienza coll’opera. XVI,32
- Io sono assai contento di voi, della sollecitudine con cui affrontate qualsiasi genere di lavoro. XVII,16.
- Sempre lavorare per prepararci la salvezza eterna dell’anima nostra. Questo deve essere il fine di ogni salesiano e il suo continuo sospiro. XVII,176.
- Nella mia casa c’è pane, e questo ce lo manda giorno per giorno la Provvidenza; c’è lavoro: ognnno deve faticare per tre; c’è paradiso, perché chi mangia e lavora per Iddio, ha diritto ad un cantuccio di Paradiso. XVII,251.
- Quando avverrà che un salesiano soccomba e cessi di vivere lavorando per le anime, allora direte che la nostra congregazione ha riportato un gran trionfo e sopra di essa discenderanno copiose le benedizioni del cielo. XVII,273
- I salesiani riusciranno a tutto coll’umiltà, col lavoro, colla temperanza. XVII,301.
- Lavoro, lavoro, lavoro! Ecco quale dovrebbe essere l’obiettivo e la gloria dei preti. Non stancarsi mai ai lavorare. Così quante anime si salverebbero. Ma purtroppo molti hanno paura di lavorare e preferiscono le proprie comodità. XVII,383.
- Fate del bene, fate delle opere buone, faticate, lavorate molto per il Signore e tutto con buona volontà. XVII,556
- Il lavoro agli artigiani lo danno gli studenti. XVII,570.
- Il demonio ha più paura di una casa di lavoro, che di una casa dove solamente si prega. (pio IX). XVII,661.
- Raccomanda a tutti: cura grande della sanità, lavoro, temperanza e tutto riuscirà bene. XVIII,244.
- Lavoriamo fino all’ultimo della vita a fare tutto il bene possibile. XVIII,267.
- Raccomando che dica a tutti i salesiani che lavorino con zelo ed ardore: lavoro, lavoro. XVIII,477,483.
- Chi non sa lavorare non é salesiano. XIX,157.
- Bisogna accostumarsi al lavoro: questo fortifica il petto. Sm., 655, n.100.
- 1. Io desidero raccomandare a tutti i Direttori che insegnino ai confratelli ed ai giovani il modo di fare le lettere. XII,67.
- 2. Lo scriver lettere è cosa di maggior importanza che non appaia a prima vista. XII,67.
- 3. Scrivete al vostri genitori, non lasciateli in pena col vostro prolungato silenzio. Ciò fa male a voi e a loro, e può esser causa d’impedimento a tante vocazioni. XIV,258.
- Abborrite le malvagie letture più che la peste. III,176.
- Se sapeste qual tristo seme siano le cattive letture nel cuore della gioventù. V,373
- Se una bevanda venefica può far male a me farà male anche agli altri; e non c’è vantaggio materiale che compensi un solo danno morale. V,556.
- Per conservare la purità guardati da ogni sorta di cattive letture. Anzi qualora cose indifferenti fossero a te di pericolo, cessa tosto da quella lettura. VI,8.
- É necessario che nel leggere teniate queste due regole; 1) non si leggano altri libri finché non si siano compiuti i doveri di scuola. 2) che non si leggano prima di aver chiesto consiglio al proprio maestro o ad altri capaci di darlo, affinché non vi avvenga di leggere libri inutili o riprovevoli. III,828.
- Guardatevi dalle cattive letture come da un mortale veleno delle vostre anime. VIII,437.
- Non leggere mai giornali in pubblico. X,1081.
- Non leggete mai libri della bontà dei quali non siete sicuri, senza domandar consiglio a chi ve lo può dare con giusto criterio. XII,149.
- L’ozio ha luogo eziandio quante certi ritagli di ora si sprecano in frivole letture. XII,355.
- Per imparare è necessario leggete, leggere libri molto utili. XIII,430
- Un libro che consiglierei a tutti di leggere è la “Storia d’Italia” (don Bosco) ad uno che l’avesse letta cinque volte, io direi ancora: leggila! XIII,438.
- Don Bosco non legge nemmeno un giornale. XVI,291.
- Io non pensava che ci potesse essere tanta smania di leggere libri proibiti come c’è adesso; come pure la smania di perdere il tempo a rovinarsi l’anima con i romanzi. Si leggano e si diano a leggere preferibilmente le vite dei nostri allievi, come pure tutti i libri delle “Letture cattoliche” e quelli della “Biblioteca della gioventù”, ve ne son dei magnifici, noi stimiamo poco le cose nostre. XVII,196-7.
- La lettura per i giovanetti è una vivissima attrattiva solleticando la loro animosa curiosità e da questa dipende moltissime volte la scelta definitiva che fanno del bene o del male. XVII,197-8.
- Lettera circolare sopra le letture. XVII,197-200.
- Le prime impressioni che ricevono le menti vergini e i teneri cuori dei giovanetti durano tutto il tempo della loro vita; e i libri oggigiorno sono una delle cause principali di queste. XVII,197.
- Oltre i libri cattivi è necessario tener d’occhio certi altri libri, i quali, benché buoni o indifferenti in sé, pure possono riuscir di pericolo, perché non convenienti all’età, al luogo, agli studi, alle inclinazioni, alle passioni nascenti, alla vocazione. Questi pure si debbono eliminare. XVII,199
- Per ciò che spetta alle letture fatte in comune nei refettori, nelle camerate e nella sala di studio, dirò in primo luogo che non si leggano mai libri se prima non sono approvati dal direttore e siano esclusi i romanzi di qualunque genere essi siano, non usciti dalle nostre tipografie. XVII,199.
- Riguardo poi alla lettura nelle camerate intendo bandire assolutamente ogni lettura divagante o amena; ma desidero siano adottati libri, che colle loro impressioni sull’animo del giovanetto che sta per addormentarsi siano atti a renderlo più buono. XVII,199.
- Si leggano e si diano a leggere preferibilmente le vite dei nostri allievi. XVII,376
- Un’ora guadagnata al mattino è un tesoro per la sera; cioè a dire: é un’ora più di vita; un’ora più di studio, un’ora più di meriti. VIII,45
- L’esattezza della levata,. oltre di essere il principio di una buona giornata, si può eziandio chiamare un buon esempio permanente per tutti. XII,27
- Regolando ogni azione secondo la legge di Dio, solo con questa poneva limiti alla sua libertà. I,16
- Nelle case di don Bosco nessuno sta per forza. XIII,205.
- Non sono mai da nominare certi personaggi né fare appello alla loro autorità; altrimenti si accende negli uditori il desiderio di leggere i loro libri, e certamente non ne riceveranno vantaggio. III,528.
- Guardarsi dalla lettura dei libri e dei fogli cattivi e procurate di leggerne dei buoni. III,607.
- Avanti di comprare libri prendete consiglio dal vostro curato, e ciò per tener lontano dalle vostre case la peste che arreca un libro cattivo. V,19-20.
- I libri devono essere adattati all’intelligenza di coloro a cui si parla, in quella guisa che il cibo dev’essere acconcio alla complessione degli individui. V,497.
- Ai giovanetti dava consiglio di far esaminare ogni libro che loro capitasse nelle mani, da persone probe e intelligenti, prima di leggerli. VI,258.
- Quando un autore scrive poco bene del papa, sappiate che il suo non è libro da leggersi. VII,220.
- Ogni veleno è meno fatale alla gioventù dei libri cattivi. VII,292.
- Nella scelta dei libri stranieri ci vuole sincero discernimento.VII,390.
- Io non guardo a nessun prezzo, io guardo solo che si diffondano buoni libri. VII,687.
- É anche nostro scopo diffondere buoni libri. IX,713.
- Non leggete mai libri della bontà dei quali non siete sicuri, senza domandar consiglio a chi ve lo può dare con giusto criterio. XII,149.
- Si vegli sui libri di premio: é meglio dare un libro meno gradito, ma buono, anziché uno ambito e curioso, ma che contenga massime e principi dannosi ai premiandi. XIII,285.
- Non si critichino mai libri altrui. Questo serva solo ad attirarci grandi odiosità. III,285. 14. Si cerchi di allontanare dai nostri allievi ogni libro proibito quand’anche fosse prescritto per la scuola. XVII,l96.
- Gli autori proibiti, lasciarli nell’oblio. Così noi dobbiamo fare: non introdurre, non citare, non nominare autori proibiti. Si farà un’eccezione, ma solamente per coloro che debbono presentarsi ai pubblici esami; ma anche in questi casi si faccia uso ai edizioni purgate. Ma gli autori proibiti anche purgati non si mettano in mano ai giovani che sono in altre classi inferiori. É un destare in loro la fatale curiosità di verificare e confrontare le correzioni con l’originale. Così pure si vada adagio a parlarne. XVII,196.
- Le prime impressioni che ricevono le menti vergini e i teneri cuori dei giovanetti durano tutto il tempo della loro vita; e i libri oggigiorno sono una delle cause principali di queste. XVII,197.
- Fin dal principio dell’anno scolastico si metta in pratica ciò che le regole prescrivono, si osservi attentamente quali libri rechino con sè i giovani nell’entrare in collegio. Simile vigilanza continui tutto l’anno. Le diligenze usate a questo fine non sono mai troppe. XVII,198.
- Un libro cattivo è una peste che ammorba molti giovani. XVII,198.
- Scoperto un libro proibito dalla Chiesa o immorale si consegni subito alle fiamme. Si consegni visti libri tolti ai giovani e conservati riuscire ai rovina a preti ed a chierici. XVII,199.
- Se i giovanetti udiranno il maestro, e l’assistente lodare un libro essi pure lo stimeranno, loderanno, leggeranno .XVII,200
- Ogni lingua imparata fa cadere una barriera tra noi e milioni e milioni dei nostri fratelli di altre nazioni, e ci rende atti a far del bene. II,279.
- Le lodi degli uomini non valgono a nient’altro fuorché a farvi ambiziosi e superbi. (Mamma Margherita). I,72
- Il catechista lodi chi lo merita, sia tardo a biasimare. III,104.
- Non tener per amico chi soverchiamente ti loda. III,617.
- Non lodare un uomo per la sua avvenenza; così lo spirito Santo. III,617.
- Desidero che siate meno sensibili agli elogi e alle critiche. VI,101.
- Sono indifferente alle lodi ed ai biasimi; perché se mi lodano, dicono quel che dovrei essere; se mi biasimano dicono quello che sono. VI,853.
- Tanto mi fa il leggere una lettera piena di lode, come un’altra piena di insulti. Altro non sono se non quel che sono davanti a Dio. VII,375.
- Lodare chi si corregge ed incoraggiare gli indolenti. VII,509.
- La carità è ingegnosa nel trovar sempre argomento di lode. IX,565.
- Guai a chi lavora aspettando le lodi del mondo; il mondo è un cattivo pagatore e paga sempre coll’ingratitudine. X,266.
- Non si lodi mai un giovane in presenza di altri confratelli. X,1022.
- (tributare) titoli e lodi si fa tutto per quella figura retorica che si chiama iperbole. XIII,756.
- Le lodi rovinano i più bei naturali. XIV,847.
- I maestri e gli assistenti devono essere di moralità conosciuta. Studino di evitare come la peste ogni sorta di affezione od amicizie particolari cogli allievi, e si ricordino che il traviamento di uno solo può compromettere un istituto educativo. IV,549.
- La paura dei vecchi è fondata sopra l’esperienza, e l’esperienza è un maestro che non inganna. VI,377
- Ai maestri inculcava: Siate i primi a trovarvi nelle scuole e gli ultimi ad uscirne. Prendetevi particolar cura di quelli che sono più indietro nella classe. Non fate entrare nel voto di condotta scolastica i diportamenti dei vostri allievi in ricreazione. Non mandate mai fuori di scuola i ragazzi negligenti e tollerate molto le loro dissipazioni. La vigilia delle feste datone un brevissimo annunzio coll’esortazione alla comunione, sul finir della scuola li dopo pranzo. Grande è influenza che ha la parola del maestro sugli scolari, quando è da essi amato. Regolamento dei Maestri. VII,855.
- A tutti i superiori, insegnanti, assistenti a maestri d’arte, mentre ricordava l’obbligo di prevenire i disordini e mantenere ferma l’osservanza del regolamento, salvaguardia della moralità, don Bosco non ometteva di raccomandare la carità, i modi affabili, e in certi casi anche la tolleranza nell’esigere obbedienza. VIII,490
- I maestri siano delicati verso i loro dipendenti. IX,355.
- É sempre meglio un maestro anche da poco, che uno inetto. X,821.
- I maestri si ricordino che la scuola non è che un mezzo per fare del bene: essi sono come parroci nella loro parrocchia, missionari nel loro capo di lavoro; quindi di quando in quando debbono far risaltare le verità cristiane, parlare dei doveri verso Dio, dei Sacramenti della divozione alla Madonna; insomma le loro lezioni siano cristiane, e siano franchi ed amorevoli nell’esortare gli alunni ad esser buoni cristiani. É questo il grande segreto per affezionarsi la gioventù, ed acquistarla con tutta la confidenza. Chi ha vergogna di esortare alla pietà, è indegno d’essere maestro, e i giovani lo disprezzeranno ed egli non riuscirà che a guastare i cuori che la divina Provvidenza gli ha affidati. X,1018-19.
- L’esperienza è una gran maestra. X,1099.
- Ogni insegnante non deve dimenticare che è un maestro cristiano. X,11°3
- Il vero regolamento sta nell’attitudine di chi insegna. XI,151.
- Generalmente i professori tendono a compiacersi degli allievi, che primeggiano per studio e per ingegno e spiegando mirano solo ad essi. Quando i primi della classe hanno capito bene, sono pienamente soddisfatti e così proseguono sino alla fine dell’anno. Invece non chi è corto di mente o poco avanti nello studio, si adirano e finiscono con lasciarli in un cantone senza più curarsi di loro. Io invece sono di parere affatto opposto. Credo che sia dovere di ogni professore tener d’occhio i più meschini della classe, interrogarli più spesso degli altri, per loro fermarsi più a lungo nelle spiegazioni e ripetere, ripetere, finché non abbiano capito, adattare i compiti e le lezioni alla loro capacità. Se l’insegnante tiene un metodo contrario a questo, non fa scuola agli scolari, ma ad alcuni degli scolari. XI,218.
- Per occupare convenientemente gli alunni d’ingegno più svegliato, si assegnino compiti e lezioni di superrogazione, premiandoli con punti di diligenza. Piuttosto che trascurare i più tardi, si dispensino da cose accessorie, ma le materie principali si adattino interamente a loro. XI,218.
- Vorrei che le spiegazioni fossero attaccate al testo, spiegando bene le parole. Andare nelle regioni elevate mi sembra un battere l’aria. X1,218.
- Sono anche di parere che s’interroghino molto e molto, e se possibile, non si lasci passar giorno senza interrogare tutti. Da ciò si trarrebbero vantaggi incalcolabili. Invece sento che qualche professore entra in classe, interroga uno o due, e poi senz’altro fa la spiegazione. Questo metodo non lo vorrei nemanco nell’università. Interrogare, interrogare molto, interrogare moltissimo, tanto più si fanno parlare gli scolari, tanto più il profitto aumenta. XI,218.
- Non si critichino i testi. Ci vuoi poco a metterli in discredito dinanzi ai giovani; perduta poi che questi ne abbiano la stima, non li stufano più. Si può aggiungere quel che manca dettandolo; ma critiche, no, mai. XI,216
- Ricordi ad un professore di filosofia (i tuoi allievi) “considerali come tuoi fratelli; amorevolezza, compatimento, riguardo, ecco le chiavi del loro cuore. 2) Farli soltanto studiare quello che possono e non di più. Far leggere e capire il testo del libro senza digressioni. 3) Interrogarli molto e sovente, invitarli ad esporre, a leggere, ad esporre; 4) sempre incoraggiare, non mai umiliare; lodare quando si può senza mai disprezzare, a meno di dar segno di dispiacere quando è per castigo. XI,291-2.
- I maestri che nulla perdonano agli allievi, sogliono poi perdonare tutto a se stessi. XVI,441.
- Gesù Cristo si fece piccolo coi piccoli e portò le neutre infermità. Ecco il maestro della famigliarità. Il maestro visto solo in cattedra è un maestro e non più; ma se va in ricreazione coi giovani diventa come fratello. XVII,111.
- Se i giovani udiranno il maestro e l’assistente lodare un libro essi pure lo stimeranno, loderanno, leggeranno. XVII,200.
- Non finiva mai la scuola (chierico nelle vacanze) senza esortare gli allievi alla preghiera e al timor di Dio. (Mons. Bertagna). Sm.81.
- La felicità non si trova in questo mondo, se non si ha la pace con Dio; se ella è così malcontenta ed arrabbiata, è perché non pensa alla salute dell’anima sua. III,78.
- Che cosa vi è di più bello in casa di questo; che cioè tutti i superiori godano la confidenza degli inferiori! É questo l’unico mezzo perché in casa non ci sia nessun malcontento. VI,321.
- Fioriranno sempre i tempi antichi dell’oratorio se si guarderà solamente a procurare la gloria di Dio, ma se cercheranno la nostra gloria, ne verrà malcontento, divisione, disordine. VI,389.
- Raccomandava di farsi un grande studio nel non rimandare mai alcuno malcontento. VII,31.
- Senza l’obbedienza viene il disordine, il malcontento e si fa più nulla che giovi. VII,602.
- Il malcontento prodotto dalla mormorazione allontana dalla vita religiosa. XI,517.
- Quando alcuno avesse motivo di malcontento, il dica al superiore, e così avrà norma di operare. XII,105.
- Io vi raccomando che vi dimostriate sempre contenti delle cose come son disposte. Questo giova grandemente all’allegria, perché se qualcuno ha ragioni di malcontento e non le comunica ad altri; sta esso tranquillo, il malumore si dissipa da per sé e non vi è nulla di male; se invece lo manifesta, gli altri vi prendono parte si spande il malcontento anche negli altri, e tutta la casa procede male. XIII,91.
- Quando vedete uno non contento di essere in congregazione, dite pure che di ciò è cagione la mala osservanza delle regole. XIII,427
- (sogno) “Quanta svogliatezza in questa ricreazione! E di qui proviene lo star malvolentieri in luogo di divina Provvidenza. XVII,109.
- Sovente Don Bosco ci raccomanda di fare ogni nostro possibile per impedire qualche male morale. VI,832.
- Non ho mai udito che uno sia stato contento in punto di morte del male che ha fatto. VII,674.
- Far del bene a quanti si può e del male a nessuno. IX,416.
- La gioventù prima dei dodici anni non è capace di fare né gran bene né gran bene né gran male. IX,855.
- Non si sopprima il bene per impedire il male. XI,203.
- Col fare a lungo quel che si vuole i mali incancreniscono. XII,575.
- Assassini dell’anima sono coloro che vanno insieme per fare del male. XII,575.
- Qualunque volta si possa impedire un male, anche materiale, si faccia. XII,606.
- Soprattutto badiamo a impedire il male morale. Colla sola concordia in questo, si può progredire e rendere innocui i membri pericolosi. XII,606.
- Quando il male va in cancrena difficilissima ne è la guarigione. III,716.
- Il male dei mali è il peccato. XV,806.
- Dalle letture dipende moltissime volte la scelta, definitiva che (i giovani) fanno del bene o del male. XVII,198.
- Raccomando di fare preghiere, opere di carità, delle mortificazioni, delle sante comunioni e queste per riparare alle negligenze commesse nel fare il bene o nell’impedire il male. XVII,272.
- I vocabolari non purgati sono pure da eliminarsi. Per tanti giovani sono il principio della malizia, delle insidie dei compagni cattivi. XVII,198
- Facciamo sempre del bene a tutti, del male a nessuno. XVIII,523.
- Siamo in tempi - ho sentito (don Cerutti) un giorno da don Bosco stesso - in cui il inondo si vale della donna per far molto male; facciamo in modo che essa sia uno strumento di bene. Sm. 284, n.250.
- Non dimenticate mai che i ragazzi mancano più per vivacità che per malizia, più per non essere ben assistiti che per cattiveria. IV,553.
- Don Bosco aveva la certezza che ordinariamente colla riflessione si riducono tutti i giovani a riconoscere i propri mancamenti ed a correggerli. Quanti non stancavasi sai di avvisare e consigliare. IV,553,4.
- Una mancanza sarà sempre mancanza e quindi bisogna correggersi . VI,100.
- L’essere buono non consiste nel non commettere mancanza alcuna. Oh No! L’essere buono consiste in ciò: nell’avere volontà di emendarsi. VI,322.
- Non mi piace dare un avviso coll’intimare punizioni a chi mancherà: non è il mio sistema. Anche quando qualcheduno ha mancato, se posso correggerlo con una buona parola, se chi ha commesso il fallo si emenda, io non pretendo di più. III,503.
- Ricordatevi di non mettere mal i giovani in occasione di poter commettere una mancanza; ecco il sistema preventivo di don Bosco. X,649.
- Le mancanze derivano in gran parte da difetto di sorveglianza. XVI,168.
- Avviene spesso che i giovani sono meno colpevoli di quel che si crede, come lo dimostra l’esperienza. XVI,417.
- Le mancanze derivano in gran parte da difetto di serveglianza. XVI,168.
- Non é giusto che rimanga senza ricompensa chi ha dovuto per causa nostra sottostare ad un accrescimento di straordinario lavoro. II,35.
- Si era fatta una legge di non mangiare mai, o bere fuori del tempo dei pasti. II,27
- Non siamo creati per bere, e per mangiare, sibbene per amar Dio e salvar l’anima. III,586,7.
- Ripeteva frequentemente; dover l’uomo mangiare per vivere e non vivere per mangiare. IV,190; VII,818.
- Di due cose desidererei far senza: dormire e mangiare. IV,200.
- Carità e buone maniere sono le fonti da cui derivano i frutti che si sperano dall’opera degli oratorii. III,91.
- Ve lo raccomando caldamente, evitate nel vostro parlare i modi aspri e mordaci: sappiatevi compatire gli uni e gli altri da buoni fratelli. IV,208.
- Persino i cavadenti devono usare belle maniere.VII,20
- Raccomandava continuamente la carità, i modi affabili, e in certi casi anche la tolleranza nell’esigere obbedienza. VIII,490.
- Per riuscir bene coi giovani fatevi un grande studio di usare con essi belle maniere. XIV,513.
- Non dimenticare mai la dolcezza dei modi; guadagnatevi i cuori dei giovani per mezzo dell’amore. XIV,514.
- Siate fermi nel volere il bene e nell’impedire il male; ma sempre dolci e prudenti, perseveranti ed amabili. XVI,440.
- La sincerità coi superiori nelle cose dell’anima la chiamava la chiave della pace interna, l’arma più efficace per cacciare la melanconia. IV,554.
- Nella melanconia il miglior mezzo è di manifestare subito la tentazione al vostro direttore spirituale. Il demonio è l’amico delle tenete, lavora sempre all’oscuro.VI,320.
- La ricreazione sia sollievo della mente che dissipi ogni malinconia. XIII,802.
- Per incoraggiare i suoi chierici a studiare molto a mar» dare molte cose a memoria anche alla lettera: Se acquisterete svariate cognizioni, egli diceva, avrete un grande aiuto per fare del bene specialmente alla gioventù; ma senza l’esercizio della memoria a nulla gioverà averle imparate; perché troppo facilmente le dimenticherete. I,319.
- La mia mercede l’attendo da Dio solo, giusto remuneratore delle opere buone. VII,322.
- Il migliore consiglio si è di fare bene quanto possiamo e poi non aspettarci la mercede dal mondo, ma da Dio solo. VII,418.
- Il nostro premio è in cielo e solo a quello dobbiamo tendere con tutte le nostre forze. IX,69.
- Ecco la grande utilità del vivere in comune: il frutto è sempre eguale per tutti... Ciascuno avanti a Dio avrà eguale il merito per l’obbedienza. IX,574
- Guai a chi lavora aspettando lo lodi del mondo, il mondo è un cattivo pagatore, e paga sempre coll’ingratitudine. X,266.
- Il mondo è ingannatore, solo Dio è buon pagatore. X,315.
- Lavorate, lavorate e non aspettate d’essere pagati dalle creature di quaggiù. X,647.
- Dimmi: acquista più meriti un confessore a confessare tutta la mattina o un altro a lavare le scodelle ? Non vi è differenza; siccome formiamo corpo per la gloria di Dio, e lavoriamo tutti per lo stesso fine, ogni azione è giudicata da Dio collo stesso peso e colla stessa misura. Il merito adunque è uguale. XII,605.
- Dio, Padre di bontà... vuole che la nostra carità abbia il centuplo anche nella vita presente. XIII,110.
- Ricompensa della carità cristiana è il piacere che ognuno prova in cuor suo nel fare un’opera buona. XIII,110.
- Ai grandi sacrifici è riservato un gran premio. XIII,134
- In mille guise il Signore trova mezzo di benedirci e darci, il centuplo delle opere di carità che facciamo in pro dei poveri giovanetti; oltre la vita eterna. XIV,485.
- Tutto il bene che gli altri faranno per causa nostra, accrescerà lo splendore della nostra gloria in Paradiso. XVII,491.
- Lo celebrerai coll’esatto adempimento dei tuoi doveri, raccontando ogni dì ai compagni un esempio in onor di Maria e procurando di regolarti in modo da poter fare in ciascun giorno la santa comunione. V,462.
- Desidero che tutti in questo mese e in questa novena di Maria A. domandiate a questa buona Madre la grazia di essere i liberati da tutti i pericoli della vita e del secolo. XIII,407.
- In questo mese si ottengono non una sola, ma molte grazie ogni giorno dalla Madonna. XIII,409.
- Lo esortò a chiedere al Signore nel tempo della prima messa quella grazia che più desiderava, assicurandolo che sarebbe stato certamente esaudito. II,36.
- La frequente comunione e la messa quotidiana sono le colonne che devono reggere un edificio educativo. III,355.
- Suggeriva di assistere ogni giorno alla santa messa, ricordando quelle parole di S. Agostino, che non sarebbe perito di sala morte chi ascolta divotamente e con assiduità la santa messa. IV,454.
- (buona notte): Quale è il migliore, il più semplice, il più facile modo di assistere alla santa messa? É il modo proposto dal beato Leonardo, di dividere cioè la santa messa in tre parti, ossia in tre “P”. Il primo rosso il secondo nero, il terzo bianco. Cioè, il “P” rosso che è la passione di Gesù Cristo, e meditarla fino all’elevazione. Il nero cioè i peccati; fare memoria e dolerci dei nostri peccati passati, che furon la causa della passione del nostro divin Salvatore e questo fino alla Comunione. Il “P” bianco che sarebbe il proponimento, cioè di fare proposte di non peccare mai più in avvenire; e ciò andrà fino alla fine della messa.
- La santa messa è il grande mezzo per placare l’ira di Dio e tener da noi lontani i castighi. VI,1071.
- Ogni santa messa è il grande mezzo per placare l’ira di Dio e tener da noi lontani i castighi. VI,1011.
- Ogni volta che assistiamo alla santa messa procuriamo di tenerci in tale stato da poter fare la nostra santa comunione. VI,1071.
- L’ascoltar la santa messa dissipa tutto il guadagno del demonio. X,47
- Io sono persuaso che una muta d’esercizi spirituali porterebbe ottimi effetti se portasse il salesiano alla recita esatta della messa e del breviario. XVII,617.
- La voce del miracolo eminentemente popolare, è intesa da tutti, e in tutti con potente voce: “Ecco la via, dice, che conduce alla vita, seguite o mortali, le tracce gloriose dei santi, esse sono li cammino della gloria, il cammino della felicità. V,727.
- I santi non sono essi forse miracoli viventi per la pratica eroica di virtù, che sono infinitamente ai di sopra della povera forza umana. V,727.
- Non merita misericordia chi abusa della misericordia del Signore per offenderlo. VI,442.
- Il suo primo proposito era di andare a portare il Vangelo agli infedeli (Don Berto). Sm.126.
Cercate anime, ma non danari, né onori, né dignità.
Usate carità e somma cortesia con tutti, ma fuggite le conversazioni e la famigliarità colle persone di altro sesso o di sospetta condotta.
Non fate visite se non per motivi di carità o di necessità
Non accettate mai inviti di pranzo, se non per gravissime ragioni. In questi casi procurate di essere in due.
Prendete cura speciale degli ammalati, dei fanciulli, dei vecchi e dei poveri, e guadagnerete la benedizione di Dio e la benevolenza degli uomini.
rendete ossequio a tutte le autorità civili, religiose, municipali e governative.
incontrando persona autorevole per via, datevi premura di salutarla ossequiosamente.
fate lo stesso verso le persone ecclesiastiche aggregate ad istituti religiosi;
fuggite l’oslo e le questioni. Gran sobrietà nei cibi, nelle bevande e nel riposo.
amate, temete, rispettate gli altri ordini religiosi e parlatene sempre bene. È questo il mezzo di farvi stimare da tutti e promuovere il bene della congregazione.
abbiatevi cura della sanità , lavorate, sà solo quanto le proprie forze comportano.
fate che il mondo conosca che siete poveri negli abiti, nel vitto, nelle abitazioni, e voi sarete ricchi in faccia a Dio e diverrete padroni del cuore degli uomini.
fra di voi amatevi, consigliatevi, correggetevi, ma non portate mai nè invidia nè rancore, anzi il bene di uno sia il bene di tutti; le pene e le sofferenze ai uno siano considerate come pene e sofferenze di tutti, e ciascuno studi di allontanarle o almeno mitigarle.
osservate le vostre regole, né mai dimenticate l’esercizio mensile della buona morte.
ogni mattino raccomandate a Dio le occupazioni della giornata, nominatamente le confessioni, le scuole, i catechismi e le prediche.
raccomandate costantemente la divozione a Maria Ausiliatrice ed a Gesù Sacramentato.
raccomandate ai giovanetti la frequente confessione e comunione.
per coltivare le vocazioni ecclesiastiche insinuate: 1) l’amore alla castità; 2) orrore al vizio opposto; 3) separazione dai discoli; 4) comunione frequente; 5) usare con loro carità, amorevolezza.
nelle relazioni, nelle cose contenziose, prima di giudicare si ascoltino arabe le parti
nelle fatiche e nei patimenti non si dimentichi che abbiamo un gran premio preparato in cielo. Amen.
- Non badate a fatiche, a privazioni, a disprezzi del mondo. II,393.
- Niuno decanti quello che sa o quello che fa; venendo alle prove, ciascuno faccia quanto a lui è possibile senza ostentazione. II,394
- Fate quello che potete ; Dio farà quello che non possiamo fare noi. Confidate ogni cosa in Gesù Sacramentato ed in Maria Ausiliatrice e vedrete che cosa sono i miracoli. II,395.
- (ai giovani): Fate l’uffizio di missionari gli uni cogli altri; dandovi buon esempio. II,407.
- Avrebbe voluto suggerire al papa che nelle litanie dei santi aggiungesse la rogazione: “Ut bonos et dignos operarin in messem tuam mittere digneris, Te rogamun audi nos! XI,410.
- Questo è l’unico scopo del viaggio dei Missionari: cercare di salvar molte anime. XI,464.
- Un Missionario deve obbedire, soffrire per la gloria di Dio, e darsi massima sollecitudine per osservare quei voti con cui si è consacrato al Signore. XII,105.
- Un Missionario deve essere pronto a dare la vita per la maggior gloria di Dio. XII,107.
- In qualunque grave bisogno vi troviate, ricorrete a Gesù Sacramento ed a Maria Ausiliatrice e state certi che le vostre speranze non saranno mai deluse. XII,277.
- Noi, e l’ho veduto io nel sogno, sappiamo che va avanti e può far gran bene il Missionario che sia circondato da una buona corona di giovani. XII,280.
- Nelle missioni: chi si mette per la via di attaccarsi alla gioventù povera non dà più indietro. XII,280.
- Nell’opera delle missioni diceva: speriamo nel Signore. Noi in questa impresa facciamo come in tutte le altre. Tutta la confidenza sia riposta in Dio e speriamo tutto da Lui, ma nello stesso tempo spieghiamo tutta la nostra attività .XII,280.
- Dio buono pagherà col paradiso chi va a dare la vita per le anime e parimenti a chi viene in aiuto ai missionari. XII,316.
- Ai Missionari ricordava la raccomandazione di lavorare unicamente per la gloria di Dio e la salvezza delle anime e per il trionfo della Chiesa e della santa religione cattolica, apostolica, romana. XII,527.
- “Andate, non temete, Dio è con voi, Maria vi proteggerà”. XII,527.
- I missionari bisogna che siano preparati ad ogni evento, anche a far sacrificio della vita per predicare l’evangelo di Dio. XIII,315.
- Sapete che cosa vuoi dire essere Missionari? Vuoi dire essere mandato da Dio. (315)...; i Missionari cattolici da chi ricevono la missione? Da Gesù Cristo rappresentato dal suo vicario, il sommo Pontefice. XIII,315-316.
- Il Missionario cattolico dà l’addio ai parenti ed ai confratelli e parte tenendo per sola sua ricchezza di appoggio Iddio e null’altro; e va dove l’obbedienza comanda dove più vi è bisogno dell’opera sua, senza pensare dove, come e quando troverebbe i mezzi di vivere. XIII,316.
- I nostri Missionari, non badano ad incomodi e sacrifici, vanno dove sono mandati senza badare a stenti ed a pericoli ; e quando loro toccare soffrire anche la fame e la sete, sanno sopportare le privazioni con ammirabile pazienza. XIII,316-7.
- Le regole della nostra congregazione abbiatele sempre con voi e siano la norma del vostro operare. XIII,317.
- A nient’altro voi dovete andare, se non a guadagnare anime a Dio. XIII,317.
- Non mancate di ricordar loro (missionari) una rigorosa vigilanza sopra di se stessi. (Leone XIII a don Bosco). XIII,499.
- Quando fate la scelta di coloro che devono andare nelle missioni preferite sempre coloro che sono già stati ben prova ti nella virtù. XIII,499.
- Ciascuno sia Missionario fra i suoi compagni, dando buoni esempi e facendo del bene all’anima propria. XIII,757.
- (sogno) “Nelle missioni mandare individui sicuri della moralità. XIV,124.
- Ti sei totalmente dedicato alle missioni, che è quanto dire: hai abbandonato tutto per consacrarti al Signore ed al guadagno delle anime. XV,28.
- Le anime che i nostri Missionari guadagneranno al cielo saranno (pei loro benefattori) le portatrici delle chiavi del paradiso. XV,95.
- (per missioni) ci vogliono molte preghiere, molto lavoro, molto tempo. Il tempo è di Dio il lavoro del missionario, la preghiera di tutti noi. XVI,195.
- Colla dolcezza di san Francesco dl Sales i salesiani tireranno a Gesù Cristo le popolazioni dell’America. XVI,394.
- Cominciata una missione all’estero si continui con energia e sacrificio. Lo sforzo sia sempre a fare e stabilire delle scuole e tirare su qualche vocazione per lo stato ecclesiastico o qualche suora tra le fanciulle. XVII,273.
- A suo tempo si porteranno le nostre missioni nella Cina e precisamente a Pechino. Ma non si dimentichi che noi andiamo poi fanciulli poveri ed abbandonati. Là fra popoli sconosciuti ed ignoranti del vero Dio si vedranno le meraviglie finora non credute, ma che Iddio potente farà palesi al mondo. XVII,273.
- (sogno) “Mi parve di accompagnare i Missionari e mi pareva di dir loro: non colle parole, non colla scienza, ma colla santità, non colle ricchezze, ma collo zelo e colla. pietà, faremo del gran bene, promovendo la gloria di Dio e la salute delle anime. XVII,299.
- (sogno). Il pensiero principale che mi restò impresso dopo questo sogno, fu di dare ai miei cari Missionari un avviso di somma importanza riguardante le sorti future delle nostre missioni. Tutte le sollecitudini dei salesiani e delle suore di Maria Ausiliatrice siano rivolte a promuovere le vocazioni ecclesiastiche e religiose. XVII.,305.
- Oh, se il Missionario facesse davvero il Missionario quanti prodigi di santità splenderebbero da ogni parte! Ma purtroppo molti hanno paura di lavorare e preferiscono le proprie comodità. XVII,383.
- Nelle tue escursioni, non badare ad alcun vantaggio temporale; ma unicamente alla gloria di Dio. Ricordati bene che i tuoi sforzi siano sempre indirizzati a provvedere ai bisogni crescenti di tua Madre. Sed Mater tua est Icclesia Dei, dice san Girolamo. XVII,641.
- Ama molto e studia di sostenere quelli che lavorano per la fede. XVII,641.
- Noi dobbiamo occuparci in special modo della gioventù, massime di quella povera e abbandonata. XVIII,49.
- (sogno) “Val Paraiso, Santiago, Pechino, Ora tira una sola linea da un’estremità all’altra, da Pechino a Santiago, fanne un centro nel mezzo dell’Africa ed avrai un’idea esatta di quanto debbono fare i Salesiani. Ma come far tutto questo? Non ti turbare... Faranno i figli dei tuoi figli... ma si tenga fermo nell’osservanza delle regole e nello spirito della pia Società. XVIII,73.
- E dove trovare tanta gente, e come inviare Missionari in quei luoghi? Vi è una cosa sola da fare: raccomandare che i miei figli coltivino costantemente la virtù di Maria. XVIII,73-4.
- Se cerca solamente Gesù e la sua croce, se vuole veramente soffrire con Gesù, vada nelle missioni. XVIII,259.
- (I.M.) danno la vita per le anime, e noi daremo volentieri la borsa in loro aiuto. XVIII,370.
- Ultimi ricordi ai Missionari: Siate amanti della povertà e della carità fraterna. Leggete spesso le regole e ubbiditele sempre. XVIII,430.
- (I.M.) abbandonano la patria, i parenti e gli amici, e sacrificano comodità e riposo per farsi apostoli del Signore, benefattori e salvatori delle tribù, talora abbandonate nella ignoranza e nella barbarie. XVIII,786.
- Quelli che desiderano grazie da Maria Ausiliatrice, aiutino le Missioni e saranno sicuri di ottenerlo. XVIII,477, 525.
- Una delle opere più degne di encomio e di appoggio è quella delle missioni tra le genti straniere. XVIII,785.
- Per cattivi compagni si intendono quelli che cercano di parlare di cose disoneste o fanno cose contrarie alla modestia. III,607.
- Il difetto di Modestia nel parlare indica mancanza di giudizio. III,615.
- Per modestia s’intende una decente e regolata maniera di parlare; di trattare e camminare. IV,750.
- Il corpo e le vestimenta devono essere puliti, il volto costantemente sereno ed allegro. IV,751.
- Andate adagio nel criticare le azioni altrui, né vantatevi mai di alcun vostro pregio. IV,751.
- Quando parlate siate modesti, non usando mai espressioni che possono offendere la carità e la decenza. IV,751.
- Mandava i giovani a servire nelle sacre funzioni negli educatori, li avvisava di lasciare gli occhi a casa. V,165.
- Ozio e modestia non possono vivere insieme. Perciò, evitando l’ozio vincerai eziandio le tentazioni contro la modestia. VI,8.
- Abstrahe ligna foco, si vis estinguere flammam; si carnie motus otia, vina, dapes.VII,83.
- Per conservare la virtù della modestia rendetevi familiare l’uso delle giaculatorie. VII,83.
- Tenete a mente queste due cose che sono fondamentali: 1) abbiate un confessore che conosca bene il vostro cuore e non cangiatelo mai per timore che sappia qualche vostra caduta. É vero che non è peccato cangiar confessore, quando non si osa confessargli qualche colpa, ma è però molto pericoloso per la virtù della modestia. 2) ascoltate e mette- te in pratica i consigli che il confessore vi da. VII,84. /vedi carità; castità/
- La modestia è una virtù celeste e chi vuole conservare bisogna che si innalzi verso il cielo. Salvatevi adunque coll’orazione. VIII,34.
- L’umiltà, la carità, e la modestia non possono stare l’una senza dell’altra. IX,436.
- Sedere, conversare, scherzare, ricrearsi ecc. in modo che il vostro contegno rispecchi la bella virtù. IX,710.
- Ridere e scherzare sì, ma con moderazione e senza chiasso. X,616.
- Ciò che io più raccomando si è di sradicare dal cuore ogni cosa che sia contro la bella virtù della modestia. Fosse pur cosa da nulla, non si usa mai abbastanza riguardo per custodire questa virtù. XI,252.
- La modestia deve essere il perno di tutte le nostre azioni. XII,224.
- Nei tempi in cui siamo fa bisogno in noi di una modestia a tutta prova e di una grande castità. XII,224.
- L’obbedienza in tutte le cose è ciò che più gioverà per custodire la modestia. XII,224.
- Scrivi, o figlio, nel cuore il detto mio: fallace è il mondo, il vero amico è Dio. III,608; IV,550
- Il migliore consiglio sì è di fare il bene quanto possiamo e poi non aspettarci la mercede dal mondo, ma da Dio solo. VII,418.
- Il mondo odia i religiosi e se non può far loro del male oggi lo farà domani. VII,773.
- Le stesse mura della casa sono un gran riparo tra il religioso e le insidie del mondo. IX,345.
- Chi si dà a Dio, fugga il mondo. IX,991.
- Dio ci vuole in un mondo migliore di questo. X,l04.
- Ricordati che in questo mondo non abbiamo tempo di pace, ma di continua guerra avremo un dì la vera pace, se combatteremo da forti sopra la terra. X,129.
- Guai a chi lavora aspettando le lodi del mondo; il mondo è un cattivo pagatore, e paga sempre coll’ingratitudine. X,266.
- Il mondo è ingannatore; solo Dio è buon pagatore. X,315.
- Questo mondo è come una scena di teatro: passa in un momento. XI,509.
- Fuga del secolo e delle sue massime. Radice di dispiaceri o di disordini sono le relazioni con quel mondo che noi abbiamo abbandonato e che vorrebbe di nuovo trarci a lui. XII,26.
- Coloro che non si mantengono nella retta via durante le vacanze, non si manterranno poi da preti in mezzo al mondo. XII,256.
- Il vestire l’abito chiericale di per sè rappresenta la rinunzia al mondo ed ai suoi allettamenti. XII,560.
- Il signore vuole che ci salviamo; che amiamo solamente Lui. Il mondo non è un grande ostacolo a questo amore? Certamente. Farà dunque bene o male chi la rompe col mondo di un colpo e si ritira a pensare a Dio? E chi ne dubita? fa bene. XII,560.
- (per non perdere la vocazione) non essere mondani e amanti delle affezioni sensibili e di casa. XII,563.
- Nel mondo vi sono pericoli e per esser salvi da essi è preparata da Dio la vita religiosa. XII,598.
- Se tu hai lasciato il secolo, ritornandovi tu ti trovi in pericolo. XII,600.
- (imitando le api) Voi religiosi, turate le finestre, sicché non possiate più vedere il mondo. A Gesù siano rivolti tutti i nostri desideri. XII,601.
- Quanto più uno cerca di staccarsi dal mondo e vuole lasciarlo affatto, tanto più il demonio cerca di attaccare il suo cuore, alle cose terrene e di trarlo fuori dal luogo di religione. XII,601.
- Per essere allontanati e difesi da ogni pericolo, non cerchiamo pretesti di ritornare in mezzo al mondo ma stiamocene lontani. XII,606.
- Siamo in tempi in cui bisogna operare. Il mondo è divenuto materiale, perciò bisogna lavorare e far conoscere il bene che si fa. Il mondo ha bisogno di vedere e toccare. XIII,126.
- Il mondo attuale vuole vedere opere, vuole vedere il clero lavorare a istruire e a educare la gioventù povera ed abbandonata, con opere caritatevoli, con ospizi, scuole. XIII,127.
- Per fare il bene i mondani incontrano cani giorno difficoltà maggiori. Il mondo non è un sito per le pratiche di pietà, anzi dirò che è un luogo ov’è difficilissima l’osservanza della legge del Signore. XIII,232.
- (nel mondo) è pieno di malizia e tutti siamo figli di Adamo. XIII,271.
- In mezzo alle feste di questo mondo dobbiamo sempre mischiare le lagrime. XIII,872.
- Il mondo è tutto malignità e non tacerebbe nemmeno se gli mettessimo gnocchi in bocca. XV,179.
- Vegliate e fate che ne l’amor del mondo né l’affetto ai parenti, né il desiderio di una vita più agiata vi muovano al grande sproposito di profanare i sacri voti e così tradire la professione fatta con cui ci siamo legati e consacrati al Signore. XVII,258,
- Sovente l’udimmo lodare i lavori manuali come mezzo per conservare la sanità e moralità. I,358.
- Non sarà mai troppo severo nelle cose che servono a conservare la moralità. II,154.
- Le sinistre impressioni, ricevute in tenera età per un parlare imprudente, portano sovente lagrimevoli conseguenze per la fede e pel buon costume. III,314.
- Rettamente educate la gioventù, vi sarà ordine e moralità; al contrario, vizio e disordine. III,605.
- La ginnastica, la musica, la declamazione, il teatrino, le passeggiate, sono mezzi efficacissimi per ottenere la disciplina, giovare alla moralità ed alla sanità. II,549.
- I maestri e gli assistenti devono essere di moralità conosciuta. IV,549.
- Ricordatevi: de moribus! ecco tutto, salvate la moralità. Tollerate tutto, vivacità, insolenza, sbadataggine, ma non l’offesa di Dio e in modo particolare il vizio contrario alla purità. V,166.
- La moralità! Ecco quello che soprattutto importa! V,485.
- Non c’è vantaggio materiale che compensi un solo danno morale. V,556.
- Mantenere ferma l’osservanza del regolamento è salvaguardia della moralità. IV,490.
- Nell’assistenza nello studio non è il solo silenzio che si deve cercare, ma più di tutto la moralità. X,1019.
- Fondamento della moralità e dello studio è la disciplina fra gli allievi. X,1011.
- Si può stabilire come principio invariabile, che la moralità degli allievi dipende da chi li ammaestra, li assiste, li dirige. X,1104.
- Se vogliamo promuovere la moralità e la virtù nei nostri allievi, dobbiamo possederla noi, praticarla noi e farla risplendere nelle nostre opere, nei nostri discorsi, né mai pretendere dai nostri dipendenti che esercitino un atto di virtù da noi trascurato. X,1105.
- La cosa più importante nelle nostre case si è di promuovere, ottenere ed assicurare la moralità sia nei soci, sia nei giovani. Assicurato questo, assicurato tutto, mancando questo, manca tutto. I,1118.
- L’osservanza delle regole ci condurrà sicuramente allo scopo di ottenere e assicurare moralità. X,1118.
- Senza religione non vi è vera scienza, non vi è moralità, e né educazione. X,1312.
- Io vi desidero dal cielo santità, studio, moralità. Il legame che unisce insieme la sanità e lo studio, il fondamento sopra cui sono essi basati è la moralità. XI,15.
- Aspiranti al noviziato non si debbono accettare se non diedero segno di una moralità a tutta prova o se non si lasciarono conoscere abbastanza bene e non ebbero confidenza grande nel superiori. XI,269.
- Ritengo i rendiconti mensili come la chiave di ogni ordine e moralità. XI,354.
- Le nostre piccole associazioni si possono chiamare chiave della pietà, conservatorio della moralità, sostegno delle vocazioni ecclesiastiche e religiose. XII,26.
- Giova immensamente a ottenere la moralità l’impedire in modo assoluto le merende. XI,355.
- Soprattutto badiamo a impedire il male morale, i disordini di qualsivoglia sorta. Colla sola concordia di questo, si può progredire a rendere innocui i membri pericolosi. XII,606.
- Il santo Padre (Pio IX) mi disse che se vogliamo far fiorire le nostre costituzioni ed istituzioni, badiamo d’introdurre fra di noi e di propagare fra di noi e nostri giovani queste tre cose: 1) lo spirito di pietà; 2) lo spirito di moralità; 3) lo spirito di economia. XIII,69.
- La gloria della nostra Congregazione consiste nella moralità. XIII,83.
- Mezzi con cui tener lontano lo spirito di Immoralità:
trattare i giovani con bontà per averne la confidenza.
fare sacrifizi, ove occorra, per assistere e vigilare.
tener nota dei posti, che ciaschedun allievo occupa in dormitorio in scuola, in refettorio, in istudio.di
notte fare un’ispezione nel dormitorio.
stabilire che al passeggio i giovani vadano a tre a tre, che non si dia a nessuno licenza di allontanarsi
dalle file.
raccomandare ai giovani che a titolo di civiltà tengano le mani sul banco nella scuola e nello studio.
cercar di animare molto la ricreazione con quei giuochi, che ai giovani tornano più graditi.
non prolungare troppo il tempo dello studio per i piccoli e per coloro che sono poco occupati.
grande temperanza nel mangiar carne e nel bere vino.
- All’eccesso nell’uso della carne e del vino egli attribuì l’immoralità che domina in qualche paese. Chi mangia di magro, essere di gran lunga più libero da certi fastidi spirituali: giova pure a siffatta libertà l’astenersi dà cibi di difficile digestione e dalle carni salate, perché eccitanti. La chiesa, quando raccomanda la penitenza, vieta per prima cosa le carni. XIII,84-5.
- Per conservare la moralità: quante confessione e comunione, la regolare vigilanza di chi deve assistere saranno grandi mezzi preventivi. Possono succedere disordini, ma sempre riparabili. L’assistenza sia solidale, nessuno se ne creda dispensato, quando si tratta d’impedire l’offesa di Dio. E poi mezzi per non cadere siano la fuga dell’ozio ed evitare le amicizie particolari (86). Non si conducano mai i giovani in camera. Il lavoro è anch’esso una grande salvaguardia. XIII,85-6.
- La moralità è il fondamento e la conservazione degli istituti religiosi. Non basta che questa sia palese esternamente, ma deve essere preventiva; vale a dire che proceda l’entrata in Congregazione. XIII,247.
- Nelle accettazioni (di aspiranti) si transiga sulla scienza e sull’interesse materiale; ma si usi rigore intorno alle doti morali. XIII,247.
- La moralità tra gli allievi progredisce in proporzione che essa risplende nei salesiani. I giovanetti ricevono quello che loro si da. E i salesiani non potranno mai dare agli altri quello che essi non possedessero. VIII,247.
- Seme di buon costume tra gli allievi sono la precisione dell’orario e la puntualità di ciascuno al proprio uffizio. Vengono quindi certi rigagnoli per cui le grazie e le benedizioni scorrono e si fanno via al cuore dei giovanetti, cioè piccolo clero, compagnie, sacramenti, tridui, novene, esercizi spirituali, funzioni e solennità di chiesa. Finalmente sono buoni mezzi i trastulli, preferibili però quelli in cui ha parte la destrezza della persona, e da sbandirsi quegli altri che portano a tratti di mano, baci, carezze e simili. XIII,247.
- (circa le cadute in fatto di moralità). “Un’osservazione fondamentale, disse don Bosco, si è di vedere se il giovane cadde tutte le volte che si trovò nell’occasione. Posto che, si, sarebbe ancora a vedersi , se egli è di quelli che rispetto alla vocazione sono fermi e non tentennanti e se la sua volontà è di quelle risolute. Posto che sia di fermo volere, gli si può rispondere che vada avanti; poiché se non si rispondesse così, bisognerebbe temere di vedere i seminari e gli ordini religiosi vuotarsi a poco a poco, perché quasi più nessuno potrebbe entrarci. Se invece, date le condizioni descritte, il giovane non è di quelli fermi e costanti nei loro propositi, si risponda pure negativamente. XIII,257.
- Ove è moralità e attitudine, io sono di parere che si faciliti la via al sacerdozio. XIII,257.
- Punto culminante per ottenere la moralità è al certo la frequente confessione e comunione, ma proprio ben fatte. XIII,270.
- (trattando) di alcuni mezzi per far fiorire la moralità nei collegi (disse)... Si faccia quanto si può e poi ancora un poco, e in seguito ricordiamoci di pregare molto, la preghiera otterrà quanto non potremo ottenere coi nostri sforzi. E ricordiamoci che i due mezzi più atti a togliere dalla radice ogni azione d’immoralità e a introdurre questa virtù in grado pressoché perfetto tra i nostri allievi sono: 1) la molta frequenza dei santi sacramenti; 2) allontanare gli scandalosi. VIII,273.
- (sull’andar a riposo in letto dopo pranzo disse don Bosco) “per me la ritengo una delle cose più pericolose per la moralità, e sono di parere che il tener questa abitudine e conservar bene la moralità sia cosa difficilissima. VIII,279.
- Preghiamo gli uni per gli altri, affinché non avvengano defezioni nella moralità. XIII,303.
- Quando in un collegio vi è del male morale, non bisogna amare rumore .XIII,398.
- Quando il male va in cancrena, difficilissima ne è la Guarigione. XIII,716.
- La ginnastica, la musica, la declamazione, il teatrino, le passeggiate, sono mezzi efficacissimi per ottenere la disciplina, giovare alla moralità e alla santità. XIII,921.
- Nelle missioni mandare individui sicuri nella moralità. XIV,124.
- Sacrifichiamo la nostra vita, ma si sostenga sempre e per trionfi la moralità. XIV,552.
- Mantenendo la casa bella pietà e nella moralità faremo l’opera di Dio. XV,460.
- Se le case salesiane non dovessero essere quali bisogna che siano, io amerei meglio che cessassero di esistere. XV,487.
- Mantenendo la casa nella pietà e nella moralità faremo l’opera di Dio. XV,46.
- Facciamo tutti i loro sforzi affinché sia conservata la moralità. XVI,416.
- Una delle cose fondamentali, che dev’essere maggiormente inculcata è la moralità. XVI,416.
- Se possiamo fare in modo che dopo cena si vada a riposo, è un gran guadagno per la moralità. Quel tempo è il tempo dei complotti. Così che vi sia silenzio assoluto della sera al mattino, è un guadagno grande. XVI,416-7.
- Mancando contro la moralità, in faccia a Dio si perde l’anima, in faccia al mondo l’onore. XVI,417.
- Badare ai principi per impedire il male, grande in seguito. XVI,417.
- Siano severamente allontanati quelli che dicessero, insinuassero o facessero cose biasimevoli contro la moralità: si tema dl usare in ciò troppo rigore. XVII,191.
- (per conservare la moralità) si cerchi di allontanare dai nostri allievi ogni libro proibito, quand’anche fosse prescritto per la scuola. XVII,196.
- (A. Pejron: non nomini mai autori proibiti perché se li nominerete mettete nei giovani la voglia di leggerli, li lasci nell’oblio). Così non dobbiamo fare; non introdurre, non citare, non nominare autori proibiti. Si farà un’eccezione, ma solamente per coloro che debbono presentarsi agli esami pubblici; ma anche in questi casi si faccia uso di edizioni purgate. Ma gli autori proibiti anche purgati non si mettano in mano ai giovani che sono in altre classi inferiori. É un destare in loro la fatale curiosità di verificare e confrontare le correzioni con l’originale. Così pure si vada adagio a parlarne. XVII,196.
- Io penso che non ci potesse essere tanta smania di leggere libri proibiti come c’è adesso, come pure la smania di perdere il tempo e rovinarsi l’anima con i romanzi. XVII,196.
- Ricordo fondamentale ossia obbligazione per tutti quelli che lavorano in Congregazione. A tutti è strettamente comandato e raccomandato in faccia a Dio ed in faccia agli uomini di aver cura della moralità. XVII,268.
- L’esperienza ci dimostra che un segno dell’immoralità è il fuggire i superiori. XVII,267.
- Di regola ordinaria non si deve mai transigere con la moralità. Qualora la moralità sia dubbia è meglio non accettare che introdurre in casa un individuo dubbiamente immorale. Punto cardinale la moralità. XVII,367.
- La moralità è il semenzaio delle vocazioni. XVII,384.
- Trattandosi di giovani che vogliono entrare come ascritti nella Congregazione salesiana, e specialmente se come chierici, si venga a parlare in tutta confidenza della moralità. XVII,659.
- In quanto alla moralità si usi più rigore per chi va agli ordini sacri che per chi vorrebbe fare i voti. In ambi i casi però sempre rigore. XVII,662.
- Si richiami sovente agli alunni il pensiero di Dio e del dovere, e si persuadano che la bontà dei costumi e la pratica della religione è proprio necessaria ad ogni condizione di persone. Pag. 80
- I mormoratori fanno i mestieri di distruggitori della parola di Dio. Non v’è peggior disgrazia di quella di far perdere la parola di Dio. XII,44,45.
- (sogno): Chiodo fatale per le congregazioni religiose sono i mormoratori i sussurroni; quelli che cercano sempre di criticare per diritto e per traverso. XII,468.
- Il mormoratore semina la discordia, porta il malumore e la tristezza là dove regnerebbe la pace, l’allegria insieme colla carità. XVII,190.
- Del prossimo parlarne bene o tacerne affatto. VI,1006.
- Affermava essere la mormorazione uno dei più grandi nemici della casa. VI,1006.
- Dalla mormorazione viene l’immoralità. X,1019.
- La cosa in cui vorrei che c’impegnassimo tanto, si è nel togliere le mormorazioni anche tra di noi. Se c’è qualcuno che abbia qualche cosa da dire, né parli coi superiori. XI,169.
- Il malcontento prodotto dalla mormorazione allontana dalla vita religiosa. XI,517.
- Le mormorazioni sono tanto più cattive, in quanto che esse generalmente sono segrete, nascoste, e colà vivono e accrescono, ove punto noi non ce l’aspettiamo. XII,44.
- Tenetelo a mente, o miei cari giovani, di evitare fra di voi ogni modo la mormorazione, come un male straordinario, fuggendola come si fugge dalla peste. XII,45.
- Desidero che si sappia e si ritenga che colla parola mormorazione io non intendo solamente il tagliarci i panni addosso, ma ogni discorso, ogni motto, ogni parola, che possa in un compagno sminuire il frutto della parola di Dio udita. III,49.
- questa (la mormorazione) fu la causa che condusse alla distruzione certi ordini religiosi. XII,478.
- Io vi raccomando che procuriate di fuggire e d’impedire le mormorazioni: cioè che vi dimostriate sempre contenti delle cose come son disposte. XIII,91.
- La mormorazione porta il rispetto umano. XIII,91.
- Questa è una mancanza che porta molto danno alle congregazioni religiose. XIII,91.
- Che se poi in queste ciarle entrasse l’offesa di Dio, allora si dovrebbe alzar la voce, contro il nemico delle anime, gridare al lupo... quando potete impedire, parlando, l’offesa di Dio, fatelo, fatelo e ne avrete merito. XIII,93.
- Tolte dalla comunità le mormorazioni e le parzialità, si gode perfetta pace. XIII,398.
- Ecco un’altra peste: le mormorazioni. Entrate che siano nelle case religiose; tutto va in rovina; non c’è quasi più speranza di salute. L’unico mezzo è troncare risolutamente bruscamente il ramo infetto. XIII,399.
- Le mormorazioni raffreddano i cuori. XVII,113.
- La peste peggiore da fuggirsi è la mormorazione. XVII,267.
- Non si facciano mai mormorazioni contro alle disposizioni dei superiori, ma siano tollerate le cose che non siano di nostro gusto, o siano penibili o spiacenti. XVII,628.
- La mormorazione è contraria alla carità, odiosa a Dio e dannosa alle comunità. XVIII,190.
- Una delle magagne della pedagogia moderna è quella di non volere che nell’educazione si parli delle massime eterne e soprattutto dell’inferno. II,214.
- Quelli che poco pensano alla morte, quando si avvicina, paventano e tremano. III,360.
- Pensate ogni sera se doveste morire in quella notte, quale sarebbe la vostra sorte. II,362.
- Quelli che si lasciano vincere dalle passioni, colti dalla morte e sepolti tra le fiamme eterne dell’inferno urleranno: “Nos insensati erravimus!”. II,33.
- Al punto di morte si raccoglie quello che abbiamo seminato nel corso di nostra vita. III 18.
- Tutta la vita dell’uomo deve essere una continua preparazione alla morte. III,19
- Beato chi si trova in punto di morte e avrà fatto opere buone in vita sua. III,608
- All’ora della morte le cose si giudicano da ben altri punti di vista. IV,163
- A tutti suggeriva di assistere ogni giorno (alla santa messa) ricordando quelle parole di sant’Agostino; che cioè non sarebbe perito di mala morte chi ascolta divotamente e con assiduita la santa messa. IV,454.
- Piuttosto non vivere che peccare. V,637.
- I tre nemici dell’uomo sono: la morte (che lo sorprende) il tempo (che sfugge) il demonio (che gli tende i suoi lacci). V,926
- Due cose sole io temo: il peccato mortale che da la morte all’anima e la morte corporale che sorprende chi si trova in disgrazia di Dio. VI,75.
- Il sapere il tempo della morte non è necessario per andare in paradiso: ma bensì il prepararci con opere buone. VI,120.
- Sta preparato. Chi oggi non è preparato a morir bene corre gravo pericolo di morir male. VI,442.
- Nell’ora della morte ti rincrescerà d’aver perduto tanto tempo, senza alcun vantaggio dell’anima tua. VI,442.
- Io non penso mai che la morte possa troncare i miei disegni, ma faccio ogni cosa come se fosse l’ultima alla morte, col tenervi in grazia di Dio, che di qualunque altra cosa. VII,292.
- Bisogna operare come se non si dovesse morire mai e vive- re come se si dovesse morire ogni giorno. Quotidie morior. VII,484.
- Siate più solleciti di prepararvi alla morte, col tenervi in grazia di Dio, che di qualunque altra cosa. VII,292
- Non ho mai veduto alcuno che al punto della morte si lamentasse di aver fatto troppo bene. VII,673.
- Non ho mai udito che uno sia stato contento in punto di morte del male che aveva commesso. VII,674.
- Esortava gli alunni a prepararsi in modo da non aver timore alcuno della morte, se questa li sopraggiungesse. VII,816.
- Amico mio tutto si paga, coi danari si ottiene tutto, la morte sola non si può pagare. VIII,36.
- La morte non risparmia nessuno. VIII,80.
- Di’ loro che se vogliono fare una buona morte frequentino la santa comunione con le dovute disposizioni, e che la prima disposizione è una confessione ben fatta. IX,14.
- (strenna 1868) “La comunione devota e frequente é il mezzo più efficace per fare una buona morte e così salvarsi l’anima. IX,14.
- Ricchezza, onori, piaceri, che mi serviranno al punto di morte? IX,567.
- Come si vive, così si muore. IX,567.
- In punto di morte raccoglieremo quanto avremo seminato nella vita. IX,807.
- Homo-humus, fanta-fumus, finis-cinis. X,1332; XVII,163.
- Se si sbaglia tutto è perduto: poiché si muore una volta sola. XI,256.
- In punto di morte si deve aver operato e non volere operare. XI,256.
- Colui il quale vuol passare bene il suo ultimo istante in questo mondo, bisogna che viva bene. XI,322.
- Per decidere della vocazione bisogna portarsi in punto di morte, di là si vede ciò che è realtà e ciò che è vanità. XI,509.
- Le deliberazioni si prendono portandosi in punto di morte. XI,515.
- Colui che non è preparato a morir bene, corre grave pericolo di morir male. III,48.
- Se io mi trovassi in punto di morte, qual’è la cosa che desidererei d’aver fatta? Quale stato desidererei d’aver abbracciato per potere con maggiore facilità salvarmi l’anima e fare del bene? III,90.
- Il peccato è uno stimolo che ci fa venire pia, presto la morte addosso. III,133.
- Solamente coloro che vivono male e non si accostano mai o molto di rado ai sacramenti, hanno da temer la morte. III,247.
- In punto di morte quello che darà contentezza, sarà il bene fatto, e tutte le altre cose non daranno che angustie. III,426.
- Non vi fu mai nessuno che sia stato malcontento in punto di morte di essersi a Dio consacrato, e di avere spesa la vita nel suo santo servizio. XII,454.
- Le regole: oh in punto di morte come saremmo contenti e consolati al ricordo dì averle eseguite. XII,460.
- Regolarci sempre in maniera che in qualunque ora la morte venga, ci trovi sempre apparecchiati. III,608.
- La morte non guarda in faccia a nessuno. XII,609.
- Sapete che cosa è che vi spinge addosso con maggior velocità la morte? Il peccato che è per la morte, come lo sperone per il cavallo. XII,609.
- Per fuggire la morte più lungamente che si può, fuggiamo il peccato. XII,610.
- La morte per uno che abbia la coscienza tranquilla è un conforto, un’allegrezza, un passaggio che lo conduce alla perfetta felicità. Al contrario per uno che abbia il peccato sull’anima, è il maggior spauracchio di terrore che ci possa essere, è un tormento, è una disperazione. XIII,88.
- É di fede che la morte presso ai cristiani non è separazione ma dilazione a vedersi. Dunque pazienza quando qualcuno ci precede. XVII,874.
- Chi protegge gli orfanelli, sarà benedetto da Dio nei pericoli della vita e protetto da Maria in morte. XVIII,482,864.
- Chi fa bene in vita trova bene in morte. Qualie vita, finis ita. XVIII,862.
- O Santa Maria aiuto tuo forte. Da all’anima mia, In punto di morte. XVIII,863.
- In fine della vita si raccoglie il frutto delle buone opere. XVIII,864.
- Il 2 gennaio 1888 raccomandava a mons. Cagliero di dire ai salesiani che stiano preparati alla morte, ma ad una buona morte, mediante il corredo di molte opere bone. Sm. 893, n.32.
- State preparati e non confidate nella vostra sanità. XVIII,19.
- Al cospetto della morte cessano le risa. XVII,178.
- Il suo tenor di vita era una continua mortificazione. II,26.
- Chi non vuoi patire con Gesù Cristo in terra, non potrà godere con Gesù Cristo in cielo. II,362.
- Colla carità e colla mortificazione supererete e giungerete alle rose senza spine. III,35.
- Per far del bene, bisogna avere un po’ dl coraggio, essere pronti a soffrire qualunque mortificazione, non mortificare mai nessuno, essere sempre amorevole. III,52.
- Ci ripeteva essere la santa abnegazione la prima virtù dei discepoli dì Gesù Cristo. III,614.
- Incominciate a mortificarvi nelle cose piccole, per potervi poi facilmente mortificare nelle grandi. III,614.
- A ricoprire in noi i patimenti di Gesù Cristo, i mezzi non mancano; il caldo, il freddo, le malattie, le cose, le persone, gli avvenimenti. Ce ne sono dei mezzi per vivere mortificati. IV,216.
- Il nostro corpo è insaziabile: più gliene diamo più ne domanda, meno gliene si dà meno egli domanda. VI,590.
- Mandando (i chierici) a servire nelle sacre funzioni negli educatori li avvisava di lasciare gli occhi a casa. V,165.
- Assuefatti a saper frenare voi stessi che è questo il modo di avere molti amici o nessun nemico. VI,102.
- Due cose vi nono che non si combattono e non si vincono mai troppo: la nostra carne e gli umani rispetti. VII,292.
- Come fare per vincere le proprie passioni? Mortificarle. Questo consiglio lo trovai sempre mezzo esatto, infallibile per ottenere lo scopo. VII,682.
- Chi non mortifica il corpo, non è nemmeno capace di far buone preghiere. IX,352.
- Colle piccole mortificazioni si avrà il fervore nella preghiera, si vinceranno le insidie del corpo, la virtù trionferà. IX,355,998.
- Il nostro corpo è l’oppressore dell’anima: bisogna domarlo colla mortificazione. IX,998.
- Parte pratica della mortificazione, fondamento della carità è la correzione fraterna. IX,998.
- Ognuno sia disposto di soffrire caldo e freddo, sete, fame, stenti, disprezzo, ogni volta tali cose contribuiscono a promuovere la gloria di Dio, la salute dell’anima propria. X,666.
- Abstrahe ligna foce, si vis extinguere flammam; si carnis motua otia, vina, dapes. X,1078.
- La mortificazione dei sensi giova non poco alla conservazione della castità, ed a fortificare lo spirito. XII,15.
- Potrete fare qualche mortificazione sopportando con pazienza certe contrarietà, un po’ di caldo, un po’ di freddo, senza lamentarvi. XII,144.
- Mortificatevi sopportando con carità e pace qualche piccolo difetto dei vostri compagni, qualche incomodo. XII,144.
- Mortificatevi, non ascoltando, non dicendo e non facendo cosa contraria al buon esempio. XII,144.
- Miei cari giovani, assuefacciamoci a prendere tatto dalla mano di Dio il freddo, la sete e le altre noie inerenti a questa misera vita. XII,358.
- Per conservare la castità bisogna lavorare e pregare; sii preghiere e mortificazione negli sguardi, nel riposo, nel cibo e specialmente nel vino. XII,470.
- Se vogliamo essere poveri: bisogna pure che patiamo qualche astinenza. XII,564.
- Ovunque vi sono amarezze da soffrire, che si chiamano mortificazioni dei sensi, e da queste usciremo vincitori dando un’occhiata a Gesù Crocifisso. XII,601.
- Si faccia fare quaresima alla lingua, col non permettere nessun genere di discorsi inopportuni. XIII,89.
- La mortificazione è l’abbicci della perfezione. XIII,210.
- Secondo che si dà più o meno al corpo, questo più o meno è disposto a ricevere. V,809.
- Le tue mortificazioni siano nella diligenza ai tuoi doveri e nel sopportare le molestie altrui. X,1041.
- Non creiamoci necessità. XII,447.
- Senza grandi fatiche non si può arrivare a grandi cose: per questo noi dobbiamo essere pronti a tutto. III,631.
- Accadrà a volte che manchi la razione ordinaria; ebbene si profitta della circostanza per fare un po’ di mortificazione allegra. XIV,363.
- I danari (della questua) siano per i tuoi figli, e la mortificazione tienla per te. XVI,41.
- Quando uno rinuncia alla propria volontà si possono fare di lui grandi cose. XVI,197.
- Non si facciano mai mormorazioni contro alle disposizioni dei superiori, ma siano tollerate le cose che non siano di nostro gusto o siano penibili o spiacenti. XVII,628.
- Mortificarsi nel soffrire ciò che ci accade lungo il giorno: freddo, caldo e non cercare le nostre soddisfazioni. XVII,728.
- Un oratorio senza musica è un corpo senza anima. V,347; XV,57.
- Anche la musica serve ad educare. XIII,828.
- La musica è mezzo efficacissimo per ottenere la disciplina, giovare alla moralità ed alla santità. XIII,921.
- La musica dei ragazzi si ascolta col cuore e non con orecchie. XV,76.
- Ricordati che aver un solo nemico è di troppo. I,82.
- Riguardate come gran nemico dell’anima vostra chiunque cerca di allontanarvi da queste cose (confessione, comunione) due pratiche di nostra santa religione. III,162.
- Studia sempre di diminuire il numero dei nemici, accrescere quello degli amici, e fare tutti amici di Gesù Cristo. V,512,
- I tre nemici dell’uomo sono: la morte (che sorprende), il tempo (che gli sfugge), il demonio (che gli tende i suoi lacci). V,926.
- Assuefatevi a saper frenare voi stessi, ché è questo il modo di avere molti amici e nessun nemico. VI,102.
- Si procuri che chiunque avrà da trattare con noi, vada via soddisfatto, che ogni volta che parleremo a qualcheduno sia un amico di più che ci acquistiamo; perché noi dobbiamo cercare di accrescere il numero degli amici e diminuire quello dei nemici, dovendo noi far ai bene a tutti. VI,890.
- Fuggite il peccato come il più grande vostro nemico X,769.
- Ricordatevi che sarà per voi sempre una bella giornata quando vi riesce coi vostri benefici vincere un nemico o farvi un amico. XVII,271.
- Affinché la novena si faccia con gusto, gradimento di Dio e profitto di chi la fa, bisogna incominciarla in grazia di Nostro Signore. VI,84.
- Le novene della Madre Celeste sono i giorni di propiziazione e di salute. VII,824.
- Ricordatevi che da queste novene Immacolata, Natale - ben praticate dipende in massima parte il risultato di tutto l’anno. VI,388.
- Fioretti per la novena di san Giuseppe: vedi Fioretti IX,567.
- La gran cosa che io raccomanderei in questa, come generalmente in tutte le altre novene è sempre quella che ora vi propongo. Ciascuno tenga la sua coscienza cosi aggiustata da poter fare la comunione tutte le mattine. XII,572
- La Madonna concede grandi grazie a chi fa bene le sue novene. XII,572
- Annunciando le novene era solito dire: Fiacciamola bene, perché la Madonna stessa vuole purificare la casa e ne scaccerà chi è indegno di abitarla. V,156; IV,685; VI,787; VI,934; VI,1070;VII,332.835 ;VIII,948.
- Non s’introduca alcuna novità nella casa; ancorché si veda che una cosa sarebbe migliore, non importa. Lasciamo il migliore e teniamoci semplicemente al buono. VI,721.
- Non metteteli in sagrestia, perché diventano oziosi; ma occupateli a lavorare, a lavorare! (Pio IX a don Bosco). X,799.
- Aspiranti al noviziato non si debbono accettare, se non diedero segno di una moralità a tutta prova o se non si lasciarono conoscere abbastanza bene e non ebbero confidenza grande nei superiori. XI,269.
- La sola frequenza ai sacramenti non è indizio dì bontà. XI,278.
- Si faccia gran conto d’un giovane, quando è costante nel bene. XI,279.
- Perché un aspirante fosse ammesso in Congregazione come chierico, disse richiedersi nel superiore la conoscenza esatta del soggetto, e nel soggetto la prova di molta confidenza verso il superiore; quanto poi a moralità, essere necessario che egli fosse irreprensibile. XI,350.
- Il novizio non è stabilito per dar tempo a conoscere la propria vocazione? No, il novizio non è stato stabilito per ciò. XI,512.
- Il noviziato fu stabilito affinché l’ascritto misuri le sue forze, è stabilito perché il Superiore veda se l’individuo ha realmente in sé la forza, la virtù e la voglia di seguire la sua vocazione. XI,513.
- Prima di entrare in quella santa casa, lasciate la vostra volontà fuori della porta. XIII,203.
- Norme per l’accettazione nel noviziato. XIII,247;250;269.
- Prima di accettare un aspirante si prendano informazioni da fonte sicura sulla sua condotta morale antecedente; si transiga sulla scienza e sull’interesse materiale, ma si usi rigore intorno alle doti morali. XIII,247.
- Ciò che non ha fatto nell’anno di prova, difficilmente lo farà dopo e quando anche lo facesse, sarebbe uno sforzo momentaneo, sopra cui non si può calcolare. XIII,250.
- Ai novizi si raccomandi la ritiratezza e la pratica di quelle virtù che devono praticare in tutta la vita. XIII,498.
- Si faccia calcolo delle virtù acquistate e non di quelle da acquistarsi. Il maestro dei novizi deve usare rigore in questo punto. XIII,496.
- Le virtù non acquistate nel tempo del noviziato per lo più non si acquisteranno più. XVII,269.
- (sogno; ricordo di san Francesco di Sales ai novizi): Ubbidienza in ogni cosa. Coll’ubbidienza meriteranno le benedizioni del Signore e la benevolenza degli uomini. Colla diligenza combatteranno e vinceranno le insidie degli spirituali nemici. XIV,123.
- (sogno di San Francesco di Sales): Che devesi osservare nell’accettazione di novizi? Escludere i pigri ed i golosi. Nell’accettare ai voti? Vegliare se havvi garanzia sulla castità XIV,124.
- Coraggio, o miei cari novizi. Dio vi prepara grazie, lavoro e paradiso. XIV,410.
- Ai giovani che fanno pasticci fino all’ultimo, lo rispondo: non, non farti chierico! Costoro nel tempo del noviziato sanno frenarsi, ma poi l’incendio si ridesta sempre. XIV,550.
- Moralità, umiltà, studio, ecco il loro programma. XIV,644.
- Al noviziato dei coadiutori don Bosco assegno per base quello che si era già predicato fino allora, cioè renderli buoni cristiani, e disse: Un ascritto, se metta in pratica le regole della casa e le regole generali della congregazione, e adempia i suoi doveri religiosi, ne avrà a sufficienza. XVI,414.
- (Leone XIII a don Bosco) Aiutateli a sfidare tutte le insidie del demonio e manteneteli a posto. Dite loro da parte mia che faranno un gran bene, se saranno tante fiaccole ardenti in mezzo al mondo e se conserveranno inalterabilmente la moralità fra quelli cui sarà dato loro di parlare o di palesarsi. XVII,103.
- Non si accettino mai in prova coloro che prima non hanno fatto buona riuscita. XVII,187.
- Il tempo di vera prova o noviziato è come un crivello per conoscere il buon frumento e ritenerlo se conviene. XVII,263.
- (testamento di don Bosco): norme circa il noviziato. XVII,264.
- (Leone XIII a don Bosco): State attento che coloro i quali domandano di far parte della vostra Congregazione siano specialmente: 1) di carattere pieghevole: 2) di spirito di sacrificio, non attaccati alla patria, ai parenti, agli amici e che rinuncino perfino a più ritornare in patria. 3) siano sicuri sulla moralità. XVII,274.
- Non si accettino mai in prova quelli che prima non hanno fatto buona riuscita. XVII,267.
- Trattandosi di giovani che vogliono entrare come ascritti nella Congregazione salesiana, e specialmente, se chierico, si venga a parlare in tutta confidenza della moralità. XVII,659.
- (consigli di Leone XIII su alcune categorie di aspiranti al noviziato) XVII,660. Norme di don Bosco. XVII,662.
- (leone XIII a don Bosco). Siate molto cauti e rigorosi nell’accettare nuovi membri nella Congregazione, badate anzi tutto che siano di moralità provata. XVIII,331.
- Il Signore benedice sempre coloro che sono obbedienti ai suoi precetti. II,394.
- Io vorrei vedervi obbedienti in tutto, qualunque fossero i miei desideri. III,550.
- Sii obbediente e sarai santo. VI,416
- Chi non è obbediente sarà privo di ogni virtù. VI,442.
- Datemi uno osservante delle regole e obbediente e lo vedrete modello in tutto. X,1037.
- Dio benedice l’obbediente. Lo consola nei lavori della vita, in punto di morte. X,1092.
- Gli obbedienti sono benedetti sulla terra e sono grandemente premiati in cielo. X,1092.
- D’aggravio alla Congregazione sono quelli che, quantunque abili, non sono obbedienti. XI,299.
- Siamo obbedienti ed avremo la pazienza, la carità e la purità, la quale specialmente è il premio dell’umiltà. XII,82.
- Il Signore premia l’obbedienza. XII,610.
- Vogliamo essere sempre allegri? Siamo obbedienti. Vogliamo essere certi della perseveranza nella vocazione? Siamo sempre obbedienti. Vogliamo andare molto in lato nella santità e nel Paradiso? Siamo fedeli a obbedire anche nelle piccole cose. XIII,210.
- Cerca di farti amare, di poi ti farai obbedire con tutta facilità. II,154.
- Obbedite ai vostri superiori secondo il comando di Dio, ed ogni cosa vi riuscirà bene. III,607.
- Solo obbedienza può condurci per la strada Sicura. III,615.
- La prima punizione che dava don Bosco era quella di dimostrarsi un po’ serio ai giovani restii nell’obbedienza. IV,559.
- Il fondamento d’ogni virtù in un giovane è l’obbedienza ai suoi superiori. Riconoscete nella loro Volontà quella di Dio, sottometetevi loro senza opposizione di sorta. IV,749.
- Sia la vostra obbedienza pronta, rispettosa ed allegra ad ogni comando dei superiori. IV,740.
- L’obbedienza unisce, moltiplica le forze e colla grazia di Dio opera portenti. V,10.
- La penitenza che il Signore vuole da te è l’obbedienza. V,209.
- La chiave e la serratura che usava Savio Domenico per entrare nella via del paradiso e chiudere il passaggio al demonio, era l’obbedienza e la gran confidenza nel Direttore spirituale. V,649.
- La virtù dell’obbedienza è l’atto più grato che noi possiamo fare a Dio. VI,15.
- La vera obbedienza è il perno dì tutta la vita religiosa. VI,933.
- Noi abbiamo bisogno che ciascheduno sia disposto a fare grandi sacrifici di volontà. VII,47.
- Obbediamo, che così saranno sicuri di fare la volontà di Dio e saliremo un gradino sulla scala della santità. VII,250.
- Senza obbedienza viene il disordine, il malcontento e si fa più nulla che giovi. VII,602.
- L’obbedienza vostra sia pronta, allegra, puntuale: sia la vostra volontà a volere ciò che vuole il superiore, il suo giudizio sia il vostro, vostro il suo sentimento. VII,677,
- L’obbedienza è il compendio della perfezione di tutta la vita spirituale. VII,694.
- Il motivo per cui non si pratica rigorosamente l’obbedienza si è perché non si conosce il gran pregio di questa virtù. VII,694.
- L’obbedienza ci assicura di fare la volontà di Dio. VII,876.
- Umiltà, obbedienza, castità vi renderanno sempre accetti a Maria. VIII,131.
- Dove regna l’umile obbedienza ivi è il trionfo della grazia. VIII,174.
- Per comandare bisogna saper ubbidire. VIII,448.
- Raccomandava continuamente la carità, i modi affabili, e in certi casi anche la tolleranza nell’esigere obbedienza. VIII,490.
- Non sarà mai buono a comandare chi non è capace di ubbidire. IX,526; X,1045.
- Si richiede obbedienza al Capo... perché se manca l’obbedienza tutto sarà disordine. IX,573.
- Si abbia sempre presente che il superiore è il rappresentante di Dio, e chi ubbidisce a Lui, ubbidisce a Dio medesimo. IX,575.
- L’obbedienza è la chiave di tutte le virtù. IX,861; XV,29.
- Non sa comandare chi non sa ubbidire. IX,713.
- Parità d’intenzione è fare quello che più piace a Dio e noi ce ne assicuriamo coll’obbedienza. IX,986.
- Il religioso non fa mai la propria volontà, ma sempre quella del Signore mercé l’obbedienza. IX,986.
- La propria volontà guasta le opere. IX,986.
- L’obbedienza ai propri superiori, la carità vicendevole sono le virtù che in modo particolare si raccomandano perché siano costantemente e da tutti raccomandate e praticate. X,313.
- L’obbediente deve sacrificar tutto. X,1020.
- Obbedienza ma non obbedienza che discute ed esamina le cose che le sono imposte, ma vera obbedienza, cioè quella che ci fa abbracciare come buone perché ci vengono imposte dal Signore. Non l’inferiore deve giudicare le cose dell’obbedienza, ma il Superiore, che deve rendere conto di tutto e di tutti. I,1037.
- L’obbedienza alle regole ed ai superiori non solo ci rende il buon esempio degli altri, ma renderà contento il nostro cuore, in fin di vita sarà l’unica consolazione che noi possiamo avere. X,1037.
- L’obbedienza é la virtù che abbraccia tutte le altre. I,1058.
- Se farete in tutto la volontà di chi è stabilito dl comandare, non la sbaglierete, perché il Signore assiste e ispira chi comanda; e chi cerca ci far osservazioni e far cambiar di parere il superiore la sbaglia. X,1058.
- In una congregazione l’obbedienza è tutto, se manca l’obbedienza sarà un disordine; e andrà in rovina. I,1059.
- La più gran cosa in questo mondo è di fare la volontà del Signore. I,1099.
- L’obbedienza è quella che sostiene le religioni. X,1090.
- L’obbedienza dev’essere intera, ilare, pronta, umile. X,1090.
- Il meglio è sempre stato fare l’obbedienza. X,1098.
- L’obbedienza non sia personale ma religiosa. X,1112.
- Non si ubbidisce mai, perché è il tale che comanda, ma per motivi di ordine superiore, perché è Dio che comanda; comandi poi per mezzo di chi vuole. XI,356.
- Senza l’obbedienza nulla al mondo può sostenersi. XI,580-1.
- L’osservanza delle regole è l’unico mezzo, perché possa durare una congregazione. XII,81.
- Si procuri di conservare la dipendenza tra il superiore e l’inferiore e ciò spontaneamente e non coacte. XII,8l.
- Tutti si regolino secondo gli avvisi e le norme che il Direttore ha dati e nelle cose in genere o improvvise da farai, non si proceda a capriccio, ma si abbia sempre lo sguardo rivolto al centro di unità. III,82.
- Quando in una casa o congregazione regna questa virtù, tutto va bene. III,82
- Il punto più principale, attorno a cui deve versare la nostra obbedienza si è intorno alle pratiche di pietà, le quali sono come il cibo, il sostegno il balsamo della stessa virtù. III,82.
- L’obbedienza e specialmente per le pratiche di pietà, è la chiave maestra dell’edificio della nostra Congregazione, è quella che lo sosterrà. III,82.
- Colui che ubbidisce non sbaglia mai, mentre sempre sbaglia chi non ubbidisce. III,147.
- La gran cosa di massima importanza che d’accordo dobbiamo fare ai è di volere intieramente e sempre essere uniti con vincoli di perfetta obbedienza. XII,224.
- Ciò che più gioverà per poter custodire gelosamente la purità è l’obbedienza in tutte le cose. Queste due virtù si compiscono l’una l’altra e chi conserva l’obbedienza esatta, costui è sicuro altresì di conservare l’inestimabile tesoro della purità. III,224.
- Raccomando molto che si usi pazienza nell’obbedienza e vorrei che, quando questa obbedienza non volesse esserci, quando la nostra testa volesse essere lontana dall’obbedienza mirassiate il cielo e prendessimo alle buone la speranza. III,459.
- L’obbedienza ben sostenuta è l’anima della Congregazione religiosa, è quella che la tiene unita. XII,459.
- L’obbedienza innalza di merito tutte le azioni. XII,459.
- Facendo il voto di obbedienza avete sacrificato al Signore la vostra volontà e quindi dovete fare tutto ciò che il superiore vi comanda. III,564.
- I superbi che resistono all’obbedienza (col muso lungo) è meglio dimetterli dalla Congregazione. III,479.
- Non dobbiamo fare l’obbedienza col muso lungo; dobbiamo fare tutto volentieri con faccia allegra, sapendo che quello che ci comandano i superiori è lo stesso colte se lo comandasse il Signore. III,564.
- Invece di fare opere di penitenza fate quelle dell’obbedienza. XIII,89; XVII,394.
- Perché tanti ragionamenti quando si tratta di obbedire? Il superiore ha dato un ordine? Ebbene, si eseguisca. Ma perché l’ha dato? Perché, perché? E perché andate a cercare il perché? Facciamo noi il nostro dovere, il superiore farà il suo. XIII,91.
- Dimostrarsi sempre contenti delle cose come son disposte dai superiori questo giova grandemente all’allegria. XIII,91.
- Vogliamo essere sempre allegri? siamo obbedienti. XIII,210.
- Praticare l’obbedienza religiosa, prestandola con vero spirito. XIII,792.
- 1) obbedienza porta alla volontà di Dio significata; 2) rassegnazione allegra alla volontà del divino beneplacito; 3) indifferenza generosa per tutto ciò che non riguarda la volontà di Dio. XIII,793.
- Obbedienza è totius aedificii fondamentum, et sanotitatis compendium. XV,184.
- Datemi l’obbedienza ed io vi fare grandi santi. XV,197.
- Quando uno rinuncia alla propria volontà, si possono fare di lui grandi cose. XVI,197.
- L’obbedienza guidi, l’allievo come la madre guida il suo fanciullino; allora regnerà nell’oratorio la pace e l’allegrezza antica. XVII,111.
- La sola obbedienza la sola osservanza delle regole, la sola speranza del celeste premio sono il nostro conforto nel corso della vita mortale. XVII,215.
- Raccomandava che si ritenesse come via più sicura (la “piccola via” di Don Bosco) e più breve per arrivare alla perfezione la via dell’umiltà e dell’obbedienza. XVII,217.
- Le regole sono approvate dalla santa madre Chiesa, la quale non erra mai; quindi, obbedendo ad esse, noi obbediamo immediatamente a Dic. XVII,296.
- Vincolo indissolubile a promuovere e mantenere l’ordine proclamò essere la santa obbedienza. XVII,296.
- É più gradito a Dio prendere una vivanda delicata per obbedienza che digiunare contro l’obbedienza. XVII,394.
- L’obbedienza vera non si chiama fare il proprio piacere, no. XVII,512.
- Tutte le virtù sono comprese nell’obbedienza. Le altre virtù periscono se non si è esatti nella virtù dell’obbedienza, specialmente nelle piccole cose, come quelle che guidano alle grandi. XVII,890.
- L’obbedienza è la base e il sostegno di ogni virtù. XVII,890.
- Nella pratica si incontrano casi in cui sembra meglio fare diversamente da quanto era stato comandato. Non è vero. Il meglio è sempre fare l’Obbedienza. XVII,895.
- Si faccia volentieri sacrificio dei propri gusti e delle proprie comodità per si nobile fine (gloria di Dio) e si pensi che tanto più sarà meritoria presso Dio la nostra obbedienza quanto più grande è il sacrificio che facciamo nell’eseguirla. XVIII,190.
- É sacrilegio fare il voto di obbedienza e poi regolarsi come certuni, che obbediscono solo quando loro piace. XVII,207.
- Don Bonetti gli chiese un ricordo per le Figlie di Maria Ausiliatrice. Rispose: Obbedienza praticarla e farla praticare. XVIII,502.
- Studente, siccome non conoscevo alcuno, mi son fatta per allor una legge ai non famigliarizzare con alcuno, attento a fuggire le occasioni anche lontane dei pericoli. I,258.
- Qualora, malgrado tutte le precauzioni vi trovaste in pericolo di offendere Iddio, fuggite, abbandonate il luogo, la casa, il lavoro, l’officina: sopportate qualunque male del mondo piuttosto che dimorare in luoghi e trattare con persone, che mettono in pericolo la salvezza dell’anima vostra. III,132.
- Ricordatevi che vi mando a pescare e che non dovete essere pescati. III,592.
- Non dobbiamo lasciarci mai sfuggire un’occasione che il Signore ci presenta di fare del bene. VI,493.
- Non bisogna mettersi nell’occasione che siano tali per un animo debole. II,712.
- La gioventù è un’arma pericolosissima del demonio contro le persone consacrate al Signore. IX,9220
- Ricordatevi di non mettere mai i giovani in occasione di poter connettere una mancanza; ecco il sistema preventivo di don Bosco.
- Apprehende fugam si vis referre victoriam. XI,581.
- Gli occhi sono le finestre per cui il demoni conduce il peccato nel cuore. IV,751.
- Mandando i giovani a servire nelle sacre funzioni negli educandati li avvertiva di lasciare gli occhi a casa. V,165.
- La mortificazione degli occhi è un gran custode della purità. V,165.
- Custodisci i tuoi occhi riserbandoli a contemplare un giorno in paradiso il volto di Maria ss. VI,442.
- Sono le finestre per cui entra il demonio a rubarci la castità. IX,706.
- Volete che io vi suggerisca un modo di fare anche voi un po’ di penitenza, adattata alla vostra età ed alla vostra - condizione? Fate digiunare i vostri occhi. Gli occhi sono chiamati le finestre per le quali entra il demonio nell’anima. III,143.
- Compatito per le sue svariate occupazioni e preoccupazioni, rispondeva: non vi è cosa che più mi piaccia di questa. IV,213.
- Segreti per far molto in poco tempo: costante tranquillità, gran pratica degli affari, acquistata con pazien- za congiunta ad una grande confidenza in Dio; esatta e costante occupazione del tempo; la temperanza. IV,524.
- Il Signore moltiplica il tempo per coloro che lo servono. IV,526.
- Bisogna operare come se non si dovesse morire mai e vivere come se si dovesse morire ogni giorno. VII,484.
- Ciò che si può fare quest’oggi non rimandarlo a domani. VII,484.
- Ciascuno si occupi e lavori quanto lo permette la sanità propria e capacità. II,574.
- Quando la mento stanca non regge ad un’occupazione e si ha bisogno di sollievo, a preferenza di far niente, passeggiate, saltate, giocate, date mano a qualche lavoro materiale. IX,709.
- Vi esorto a secondare il più possibile l’inclinazione per quanto riguarda le loro occupazioni. X,637.
- Ogni mattino raccomandate a Dio le occupazioni della giornata, nominatamente le confessioni, le scuole, i catechismi e le prediche. XI,390.
- Le continue occupazioni vi conservano la vocazione. XI,517.
- Tutti si regolino secondo gli avvisi e le norme che il Direttore ha dati e nelle cose in genere o improvvise da farsi, non si proceda a capriccio, ma si abbia sempre lo sguardo rivolto al centro di unità. III,82.
- Il Signore ama che quello che si fa per Lui, si faccia con allegrezza. III,610
- Per stare uniti a Dio nella occupazione possiamo fare così: rinnovare l’intenzione di far tutto alla maggior gloria di Dio ogni volta che si cambia occupazione. XIII,117.
- (le occupazioni) basta santificarle con la retta intenzione con atti di unione còn Dio e con atti di unione al Signore, e alla Madonna; e con farle meglio che poteto. XIII,208.
- In Congregazione vi sono molti uffici, e tutti per servire il Signore. XIII,832.
- Se vuole fare molto, lavori poco, cioè non più di quanto le sue forse permettono. XIII,878.
- Io sono così fatto: quando vedo l’offesa di Dio, se avessi contro ben anche un esercito, io, per impedirla, non mi ritiro e non cedo. III,331; VII,377.
- Come è possibile che una persona assennata, la quale creda in Dio, possa indursi ad offenderlo gravemente? III,587.
- E perché trattar così male Iddio, il quale ci vuole tanto bene? III,587.
- La vendetta del vero cattolico è il perdono e la preghiera per la persona che ci offende. IV,312
- Perdonando di buon grado a tutti i nostri dileggiatori, ci studieremo di evitare le personalità; ma di svelare l’errore ovunque si nasconde. V,33.
- Tollerate tutto, vivacità, insolenza, sbadataggine, ma rion l’offesa di Dio e in modo particolare il vizio contrario alla purità. V,166
- Non merita misericordia chi abusa della misericordia del Signore per offenderlo. VI,442.
- Che cosa ti ha fatto il Signore che lo tratti così male. VI,442.
- Trattandosi dell’offesa di Dio, non si guardi a nulla, purché si impedisca. VI,832.
- Noi qui nella casa sopportiamo ogni capriccio, ogni fanciullaggine, ogni dispiacere, ma non mai l’offesa di Dio. Quando vi entrasse l’offesa di Dio, la seduzione, allora è una piaga che per essere guarita bisogna tagliar via tutto il marcio. XII,585.
- L’assistenza sia solidale; nessuno se ne creda dispensato, quando si tratta d’impedire (l’offesa di Dio). XIII,85; XVII,112.
- Quando c’entra l’offesa di Dio gridate al lupo. XIII,91; 436.
- Quando potete impedire, parlando, l’offesa di Dio, fatelo, fatelo, e ne avrete merito. XIII,91.
- Gli assistenti si facciano uno strettissimo dovere di coscienza di riferite ai superiori tutte quelle cose le quali conoscano in qualunque modo essere offesa di Dio. XVII,112.
- Mi fa più pena, era solito a dire, il sentire una bestemmia, che ricevere un forte schiaffo, e mi sento il cuore talmente oppresso che non ne posso più. Sm. 435; n.277.
- Ricchezze, onori, piaceri, che mi serviranno al punto di morte. II,567.
- Homo-humus, fama-fumus, finis-cinis. I,1332; XVII,163.
- Se vogliamo fare del bene nel mondo è d’uopo che siamo uniti fra di noi e godiamo l’altrui riputazione. II,574.
- Se noi faticheremo per il nostro onore non valgono nulla i nostri pensieri, opere. I,266.
- Niuno può immaginare come i giovani restino offesi da certe frisi o qualche frizzo detto loro male a proposito. Il povero non è meno altero del ricco, anzi è più violento. XIV,846.
- Quanto di nostra fama noi lasciamo su questa terra, altrettanto di gloria ci sarà scemato in cielo. XVII,225.
- Beato chi si trova in punto di morte e avrà fatto opere buone in vita sua. III,608.
- L’aiutare il prossimo è un’opera di carità e le opere di carità sono sempre lodevoli. V,286.
- Non coronare nè eleganza, nè splendore nelle opere. Cerca la gloria di Dio, ma abbi per base la povertà di fatto. (Mamma Margherita). V,562.
- Il sapere il tempo della morte non è necessario per andare in paradiso; ma bensì il prepararci con opere buone. VI,120.
- La religione vera non consiste in sole parole; bisogna venire alle opere. VI,144.
- Le opere di carità non si fanno per paga VI,371.
- La mia mercede l’attendo da Dio solo, giusto rimuneratore delle opere buone. VII,322.
- Bisogna operare come se non si dovesse morire mai e vivere come se si dovesse morire ogni giorno. VII,484.
- Nelle opere del Signore il demonio ci mette tosto le corna. VIII,368.
- In punto dl morte raccoglieremo quanto abbiamo seminato nella vita. IX,807.
- La propria volontà guasta le opere. II,986.
- Trattandosi di opere di carità, uno può farle quando è nella misura che ciascuno giudica compatibile a sé e di maggior gloria di Dio. I,404.
- É Dio che vuol fare, e noi dobbiamo pregarlo che abbia la bontà di servirsi di noi per le atte sante imprese. I,1080.
- Nelle opere di Dio bisogna solamente riflettere se siano necessarie, o no. Se non sono necessarie non conviene non mischiarsene; ma se esse sono necessarie bisogna intraprenderle senza timore di sorta. I mezzi materiali sono un soprapiù che Dio ha promesso, ed Egli mantiene la sua promessa. I,1339.
- Prima d’intraprendere una cosa ci accertiamo che è volontà di Dio che la cosa si faccia. Avuta questa certezza, noi andiamo avanti: parrà che mille difficoltà s’incontrino per via, ma non importa; Dio lo vuole, e noi stiamo intrepidi in faccia a qualunque ostacolo. XI,54.
- In punto ai morte si deve aver operato e non voler operare. XI,256.
- Neppur le come barone si facciano contro le Regole e senza le regole. XII,80.
- Dio vuole queste opere e non possiamo rifiutarci senza ledere i suoi santi voleri e se noi coopereremo siamo certi del buon esito. III,120.
- Noi in questa (delle missioni) impresa facciamo come in tutte le altre. Tutta la confidenza sia riposta in Dio e speriamo tutto da Lui: ma nello stesso tempo spieghiamo tutta la nostra attività. III,280.
- Le sole buone opere sono le vere ricchezze che ci preparane un posto lassù in cielo. XII,328.
- Il maggior bene che si possa fare è l’erigere un gran numero di case come l’oratorio di Torino. III,374.
- Per fare opere grandi bisogna che seguiamo fedelmente la nostra vocazione. III,560.
- Parlando della convenienza di dare alle buone opere la massima pubblicità, diceva questo: è l’unico mezzo per farle conoscere e sostenerle. XIII,126-7.
- Il mondo attuale vuole vedere le opere buone, vuole vedere il clero che lavora e istruisce e produca la gioventù povera e abbandonata con opere caritatevoli, con ospizi, scuole. XIII,127.
- Le cose nostre devono condursi allo scopo desiderato colla pazienza e colla carità. XIII,863.
- Oltre al pregare, che non deve mancare mai, bisogna operare, intensamente operare; se no, mi corre alla rovina. XIV,541.
- Le opere buone che può fare, le faccia di presente, senza impegnarsi per l’avvenire. XV,604.
- A Torino, frequentando le carceri per esercitare il mio sacro ministero, constatai la necessità della mia opera. XVI,235.
- I cristiani furbi con opere buone porteranno all’eternità il danaro della vita. XVII,70.
- Fate del bene, tate delle opere buone, faticate, lavorate molto per il Signore e tutte con buona volontà. Oh, non perdete tempo, fate del bene, fatene tanto, e non sarete mai pentiti d’averlo fatto. XVII,556.
- Fate presto opere buone, perché può mancarvi il tempo e così resterete ingannati. XVIII,481-862.
- In fine della vita si raccoglie il frutto delle buone opere. XVIII,482.
- Chi semina opere buona, raccoglie buon frutto. XVIII,482.
- Colle opere di carità ci chiudiamo le porte dell’inferno e ci apriamo il paradiso. XVIII,509.
- Negli esercizi spirituali quello che sono solito a raccomandare fin da principio si è che questo orario si osservi molto esattamente. XII,444.
- Per quanto si può la penitenza consiste nell’osservare l’orario. XIII,89.
- Suggerisce quattro cose da tenersi in considerazione per il profitto degli allievi nello studio; la precisione dell’orario, l’osservanza della disciplina, le passeggiate a suo tempo senza fermate e non troppo lunghe, non troppe vacanze, e queste pure condite con istudi di gradimento. XIII,246.
- Seme di buon costume tra gli allievi sono la precisione dell’orario e la puntualità di ciascuno al proprio uffizio. XIII,247.
- Carità e buone maniere sono le fonti da cui derivano i frutti che si sperano dall’opera degli oraratori. III,91.
- Diedi il nome di oratorio a questa casa per indicare ben chiaramente come la preghiera sia la sola potenza sulla quale dobbiamo fare assegnamento. III,110.
- Lo scopo si è di radunare i giovani per farli onesti cittadini col renderli buoni cristiani. IV,19.
- Un oratorio senza musica è un corpo senz’anima. V,347.
- Disse di essere della massima importanza che presso tutti i nostri collegi si aprissero oratori. Solo in questo modo si può fare un bene radicale alla popolazione di un paese. XI,351.
- Semenzaio di molte vocazioni e strumento di bene straordinario sono gli oratori festivi. XII,374.
- Il catechismo cattolico negli Oratori festivi è l’unica tavola di salvezza per tanta povera gioventù in mezzo al pervertimento generale della società. XIV,541.
- Le riunioni domenicali sono cagione di bene immenso. XIV649.
- Veggo sempre più, quale glorioso avvenire è preparato alla nostra congregazione... essa è destinata a grandi cose. Ma si tenga per base, che il nostro scopo principale sono gli oratorii festivi, l’intanto che ci atterrammo ai giovani poveri e abbandonati, nessuno avrà invidia di noi. XVII,364.
- Intendo che si procuri di mettere negli oratori festivi direttori che non abbiano ingerenze nei collegi. XVII,364.
- Nell’oratorio festivo intendo abolire le passeggiate. XVIII,380.
- L’orazione al sacerdote è come l’acqua al pesce, l’aria all’uccello, la fonte al cervo. III,246.
- L’orazione è necessaria a coloro che si consacrano al servizio degli altari quanto al soldato la spada. III,613.
- La modestia è una virtù celeste e chi vuole conservarla bisogna che si innalzi verso il cielo. Salvatevi adunque coll’orazione. VIII,34.
- L’uomo che non ha orazione è un uomo di perdizione (Santa Teresa). IX,997.
- L’orazione è all’anima come il calore al corpo. IX,997.
- Orazione vocale senza che intervenga la mentale, è come un corpo senz’anima. IX,997.
- Le giaculatorie raccolgono in breve l’orazione vocale e mentale. IX,997.
- Essa è come un’arma che dobbiamo sempre aver pronta per difenderci nel momento del pericolo. XIII,803.
- É questo uno dei tempi più pericolosi per la bella virtù. XIII,803.
- Ora che conosco le virtù che si richiedono per quell’importantissimo passo (suddiaconato) resto convinto che io non era abbastanza preparato. I,493.
- (per ordinazioni) non volli prendere definitiva risoluzione se non dopo aver avuto il pieno consentimento del confessore. I,493.
- Moralità e ordinazione sacre: suoi pensieri: V,401; XI,574; XII,56.578; X,8; XVII,63; XVII,586; XVIII,183,692.
- Se uno non è ammesso alle ordinazioni si conchiuda: voi non appartenete più alla congregazione. E si congedi formalmente. XVII,63.
- Se uno dei più grandi errori è tenere in casa chi non è capace di ordinazioni. XVII,63.
- (ai chierici di Pinerolo) disse: si preparino a ricevere gli ordini con acquisto delle virtù proprie d’un sacerdote. XVII,220.
- In quanto a moralità si usi più rigore per chi va agli ordini sacri che per chi vorrebbe fare i voti. In ambi i casi però sempre rigore. XVII,662.
- Se si tratta di mancanze fatte con altri, allora è difficilissimo che uno cambi. Le ricadute si verificheranno anche quando tale individuo si è consacrato a Dio. XVII,662.
- La Chiesa, il papa, i vescovi raccomandano assolutamente che gli spurii siano esclusi dagli ordini e dai voti. XVII,662.
- Esame sulla moralità prima delle ordinazioni sacre. XVII,663-4.
- Tra gli atti più importanti d’una Congregazione religiosa è il provvedere degnamente alle sacre ordinazioni dei suoi chierici. XVIII,692.
- Non si promuovano alle sacre ordinazioni se non coloro dei quali, secondo i sacri canoni “vitae santitas longo tempere probata sit”, e che abbiano il parere favorevole del proprio direttore di coscienza. XVIII,693.
- Chiave di ogni ordine e moralità a i rendiconti mensili. XI,354.
- L’ordine impedisce tanti mali che fanno perdere la vocazione. XIV,44.
- Vedi Disciplina.
- Una comunità che osserva con esattezza ti silenzio nei tempi stabiliti, è certamente fedele a tutte le altre sue costituzioni; se invece in quella ognuno parla a suo talento, d’ordinario non si osservano le regole, né ordine. (San Vincenzo de Paoli). VI,773.
- L’esatta osservanza delle regole è migliore di qualunque variazione. X,869.
- La cosa più importante che don Bosco vuoi raccomandavi è inesatta osservanza delle regole. X,1066.
- Il decadimento delle comunità religiose deve attribuirsi ai superiori che non sono esatti nell’osservanza e per far piacere ai confratelli e farsi ben volere, lascian correre le cose a modo loro. X,1080.
- La cosa più utile per una società (nostra) è l’osservanza delle regole. X,1098.
- L’osservanza delle regole ci condurrà sicuramente ad ottenere il nostro scopo di assicurare la moralità. X,1118.
- Dall’osservanza della disciplina dipende il profitto morale e scientifico degli allievi oppure la loro rovina. X,1102.
- Osservate le regole della Congregazione e la disciplina trionferà. X,1102.
- L’unico mezzo per propagare le spirito nostro è l’osservanza delle nostre regole. Neppur le cose buone si facciano contro di esse e senza di esse. XII,80.
- L’osservanza della regola è l’unico mezzo, perché possa durare la Congregazione. XII,81.
- Non poco gioverà alla virtù della castità l’esatta osservansa dei propri doveri. XII,15.
- Osservanza esatta delle nostre regole: sia questo il ricordo che mette come il suggello a tutti gli altri. XII,472.
- Voglio che vada a male la frutta e non l’osservanza della regola (Don Rua). XIII,206.
- La vita comune conserva nell’osservanza delle regole. XIII,245.
- Quando vedete uno non contento di essere in Congregazione, dite pure che di ciò è ragione la mala osservanza delle regole. XIII,427.
- I figli del secolo, tratti dalla luce dell’osservanza religiosa, andranno ad accrescere il numero dei figli della preghiera e della meditazione. XIII,488.
- I salesiani dimostrino la loro gratitudine colla esatta osservanza delle regole. XII,80; XIII,497.
- Voglio dirvi una cosa sola perché si vada avanti bene: osservanza. Osservare 15 nostre regole. Gli istituti religiosi andarono sempre avanti bene finché vi fu l’osservanza. Quando decaddero? Quando questa cominciò a decadere o si ruppe... XIV,362-3.
- Recedendo dall’osservanza dei nostri voti, facciamo un furto al Signore. XVII,16.
- L’osservanza delle regole costa fatica in chi le osserva mal volentieri, in chi ne è trascurato. XVII,16.
- La sola obbedienza, la sola osservanza delle regole, la sola speranza del celeste premio sono il nostro conforto nel corso della vita mortale. XVII,215.
- “Siccome non v’è terreno ingrato e sterile che per mezzo di lunga pazienza non si possa finalmente ridurre a frutto, cosi è dell’uomo”; vera terra morale, la quale per quanto sia sterile e restia, produce nondimeno tosto o tardi pensieri oziosi e poi atti virtuosi; quando un direttore con ardenti preghiere aggiunge i suoi sforzi alla mano di Dio nel coltivare e renderla feconda e bella. In ogni giovane anche il più disgraziato avvi un punto accessibile al bene e dovere primo dell’educatore è di certo questo punto, questa corda sensibile del cuore e di trarne profitto. V,367.
- Esortava i chierici a non sgomentarsi innanzi alle difficoltà degli studi e di altre miserie della vita. Talvolta diceva loro: se sapeste quanti stenti ho soffertò per riuscire chierico! Ho sempre avuto bisogno di tutto e di tutti per andare avanti. V,398.
- Ancorché molti ci abbandonino poco importa: è Dio che ci deve aiutare. VII,795.
- Il meglio è nemico del bene. X,821,1045.
- Lei non badi tanto alle difficoltà quanto agli aiuti di Dio, che non le mancheranno. XIII,224.
- Quando si vedono disordini nelle case, non si creda mai disperato il miglioramento, finché tra i superiori della congregazione regna santità e operosità. XIII,398.
- Quando sembra che certi chierici meritino di essere licenziati, si possono per ultima prora invitar a far tre giorni di esercizi spirituali. XIII,398.
- Seminiamo e poi imitiamo il contadino che aspetta con pazienza il tempo della raccolta. IIV,514. Mettiamo la nostra confidenza in Dio e andiamo avanti senza timore. XV,468.
- Anche il fanciullo vuoi essere persuaso che il superiore ha buona speranza della sua emendazione. XVI,444.
- Per cogliere le rose, s’incontrano le spine; ma con le spine vi è sempre la rosa. XVII,131.
- L’ozio è la disoccupazione traggono a so tutti i viali. III,92; IV,748.
- Nelle vacanze: ricordi per evitare l’ozio. III,176.
- Fuggite l’ozio e gli oziosi, lavorate secondo il vostro stato; quando siete disoccupati siete in gravissimo pericolo di cadere in peccato. L’oziosità insegna ogni sorta di vizi. III,608.
- Gli oziosi in fine della vita proveranno grandissimo rimorso pel tempo perduto. IV,749.
- I ragazzi bisogna tenerli continuamente occupati. V,347.
- Ozio e modestia non possono vivere insieme. Perciò, evitando l’ozio vincerai eziandio le tentazioni contro la modestia. VI,8.
- L’ozio è padre di tutti i vizi. VII,583.
- Un giovane poltrone, indisciplinato sarà un giovane disgraziato. VII,599.
- Se state oziosi il demonio dice: non ho più da lavorare l’ozio fa le mie parti. VIII,896.
- La gola e l’ozio sono pessimi consiglieri. 11,178.
- (sogno): dirai ai tuoi giovani che si guardino molto dall’ozio... che stiano sempre occupati, perché così il demonio non avrà tempo di assalirli. IX,180.
- Se noi ci teniamo occupati, il demonio non ci potrà mai vincere. Aspetta sempre ad assalirci quando siamo in ozio. IX,709.
- L’ozio è il più grande nemico che devi costantemente combattere. X,1032.
- Le rovine delle Congregazioni provengono tutte dall’oziosità dall’inerzia; perché l’ozio è il padre di tutti i vizi. Quanto tremiamo al solo pensiero che questo mostro si insinui fra noi. X,1055.
- Fuggite l’ozio e le questioni (al missionari). XI,389.
- Non permettere mal che i giovani stiano oziosi in tempo di ricreazione. XII,17.
- (sogno) Riguardo all’ozio sappi che con questa parola non intendesi solo il non lavorare o l’occupare o non il tempo di ricreazione nel divertirsi, ma sebbene anche quando in questo tempo si lascia, libera l’immaginazione nel pensare a cose che sono pericolose. L’ozio ha luogo eziandio quando nello studio uno si diverte con altri, disturba, quando certi ritagli di ora si sprecano in letture frivole o stando inerti a badare agli altri, lasciandosi vincere da quel momento di accidia, e specialmente quando in chiesa non si prega e si hanno a noia le cose di pietà. L’ozio è il padre, la sorgente, la causa di tante tentazioni cattive e di tutti i mali. III,355.
- Quando s’incomincia ad introdurre l’ozio la comunità resta belle rovinata; invece, finché si lavorerà molto, nessun pericolo per voi. III,464.
- Fuggir l’ozio vuol dire non stare inoperoso, ma non vuoi dire lavorare continuamente in lavori manuali, in studi, preghiere. XIII,800.
- Ozio e castità non possono mai andare insieme. XIII,800.
- Fuggire l’ozio fuggire il peccato, due cose necessarie per imparare. XII,066.
- Non state mai inoperosi; se non lavorate voi lavora il demonio. XIII,433/431.
- L’ozio è vizio che tira sempre con sé molti altri visi. XIII,801.
- Quando si vede un compagno ozioso, si ha da temere subito per lui: la sua virtù non è al sicuro. XIII,801.
- Gli oziosi talora non sono nemanco amanti della ricreazione. XIII,801.
- Lavorare quanto comporta la santità non di più; ma ognuno si guardi dallozio. XIV,634.
- Coscienza monda e pura, ecco la vera pace nel servire il Signore! II,385.
- La felicità non si trova in questo mondo, se non si ha la pace con Dio. Se Ella è così malcontenta ed arrabbiata, è perché non pensa guari alla salute dell’anima. III,78.
- Bisogna togliere dal cuore il demonio per stare tranquilli. VI,464.
- Pace goder sè brami - Al rio piacer fa guerra - E tosto e cielo e terra - constanti amici avrai. VII,41.
- Per la pace della casa siate umili e tolleranti. VII,509.
- Che dolce piacere riposare con Dio. IX,567.
- Ricordati che in questo mondo non abbiamo tempo di pace, ma di continua guerra. Avremo un di la vera pace, se combatteremo da forti sopra la terra. X,129.
- L’aver la coscienza bene aggiustata è la cosa che nella vita procura maggior consolazione. Chi ha la pace della coscienza ha tutto; invece chi non l’ha; quale felicità potrà mai godere su questa terra? “. XI,248.
- Per essere in pace con Dio e col prossimo bisogna prima essere in pace con noi stessi. XI,363.
- Continuate il cammino della virtù e voi avrete sempre la pace del cuore. XII,278.
- Tolte dalle comunità le mormorazioni e le parzialità, si gode perfetta pace. XIII,398.
- Ciascun allontani il peccato da sé e dai suoi, e il giorno del Signore non tarderà a spuntare. XIII,519.
- Chi non ha pace con Dio, non ha pace con sé, non ha pace cogli altri. Se il cuore non ha pace con Dio, rimane angosciato, irrequieto, insofferente d’obbedienza, si irrita per nulla, gli sembra che ogni cosa vada male, e perché esso non ha amore, giudica che i superiori non lo amino. XVII,113.
- Colui che perde il rispetto al padre o alla madre, si attira sul capo la maledizione di Dio. I,442.
- Dite pur sempre essere un cattivo figlio chi parla male di suo padre. III,607.
- Siccome è un cattivo figlio quello che censura la condotta di suo padre, così è un cattivo cristiano colui che censura il papa, che è il padre dei fedeli cristiani che sono in tutto il mondo. IV,55.
- Approvate quanto il papa approva. III,380.
- Chi vuoi vivere da buon cattolico deve guardarsi da quelli che parlano male della religione, dei suoi ministri e specialmente del papa, che è il padre di tutti i cattolici. Dite pur sempre un cattivo figlio chi parla male di suo padre. III,607; IV,55.
- Siate intimamente persuasi di queste grandi verità: dare c’è il successore di san Pietro, la c’è la vera Chiesa di Gesù Cristo. Niuno trovasi nella vera religione, se non è cattolico; niuno è cattolico senza il papa. IV,226.
- I nostri pastori e specialmente i vescovi, ci uniscono al papa, il papa ci unisce con Dio. IV,226-536.
- Questa religione di Gesù Cristo trovasi solamente nella chiesa cattolica; niuno è cattolico senza il papa: guai a chi separasi da questo capo supremo! egli è fuori di quella religione, che unica può condurre a salvamento: chi non ha la chiesa per madre non può avere Iddio per Padre. V,253.
- amiamoli i Romani Pontefici, e quando ci danno un consiglio e più ancora quando manifestano un desiderio, questo sia per noi un comando. V,573.
- Figlioli miei, tenete come nemici della religione coloro che colle parole o cogli scritti offendono l’autorità del Papa e cercano di scemare, l’ubbidienza ed il rispetto dovuto ai suoi insegnamenti ed ordini. V,573.
- Ricordatevi che dobbiamo stringerci intorno a lui, e che la nostra salvezza sta solo col Papa e nel Papa. V,577.
- Qualunque fatica è poca, quando si tratta della Chiesa e del papato. V,577.
- La preghiera del Papa è per me un comando. V,874.
- La sua parola deve essere la nostra regola in tutto e per tutto. VI,494.
- In fatto di religione io sto col Papa e col Papa intendo di rimanere da buon cattolico sino alla morte. VI,679.
- Ai chierici dava fra le altre questa norma per giudicare se un libro fosse buono o cattivo: Quando vedere che un autore scrive poco bene del Papa, sappiate che il suo non è un libro da leggersi. VII,220.
- Il principio dell’autorità divina nel suo capo visibile, è la base di nostra santa cattolica religione. VII,387.
- Scopo principale della società salesiana è sostenere l’autorità del papa. VII,622; X,762,946.
- Chi è unito al papa è unito con Gesù Cristo, e chi rompe questo legame fa naufragio nel mare burrascoso dell’errore e si perde miseramente. VIII,567.
- La fede per essere viva e fruttuosa deve sempre essere illuminata dal vicario di Gesù Cristo. IX,280.
- Raccomandò di predicare come non si possa essere attaccato a Gesù Cristo senz’esserlo in pari tempo al suo Vicario, spiegando bene che il papa è vicario di Gesù Cristo. XI,117.
- Non mai alcuno dimentichi che nel papa sta il fondamento, il centro d’ogni verità la salvezza del mondo. Chiunque raccoglie con lui, edifica al cielo; chi non edifica con lui disperde e distrugge fino all’abbisso. XII,171.
- Ai giorni nostri è un bisogno speciale di cogliere ogni occasione per stringere uomini al papa e di solennizzare molto san Pietro e d’istruire il popolo sulla sua dignità. XII,340.
- Il papa sta a fondamento, è il centro d’ogni verità, la salvezza del mondo. XII,641.
- Il papa è davvero posto in un’atmosfera tutta superiore e miracolosa. XII,392.
- In quanto a religione, sono col papa, e me ne vanto. XII,423.
- Ai giovanetti si faccia costantemente conoscere l’autorità del papa che è il centro della verità. XIII,498.
- Il desiderio del papa è per me un comando. XIV,577.
- Saremo ossequiosissimi alla vostra Cattedra Apostolica in tutto, in ogni tempo in ogni luogo, dove ci chiamerà il Signore. XV,249.
- Il mio sistema (filosofico) è quello di professare la dottrina cattolica e seguire ogni detto, ogni consiglio, ogni desiderio del Sommo Pontefice. XV,249.
- Noi dobbiamo professare al capo Supremo della Chiesa la più profonda gratitudine e la più rispettosa venerazione. XV,426.
- I santi voleri del sommo Pontefice per me sono un precetto. XV,426.
- Ammetto con giubilo tutti i gloriosi titoli che egli (san Francesco di Sales) raccolse dai Santi Padri e dai concili, e dei quali, formata come una corona di preziosissime gemme, adornò il capo del papa, quali sono tra gli altri: di Abele del Primato, di Abramo per l’ordine, di Aronne per la dignità, di Mosè per l’autorità, di Samuele per la giudicatura, di Pietro per la podestà, di Cristo per l’unzione, di Pastore di tutti i Pastori e di più di quaranta altri non meno splendidi appropriati. XVIII,277.
- In paradiso avrò tempo per riposarmi. III,67.
- La chiave e la serratura che usava Savio Domenico per entrare nella via del Paradiso e chiudere il passaggio al demonio, era (l’obbedienza e la gran confidenza nel direttore spirituale). V,649.
- Il sapere il tempo della nostra morte non è necessario per andare in paradiso; ma bensì il prepararsi con opere buone. VI,120.
- Giovani, se volete perseverare nella via del cielo, vi si raccomandano tre cose: accostatevi spesso al sacramento della confessione, frequentate la santa Comunione, sceglietevi un confessore cui osiate aprire il vostro cuore, ma non cangiatelo senza necessità. V,145.
- Nelle fatiche e nei patimenti non dimenticar mai che abbiamo un gran premio nel paradiso. VI,442.
- Per andare in cielo bisogna non solo spogliarsi del peccate, ma lasciare indietro ogni pensiero, ogni affetto terreno. VI,871.
- Non si va in paradiso in mezzo alle delizie. VII,7.
- Il paradiso non è fatto per i poltroni. VII,7; X,9.
- Volete farvi santi? Ecco! La confessione è la serratura, la chiave è la confidenza nel confessore. Questo è il mezzo per entrare per le porte del paradiso. VII,49.
- Il paradiso pagherà tutto. VII,584.
- L’obbedienza è la via men laboriosa, men pericolosa, e la più sicura e la più breve che vi sia per arrivare al paradiso. VII,694.
- Al mondo vi sono molti pazzi e molti furbi. I furbi sono coloro che faticano e patiscono un po’ per guadagnarsi il paradiso; i pazzi sono coloro che s’incamminano all’eternità infelice. VIII,19-20.
- Un pezzo di paradiso aggiusta tutto. VIII,444.
- (Nelle difficoltà): di questo nulla in paradiso. VIII,444.
- Le nostre vacanze le faremo in paradiso. VIII,444.
- In paradiso non vi sarà più nessuna controversia. Saremo tutti dello stesso pensare. VIII,444.
- Camminate coi piedi per terra e col cuore abitate in cielo. VIII,752.
- Le tribolazioni della vita ci fanno più presto desiderare il paradiso. VIII,774.
- L’affetto alla terra diminuisce e sovente, estingue il desiderio delle cose celesti. IX,296.
- Dio ci vuole in un mondo migliore di questo. X,104.
- Il riposo del prete è il paradiso. X,367; XIII,192.
- Il vero frutto delle nostre preghiere è la perseveranza per la via del paradiso. XI,609.
- É una gran fortuna il poter fare gli esercizi spirituali, perché in essi si può guadagnare il paradiso. XII,326.
- Vogliamo andare molto in alto nella santità e nel paradiso? Siamo fedeli a obbedire anche nelle piccole cose? XIII,210.
- In tutte le nostre osse avrete pane, lavoro e paradiso. XII,600.
- In terra lavoriamo pel cielo. XIII,870.
- Addio, o cari figlioli, addio: Io vi attendo in cielo. La parleremo di Dio, di Maria, Madre e sostegno della nostra Congregazione; là benediremo in eterno questa nostra Congregazione, la cui osservanza delle regole contribuì potentemente ed efficacemente a salvarci. XVII,258.
- É di fede che in cielo si gode una vita infinitamente migliore della terrestre. Dunque perché dolersi se una persona ne andò al possesso? XVII,874.
- In paradiso si godono tutti i beni in eterno. XVIII,483-863.
- Colle opere di carità ci chiudiamo le porte dell’inferno e ci apriamo il paradiso. XVIII,509.
- (sul letto di morte a don Bonetti): Dì ai giovani che io li attendo tutti in Paradiso. XVIII,533,550.
- Che bella cosa è il paradiso, ma non è fatto per i minchioni. Sm. 414, n.205.
- Tutto il bene che gli altri faranno per causa nostra accrescerà lo splendore della nostra gloria in paradiso. XVII,491.
- I ministri di Dio devono allontanarsi dalla patria e dai parenti se vogliono fare del bene. IX,703.990.
- Più uno si sbroglia e si distacca dalla relazione dei parenti e da quella di altri del mondo più egli acquista di virtù e di perfezione. IX,705.
- Dal momento che tu ti fai prete, diventano tuoi parenti tutti coloro che hanno un’anima da salvare e tu devi pensare a loro non ad altro. XI,240.
- Com’è difficile trovar cognate che s’amino. XI,444.
- Quante vocazioni ha già fatto perdere questo disordinato amore ai parenti. XI,517.
- I parenti sono quelli dai quali ci dobbiamo maggiormente guardare in fatto di vocazione..... Molte volte coi loro consigli mettono innanzi le più gravi difficoltà a chi vuol darsi tutto a Dio. XII,361.
- Quei di casa per lo più cercano “quae sua sunt, non quae Jesu Christi”. Parlano delle convenienze terrene, pensano e aspirano alle comodità della terra. XII,561.
- Vegliate e fate che né l’amor del mondo, né l’affetto ai parenti, né il desiderio di una vita più agiata vi muovano al grande sproposito di profanare i santi voti. XVII,258
- Una cosa che io desidero che teniate per prima per voi e che poi raccomandiate anche ai vostri parenti, si è che tutti coloro che verranno in aiuto o spiritualmente o corporalmente, saranno della Madonna in modo visibile protetti ed Essa non potrà fare a meno di esaudire le loro preghiere. XVII,562.
- Le sinistre impressioni, ricevute in tenera età per un parlare imprudente, portano sovente lagrimevoli conseguenze per la fede e pel buon costume. III,314
- Per compagni cattivi s’intendono: quelli che cercano di parlare di cose disoneste, o fanno cose contrarie alla virtù della modestia; che parlano con disprezzo della religione; che vi allontanano dalle funzioni di chiesa o v’invitano a trasgredire i vostri doveri. III,607.
- Nelle dispute soleva raccomandare che non si contraddicesse direttamente all’opinione altrui; che la propria si esprimesse con modesta diffidenza, dicendo: mi sembra suppongo; i la cosa è così se non s’inganno. III,615.
- Il difetto di modestia nel parlare indica mancanza di giudizio. III,615.
- Parla poco degli altri e meno di te. III,617.
- Ve lo raccomando caldamente: evitate nel vostro parlare i modi aspri e mordaci: sappiatevi compatire gli uni e gli altri da buoni fratelli. IV,208.
- Raccomandava che prima di parlare si pensasse due volte a ciò che si voleva dire. VI,213.
- Del prossimo o parlarne bene o tacerne affatto. VI,1006.
- Guardatevi dal parlare con disprezzo di un giovane per qualche difetto, massime alla presenza sua o dei compagni. VII,508.
- Il tuo parlare sia sempre condito con la dolcezza. VIII,490.
- Non parlare più del necessario e sempre di cose utili all’anima. IX,707.
- Ogni parola sia improntata di carità. X,1021.
- Non diciamo sempre bene di tutti. XI,169.
- Non parlare mai male di nessuno... il meglio si è parlare sempre bene ai tutti, e non potendo parlare bene, tacete. XVI,307.
- Bisogna che cerchiamo di conoscere e di adattarci ai nostri tempi, rispettare cioè gli uomini, e quindi... dove si può, parlare bene, e se non si può, tacere. XVI,416.
- La dolcezza nel parlare, nell’operare, nell’avvisare guadagna tutto e tutti. XVII,628.
- Del prossimo bisogna o parlare bene o tacere. XVIII,207.
- Tesori dei giovani sono castigate parole e caste azioni. XVIII,254.
- Coloro che hanno un parlare insensato e lubrico assai difficilmente si correggono. XVIII,254.
- I mormoratori fanno il mestiere di distruggere la parola di Dio. XII,44.
- Non v’è peggior disgrazia di quella di far perdere la parola di Dio. E basta un motto, basta uno scherzo. XII,45.
- Le vacanze portano via quel tantino di frutto che la parola di Dio ha fatto nascere. XII,55.
- Molte volte basta una sola parola per far sì che uno stia o si metta sulla buona strada. XII,676.
- Fra tutte le congregazioni ed ordini religiosi, forse la nostra fu quella che ebbe più parola di Dio. XVII,305.
- Ciò che egli possiede, oltre il suo bisogno deve dario ai poveri. I,250.
- Ai sacerdoti aventi cura d’anime raccomandava che esortassero i fedeli alla comunione frequente in ogni circostanza di prediche, novene, ecc. VIII,752.
- Abbia di mira tre classi di persone: fanciulli, vecchi, ammalati, coltivando questi, guadagnerà tutto il rimanente. IX,26.
- Il fondamento della sua buona riuscita parrocchiale è aver cura dei fanciulli, assistere gli ammalati, voler bene ai vecchi. III,200. XIII,322.858; XVII,616.
- Oh... se il parroco facesse davvero il parroco, quanti prodigi di santità splenderebbero da ogni parte! Ma purtroppo molti hanno paura di lavorare e preferiscono le proprie comodità. XVII,383.
- La più bella passeggiata e il più bel gioco che mi piacerebbe si è di poter condurre diecimila giovani in paradiso. V,716.
- La passeggiata sia passeggiata e non fermata. XII,146.
- Circa il fare una passeggiata al sabato od alla vigilia di qualche solennità. Tutto corrucciato soleva dire: Ma questa è una pazzia, VII,496.
- Stabilire che al passeggio i giovani vadano a tre a tre; che non facciano fermate, che non si dia a nessuno licenza di allontanarsi dalle file. XIII,85.
- Le passeggiate seno mezzi efficacissimi per ottenere la disciplina, giovare alla moralità ed alla sanità. XIII,921.
- Quelli che si lasciano vincere dalle passioni, colti dalla morte e sepolti tra le fiamme eterne dell’inferno urleranno piangendo: Nos insensati: Erravimis! II,363.
- Come fare per vincere le proprie passioni? Mortificarle. Questo consiglio lo trovai sempre mezzo esatto, infallibile per ottenere lo scopo. VII,682.
- Le passioni sono cani arrabbiati che nulla può soddisfarle e più si accendono quanto più si secondano. VII,683
- Le piccole passioni sono come altrettanti semi che se non si estirpano cresceranno, grossi, e si che, ve lo assicuro io, diverranno come tempesta e burrasca nel vostro cuore. XII,252.
- Quando uno si consacra al Signore a lui fa dono di tutte le sue passioni. XII,15.
- Oltre i libri cattivi è necessario tener d’occhio certi altri libri i quali, benché buoni o indifferenti in se, pure possono riuscir di pericolo, perché non convenienti alle passioni nascenti... Questi pure si debbono eliminare. XVII,199.
- Due nemici hanno gli innocenti: le storte massime e i discorsi dei cattivi, e la concupiscenza. XVII,727.
- Chi non vuol patire con Gesù Cristo in terra, non potrà godere con Gesù Cristo in cielo. II,362.
- Lavora per il Signore. Quanto ti toccherà in questo mondo è cosa di un momento, e il paradiso paga tutto. III,587.
- Alle insistenze per conoscere il modo onde ricopiare in sé i patimenti di N.S. Gesù Cristo, rispose: Oh vedi! Mezzi non mancano. Il caldo, il freddo, le malattie, le cose, le persone, gli avvenimenti. Ce ne sono dei mezzi per vivere mortificati. IV,216.
- Nelle fatiche e nei patimenti non dimenticar mai che abbiamo un gran premio preparato in cielo. VI,442; XI,390.
- Il paradiso pagherà tutto. VII,584.
- Patire ed anche morire, ma non peccare. IX,567.
- Nei pericoli e nei bisogni della patria ogni cittadino deve porgere quell’aiuto, che le proprie forze gli permettono. VI,228.
- Io ho consacrato tutta la mia vita al bene della gioventù, persuaso che dalla sana educazione di essa dipende la felicità della nazione. XII,700.
- Colla pazienza si accomodano tante cose. III,147.
- La forza del sacerdote sta nella pazienza e nel perdono. IV,628.
- La carità e la pazienza ti accompagnino costantemente nel comandare, nel correggere. X,1041.
- Siamo obbedienti ed avremo la pazienza. III,82.
- Vi raccomando molto la pazienza, quella che è necessaria per compiere bene i nostri doveri. XII,455.
- Bisogna avere la pazienza come compagna indivisibile. XII ,455.
- Ci sia il vero zelo, sì ... ma sempre pacatamente, con dolcezza, con pazienza. III,456.
- Impazientirci... non si ottiene che la cosa non fatta sia fatta, e neppure si corregge il suddito colla furia. XII,456
- Tenetelo a mente, non valgono le furie, non valgono gli impeti istantanei, ci vuole la pazienza continua, cioè costanza, perseveranza, fatica. XII,457.
- Ciò che sostiene la pazienza dev’essere la speranza del premio. XII,458.
- Ci vuole anche quella pazienza che è costanza e perseveranza ad eseguire sempre le nostre regole. XII,457.
- Coraggio! La speranza ci sorregga, quando la pazienza vorrebbe mancarci. XII,458.
- Io raccomando molto che si usi pazienza nell’obbedire, e vorrei che, quando questa obbedienza non volesse esserci; quando la nostra testa volesse essere lontano dall’obbedienza, mirassimo il cielo e prendessimo alle buone la speranza. XII,459.
- Ciascuno pazienti nell’incarico che ha: lo eseguisca bene quanto può e non si dia pensiero di oltre: il signore lo accoglie bene e lo benedice. XII,459.
- Senza la pazienza non possiamo farci santi. XII,606.
- Le cose nostre devono condurci allo scopo desiderato colla pazienza e colla carità. XIII,863.
- La pazienza ci è assolutamente necessaria per vincere il mondo e assicurarmi la vittoria ed entrare in Paradiso. XV,608.
- Chi vuoi lavorare con frutto, deve tenere la carità nel cuore e praticare la pazienza coll’opera. XVI,32
- Quella che santifica non è la sofferenza, ma la pazienza. XVIII,129.
- Insistere che vengano con frequenza a confessarsi. É questo il mezzo più sicuro per tenerli lontani dal peccato. II,152.
- Siete ricaduti per sventura in peccato? Non scoraggiatevi. Ritornate a confessarvi subito colle debite disposizioni. Il confessore ha da Dio potestà ed ordine di perdonarvi eziandio se foste caduti non solo sette, ma settanta volte sette. Coraggio, confidenza e fermo proposito. Cor contritum et humiliatum Deus non despiciet. II,549.
- É una grande ventura l’insegnare qualche verità della fede ad un ignorante, e l’impedire anche un solo peccato. III,108.
- Sopportate qualunque male del mondo piuttosto che dimorare in luoghi e trattare con persone, che mettono in pericolo la salvezza dell’anima vostra. III,132.
- Quando siete disoccupati, siete in gravissimo pericolo di cadere in peccato. III,608.
- Un solo peccato mortale merita l’inferno: che sarà di me se morissi in tale stato? IV,55.
- Piuttosto non vivere che peccare. V,637.
- Due cose solo io temo: il peccato mortale che dà la morte all’anima, e la morte corporale che sorprende chi si trova in disgrazia di Dio. VI,75.
- Non concedeva la comunione quotidiana a coloro che portavano affetto al peccato veniale. VI,430.
- La vera cagione di tutti i mali è il peccato. Il peccato rende infelici i popoli. VI,470.
- Vogliamo dunque allontanare i mali, che ci affliggono e preservarono da quel che ci sovrastano? Allontaniamone la cagione: il peccato. VI,470.
- Qual’è il maggior mezzo e più sicuro, per non cadere mai in peccato? É mettere in pratica tutti gli avvisi del confessore. VI,852.
- Quanto sono infelici coloro che si allontanano dalla via. del cielo. VI,976.
- Teniamo lontano il peccato; se no, le cose non possono andar bene. IV,554-5.
- Aiutatemi a far guerra al peccato. VII,376.
- Tollera ogni cosa quando si tratta di impedire il peccato. VII,524; X,1041-45.
- L’esperienza insegna continuamente che coloro i quali approfittano nello studio sono quelli che stanno lontani dal peccato. VII,817.
- Maria SS. non gradisce gli ossequi di quelli che vogliono continuare a vivere in peccato. VIII,7.
- Scacciate dal vostro cuore il peccato e le affezioni al peccato e allora possederete abbastanza di scienza per salvarvi l’anima. VIII,830.
- Quanto maggior cura metterete nel tener lontano da voi il peccato tanto più grande sarà il profitto che farete negli studi e nella vostra professione. VIII,943.
- Patire, ed anche morire, ma non peccare. IX,567.
- Fate il possibile per impedire anche solo un peccato veniale. IX,618; X,586.
- Fuggite il peccato come il più grande vostro nemico, e fuggite la sorgente dei peccati cioè i cattivi discorsi che sono la rovina dei costumi. X,769.
- Impegni, puntigli, spirito di vendetta, amor proprio, ragioni, pretensioni, ed anche l’onore, tutto deve sacrificarsi per evitare il peccato. X,1045
- Il cuore del giovane che è in peccato è come il mare in continua agitazione. XII,133.
- Il peccato è uno stuolo che ci fa venire più presto la morte addosso. XII,133.
- Fuggire l’ozio, fuggire il peccato: due cose necessarie per imparare. XII,566.
- É pazzia cercare la felicità lontano da Dio. IX,567.
- Sapete che cosa è che vi spinge addosso con maggior velocità la morte? É il peccato che è per la morte come lo sperone del cavallo. XII,609.
- Per fuggire la morte più lungamente che si può, fuggiamo il peccato. XII,610.
- Piuttosto qualunque fatica e qualunque patimento che dar mano a chi offende il Signore. XII,702.
- La sola cosa che raccomando si è sempre di non commettere alcun peccato. Se vi guarderete da questo come da un serpente, passerete santamente le vacanze. XIII,437.
- Ciascuno allontani il peccato da sè e dai suoi, ed il giorno del Signore non tarderà a spuntare. XIII,519. Il male dei mali è il peccato. XV,806.
- Il più gran nemico di Dio è il peccato. XVIII,482,863.
- L’opera più efficace per ottonerci il perdono dei peccati ed assicurarci la vita eterna è la carità fatta ai piccoli fanciulli. XVIII,622.
- Dio detesta il peccato e chi lo commette, ma la sua misericordia è senza limite: XVIII,862.
- E don Bosco a dire che dai giovanetti pretendeva solamente che non commettessero il peccato e poi li lasciava gridare, cantare, saltare. Sm.183, n.252.
- Oh! miei figlioli - diceva - correte, giocate e schiamazzate, ma non fate dei peccati e il vostro posto è sicuro nel paradiso. Sm. 462 , n.45.
- Chi non ha pace con Dio non ha pace con sé, non ha pace con gli altri. XVII,113.
- Fate digiunare il demonio non commettendo alcun peccato. XII,143.
- Non differite la penitenza alla vecchiaia, quando le forze non la comportano più. II,362.
- Miei cari giovani! non vi raccomando penitenza e discipline, ma lavoro, lavoro, lavoro. IV,216.
- La penitenza che il signore vuole da tè l’obbedienza. V,209.
- Volete che io vi suggerisca un modo di fare anche voi un poi di penitenza, adattata alla vostra età ed alla vostra condizione? Io ve la suggerisco. Consiste in un digiuno che tutti potete fare; cioè custodire il vostro cuore e i vostri sensi. Fate digiunare il demonio, non commettendo alcun peccato. Attenti ai sensi esterni. Fate digiunare i vostri occhi. XII,143.
- Potrete anche fare qualche mortificazione sopportando con pazienza certe contrarietà, un po’ di caldo o un po’ di freddo, senza lamentarvi. XII,144.
- Nel vangelo si trova scritto: Beati i tribolati, e non mai: beati coloro che se la godono. XII,631
- La chiesa, quando raccomanda la penitenza vieta per prina cosa le carni. XIII,85.
- Per quanto si pub la penitenza consiste nell’osservare l’orario. XIII,89.
- Invece di tare opere di penitenza fate quelle dell’obbedienza. XIII,89.
- Non vi raccomando penitenze o mortificazioni particolari, voi vi farete gran merito e formerete la gloria della Congregazione, se saprete sopportare vicendevolmente le pene ed i dispiaceri della vita con cristiana rassegnazione. XVII,267.
- Quanto alle penitenze corporali: per le persona attempate basta tollerare i disagi della vecchiaia per amore di Dio; quanto alle persone malaticce basta sopportare tranquillamente per amor di Dio i propri incomodi e conformarsi al parere del medico o dei parenti in ispirito di obbedienza. XVII,394.
- É un grande errore che hanno nella testa i giovanetti, che cioè la penitenza debba praticarsi da chi è peccatore. La penitenza è necessaria eziandio per conservare l’innocenza. XVII,726.
- Senza penitenza non si può conservare l’innocenza. XVII,727.
- La vendetta del vero cattolico è il perdono e la preghiera per la persona che ci offende. IV,312.
- Perdonare vuol dire dimenticare per sempre. VI,363.
- Quando un allievo si dimostra pentito di un fallo commesso siate facili a perdonargli, e perdonate di cuore. IV,391.
- Non rinfacciate una correzione dimenticata e i torti dimenticati. VI,694.
- Quando hai fatto una correzione, dimenticare il fallo e dimostrare la primiera benevolenza. XIII,889.
- Non mai tramonti il sole sopra la vostra iracondia, né mai richiamate alla memoria le offese perdonate, non mai ricordare il danno, o il torto dimenticato. Diciamo sempre di cuore: “Dimitte nobie debita nostra sicut et nos dimittimus debitoribus nostris. Ma con una dimenticanza assoluta e definitiva di tutto ciò che in passato ci abbia cagionato qualche oltraggio. Amiamo tutti con amore fraterne. XVII,271
- L’opera più efficace ad ottenere il perdono dei peccati ed assicurarci la vita eterna, è la carità fatta ai piccoli fanciulli. XVIII,622.
- Se volete ottenere molto dai vostri allievi, non mostratevi mai offeso contro alcuno. XVII,271.
- La perfezione si acquista con fatica a poco a poco. III,614.
- L’obbedienza è il compendio della perfezione di tutta la vita spirituale. VII,694.
- La vera perfezione cristiana consiste nel comparire tanto grandi davanti a Dio quanto più piccoli avanti agli uomini. VIII,568.
- Ad un giovane che domandava in qual modo avrebbe potuto progredire nella via della perfezione rispose: ubbidienza cieca; osservanza di tutte le regole della casa; dar sempre buoni consigli ai compagni; fare ogni giorno, un poco di meditazione; tutto a maggior gloria di Dio parlarmi sovente delle cose dell’anima e palesarmi sempre tutto; cioè confidenza illimitata nel superiore. VIII,750.
- Camminate coi piedi per terra e col cuore abitate in cielo. VIII,752.
- Dobbiamo renderci tali da essere atti a compiere fruttuosamente il nostro ministero. IX,447.
- Più uno si sbroglia e si distacca dalla relazione dei parenti e da quella di altri del mondo più egli acquista di virtù e di perfezione. IX,705.
- La mortificazione è l’abbicci della perfezione. XIII,210.
- Le costituzioni religiose sono atte a promuovere ed assicurare la cristiana perfezione. Ma la perfezione delle costituzioni non è quella dei religiosi. I religiosi la otterranno quando le praticheranno coi fatti. XIII,497-8.
- Chi poco per volta approfitta sempre delle grazie del Signore, va sempre crescendo in virtù. XIII,805.
- Di mediocri ve ne saranno sempre in qualunque congregazione religiosa e in qualunque comunità . Se per rigore immoderato si volesse tagliar corto e fuori ogni mediocrità, temo che diverrebbero mediocri alcuni buoni, perché sembra essere nell’ordine della divina Provvidenza che la perfezione non sia di questo mondo, almeno nei più. XIV,112-3.
- Sappiamo sopportare i difetti degli altri, poiché al mondo non si trova la perfezione, ma questa è solo in paradiso. XVII,1120.
- Raccomandava che si ritenesse come via più sicura e più breve per arrivare alla perfezione la via dell’umiltà e dell’ubbidienza. XVII,217.
- Era caduto il discorso sull’importanza e l’efficacia della Comunione frequente per l’emendamento della vita, massime nei giovani, e per il loro avviamento alla perfezione, Don Bosco esclamò d’un tratto: sta lì il gran segreto. XVIII,438.
- Se non si fanno veri sforzi si diminuisce sempre di virtù, di animo, di preghiera, di aborrimento al peccato. XIII,805.
- I pubblici spettacoli sono pericolosi specialmente per la gioventù. 11,394.
- Sopportate qualunque male del mondo piuttosto che dimorare in luoghi e trattare con persone, che mettono in pericolo la salvezza dell’anima vostra. III,132.
- Dovete tutti in ogni tempo tenervi lontani dai teatri diurni e notturni, fuggire le bettole, i caffè, i ridotti da gioco, ed altri simili luoghi pericolosi. III,167.
- (ai giovani catechisti) diceva: ricordatevi che vi mando a pescare e che non dovete essere pescati. III,592.
- In ogni pericolo invocate Maria e vi assicuro che sarete esauditi. VIII,360.
- Nel mondo vi sono pericoli e per essere salvi da essi è preparata da Dio la vita religiosa. XII,598.
- Più uno é lontano dai pericoli più è sicuro di non cadere. IX,986.
- La gioventù è un’arma pericolosissima del demonio contro le persone consacrate al Signore. IX,922.
- 9 Noi, lasciato il secolo, dobbiamo combattere, fuggendo luoghi e persone, e qualunque cosa presenti pericolo per l’anima. XII,604.
- Per essere allontanati e difesi da ogni pericolo non cerchiamo pretesti per ritornare in mezzo al mondo, ma stiamocene lontani. III,606.
- Se qualcuno di voi fosse in pericolo si avvisi: ciascuno deve dargli il suo appoggio per procurargli qualche vantaggio. XII,607.
- Non abbattiamoci d’animo nei pericoli e nelle difficoltà, preghiamo con fiducia e Dio ci darà il suo aiuto promesso a chi lavora per la sua causa. XIII,304.
- Nei grandi pericoli bisogna raddoppiare gli sforzi ed i sacrifici. XV,350.
- Teniamoci alle cose facili, ma si facciano con perseveranza. VI,9:
- Il vero frutto delle nostre preghiere è la perseveranza per la via del Paradiso. XI,609.
- Veniamo .d un altro punto che io credo della massima importanza per far camminare bene i giovani nella via della salute. Purtroppo una lunga esperienza mi ha persuaso esservi bisogno di far fare la confessione generale ai giovani che vengono nei nostri collegi; almeno questa confessione essere loro vantaggiosissima. XII,91.
- Vogliamo essere certi della perseveranza nella vocazione? Siamo sempre obbedienti. XIII,210.
- Dio non ha bisogno di alcuno, siamo noi, sue povere creature, che dobbiamo mostrarci riconoscenti, perché ci ha chiamati. Se non faremo noi, Dio chiamerà altri, che ascolteranno meglio la sua voce. Sm. 472, n.67.
- Pace goder se brami - al rio piacere fa guerra - tosto e cielo e terra - costanti amici avrai. VII,41.
- Ricchezze, onori, piaceri che mi serviranno in punto di morte? IX,567.
- Passano come lampi le gioie di questo mondo. IX,837.
- Nel vangelo si trova scritto: beati i tribolati, e non mai: beati coloro che se la godono. XII,631.
- Vorremmo noi coronarci di rose mentre Gesù è coronato di spine? XIII,233.
- Figlioli cari, tenete a memoria che la solita parola che usa il demonio quando vuole spingerci al male si é: Oh! è niente! Di certe amicizie troppo spinte e che i superiori vedono mal volentieri. Oh! è niente! - Certe volte si ruba un po’ di frutta ai compagni e il demonio ripete - Oh! niente! Di quelle disobbedienze a certi comandi, di certe merende fuori tempo : Oh! è niente - Talora certi dubbi gravi, che ci vengono su certe azioni o certi pensieri e che abbiamo rossore di confessare: Oh! è niente! Non vi dico di riputar cose gravi le cose leggere, ma però vi metto sull’avviso, che non diate ascolto al demonio quando vi ripete che è niente. Una mancanza sarà sempre mancanza e quindi bisogna correggersi. VI,100.
- Era d’avviso che anche le piccole cose si debbono fare adagio e bene. VII,19.
- Si incomincia sempre dalle cose piccole e poi si viene alle grandi. III,53; VIII,132.
- Nelle nostre case non abbiamo da occuparci che delle. piccole cose; il resto viene da sé. III,53.
- Vogliamo andare molto in alto nella santità e nel paradiso? siamo fedeli a obbedire anche nelle cose piccole. XIII,210.
- Colui che si confessa ogni settimana e lungo questa cade sempre in molte piccole cose, non dà indizio troppo buono di sé. XIV,46.
- Le altre virtù periscono se non si è esatti nella virtù dell’ubbidienza, specialmente nelle piccole cose come quelle che guidano alle cose grandi. XVII,561.
- Il mezzo principale che stimola allo studio è la pietà. VI,352.
- La tua fede è l’occhio della pietà per bene conoscerla ed animarti ai essa. VI,828.
- Se vuoi farti buono, pratica tre sole cose e tutto andrà bene. Quali sono queste tre cose. Eccole: allegria, studio pietà. É questo il grande programma, il quale praticando, tu potrai vivere felice, e fare molto bene all’anima. VII,494.
- Pietà, studio, allegria vi daranno tante consolazioni dolci come il miele. VII,602.
- (nelle vacanze) ricreazione sì, ma anche studio e pietà. XIII,166.
- Nel lavorare per le anime vale tanto un’oncia di pietà quanto cento miriagrammi di scienza. II,438.
- La gloria dell’Oratorio non deve consistere solamente nella scienza ma in modo speciale nella pietà. VIII,931.
- Non si tolleri assolutamente ciò che reca sfregio alle cose di religione. IX,400.IX,401.
- Chi ha vergogna di esortare alla pietà è indegno di essere maestro. X,1019.
- Nel desiderio di venire a cose valevoli a coltivare le vocazioni ecclesiastiche e religiose, ed efficaci per con serrare lo spirito di pietà, io mi fo a raccomandarvi alcune cose, che l’esperienza mi ha fatto ravvisare sommamente necessarie. 1) in ogni casa diasi massima sollecitudine di promuovere le piccole associazioni, come sarebbe il piccolo clero, la compagnia del SS. sacramento, di san Luigi, dell’Immacolata Concezione. 2) guardatevi bene dalle. relazioni, amicizie o conversazioni geniali o particolari... 3) fuga del secolo e delle sue massime. 4) la sera dopo le orazioni ciascuno vada subito a riposo. XII,26-7.
- Le nostre piccole associazioni si possono chiamare chiave della pietà conservatorio della morale, sostegno delle vocazioni ecclesiastiche e religiose. XII,26.
- Il Santo Padre mi disse che se vogliamo far sempre fiorire le nostre istituzioni, badiamo d’introdurre fra noi e di propagare fra i nostri giovani queste tre cose: 1) lo spirito di pietà; 2) lo spirito di moralità; 3) lo spirito di economia. XIII,69.
- Ora credo nella congregazione un bisogno, quello di metterla al riparo dalla freddezza e dal decadimento col promuovere lo spirito di pietà e di religiosa vita comune. XIV,551.
- Studio e pietà ti faranno un vero salesiano. XV,28.
- Mantenendo la casa nella pietà e nella moralità., faremmo l’opera di Dio. XV,46.
- Chi è pigro in vita, piangerà al punto di morte il tempo perduto. IX,35.
- Nell’accettazione dei novizi escludere i pigri e i golosi. XIV,124.
- Un ragazzo pigro sarà sempre un somaro. XV,495
- É mio fermo sistema tenermi estraneo ad ogni cosa che si riferisca a politica. Non mai pro, non mai contro. III,294.
- In politica non voglio immischiarmi né punto né poco. III,454.
- Non esser di alcun partito per virtù, e non mostrarti partigiano per prudenza. III,614. (D. Cafasso).
- Il prete cattolico non ha altra politica che quella del santo Vangelo. VI,679.
- La mia politica è quella del ‘Pater noster’. Nel Pater noster noi supplichiamo ogni giorno che venga il regno del Padre Celeste sulla terra, che si estenda, cioè, sempre più, che si taccia sempre più sentito, sempre più vivo, sempre più potente e glorioso: Adveniat regnum tuum! ed è ciò che più importa. VIII,593-4.
- Ecco la sola mia politica. Io rispetto tutte le autorità costituite come cittadino, e come cattolico e come prete dipendo dal Sommo Pontefice. IX,417.
- Non leggere mai giornali in pubblico, e non parlar mai di politica nè con i confratelli, né con gli alunni. XI,1081.
- Noi lasciamo a parte ogni idea di partito tenendoci fermi a quanto disse Gesù Cristo: Date quae sunt Caesaris Caesari, quae sunt Dei Deo. XIII,123.
- In questi tempi alle volte avviene in coscienza di dover entrare in politica, poiché spesso le cose di politica sono inseparabili dalle cose di religione. Non è dunque da approvarsene l’esclusione fra i buoni cattolici. Noi in caso di utilità e di vera convenienza potremo trattarne; ma fuori di questi casi teniamoci sempre al principio generale di non intrigarci in cose politiche e questo ci gioverà immensamente. XIII,265.
- Noi cerchiamo solo che ci lascino lavorare in mezzo alla gioventù quindi asteniamoci dalla politica. XIII,684.
- Si ritenga bene che se vogliamo andare avanti bisogna che non si parli di politica, nè pro né contro; il nostro programma sia fare del bene ai poveri fanciulli. XIV,662.
- L’opera nostra tende a diminuire i discoli e i vagabondi, a scemare il numero dei piccoli malfattori, e dei ladroncelli, a vuotare le prigioni, tende in una parola a formare buoni cittadini... questa è la nostra politica. XVI,291.
- Don Bosco è sì poco politico che non legge nemmeno un giornale. XVI,291.
- Un giovane poltrone indisciplinato sarà un giovane disgraziato. VII,599.
- Il paradiso non è fatto per i poltroni. X,9.
- Ciò che un parroco possiede oltre il suo bisogno, deve darlo ai poveri. I,250.
- Noi siamo poveri e dobbiamo vivere da poveri. (Mamma Margherita). II,26; V,676.
- Non è giusto che mangi il pane del povero chi tale non é. V,191.
- Dovere del sacerdote è provvedere ai poveri e non alle proprie comodità. V,407.
- Finché ci manterremo poveri, la Provvidenza non ci verrà meno. V,671.
- Non dimenticate che siamo poveri, e questo spirito di povertà dobbiamo averlo non solo nel cuore e nel distacco del medesimo dalle cose materiali, ma dimostrarlo anche esternamente in faccia al mondo. V,675.
- Ricordatevi bene che quello che abbiamo, non è nostro, ma dei poveri: guai a noi se non ne faremo buon uso. V,682; Sm. 709, n.168.
- Come potremo essere discepoli di Gesù Cristo se ci mostriamo così differenti dal Maestro? Gesù Cristo nacque povero, visse povero, morì poverissimo. V,682.
- Chi è povero pensa a Dio e ricorre a Lui e vi assicuro che Dio provvederà sempre il necessario, il poco e il molto. VI,329.
- I poveri siano i vostri depositari. I,321.
- (ai missionari): prendetevi cura speciale degli ammalati, dei fanciulli, dei vecchi e dei poveri, e guadagnerete la benedizione di Dio e diverrete padroni del cuore degli uomini. XI,389.
- Fate che il mondo conosca che siete poveri negli abiti, nel ritto, nelle abitazioni, e voi sarete ricchi in faccia a Dio e diverrete padroni del cuore degli uomini. II,390.
- Se vogliamo essere poveri bisogna pure che patiamo qualche astinenza. III,564.
- Nella persona dei poveri, dei più abbandonati è rappresentato il Salvatore... Dunque non sono più poveri fanciulli che demandano la carità, ma è Gesù nella persona dei suoi poverelli. XIII,109.
- Norme per soccorsi ai poveri. XIII,274-5.
- Ciò che possiede il sacerdote è patrimonio dei poveri. XIII,808.
- La preghiera del povero sale sempre gradita al trono dell’Eterno. XIV,485.
- Si usino agli ammalati dovuti riguardi. Ma non si dimentichi mai che abbiamo fatto il voto di poverta e che per ciò dobbiamo vivere da poveri. XV,460.
- Dio ha fatto il povero perché si guadagni il cielo con la rassegnazione e la pazienza. XV,518.
- I ricoverati poveri e abbandonati non hanno altro patrimonio che il vostro buon cuore. XV,530.
- Altro mezzo per venire in aiuto ai poveri è quello di costituirci questuanti col far conoscere a parenti e amici l’importanza di far elemosina. XV,694.
- Le mani dei poveri portano le nostre elemosine in paradiso. Dare ai poveri il nostro obolo è come darle nelle mani di Gesù Cristo. XVII,70.
- Invitato di servirsi dì carrozza rispondeva che i poveri non vanno in carrozza. XVII,158-9.
- Date molto ai poveri se volete divenir ricchi. XVIII,482.
- Chi protegge i poveri sarà largamente ricompensato al divin tribunale. XVIII,482.863.
- Non cercare nè eleganza, né splendore nelle opere. Cerca la gloria di Dio, ma abbi per base la povertà di fatto. Ai vari che amano la povertà negli altri, ma non in se stessi. (mamma Margherita). V,562.
- La povertà bisogna averla nel cuore per praticarla. V,562.
- Non dimenticate che siamo poveri, e questo spirito di povertà dobbiamo averlo non solo nel cuore e nel distacco del medesimo dalle cose materiali, ma dimostrarlo anche esternamente in faccia al mondo. V,675.
- Col possesso del regno dei cieli sarà generosamente ed abbondantemente compensata la nostra povertà. V,678.
- Il decoro dell’ecclesiastico e del religioso è la povertà accompagnata dalla pulizia e pulitezza della persona. V,682.
- Contentiamoci di poco, lasciamo il bello e il comodo saremo più ben visti ed aiutati dalla divina Provvidenza. IV,473 (v. Superfluo).
- L’onesta povertà non ha preoccupazioni che la turbino, non ha rimorsi che le diano angustia, è al sicuro da tante tentazioni del demonio, è madre di ogni virtù; aspira al cielo e confida in Dio. IX,698.
- La nostra deve essere povertà di fatto e non di nome. IX,701.
- Soci della povertà sono le privazioni, gli stenti, il lavoro. IX,701.
- Un religioso deve possedere quello che aveva Gesù Cristo. IX,701.
- Amate la povertà per conservare in buono stato le finanze della Congregazione. X,100; XVII,271; X,652.
- Finché i salesiani e le Figlio di Maria Ausiliatrice si consacreranno alla preghiera e al lavoro, praticheranno la temperanza, e coltiveranno lo spirito di povertà, le due congregazioni faranno del gran bene; ma se per disgrazia rallentano il fervore e rifuggono dalla fatica, e amano le comodità della vita; esse avranno fatto il loro tempo, incomincerà per loro la parabola discendente, sbatteranno a terra, e si sfasceranno. X,651-2.
- Questo fu sempre mio pensiero: non possedere cosa alcuna. X,777; XIII,861.
- Dobbiamo amare la povertà ed i compagni della povertà. X,1046.
- Accettando la povertà dobbiamo accettare anche i compagni e le conseguenze della povertà: badare a noi e interrogarci: sono povero o no? Si: e allora perché lamentarmi? X,1088.
- Sono d’aggravio alla congregazione coloro che non amano la povertà. X,299.
- Non respingiamo mai nessuna vocazione per la povertà.... vocazioni anche povere fanno ricco l’istituto. XII,283.
- (Aned.) Io non vengo dove ci sono tende, tendine e sofà. XIII,207.
- Il decoro del Religioso è la povertà. XIV,549.
- Ipsa coeli januam aperiet et introibit. XV,184.
- Da questa osservanza (voto di povertà) dipende in massima parte il benessere della nostra Pia Società e il vantaggio dell’anima nostra. XVIII,191.
- Si taccia notare a tutti che abbiamo fatto voto di povertà, perciò non dobbiamo cercare, nemmeno desiderare agiatezza in cosa alcuna. Dobbiamo amare la povertà; quindi evitare ogni spesa non assolutamente necessaria negli abiti, nei libri, nel mobilio, nei viaggi. Sm. 680; n.31.
- Essendogli stato riferito che uno dei nostri aveva viaggiato in prima classe, ne ebbe dispiacere grandissimo e disse: Ecco uno spreco ed un affronto fatto alla Divina Provvidenza. Sm. 705, n.157.
- Non si introduca alcuna novità nella casa; ancorché si veda che una cosa sarebbe migliore, non importa. Lasciamo il migliore e teniamoci semplicemente al buono. Non si faccia alcuna interpretazione, alcuna violenza alle regole; non si lascino perdere certe pratiche di pietà per stabilirne delle nuove. VI,721.
- Si lasci a tutti la massima libertà nella pratica di devozione. VII,677.
- Andare a casa nelle vacanze, o per visita in occasione di feste chiassose, è lo stesso che dire; vado per raffreddarmi nelle cose di pietà. IX,705.
- Le pratiche di pietà proprie della congregazione sono il fondamento dell’edificio della santificazione nostra. XII,23.
- L’obbedienza e specialmente nelle pratiche di pietà, è la chiave maestra dell’edifisio della nostra congregazione, è quella che la sosterrà. XII,82.
- Le pratiche di pietà sono come il cibo, il sostegno, il balsamo alla stessa virtù. XII,62.
- (nelle vacanze) affinché il sollievo del corpo non abbia ad essere di nocumento all’anima, si facciano sempre le nostre solite pratiche di pietà, in comune nelle ore più adattate. XII,368.
- Tra le regole specialmente si osservino le pratiche di pietà e tra queste, come ricordo speciale, l’esercizio del la buona morte. XII,471.
- Abbiamo assolutamente bisogno di non dare nell’occhio (per il numero delle pratiche di pietà). XIII,283.
- Quanto alle pratiche di pietà si cerca di non opprimere i giovani, anzi di non stancarli mai, si fa che siano come l’aria... che interamente c’investe dentro e fuori. XIII,889
- (sogno) Quanta svogliatezza in questa ricreazione! E di qui proviene la freddezza in tanti nell’accostarsi ai santi Sacramenti, la trascuratezza delle pratiche di pietà in Chiesa ed altrove. XVII,109.
- Le pratiche di pietà sono come tanti fili per tirare a noi le grazie del Signore. XIII,407.
- É vero che queste cose (pratiche di pietà) sono prescritte dalla regola, ma se non si procura di eccitarsi ad osservarle per un motivo soprannaturale, le nostre regole cadono in dimenticanza. XVII,894.
- Nelle pratiche religiose teniamoci alle cose facili, ma si facciano con perseveranza. VI,9.
- Il contegno decoroso nei sacri riti reca grandissima edificazione ai fedeli, e poi la santità della cosa richiede così. XII,55.
- Rigagnoli per cui le grazie e le benedizioni scorrono e si fanno via al cuore dei giovanetti (sono) i sacramenti, tridui, novene, esercizi spirituali, funzioni e solennità di Chiesa. XIII,247.
- Ogni Direttore ritenga le usanze della casa madre, ne serbi memoria e le mantenga in vigore nella casa a lui affidata. XIII,247.
- Dobbiamo cercare d’imprimere la religione nel cuore di tutti e d’imprimerla più profondamente che si possa; ma con il meno di esteriorità che sia possibile. E sebbene nelle cose necessarie a farsi, non bisogna guardar in faccia a nessuno, tuttavia nelle non necessarie conviene evitare qualunque manifestazione che ci metta troppo in vista per quel che siamo. XIII,284.
- Una pratica approvata dalla chiesa (portar medaglia) non è mai superstizione. XVII,178.
- Fate ogni sforzo possibile per non perdere la predica nei giorni festivi. III,608.
- Non partite dalla predica senza portare con voi qualche massima da praticare durante le vostre occupazioni. IV,747.
- Nessuna predica è più edificante del buon esempio. IV,753.
- (ai missionari) Ogni mattino raccomandate a Dio le occupazioni della giornata nominatamente le prediche. XI,390.
- Ho fatto ferma risoluzione di voler per l’avvenire preparare i miei discorsi per la maggior gloria di Dio e non per comparire dotto e letterato. II,21.
- Mi avvidi che, per piacere e far del bene al popolo non ci vogliono cose sublimi o straordinarie e rare, ma che il popolo ha bisogno di capire, vuole capire ciò che il predicatore dice. Se capisce è contento; se non capisce tutto, si annoia. II,229.
- Bisogna che tutto ciò che si dice sia alla portata della sua intelligenza (del popolo), ma che nulla si esponga che presenti difficoltà od oscurità. II,229.
- Se vuoi piacere e far del bene, predicando ai fanciulli bisogna portare esempi, parabole, similitudini; ma ciò che importa di più si è che le narrazioni vengano bene sviluppate e molto particolareggiate: scendere alle piccole circostanze. II,340.
- La predicazione che produce migliori effetti è quella che fu meglio preparata e studiata. III,61.
- Il mio studio nel predicare e nello scrivere fu sempre ed unicamente rivolto a farmi intendere da tutti, sia nella esposizione come nell’uso dei vocaboli più semplici e conosciuti. IV,649-50.
- Alcuni chierici gli domandarono a quali norme dovessero, attenersi per riuscire veri oratori sacri. Egli rispose: molta conversazione col Signore, studio e vera meditazione, frequenza di buone edotte compagnie. V,926.
- (sogno) Quando si dicono due parole in pulpito, una, sia intorno al far bene le confessioni. VI,903.
- Il maggior ornamento si è una grande chiarezza nelle parole, nei pensieri, negli argomenti. IX,24.
- L’oratore sacro attinga la sua eloquenza non dalla sapienza del mondo, ma parli secondo lo spirito di Dio. IX,24.
- Le invettive non ottengono le conversioni; l’amor proprio si ribella. IX,24.
- Il dogma va predicato. Esso è la sostanza della nostra Religione, quindi è necessario che i fedeli ne siano istruiti e lo conoscano: esso ha relazione intima colla morale. Il dogma va predicato: 1) perché esso è la parte più nobile e vitale della religione; 2) il dogma è il segno, il carattere con cui il fedele si distingue dall’infedele; .3) il dogma è germe delle virtù soprannaturali; 4) il dogma è la materia della nostra fede: perché “fides est sperandarum substantia rerum”, dice san Paolo, “non apparentium”; e deve essere noto ai fedeli, affinché possa essere esercitata la loro fede. 5) il dogma dimostra la relazione che passa tra le verità naturali e le soprannaturali. Supera la forza della ragione, ma non è mai contrario a questa. Vi è tal nesso tra le verità dogmatiche, che negata una logicamente si dovrebbero negare tutte. 6) Il dogma va predicato, perché nutrisce l’umiltà che è il fondamento della vita morale. É la sottomissione dell’intelligenza a Dio rivelatore e alla Chiesa docente. IX,733-4.
- Per quanto è possibile si scrivano le prediche; così riusciranno più proficue agli uditori ed anche di maggior utilità per il predicatore medesimo. XIII,257.
- La predicazione sia cosa semplice. Si. dia la definizione della cosa, di cui si vuol trattare; dalla definizione si trae la divisione e se ne spiegano le parti. XIII,292. (Norme di predicazione p. X.III,293).
- Nelle vostre prediche abbiate di mira di parlare sovente della morte. Oggigiorno non si fa alcuna stima della vita. Predicate adunque e ricordate a tutti che noi non siamo padroni della nostra vita. Dio solo ne è il padrone. XVII,178.
- (sogno) I giovani che il demonio voleva portar via con sé, sono particolarmente quelli che si confessano male, che fanno sacrilegi nella confessione. Ricordati bene: quando predichi soprattutto alla gioventù insisti molto sulla necessità di fare buone confessioni e in specie sulla necessità della contrizione. XVII,449.
- Se pregate, da due grani che voi seminate ne nasceranno quattro spighe. I,197.
- La preghiera fatta per la salvezza è infallibilmente impetratoria. É di fede che otterrà ciò che dimanda. II,156.
- La preghiera è la sola potenza sulla quale dobbiamo fare assegnamento. III,110.
- Chi prega è come colui che va dal re. III,246.
- La preghiera, ecco la prima cosa: e colla preghiera il lavoro; chi non lavora non ha diritto di mangiare. III,354.
- Raccomandava sovente che recitassero le preghiere con divozione, che pronunciassero distintamente le parole, badando anche al senso delle medesime. III,587.
- Don Bosco, pregando aveva dell’angelo. III,589.
- Diceva che il Signore esaudisce in modo speciale le preghiere fatte bene in tempo dell’elevazione dell’ostia santa. IV,454.
- É meglio non pregare che pregare malamente. IV,747.
- I ragazzi son così fatti, che se non pregano ad alta voce cogli altri, lasciati a sé non direbbero più le preghiere nè vocalmente nè mentalmente, e le stesse parole che dicono anche solo materialmente servono a tener lontano da loro il demonio. VI,173.
- Voleva che ognuno dei chierici o preti andasse a recitare le orazioni coi giovani, o si ritirasse in chiesa od in camera, perchè il fare diversamente lo giudicava scandalo da evitarsi a qualunque costo.
- Esigeva ti silenzio perfetto, dalla sera dopo le orazioni fino al mattino seguente dopo la santa messa. questo silenzio riputavalo di somma necessità perché gli animi non divagati potessero conseguire tutto il frutto della preghiera. VI,173.
- Quando pregate, pensate a quel che fate. Pregando, parlate con Dio: parlare vuol dire pronunziare bene le parole in modo da essere intesi; quindi pregando, recitate adagio le preghiere e collo stesso tono di voce, col quale parlereste ad un amico a Voi caro. VIII,10.
- Studio, lavoro e preghiera: ecco ciò che li manterrà buoni. IX,160.
- Guai a chi trascura la preghiera. Chi non prega si danna. IX,180.
- Chi non mortifica il corpo non è nemmeno capace di fare buone preghiere. IX,352
- Colle piccole mortificazioni si avrà il fervore nella preghiere. IX,355,998.
- Le nostre preghiere non saranno mai senza frutto. IX,408.
- Il santo padre (Pio IX) mi diceva eziandio: io stimo che sia in condizione migliore una casa religiosa dove si prega poco, ma si lavora molto, di un’altra nella quale si facciano molte preghiere e si lavori niente o poco. IX,566.
- Per preghiera s’intende tutto ciò che solleva i nostri affetti a Dio. IX,708.
- Bisogna pregare se si vuole ottenere. IX,708.
- Le preghiere che si dicono in comune al mattino e alla sera; devono servire ad impetrare da Dio tutto ciò che ci abbisogna. IX,708.
- Le preghiere devono essere manifestazione di fede che inviti gli astanti a lodare Iddio. IX,708.
- Si facciano bene le genuflessioni e i segni di croce per eccitamento alla preghiera. IX,709.
- Il demonio si adopera sempre per impedire la preghiera. IX,997.
- Orazione vocale senza che intervenga la mentale, è come corpo senza anima. IX,997.
- Prega, prega bene e certamente ti salverai. X,9.
- Finché i Salesiani e le Figlie di Maria A. si consacreranno alla preghiera e al lavoro, praticheranno la temperanza e coltiveranno lo spirito di povertà le due Congregazioni faranno del gran bene. X,651.
- É la preghiera causa di tutte le felicità anche temporali. XI,243.
- Il vero frutto delle nostre preghiere è la perseveranza per la via del paradiso. XI,609.
- Dopo le orazioni si vada subito a letto. XII,17,27.
- Per conservare la castità bisogna lavorare e pregare. Sì, preghiera e mortificazione. XII,470.
- La preghiera fa violenza al cuore di Dio. XII,626.
- La preghiera otterrà quanto non potremo ottenere coi nostri sforzi. XLII,273.
- La preghiera deve farsi con istanza, con perseveranza, con fede, con intenzione proprio di essere esauditi. XIII,410.
- Chi prega vince sicuramente ogni tentazione per forte e gagliarda che sia: chi non prega è in prossimo pericolo di cadere. XIII,803.
- La preghiera supera tutto? XIII,877.
- Dopo le preghiere della sera ognuno vada a riposo. XIII,876.
- La preghiera del povero sale sempre gradita al trono dell’Eterno. XIV,485.
- Oggi oltre al pregare, che non deve mancare mai, bisogna operare, intensamente operare; se no, si corre alla rovina. XIV,541.
- La preghiera è una potente cooperazione. XIV,791.
- Con la preghiera noi diamo gloria a Dio. XV,89.
- La preghiera ottiene tutto quello che ci fa mestieri. XV,465
- Se il danaro fa; molto, la preghiera ottiene tutto e trionfa di tutto. XV,492.
- Fede e preghiera, ecco le nostre armi e il nostro appoggio. XV,805.
- (per far elemosina) se assolutamente non possediamo nulla, vi è l’opera delle opere: la preghiera. Ecco una elemosina che non tutti fanno. XVII,69.
- Ho sempre esperimentato efficaci le preghiere le comunioni dei nostri giovani. XVII,261.
- Il demonio ha più paura di una casa di lavoro, che di una casa di preghiera. XVII,661.
- (sogno) Con la preghiera incessante e con la frequente comunione si potrà rimediare a tanto male (si potrà evitare l’inferno). XVIII,285.
- É con la preghiera e col sacrificio che si prepara l’azione. (Pio XI). XIX,220.
- Io non esigo ai più di quanto si, fa da ogni buon cristiano, ma procuro che queste preghiere siano fatte bene. Sm. 442, n.305.
- Dio ti vede. I,44; IV,683; VI,416.
- (ricordo di Pio IX ai giovani per mezzo di don BOSCO): “La presenza di Dio! Dite ai vostri giovani in mio nome che si regolino sempre con questo pensiero. V,908.
- Per stare continuamente alla presenza di Dio possiamo fare così: rinnovare l’intenzione di far tutto alla maggior gloria di Dio ogni volta che si cambia occupazione. XIII,117.
- Se il Signore vede ogni atto che facciamo non ci vede solamente per punirci. XIII,428.
- Questo pensiero (della presenza di Dio) ci deve accompagnare in ogni tempo, in ogni luogo, in ogni azione. XIII,427.9.
- Rinnoviamo con frequenza questo pensiero nella nostra mente e fuggirà da noi la voglia di peccare. XIII,804.
- Ognuno eseguisca i doveri del suo ufficio alla presenza di Dio. XVII,187.
- Al pensier di Dio presente - FÀ che il labbro, il cuor, la mente di virtù seguan la via - O vergine Maria. XVIII,864.
- Era tanto compreso della presenza di Dio in ogni luogo, che quando ci esortava si serviva con frequenza di queste espressioni: come potete far questo male, pensando che Dio vi vede? Sm. 425; n. 251.
- Gli spettacoli dei preti sono le funzioni di chiesa. (don Cafasso). I,186.
- Amo meglio di avere per figlio un povero contadino, che un prete che non fa il suo dovere. (mamma Margherita). I,373.
- Io non mi sono fatto prete per curare la mia sanità. II,459
- I preti devono lavorare. II,464.
- Il prete per fare molto bene bisogna che unisca alla carità grande franchezza. III,49.
- Un prete è sempre prete, e tale deve manifestarsi in ogni sua parola. Ora esser prete vuol dire aver, per obbligo, continuamente di mira il grande interesse delle anime; il grande interesse di Dio. III,74-5.
- Don Bosco gli fece ancora osservare che il farsi prete voleva dire rinunziare ai piaceri terreni, rinunciare alle ricchezze, agli onori del mondo, non aver di mira cariche luminose, essere pronto, a sostenere qualunque disprezzo da parte dei maligni, e disposto a tutto fare, a tutto soffrire per promuovere la gloria di Dio, guadagnargli anime e per primo salvare la propria. V,705.
- Voleva che ognuno dei chierici o preti andasse a recitare le orazioni coi giovani, o si ritirasse in chiesa o in camera, perché il fare diversamente lo giudicava scandalo da evitarsi a qualunque costo. VI,173.
- Ogni parola del prete deve essere sale di vita eterna e ciò in ogni luogo e con qualsivoglia persona. VI,381.
- Il prete cattolico non ha altra politica che quella del santo Vangelo e non teme conseguenze di sorta. VI,679.
- Il riposo del prete è il Paradiso. X,367.
- Il vero prete è solo colui il quale si può applicare il detto: “Beati mortui qui in Domino moriuntur. Il prete deve morire al mondo a tutti i divertimenti, seguire Gesù C. sulla via dei travagli e delle tribolazioni. X,1035.
- Oltre il vitto, i guadagni del prete vogliono essere le anime e nulla di più. XI,240.
- I beni dei preti sono patrimonio dei poveri. XI,240.
- Dal momento che tu ti fai prete, divengono tuoi parenti tutti coloro che hanno un’anima da salvare, e ti devi pensare a loro e non ad altro. XI,240.
- Anche i ladri stimano i buoni preti. XI,442.
- Se uno non è moralmente certo, mediante la grazia del Signore, di poter conservare la castità, costui per carità non cerchi di farsi né prete né religioso. XI,574.
- Coloro: i quali non si mantengono sulla retta via durante le vacanze non vi si manterranno poi da preti in mezzo al mondo. XII,256.
- Il prete che vuole avere il confessionale stipato di penitenti abbia molta cura degli ammalati. XII,251.
- Se tra giovane riesce buon prete, non dobbiamo essere paghi dei nostri sacrifici? XII,373.
- Per essere prete nel secolo si richiede maggior virtù. XII,277.
- Prete vuol dire ministro di Dio e non negoziante. Il prete è uno che, deve cercare la salvezza di molte anime e non, già fare andar bene i suoi affari temporali. XII,449.
- Quello che io voglio e su cui insisto ed insisterò sempre finché avrò fiato e voce; si è che colui il quale si fa prete sia santo prete. XII,629.
- Il prete o muore per il lavoro o muore per il vizio. XIII,86.
- Il prete non deve tendere ad altro che alla salute delle anime. XIII,808.
- Chi non si sentisse di conservare la virtù della castità non è fatto per sacerdozio...da prete non farebbe che del male a sé e agli altri. XIII,808.
- Un prete o in Paradiso o nell’inferno non va mai solo, vanno sempre con lui in gran numero anime o salvate col suo santo ministero e col suo buon esempio o perdute con la sua negligenza nell’adempimento dei proprii doveri e col suo mal esempio. XVI,54.172; XVII,220.
- Il prete deve vivere una vita ardentemente interiore per poter Illuminare intorno a se gli altri. XVI,172.
- Nulla vi è di più penoso per un prete che aver da fare con una coscienza imbrogliata. XVI,222.
- Lavoro, lavoro, lavoro! Ecco quale dev’essere l’obiettivo e la gloria dei preti. Non stancarsi mai di lavorare. XVII,383.
- (sogno) Che cosa debbono rare specialmente i preti per ottenere che la loro vocazione rechi frutto? Ognuno sia esempio di santità nella propria famiglia e nella propria parrocchia. Sia anzitutto modello in casa e poi sarà il primo fuori. XVII,384.
- Nel 1862 furono emessi i voti; tra i quali c’era io stesso (don Francesi). Ricordo che allora disse queste parole: che noi dovevamo considerarci come soldati della Chiesa è del Papa. SM.289 n.280.
- Le difficoltà debbono piuttosto essere quando uno si ascrive, che quando si fa professione religiosa. XII,387
- Chi fa i voti (religiosi) mette di nuovo l’anima sua nello stato d’innocenza, come se ricevesse il battesimo e acquistasse davanti al Signore il merito di chi dà il sangue per la fede: resta come un martire santo del Signore. XII,448.
- Oh! quanto è bello e consolante consacrarsi a Dio con voto! XII,449.
- Sapete che vuol dire fare, i santi voti? Vuoi dire essersi posti nelle prime file delle milizie del Divin Salvatore, per combattere in ogni modo sotto i suoi stipendi. XII,451.2.
- Non basta fare i voti, ma bisogna sforzarsi di fare quanto a Dio con voto si promise. XII,452.
- Essendoci in modo speciale consacrati a Dio, dobbiamo a Lui tutta la nostra vita, tutte le nostre, opere, tutto noi stessi. XII,454.
- Le professioni religiose sono le offerte più grate che si possono fare a Dio ed alla sua santissima Madre. XIII,229.
- Meglio è ammettere solamente ai perpetui coloro che vadano forniti delle virtù e condizioni necessarie: gli altri si escludano. XIV,46.
- Nell’accettare ai voti: vegliare se avvi garanzia sulla castità. XIV,124.
- Pensare ad altra vocazione dopo fatta la professione vale cedere alla tentazione. XV,642.
- Nella professione religiosa noi ci consacriamo ai Signore non facciamo altro che offrire a Dio quello che egli stesso ci ha, per così dire imprestato, ma che é di sua assoluta proprietà. XVII,16.
- Se uno non è preparato a fare i voti al tempo degli altri, si licenzi definitivamente. XVII,63.
- Ciò che si dà al Signore non si tolga più. XVII,215.
- Vegliate è fate che né l’amor del mondo, né l’affetto ai parenti, né il desiderio di una vita più agiata ci muovano al grande sproposito di profanare i sacri voti e così tradire la professione religiosa con cui ci siamo consacrati al Signore. Niuno riprenda quello che abbiamo dato a Dio. XVII,258
- Ciò che cagiona maggior male al demonio, ciò che temo di più si è l’osservanza dei proponimenti che si fanno in confessione. X,43.
- (1873). In tutto il mese di maggio ho sempre domandato al Signore ed alla Madonna, la grazia che mi facesse un po’ conoscere che cosa mai fosse che manda più gente all’inferno. Quasi tutte le notte sognava che questa era la mancanza ai fermo preposito nelle confessioni. X,56.
- Dall’inefficacia dei preponimenti fatti nella confessione viene che tanti vanno a confessarsi anche sovente, ma non si emendano mai, confessano sempre le stesse colpe. X,56.
- Le cose che ordinariamente mancano nelle confessioni dei fanciulli sono il dolore dei peccati ed il proponimento. II,153.
- Il tempo che impiegheresti ad andarti a confessare la seconda e la terza volta in una stessa settimana impiegalo a fare un proponimento un po’ fermo e vedrai che questo sarà più efficace, che l’andarti a confessare più con frequenza, come vuoi fare, ma sempre con poco dolore e con poco proponimento. XII,31.
- Ciò che manca radicalmente in tanti giovanetti che si confessano è la stabilità nei propositi. XVII,113.
- Amare tutti per condurre tutti al Signore. II,525.
- Del prossimo pensa sempre secondo la carità e parlane come vorresti che si parlasse di te. III,614.
- Parla poco degli altri e meno di te. III,617.
- Sopporta volentieri i difetti altrui, se vuoi che gli altri sopportino i tuoi. III,617.
- Agli altri perdona tutto, a te nulla. III,617.
- Del prossimo o parlarne bene o tacere affatto. VI,1006; XIII,207.
- Se il prossimo ha dei difetti sappiate compatirlo. VIII,207
- Per san Giovanni Bosco il “Diligee Dominuni Deum tuum” e il ‘diliges proximum tuum’ si tradussero nella formula: lavorare per la gloria di Dio e per il bene delle anime. (Pio XI) XIX,289.
- Mentre esortava i chierici a non argomentarsi innanzi alle difficoltà degli studi e di altre miserie della vita, talvolta diceva loro: se sapeste quanti stenti ho sofferto per riuscire chierico! Ho sempre avuto biso- gno di tutto e di tutti per andare avanti. V,398.
- In mezzo alle prove più dure ci vuole una gran fede in Dio. VII,319.
- In tutte le nostre case avrete pane, lavoro e paradiso. Vi capiterà fors’anche, come agli ebrei nel deserto, d’incontrare acque amare, cioè disgusti, malattie, prove, difficili, tentazioni, ebbene ricorrerete al rimedio indicato da Mosè: mettete nelle acque amare il legno che ha la proprietà di addolcirle, voglio dire il legno della croce, ossia la memoria della Passione di Gesù e del suo Divino Sacrifizio, che si rinnova quotidianamente sui nostri altari. XII,600.
- Le prove ci ammaestrano sul modo di dividere e separar l’oro della scoria. XIII,871.
- In mezzo alle feste di questo mondo dobbiamo sempre mischiare le lagrime. XIII,872. Dopo la tempesta verrà sereno. XIII,879.
- Fede e preghiere, ecco le nostro armi e il nostro appoggio. XIII,805.
- Le spine che ci pungono nel tempo saranno fiori per l’eternità. XI,840.
- Egli soleva dire: Niente ti turbi - tutto passa - andando per la strada s’aggiustano le somme. Sm. 358, n.3.
- La provvidenza divina s’incaricherà di prendere a suo tempo la difesa degli innocenti. II,536.
- Colui che prepara il nido agli uccelli é il ricovero alle fiere nelle caverne dei boschi, non ci dimenticherà. II,341.
- I mezzi materiali sono nelle mani di Dio, il quale è solito fare molto con poco, anzi ha tratto il tutto dal nulla e talvolta si serve di spregevoli strumenti per compiere i suoi sublimi disegni. II,402.
- Facciamo noi quello che possiamo e il Padre delle misericordie aggiungerà ciò che manca. II,534.
- Dio non abbandona nessuno; chi ricorro a lui coll’anima manda dal peccato e colla preghiera ben fatta, ottiene quanto gli abbisogna. V,160.
- Contentiamoci di poco, lasciamo il bello ed il comodo, e saremo più ben visti ed aiutati della Divina Provvidenza. IV,473.
- Il signore Iddio essendo padrone bisogna lasciarlo comandare, perché ciò che fa è sempre meglio di quanto possiamo desiderare noi. V,518.
- Finché ci manterremo poveri, la Provvidenza non ci verrà meno. V,671.
- Se faremo risparmio anche del centesimo, quando lo spenderlo non è necessario od utile, la divina provvidenza ci sarà sempre larga di sue beneficenze. V,67l.
- Mettiamoci nelle mani di Dio con piena fiducia, preghiamo, e tutto andrà bene. V,850.
- Chi è povero pensa a Dio e ricorra a Lui e vi assicuro che Dio provvede sempre il necessario, il poco e il molto. VI,329.
- Io tengo questa base in tutte le mie imprese. Cerco prima ben bene che quella tale opera ridondi a maggior gloria di Dio ed a vantaggio delle anime; se così è, vo avanti sicuro, che il Signore non lascia mancare la sua assistenza. VI,586.
- Io ho sempre esperimentato che (nelle difficoltà o persecuzioni) quanto più mancano gli appoggi umani, tanto più Dio vi nette del suo. VII,319.
- Bisogna abbandonarsi nelle mani della divina Provvidenza che non verrà mai meno. IX,703.
- Il Signore al manderà anche quello che ci abbisogna per il temporale in abbondanza, purché si faccia
sempre servir tutto a sua maggior gloria. IX,767.
- Se noi cominceremo a tesoreggiare la Provvidenza ci volterà le spalle. X,99.
- I7. Nelle opere di Dio bisogna solamente riflettere se siano necessarie o no. Se non sono necessarie non conviene immischiarsene; ma se esse sono necessarie bisogna intraprenderle senza timore di sorta. I mezzi materiali sono un soprappiù che Dio ha promesso, ed Egli mantiene la sua promessa. X,1339.
- Io confido illimitatamente nella divina Provvidenza; ma anche la Provvidenza vuoi essere aiutata da immensi sforzi nostri. XI,55.
- La divina Provvidenza ci mancherebbe quando noi ce ne rendessimo indegni . XII,79.
- Finché io vedrò ciò che ora vedo, che si fanno sacrifizi da ogni parte e disinteressato, statene certi, la provvidenza non ci mancherà mai. XII,79.
- Quando s’affievolisce lo spirito di povertà, allora ci mancherebbe la provvidenza. XII,79.
- Tuttavia, mentre noi ci appoggiamo ciecamente sulla divina Provvidenza, raccomando a tutto potere l’economia. XII,79.
- Non si deve aspettare l’aiuto della divina provvidenza stando noi neghittosi. Essa si muoverà, quando avrà visti i nostri sforzi generosi per amor suo. XII,79.
- Che cosa potremo fare noi per corrispondere a tanta bentà della divina provvidenza? Adoprarci a praticare ogni modo la Regola ed eseguire bene. XII,80.
- Dio fa le sue opere con magnificenza. XII,117.
- Dio vuole quest’opera e non possiamo rifiutarci senza ledere i suoi diritti e santi voleri e se noi coopereremo siamo certi del buon esito. XII,120.
- Se noi pensiamo alle vocazioni la divina provvidenza penserà a noi. XII,283.
- Io non temo che ci manchi la provvidenza per le gran di opere, nelle quali ci slanciamo per l’utilità spirituale del prossimo, la provvidenza ci mancherà in quel giorno, in cui si sciuperanno danari in cose superflue o non necessarie. XII,376.
- La provvidenza divina qual madre pietosa veglia su tutte le cose. XIII,108.
- Dio è infinitamente ricco e di generosità infinita. XIII,109.
- Oh! bisogna pur dirlo che le vie del Signore sono segrete, e quando giunge il tempo prestabilito egli manifesta la sua volontà. XIII,229.
- Il Signore ai grandi bisogni manda grandi aiuti. XIII,626.
- É un chiudere la via alla divina Provvidenza il voler mettere in serbo danaro per i bisogni futuri. XIV,113-4.
- Se vuoi che la divina Provvidenza prenda cura diretta di noi, si soddisfino tutti quelli che si possono soddisfare, e ciò che accadrà in seguito, lasciamolo nelle mani del Signore. XIV,114.
- Non mi è possibile trovare un economo che interamente mi secondi, che sappia cioè confidare in modo illimitato nella divina Provvidenza e non cerchi di ammassare qualche cosa per provvedere al futuro. Quando in queste cose entra l’uomo, Dio si ritira. IIV,114.
- La divina Provvidenza non viene mai meno nelle necessità. IIV,367.
- L’assistenza anche miracolosa (di Dio) non manca mai quand’è necessaria. XV,502.
- Divento assai ricco quando considero la provvidenza divina che ogni giorno e possiamo dire ogni momento, ci viene in aiuto. XVI,22.
- Quanto più tu dai alla casa e non conservi nulla per noi, tanto più ne arriva. XVI,32.
- Ciò, che vien chiamato previdenza, é cagionato da mancanza di fiducia nella divina provvidenza. XVII,70.
- Voi mi domandate ciò che occorre tare per impegnare la divina provvidenza a venirvi in aiuto. Dio stesso ce l’ha detto: Date e vi sarà dato, e la fede senza le buone opere è una cosa morta in se stessa. XVII,893.
- Non tacciano peccati, e poi quel Dio che provvede agli uccelli dell’aria provvederà pure a noi. Sm. 470, n.61.
- In tutte le sue cose di molta o poca importanza, mostrava sempre un grandissimo impegno, stava attento a quel che diceva, né mai parlava senza aver prima ben riflettuto; presa una giusta risoluzione, nessuno più poteva smuoverlo dai suoi propositi. I,225.
- Studente, siccome non conoscevo alcuno, stavo attento a fuggire le occasioni; mi son fatta per allora una legge di non famigliarizzare con alcuno. I,258.
- Ciò che non giova per domani, mi do poca premura di cercarlo oggi. I,338.
- Non son mai da nominare certi personaggi né faro appello alla loro autorità; altrimenti si accende negli uditori il desiderio di leggere i loro libri, e certamente non ne riceveranno vantaggio. III,528.
- Non dir sempre quello che sai, ma fa di saper bene quel che dici. III,614.
- Non essere di alcun partito per virtù, e non mostrarti partigiano per prudenza. III,614.
- Parla poco degli altri e meno di te. III,617.
- Non tener per amico chi soverchiamente ti loda. III,617.
- Dimentica i servizi prestati e non i ricevuti. III,617.
- La salvaguardia più sicura contro l’ira è il tardare a sfugarla. III,617.
- Operate oggi in modo che non abbiate ad arrossire domani. IV,439.
- Non mandate al domani il bene che potete fare oggi, perché forse domani non avrete più tempo. IV,439.
- Facciamo in guisa di star bene in questo mondo e nell’altro. IV,439.
- Volete che il vostro compagno vi stimi? pensate sempre bene di tutti, siate pronti ad aiutare il vostro prossimo e sarete contenti. IV,439.
- Esortava i giovani a regolare ogni azione in modo da allontanare ogni minimo sospetto sulla loro condotta. V,163.
- Non è giusto che mangi il pane del povero chi tale non é. V,191.754.
- Colui il quale non è vigilante corre pericolo di non salvarsi, perché o gli manca il tempo, o la volontà, o la grazia. V,420.
- In cose gravi desidero pensare e meditarci sopra un poco. V,436.
- Non c’è vantaggio materiale che compensi un solo danno morale. V,556.
- In ogni cosa la volontà di Dio è sempre per nostro meglio. V,802.
- Teniamoci alle cose facili, ma si facciano con perseveranza. VI,9.
- Raccomandava che prima di parlare si pensasse due volte a ciò che si voleva dire. VI,213.
- Quanto fai, parli e pensi, procura che tutto sia in vantaggio dell’anima tua. VI,442.
- Non si introduca alcuna novità nella casa; ancorché si veda che una cosa sarebbe migliore, non importa; lasciamo il migliore e teniamoci semplicemente al buono. VI,721.
- Siate prudenti: ma non dimentichiamo che la nostra prudenza deve consistere nel mettere sempre in salvo la fede, la coscienza, l’anima nostra. VIII,32.
- Un uomo solo vale per uno. VII,413.
- Prendiamo lezione da tutto ciò che accade. VII,311.
- Ciò che mi può fare quest’oggi non rimandarlo a domani. VII,484.
- Per la pace della casa siate umili e tolleranti. VII,509.
- Pensaci alquanto prima di deliberare in cose d’importanza, e nei dubbi appigliati sempre a quelle cose che sembrano di maggior gloria di Dio. VII,524.
- Quando ti è fatto rapporto intorno a qualcheduno, procura di rischiarare bene il fatto prima di giudicare. Spesso ti saranno dette cose che sembrano travi o sono soltanto paglia. VII,524.
- Guardata di imparare quelle coso di cui non avrete a pentirvi quando sarete vecchi. VII,581.
- Agito come vedete agire tanti uomini serii e prudenti. VIII,37.
- Quando le cose vanno bene, non bisogna cangiarle facilmente sotto pretesto di migliorarlo. VIII,22.
- Per dirigere bene tre cose sono necessarie:
1) Operare tutto per la gloria di Dio e per la salute delle anime.
2) far vedere ai soggetti (principalmente in principio dell’anno) che il bene dell’anima loro è l’unico
nostro movente.
3) Studiare i naturali, e migliorarli; non urtar mai, secondarli sempre: edificare, non distruggere. Far
questo nella scuola, nel refettorio, nel correggere, nel premiare e sempre. VIII,445-6.
- Il superiore deve avere tre qualità speciali:
1) pronto a perdonare;
2) tardo a punire;
3) prontissimo a dimenticare. VIII,446.
- Guardate come fa l’ape. Così dobbiamo faro noi: scegliere ciò che può giovare. IX,356.
- Per evitare rivalità ed ostilità io debbo: tenere il metodo finora seguito: far senza dire. IX,391.
- Le piaghe di famiglia si devono medicare e non amputare. IX,736.
- Ricordatovi di non mettere mai i giovani in occasione di poter commettere una mancanza: esso il sistema preventivo di don Bosco. X,649.
- I superiori non si adombrino mai per cose di nulla. Siano calmi; temporeggino, aspettino, esaminino prima di dare importanza a questa o a quella cosa. X,1018.
- Non si palesino mai agli alunni disposizioni confidenziali prese dal superiori. X,1021.
- Nelle opere di Dio bisogna solamente riflettere se siano necessarie, o no. Se non sono necessarie non conviene immischiarsene; ma se esse sono necessarie bisogna intraprendere senza timore di sorta. I mezzi materiali sono un soprappiù che Dio ha promesso, ed egli mantiene la sua promossa. X,1339.
- Prima di intraprendere una cosa accertiamoci che é volontà ai Dio che le cose si facciano. XI,54.
- Non mai urtare di fronte agli avversari e se non si può lavorar qui, andare là. XI,83.
- Di regola generale bisogna che le cose si mantengano come sono. XI,161.
- Non si sopprima il bene per impedire il male. XI,203.
- Non si critichino i testi. Ci vuoi poco a metterli in discredito dinanzi ai giovani; perduta poi che questi non abbiano la stima non li studiano più. Si può aggiungere ciò che manca, dettandolo; ma critiche, no, mai. XI,218.
- Non si prendano risoluzioni senza essersi ben consigliati. XI,300.
- Non fate nulla senza l’avviso o contro il parere del superiore. XI,301.
- Usate carità e somma cortesia con tutti; ma fuggite le conversazioni e la famigliarità con le persone di altro sesso e di sospetta condotta. XI,389.
- Non fate visite se non per motivi di carità o di necessità. XI,389.
- Non accettate mai inviti di pranzo, se non per gravissime ragioni. In questi casi procurate di essere in due. XI,389.
- Rendete ossequio a tutte le autorità civili, religiose, municipali, governativo. XI,389.
- Incontrando persona autorevole per via, datevi premura di salutarla ossequiosamente. Fate lo stesso verso le persone ecclesiastiche o aggregate ad istituti religiosi. XI,389.
- Fuggite l’ozio e le questioni. Gran sobrietà nei cibi, nelle bevande, e nel riposo. XI,389.
- Amate, temete, rispettate gli altri ordini religiosi e parlatene sempre bene. É questo il mezzo di farvi stimare da tutti e promuovere il bene della congregazione. XI,389.
- Abbiatevi cura della sanità. Lavorate, ma solo quanto le proprie forze vi permettano. XI,390.
- Nelle relazioni, nelle cose contenziose, prima di giudicare si ascoltino ambe le parti. XI,390.
- Finché la piaga è recente, più presto è sanata. XI,457.
- Quando siete agitati non prendete nessuna deliberazione. XI,515.
- Sapienza e scienza, prevedere e provvedere. XII,53.
- Col fare a lungo quel che si vuole, i mali incancreniscono. XII,55.
- Finché si può, si evitino sempre gli urti e si vada avanti un poco alla volta. XII,585.
- A coloro che sono novizi in cose di religione e incapaci di fare un atto di virtù quando vengono un po’ offesi; bisogna rispondere sempre benignamente, anche se, si teme con fondamento che abbiano secondi fini o che vogliano infiammare. XII,241
- Nel tempi in cui siamo fa bisogno in noi di una modestia a tutta prova e di una grande castità. XII,224.
- Non mai prendere di fronte gli avversari. XII,255.
- Non ostinarti e lavorare dove non si può far nulla, ma portarsi invece deve si possano impiegare utilmente le forze. XII,255.
- Noi in questa (delle missioni) impresa facciamo come in tutte le altre. Tutta la confidenza sia riposta in Dio e speriamo tutto da Lui, ma nello stesso tempo spieghiamo tutta la nostra attività. XII,280.
- Credete pure che è una gran fortuna imparare sull’esperienza altrui. E imparare a proprie spese è una delle più gran di disgrazie. XII,365.
- Le innovazioni si debbono introdurre a poco a poco e quasi insensibilmente. XII,385.
- Regolarci sempre in maniera che in qualunque ora la morte venga, ci trovi sempre apparecchiati. XII,608
- Moltiplicando i vostri consiglieri moltiplicate i vostri fastidi. XII,705.
- Non operare mai cose, delle quali in avvenire possiamo pentirci, operare sempre cose che ci possano in avvenire tornare di utilità. XIII,41.
- Non c’è né età né santità passata che valga contro le insidie di questo nemico (amicizie particolari). Anzi quanto più l’età è avanzata, tanto più é raffinata la malizia. XIII,85.
- Le cose fanno gli uomini, non gli uomini le cose. XIII,93.
- Siamo in tempi, in cui bisogna operare. Il mondo è divenuto materiale, perciò bisogna lavorare e far conoscere il bene che si fa. Il mondo ha bisogno di vedere e toccare. XIII,126.
- Parlando della convenienza di dare alle opere buone la massima pubblicità, diceva: Questo è l’unico mezzo per farle conoscere e sostenerle. XIII,126.
- Si procuri da tutti di osservare bene la parte sua, e si veda anche il modo di far bene osservare agli altri la loro, e le cose procederanno senza inconvenienti. XIII,259.
- Il mondo è pieno di malizia e tutti siamo figli di Adamo. XIII,271.
- Avvenne che si discorresse di quei cotali, che, dimentichi della propria vocazione, se ne andavano per i tatti loro. Don Bosco raccomandò di usare sempre con essi tutti i riguardi possibili. La cosa i un po’ difficile, notò egli, perché costoro spesse volte, e si può dire sempre, hanno demeriti notevoli. Tuttavia è bene che dissimuliamo i loro falli, usando con essi la massima benevolenza. Così anch’essi serberanno rispetto alla congregazione e noi saremo sicuri che, passato un po’ li tempo, avremo in quel confratello un amico, un aiuto, uno insomma che, se non altro, parlerà bene di noi. E si creda pure che ne abbiamo bisogno: arreca sempre gran danno colui, il quale, anche ingiustamente e colpevolmente, sparli della no stra congregazione. Desidero piuttosto che si abbondi in gentilezze non meritate, anziché far loro sentire un aspramente i meritati rimproveri e licenziarli di mala grazia. XIII,282.
- Abbiamo assolutamente bisogno ai non dare nell’occhio (per le pratici che di pietà). XIII,283.
- Atteniamoci sempre alla legalità, si accondiscenda proprio sempre molto dove si può, pieghiamoci alle esigenze moderne, anche ai costumi e alle consuetudini dei vari luoghi, purché non si abbia da fare contro coscienza. XIXI,283.
- Piuttosto che metterci in lotta con le autorità prendiamoci pure il torto, dove abbiamo ragione: e condiscendiamo a tutti i regolamenti, decreti, programmi. In questo modo saremo benevisti, ci lasceranno operare (il che è più); e, nello stesso tempo non faremo nulla contro coscienza. XIII,283.
- Dobbiamo cercare d’imprimere, per quanto è possibile, la religione nel cuore di tutti e d’imprimerla più profondamente che si possa; ma con il meno di esteriorità che sia possibile. E sebbene nelle cose necessarie a farsi, non bisogna guardar in faccia a nessuno tuttavia nelle non necessarie conviene evitare qualunque manifestazione che ci metta troppo in vista per quel che siamo. XIII,284.
- Non si critichino mai libri altrui, non se ne sparli. Questo solo serve solo ad attirarci grandi odiosità. XIII,285.
- Anche verso chi criticasse noi, adoperiamoci benignamente, prendendo in questo per stemma il prezioso motto: Far bene e lasciar dire. Se si attacca briga, si perde anche quando nelle dispute si riesce vittoriosi. XIII,286.
- Salesiano: questa voce da noi dovrebbe usarsi molto pacamente. XIII,287.
- Scopo nostro si è di far conoscere che si può dare a Cesare quello che è di Cesare, senza compromettere mai nessuno; e questo non ci distoglie affatto dal dare a Dio quel che è di Dio. XIII,288.
- Noi cercheremo in tutte le cose la legalità. XIII,288.
- Piuttosto diminuire della metà i giovani in un collegio che permettere che le cose vadano male. XIII,398.
- Certe concessioni con l’andare del tempo diventano un diritto, che può produrre spiacevoli conseguenze. XIII,399.
- Quando in un collegio vi è del male morale, non bisogna menarne rumore. XIII,398.
- Procuriamo la prudenza, rimettiamoci in grazia di Dio... così saremmo sicuri del fatto nostro. XIII,439.
- Useremo la prudenza del serpente, mirando a salvare le anime, sostenendo inviolabilmente i buoni principii, ma risparmiando e rispettando le persone. XIII,618.
- Quando il male va in cancrena, difficilmente si guarisce. XIII,716.
- Il passato ci deve ammaestrare poi presente. Il demonio ha dei servitori dappertutto. XIII,800.
- Le cose nostre devono condursi allo scopo desiderato colla pazienza e colla carità. XIII,863.
- Le prove ci ammaestrano sul modo di dividere e separare l’oro dalla scoria. XIII,878.
- Se vuole fare molto, lavori poco, cioè non più di quanto le sue forze permettono. XIII,878.
- Sopportare i difetti altrui anche quando sono a nostro danno. XIII,880.
- Noi cerchiamo tutte le maniere per non urtare. XIII,882.
- Credimi, se vuoi che facciamo del bene e che ne facciamo sempre esponiamo la verità, raccontiamo i fatti, ma non entriamo in polemiche. XIII,883.
- Non guastiamo mai un posto per accomodarne un altro. XIII,888.
- Quando una cosa è necessaria la si faccia pure. XIII,893.
- É necessario che i giovani stano diretti da confessori che tutti abbiano lo stesso spirito. XIV,45.
- Si insista perché in ogni casa tutti facciano centro al Direttore. XIV,45.
- Di mediocri ve ne saranno sempre in qualunque congregazione religiosa e in qualunque comunità. Se per rigore immoderato si volesse tagliar fuori ogni mediocrità, temo che diverrebbero mediocri alcuni buoni, perché sembra essere nell’ordine della divina provvidenza che la perfezione non sia di questo mondo, almeno nei più. XIV,112-3.
- In affari d’importanza il dire che si va avanti alla buona è quanto dire che si va avanti male. XIV,114-5.
- Che vale rimpiangere tanto i mali? É meglio che ci adoperiamo con tutte le nostre forze od alleviarli. In poi questa gente che governa ha molto bisogno della nostra confessione: sono troppo seri i conti che aprono con Dio. XIV,116.
- L’uomo onesto, quando non è creduto, deve porsi in rigoroso silenzio. XIV,175.
- Lasciare che un collegio vada male per predicare e confessare altrove non è buon metodo. XIV,284.
- Fa in modo che niuno lavori troppo e non stia in ozio. XIV,293.
- Si ritenga bene che se vogliamo andare avanti bisogna che non si parli mai di politica né pro né contro; il nostro programma farà fare del bene ai poveri fanciulli. XIV,662.
- Regoliamoci bene e non curiamoci delle male lingue né delle cattive penne. XV,179.
- Domandato come facesse ad andare sempre avanti senza naufragare in tempi di lotte si accese e fra tanti partiti: con dare a ciascuno il suo, aveva risposto don Bosco, e schivare tutte le questioni e le pubblicità non necessarie. XV,315.
- Mi sembra questo il consiglio dateci dai tempi che attraversiamo: fare quello che si può e non prendere impegni per il futuro. XV,604.
- Non lusingarti mai d’averla di tutti la confidenza. XV,707.
- Trattandosi di disgrazia eterna, bisogna prendere la via più sicura per evitarla. XVI,152.
- Bisogna che cerchiamo di conoscere e di adattarci ai nostri tempi, rispettar cioè gli uomini, e quanti delle autorità, dove si può parlar bene, e se non si può; tacere. Se c’è qualche buona ragione, la si faccia valere in privato. E quello che si dice delle autorità civili si dica assai più dell’autorità ecclesiastiche Si cerchi di rispettarla e di farla rispettare; anche con sacrificio la si sostenga. Questi sacrifici saranno col tempo e con la pazienza ricompensati da Dio. XVI,416.
- É necessario che si esaminino bene i lavori da fare prima di mettere mano all’opera e bisogna che si vada tutti d’accordo per non moltiplicare le spese. XVI,421.
- Le malattie dell’anima domandano di essere trattate almeno come quelle del corpo. XVI,441.
- Uno dei più grandi errori è tenere in casa chi non è capace di ordinazioni o di voti. XVII,63.
- (i superiori) amino ciò che piace ai giovani e i giovani ameranno ciò che piace ai superiori. XVII,111.
- Solo in caso di immoralità i superiori siano inesorabili. É meglio correre pericolo di scacciare dalla casa un nocente, che ritenere uno che dia scandalo. XVII,112.
- Non si accettino mai in prova coloro, che prima non hanno fatto buona riuscita. XVII,187.
- Se uno studente che non ha vocazione, si mette fra gli artigiani, ne fa strage a dritta ed a sinistra, perché costoro sono individui della peggiore specie. XVII,193.
- Le prime impressioni che ricevono le menti vergini e i teneri cuori dei giovanetti durano tutto il tempo della loro vita; e i libri oggi giorno sono una delle cause principali di queste. XVII,197.
- Io credo necessario conquistare il cuore. Coi giovani persuadendoli colla dolcezza (alla consegna dei libri). Non si usi rigore se non nel caso che un giovane fosse di rovina agli altri. XVII,198.
- Scoprendo un libro proibito dalla chiesa o immorale si con segni subito alle fiamme. Si sono visti libri tolti ai vani o conservati riuscire di rovina a preti ed a chierici. XVII,199.
- Oltre i libri cattivi è necessario tener d’occhio certi altri libri, i quali, benché buoni o indifferenti, in sé, pure posson riuscire di pericolo, perché non convenienti all’età, al luogo, agli studi, alle inclinazioni, alle passioni nascenti, alla vocazione; questi pure si debbono eliminare. XVII,199.
- Siamo uomini e bisogna fare le cose umanamente. XVII,201.
- (negli affari) si dimentichino le persone, acciocché le cose procedano a maggior gloria dì Dio. É questione di cose e non di persone. XVII,202.
- Raccomandava che nelle decisioni sì avesse in mira dì lasciare il corpo in terra e fissare lo spirito in cielo. XVII,217.
- Gli avvisi, i rimproveri, le allusioni fatte palesemente offendono e non ottengono l’emendazione. XVII,265.
- Cogli esterni bisogna tollerare molto, e sopportare anche del danno piuttosto che venire a questioni. XVII,268.
- Pel bene di ogni socio e della nostra Congregazione niuno si mischi per danaro, per impieghi o per raccomandazioni che abbiano relazioni coi parenti o cogli amici. XVII,269.
- Qualora vi si presenti una difficoltà da parte dì qualche autorità spirituale o temporale, procurate di fare in modo da potervi presentare per dare ragione di quanto avete operato; la spiegazione personale - delle idee che nella mente di taluni possono formarsi - delle nostre intenzioni buone diminuisce e spesso, fa scomparire le sinistre idee che nella mente di taluni possano formarsi. XVII,271.
- La medesima regola (delle spiegazioni personali) seguano i direttori di case coi loro inferiori. Parlatevi, spiegatevi e facilmente vi intenderete senza venire a rompere la carità cristiana contro gli interessi della stessa nostra Congregazione. XVII,271.
- Procurate che niuno abbia a dire: questa suppellettile, non da segno di povertà, questa mensa, quest’abito, questa camera non è da povero. Chi porge motivi ragionevoli di fare tali discorsi, egli cagiona un disastro alla nostra congregazione, che deve sempre gloriarsi del voto di povertà. XVII,271.
- Non aprire molte case le une vicine alle altre. XVII,309.
- Va molto cauto nel prendere deliberazioni relative alle autorità civili. XVII,309.
- Per rispondere a questi giornali non dobbiamo produrre prove; basta una semplice smentita. Se si portano prove, si dà ansa ai loro articoli e materia per nuovi insulti. Si protesti invece e si dica, che, se vogliono sapere le cose come stanno, cerchino prima essi stessi le prove. XVII,338.
- Non si accettino mai in prova quelli che prima non han fatto buona riuscita. XVII,367.
- Di regola ordinaria non si deve mai transigere con la moralità. Qualora la moralità sia dubbia, è meglio non accettare che introdurre in casa un individuo dubbiamente immorale. XVII,367.
- Andiamo adagio e con ponderazione nel prendere le determinazioni. XVII,370.
- (per il rendiconto) non stare materialmente alla parola mensile, ma procedi con quella libertà di chi cerca il bene e procura di ottenerlo. XVII,375.
- La negligenza (nei rendiconti) fa scadere lo spirito della Congregazione. XVII,376.
- Fare in modo che niuna persona di altro sesso per nessun motivo abbia occupazioni ed ambiazione nelle nostre case. Si vegli severamente su questo argomento. XVII,376.
- Il pensiero dell’eternità è un pensiero che non dobbiamo mai perdere dì vista. XVXI,434.
- Non si incomincia bene se non dal cielo. XVII,562.
- Ricordati che non basta sapere le cose, ma bisogna praticarle. XVII,630.
- Procura di vedere gli affari tuoi cogli occhi tuoi. XVII,630.
- Nelle accettazioni stiamo bene attenti a non lasciarci ingannare da benevolenze o malevolenze; non dia norma per accettare o rifiutare qualcheduno l’inclinazione personale del votante. Il bene generale sia sempre preferito al bene particolare. Non seguire idee preconcette, non antigenii. Il nostro bene particolare non deve entrare nel bene generale. XVII,660.
- Prima di ogni altra cosa nell’andamento degli uffici e degli interessi, si guardi alla salute dell’anima dei chierici. XVII,664.
- (sogno) La scienza del cielo non vuol essere con le terrene cose mescolata. XVIII,74.
- Sulle visite degli ispettori e dei superiori maggiori alle case, don Bosco accomandava che si andasse sempre in nome del superiore e che si richiamassero i confratelli all’osservanza delle regole non in forza dell’io voglio, ma in forza del dovere dalle regole imposto. XVIII,187.
- Bisogna assolutamente darci d’attorno a provvedere insegnanti legali. Oggi bisogna combattere il nemico più con lo scudo che non con le armi. XVIII,264.
- Ciò che ha anche solamente ombra di commercio fu sempre fatale agli ordini religiosi. XVIII,269.
- Curate di quello che di voi potrà dire il Signore, non quello che di voi, o in bene o in male, diranno gli uomini. XVIII,325
- Se vogliamo far prosperare i nostri interessi spirituali e materiali, procuriamo anzitutto di far prosperare gli interessi di Dio... colla limosina. XVIII,509.
- Sentendo parlare di pubblici scandali, esclamava: non dovete meravigliarvi dì nulla, dove vi sono uomini, vi sono miserie. Sm. 403, 153.
- Le cose bisogna farle come si conviene, o non farle. Sm.558, n.15.
- É giusto che coloro che ci danno la carità, sappiano dove vada a finire. Siamo in tempi, in cui il mondo divenuto materiale, vuol finire. Siamo in tempi, in cui il mondo divenuto materiale, vuol vedere e toccare tutto con mano, quindi è più che mai necessario che le nostre buone opere siano conosciute, onde sia glorificato Iddio. Sm.731, n.14.
- Ricordatevi: “De Moribus”! Ecco tutto, salvate la moralità. Tollerate tutto, vivacità, insolenza, sbadataggine, ma non l’offesa di Dio e in particolar modo il vizio contrario alla purità. State bene in guardia su questo, e mettete tutta l’attenzione vostra sui giovani e suoi confratelli a voi affidati. V,166.
- Raccomandava loro (chierici) che conservassero illibata la purezza del cuore, avvertendo che altrimenti andrebbe perduta ogni speranza di fruttuoso ministero. V,409.
- (biglietto consegnato da don Bosco a Magone): “Cinque ricordi che san Filippo Neri dava ai giovani per conservare la virtù della purità - Fuga dalle cattive compagnie. Non nutrire delicatamente il corpo. Fuga dell’ozio. Frequente orazione. Frequenza dei Sacramenti, specialmente della confessione. VI,8.
- Guardati da ogni sorta di cattive letture. Anzi qualora come indifferenti fossero a te di pericolo, cessa tosto da quella lettura. VI,8.
- La virtù della purità è tanto bella, tanto grata al cospetto di Dio che in tutti i tempi, in tutte le circostanze non lasciò mai senza protezione coloro che la possedevano. VI,64.
- Maria è Immacolata., ed odia tutto ciò che è contrario alla purità. VII,824.
- La virtù che splende di più in paradiso è la purità. VIII,857.
- Abstrahe ligna foco, si vie extinguere flammam; si carnis motus: otia, vina, dapes. VII,824.
- Certe parole nec nominentur in vobis. V,163.
- Due cose vi sono che non si combattono e non si vincono mai troppo: la nostra carne o gli umani rispetti. VII,292.
- Il massimo e più potente custode della parità è il pensiero della presenza di Dio. VII,331.
- Se non ti metti a praticar l’umiltà, tu perdi la più bella delle virtù. IX,34.
- Quando un sacerdote vive puro e casto, diventa padrone dei cuori e riscuote la venerazione dei fedeli. IX,387.
- Impedire i cattivi discorsi, allontanare ogni libro, scritto, immagini, pittura “bis scientia est”, e qualsiasi cosa che metta in pericolo la purità. X,1043.
- Tre mezzi hanno per conservare questa preziosa virtù: custodia del sensi orazione e Sacramenti, custodia del cuore. I,1089.
- La purità specialmente è il premio dell’umiltà. XII,52.
- Essa deve essere il perno di tutte le nostre azioni. XII,224.
- Chi conserva obbedienza esatta, costui è sicuro altresì di conservare l’inestimabile tesoro della purità. XII,224.
- È la virtù regina, la virtù che custodisce tutte le altre. XII,470.
- (per vocazione) lieti si dia consiglio ad un giovanetto qualunque, se non è sicuro di conservare l’angelica virtù nel grado che è stabilito dalla Maria teologia. Si transiga sulla mediocrità dell’ingenio ma non mai sulla mancanza delle virtù della parità. XVII,262.
- Se si viene a scoprire che (i giovani) siano mancanti della bella virtù, non si consiglino mai a farsi salesiani. XVII,461.
- I puri di cuore vedranno la gloria di Dio. E per puri di cuore s’intendono coloro che non ebbero la disgrazia di cadere nel brutto peccato o se caddero si rialzarono subito. XVIII,19.
- (sogno): Deve trovare tanta gente, e come inviare missionari in quei luoghi? Vi è una sola cosa da farei raccomandare che i miei figli coltivino costantemente la virtù di Maria. XVIII,73-44
- I ragazzi bisogna tenerli continuamente occupati. Oltre la scuola o il mestiere è necessario impegnarli a prendere parte alla musica od al piccolo clero. La loro mente così sarà in continuo lavoro.
- Se non li occupiamo noi, si occuperanno da soli e certamente in idee e cose non buone. V,347.
- I ragazzi sono così fatti che se non pregano ad alta voce, cogli altri, lasciati a sè non direbbero più le preghiere né vocalmente, né mentalmente. VI,173.
- Religione e ragione sono le due mille di tutto il mio sistema di educazione. VII,761.
- Religione vera, religione sincera che domini le azioni della gioventù, ragione che rettamente applichi quei santi dettami alla regola di tutte le nazioni ecco in due parole compendiato il sistema (di educazione) da me applicato. VII,762.
- Lasciati guidar sempre dalla ragione e non dalla passione. X,1023.
- Ricordava l’obbligo di prevenire i disordini e mantenere ferma l’osservanza del regolamento, salvaguardia della moralità. VIII,490
- Il vero regolamento sta nell’attitudine di chi insegna. XI,151
- Qualora un direttore non potesse far altro e ottenesse che ciascuno eseguisca bene la parte che gli è assegnata, farebbe già molto. XIV,44.
- Regolamento dell’oratorio festivo: III,98-108; 124; 162; 167; 467; IV,448; VII,46.
- Regolamento della Compagnia di San Luigi. III,214-20.
- Regolamento per la società di mutuo soccorso. IV,74.
- Primo regolamento per gli interni (1851): IV,337, 542
- Regolamento per i laboratori interni (1853): IV,661; VII,116
- Primo piano di regolamento per l’oratorio (1854): IV,735-755.
- Regolamento delle case salesiano. IV,337-9; VII,519.863.
- Regolamento pel teatrino: VI,106; X,1059.
- Regolamento della compagnia dell’Immacolata. V,479-82.
- Regolamento della compagnia di San Giuseppe: VI,194; IX,79.
- Regolamento per la scuola di canto e di musica: VI,158.
- Regolamento per il parlatorio. VI,598.
- Regolamento per le scuole degli oratori festivi. VII,853.
- Non si faccia alcuna interpretazione, alcuna violenza alle regole. VI,721.
- La vostra Congregazione fiorirà se si osserveranno le regole. (Pio IX) IX,132.
- È dunque peccato trasgredire le regole della casa? Pensai seriamente a questa questione e vi rispondo assolutamente di si. VIII,132.
- La gloria della Congregazione sarà duratura fino a quando si osserveranno le nostre Regole. X,102.
- Aborrisci come veleno le modificazioni delle regole. X,869,1045.
- L’esatta osservazione di esse è migliore di qualunque variazione. X,869.
- Non riformar le regole nostre, ma praticarle. Chi cerca la riforma deforma la sua maniera di vivere. X,870.
- Datemi uno osservante delle regole e ubbidiente e lo vedrete modello in tutto. X,1037.
- Raccomando a tutti di star alla regola di non far eccezioni, perché purtroppo verrà il tempo in cui sarà indispensabile il far questa eccezione, ed io tremo a questo solo pensiero. X,1059.
- Se vogliamo che la vostra società vada avanti colla benedizione del Signore, è indispensabile che ogni articolo delle costituzioni sia norma nell’operare. X,1097.
- Se non si procura di eccitarsi ad osservarle per un motivo soprannaturale, le nostre regole cadono in dimenticanza. X,1079.
- Come regolarsi in società in quanto alle cose temporali? Le regole della società provvedono a tutto, dunque praticando le regole rimane soddisfatto ogni bisogno. X,1098.
- La cosa più utile per la società è l’osservanza delle regole. X,1098.
- Osservate le regole della Congregazione e la disciplina trionferà. X,1102.
- L’osservanza delle regole ci condurrà sicuramente ad ottenere il nostro scopo di assicurare la moralità. X,1118; XI,354.
- La regola è la voce di Dio. XI,365; XII,81.
- La chiave del buon esempio per noi sono le regole, l’obbedienza. X,1037.
- Alle regole si dia tutta l’autorità e quella autorità suprema che realmente hanno. XII,80.
- L’unico mezzo per propagare lo spirito nostro è l’osservanza delle nostre regole. XII,80.
- Neppur le cose buone si facciano contro di esse o senza di se. XII,80.
- L’osservanza delle regole, è unico mezzo perché possa durare congregazione. XII,81.
- Non sia il direttore che figuri ma la regola. Tutti sanno che la regola è la volontà di Dio e chi si oppone alla regola si oppone al superiore e a Dio stesso. XII,81
- Ci vuole anche quella pazienza che è costanza e perseveranza ad eseguire sempre le nostre regole. XII,457.
- Le regole è il Signore che ce le ha date, osserviamole e viviamole. XII,460
- Oh! in punto di morte come saremo contenti e consolati al ricordo di averle eseguite. XII,460.
- Le regole, leggetele, studiatele, e siano queste come un nostro codice a cui cerchiamo di uniformare intieramente la nostra vita. XI,471.
- Tra le regole specialmente si osservino le pratiche di pietà, e tra queste, come ricordo speciale... l’esercizio di buona morte. XII,471.
- La vocazione comincerà in voi a venir meno, quando voi comincerete a trasgredire le regole. XII,472.
- Tu santificherai te stesso colla esatta osservanza delle nostre regole, col rendiconto mensile, e col puntuale esercizio della buona morte. XII,490.
- Meglio che vada a male la frutta e non l’osservanza della regola. (don Rua). XIII,206.
- A nulla varrebbe il saperle ben anche a memoria, se poi non le mettessimo in pratica. XIII,211.
- Praticando le regole troverete nella vostra congregazione la pace del onore, camminerete per la via del cielo e vi farete sante. XIII,211.
- Le regole della nostra Congregazione abbiatele sempre con voi siano la norma del vostro operare. XIII,317.
- Quando vedete uno non contento di essere in Congregazione, dite pure che di ciò è cagione la mala osservanza delle regole. XIII,427.
- I Salesiani dimostrino la loro gratitudine colla esatta osservanza delle regole. XII,80; XIII,497.
- Le costituzioni religiose sono atte a promuovere ed assicurare la cristiana perfezione, ma la perfezione delle costituzioni non è quella dei religiosi. XIII,497-8.
- Osservare la regola, ma osservala sempre, anche quando riesce difficile. XIII,192.
- Voglio dirvi una cosa sola perché si vada avanti bene: osservanza, osservare le nostre regole. XIV,362.
- Guai a noi se le studiamo senza praticarle. XIV,634.
- Le nostre regole sono quelle che ci devono condurre in paradiso. XIV,713.
- Il chierico, il prete deve essere il primo a rispettare la regola e la ragione di essere superiore non disobbliga niente affatto dalle regole, non solo della società, ma del collegio. XIV,849.
- Bisogna che stiamo fermi a non tollerare abitudini che siano contrarie alle nostre regole e tradizioni. XII,392..
- Noi dobbiamo essere la personificazione della regola, e cento bei discorsi senza l’esempio valgono nulla. XIV,849.
- Non è la nostra volontà che noi superiori dobbiamo fare, ma quella della regola. La regola è superiore a tutti: è la voce di Dio. XIV,849.
- Io domanderò per voi pietà, fervore e perseveranza nella pratica esatta della Regola. XVI,179.
- L’osservanza delle regole è fatica in chi le osserva malvolentieri, in chi le trascura. XVII,16.
- (sogno). E qual è il mezzo precipuo perché trionfi la famigliarità, l’amore, la confidenza? L’osservanza esatta delle regole della casa. XVII,112.
- La nostra Congregazione ha davanti un lieto avvenire preparato della divina provvidenza, e la sua gloria sarà duratura fino a tanto che si osserveranno fedelmente le nostre regole. XVII,279.
- Le tradizioni si distinguono dalle regole in quanto che insegnano il modo di spiegare e praticare le regole stesse. XVII,279.
- Osservare le nostre regole! Ecco il più grande e caro ricordo che questo nostro povero e vecchio padre vi può lasciare. Le regole sono approvate dalla Santa Sede, la quale non erra mai; obbedendo ad essa, noi obbediamo immediatamente a Dio. Quanti sono nel mondo che abbiano tale fortuna di poter dire: “sono certo che, operando in questa maniera, procurerò la salvezza dell’anima mia?”. XVII,296.
- Conchiuse affermando essere la nostra Congregazione destinata a cose grandissime ed a spargersi per tutto il mondo se i Salesiani saranno sempre fedeli alle regole date loro da Maria SS. XVII,511.
- Le nostre regole, vedete, sono infallibili, e ci danno molti vantaggi, ma il più importante fra tutti è la sicura salvezza dell’anima nostra. XVII,556.
- È vero che queste cose (pratiche di pietà) sono prescritte dalle regole della Società ma se non sì procura di eccitarsi di osservarle per un motivo soprannaturale le nostre regole cadono in dimenticanza. XVII,894.
- Come regolarsi in società in quanto alle cose temporali? Le regole della società provvedono a tutto, dunque praticando le regole rimane soddisfatto ogni bisogno. XVII,895.
- La cosa più utile per la società è l’osservanza della regola. XVII,896.
- (sul letto di morte): dirai alle suore che, se osserveranno le regole, la loro salvezza è assicurata. XVIII,533.
- La religione fu e sarà sempre in ogni tempo la maestre degli uomini, contiene una legge così perfetta, che sa piegarsi alle vicende dei tempi e adattarsi all’indole diversa di tutti gli uomini. XI,45.
- La sola religione è capace di cominciare a compiere la grand’opera di una vera educazione. III,605.
- Chi vuoi vivere da buon cattolico deve guardarsi da quelli che parlano male della religione, dei suoi ministri, e specialmente del papa, che è il padre di tutti i cattolici. III,607.
- Per cattivi compagni s’intendono quelli che parlano con disprezzo della regola. III,607. della religione.
- Niuno trovasi nella vera religione se non è cattolico; niuno è cattolico senza il papa. IV,226.
- Fuggite per quanto possibile la compagnia di coloro che parlano di cose immodeste o cercano di deridere la nostra santa religione. IV,536.
- La religione di Gesù Cristo trovasi solamente nella Chiesa Cattolica: niuno è cattolico senza il papa; guai a chi separasi da questo Capo supremo! Egli è fuori di quella religione, che, unica può condurre a salvamento: chi non ha la Chiesa per madre non può avere Iddio per padre. V,253.
- Non entrate mai in dispute di religione. IV,536.
- Figlioli miei, tenete come nemici della religione coloro che colle parole e con gli scritti offendono l’autorità del papa, e cercano di scemare l’ubbidienza ed il rispetto dovuto ai suoi insegnamenti ed ordini. V,673.
- In fatto di religione io sto col papa e col papa intendo di rimanere da buon cattolico sino alla morte. VI,679.
- La religione vera non consiste in sole parole: bisogna venire alle opere. VI,144.
- Religione sostengati nei dubbi della vita; - se al ciel domandi ei t’assicura avrai merce. VII,41.
- Guardatevi di beffare o ai parlar mele di tutto ciò che riguarda al culto di Dio. VII,91.
- La religione fu in ogni tempo riputata il sostegno dell’umana società e delle famiglie: dove non vi è religione, non vi è che immoralità e disordine. VII,252.
- Il principio dell’autorità divina nel suo capo visibile è la base di nostra santa cattolica religione. VII,397.
- A me pare che mia lo stesso dire storia sacra e storia della religione. VII,391.
- Religione e ragione sono le due molle di tutto il mio sistema di educazione. VII,761.
- Religione vera, religione sincera che domini le azioni della gioventù, ragione che rettamente applichi quei santi dettami alla regola di tutte le sue azioni, eccola in due parole compendiato il sistema da me applicato (nell’educazione). VII,762.
- Lo scherzo, la beffa in materia di religione è la cosa più schifosa e più sciocca che io possa pensare. V,792.
- Solamente la religione è stabile e può in ogni tempo e in tutte le età rendere l’uomo facile nel tempo e nell’eternità. VIII,982
- Non si tolleri assolutamente ciò che reca sfregio alle cose di religione e di pietà. IX,401.
- La nostra santa religione guida l’uomo alla suprema felicità del cielo, e nel tempo stesso è socievole, utile materialmente, né vi ha infortunio che essa non intervenga per soccorrere e consolare l’afflitto, illuminarlo nella obbedienza della vita e sostenerlo nella sventura. X,204.
- L’obbedienza è quella che sostiene le religioni. X,1090.
- Senza religione non vi è vera scienza, non vi è moralità, né educazione. X,1312.
- Ho veduto col fatto che è bene accolta dagli stessi non credenti se è predicata con franchezza e chiarezza. XI,331.
- La religione cattolica è il fondamento della prosperità degli stati, poiché i sudditi noti possono essere fedeli al principe se non sono fedeli a Dio. XI,443.
- A coloro che sono novizi in cose di religione e incapaci di fare un atto di virtù quando vengono un po’ offesi, bisogna rispondere sempre benignamente anche se si teme con fondamento che abbiano secondi fini o che vogliano ingannare. XII,241.
- La sua religione può sollevare nelle tribolazioni e rendere tranquille le anime. XII,327.
- In quanto a religione sono col papa, e me ne vanto. XII,423.
- Dobbiamo cercare d’imprimere la religione nel cuore di tutti e imprimerla più profondamente che si possa; ma con il meno di esteriorità che sia possibile. XIII,284 /Pratiche religiose/
- Io ritengo che mensa religione nulla si possa ottenere di buono fra i giovani. XIII,557.
- Dio vi dà tempo e comodità di studiare e praticare la religione. Sappiatene approfittare. XIV,86.
- Amate, rispettate, praticate la nostra santa religione; quella religione colla quale io vi ho educati e preservati dai pericoli e dai guasti del mondo; quella religione che ci consola nelle pene della vita, ci contorta nelle angustie della morte, ci schiude le parte di una felicità senza confini. XIV,511.
- La religione è l’unico conforto fra le miserie e le afflizioni di questa vita; esse sola ci assicura inoltre la felicità dopo la morte. XVI,245.
- Nell’ora presente.... deve il buon cattolico difendere la religione. Quello che bisogna fare è sforzarsi con il buon esempio e con la pratica di tutte le virtù per conciliare tutti i cuori a questa religione; alla quale abbiamo la fortuna di appartenere. XVI,248.
- Siate veri cattolici coi sani principii e colle opere buone. Praticate fedelmente quella fede che è l’unica vera e servirà a raccogliere tutti un giorno nella beata eternità. XVII,489.
- Siamo fedeli alla nostra santa religione e tutti saranno costretti a stimarci e amarci, nessuno potrà detestarci perché la carità è il vincolo che lega i cuori. XVIII,160.
- Si richiamano sovente agli alunni il pensiero del dovere e di Dio, e si persuadano che la bontà dei costumi e la pratica della religione è proprio necessaria ad ogni condizione di persone. XVIII,700.
- Il mondo odia i religiosi e se non può far loro del male oggi lo farà domani. VII,773.
- La rovina di tutti gli ordini religiosi furono le ricchezze. L’affetto alla terra diminuisce e, sovente, estingue il desiderio delle cose celesti. IX,296.
- Il religioso con minor virtù di un ecclesiastico secolare, se è fedele alle regole, percorre con più sicurezza una via senza gravi intoppi. Le stesse mura della casa sono un gran riparo tra lui e le insidie del mondo. IX,344-5.
- Perché sia cosa dolce questo abitare insieme, bisogna togliere ogni invidia, ogni gelosia; bisogna amarci come fratelli, sopportarci gli uni e gli altri; aiutarci, soccorrerci, stimarci, compatirci. Ciascuno deve guardarsi attentamente dal dir male della congregazione, anzi deve procurare di farla stimare da tutti. Noi abbiamo scelto di abitare “in unum”. Che cosa vuoi dire questo abitare in unum? Vuoi dire in unum locura, in unum spiriturum, in unum agendi finem. Eccolo in poche parole. IX,572-3.
- Un religioso deve possedere quello che aveva Gesù Cristo. IX,701.
- La gioventù è un’arma pericolosissima del demonio contro le persone consacrate al Signore. IX,922.
- Il religioso non fa mai la propria volontà, ma sempre quella del Signore, mercè l’obbedienza. IX,986. Chi si da a Dio fugga il mondo. IX,991.
- L’abito più pregevole per un religioso è la santità della vita, congiunta con un edificante contegno in tutte le nostre operazioni. X,666.
- Una veste, un tozzo di pane, devono bastare ad un religioso. X,1098.
- Il religioso deve essere preparato ad ogni momento a partir dalla sua cella e a comparire davanti al suo Creatore senza alcuna cosa che lo affligga nell’abbandonarla e senza che torni di motivo al giudice di rimproverarla. X,1098; XVII,896.
- Amate, temete, rispettate gli altri ordini religiosi e parlatene sempre bene. É questo il mezzo di farvi stimare da tutti e promuovere il bene della Congregazione. XI,389.
- Se uno non è moralmente certo, mediante la grazia del Signore, di poter conservare la castità, costui per carità non cerchi di farsi nè prete nè religioso. XI,574.
- Quando uno si consacra al Signore a Lui fa dono di tutte le sue passioni ed in special modo consacra a Lui tutte le sue virtù. XII,15.
- (Imitando le api). Voi religiosi turate le finestre, sia che non possiate più vedere il mondo. A Gesù siano rivolti tutti i nostri desideri. XII,601.
- Un religioso di novità esce senza bisogno dalla sua casa. E quando il demonio può far uscire uno indebitamente, lo vince. XII,502.
- Militia est vita hominis super terram: militare è combattere per vincere i nemici spirituali: combatte il soldato col ferire ed ammazzare, il religioso col fuggire per salvarsi. XII,604.
- Il centuplo che Gesù promise ai religiosi in questa vita, si deve ripetere della pace, della fiducia, delle consolazioni che proveremo in punto di morte. XXII,234.
- La moralità è il fondamento e la conservazione degli Istituti Religiosi. XIII,247.
- Generalmente si crede che per farsi religiosi sia necessaria maggior santità. Ciò non è vero. XIII,423.
- Consolazioni del Religioso in vita e in morte. cfr. XIII,425.
- I figli del secolo, tratti dalla luce dell’osservanza religiosa, andranno ad accrescere il numero dei figli della preghiera e della meditazione. XIII,488.
- Le famiglie religiose colla fermezza nella fede, colle opere buone materiali devono combattere le idee di chi nell’uomo vede soltanto materia. Costoro spesso disprezzano chi prega e chi medita, ma saranno costretti a credere alle opere di cui sono testimoni oculari. XIII,439.
- I religiosi non dimentichino mai il beneficio grande che ha loro fatto nel chiamarli dove possono fare gran bene per sé e per il prossimo. XIII,497.
- Le costituzioni religiose sono atte a promuovere ed assicurare la cristiana perfezione. Ma la perfezione delle costituzioni non è quella dei religiosi. I religiosi la otterranno quando le praticheranno coi fatti. XIII,497-8.
- Il decoro del religioso è la povertà accompagnata dalla nettezza della persona. XIV,549; V,682.
- Ci sian fatti Religiosi non per godere, ma per patire e procurarci meriti per l’altra vita.... non per far vita agiata, ma per essere poveri con Gesù Cristo, patire con Gesù Cristo sovra la terra per farci degni della sua gloria in cielo. XVII,17.
- Un religioso si propone di mettere in pratica il detto del Salvatore vale a dire di rinunciare quanto egli ha o possa avere nel mondo per la speranza di miglior ricompensa in cielo. XVII,895.
- Una veste, un tozzo di pane, devono bastare ad un religioso. Quando occorresse di più ne dia un cenno ai superiori, ne sarà provveduto. XVII,895.
- Il religioso deve essere preparato ad ogni momento a partire dalla cella in cielo.
- Ciò che ha anche solamente ombra di commercio fu sempre fatale agli ordini religiosi. XVIII,269.
- Non è già l’abito che fa il religioso ma la pratica delle religiose virtù. XVIII,699.
- Colla castità il religioso ottiene il suo scopo di essere tutto consacrato a Pio. XIII,799.
- Per dare regola di vita e consigli secondo il bisogno di un confratello é necessario che i bisogni di lui siano conosciuti. X,1092.
- É questa la chiave principale per il buon andamento della casa. XI,346; XVII,665.
- Il rendiconto è un mezzo efficacissimo per fare correzioni, anche severe, senza recare offesa. XI,346.
- Ritengo i rendiconti mensili come la chiare di ogni ordine e moralità. XI,354.
- Tu santificherai te stesso con la esatta osservanza delle nostre regole, col rendiconto mensile, e col puntuale esercizio della buona morte. XII,490.
- Non stare materialmente alla parola mensile, ma procedi con quella libertà di chi cerca il bene o procura di ottenerlo. XVII,375.
- Per molti basterà farlo ogni due meni; ma non si lasci passare però un tempo maggiore; alcuni pochi converrà chiamarli prima ancora che sia passato un mese. XVII,375.
- Io esorto a non far questo rendiconto passeggiando in cortile. XVII,376.
- Il rendiconto è di tanta importanza da potersi dire la chiave maestra dell’edificio della Congregazione. XVII,376.
- La negligenza del rendiconto fa scadere lo spirito della Congregazione. XVII,376.
- Il praticare con diligenza i rendiconti fa procedere bene le cose. XVIII,189.
- Siete ricaduti per sventura in peccato? Non scoraggiatevi. Ritornate a confessarvi subito collo debito disposizioni. Il confessore ha da Dio potestà e ordine di perdonarvi, eziandio se foste caduti non solo sette, ma settanta volte sette. Coraggio, confidenza e fermo proponimento. XI,549.
- Se ai tratta di mancanze fatte con altri, allora è difficilissimo che uno cambi; Le ricadute si verificano anche quando tale individuo si è consacrato a Dio. XVII,662.
- La più grande ricchezza di questo mondo è il santo timor di Dio. V,712; VI,697-835.
- Le ricchezze non rendono felici gli uomini. VII,660.
- Ricchezza, onori, piaceri, che mi serviranno al punto di morte? IX,567.
- Per la maggior parte degli uomini le ricchezze sono spine, sono lacci, sono un giogo che tiene l’anima curva alla terra. IX,698.
- Le ricchezze punto non valgono a consolare e questo prova sempre più che le ricchezze non fanno l’uomo felice. XII,327
- Le ricchezze non possono sollevare e contentare il cuore umano. XII,327.
- Le sole buone opere sono le vere ricchezze che si preparano un posto lassù in cielo. XIII,328.
- La prima ricchezza e la sola vera ricchezza é il santo timor di Dio. XII,701
- Le ricchezze sono spine per acquistarle, per conservarle, per possederle. XIII,231.
- (disse) potersi i beni di fortuna considerare come una chiare, con cui aprire il cielo e spalancare l’inferno. XV,519.
- Le sue economie io credo che saranno ben collocate, con l’aiutare le opere aventi per fine l’avviamento della gioventù al sacerdozio, in una parola, facendo preti che guadagnino anime a Dio. XV,603
- Dio richiede un conto severo di tutte le cose che non ci sono necessarie, se noi non le diamo in dono secondo il suo precetto. XV,694.
- Vi auguro di conservare sempre la vera ricchezza, l’unica ricchezza delle ricchezze, la solo desiderabile e dovrai acquistare e conservare con tutti i mezzi possibili, il timor di Dio. XVI,189.
- (sogno) In una congregazione religiosa si cerca ogni via per avere un peculio, si rompe il vincolo della carità. XVII,386.
- (mamma Margherita): Te lo protesto: se tu ti risolvessi allo stato di prete secolare e per sventura diventassi ricco io non verrei a farti una sola visita. Ricordalo bene. I,296.
- Per fare elemosine non é necessario essere ricchi. VI,223.
- Chi è ricco ama starsene in riposo, quindi l’amore alle proprie comodità e soddisfazioni, e la vita oziosa. Lo spirito di sacrificio si spegne. VI,328.
- Chi vive nell’abbondanza si dimentica facilmente del Signore. VI,329.
- Alto dovere dell’uomo agiato in tutta la sua vita: la beneficenza. VIII,1034.
- Non solo i ricchi fanno del bene a noi dando l’elemosina, ma noi pure facciamo del bene ai ricchi dando loro occasione di fare elemosina. X,1129.
- Dio chiederà conto un giorno dei beni che ha loro concessi. Aveste più a cuore i vostri denari che non la mia gloria, più care le vostre borse che non le anime dei vostri fratelli. Ora coi vostri piaceri, coi vostri tesori, colle vostre sostanze andatevene alla perdizione: pecunia tua tecum sit in perditionem. XV,168.
- Dio ha fatto il povero perché si guadagni il cielo colla rassegnazione e la pazienza; ma ha fatto il ricco, perché si salvi con la carità e la limosina. XV,518.
- Taluni credono lecito di godere tutti per sé quei beni di tutti che il Signore ha loro concessi: lecito di conservarli, farli fruttare, adoperarli come loro pare e piace, senza farne parte alcuna ai bisognosi. Altri giudicano di fare abbastanza quando danno qualche piccola moneta somministrano qualche soccorso raro o stentato. Questo è in inganno. Gesù Cristo comanda la limosina. “Quod super est date elemosynam”. Fate limosina, e di che cosa? di quello che sopravanza al vostro onesto sostentamento. Ne mi si venga a dire che questo è consiglio e non precetto. Col vangelo alla mano io vi rispondo che è di consiglio abbandonare tutto per farsi volontariamente povero, come i religiosi: ma é di precetto il far limosina del superfluo. “Quod superest date eleemosynam”: queste parole non sono mie, ma sono di Gesù Cristo, che ci ha da giudicare e presso al cui tribunale non avranno bon gioco né pretesti, né cavilli. XV,518.
- Il demonio verrà e di quel danaro (conservato) farà una chiave per aprirvi l’inferno. IV,526.
- Dando ai bisognosi le vostre sostanze, voi le mettete come in mano agli angeli, i quali ne faranno una chiave per aprirvi il cielo nel giorno della vostra morte. XV,526.
- Vissi tra i poveri ed ebbi pure da frequentare i ricchi. In generale io ho visto che si fa poco elemosina, e che molti signori fanno poco buon uso delle loro ricchezze. Nessuno può immaginarsi come il Signore chiederà stretto conto di quanto ha loro dato, perché si adoperasse a beneficio dei poveri. XV,527-8.
- Badate che ai cuori duri dice Gesù Cristo; tu non ti adoperi a salvare le anime coi mezzi che io stesso ti ho dato, perciò il tuo denaro sia teco in perdizione. XVII,71.
- Che cosa debbo fare io per assicurarmi la salvezza eterna? Lei per salvarsi dovrà diventare povera come Giobbe. VIII,306.
- Ai signori non c’è nessuno che osi dire la verità. XVIII,307.
- Don Bosco ricambiava santamente i benefizi, aiutando i suoi benefattori ricchi a sormontare il tremendo ostacolo (delle ricchezze). XVIII,303.
- Date molto ai poveri se volete divenir ricchi. XVIII,482.
- Tieni a memoria che la carità non sono essi che la fanno a te, ma sei tu che la fai a loro, offrendo così l’opportunità di farti un po’ di bene. Sm.661, n.125
- I ricchi han danari, han bisogno di fare elemosina, se vogliono andare in paradiso. Sm.750, n.76.
- Dimentica i servizi prestati e non i ricevuti. III,617.
- La vera riconoscenza al Signore deve esplicarsi coll’eseguirne i voleri. VII,761.
- La pratica della castità sarà il modo di ringraziare Iddio di tanti favori che ci ha concessi. XII,225.
- Sappiate essere riconoscenti verso chiunque vi benefichi; sappiate col lavoro indefesso, colla buona condotta essere la consolazione dei vostri superiori. XIII,760.
- Per ringraziare il Signore dei favori (ottenuti) conviene aggiungere alla preghiera che è ringraziamento di parole, l’elemosina, ringraziamento di opere. XVI,121.
- Tre ricordi ai giovani per conservare il frutto della comunione pasquale: “Cari giovani, se volete conservare il frutto della santa comunione che fate in questo tempo pasquale, praticate questi tre avvisi. Essi renderanno contento il vostro cuore e formeranno la felicità dell’anima vostra. 1° Santificate il giorno festivo, non mancando mai di sentire divotamente la Santa Messa ed intervenire ad ascoltare la parola di Dio, cioè prediche, istruzioni catechismo. 2° Fuggite come la peste i cattivi compagni; cioè state lontani da tutti quei giovani che bestemmiano oppure nominano il santo nome di Dio invano; fanno o parlano di cose disoneste. Fuggite altresì quelli che parlano male di nostra santa cattolica religione, criticano i sacri ministri e soprattutto il Romano Pontefice Vicario di Gesù Cristo. Siccome é un cattivo figlio quello che censura la condotta di suo padre, così è un cattivo cristiano colui che censura il papa; che é il padre dei fedeli cristiani che sono in tutto il mondo. 3° Accostatevi spesso al sacramento della penitenza. Non lasciate passare un mese senza confessarvi ed anche comunicarvi secondo l’avviso del confessore. Dopo la comunione fermatevi più che potete per ringraziare il Signore e chiedergli grazia di non morire in peccato mortale. Un Dio solo. Se mi è nemico, chi mi salverà? Un’anima sola: se la perde, di me che sarà? Un solo peccato mortale merita l’inferno che sarà di me se morissi in tale stato? Ascolta, caro figlio, il detto mio: fallace è il mondo, il vero amico è Dio. IV,54-55.
- Tocca a Don Bosco far la chiusura di questo ritiro spirituale (1850) e diede il seguente ricordo: rate ogni mese l’esercizio della buona morte. Fate infallantemente ogni mese l’esercizio di buona morte. Fate infallantemente e bene ogni mese l’esercizio di buona morte. IV,117.
Ricordi ai giovani:
Procurate di vincere quelle illusioni che a tutti i giovanetti suol fare la vostra età, di pensar sempre
cioè: che avete ancora da campar molto. Questo è troppo incerto, miei cari figlioli, quando invece è certo e sicuro, è che dovete morire, e che se morite male, siete perduti per sempre. Siate dunque più solleciti di prepararvi alla morte, col tenervi in grazia di Dio, che di qualunque altra cosa.
Se fate qualche poco di bene, il demonio e la vostra accidia vi diranno che è troppo e forse, il mondo vi taccerà di bigottismo e di scrupolosità; ma voi pensate che in morte vi parrà troppo poco fatto, e vedrete allora come foste ingannati. Sforzatevi di conoscerla: ora.
Una delle cose, cui dovrebbero sempre pensare e studiare i giovanetti, si è la elezione dello stato. Per loro disgrazia ci pensano poco e perciò la più parte la sbagliano; si fanno in felici in vita, e si mettono al gran rischio di essere infelici per tutta l’eternità. Voi pensateci molto e pregate sempre perché Dio vi illumini e non la sbaglierete.
Due cose sono che non si combattono mai abbastanza e non si vincono mai troppo: la nostra carne e gli umani rispetti. Beati voi se vi assuefate a combatterli ed a vincerli nella tenera età.
Un poco di ricreazione non sarebbe cattiva, ma è difficile farne la scelta e poi moderarsi. Fate dunque così, le vostre ricreazioni e tutti i vostri divertimenti fateli sempre approvare dal vostro confessore, ed anche di questi non ve ne saziate mai; e quando ve ne asterrete per vincervi, sappiate che avete fatto una gran vincita e un bel guadagno.
Fintantoché non andiate volentieri a confessarvi ed a comunicarvi, e finché non vi piacciono i libri divoti e i divoti compagni, non crediate di avere ancora una sincera devozione.
Quel giovanetto che non è ancor capace a sopportare una ingiuria senza far e vendetta, e che non sa tollerare le riprensioni, anche ingiuste, d È suoi superiori, massime dei suoi genitori, è ancora troppo indietro nella virtù.
Ogni veleno è meno fatale alla gioventù dei libri cattivi. Ai giorni nostri sono tanto più da temersi quanto sono più frequenti o più mascherati di religione. Se vi è cara la fede, Se vi è cara l’anima, non ne leggete, se prima non vi sono stati approvati dal confessore o da altre persone di conosciuta dottrina, e di distinta pietà, ma distinta e conosciuta: capitelo bene!
Finché non temete e non schivate le cattive compagnie, non solo dovete credervi in pericolo e grande, ma temete di essere cattivi voi pure.
Gli amici ed i compagni sceglitori sempre fra i buoni ben conosciuti, e tra questi i migliori; ed anche nei migliori imitate il buono e l’ottimo, e schivate i difetti, perché tutti ne abbiamo.
Nel vostro fare non siate ostinati, ma nemmeno siate incostanti. Ho sempre veduto che gli incostanti, che facilmente variano risoluzione senza gravi motivi che li determinino, fanno cattiva riuscita in tutto.
una delle più grandi pazzie d’un cristiano è quella di aspettare sempre a mettersi sulla buona strada, dicendo: poi, quasi fosse sicuro del tempo avvenire e come se poco importasse il farlo presta e mettersi in sicuro. Siate dunque voi saggi ed ordinatevi subito come se foste certi che poi noi fare più. Confessarvi ogni quindici giorni al più tardi; un poco di meditazione e di lettura spirituale tutti i giorni: l’esame di coscienza tutte sere; la visita al ss. sacramento e alla Madonna; la congregazione, la protesta della buona morte; ma soprattutto una grande, una tenera, verace e costante devozione a Maria SS. Oh! se sapeste che importa questo devozione; non la cambiereste con tutto l’oro del mondo. Abbiatela e spero che direte un giorno: “Venerunt omnia mihi bona pariter cum illa”.
Predica dei ricordi agli esercizi spirituali a Trofarello (1866): Sunto. “Mandavit illis (Deus) unicuique de proximo suo /Eccl. 17,12/. Ecce ego mitto vos sicut oves in medio luporum. Estote ergo prudentes sicut serpentes et simplices sicut columbae. “Per ben dirigere tre cose sono necessarie:
Operare tutto per la gloria di Dio e per la salute delle anime.
far vedere ai soggetti (principalmente in principio dell’anno) che il bene dell’anima loro è l’unico nostro movente. Far questo nelle scuole, ne refettorio, nel correggere, nel premiare e sempre.
3. Studiare i naturali, non urtar mai, secondarli sempre, edificare, non distruggere. Il superiore deve avere tre qualità speciali: A) pronto a perdonare. B) tardo a punire C) prontissimo a dimenticare. Mancando di consiglio nelle cose difficili, raccomandarsi nell’elevazione della Santa Messa alla potenza ed amore del Sacramento. Non far preferenze, non badare ad antipatie. Per domandare, bisogna saper ubbidire. Procurate sempre di diminuire la malevolenza ed aumentare la benevolenza. VIII,445.
- Ricordi di don Bosco inviati a Mornese: “Pregate pure, ma fate del bene più che potete alla gioventù; fate il possibile per impedire un solo peccato veniale. X,586; IX,618
- Ricordi per un giovanetto che desidera passar bene le vacanze: In ogni tempo fuggi i cattivi libri, i cattivi compagni, i cattivi discorsi. L’ozio è il più grande nemico che devi costantemente combattere. Senza il timor di Dio la scienza diventa stoltezza. Colla maggior frequenza accostati ai santi Sacramenti della confessione e della comunione. San Filippo Neri consigliava di accostarvisi ogni otto giorni. Ogni domenica ascolta la parola di Dio ed assisti alle funzioni sacre. Ogni giorno ascolta, e se puoi, servi la s. Messa e fa un po’ di lettura spirituale. Mattino e sera recita divotamente le tue preghiere. Ogni mattino fa’ una breve meditazione su qualche verità della fede. X,103
- (1856). Ricordi ai miei figli affinché si possano tutti salvare. Figlioli miei, se volete assicurare la vostra eterna salvezza:
andate volentieri ad ascoltare la parola di Dio.
guardatevi dal peccato di disonestà;
fate quanto potete per fare buone confessioni. X,1333.
- Ricordi ad un professore di filosofia:
considerarli come tuoi fratelli; amorevolezza, compatimento, riguardo, ecco le chiavi del loro cuore.
farli soltanto studiare quello che possono e non più. Far leggere e capire il testo del libro senza
digressioni.
interrogarli molto sovente, invitarli ad esporre, a leggere; a leggere e ad esporre;
sempre incoraggiare, non mai umiliare; lodare quando si può senza mai disprezzare, a meno di dar
segno di dispiacere quando è per castigo. XI,291
- Ricordi ai missionari: vedi Missionari: XI,389; XII,277.
- Nel tempo della ricreazione tratteneva i suoi condiscepoli in ischerzi e burle oneste e piacevoli. I,386.
- La ricreazione è il miglior allettamento per la gioventù. III,125.
- Diceva essere anche la ricreazione un’opera meritoria al cospetto di Dio. III,586.
- Io desidero vedere i miei giovani, diceva, a correre e saltare allegramente nella ricreazione perché così sono sicuro del fatto mio. VI,4
- Mezzo per riuscir bene nello studio è la ricreazione ordinata. La ricreazione fatela intera, perché ricreandovi prendete nuove forze per studiar meglio quando verrà l’ora della scuola. Non cambiate l’ora della ricreazione in ora di studio, perché poi quando dovrete studiare nei tempo fissato dalla regola, avrete la mente stanca e farete poco profitto. VII,822.
- Quando vedo i giovani tutti occupati nel gioco, son sicuro che il demonio ha un bel fare, ma non riesce a nulla. VIII,48.
- (nelle vacanze): Ricreazione sì, ma anche studio e pietà. VIII,48.
- Non voglio che vi occupiate sui libri in tempo di ricreazione. VIII,830
- Trovarsi in ricreazione e in questa impiegare il tempo stabilito. XII,16.
- Guardate però che la ricreazione non sia una dissipazione, né sia mormorazione, ma che sia un sollievo dell’anima e della mente. XII,16.
- La ricreazione é un mezzo efficacissimo onde conservar la castità. XII,16.
- Non permettete mai che i giovani stiano oziosi in tempo di ricreazione. XII,17
- Quelle cose che rallegrano e sollevano il corpo debbono avere tutte per fine di renderlo più facilmente sottomesso allo spirito, perché possa servire meglio alla gloria di Dio. XII,143.
- Il moto è quello che più giova alle sanità. Io sono di parere che una causa non indifferente nella diminuzione di sanità ai nostri giorni provenga dal non farsi più tanto moto come una volta si faceva. XII,343.
- Cercar di animare molto la ricreazione con quei giuochi, che ai giovani tornano più graditi. XIII,85.
- Gli oziosi talora non sono nemanco amanti della ricreazione. XIII,801.
- Anche in tempo di ricreazione prendiamoci ben guardia di stare disoccupati e in questo tempo fare il nostro dovere, se siamo assistenti, e invigilare i giovani, presiedere ai loro giochi e prendervi parte, osservare che nessuno si allontani dal cortile. XIII,801-2.
- La ricreazione sia un vero sollievo della mente che dissipi ogni malinconia, preoccupazione, pensiero molesto o pericoloso. XIII,802.
- La ginnastica, il teatrino, le passeggiate sono mezzi efficacissimi per ottenere la disciplina, giovare alla moralità ed alla sanità. XIII,921.
- (sogno): quanta svogliatezza in questa ricreazione! E di qui proviene la freddezza in tanti nell’accostarsi ai santi sacramenti, la trascuratezza delle pratiche di pietà, in chiesa e altrove, lo star mal volentieri in un luogo ove la divina provvidenza li ricolma di ogni bene pel corpo, per l’anima, per l’intelletto. XVII,109.
- I superiori siano l’anima della ricreazione. XVII,110.
- Io rido quando voglio, e quando non voglio non rido. III,592.
- Ridere e scherzare sì, ma con moderazione e senza chiasso. X,616.
- Al cospetto della morte cessano le risa. XVII,173.
- Non chiamate divertimento una giornata che lasci rimorsi nel cuore. II,31.
- La felicità non si trova in questo mondo, se non si ha la pace con Dio; se ella è così malcontenta e arrabbiata, è perché non pensa guari alla salute dell’anima sua. III,78.
- Beato in questo vita è colui che non ha rimorsi di coscienza. V,926.
- Che dolce piacere riposare in pace con Dio. IX,567.
- (il peccatore) sente la coscienza che gli dice: tu sei nemico di Dio! XII,133.
- il cuore del giovane che è in peccato è come il mare in continua agitazione. XII,133.
- Lungo il giorno, specialmente dopo il pranzo, non prenderà alcun riposo. I,518.
- Io darò sempre per consiglio ai giovani di fare ciò che si può e non di più. La notte è fatta per riposo. Eccettuato il caso di necessità, dopo cena niuno deve applicarsi in cose scientifiche. Un uomo robusto reggerà alquanto, ma cagionerà sempre qualche detrimento alla sua salute. I,318.
- Riposo festivo: ricordatevi, o giovani, che la santificazione dalle feste vi porta la benedizione del Signore su tutte le occupazioni della settimana. II,167.
- Mi riposerò poi quando sarò qualche chilometro sopra la luna. V,634.
- Non approvava le carte, la dama, la tela, gli scacchi, dicendo: la mente ha bisogno del suo riposo. VI,402.
- Lavoriamo di cuore, Iddio saprà pagarci da buon padrone. L’eternità sarà abbastanza lunga per riposarci. VII,164.
- Come volete che io mi pigli riposo mentre il demonio non riposa mai? VII,413.
- Coraggio, laroriamo, lavoriamo sempre, perché lassù avremo un riposo eterno. VII,484.
- Di riposo al corpo concedergli solo quel tanto che è indispensabile alla sua salute e conservazione. IX,709.
- Lavoriamo continuamente in questa terra per salvar l’anima nostra e tante altre, ci riposeremo nella beata eternità. X,9
- Il riposo del prete è il paradiso. X,367; XIII,192.
- Le vacanze siano di riposo ma nello stesso tempo siano anche occupate, sicché ricreandosi il corpo, non abbia a perderne lo spirito. XI,296.
- Una regola che ho sempre raccomandata, raccomando e raccomanderò sempre, é questa; che alla sera dette le orazioni, facciate il possibile per non trattenervi a parlare con qualche compagno. Dopo le orazioni si vada subito a letto. XII,17.
- Uniformità in tutto e specialmente nel riposo. XII,17.
- La sera dopo le orazioni ciascuno vada subito a riposo. XII,27; XIII,246.
- Riposo a letto dopo il pranzo: fra le abitudini per se indifferenti ma nella realtà sempre cattive ed esiziali don Bosco poneva l’andar nel letto dopo il pranzo. “Per me, disse don Bosco, la tengo una delle cose più pericolose per la moralità e sono di parere che il tenere quest’abitudine e conservar bene la moralità sia cosa difficilissima, per non dire impossibile. Credo che se i Direttori di case conoscessero quanto questo riesca esiziale, si contenterebbero piuttosto di chiudere il collegio, che introdurre tale abitudine. É dunque da vietare ai nostri confratelli ed ai giovani di riposare un poco nel dopo mezzodì? Se avviene che, specialmente d’estate, uno resti sorpreso dal sonno nel pomeriggio, dovrà sforzarsi a non lasciarsi vincere da quella tendenza? Noi avvenendo che, mentre si lavora o si studia, il sonno ci sorprende, ognuno assecondi pure questo bisogno e dorma un momento, adagiandosi sulla sedia o posando il capo sulla scrivania; ma nessuno si ponga a letto per conciliarselo il sonno; poiché io credo che sia precisamente questo il “daemonium meridianum” da cui siamo avvisati di guardarci, come tanto pericoloso alle nostre anime. Per giovani poi si continui quanto da noi già si pratica: nei paesi di gran caldo, dopo aver fatto un po’ di ricreazione si radunino nello studio o nella scuola, e quivi ciascuno al proprio posto studii o dorma a suo piacimento, purché siano assistiti, affinché regni il silenzio e chi vuoi riposare non ne venga impedito. Così chi sente il bisogno di riposare, può farlo; gli altri, cui il sonno non si concilia, hanno occupazione, e tutti i pericoli scompaiono. Insomma quel che si riprova è l’abitudine di andare a letto dopo pranzo. XIII,279; XIII,433.
- Non state mai inoperosi. Se non lavorate voi lavora il demonio. XIII,433.
- (per la castità) anche più pericolo vi è quando uno riposa il giorno. Io trovo pericolosissimo il riposo dopo pranzo. É un momento quello in cui l’anima è meno preparata, invece il corpo sazio è in quei momento più preparato. XIII,801.
- Io raccomando l’orazione specialmente alla sera quando si va a dormire. É’ questo uno dei tempi più pericolosi per la bella virtù. XIII,803.
- Chi non si addormenta subito, reciti qualche preghiera, giaculatoria, e così pregando ci addormenteremo nel Signore. XIII,803.
- Se possiamo fare in modo che dopo cena si vada a riposo, è un grande guadagno per la moralità. Quel tempo è il tempo dei complotti. XVI,416-7.
- Tutto per il Signore; facciamo quello che si può ad maiorem Dei gloriam, riposeremo poi in paradiso. Sn. 425, n.248.
- Con mia madre io aveva confidenza illimitata, e senza il suo consenso non avrei mosso un piede. I,142.
- Colui che perde rispetto al padre o alla madre, si attira sul capo la maledizione di Dio. I,442.
- Rispetto tutti, ma non temo nessuno. V,661
- Raccomandava che per tutti avessero un gran rispetto. VII,31.
- Rispettava la congregazione nei singoli membri. X,1071.
- Tutti quelli che esercitano qualche autorità, se vogliono essere ubbiditi e rispettati, facciano essi altrettanto verso i loro rispettivi superiori. XIII,848.
- Noi faremo prudenza, mirando a salvare le anime, sostenendo i buoni principii, ma risparmiando e rispettando le persone. XXII,618.
- Se vuoi essere obbedito e rispettato fatti voler bene, ma non carezzare, massime sulla faccia o prendendo per mani. XIII,826.
- Quando si tratta di fare il bene, di respingere o combattere gli errori, mettete la vostra confidenza in Gesù e Maria, e allora sarete pronti a calpestare il rispetto umano e a subire anche il martirio. VI,348.
- Se volete conservarvi buoni e non soffocare la vocazione, osservate: ritiratezza e frequenza ai santi sacramenti. XI,254.
- Abbi coraggio della tua fede e delle tue convinzioni. VI,482.
- Due cose vi sono che non si combattono e non si vincono mai troppo: la nostra carne e gli umani rispetti. VII,292.
- Che cosa è il rispetto umano? Un mostro di cartapesta che non morde. VIII,165.
- Non curiamoci degli avversari e dei loro schemi. Il coraggio dei tristi non è fatto che dell’altrui paura. Siate coraggiosi e li vedrete abbassar le ali. VIII,165.
- Chi ha vergogna di esortare alla pietà é indegno d’esser maestro e i giovani lo disprezzeranno. X,1019
- É impostore chi si professa cristiano e non agisce come tale.
- La mormorazione porta il rispetto umano. XIII,91.
- Nelle cose necessarie a farsi non bisogna guardar in faccia a nessuno. XIII,284.
- Quando uno si mette per rispetto umano in un luogo oscuro, nascosto della chiesa, il giorno dopo non andrà più ad ascoltar la santa messa. XIII,435.
- I giovanetti... facciamo coraggio a combattere il formidabile nemico delle anime che è il rispetto umano. XIII,493.
- Colla ritiratezza e colla frequenza alla santa comunione si perfeziona e si conserva la vocazione e si forma un vero ecclesiastico. I,460.
- Se volete conservarvi buoni e non soffocare la vocazione, osservate ritiratezza e frequenza ai santi Sacramenti. XI,254.
- (per vacanze) vi sarebbe ancora una gran cosa che è quella che io raccomando di più. É la ritiratezza... ora spiego la parola star ritirato. E vuol dire: ritirato dalle persone, dai luoghi e della cose che possono essere occasione di peccato. XII,364.
- Un religioso amante di novità esce senza bisogno dalla sua casa e quando il demonio può far uscire uno indebitamente lo vince. XII,602.
- Noi, lasciato il secolo, dobbiamo combattere, fuggendo luoghi e persone, e qualunque cosa presenti pericoli per l’anima. XII,604.
- Per essere allontanati e difesi da ogni pericolo, non cerchiamo pretesti per ritornare in mezzo al mondo, ma stiamocene lontani. XII,606.
- Don Bosco era molto rigoroso nel proibire ai giovani la lettura dei romanzi, anche di quelli che comunemente si giudicano buoni. Ripeteva che siffatti libri offrono fomiti alla passione e fan perdere il tempo e la voglia degli studi seri. IX,398.
- Credete alla mia esperienza: causa di molte vocazioni perdute fu la lettura dei ‘Promessi sposi’ del Manzoni. IX,398.
- Io non pensava che ci potesse essere tanta smania come c’è adesso di perdere il tempo e rovinarsi l’anima con il leggere dei romanzi. XVII,196.
- Per ciò che spetta alle letture fatte in comune nei refettori, nelle camerate e nella sala di studio, dirò in primo luogo che non si leggano mai libri se prima non sono approvati dal direttore e siano esclusi i romanzi di qualunque genere essi siano, non usciti dalla nostra tipografia. XVII,199.
- Un sacerdote non deve mai permettere che chiunque si avvicini a lui ne parta senza aver udita una parola, che manifesti il desiderio della salute eterna della sua anima III,75.
- Schivava, come egli disse, di cagionare antipatie le quali in vita e anche in punto di morte fanno talora respingere un sacerdote. III,187.
- L’orazione al sacerdote è come l’acqua al pesce, l’aria all’uccello, la fonte al cervo. III,246.
- Quanto sono contento d’esser sacerdote! III,278.
- La forza del sacerdote sta nella pazienza e nel perdono. IV,628.
- Dovere del sacerdote è provvedere ai poverelli e non alle proprie comodità. V,407.
- Raccomandava ai chierici che conservassero illibata la purezza del cuore, avvertendo che altrimenti andrebbe perduta ogni speranza di felicità e di fruttuoso ministero. V,409.
- Noi siamo il sale della terra e la luce del mondo e comportiamoci in modo che si verifichino le parole del Salvatore, cioè che gli uomini veggano le nostre opere buone e glorifichino il Padre nostro che è nei cieli. V,654.
- Chiunque avvicina un sacerdote deve riportarne sempre qualche verità, che gli rechi vantaggio all’anima. VI,381.
- Un sacerdote fedele alla sua vocazione é un angelo; e chi non è tale, che cosa è? Diventa un oggetto di compassione e spregiò per tutti. VII,82; IX,387.
- Il sacerdote non va nell’inferno o nel paradiso da solo, ma accompagnato sempre da anime perdute o salvate da lui. VIII,909; IX,334; XVI,54.172; XVII,220; XIV,713.
- Armi per combattere i nemici del sacerdote; la temperanza, la preghiera, il lavoro. VIII,910.
- Lo sprezzo ai Superiori porta il disprezzo ai sacerdoti della Chiesa. IX,159.
- Quando un sacerdote vive puro e casto, diventa padrone dei cuori e riscuote la venerazione dei fedeli. IX,387.
- I ministri di Dio devono allontanarsi dalla patria e dai parenti se vogliono fare del bene. IX,703/900.
- I leviti saranno cercati tra la zappa, la vanga ed il martello. X,64.
- Si procuri a costo di qualunque sacrificio, che la società salesiana abbia sacerdoti che siano sale colla pietà e colla scienza per indirizzare le anime al bene ed alla virtù, e luce col buon esempio. X,1096.
- Senza la castità un sacerdote è nulla: colla castità posseduta un sacerdote è tutto, ed ogni tesoro ha nelle sue mani. XII,15.
- Ciò che possiede il sacerdote è patrimonio dei poveri. XIII,808.
- Voi fortunate (cooperatrici) se potete riuscire a dare qualche sacerdote alla Chiesa... Dio, gli angeli, la religione, le anime vi siano grati di un’opera così esimia. XIV,133.
- Non vi dovrebbe essere sacerdote il quale non cercasse di procurare, di secondare, a costo eziandio di sacrifici, lo spirito di vocazione in altri, per lasciargli suoi eredi e successori nel ministero di salvar le anime. XVII,490.
- Procurate di accrescere i meriti del vostro sacerdotale ministero. La gloria della chiesa è la gloria nostra, la salute delle anime è il nostro interesse. Tutto il bene che gli altri faranno per causa nostra, accrescerà lo splendore della nostra gloria in paradiso. XVII,491.
- (a don Bosco in sogno la Madonna) si lamentava che il sacerdote dal pulpito teme di spiegarsi sul dovere di dare il superfluo ai poveri. XVIII,361.
- Il sacerdote bisogna che si ricordi, che non è più per la famiglia e per gli interessi materiali, ma, di Dio. Sm.490, n.20.
- Il sacerdote è il turibolo della divinità; è il soldato di Cristo. Sm.584, n.20. III,246.
- Il più grande dono che Dio possa fare ad una famiglia è quella di una vocazione al Sacerdozio. VI,111.
- Ove è moralità e attitudine, io son di parere che si faciliti la via al sacerdozio. XIII,257.
- Chi non si sentisse di conservare la virtù della castità, non è fatto per il sacerdozio; da prete non farebbe che del male a sé e agli altri. XIII,808.
- I sacramenti della confessione e della comunione sono i più validi sostegni della gioventù. VI,46.
- Il timore di Dio e la frequenza dei santi sacramenti: ecco ciò che fa fare miracoli alla gioventù. XI,221.
- Chi frequenta ai sacramenti s’impara a operare per principio di coscienza e non per paura di castighi. XI,221.
- Se volete conservarvi buoni e non soffocare la vocazione, osservate: ritiratezza e frequenza ai santi sacramenti. XI,254.
- La sola frequenza ai sacramenti non è inizio di bontà. XI,578.
- Io vi ho detto che chi ha danari e non vuole consegnarli, non andasse ai sacramenti. XII,146.
- Solamente coloro che vivono male non si accostano mai o molto di rado ai sacramenti hanno da temere la morte. XII,247.
- La molta frequenza di sacramenti: questo è il principale (mezzo per conservare la moralità). XIII,273.
- Se veramente i sacramenti si frequentano molto e nelle dovute maniere, non si radicherà nessun disordine. XIII,273.
- Quando nelle case si trascura la frequenza ai santi sacramenti, queste non possono prosperare. XIII,643.
- Fra di noi vi è la base delle vocazioni, che e la frequenza ai santi sacramenti. XIV,44.
- (sogno) “Quanta svogliatezza in questa ricreazione!” E di qui proviene la freddezza in tanti nell’accostarsi ai santi sacramenti. XVII,109.
- Colla frequenza alla comunione voi vi rendete cari a Dio ed agli uomini e Maria vi concederà la grazia di ricevere i santi sacramenti in fine della vita. XVII,271.
- Quello che potentemente contribuisce a conservare l’unità di spirito si è la frequenza dei santi Sacramenti. XVII,894.
- Quando si tratta di servire sì buon Padre come Iddio, bisogna essere pronti a tutto sacrificare. II,535.
- Per fare del bene bisogna avere un po’ di coraggio, essere pronti a soffrire qualunque mortificazione, non mortificare nessuno mai, essere amorevole. III,52.
- Per questi giovani farei qualunque sacrificio, anche il mio sangue darei volentieri per salvarli. IV,335.
- Se sapeste quanti stenti ho sofferto per riuscire chierico! Ho sempre avuto bisogno di tutto e di tutti per andare avanti. V,398.
- Chi è ricco ama starsene in riposo, quindi l’amore delle proprie comodità e soddisfazione, e la vita oziosa. Lo spirito di sacrificio si spegne. VI,328.
- Raccomandava ai suoi dipendenti, costituiti in autorità, la vita di continuo sacrifizio pel bene del prossimo. VII,31.
- Noi abbiamo bisogno che ciascheduno sia disposto a fare grandi sacrifici di volontà: non di sanità, non di danaro, non di macerazioni e penitenza, non di astinenze straordinarie, ma di volontà. Perciò uno adesso deve essere pronto ora a salire in pulpito ed ora ad andar in cucina; ora a fare scuola ed ora a scopare, ora a fare il catechismo, o pregare in chiesa ed ora ad assistere nelle ore di ricreazione, ora a studiare tranquillo nella sua cella od ora accompagnare i giovani alla passeggiata; ora a comandare ed ora ad obbedire. VII,47.
- Tollera ogni cosa quando si tratta di impedire il peccato. VII,524.
- Il paradiso pagherà tutto. VII,584.
- Le piccole croci della terra sopportate formeranno nuove corone di gloria in cielo. IX,333.
- Solo con grandi fatiche riescono le grandi imprese. IX,69.
- Ogni più piccolo sacrificio fatto in gioventù, procaccia un tesoro di gloria in cielo. IX,333.
- Siamo ambiziosi, ma di salvar anime coi nostri sacrifici. IX,354.
- Non é un buon membro quello che non è disposto a sacrificare se stesso per salvare il corpo. IX,574.
- É un sacrificio ma Dio lo vuole e sarà divinamente recompensato. IX,704.
- Ognuno sia disposto di soffrire caldo e freddo, sete, fame, stenti e disprezzo, ogni volta tali cose contribuissero a promuovere la gloria di Dio, la salute dell’anima propria. X,666.
- Dio sa largamente ricompensare i sacrifici che si fanno per obbedire alla santa volontà. XI,243.
- Non si va alla gloria se non con grande fatica. XI,363.
- Non badate a fatiche, a privazioni, a disprezzi del mondo. XI,393.
- Se mi giovane riesce buon prete, noi dobbiamo essere paghi dei nostri sacrifici. XII,373.
- Senza grandi fatiche non si può arrivare a grandi cose; per questo noi dobbiamo essere pronti a tutto. XII,631.
- Non creiamoci necessità. XII,447.
- Ai grandi sacrifici é riservato un gran premio. XIII,134.
- 23 Da noi non si vogliono danari, ma fatiche. XIII,80.
- Da parte mia non risparmierò niente per tentare di guadagnare qualche anima al Signore. XIII,659.
- Nei grandi pericoli bisogna raddoppiare gli sforzi ed i sacrifici. XV,350.
- Ritieni che la vita religiosa è vita di continuo sacrificio e che ciascun sacrifici é largamente da Dio ricompensato. XVII,215.
- Suo motto: fare, patire, tacere. XVIII,486.
- É con la preghiera e col sacrificio che si prepara l’azione (Pio XI). XIX,220.
- Piuttosto che fare un sacrilegio cangiate non una, mille volte il confessore. II,152.
- Per lo più le prime confessioni dei giovanetti se non sono nulle, almeno sono difettose per mancanza dl istruzione, e per omissione volontaria di cosa da confessarsi. II,152.
- Piuttosto che fare una confessione o comunione sacrilega, cambiate anche tutte le volte il confessore. VI,340; X,10.
- (sogno) “É più grande il numero di coloro che si dannano confessandosi, che di coloro che si dannano per non confessarsi, perché anche i più cattivi qualche volta si confessano, ma moltissimi non si confessano bene. VI,903.
- Piuttosto che fare confessioni cattive è meglio che non vi confessiate. VIII,54.
- Io sono di parere, che forse cinquanta su cento i giovani, quando vengono nei nostri collegi, hanno bisogno di far la confessione generale. Per ottenere che si facciano le cose bene, bisogna avere carità, e carità, e tanta carità. Bisogna saper quasi estrarre per forza quel che non vorrebbero dire. XII,91.
- Datemi un giovane che abbia avuto la disgrazia di non confessarsi bene, d’aver taciuto qualche cosa in confessione. di aver fatto anche qua1che comunione sacrilega, e voi vedrete come la sua coscienza sia veramente in burrasca. XII,132.
- Fa pietà vedere lo stato di coscienza in forse nove decimi dei giovani. XIII,270.
- Bisogna persuadersi che quando un giovane ha la disgrazia di lasciare imbrogli sulla coscienza per lo più va avanti anni e anni e non vi è solennità o muta di esercizi o morte di altri che lo colpisca. XIII,270.
- Si studino tutti i modi di dare sempre maggior comodità e la sola probabilità di un buon successo merita che ce ne occupiamo molto. Ma lo si tenga come cosa importante. XIII,271.
- Vi sono sempre di quelli che tacciono e per fare che si faccia. E si va avanti mesi ed anni e molti anni e se ne trovano anche tra i medesimi adulti e preti. XV,707.
- (sogno) I giovani che il demonio voleva portar via con sé... sono particolarmente quelli che si confessano male, che fanno sacrilegio nella confessione. Ricordati bene: quando predichi soprattutto alla gioventù insisti molte sulla necessità di far buone confessioni e in specie sulla necessità della contrizione. XVII,449.
- É sacrilegio fare il voto di obbedienza e poi regolarsi come certuni, che obbediscono solo quando loro piace. XVIII,207.
- Il Signore mi ha mandato per i giovani; perciò bisogna che mi risparmi nelle altre cose estranee e conservi la mia salute per loro. VII,291.
- I salesiani cercano la propria salvezza e la carità verso il prossimo. VIII,309.
- Chi si cerca una vita comoda, una vita agiata, non entra con buon fine nella nostra Società. VIII,829.
- Dobbiamo renderci tali da essere atti a compiere fruttuosamente il nostro ministero. IX,347.
- Se noi, considerandoci come membri di questo corpo, che è la nostra società, ci acconceremo a qualunque funzione ci tocchi fare, se questo corpo sarà animato dallo spirito di carità, e guidato dall’obbedienza, avrà in sè il principio della propria sussistenza, e l’energia a operare grandi cose a gloria di Dio, al bene del prossimo, ed a salute dei suoi membri. IX,575.
- Segni di vocazione religiosa e salesiana: lo stare volentieri coi giovani, aver desiderio di adoperarsi perché abbraccino lo stato ecclesiastico. IX,711.
- amerà don Bosco, amando i salesiani e per amare i salesiani bisogna che ami molto le anime. X,7.
- Ciò che deve distinguere la nostra congregazione è la castità. X,35
- La nostra congregazione ha davanti un lieto avvenire, preparato della divina provvidenza, e la sua gloria sarà duratura fin a quando si osserveranno le nostre regole. X,102.
- Il fine della nostra società è la santificazione di noi stessi e la salvezza delle anime, coll’esercizio della carità. X,102.
- La nostra società prende grande sviluppo: noi procuriamo di renderci degni dei divini favori coll’esatto adempimento dei nostri doveri. X,313.
- Quando scrivete ai vostri parenti, dite che don Bosco li saluta e che tutti quelli che hanno dei salesiani e delle Figlie di Maria A. saranno tutti salvi fino alla terza e alla quarta generazione. X,651.
- Finché i salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice si consacreranno alla preghiera e al lavoro, praticheranno la temperanza e coltiveranno lo spirito di povertà le due congregazioni faranno del gran ben. X,651.
- Quando cominceranno tra noi le comodità e le agiatezze; la nostra congregazione ha compiuto il suo corso. XI,652.
- Salesianae Societatin finis: Sanctificatio sui ipsius, salus animarum per exercitium caritatis, en finis nostrae societatis. Qua in re summopere cavendum est ne unquam in officiis fungendis erge alios praeponantur nisi illi, qui virtutibus vel scientia calleant quas alios docere satagunt. Melior est magistri dificientia, quam ineptitudo. Itaque si faciunt aliter quam doceant illis dicitur: medice cura te ipsum. X,821.
- O salesiani santi, O non salesiani. X,1078.
- Finché noi corrisponderemo alle grazie del Signore col lavoro, colla moralità, col buon esempio il Signore si servirà di noi, e voi stupirete che possiate fare tanto. XII,83.
- Ai salesiani dirò che si amino vicendevolmente, che ciascuno faccia quanto può per farsi degli amici, e diminuire coram Domino qualunque motivo di risse o dispiaceri. XII,195.
- Il signore si servirà di noi, finché corrisponderemo ai suoi voleri, finché ci meriteremo i suoi favori. XII,223.
- Io non posso a meno di animarvi molto e molto ad esser veri salesiani. Dobbiamo dare frutti di ogni virtù, ornando di queste il nostro cuore. Quindi la grande cosa di massima importanza che d’accordo dobbiamo fare si è, di volere intieramente e sempre essere uniti con vincoli di perfetta obbedienza. XII,224.
- Ciò che deve distinguerci fra gli altri, ciò che deve essere il carattere della nostra congregazione è la virtù della castità. XII,224.
- Lo spirito proprio della nostra congregazione è attività; non mai prendere di fronte gli avversari, non ostinarsi a lavorare dove non si può fare nulla ma portarsi invece dove si possano impiegare utilmente le forze. XII,255.
- Grande vantaggio è il ricevere noi ancora piccolini la maggior parte di coloro che si fanno salesiani. XII,300;
- L’aver noi inclinazione a questa vita dei salesiani non è un segno di vocazione? Chi ce l’ha infuso? Ogni dono perfetto viene dall’alto. Dunque la vostra vocazione viene da Dio. XII,561.
- In tutte le nostre, case avrete pane, lavoro e paradiso. Vi capiterà fors’anche, come agli Ebrei nel deserto, d’incontrare acque amare, cioè disgusti, malattie, prove difficili, tentazioni; ebbene, ricorrete al rimedio indicato da Mosè: mettete nelle acqua amare il legno che ha la proprietà di addolcirle, voglio dire il legno della Croce ossia la memoria della Passione di Gesù e del suo divino sacrifizio che si rinnova quotidianamente sui nostri altari. XII,600.
- Dovunque siam posti, in qualunque maniera siamo adoperati, purché possiamo salvare delle anime... Noi ne abbiamo abbastanza. XII,631.
- I salesiani mostrino la lor gratitudine colla esatta osservanza della regola. XIII,497.
- Noi cerchiamo solo che ci lascino lavorare in mezzo alla gioventù; quindi asteniamoci dalla politica. In altro che non fosse occuparci dei fanciulli, noi saremmo fuori del nostro posto. XIII,684.
- (ad un aspirante che domanda di farsi salesiano). “Ci vuole scienza e virtù”. XIII,868.
- (sogno) Ricordo ai professi: custodire gelosamente la virtù della castità. Amare il buon nome dei confratelli e promuovere il decoro della congregazione. XIV,124.
- Noi dobbiamo avere per iscopo primario la cura della gioventù e non è buona ogni occupazione che da questo fine ci distragga. XIV,284.
- Sia impegno d’ogni salesiano di rendersi ognor più degno del le grazie del Signore collo spirito di preghiere, d’ubbidienza e di sacrifizio. XIV,521.
- Non dimenticare che tu devi essere ovunque salesiano, vale a dire: sale nei discorsi e luce colle buone opere. XIV,565.
- Patientia; caritas et mansuetudo nostra resplendeant in opere et sermone, adeo ut adipleantur in nobis verba Christi: vos estis sal terrae, vos estis lux mundi”. XIV,795.
- Non dimenticare ohe noi siamo salesiani Sai e lux. Sale della dolcezza, della pazienza, della carità. Luce in tutte le azioni esterne. XV,15.60
- Studio e pietà ti faranno un vero salesiano. XV,28.
- Quae praedicatis, constanter facite, adeo ut opera vestra sint velut lui, quae sicuti tuta traditio ad fratres et filios vestros pertransisset de generatione in generatione. XV,186.
- Dovendo presiedere ad altri, dovete prima di tutto dare buon esempio. XVI,313.
- Il santo padre Pio IX disse parecchie volte che nel formare i salesiani si avesse in mira di renderli quale dovrebbe essere un sacerdote esemplare in mezzo al mondo. XVI,413.
- Sempre lavorare per prepararci la salvezza eterna dell’anima nostra: questo deve essere il fine di ogni salesiano e il suo continuo sospiro. XVII,476.
- Come è buono il Signore... Pochi al mondo ebbero i mezzi che abbiamo noi. XVII,132.
- Tutti i confratelli salesiani che dimorano in una medesima casa devono formare un cuor solo ed un’anima sola col direttore loro. XVII,267.
- Ricordatevi, o figlioli miei, che l’unione tra direttore e sudditi e l’accordo tra i medesimi, forma nelle nostre case un vero paradiso terrestre. XVII,267.
- I salesiani riusciranno a tutto coll’umiltà, col lavoro, colla temperanza. XVI I,301.
- Quando i giovani chiedono consiglio sulla loro vocazione, se si viene a scoprire che siano mancanti della bella virtù, non si consiglino mai a farsi salesiani. XVII,461.
- Lettera che può servire di norma a divenire veri salesiani. XVII,628.
- Ogni salesiano si faccia amico di tutti, non cerchi mai di fare vendetta, sia facile a perdonare, ma non richiamar le cose già una volta perdonate. XVII,628.
- Tien fisso nella mente che ti sei fatto salesiano per salvarti. XVII,630.
- Oh come sono contento di morire salesiano! (dori Paseri). XVII,630.
- Se non fossi salesiano, io mi farei salesiano! IX,718.
- (sogno) Tutto sta che i salesiani non si lascino prendere dall’amore delle comodità e quindi rifuggano dal lavoro... avranno caparra di lunga durata. XVII,645.
- Assicurò che la congregazione si sarebbe dilatata in modo meraviglioso e che ai salesiani non sarebbe mancato nulla, finché si fossero tenuti all’educazione della gioventù povera, essendo quella la missione affidata loro dalla Madonna. XVIII,207.
- Io mi riprometto grandi cose per la Chiesa e per la società dall’Istituto Salesiano. (Leone XIII). XVIII,215.
- Raccomandate ai salesiani, specialmente l’ubbidienza e dite loro che conservino le vostre massime e le tradizioni che voi lascerete. (Leone XIII). XVIII,315.
- Siate solleciti tanto del numero dei salesiani quanto della santità di quelli che già avete. Non è il numero che aumenta la gloria di Dio, ma la virtù, la santità dei soci. Perciò siate molto cauti e rigorosi nell’accettare nuovi membri nella congregazione, badate anzitutto che siano di moralità provata (Leone XIII a don Bosco). XVIII,31.
- I salesiani sono per la difesa dell’autorità del papa, dovunque lavorino, dovunque si trovino. XVIII,491.
- Chi non sa lavorare non è salesiano. XIX,157.
- (parole di Pio XI) “Don Bosco a voi figli suoi... ci sembra... vi insegni un triplice segreto: Amore di Gesù Cristo Redentore che è amore per le anime, apostolato per le anime; divozione fervida, costante a Maria Ausiliatrice da lui voluta a presidio di tutto l’organismo dell’opera sua, devozione attaccamento obbediente, fedelissimo alla Santa Chiesa, al Vicario di Gesù Cristo come alla guida visibile, sensibile che il divin Redentore ha voluto non mancasse alle anime. XIX,294-5.
- Tessera di riconoscimento per tutti i figli di don Bosco grandi e piccoli: amore a Gesù Redentore nelle esplicazioni della sua carità a salvezza delle anime, divozione a Maria Ausiliatrice, fedeltà al Vicario di Gesù Cristo (Pio XI). XIX,301.
- (don Franconia) “Nel 1862 furono emessi i voti... tra i quali c’era io stesso. Ricordo che allora disse queste parole: che noi dovevamo considerarci come soldati della Chiesa e del Papa. Sm.289, 280.
- In tutti gli stati uno può salvarsi, purché viva da buon cristiano. I,475.
- Il divin Salvatore colla sua grazia ha reso facile e posto alla portata delle nostre forze tutto ciò che giova alla nostra santificazione e alla salvezza delle anime. II,128.
- Si, si! Ci salveremo mediante la grazia di Dio e il suo aiuto, che non mancano mai, e la nostra buona volontà. Preghiamo, perché la preghiera fatta per questo fine è infallibilmente impetratoria! É di fede che otterrà ciò che dimanda. II,156.
- Tenetevi pur sicuri dell’eterna salute, purché corrispondiate alle grazie che Dio ci fa continuamente. II,157.
- Un prete è sempre un prete, e tale deve manifestarsi in ogni sua parola. Ora esser prete vuoi dire aver, per obbligo, continuamente di mira il grande interesse di Dio, cioè la salvezza delle anime. III,74.
- Un sacerdote non deve mai permettere che chiunque si avvicini a lui ne parta senza aver udita una parola, che manifesti il desiderio della salvezza eterna della sua anima. III,75.
- Se ella è così malcontenta ed arrabbiata, è perché non pensa guari alla salvezza dell’anima sua. III,78.
- Sopportate qualunque male del mondo piuttosto che dimorare in luoghi e trattare con persone, che mettono in pericolo la salvezza dell’anima vostra. III,132.
- Non siamo creati per bere e per mangiare, sibbene per amar Dio e salvar l’anima. III,586-7.
- Io penso che si possa affermare assicurata la salvezza dell’anima di un giovane che fa ogni mese la sua confessione e comunione come se fosse l’ultima della sua vita. IV,683.
- I mezzi che possono assicurarci la salute dell’anima sono l’orazione, i ss. Sacramenti e la parola di Dio. IX,747.
- Colui il quale non è vigilante corre pericolo di non salvarsi, perché o gli manca il tempo, o la volontà, o la grazia. V,420.
- Amate, onorate, servite Maria; procurate di farla conoscere, amare e onorare dagli altri. Non solo non perirà un figlio che abbia onorata questa madre, ma potrà anche aspirare ad una grande corona. V,655.
- Se perdi l’anima tutto è perduto, se salvi l’anima tutto è salvo in eterno. V,706.
- Miei cari figlioli, abbiamo un’anima sola; salvata questa, è salvato tutto. V,730.
- Iddio dà molte benedizioni a chi si occupa a pro dei fanciulli ed è grande consolazione il salvarsi in compagnia di altri salvati da noi, mentre è poltroneria volersi salvare da soli (Pio IX). V,909.
- Voi sapete che siamo amici e desidero una cosa sola: la salvezza dell’anima vostra. VI,323.
- Essere amico di Don Bosco vuoi dire che tu mi devi aiutare... nel salvare l’anima tua. VI,385.
- Aiutarmi a salvare l’anima tua vuoi dire che tu devi fare prontamente e con diligenza tutte le cose che io ti comanderò per bene dell’anima tua. VI,385.
- Il giovane ama più che altri non creda che si entri a parlargli dei suoi interessi eterni, e capisce da ciò che gli vuole e chi non gli vuole veramente bene. VI,385.
- Salve, salvando salvati! V;409.
- Aiutami a salvare l’anima tua. VI,416.
- I tuoi sforzi siano diretti a conservare l’unità di volere tra i superiori, perché vogliano tutti una cosa sola: salvar molte anime e tra esse l’anima propria. VII,847.
- Al mondo vi sono molti pazzi e molti furbi. I furbi sono o loro che faticano e patiscono un po’ per guadagnarsi il Paradiso: i pazzi sono coloro che s’incamminano per l’eterna perdizione. VIII,16-20.
- La comunione devota e frequente è il mezzo più efficace per fare una buona morte e così salvarsi l’anima. IX,14.
- Ricordatevi che tutti quelli i quali salvano un’anima, si assicurano la salvezza dell’anima propria. IX,347.
- Noi abbiamo scelta a questo mondo la cosa migliore: salvare le anime. IX,714.
- Prega, prega bene e certamente ti salverai. X,9.
- Lavoriamo continuamente in questa vita per salvar l’anima nostra e tante altre; ci riposeremo nella beata eternità. X,9.
- Quando scrivete ai vostri parenti, dite che Don Bosco li saluta e che tutti quelli che hanno dei salesiani e della Figlie di Maria A. saranno tutto salvi fino alla terza generazione o anche la quarta. X,651.
- Il miglior mezzo per salvar la nostra anima e le altrui è di cominciare col perfezionar noi stessi mediante l’esempio. X,1088.
- Per salvare questa povera anima nostra bisogna essere disposti a tutto! X,1239; II,118.
- Ricordi ai miei figli affinché si possano tutti salvare: vedi: Ricordi: X,1333.
- Se si sbaglia è tutto perduto, poiché si muore una volta sola. XI,256.
- Io sono di parere che molto pochi di quelli che escono da una congregazione a cui si erano affiliati, possono salvarsi. XI,300.
- Non sì va alla gloria se non con grande fatica. XI,363.
- Credetelo pure, miei cari figlioli, colui che è divoto del SS. Sacramento, cioè va con frequenza a fare buone comunioni, e colui che va a far visite a Gesù Cristo nel Tabernacolo, costui ha un pegno sicuro della sua eterna salvezza. XII,29.
- Veniamo ad un altro punto che io credo della massima importanza per far camminare bene i giovani nella via della salvezza. Purtroppo una lunga esperienza mi ha persuaso esservi bisogno di far fare la confessione generale ai giovani che vengono nei nostri collegi; o almeno questa confessione essere loro vantaggiosissima. XII,91.
- Lo stato nel quale il Signore vi vuole fu da lui sparso di molte grazie per facilitare la vostra eterna salvezza. XII,326.
- Chi eseguisce bene l’esercizio mensile della buona morte, può star tranquillo della salvezza dell’anima sua. XII,471.
- Tutti gli altri affari sono secondari dimenticando le cose eterne. XII,493.
- Se vogliamo salvar l’anima nostra, allontanarla dai pericoli, portiamoci alla nostra congregazione, che è un posto ritirato affatto e difeso dal mondo e il sito più opportuno per assicurarci la vita eterna. XII,562.
- Operai che lavorano nella vigna del Signore s’intendono tutti coloro che in qualche modo concorrono alla salvezza delle anime. XII,625.
- Dovunque siamo posti, in qualunque maniera siamo adoperati, purché possiamo salvar delle anime, noi ne abbiamo abbastanza. XII,631.
- Io voglio mettermi per questa via col solo motivo di salvar delle anime: ben inteso volendo anche salvarne delle altre, voglio innanzi tutto salvare la mia. XII,631.
- Chi vuol essere veramente mio, disprezzi le cose di questa terra! Ecco la massima che ci lancia il Divin Salvatore, perché possiamo avere la sicurezza di salvarsi. XIII,231.
- La salute del corpo sta nelle mani di Dio, quella dell’anima sta nelle mani nostre. XIV,625.
- (sogno) Che cosa dovranno praticare i nostri giovani per assicurarsi la loro eterna salvezza? Si cibino del cibo dei forti e facciano dei proponimenti fermi in confessione. XVI,16.
- La salvezza della società è, o Signore, nelle nostre tasche. XVI,16.
- Osservate le nostre sante Regole! Ecco il più grande e caro ricordo. Quanti sono nel mondo che abbiano tale fortuna di poter dire: “Sono certo che, operando in questa maniera, procurerà la salvezza dell’anima mia? XVII,296.
- Dalla vocazione quasi sempre dipende la salvezza eterna di un giovane. XVIII,20.
- Dio ci vuole in cielo, ma per mezzo delle tribolazioni. XVIII,371.
- Chi lavora per salvar anime salva la propria. XVIII,470.
- Chi fa limosina per salvare anime e sarà ricompensato con molta sanità e lunga vita. XVIII,470.
- Chi ritarda di darsi a Dio, è in gran pericolo di perdere l’anima. XVIII,482.863.
- (sul letto di morte): “Dirai alle suore che, se osserveranno le Regole, la loro salvezza è assicurata”. XVIII,533.
- L’opera più efficace ad ottenerci il perdono dei peccati ed assicurarci la vita eterna, è la carità fatta di piccoli fanciulli. XVIII,622.
- Oh miei cari figlioli, diceva, correte, giocate e schiamazzate, ma non fate dei peccati, ed il nostro posto è sicuro in Paradiso. Sm.462, n.45.
- Sovente noi l’udimmo lodar i lavori manuali come mezzo per conservare la sanità e la moralità. I,358.
- La temperanza è benedetta dai Signore, e giova alle facoltà dell’intelletto ed alla corporale sanità. II,395.
- Io non mi sono fatto prete per curare la mia salute. II,459.
- Il lavoro bene ordinato non è quello che reca danno alla sanità corporale. II,517.
- Si dia ampia libertà di saltare, correre, schiamazzare a piacimento. La ginnastica, la musica, la declamazione, il teatrino, le passeggiate sono mezzi efficacissimi per ottenere la disciplina, giovare alla moralità ed alla salute. IV,549.
- Per conservare la sanità e vivere lungamente necessario:
la coscienza chiara, cioè coricarci la sera tranquilli, senza timori per l’eternità;
mensa frugale;
Vita attiva;
buone compagnie ossia fuga dei viziosi. VI,302.
- Il Signore mi ha mandato per i giovani; perciò bisogna che mi risparmi nelle altre cose estranee e conservi la atta sanità per loro. VII,291.
- Massimo nostro dovere è che dobbiamo fare buon uso della sanità in servizio e gloria di Dio. VII,834.
- La sanità è un gran dono del Signore e tutta per lui noi dobbiamo impiegarla. VII,834.
- Ciascuno si occupi e lavori quanto lo permette la propria sanità e capacità. IX,574.
- Il legame che unisce insieme la sanità e lo studio, il fondamento sopra cui sono essi basati è la moralità. Credetelo, miei cari figli, io vi dico una grande verità: se voi conservate buona condotta morale, voi progredirete nello studio, nella sanità. XI,15.
- Raccomando grandemente a tutti la cura della propria sanità. XI,169.
- Quando uno non sta bene, si abbia tutte le cure possibili e gli siano somministrati tutte le cose che possono essergli vantaggiose. XI,169.
- Abbiatevi cura della sanità. Lavorate, ma solo quanto le proprie forze comportano. XI,390.
- Il moto è quello che più giova alla sanità. Io sono di parere che una causa non indifferente della diminuzione della sanità ai giorni nostri provenga dal non farsi più tanto moto come una volta si faceva. XII,343.
- Noi dobbiamo avere molta cura della nostra sanità per guadagnare anime a Dio ed acquistarti il paradiso. XII,346.
- Studiare fuori tempo è causa di rovina della salute. XII,556.
- Raccomanda di curar la salute per poter lavorare molto. XIII,34. 89. 120.
- Ciascuno abbia cura della sua salute. Io ho bisogno che voi cresciate e diventiate giovani robusti e che vi usiate i riguardi necessari per conservarvi in salute, e per poter più tardi lavorare molto. XIII,89.
- Ricordati chela salute è indispensabile, e perciò fate quello che potete. XIII,167.
- Dobbiamo avere grande cura della sanità nostra e di quella dei nostri confratelli. La sanità è un dono assai prezioso del Signore, con cui possiamo fare molto del bene a noi e agli altri. XIII,245-6.
- É un mezzo efficace per conservare la sanità che vi sia sufficiente riposo, non troppo lavoro, non si mangi fuori dell’ora stabilita. Niuna applicazione alla sera dopo cena, anzi dopo le orazioni comuni ciascuno si rechi tosto a riposo. XIII,246.
- La sanità è un potentissimo elemento per fare del bene a sé ed al prossimo. XIII,498.
- Certo su questa terra non vi è cosa che abbia maggior pregio della sanità. XIV,36.
- Dopo la grazia di Dio la sanità è il primo tesoro. XIV,382.
- Lavorare quanto comporta la sanità e non di più; ma ognuno si guardi dell’ozio. XIV,634.
- Sobrietà, perché oltre la sanità del corpo si possa conservare anche quella dell’anima. XIII,433.
- La sanità del corpo sta nelle mani di Dio, quella dell’anima sta nelle nostre mani. XIV,652. State preparati e non confidate nella vostra sanità. XVIII,19.
- Raccomandava a tutti: cura grande della sanità, lavoro, temperanza e tutto riuscirà bene. XVIII,244.
- O Maria otteneteci da Gesù la sanità del corpo, se essa è bene per l’anima, ma assicurateci la salvezza eterna. XVIII,481. 862.
- I santi partecipano alla potenza di Dio e reggono con lui; e in tal giusa mostrano alla terra quanto la virtù sia casa al Signore. V,727.
- Seguite, o mortali, le tracce gloriose dei santi, esse sono il camminino della gloria, il calmino della felicità. V,727.
- I santi non sono essi forse miracoli viventi per la pratica eroica e costante di virtù, che sono infinitamente al di sopra delle povere umane forze? V,727.
- La comunione é per chi vuol farsi santo, non per i santi. VII,679.
- Non è la scienza che faccia i santi, ma la virtù. VIII,931.
- Facciamoci santi se vogliamo che il mondo parli di noi. XVII,557.
- Il Divin Salvatore colla sua grazia ha reso facile e posto alla portata delle nostre forze tutto ciò che giova alla nostra santificazione o alla salvezza delle anime. II,128.
- Noi qui facciamo consistere la santità nello star molto allegri. V,356.
- Sii obbediente e sarai santo. VI,416.
- Volete farvi santi? Ecco! La confessione é la serratura; la chiave è la confidenza nel confessore. Questo è il mezzo per entrare per le porte del Paradiso. VII,49.
- Il mezzo più facile a noi per farci santi è riconoscere la volontà di Dio in quella dei nostri superiori, in tutto ciò che ci comandano e in tutto quello che ci accade lungo la vita. VII,249.
- Ubbidiamo, ché così saremo sicuri di fare la volontà di Dio e saliremo un gradino sulla scala della santità. VII,290.
- San Paolo dice: “Haec est voluntas Dei sanctificatio vestra”. Spiegandoci poi come dev’essere questa santità dimostra che è il nostro mostrarci puri e casti come lo fu Gesù Cristo. X,1089.
- Le pratiche di pietà proprie della congregazione sono il fondamento dell’edifizio della santificazione vostra. XII,23.
- Tu santificherai te stesso con la esatta osservanza delle nostre regole, col rendiconto mensile, e col puntuale esercizio della buona morte. XII,490.
- Senza la pazienza non possiamo farci santi. XII,626.
- Vogliamo andare molto in alto nella santità e nel paradiso? Siamo fedeli a obbedire anche nelle piccole cose. XIII,210.
- Dio ci vuoi tutti santi: “Haec est voluntas Dei: sanctificatio vostra.” Egli ci da tutti i mezzi per salvarsi; e poi ci dice: ora pensateci voi a servirvi di questi mezzi. XIII,230.
- Santifica gli altri, santificando te stesso. XIII,880.
- Tu non dimenticarti che Dio ti chiama a santificare e santificarti. XIV,443.
- Non bisogna far consistere la santità nell’esteriore. XVI,24.
- Datemi l’obbedienza e vi farò grandi santi. XVI,197.
- Quella che santifica non è la sofferenza ma la pazienza. XVIII,129.
- Avvisa gli sboccati, specialmente se vi fossero fanciulli presenti acciocché non ne piglino scandalo. I,475.
- In caso di dover fare correzioni, abbiasi riguardo che siano fatte in privato, e per quanto è possibile, non mai in presenza altrui, eccetto che questa fosse necessarie per riparare un pubblico scandalo. III,105.
- Guardate! Don Bosco è il più grande bonomo che vi sia sulla terrai ma non date scandalo, non rovinate le anime perché allora egli diventa inesorabile. IV,568. VIII,40.
- Colui che con parole, discorsi, azioni, desse scandalo, non e un amico, è un assassino dell’anima. IV,750.
- Ai suoi preti e chierici don Bosco disse in una conferenza che si guardassero da ogni minima cosa, benché lecita, ma che possa in qualche modo essere occasione di scandalo agli altri. VII,85.
- Guai a chi da scandalo! X,37.
- Io prego il Signore a fare in modo che le nostre case siano tutte chiuse prima che in esse succedano somiglianti disgrazie. X,1105.
- Se cerchiamo la cagione di questi mali, per lo più troviamo che il sale divenne infatuato, che la lucerna fu spenta; cioè che la cessazione di santità in chi comandava dia ragione ai disastri avvenuti nei loro dipendenti. X,1106.
- Nemico del buon esempio è lo scandalo. XI,622.
- Noi qui nella casa sopportiamo ogni capriccio, ogni fanciullaggine, ogni dispiacere, ma non mai l’offesa di Dio. Quando vi entrasse l’offesa a Dio, la seduzione, allora è una piaga che per essere fiorita bisogna tagliar via tutto il marcio. XII,58.
- Quando c’é qualche scandalo non si tolleri, ma chi é nel caso di poterlo togliere lui lo toglie, e adoperi ogni mezzo per farlo cessare; chi non può, non stia neghittoso, ma ne parli a chi di ragione e se non basta una volta, ne parli due, e tre, e più ma che lo scandalo si tolga. XII,627.
- Quando il mal abito è inveterate, solo per miracolo uno si converte. XIII,273.
- Il vizio si propaga serpeggiando come la scintilla elettrica sul quadro magnetico. XIII,726.
- In pubblico non si sgridi mai direttamente, se non fosse per impedire lo scandalo o per ripararlo qualora fosse gli dato. XVII,440.
- Se alcuno fosse di cattivo esempio e scandalo, allora costui dev’essere allontanato senza remissione, in guisa però che per quanto é possibile si provveda al suo onore. XVI,447.
- Conosciuto un giovane per malvagio, non lasciamoci illudere da speranze di ravvedimento. XVII,186.
- Siano biasimati e severamente allontanati quelli che dicessero o insinuassero o facessero cose biasimevoli contro la moralità. Non si tema ai usare in ciò troppo rigore. XVII,191.
- Se uno studente che non ha vocazione, si mette fra gli artigiani ne fa strage a dritta ed a sinistra, perché costoro sono individui della peggiore specie. XVII,193.
- Io credo necessario conquistare il cuore dei giovani, persuadendoli colla dolcezza... a consegnare i libri. Non si usi rigore se non nel caso che un giovane fosse di rovina agli altri. XVII,198-9.
- Non si usi deplorevole benignità con gli scandalosi. XVII,379.
- E quando si confessa quel tale che ha dato scandalo? Allora è necessario che tutti tengano lo stesso modo di agire. Se l’agente è recidivo, gli si neghi l’assoluzione, finché non siasi emendato. XVII,380.
- Ah! un delitto spaventoso commettono quei disgraziati dei quali è colpa se un fanciullo perde l’innocenza. XVII,726.
- Soleva chiamare gli scandalosi col nome di lupi rapaci. Sm.722, n.21
- Lo scherzo e la beffa in materia di religione è la cosa più schifosa e più sciocca che ci possa essere. VII,792.
- Ridere e scherzare sì, ma con moderazione e senza chiasso X,616.
- Si irrita e si ostina nel male chi è burlato. XIV,850.
- (ai chierici): Ci esortava a metterci in grado, con una santa vita ed una sosia scienza teologica quante più anime avremmo potuto. III,614.
- Se avremo la scienza senza l’umiltà, non saremo giammai figlioli di Dio, sebbene figli del padre della superbia che è il demonio. III,614.
- Dirò agli studenti che procurino nella scienza terrena di cercar la scienza del cielo, la virtù e metterla in pratica. VI,363.
- Agli studenti io auguro che possano imparare la scienza profana, senza dimenticare la scienza dei Santi. VI,1071.
- Di gran saper non curarti; cerca la scienza fida, quella che al ciel ti guida; sol questa é un vero ben. VII,4l.
- Non vi insuperbite mai di ciò che sapete. Quanto più uno sa, e tanto più uno conosce d’essere ignorante. VII,581.
- Non si acquista mai alcuna scienza sfiorando nello stesso tempo molti libri. Interrogato san Tommaso d’Aquino come avesse fatto per riuscire così dotto, rispose: col leggere un solo libro. VII,828.
- Ricordatavi che scienza senza coscienza non é che la rovina dell’anima. VIII,830.
- Nei lavorare per le anime vale tanto un’oncia di pietà quanto cento miriagrammi di. scienza. VIII,438.
- Scacciate via dal vostro cuore il peccato e le affezioni al peccato e allora possederete abbastanza di scienza per salvarvi l’anima. VIII,830.
- La gloria dell’oratorio non deve consistere solamente nella scienza, ma in modo speciale nella pietà. VIII,931.
- Uno mediocre d’ingegno, ma virtuoso ed umile, fa molto maggior bene e più grandi cose che uno scienziato superbo. VIII,931.
- Non è la scienza che faccia i santi, ma la virtù. VIII,931.
- La vera scienza è il santo timor di Dio. IX,438.
- Senza il timor di Dio la scienza diventa stoltezza. X,1032.
- Senza religione non vi è vera scienza non vi è moralità, né educazione. X,1312.
- (sogno) La scienza del cielo non vuol essere con le terrene cose mescolata. XVIII,74.
- Per iscrivere senza errori bisogna avere alle mani sempre un vocabolario di pregio. III,315.
- Esortava i suoi a cercare nei loro scritti la semplicità di stile; ma li avvertiva che questa semplicità doveva essere frutto di lunghi studi sui classici. IV,634.
- Ti mio studio nel predicare e nello scrivere fu sempre ed unicamente rivolto a farmi intendere da tutti, sia nella esposizione come nell’uso dei vocaboli più semplici e conosciuti. IV,650.
- Non finiva mai la scuola (chierico nelle vacanze) senza esortarci alla preghiera e al timor di Dio. Sm.81
- Vuoi imparare moltissimo: mettiti a far scuola di ciò che vai studiando. V,361.
- I maestri si ricordino che la scuola non è che Un mezzo per fare del bene. X,1018.
- Generalmente i professori tendono a compiacersi degli allievi che primeggiano per studio e per ingegno e spiegando mirano solo ad essi. Quando i primi della classe hanno capito bene, sono pienamente soddisfatti e così proseguono sino alla fine dell’anno. Invece con chi é corto di mente o poco avanti nello studio, si adirano e finiscono con lasciarli in un cantone senza più curarsi di loro. Io invece sono di parere affatto opposto. Credo che sia dovere di ogni professore tenere conto dei più meschini della classe; interrogarli più spesso degli altri, per loro formarsi più a lungo nelle spiegazioni e ripetere, ripetere, finché non abbiano capito, adattare i compiti e le lezioni alla loro capacità. Se l’insegnante tiene un metodo contrario a questo, non fa scuola agli scolari, ma ad alcuni degli scolari. Per occupare con- venientemente gli alunni d’ingegno più svegliato, si assegnino compiti e lezioni di supererogazione, premiandoli con punti di diligenza. Piuttostochè trascurare i più tardi, mi dispensino da cose accessorie, ma le materie principali si adattino interamente a loro. Vorrei inoltre che le spiegazioni fossero attaccate al testo spiegandone bene le parole. Andare nelle regioni elevate mi sembra un battere l’aria. E sono anche di parere che s’interroghi molto e molto, e, se possibile, non si lasci passar giorno senza interroga- re tutti. Da ciò si trarrebbero vantaggi incalcolabili. Invece sento che qualche professore entra in classe, interroga uno o due, e poi senz’altro fa la sua spiegazione. Questo metodo non lo vorrei nemmanco nell’Università. Interrogare, interrogare molto, interrogare moltissimo; quanto più si fanno parlare gli scolari, tanto più il profitto aumenta. E non si critichino i testi. Ci vuol poco a metterli in discredito dinanzi ai giovani; perduta poi che questi ne abbiano la stima, non li studiano più. Si può aggiungere quel che manca, dettandolo; ma critiche, no, mai. XI,218.
- Ogni mattino raccomandate a Dio le occupazioni della giornata, nominatamente le scuole. XI,390.
- Quale crede Lei che sia la causa di tanta aberrazione? Quale origine ai sì gran male? Il Michel rispose con spiegazioni piuttosto secondarie: onde il Santo: No, no, mio bon avvocato ripigliò. La causa del tale è una sola: l’educazione pagana che si da generalmente nelle scuole. Formate tutte su classici pagani, imbevuta di massime e sentenze pagane, impartita con metodo pagano, oggi che la scuola è tutto, questa educazione non formerà mai veri cristiani. Ho combattuto tutta la mia vita contro la perversa educazione che guasta la mente e il cuore della gioventù; fu sempre il mio ideale riformarla su basi schiettamente cristiane. Per questo ho intrapreso la stampa dei classici latini profani più usati nel le scuole; per questo ho cominciato la pubblicazione di scrittori latini cristiani. Ho scritto a questo scopo con molti avvertimenti dati ai Direttori, maestri, assistenti salesiani. Ed ora vecchio e cadente me ne muoio col dolore di non essere stato abbastanza compreso. XVII,442.
- Come professione di fede esigeva che tutti facessero con raccoglimento e venerazione il segno della santa Croce. III,588.
- Ciò che dobbiamo fare si è di non secondare mai, di reprimere, prevenire le insidie dei sensi. IX,354.
- Il nostro cuore e come una cittadella, i sensi altrettanti nemici. X,1089.
- Meglio un po’ di rumore che un silenzio rabbioso o sospetto. V,845.
- Esigeva il silenzio, dalla sera dopo le orazioni fino al mattino seguente dopo la santa messa. Questo riputavalo di somma necessità perché gli animi non divagati potessero conseguire tutto il frutto della preghiera. VI,173.
- Due avvertimenti dava don Bosco ai chierici perché si conservi lo spirito buono nella casa: il primo... “Una comunità che osserva con esattezza il silenzio nei tempi stabiliti, è certamente fedele a tutte le altre sue costituzioni; ce invece in quella ognuno parla a suo talento, d’ordinario non si osservano né regole, né ordine. VI,773.
- Solo nel silenzio il Signore concede le sue grazie, perciò ciascuno di noi in questi giorni si faccia un impegno di approfittare di questi santi esercizi. IX,343.
- Il silenzio è il fondamento del buon andamento dei santi api rituali esercizi. XII,446.
- L’uomo onesto, quando non è creduto, deve porsi in rigoroso silenzio. XIV,175.
- Che vi sia silenzio assoluto dalla nera al mattino, è un guadagno grande (per la moralità). XV,417.
- L’istruzione ed una carità dolce, paziente e longanime sono gli unici mezzi. Qui l’amore prevale al bastone, anzi regna da solo. IV,20.
- Il sistema preventivo è la carità, il santo timor di Dio infuso nei cuori. VI,381.
- Religione e ragione sono le due molle di tutto il mio sistema di educazione. VII,761.
- La religione in questo sistema fa ufficio del freno messo in bocca all’ardente destriero che lo nomina e lo signoreggia; la ragione fa poi quello della briglia che premendo sul morso produce l’effetto che se ne vuole ottenere. Religione vera, religione sincera che domini le azioni della gioventù, ragione che rettamente applichi quei santi dettami alla regola di tutte le sue azioni, eccole in due parole compendiato il sistema da me applicato di cui ella desidera conoscere il gran segreto. VII,761-2.
- Ricordatevi dl non mettere mai i giovani in occasione di poter commettere una mancanza: ecco il sistema preventivo di don Bosco! X,649.
- Il nostro sistema di educazione dev’essere l’amore che attira i giovani a fare il bene per mezzo dì una continua sorveglianza e direzione; non già la punizione sistematica delle mancanze, dopo che queste siano commesse. È constatato che questo secondo metodo il più delle volte attira sull’educatore l’odio del giovane fin che vive. XIII,292.
- Le mancanze derivano in gran parte da difetto di sorveglianza; vigilando si previene sufficientemente il male e non c’è bisogno di reprimere. XVI,168.
- Riguardo ai castighi, opportuni ed importuni si insista, perché sia predicato il sistema preventivo. Avviene spesso che i giovani sono meno colpevoli di quel che si crede, come lo dimostra l’esperienza. XVI,417.
- Vi sono di quelli che desiderano castigare? Il direttore avvisi, ma giammai in pubblico, mai in presenza dei giovani. A tu per tu è facilissimo ottenere che si pieghino alla volontà del superiore e al sistema preventivo. XVI,417.
- (col sistema preventivo) si avranno parecchi vantaggi: a) non diventeranno mai peggiori o daranno buon esempio o non lo daranno mai cattivo; b) aumenteranno il numero delle vocazioni; c) quando escano, si avranno amici se no, nemici; d) si avrà la confidenza dei giovani. XVI,417-8.
- Il sistema che noi dobbiamo adoperare è quel chiamato preventivo, il quale consiste nel disporre in modo gli animi dei nostri allievi che senza alcuna violenza esterna debbano piegarsi a fare il nostro volere. Con tale sistema io intendo di dirvi che mezzi coercitivi non sono mai da adoperarsi, ma sempre sola quelli della persuasione e carità. XVI,439.
- (giornalista): Vorrebbe ora dirmi qual è il suo sistema educativo?
- (don Bosco): Semplicissimo: lasciare ai giovani piena libertà di fare le cose che loro maggiormente aggradano. Il punto sta di scoprire in essi i germi delle loro buone disposizioni e procurare di svilupparli. E poiché ognuno fa con piacere soltanto quello che sa di poter fare, io mi regolo con questo principio, e i miei allievi lavorano tutti non solo con attività, ma con amore. XVII,85.
- Si pratichi il sistema preventivo ed avremo delle vocazioni in abbondanza. IV,262.
- Praticato da mamma Margherita nell’educazione del figlio: I,40-90; I,110-115,159-159; coi giovani interni dell’Oratorio: III,364-377.
- Pratica ed effetti (Testimoni). III,585.
- Il sistema preventivo nell’educazione della gioventù: sua applicazione, suoi vantaggi. IV,344-558; V,845; XIII,918-23.
- Fondamento: il santo timor di Dio. IV,543; VI,381. Sua necessità IV,544-5.
- Norme pratiche circa i compagni, libri, discorsi, disciplina. IV,550.
- Don Bosco imitato da protestanti nella pratica del sistema preventivo. IV,557.
- Una parola sui castighi: IV,559-570; VII,762. Vedi: castighi.
- Efficacia del sistema preventivo (coi giovani della generala). V,226 (visita di due signori Inglesi): VII,556; XIII,921; su giovani rifiutati da altri collegi. XII,409.
- Perché voluto. V,227. Sistema preventivo in pratica: (dai capo 29° al 32°): VI,380-459.
- Un modello nella pratica del sistema preventivo (Don Alasonatti). VI,814.
- Frutti del sistema preventivo. VII,447,521; IX,932-38; XII,118,127,210,409; XIII,14,165,100,524,557; XIV,353; XV,482; XVII,593.
- Don Bosco spiega ai giovani quale sia il suo sistema nell’educare. VII,503.
- Indole delle regole dei collegi. VII,520.
- Norme per sistema preventivo da uno scritto di don Bosco per don Rua. VII,524.
- Informazioni sul sistema preventivo richieste dal ministro della guerra. VII,761.
- Il sistema preventivo di don Bosco desiderato altrove. VIII,122.
- Il sistema preventivo e la veritt eterna. VIII,443.
- Sua posizione nelle trattative col comitato di Ancona. VIII,336.
- Norme direttive circa il sistema preventivo. VIII,490; IX,67.
- Sistema preventivo insegnato alle suore (Anedd.) X,649.
- Sistema preventivo in uso presso i sacerdoti di San Suplizio. XII,696-7.
- A salvaguardia della moralità. XIII,84,85.
- Don Bosco a Marsiglia: cenno sul sistema preventivo. XIII,101. In altra occasione: XIII,114.
- Prima pubblicazione sul sistema preventivo in una serie di articoli. XIII,112.
- In lode del sistema preventivo. XIII,113,114.
- Psicologia in atto nel sistema preventivo. XIII,114. Vedi psicologia.
- In che consista il sistema preventivo. XIII,101,292; XIV,22,321; XIII,554,558,919; XVI,439.
- Scritti di don Bosco sul sistema preventivo per il ministro dell’interno. XIII,555.
- Rilievi del direttore del carcere giudiziario di Torino sul sistema preventivo di don Bosco. XIV,359-60.
- Un segreto del suo sistema: la sorveglianza. XIV,444. Vedi: sorveglianza.
- Parlata agli ex allievi sul sistema preventivo da usarsi coi giovanetti. XIV,513.
- Frutti di riconoscenza: gli ex-allievi. XIV,512.
- Avvisi e regole: prezioso contributo alla piena comprensione del sistema preventivo. XIV,837.
- Le idee del sistema preventivo nella biografia del conte Colle. XV,78.
- Il sistema preventivo nell’usare i castighi. XVI,439: Vedi castighi.
- Rilievi di don Bosco sulla pratica del sistema preventivo. XVI,168.
- Vantaggi del sistema preventivo nella correzione. XVI,418.
- Dichiarazione di don Bosco ad un giornalista. XVII,85.
- Raccomanda con insistenza il sistema preventivo. XVII,197,376,628.
- Alcuni Salesiani ai obbligarono con voto alla pratica del sistema preventivo. XVII,629.
- Il mio metodo si vuole che io esponga (aned.). XVIII,126.
- Ricordati che soffri e lavori per un buon Padrone quale è Dio. VIII,444.
- Lavora e soffri per onor di Gesù Cristo che tanto lavorò e soffrì per te. VIII,444.
- Le pillole più amare sono le migliori per la sanità. VIII,448.
- Le spine della vita saranno i fiori per l’eternità. VIII,476.
- Il Signore ha sofferto tanto per noi: e noi, se soffriamo qualche cosa per Lui, ne avremo poi il compenso in Paradiso. X,233.
- Se siamo cristiani dobbiamo imitar Gesù Cristo anche nel soffrire. X,648.
- Tutti dobbiamo portare la nostra croce come Gesù, e la nostra Croce sono le sofferenze che tutti incontriamo nella vita. X,648.
- In questa vita abbiamo le spine e nell’altra le rose. X,648.
- Ognuno sia disposto di soffrire caldo e freddo, sete, fame, stenti, e disprezzo, ogni volta tali cose contribuiscono a promuovere la gloria di Dio, la salute dell’anima propria. X,666; É inutile cercare le rose su questa terra X,1179.
- La via della Croce è quella che conduce a Dio. XI,363.
- Quando avete delle spine, mettele con quelle della corona di Gesù. XI,363.
- Noi, mettendoci alla sequela del nostro Divin Maestro, dobbiamo mostrarci pronti a sopportare ogni pena per amor suo. XI,513.
- Chi vuol godere con Gesù Cristo, deve essere crocifisso con lui. XI,513.
- Bisogna che siam crocifissi con Gesù Cristo; la croce è la sua bandiera, è il suo stendardo; chi non la vuoi seguire, non è, degno suo discepolo. XI,513.
- A chi era nella sofferenza: Ricordati che il Paradiso sarà il tuo premio. XIII,329.
- Le croci seno quelle che ci portano alla gloria. XV,659.
- Le spine conducono senza dubbio al regno dei cieli. XV,660.
- Le spine che ci pungono, nel tempo, saranno fiori per l’eternità. XV,840.
- Per cogliere lo rose, si sa, s’incontrano le spine; ma con le spine vi è sempre la rosa. XVII,131.
- Non vi raccomando penitenze o mortificazioni particolari, voi vi farete gran merito e formerete la gloria della congregazione, se saprete sopportare vicendevolmente le pene ed i dispiaceri della vita con cristiana rassegnazione. XVII,267.
- Bisogna amare la Croce che Gesù ci mette sulle spalle. XVIII,82.
- Chiamateli sogni, chiamateli parabole, date loro qualsivoglia altro nome che più vi garbi, io sono sicuro che raccontati faranno sempre del bene, I,256.
- Tutte le ore che noi consumiamo in un sonno non necessario, è tempo perduto per il paradiso. (mamma Margherita) I,77.
- Avvenendo che, mentre si lavora o si studia, il sonno ci sorprende ognuno assecondi pure questo bisogno e dorma un momento, adagiandosi sulla sedia o posando il capo sulla scrivania; ma nessuno si ponga a letto per conciliarselo il sonno; poiché io credo che sia precisamente questo il “daemonium meridianum”, da cui siamo avvisati dì guardarci, come tanto pericoloso per le anime. XIII,279.
- Ciò che sostiene la pazienza dev’essere la speranza del premio. XII,458.
- In quel po’ che possiamo siamo fedeli, ed il Signore il premio ce lo darà grande. XII,458.
- Coraggio! adunque! La speranza ci sorregga, quando la pazienza vorrebbe mancarci. XII,458.
- Tutti dobbiamo riporre in Gesù Cristo la nostra fiducia, credere in Lui, sperare in Lui, perché egli solo colla sua Passione e Morte ci ha fatti figli di Dio, suoi fratelli, eredi dei medesimi tesori del cielo. XII,641.
- A chi era nella sofferenza: ricordati che il Paradiso sarà tuo premio. XIII,322.
- Gesù Cristo è asceso al Cielo o ci disse: “Vado parare vobis regnum”. Se abbiamo un regno preparato in cielo, dovremmo, tener bene a vile le cose di questa terra. Che consolazione per ciascheduno di noi il poter dire: “Io ho già il mio posto preparato il paradiso”. XIII,799.
- Gli spettacoli dei preti sono le funzioni di chiesa. (Don Cafasso). I,186.
- I pubblici spettacoli sono pericolosi specialmente per la gioventù. II,394.
- Fuggite tutti i pubblici spettacoli che non hanno il timor di Dio per regola. VIII,924.
- Nelle cose di grave importanza, come sarebbe nell’elezione del vostro stato consultate sempre il confessore. Il signore dice che chi ascolta la voce del confessore ascolta Dio stesso. III,94.
- Lo stato nel quale il Signore vi vuole ti da Lui sparso di molte grazie per facilitare la vostra eterna salute. XII,326.
- Colui che abbraccia lo stato ecclesiastico si vende al Signore; e di quanto avvi nel scudo nulla può stargli a cuore, se non quello che può tornare a maggior gloria di Dio ed a vantaggio delle anime. I,187.
- L’orazione è necessaria a coloro che si consacrano al servizio degli altari quanto al soldato la spada. III,613.
- Ripeteva essere un dono di Dio la vocazione allo stato ecclesiastico. V,125.
- Colui il quale s’inoltra nella carriera sacerdotale deve avere una virtù superiore ad ogni laico. VIII,19.
- In due classi si dividono gli ecclesiastici. Il clero secolare e il clero regolare. Per gli ecclesiastici che vivono nel secolo si richiede che abbiano già acquistato una grande perfezione, prima di essere posti al governo delle anime. Lo stato religioso, cioè di quelli che vivono ritirati dalle cose del mondo, é per coloro che aspirano alla perfezione. I primi debbono essere più forti e più perfetti degli altri per i grandi obblighi che loro incombono e per la responsabilità di centinaia e migliaia di anime e per i tanti pericoli ai quali sono esposti. IX,344.
- Nessuno intraprenda lo stato ecclesiastico se non vi é chiamato da Dio; e nessuno s’incapricci di altro stato, se la voce del Signore lo chiamasse al servizio della una Chiesa. XI,238.
- Non sia mai che alcuno ai voi abbracci lo stato ecclesiastico per aiutare i suoi genitori. XI,238.
- Come va che don Bosco suggerisce ad alcuni dei suoi giovani di non abbracciare lo stato ecclesiastico? La ragione miei cari giovani è questa: vi sono molti, i quali, se ne stanno ritirati, praticano la virtù, e adempiono con diligenza i doveri di religione; se invece si trovano anche per brevi istanti nel secolo non sono più capaci di contenersi fra i tanti pericoli che vi s’incontrano e non fanno buona riuscita. XI,239.
- La santità dello stato ecclesiastico importa l’assoluto distacco dalle cose del mondo. XI,240.
- Per coltivare le vocazioni ecclesiastiche insinuate: 1) Amore alla castità; 2) Orrore al vizio opposto; 3) Separazione dai discoli; 4) Comunione frequente; 5) usate con loro carità, amorevolezza e benevolenza speciale. XI,390.
- Chi si nette alla sequela di Gesù Cristo deve distaccarsi dai genitori. XII,562.
- Ove è moralità e attitudine, io sono di parere che si faciliti la via al sacerdozio. XIII,257.
- Quando si conosce che si è chiamati allo stato ecclesiastico, è cosa ancora della maggiore importanza il vedere se sia meglio gettarsi nel secolo o ritirarsi in qualche Religione. Chi poi vuole abbracciare lo stato ecclesiastico deve avere un fine retto e santo, quello cioè di salvar l’anima propria. XIII,807.
- Colui il quale non si sente chiamato allo stato ecclesiastico non pensi neppure a farsi prete. XIII,808.
- Chi vuol darsi al ministero di Dio, non si occupi nei negozi temporali. XIII,808.
- Per lo stato ecclesiastico, si devono seguire le norme stabilite dal nostro divin Salvatore: rinunziare alle agiatezze, alla gloria del mondo, ai godimenti della terra per farsi al servizio di Dio. XIV,125.
- Riferendosi agli aspiranti ppr il sacerdozio, avverti tutti in confidenza che non si accettasse mai per lo stato ecclesiastico nessuno che avesse avuto la disgrazia di andar in luoghi di malaffare. XVI,416.
- Impedire con zelo che percorrano la carriera ecclesiastica coloro che non sono chiamati e gli indegni. Non si accettino mai in prova coloro che prima non hanno dato buona riuscita. XVII,187,367.
- Si usi grande attenzione di non mai accettare tra i Soci, tanto meno per lo stato ecclesiastico se non vi è la morale certezza che sia conservata l’angelica virtù. XVII,262.
- Studi di impedire la vocazione. ecclesiastica in coloro che volessero abbracciarla per aiutare la propria famiglia, per motivo che fosse povera. In questi casi dissi consiglio di abbracciare altro stato, altra professione, un’arte, un mestiere, ma non mai lo stato ecclesiastico. XVII,263.
- Se Dio ti chiama anche a lasciare il mondo, arrenditi presto. III,18.
- Lo stato religioso cioè di quelli che vivono ritirati dalle cose del mondo, è per coloro clic aspirano alla perfezione. IX,344.
- L’osservanza dei consigli evangelici non fa che agevolare l’osservanza dei precetti di Dio e della Chiesa. X,1085.
- L’ubbidienza e la povertà sono necessarie per chi entra in Religione, la castità è la corona, l’abbellimento. X,1088.
- Vi sono molti i quali, se stanno ritirati, praticano la virtù e adempiono con diligenza i doveri di religione; se invece si trovano anche per brevi istanti nel secolo, non sono più capaci di contenersi fra i tanti pericoli che vi s’incontrano o non fanno buona riuscita. XI,238-9.
- Chi si mette alla sequela di Gesù Cristo, deve distaccami dei genitori. XII,562.
- Un buon cristiano che brama restar illeso dai pericoli del mondo, una sol cosa deve fare: fuggirli, ritirarsi in Religione, ove sarà come in una fortezza, alla quale i suoi nemici non si potranno avvicinare. XIII,232.
- I giovani stimano le cose secondo hanno imparato a giudicarle. III,143.
- Se uno gode stima, tutto ciò che farsi prende in buona parte. XVI,117.
- Io darò sempre per consiglio ai giovani di dare quel che si può. La notte è fatta pel riposo. Eccettuato il caso di necessità, dopo cena niuno deve applicarsi in cose scientifiche. I,318.
- Per incoraggiare i giovani suoi chierici a studiare molto e mandare molte cose a memoria anche alla lettera,. egli diceva: Se acquisterete svariate cognizioni, avrete grande aiuto par fare del bene specialmente alla gioventù; ma senza l’esercizio della memoria, a nulla gioverà averle imparate, perché troppo facilmente le dimenticherete. I,319.
- Se avremo la scienza senza l’umiltà, non saremo giammai figlioli di Dio, sibbene figli del padre della superbia che è il demonio. III,614.
- Non dir sempre quello che sai, ma fa di saper bene quello che dici. III,614.
- La virtù che è in particolar modo inculcata agli studenti è l’umiltà. Uno studente superbo è uno stupido ignorante. IV,747.
- Dirò agli studenti che procurino nella scienza terrena di cercar la scienza del cielo, la virtù e metterla in pratica. VI,363.
- Agli studenti io auguro che possano imparare la scienza profana senza dimenticare la scienza dei santi. VI,1171.
- Non vi insuperbite di ciò che sapete. Quanto più uno sa, tanto più conosce d’essere ignorante. VII,581.
- Mettere tutto l’Impiego possibile nella fuga dell’ozio e nella fuga del peccato, due cose necessarie per imparare. XII,566.
- Il fuggir l’ozio e occupare bene il tempo a nulla gioverebbe, se tenete indosso il peccato. XII,566.
- Per imparare è necessario leggere, leggere libri molto utili. XIII,430.
- (nelle vacanze) studiate qualche cosa che nell’avvenire vi porti utilità. XIII,430.
- Un ragazzo pigro sarà sempre un asino. XV,495.
- Se uno studente che non ha vocazione, si mette fra gli artigiani ne fa strage a dritta e a sinistra, perché costoro sono individui della peggiore specie. XVII,113; XVIII,700.
- Il lavoro agli artigiani lo danno gli studenti. XVII,570.
- Il fine dei suoi studi era di rendersi degno della sua vocazione ed abilitarsi alla istruzione della gioventù. X,9.
- Chi non ha il timor di Dio, abbandoni lo studio perché lavora invano. IV,746.
- Il mezzo principale che stimola allo studio é la pietà. VI,352.
- Per studiare bene bisogna cominciare “ab Alto”. VI,353
- Se vuoi farti buono, pratica tre cose solo e tutto andrà bene: Quali sono queste tre cose? Eccole: allegria, studio, pietà. È questo il grande programma, il quale praticando, tu potrai vivere felice, e fare molto bene all’anima tua. VII,494.
- Mezzi per riuscire bene nello studio: primo, timore di Dio. VII,817; secondo, non perdere mai un briciolo di tempo, frenare la fantasia. VII,817; abituarsi a non passare da uno all’altro capo se prima non si ha bene inteso ciò che abtecede. VII,825. Vincere le difficoltà che s’incontrano nello studio degli autori. VII,825. Ricordare e ricorrere a Gesù e Maria con qualche giaculatoria: é questo il mezzo più efficace. VII,828. Occuparci esclusivamente di cose riguardanti il nostro studio. VII,828; Il principale: ricorrere sempre alla protezione di Maria. VII,857.
- L’esperienza insegna continuamente che coloro i quali approfittano nello studio, sono quelli che stanno lontani dal peccato. VII,817.
- Ciò che s’impara con stento non si scancella mai più dalla memoria. VII,825.
- (nelle vacanze) Ricreazione si, ma anche studio e pietà. VIII,166.
- Studio, lavoro, e preghiera: ecco ciò che li manterrà buoni. IX,160.
- Nell’assistenza nello studio non è il solo silenzio che si deve cercare ma più di tutto la moralità. X,1019.
- Quanto male può avvenire nella sala di studio, se manca la assistenza. X,1020.
- A un assistente di studio: “Abbi sempre l’occhio aperto, aperto e lungo... é bene che tu alle volte stia in sospetto”. X,1022.
- Fondamento della moralità e dello studio è la disciplina fra gli allievi. X,1101.
- Il legame che unisce insieme la sanità e lo studio, il fondamento sopra cui essi sono basati è la moralità. XI,15.
- Per ciò che riguarda lo studio (come prova di vocazione) si lasci decidere dagli esami. XII,83.
- L’ozio ha luogo eziandio nello studio: uno si diverte con altrui disturbo, quando certi ritagli di ora si sprecano in letture frivole, o stando inerti a badare agli altri, XII,355.
- Non prolungare troppo il tempo dello studio per i piccoli o per coloro che sono poco occupati. XIII,85.
- Quattro cose da tenersi in considerazione per il profitto degli studi: la precisione dell’erario, l’osservanza della disciplina, le passeggiate e suo tempo senza fermate e non troppo lunghe, non troppe vacanze, e queste pure condite con istudi di gradimento. XIII,246.
- Studio e pietà ti faranno un vero salesiano. XV,23,
- A me basta che ognuno sappia bene quello che lo riguarda. XV,179.
- (sogno) La scienza del cielo non vuol essere con le terrene cose mescolata. XVIII,74.
- Aver protettori in cielo è vantaggioso anche per le campagne. IV,289.
- Duplice è il guadagno che si ricava dalle preghiere che si fanno per le anime del purgatorio: si sollevano in primo luogo queste poverette dalle loro pene, e poi grandissimo è il merito che ai procuriamo e che il Signore si prepara a contraccambiarci, quando andremo a trovarlo. XII,559.
- Le indulgenze che acquistate, applicatele alle anime purganti, che questo sarà il più bel modo di suffragarle. Usate loro questa carità specialmente a quelle dei vostri parenti. E poi queste preghiere, questo bene che farete alle anime del purgatorio, resta in realtà bene fatto per voi resta come il cibo che si dona alla bocca, la quale lo gusta, ma in realtà nutrisce la mano stessa che lo porge, la persona stessa che lo prende. XIII,440.
- Fino a tanto che vivremo potremo colla preghiera e colle buone opere suffragarla se è ancora necessario, od almeno accrescerle la gloria accidentale del paradiso qualora si trovasse già colà accolta. XIV,148.
- Le lodi degli uomini non valgono a niente altro fuorché a farvi ambiziosi e superbi (Mamma Margherita). I,72.
- Uno studente superbo è uno stupido ignorante. IV,747.
- Il superbo è odioso agli occhi di Dio e dispregievole dinanzi agli uomini. IV,750.
- Solo il sapere che uno è superbo, questo basta per conoscere che è anche disonesto. IX,436.
- É meglio rimandare uno di questi superbi (disobbedienti) che ritenerlo col dubbio che possa continuar a seminare la zizzania nella vigna del Signore. XII,479.
- La superbia è un verme che rode e fa perdere il merito di tutte le vostre opere buone. IV,748.
- La superbia è sommamente da fuggire. IV,750.
- La superbia conduce al vizio. V,703. Il principio d’ogni vizio è la superbia. IX,404; 436.
- La superbia ci fa mancare alla carità, ci fa dimenticare il precetto del perdono, ci aliena gli animi dei compagni, e ci rende odiosi a tutti. VI,102.
- Superbia, immodestia sono i due vizi capitali che rovinano un maggior numero di anime. IX,164.
- Sto pensando, se mi convenga o no essere orgoglioso. XVI,264.
- Vi raccomando per carità di fuggire dall’abuso del superfluo. Ricordatevi bene che quello che abbiamo, non è nostro, ma dei poveri; guai a noi se non ne facciamo buon uso. V,682.
- Il Signore ha promesso, e ci da tutti i mezzi necessari per un’opera gigantesca, ma non li promette per le imprese di ornamento. VII,115.
- La provvidenza ci mancherà in quel giorno, in cui si sciuperanno denari in cose superflue o non necessarie. XII,376.
- Nel Vangelo non è scritto: “Lasciate in morte il superfluo ai poveri” ma “date il superfluo ai poveri”. XIV,258.
- (il Signore comanda): date il superfluo ai poveri. Ma questo superfluo dove si può trovare per servircene a vantaggio dei poverelli? Si può trovare il superfluo nel risparmio dei viaggi di solo piacere; nel vestito un po’ dimesso; negli apprestamenti di tavola; nei tappeti, e via dicendo. XIV,485.
- Del superfluo tutti ne abbiamo da dare anche ai poveri e alle opere pie, basta che vogliamo. Ora secondo il precetto di Nostro Signore questo superfluo si deve ai poveri. XI,159.
- Io dico che chi non da il superfluo, ruba al Signore, e, con san Paolo, “regnum Dei non possidebit”. XV,525.
- Dio domanda un conto severo di tutte le cose che non ci sono necessarie, se noi non le diamo in dono secondo il suo precetto. XV,694.
- Voi direte: c’è questo obbligo di dare tutto il superfluo in buone opere? Io non posso darvi altra risposta all’infuori di quella con cui il Divin Salvatore ci comanda di dare il superfluo”. XV,694
- Procurate che non uno abbia a dire: questa suppellettile non dà segno di povertà, questa mensa, questo abito, questa camera non è da povero. Chi porge motivi ragionevoli di tare tali discorsi, egli cagione un disastro alla nostra congregazione, che deve sempre gloriarsi del voto di povertà. XVII,271.
- (in sogno: la Madonna a don Bosco): Si superfluum saretur orphanis maior esset numerus electorun; sei multi venenose conservant... XVIII,361.
- (Con don Bosco nel sogno) si lamentava che il sacerdote dal pulpito tema di spiegarsi sul dovere di dare il superfluo ai poveri XVIII,361.
- l. Il più efficace comando di un superiore è il buon esempio, ed il precedere i sudditi nell’adempimento dei rispettivi doveri. II,54.
- Ai superiori inculcava che fossero disposti a fare grandi sacrifizi, nulla risparmiando, nulla trascurando di quanto può contribuire alla maggior gloria di Dio e alla salute delle anime. III,95.
- Riconoscete nella loro volontà quella di Dio, sottomettendovi loro senza opposizione di sorta. IV,749.
- Onorateli ed amateli quelli che tengono il luogo di Dio e dei vostri parenti, e quando loro ubbidite pensate di ubbidire a Dio medesimo. IV,749.
- Aprite loro liberamente il vostro cuore, considerando in essi un padre amorevole che desidera ardentemente la vostra felicità. IV,749.
- Raccomandava ai suoi dipendenti, costituiti in autorità, la vita di continuo sacrificio pel bene del prossimo. VII,31.
- Indicava loro di farsi un grande studio nel non rimandare mai alcuno malcontento. VII,31.
- Il mezzo più facile per farsi santi è riconoscere la volontà di Dio in quella del nostri superiori in tutto ciò che ci comandano e in tutto quello che ci accade lungo la vita. VII,249.
- Un superiore deve essere padre, medico, giudice, ma pronto a sopportare e a dimenticare. VII,509.
- Studia di essere padre, medico, di farti amare prima di farti torcere; fa ogni cosa quando si tratta di impedire il peccato; nel comandare e correggere fa sempre conoscere che tu desideri il bene, e non mai il tuo capricci. Tollera ogni cosa quando si tratta di impedire il peccato; ogni tuo sforzo sia diretto al bene delle anime dei giovanetti a te affidati. Pensaci alquanto prima di deliberare in cose d’importanza e nei dubbi appigliati sempre a quelle cose che sembrano di maggior gloria di Dio. Quando ti è fatto rapporto intorno a qualcheduno, procura di rischiarare bene il fatto prima di giudicare. Spesso ti saranno dette cose che sembrano travi e sono soltanto paglie. VII,524.
- Il superiore deve avere tra qualità speciali: 1) pronto a perdonare; 2) tardo a punire; 3) prontissimo a dimenticare. VIII,416.
- Mancando di consiglio nelle cose difficili, raccomandarsi nell’elevazione della santa messa alla potenza ed amore di Gesù in Sacramento. Non far preferenze, non badare ad antipatie. Per comandare bisogna saper ubbidire. Procurare sempre di diminuire la malevolenza ed aumentare la benevolenza. VIII,446.
- A tutti i superiori mentre ricordava l’obbligo di prevenire i disordini e mantenere ferma la osservanza del regolamento, salvaguardia della moralità, don Bosco non ometteva di raccomandare continuamente la carità, i modi affabili, e in certi casi anche la tolleranza nell’esigere obbedienza. VIII,490.
- Lo sprezzo ai superiori porta il disprezzo ai Sacerdoti ed alla chiesa. IX,158.
- Non sarà mai buono a comandare chi non è capace di ubbidire. IX,526.
- Si abbia sempre presente che il superiore e il rappresentante di Dio, e che chi ubbidisce a lui, ubbidisce a Dio medesimo. IX,575.
- Ricordi ad un superiore: governo. IX,721.
- I chierici insegnino ai giovani il rispetto ai superiori con la loro riverenza esteriore, col saluto e colla confidenza. X,1018.
- I superiori non si adombrino mai per cose da nulla. Siano calmi, temporeggino, aspettino, esaminino, prina di dare importanza a questa o a quella cosa. X,1018.
- Il decadimento delle comunità religiose deve attribuirsi ai sacerdoti che non sono esatti nell’osservanza e per far piacere ai confratelli e farsi ben volere, lascian correre le cose a modo loro. X,1080.
- Non fate nulla senza l’avviso o contro il parere del superiore. XI,301.
- Si procuri di conservare la dipendenza tra il superiore e l’inferiore, e ciò spontaneamente e non coacte. I subalterni sì impegnino molto a circondare, aiutare, sostenere, difendere il loro direttore, e stargli fitti d’attorno, a fare quasi una sola cosa con lui. Nulla facciano senza dipendere da lui, perché così facendo dipendono non da lui, ma dalla regola. XII,81.
- La bontà di tratto e l’amorevolezza coi giovani sia il carattere di tutti i superiori. XII,88.
- Un superiore prima di deliberare si mette alla presenza di Dio, esamina la sua coscienza., prega perché il Signore voglia illuminarle e fargli vedere se quella disposizione che intende dare è pel bene dei suoi soggetti, esamina ponderatamente le cose e poi parla secondo che il Signore l’ispira. XII,146.
- È il Signore che stabilisce i superiori e dà loro la grazie necessarie pei buon governo dei loro sudditti. XII,147.
- Date confidenza ai vostri superiori seguite fiduciosi il loro consiglio senza ragionarvi sopra e finirete per esserne contenti. XII,147.
- Chi segue i consigli dei superiori e si regola secondo i loro ammonimenti, finisce sempre per esserne contento. Chi vuole invece andar contro a quanto i superiori gli dicono, andrà sempre a capitar male. XII,148.
- Vanno bene le case di un Istituto, quando il superiore ha spesso la valigia in mano, come un commesso viaggiatore. XIII,204.
- Tutti quelli che esercitano qualche autorità, se vogliono essere ubbiditi e rispettati, facciano essi stessi altrettanto verso i loro rispettivi superiori. XIII,248.
- Il tuo comando sia la carità, che si. adopera di fare del bene a tutti, del male a nessuno. XIII,723.
- Sappiate essere riconoscenti verso chiunque vi benefichi: sappiate col lavoro indefesso, con la buona condotta essere la consolazione dei vostri superiori. XIII,760.
- (sogno: san Francesco dl Sales). Al superiore Olocausto per guadagnare sé e i suoi soggetti a Dio. XIV,124.
- (strenna): Ai superiori: la dolcezza di san Francesco di Sales nel trattare cogli altri. XIV,383.
- Dovendo presiedere ad altri, dovete prima di tutto dare buon esempio. XVI,316.
- Dai superiori: delle case non si pretenda di avere tutti i confratelli perfetti. Facciano loro da padri, li aiutino, li avviino alla perfezione. XVI,418.
- L’abilità di un superiore consiste non solo nel fare, ma anche nel saper far fare agli altri. XVI,420.
- I superiori siano l’anima della ricreazione. XVII,110.
- (i superiori) amino ciò che piace ai giovani e i giovani si avranno ciò che piace ai superiori. E a questo modo sarà facile la loro fatica. XVII,111.
- La confidenza mette una corrente elettrica fra i giovani ed i superiori. I cuori si aprono e fanno conoscere i loro bisogni e palesano i loro difetti. XVII,111.
- L’amore fa sopportare ai superiori le fatiche, le noie e ingratitudini, i disturbi, le mancanze, le negligenze dei giovanetti. XVII,111.
- Solo in caso di immoralità i superiori siano inesorabili. É meglio correre pericolo di scacciare dalla casa un innocente, che ritenere uno scandaloso. XVII,112.
- Il superiore sia tutto a tutti pronto ad ascoltare sempre ogni dubbio o lamentazione dei giovani, tutto occhio per sorvegliare paternamente la loro condotta, tutto cuore per cercare il bene spirituale e temporale di coloro che la Provvidenza gli ha affidati. XVII,112.
- (sogno) I superiori debbono accordarsi fra loro né mai differire la correzione quando la credono necessaria. XVII,434.
- (sogno) L’unione fra i superiori e le correzioni fatte a tempo, se non riusciranno ad impedire tutto il male, tuttavia faranno sì che la strada non s’ingombri di sterpi. XVII,434.
- Riguardiamo i nostri superiori come i fratelli, anzi come padri amorosi che null’altro desiderano che la gloria di Dio, la salvezza delle anime, e il buon andamento della nostra società. XVIII,190.
- Ravvisiamo nei superiori i rappresentanti di Dio stesso, abituandoci a considerare le loro disposizioni come rnanifestazioni della divina volontà. XVIII,190.
- I superiori salesiani abbiano sempre una grande benevolenza verso i loro inferiori e specialmente trattino bene e con carità le persone di servizio. XVIII,483.
- Desidero che siate meno sensibili agli elogi e alle critiche. VI,101.
- La suscettibilità è superbia che ci fa mancare alla carità, che ci fa dimenticare il progetto del perdono, ci aliena gli animi dei compagni, e ci rende odiosi a tutti, finché non troviamo qualcuno più forte di noi che ci rende pan per focaccia. E allora dispiaceri, malumori, rabbie e brutte figure. VI,102.
- Assuefatevi a saper frenare voi stessi che é questo il modo di avere molti amici e nessun nemico. VI,102.
- Non rinfacciate mai i torti già perdonati. VI,694.
- Anche costoro (i difettosi) hanno un’anima che dobbiamo ad ogni costo salvare. VII,404.
- Anche quando un suscettibile per rapporti ricevuti, avvisa di una cosa o esagerata, o male intesa, o falsa, si accolga sempre con rispetto la sua osservazione: e in questi casi tenga l’avviso come rimedio preventivo. VII,509.
- Per evitare rivalità ed ostilità io debbo tenere il metodo finora seguito: fare senza dire. IX,391.
- I superiori non si adombrino mai per cose da nulla. Siamo calmi, temporeggino, aspettino, esaminino, prima di dare importanza a questa o a quella cosa. X,1018.
- Finché si può si evitino sempre gli urti e si vada avanti un poco alla volta. XII,85.
- Non é vero che un giovane il quale abbia il peccato sulla coscienza se qualcuno gli fa qualche piccolo dispiacere, subito s’arrabbia e monta in furia? XII,132.
- A coloro che sono novizi in cose a religione e incapaci di fare un atto di virtù quando vengono un po’ offesi, bisogna rispondere sempre benignamente, anche se si teme con fondamento che abbiano secondi fini o che vogliano ingannare. XII,241.
- Promuovere insieme d’accordo le cose buone, l’iniziativa venga da chi si voglia. E si sa bene che non tutti hanno la stessa capacità, gli stessi studi, gli stessi mezzi. XII,631.
- Per fare del bene alle ragazze, bisogna essere sempre allegre; bisogna amarle e stimarle tutte, anche se l’una o l’altra non lo merita. XIII,207.
- Noi cerchiamo tutte le maniere per non urtare. XIII,880.
- Niuno può immaginare come i giovani restino offesi da certe frasi... o da qualche frizzo detto loro male a proposito Il povero non è meno altero del ricco, anzi è più violento. XIV,846.
- I danari siano per i tuoi figli e le mortificazioni tienile per te. XVI,41.
- Il bene generale sia sempre preferito al bene particolare. Non dobbiamo tener conto del nostro amor proprio e non considerare se le persone siano ben viste o mal viste da noi. Non seguire idee preconcette, non antigenii. Il nostro bene particolare non deve entrare nel bene generale. XIII,660.
- Non mai mettere in burla alcuno quando egli ne rimane offeso. XIII,880.
- Scopo del teatrino è rallegrare, educare, istruire i giovani più che si può moralmente. VI,106.
- Regolamento pel teatrino. VI,106; X,1059.
- Si procuri che le composizioni siano amene ed atte a ricreare e divertire, ma sempre istruttive, morali e brevi. VI,106.
- Io intendo che i teatrini abbiano per base: di divertire e di istruire. X,1057.
- Si canti... si declami... e non m’abbia mai ad offendere la virtù delta modestia. X,1057.
-Io desiderio che si recitino cose semplici e morali, ma più di tutto che io sappia prima quello che ai reciterà. XIII,31.
- Fate in modo che siano sbandite le cose tragiche, duelli, le parole sacre. XIII,31.
- Il teatrino è mezzo efficacissimo per ottenere la disciplina, giovare alla moralità ed alla santità. XIII,921.
- La temperanza é benedetta dal Signore, e giova alla facoltà dell’intelletto e alla corporale sanità. II,395.
- Datemi un giovanetto che sia temperante nel mangiare, nel bene, e nel dormire, e voi lo vedrete virtuoso, assiduo nei suoi doveri, e amante di tutte le virtù. IV,184.
- Diceva che egli si era sempre astenuto dal mangiare carne, perché aveva temuto la ribellione della concupiscenza. IV,195.
- A cena soleva prendere qualche cosa meno che a pranzo, e raccomandava ai giovani di mantenere leggero lo stomaco alla sera. IV,201.
- Fuggite ogni abitudine anche la più indifferente: dobbiamo abituarci a fare il bene e non altro: il nostro corpo è insaziabile: più gliene diamo più ne domanda, meno gliene diamo più ne domanda, meno gliene si dà meno egli domanda. IV,590.
- Secondo che si dà più o meno al corpo, più o meno il corpo è disposto a ricevere. VI,809.
- Il lavoro e la temperanza faranno fiorire la nostra società. I,102; XII,383,466.
- Finché i salesiani e le Figlie di M.A. si consacreranno alla preghiera, al lavoro, praticheranno la temperanza e coltiveranno lo spirito di povertà, le due congregazioni faranno del gran bene. X,651.
- Fuggite l’ozio e le questioni. Gran sobrietà nei cibi, nelle bevande e nel riposo. XII,389.
- Io non vi dico che digiuniate: però una cosa che vi raccomando si è la temperanza. XII,20.
- Colla temperanza verranno loro l’umiltà, la castità e le altre virtù. XII,355.
- (sogno): bisogna che tu faccia stampare queste parole che saranno come il vostro stemma, la vostra parola d’ordine, il vostro distintivo. Notale bene: il lavoro e la temperanza faranno fiorire la congregazione salesiana. XII,466.
- (per salvaguardare la moralità si usi) grande temperanza nel mangiar carne e nel bere vino. All’eccesso nell’uso della carne e del vino egli attribuì l’immoralità che domina in qualche paese. Chi mangia di magro è di gran lunga più libero da certi fastidi spirituali; giova pure a siffatta libertà l’astenersi dai cibi di difficile digestione e dalle carni salate, perché eccitanti; la Chiesa, quando raccomanda penitenza, vieta per prima cosa le carni. XIII,85.
- Ricorda sempre a tutti i nostri salesiani il monogramma da noi adottato: “Labor et Temperantia”. Sono due armi con cui riusciremo a vincere tutti e tutto. XIII,326.
- Pancia piena è roba di tentazione. Quello che è nella pancia è tutta roba del diavolo XIII,432.
- Quando i giovani sono sobrii, potranno fare molto profitto nella virtù; se manca la sobrietà, il demonio tenta, e si cade in molti peccati. XIII,432.
- Chi è sobrio può vigilare e farsi forte e vincere il demonio. XIII,802.
- (sogno): La congregazione vostra durerà fino a che i socii ameranno il lavoro e la temperanza. XIV,124. Si lignum tollias, ignis extinguitur. XV,460.
- La temperanza ed il lavoro sono i due migliori custodi della virtù. XV,460.
- I salesiani riusciranno a tutto coll’umiltà, col lavoro, colla temperanza. XVII,301.
- Raccomanda a tutti: cura grande della sanità, lavoro, temperanza e tutto riuscirà bene. XVIII,244.
- Alzando lo sguardo sopra una meridiana, lessi questo verso; Afflictis lentae, celeres guadentibus horae”. - Ecco, dissi all’amico, ecco il nostro programma: stiamo sempre allegri e passerà presto il tempo. I,374.
- Tutte le ore che noi consumiamo in un sonno non necessario, è tempo perduto pel paradiso (mamma Margherita). I,77.
- Occupar rigorosamente bene il tempo. I,518.
- Ogni momento di tempo è un tesoro. III,550; VI,742; VII,75; XIII,210.
- Il Signore moltiplica il tempo per coloro che lo servono. IV,526.
- In quanto ai chierici dimostravasi ancor più esigente perché mettessero a frutto il loro tempo. IV,634.
- Il tempo è prezioso, perciò si devono togliere tutti gli ostacoli che possono impedire di occupano bene. IV,746.
- I tre nemici dell’uomo sono; la morte (che sorprende); il tempo (che gli sfugge), il demonio (che gli tende i suoi lacci). V,926.
- Nell’ora della morte ti rincrescerà d’aver perduto tanto tempo, senza alcun vantaggio dell’anima tua. VI,442.
- Un’ora guadagnata al mattino è un tesoro per la sera. VIII,45.
- Un solo minuto di tempo è un prezioso tesoro, vale un infinito, vale quanto Dio stesso. XII,556.
- Tempo perduto sarebbe quello nel quale si fosse fatto male all’anima. XII,608.
- Per essere vero operaio evangelico, bisogna non perder tempo ma lavorare. XII,630.
- Il tempo è prezioso e chi lo perde o non si sforza di utilizzarlo bene, non sarà mai un buon operaio evangelico. XII,630.
- Il tempo imbroglia tutti i galantuomini. XIII,199.
- Ogni momento di tempo è un tesoro, ed ogni momento che impiegherai bene sarà un tesoro che guadagnerai. XIII,439.
- Io non pensava che ci potesse essere tanta smania come c’è adesso di perdere il tempo e rovinarsi l’anima con i romanzi. XVII,196.
- Oh! non perdete tempo, fate del bene, fatene tanto, e non sarete mai pentiti d’averlo fatto. XVII,556.
- Figlioli miei, conservate il tempo e il tempo conserverà voi in eterno. XVIII,482,864.
- Invoca il tuo angelo nelle tentazioni. II,264.
- Disse che egli si era sempre astenuto dal mangiare carne, perché aveva temuto la ribellione della concupiscenza; o sopraggiungeva meravigliato: Forse gli altri non sono sensibili, come lo sono io, e non hanno da appigliarsi alle stesse precauzioni. IV,195.
- Quando ti accorgi di essere tentato mettiti sull’istante a fare qualche cosa. Ozio e modestia non possono vivere insieme. VI,8.
- Guardati da ogni sorta di cattive letture. Anzi qualora cose indifferenti fossero a te di pericolo, cessa tosto da quella lettura. VI,8.
- Volete voi essere forti per combattere contro il demonio e le sue tentazioni? Amate la chiesa, venerate il Sommo Pontefice, frequentate i Sacramenti, fate sovente la visita a Gesù nei suoi Tabernacoli, siate molto divoti di Maria SS., offritele il vostro cuore, ed allora supererete tutte le battaglie e tutte le lusinghe del mondo. VI,347.
- In ogni pericolo invocate Maria e vi assicuro che sarete esauditi. VII,360.
- Nelle tentazioni ricorrete ad un mezzo che io nella mia lunga esperienza ho trovato potentissimo per vincere il demonio: baciare la medaglia della Madonna. VII,795.
- Volete che il demonio vi assalti? Visitate di rado Gesù in Sacramento. Volete che fugga da voi? Visitate sovente Gesù. VIII,49.
- Nelle tentazioni baciamo la medaglia della Madonna e ne troveremo un grande vantaggio, per l’anima nostra. IX,338.
- Si vada ai piedi del Tabernacolo soltanto a dire un pater, ave e gloria, quando non si potesse di più. Basta questo per renderci forti contro le tentazioni. Uno che abbia fede, che faccia visita a Gesù sacramentato, che faccia la sua meditazione tutti i giorni, purché non abbia qualche fine mondano, ah! io dico, è impossibile che pecchi. IX,355-6.
- Se noi ci teniamo occupati, il demonio non ci potrà mai vincere. Aspetta sempre ad assalirci quando siamo in ozio. IX,709.
- 42. L’ozio è il padre, la sorgente, la causa di tante cattive tentazioni e di tutti i mali. XII,355.
- La gioventù è un’arma pericolosissima del demonio contro le persone consacrate al Signore. IX,922.
- Vi capiterà fors’anche, come agli Ebrei nel deserto, d’incontrare acque amare, cioè disgusti, malattie, prove difficili, tentazioni: ebbene, ricorrete al rimedio indicato da Mosè: mettete nelle acque amare il legno che ha la proprietà di, addolcirle, voglio dire il legno della santa Croce, ossia la memoria della passione di Gesù e del suo divin Sacrifizio, che si rinnova quotidianamente sui nostri altari. XII,600.
- Vinceremo i nostri nemici tenendoci alla Croce. XII,601.
- Un religioso amante di novità esce senza bisogno dalla sua casa. E quando il demonio può far uscire uno indebitamente, lo vince. XII,602.
- Noi, lasciato il secolo, dobbiamo combattere, fuggendo luoghi e persone e qualunque cosa presenti pericoli per l’anima. XII,604.
- Pancia piena è roba di tentazione. XIII,432.
- Se manca la società, il demonio tenta, e si cade in molti peccati. XIII,432.
- Chi prega, vince sicuramente ogni tentazione per forte e gagliarda che sia; chi non prega è in prossimo pericolo di cadere. XIII,803.
- Una pratica che io consiglio in modo particolarissimo è di baciare la medaglia di Maria Ausiliatrice e ripetere la giaculatoria: “Marta Aux. ora pro nobis”. XIII,804.
- Principiis obsta: perciò appena t’accorgi d’essere tentato mettiti a lavorare, se di giorno, a pregare, se di notte; non sospendere la preghiera se non vinto dal sonno. XIII,877.
- Pensare ad altra vocazione dopo fatta la professione, vale cedere alla tentazione. XV,642.
- Nella scuola di teologia bisogna ottenere che si studi molto; accertarsi che i trattati si sappiano bene; per la maggior parte degli allievi è proprio meglio che si mandi a memoria quanto vi è nel libro di testo; ma non si deve pretendere allorchè si sa che un chierico studia, capisce, ed interrogato risponde costantemente bene. I,457.
- Chi non ha timor di Dio abbandoni lo studio, perché lavora invano. IV,746.
- Ricordatevi, figlioli, che noi siamo creati per amare e servire Dio nostro Creatore, e che nulla ci gioverebbe acquistare tutta la scienza e tutte le ricchezze del mondo senza il timor di Dio. Da questo santo timor di Dio ogni nostro bene temporale ed eterno. IV,747.
- I messi che possono contribuire a mantenerci nel timor di Dio e assicurarci la salute dell’anima sono l’orazione, i santi sacramenti e la parola di Dio. IV,747.
- Ricordatevi sempre che la più grande ricchezza di questo mondo è il santo timor di Dio. V,712; VI,697,835.
- Due cose sole io temo: il peccato mortale che dà la morte all’anima e la morte corporale che sorprende chi si trova in disgrazia di Dio. VI,75.
- Il sistema preventivo è la carità, il santo timor di Dio infuso nei cuori. VI,381.
- Io non temo punto quello che ai possano fare gli uomini per aver detta la verità, temo solo quello che mi può fare Iddio, se pronunciassi la menzogna. VI,674.
- La scienza vera è il santo timor di Dio. IX,438.
- Senza il timor di Dio la scienza diventa stoltezza. X,1032.
- La vera ricchezza è il santo timor di Dio. X,1038.
- Il timor di Dio e la frequenza dei santi sacramenti: ecco ciò che fa far miracoli alla gioventù. XI,221.
- La prima ricchezza e la sola vera ricchezza è il santo timor di Dio. XII,701; XVI,175.
- Vi auguro di conservare sempre la vera ricchezza, l’unica ricchezza la ricchezza delle ricchezze, la sola ricchezza desiderabile e da doversi acquistare con tutti i mezzi possibili il timor di Dio. XVI,189.
- Se anche fonte nani o robusti, ma non fosse ben radicato nel vostro cuore il santo timor di Dio, non potreste far nulla. E ritenete invece che coll’aiuto del Signore potrete far tutto. XVII,562.
- Non si introduca alcuna novità nella casa; ancor alte si veda che una cosa sarebbe migliore, non importa. Lanciamo il migliore e teniamoci semplicemente al buono. Non ai faccia alcuna interpretazione, alcuna violenza alle regole; non si lascino perdere certe pratiche di pietà per stabilirne delle nuove. VI,721.
- Per conservare l’unità di spirito e di disciplina è indispensabile che si tramandino quelle regole di prudenza e di carità che per lo più si possono solamente dalla pratica imparare. VIII,809.
- Le tradizioni si distinguono dalle regole in quanto che insegnano il modo di spiegare e praticare le regole stesse. Bisogna procurare che queste tradizioni dopo di me, si mantengano, si conservino da quelli che ci seguiranno. XVII,279.
- Le tradizioni sono le norme pratiche per intendere, spiegare e praticare fedelmente le regole, e che formano lo spirito e la vita della nostra pia società. XVII,281.
- Ciò che più di tutto attrae i giovanetti sono le buone accoglienze. II,256.
- L’olio condisca ogni vivanda del nostro Oratorio. II,506.
- Per far del bene, bisogna avere un po’ di coraggio, essere pronti a soffrire qualunque mortificazione, non mortificare mai nessuno, essere sempre amorevole. III,52.
- Si procuri che chiunque avrà da trattare con noi, vada via soddisfatto, che ogni volta che parleremo a qualcheduno sia, un amico di più che ci acquistiamo. VI,890.
- Accoglieremo bene e sempre con dolcezza i forestieri, perché essi pretendono questo, siano essi signori o siano poveri, anzi coloro che si trovano in condizione inferiore pretendono ancor più degli altri di essere trattati con deferenza. VI,890.
- I superiori salesiani abbiano sempre una grande benevolenza verso i loro inferiori e specialmente trattino bene e con carità le persone di servizio. XVIII,483.
- Per riguardo ai giovani dobbiamo aver carità usando sempre dolcezza. VI,890.
- Raccomandava di farsi un grande studio nel non rimandare mai alcuno malcontento. VII,31.
- Raccomandava continuamente la carità, i modi affabili, in certi casi la tolleranza nell’esigere obbedienza. VIII,49.
- Avvisi che don Bosco dava riguardo al modo di trattare coi giovani:
mai scrivere loro lettere troppo affettuose
mai tenerli per mano;
mai abbracciarli o baciarli;
mai intrattenersi con loro da soli, e molto meno nella propria stanza, qualunque sia il motivo.
mai dar loro occhiate troppo espressive. La gioventù è un’arma pericolosissima del demonio contro le persone consacrate al Signore. IX,922.
- La bontà di tratto e l’amorevolezza coi giovani sia il carattere di tutti i superiori. XII,88.
- Trattare i giovani con bontà per averne la confidenza. XIII,84.
- Per riuscir bene coi giovanetti, fatevi un grande studio si usare con essi belle maniere; fatevi amare e non temere; mostrate loro e persuadeteli che desiderate la salute della loro anima; correggete con pazienza e con carità i loro difetti; soprattutto astenetevi dal percuoterli; insomma adoperatevi a far si, che quando veggono, vi corrano attorno e non vi fuggano. XIV,513.
- La provvidenza divina s’incaricherà di prendere a suo tempo la difesa degli innocenti. II,336.
- Pigliamo tutto quanto ci accade dalla mano di Dio e vi assicuro che il Signore terrà in gran conto la nostra rassegnazione. IV,516.
- In mezzo alle tristi vicende che opprimono l’umanità, havvi sempre la mano benefica e provvidenziale di Dio che mitiga le nostre sventure. IV,516.
- Niente ti turbi: chi ha Dio ha tutto. IV,516.
- A chi era angustiato da. tribolazioni di corpo o di spirito: tutto passa! VI,404.
- La vera cagione di tutti i mali è il peccato. Il peccato rende infelici i popoli. Vogliamo dunque allontanare i mali che ci affliggono e preservarci da quei che ci sovrastano? Allontaniamone la cagione, il peccato. VI,410.
- Le spine della vita saranno fiori per l’eternità. VIII,476.
- Le tribolazioni della vita ci fanno più presto desiderare il Paradiso. VIII,774.
- La sola religione può sollevare nelle tribolazioni e rendere tranquille le anime. XII,327.
- Vi capiterà forse anche come agli Ebrei nel deserto, d’incontrare acque amare, cioè disgusti, malattie, prove difficili, tentazioni; ebbene, ricorrere ai rimedio indicato da Mosè: mettere nelle acque amare il ‘legno” che ha proprietà di addolcirle, voglio dire il legno della Croce, ossia la memoria della Passione di Gesù e del suo divino Sacrifizio, che si rinnova quotidianamente sui nostri altari. XII,600.
- Nel vangelo si trova scritto: Beati i tribolati, e non mai; beati coloro che se la godono. XII,631.
- Che vale rimpiangere tanto i mali? È meglio che ci adoperiamo con tutte le nostre forze ad alleviarli. E poi questa gente che ora governa ha molto bisogno della nostra compassione: sono troppo seri i conti che aprono con Dio. XIV,116.
- Tutto passa: ogni giorno ha la sua parte di bene e di male. XIV,596.
- Quando canterai l’inno di San Giuseppe, arrivato a “miscens gaudia fletibus” (alternando gioie e dolori), dillo bene: è la storia di questa vita. XV,141.
- Nelle gioie e nelle pene sia sempre fatta la volontà di Dio. XV,176.
- Nei grandi pericoli bisogna raddoppiare gli sforzi ed i sacrifizi. XV,350.
- La religione è l’unico saldo conforto fra le miserie e le afflizioni di questa vita; ossa ci assicura inoltre la felicità dopo la morte. XVI,245.
- Il Signore ci vuole tutti felici, con questi flagelli intende di farci conoscere la preziosità della vita anche temporale. XVII,178.
- Dio è nostro buon Padre e ci benedice sempre, e non ci manda questi castighi se non per farci ricorrere alla sua misericordia. XVII,512.
- Dio ci vuole in cielo, ma per mezzo dello tribolazioni. XVIII,371.
- Mentre per una parte farete capire Che simili flagelli (terremoto) provengono dallo sdegno di Dio, e cessano per sua misericordia, non tralasciate per altra parte di eccitare tutti ad una grande confidenza in Dio, il quale porta la terra nelle sue mani onnipotenti ed ha assicurato che non cadrà un capello dal nostro capo senza la sua permissione. XVIII,759.
- Lasciò scritto in una sua memoria: “La mancanza assoluta delle virtù necessarie per lo stato ecclesiastico nel secolo mi rendeva assai difficile questa deliberazione”. Sm.112, n.152.
- Se avremo la, scienza senza l’umiltà non saremo giammai figlioli di Dio sibbene figli del padre della superbia che, a il demonio. III,614.
- Non dir sempre quello che sai, ma fa di saper bene quello che dici. III,614.
- Di Dio pensa secondo la fede, del prossimo secondo la carità di te bassamente secondo l’umiltà. Di Dio parla con venerazione, del prossimo come vorresti che si parlasse di te, di te stesso parla umilmente o taci. III,614.
- Il difetto di modestia nel parlare indica mancanza di giudizio. III,615.
- Parla poco degli altri e meno di te. III,617.
- Non cercare di scolparti dei tuoi difetti; cerca piuttosto di emendarti. III,617.
- La virtù che in particolar maniera è inculcata agli studenti è l’umiltà. Uno studente superbo è uno stupido ignorante. IV,747.
- Alle anime sante riesce più penoso lo svelare i doni che Iddio fa loro che non i peccati commessi. V,209.
- Colui il quale é umile ed amorevole sarà sempre amato da tutti, da Dio e dagli uomini. VI,102.
- Perché la vostra parola abbia prestigio e ottenga l’effetto voluto, bisogna che ciascun superiore, in ogni circostanza, distrugga il proprio io. VI,289.
- La mancanza di umiltà è sempre a danno dell’unità e un collegio, per l’amor proprio di un superiore, andrà in rovina. VII,389.
- Se cercheremo la nostra gloria, ne verrà malcontento, divisione, disordine. VI,389.
- Altro non sono se non quello che sono davanti a Dio. VII,375.
- Per la pace della casa siate umili e tolleranti. VII,509.
- Non vi insuperbite mai di ciò che sapete. Quanto più uno sa, tanto più uno conosce d’essere ignorante. VII,581.
- L’individuo nella casa non è alcun che: è puro strumento, che deve lavorare solo per Dio, senza speranza sulla terra. VII,795.
- Umiltà, obbedienza, castità vi renderanno sempre accetti a Maria. VIII,131.
- Dove regna l’umile obbedienza ivi è il trionfo della grazia. VIII,174.
- La vera perfezione cristiana consiste nel comparire tanto grandi davanti a Dio quanto più piccoli avanti agli uomini. VIII,568.
- Uno di mediocre ingegno, ma virtuoso ed umile, fa molto maggior bene e più grandi cose che uno scienziato superbo. VIII,931.
- Se non ti metti a praticar l’umiltà tu perdi la più bella delle virtù. IX,34.
- L’umiltà, la carità e la modestia non possono stare l’una senza dell’altra. IX,436
- La carità, la castità, l’umiltà sono tre regine che vanno sempre insieme una non può stare senza le altre. IX,706.
- Non fidarti troppo delle tue forze; cadde un s. Pietro. X,9.
- Chi è più in auge, tanto più ha bisogno di umiltà. X,1086.
- Niuno decanti quello che sa o quello che fa: venendo alle prove ciascuno faccia quanto a lui è possibile senza ostentazione. XI,394.
- Fate quello che potete: Dio farà quello che non possiamo fare noi. Confidate ogni cosa in Gesù Cristo Sacramentato ed in Maria A. e vedrete che cosa sono i miracoli. XI,395.
- La purità specialmente è il premio dell’umiltà. XII,8.
- L’aiuto deve venir dall’alto, ma per ottenerlo bisogna discendere molto al basso. Quanto più si sta in basso, tanto più m’aiuto verrà dall’alto. XII,188.
- (sogno) Ciò che ci può liberare dalle corna di questo toro, cioè dagli assalti del demonio, dal non cadere nei vizi, si è principalmente l’umiltà base e fondamenta della virtù. XII,465.
- Se qualche cosa si riferisce alle nostre povere persone, come umili strumenti di cui egli si volle servire, noi diremo sempre: dalla grazia di Dio fu fatto questo, e perciò a Lui solo sia reso l’onore e la gloria. XII,512.
- Ricordate sempre che don Bosco non fu e non è altro che un misero strumento nelle mani di un artista abilissimo ed onnipotente che è Dio; a Dio pertanto ogni lode, onore e gloria. XVI,290.
- L’umiltà é il fondamento di ogni tranquillità. XVII,112.
- Fama fumus, Homo humus, Finis cinis. XVII,112.
- Raccomandava che si ritenesse come via più sicura e più breve per arrivare alla perfezione la via dell’umiltà col lavoro e colla temperanza. XVII,301.
- Le virtù che ti renderanno felice nel tempo e nell’eternità sono: l’umiltà e la carità. XVII,630.
- Io credo che, se il Signore avesse trovate uno strumento più vile, più debole di me, si sarebbe servito di questo per compiere le sue opere. XVIII,587.
- Fare il bene che si può senza comparire. La violetta sta nascosta, ma si conosce e si trova all’odore. XVIII,860.
- Desidererei che tu osservassi quanto havvi in me di biasi mevole, e me lo facessi francamente notare. Sm.731, n.17.
- Come é mai ammirabile il Signore, e come è grande la sua misericordia che volle servirsi di un vaccaro dei Becchi, per muovere tanta gente ed operare le sue meraviglio. Sm.746, n.63.
- Coll’aiuto di Dio abbiamo fatto molte cose, e se saremo a lui fedeli ne faremo ancora di più. Sm.754, n.89.
- La mancanza di umiltà è sempre à danno dell’unità. VI,339.
- Se cerchiamo la nostra gloria, ne verrà malcontento, divisione, disordine. VI,389.
- I tuoi sterzi siano diretti a conservare l’unione di volere tra i superiori perché vogliano tutti una cosa sola: sai vare molte anime e tra esse l’anima propria. VII,847.
- Per conservare l’unità di spirito e di disciplina è indispensabile che si tramandino quelle regole ai prudenza e di carità che perle più si possono solamente dalla pratica imparare VIII,809.
- (nella nostra società) vi deve essere unione di spirito e di volere. Qual è lo spirito che deve animare questo corpo? Miei cari, è la carità. Se vogliamo fare del bene nel mondo è d’uopo che siamo uniti fra noi e godiamo l’altrui riputazione. IX,574.
- Rinunziamo alle propensioni individuali e facciamo uno sforzo per formare un corpo solo. X,1071.
- Per unione di spirito io intendo una deliberazione ferma, costante, di volere o non volere quelle cose che il Superiore giudica tornare o no a maggior gloria di Dio. X,1097.
- Quello che potentemente contribuisce a conservare questa unione di spirito si è la frequenza dei santi Sacramenti. X,1097.
- Ognuno si spogli della propria volontà e rinunzi ai pensiero del proprio vantaggio; si accerti solamente che quello che deve fare torni a maggior gloria di Dio e poi vada avanti. X,1098.
- Si sforzi di fare sì che vi sia una sola borsa, come deve osservi una sola volontà. XI,1098.
- Il bene di uno sia il bene di tutti, il male di uno si allontani come il male di tutti. X,1311.
- Una volta poteva bastare l’unirsi insieme nelle preghiere; ma oggidì che sono tanti i mezzi di pervertimento, soprattutto a danno della gioventù di ambo i sessi, è mestieri unirsi nel campo dell’azione, e operare. XI,74.
- Facendo che tutti si regolino secondo gli avvisi e le norme che il Direttore ha dati e nelle cose in genere o improvvise da farsi, non si proceda a capriccio, ma si abbia sempre lo sguardo rivolto al centro di unità. XII,83.
- Ricordatevi sempre, che se s’infiltra fra noi un po’ di divisione, la congregazione non procederà più bene. Uniti in un cuor solo, si farà dieci volte tanto di lavoro e si lavorerà meglio. XII,384.
- L’obbedienza ben sostenuta è l’anima delle congregazioni religiose e quelle che le tiene unito. XII,459.
- Unità di comando, dì spirito e d’amministrazione, fondamento delle comunità religiose. XII,499.
- Promuove insieme d’accordo le cose buone, l’iniziativa venga a chi si vuole. E si sa bene che non tutti hanno la stessa capacità, la stessa istruzione, gli stessi mezzi. XII,631.
- Dare ogni sacrifizio per conservare l’unione coi confratelli. XIII,880.
- Senza l’unione di spirito le congregazioni Religiose difficilmente giungono a conseguire il fine proposto. XIII,909.
- Si insista perché in ogni casa tutti facciano centro al Direttore; Ma guai quando in una casa si formano due centri! Sono come due campi, come due bandiere, e se non saranno contrari, saranno almeno divisi. XIV,45.
- Il direttore procuri che nella sua casa non si rompa l’unione. XIV,45.
- Raccomando di formare un cuor solo e un’anima sola per amare e servire Dio e promuovere la sua gloria mediante la pratica della carità. A questo fine suggerisco il rinnegamento della propria volontà. XV,486
- Se si vuol fare un cuor solo ed un’anima sola, per amore di Gesù bisogna che si rompa quella fatale barriera della diffidenza e sottentri a questa la confidenza cordiale. XVII,111.
- (sogno) Come dunque fare per rompere questa barriera (della diffidenza). Famigliarità coi giovani specialmente in ricreazione. XVII,111.
- Tutti i confratelli salesiani che dimorano in una casa medesima devono formare un cuor solo ed un’anima sola col di rettore loro. XIII,267.
- Ricordatevi, o figlioli miei, che l’unione tra direttore e sudditi, e l’accordo tra i medesimi, forma nelle nostre case un vero paradiso terrestre. XVII,267.
- Per unione di spirito io intendo una deliberazione ferma, costante di volere o non volere quelle cose che il superiore giudica tornar a maggior gloria di Dio. XVII,894.
- Quello che potentemente contribuisce a conservare questa unione di spirito si è la frequenza dei santi Sacramenti. XVII,894.
- Una confidenza speciale è poi assolutamente necessaria al Superiore di quella casa dove ciascuno dimora. XVII,895.
- Nella pratica si incontrano casi in cui sembra meglio far diversamente da quanto era stato comandato. Non è vero. Il meglio è sempre fare l’ubbidienza, non mai cangiando lo spirito delle Regole interpretato dal rispettivo superiore. Questa conclusione io la reputo la base fondamentale di società religiosa. XVII,895.
- Chi procura un vantaggio alla società lo faccia, ma non faccia mai centro da sè; si sforzi per fare sì, che vi sia una sola borsa, come deve essere una sola volontà. XVII,895.
- Ricordi per le vacanze: III,176; V,281; VII,233; VIII,165,436,391; IX,334; X,1031; XI,294; XII,363,367,673; XIII,427,430,434-7,761.
- Soffriva quando i giovani si allontanavano anche per breve tempo e adoperava ogni industria per tenerli presso di sé nelle vacanze, anche gratuitamente, perché temeva che andando a casa colle ali ritornassero colle corna. IV,336.
- Le vacanze non fanno del bene ai giovani. V,729.
- Le nostre vacanze le faremo in Paradiso. VIII,444.
- Andare a casa nelle vacanze, o per visite in occasione di festa chiassosa, e lo stesso che dire: vado per raffreddarmi nelle cose di pietà. IX,705.
- Le vacanze siano di riposo, ma nello stesso tempo siano anche occupate, sicché ricreandosi il corpo, non abbia a perderne lo spirito. XI,296.
- Bisogna che io avvisi di un gran pericolo che si incontra nella vacanza. Poiché oh quanti ne vidi io a perdere la vocazione lungo la vacanze. XI,297.
- La vacanza portano via quel tantino di frutto che la parola di Dio ha fatto nascere. XII,55.
- Coloro che non si mantengono sulla retta via durante le vacanze non vi si manterranno poi da preti in mezzo al mondo. XII,256.
- Ordinariamente le chiamava la vendemmia del diavolo. XII,362.
- Tenete la gran pratica di confessarvi ogni settimana, ogni, dieci ovvero ogni quindici giorni. Se farete così, io credo che le vacanze non vi facciano male. XII,364,
- Se volete star buoni in casa, come lo foste nell’oratorio, tenete in molto conto le pratiche di pietà ed eseguitele come le eseguite nell’oratorio. XII,364.
- Vi sarebbe ancora una gran cosa che è quella che io vi raccomando di più. È la ritiratezza. Ora spiego la parola star ritirato. E vuoi dire: ritirato dalle persona, dai luoghi, dalle cose che possono essere occasione di peccato. XII,364.
- Le Vacanze sono il premio delle vostre fatiche. XII,366.
- Affinché il sollievo del corpo non abbia ad essere di documento all’anima... si facciano sempre le nostre solite pratiche di pietà in comune nelle ore più adatte. XII,386.
- Io non ho ancor trovato uno finora il quale, andato in vacanza a trovare i suoi, nel ritorno potesse dire: Oh! questa visita ai miei, queste vacanze quanto bene mi hanno fatto all’anima! XII,452.
- Andando a casa non si acquista nulla di nuovo, si vada pure a casa con ottime intenzioni. XII,453.
- Non si può dire il danno che apportano a certuni le vacanze. XII,555.
- Io desidero che in qualunque tempo si faccia sempre qualche cosa... perché in vacanza o lavorate voi, e il demonio se no sta inoperoso, oppure voi vivete disoccupati, a il demonio lavora lui. XIII,431.
- Gesù Sacramentato è quello che dovrà aiutarvi in tutto questo tempo di pericoli. XIII,436.
- Vi raccomando da padre che ama molto i suoi figli... fuga dell’ozio presenza di Dio, messa e meditazione quotidiana; confessione settimanale, orazioni mattino e sera. Così le vostre vacanze saranno vere vacanze e ciò che più deve importare, senza l’offesa di Dio. XIII,436.
- Non ricordo che mai alcuno mi abbia detto di aver riportatene qualche vantaggio spirituale dalle vacanze. XIII,436.
- La sola cosa che raccomando si è sempre di non commettere alcun peccato. Se vi guarderete da questo come da un serpente, passerete santamente le Vacanze. XIII,437.
- (sogno) Non stancarti mai di ripeterlo ai tuoi giovani! che le vacanze sono una gran tempesta per le loro anime. XIII,764.
- (aneddoto) Signor don Bosco, quando, dove faremo le vacanze? In paradiso. XIII,828.
- Omnium malorum officina... XIV,795.
- Se si vedessero le anime dei giovanetti, che vanno a casa in vacanza si scoprirebbe che tanti partono con ali di colomba e tornano con le corna del diavolo. XV,345.
- Dopo le vacanze non si accettino mai i giovani che ritornano dalle loro case senza l’attestato di buona condotta ratto dal parroco. XVII,186.
- (per le vocazioni) Se non si possono annientare, almeno si procuri di diminuire i giorni delle vacanze quanto sarà possibile. XVII,262,
- La vendetta del vero cattolico è il perdono e la preghiera per la persona che ci offende. IV,312.
- Perdonare vuol dire dimenticare per sempre. VI,363.
- Fate del bene a tutti del male a nessuno. VI,694.
- Per quanto è possibile non si viaggi mai di festa, mai con persone di sesso diverso. VII,85.
- Essendogli stato riferito che uno dei nostri aveva viaggiato in prima classe, ne ebbe dispiacere grandissimo e disse: Ecco uno spreco ed un affronto fatto alla divina Provvidenza. Sm. 705, n. 157.
- Gioventù e vino sono due fuochi. IV,184.
- Vino e castità non possono coabitare insieme. IV,184; XII,21; XIII,393.
- Voleva abolite le merende con vino frutta od altri commestibili, dicendo che “venter pinguis non gignit mentem tenuem”. IV,193.
- Gola e castità, e specialmente vino e castità non possono andare insieme giammai. XI,517.
- Bisogna che si sappia moderare e mortificare specialmente nel vino colui che desidera lavorare con frutto nella vita del Signore. XII,630.
- (per conservare la moralità) grande temperanza nel mangiar carne e nel bere vino. XIII,85.
- Quando uno si lascia dominare da questo vizio, non v’é risoluzione non vi é proponimento che tanga: è troppo difficile l’emenda. E con la gola vengono poi di conseguenza altre miserie. XIII,388.
- Non è l’abito che onora il tuo stato, è la pratica della virtù (mamma Margherita). I,373.
- I divertimenti mondani contengono sempre qualche rischio di rovina per la virtù, specialmente per quella delicatissima della castità. I,421.
- Ai suoi religiosi quale divisa assegnerà? La virtù! II,411.
- O giovani, nel vostro cuore voi conservate il tesoro della virtù, il quale possedendo avete tutto, perdendolo, voi divenite i più infelici e sventurati del mondo. III,11.
- La prima virtù di un giovane è l’obbedienza al padre e al la madre. III,166.
- Le abitudini buone ci conducono alla virtù e ci danno morale certezza di salvarci. III,607.
- Le cose che sogliono allontanare il giovane dalla virtù sono i cattivi compagni, l’eccesso del bere, l’attaccamento al giuoco, l’abitudine al fumar tabacco. III,607.
- Datemi un giovanetto che sia temperante nel mangiare, nel bere e nel dormire, e voi lo vedrete virtuoso, assiduo nei suoi doveri, pronto sempre quando si tratta dl far del bene, e amante di tutte le virtù; ma se un giovane è goloso, amante del vino, dormiglione, a poco a poco avrà tutti i vizi. Diverrà sbadato, poltrone, irrequieto, e tutto gli andrà a male. Quanti giovani furono rovinati dal vizio della la gola. IV,184.
- Datevi da giovani alla virtù, perché aspettare a darsi a Dio in età avanzata è porsi in periodo gravissimo di andare eternamente perduto. IV,748.
- Le virtù che formano il più bel ornamento di un giovane cristiano sono: la modestia, l’umiltà, l’ubbidienza e la carità. IV,748.
- Il fondamento d’ogni virtù in un giovane è l’ubbidienza ai suoi superiori. IV,749.
- Quello che ha da rendere un giovane è l’ubbidienza ai suoi superiori. IV,749.
- Quello che ha da rendere un giovane virtuoso ed onesto, cioè un vero galantuomo è l’adempimento di tutti i suoi doveri. V,515.
- I santi partecipano alla potenza di Dio e regnano con lui; e in tal guisa mostrano alla terra quanto la virtù sia cara al Signore. V,727.
- Colui il quale vuole realmente divenir grande, ha bisogno di incominciare fin da giovane a battere coraggiosamente la via della virtù. VI,99.
- Nella buona creanza vedeva il germoglio di molte virtù. VI,211.
- Dirò agli studenti che procurino nella scienza terrena di cercar la scienza del cielo, la virtù e metterla in pratica. VI,363.
- Chi non è obbediente sarà privo di ogni virtù. VI,442.
- A me è più cara una virtù costante che le grazie straordinarie. VI,969.
- Gli si domandò come fare a non cadere indietro e conservarsi nella virtù. E rispose: Fare quel che possiamo: stimarci un nulla davanti al Signore, e persuaderci bene, che senza di Lui non possiamo fare altro che peccati. VII,40.
- La storia insegna che in ogni tempo è stata amata la virtù e furono sempre venerati quelli che l’hanno praticata. VII,252.
- Quel giovanetto che non è ancora capace a sopportare una ingiuria senza farne vendetta, e che non sa tollerare riprensioni, anche ingiuste dei suoi superiori, massime dei suoi genitori, è ancor troppe indietro nella virtù. VII,292.
- L’obbedienza è la via meno laboriosa, men pericolosa, e la più sicura e la più breve che vi sia, per arricchirsi di tutte le virtù. VII,694.
- Io non voglio aver con me chierici di poca virtù. Colui il quale s’inoltra nella carriera sacerdotale deve avere una virtù superiore ad ogni laico. VIII,19.
- La virtù che splende di più in paradiso è la purità. VII,857.
- Dio non abbandona mai il giovane virtuoso. IX,567.
- Non è la scienza che faccia i santi, ma la virtù. VIII,931.
- Colle piccole mortificazioni la virtù trionferà. IX,355.
- Dio non abbandona il giovane virtuoso. IX,567.
- Più uno si sbroglia e si distacca dalla relazione dei Parenti e da quella di altri del mondo più egli acquista di virtù e di perfezione. IX,705.
- Qualunque ufficio abbiano i salesiani debbono insegnare la via della virtù. V,821.
- Non dobbiamo mai pretendere dai nostri dipendenti che esercitino un atto di virtù da noi trascurato. X,1105.
- Molti, se stanno ritirati, praticano la virtù. XI,238.
- Per essere prete nel secolo si richiede maggior virtù. XI,277.
- Quando uno si consacra al Signore, a lui fa dono di tutte le sue passioni ed in special modo a lui consacra tutte le sue virtù. XII,15.
- Le pratiche di pietà sono come il cibo, il sostegno il balsamo alla stessa virtù. III,82
- Le pratiche di pietà sono come il cibo, il sostegno il balsamo alla stessa virtù. III,82.
- Se vi é la castità, vi sarà ogni altra virtù; essa le attira tutte. Se non vi é questa, tutte le altre vanno disperse, è come se non vi fossero. XII,224.
- A coloro che sono novizi in cose di religione e incapaci di fare un atto di virtù quando vengono un po’ offesi, bisogna rispondere sempre benignamente, anche se si teme con fondamento che abbino secondi fini o che vogliano ingannare. XII,241.
- Continuate il cammino della virtù e voi avrete sempre la pace del cuore, la benevolenza degli uomini, e la benedizione del Signore. XII,278.
- L’umiltà, base e fondamento della virtù. XII,465.
- La castità e la virtù regina, la virtù che custodisce tutte le altre. XII,470.
- (sogno) Questi fiori rappresentano le virtù che più piacciono al Signore. La rosa é simbolo della carità, la viola dell’umiltà, il girasole dell’obbedienza, la genziana della penitenza e della mortificazione, le spighe della comunione frequente, il giglio della castità, la sempreviva o perpetua significa che tutte queste virtù devono durate sempre: la perseveranza. XII,592.
- La castità è un balsamo da spargersi fra tutti i popoli, da promuoversi in tutti gli individui, essa è il centro di ogni virtù. XIII,83.
- La congregazione ha bisogno d’individui di vita già buona é provata. XIII,268.
- Quando i giovani sono sobrii, potranno fare molto profitto nella virtù. XIII,432.
- Non è possibile che chi ha la gratitudine non abbia le altre virtù che chi conosce le virtù non le pratichi. XIII,756.
- San Filippo Neri, interrogato quale fosse la virtù principale per un religioso, colla quale stessero collegate anche tutte le altre virtù rispose: conservare la castità. XIII,799.
- Quando si vede un compagno ozioso si ha da temere subito per lui: la sua virtù non è al sicuro. XII,801.
- Se non si fanno veri sforzi, si diminuisce sempre di virtù. XIII,805.
- Chi poco per volta approfitta sempre delle grazie del Signore, va sempre crescendo in virtù. XIII,805.
- La temperanza ed il lavoro sono i due migliori custodi della virtù. XV,460.
- Si ritenga che le virtù non acquistate nel tempo del noviziato per lo più non si acquistano più. XVII,269.
- Le altre virtù periscono se non si é esatti nella virtù dell’ubbidienza. XVII,561.
- L’innocenza coronata dalla penitenza è la regina di tutte le virtù. XVII,739.
- L’ubbidienza è la base e il sostegno di ogni virtù. XVII,690.
- Non lanciava alcuna occasione per raccomandarci di non omettere mai la visita quotidiana al un Sacramento fosse anche brevissima, purché costante. III,613.
- Don Bosco fu l’apostolo della comunione frequente e della visita quotidiana al SS. Sacramento. IV,457.
- Nessuno vada mai in casa sua, o dei parenti, o di amici, di conoscenti, ne non per l’interesse della congregazione o per esercitare un atto di carità. VII,85.
- Non vi è cosa che il demonio tema di più che queste due pratiche:
la comunione ben fatta;
le visite frequenti al SS. Sacramento. VIII,45.
- Volete che il Signore vi faccia molte grazie? visitatelo sovente. Volete ve ne faccia poche? Visitatelo di rado. Volete che il demonio vi assalti? Visitate di rado Gesù in Sacramento. Volete che fugga da voi? Visitate sovente Gesù? Volete vincere il demonio? Rifugiatevi sovente ai piedi di Gesù? Volete essere vinti? Lasciate di visitare Gesù. Miei cari! La visita al Sacramento é un mezzo troppo necessario per vincere il demonio. Andate adunque sovente a visitare Gesù e il demonio non la vincerà contro di voi. VIII,49.
- Si vada ai piedi del Tabernacolo soltanto a dire un “Pater” Ave e Gloria, quando non si potesse di più. Basta questo per renderci forti contro le tentazioni, Uno che abbia fede, che faccia visite a Gesù Sacramentato, che faccia la sua meditazione tutti i giorni, purché non abbia qualche fine mondano, ah! io dico, è impossibile che pecchi. IX,355-6.
- Non fate visite se non per motivi di carità o di necessità. XI,389.
- Credetelo pure, miei cari figlioli, colui che é divoto del SS. Sacramento cioè va con frequenza a fare buone comunioni, e colui che va a far visita a Gesù Cristo nel Tabernacolo, costui ha un pegno sicuro della sua eterna salvezza. XII,29.
- Sulle visite degli ispettori e dei Superiori maggiori alle case don Bosco raccomandò che si andasse sempre in nome del superiore e che si richiamassero i confratelli alla osservanza delle regole non in forza dell’io voglio, ma in forza del dovere dalle regole imposto. XVIII,187.
- Regolando ogni azione secondo la legge del Signore, solo con questa poneva limiti alla sua libertà. I,16.
- La nostra vita è così breve che abbiamo poco tempo per fare il bene. (mamma Margherita). I,77.
- Le intemperanze accorciano la vita ai golosi (mamma Margherita). I,77.
- In tutti gli stati uno può salvarsi purché viva da buon cristiano. I,475.
- La mia vita è consacrata al benessere dei poveri giovanetti. II,462.
- Tutta la vita dell’uomo deve essere una continua preparazione alla morte. III,19.
- Beato in questa vita è colui che non ha rimorsi di coscienza. V,926.
- Colui il quale vuole realmente divenir grande, ha bisogno di incominciare fin da giovane a battere coraggiosamente la via della virtù. VI,99.
- La nostra vita è nelle mani del Signore, che è un buon Padre: egli sa fino a quando ce la debba conservare. VI,120.
- Bisogna operare come se non si dovesse morire mai e vivere come se si dovesse morire ogni giorno, VII,484.
- È provato dall’esperienza che la gratitudine nei fanciulli è per lo più presagio di un felice avvenire. VII,494.
- Quando le cose vanno bene non bisogna cangiarle facilmente sotto pretesto di migliorarle. VIII,228.
- Se vuoi vivere felice, protetto da Dio, rispettato ed amato dagli uomini, bisogna che te lo meriti con essere di buon cuore con tutti, amare i tuoi amici, essere paziente e generoso coi tuoi nemici, piangere con chi piange, non avere invidia della felicità altrui, far del bene a tutti e del male a nessuno. IX,962.
- Chi fa limosina per salvare anime sarà ricompensato con molta sanità e lunga vita. XVIII,470.
- Essendo la vita un dono ai Dio, se egli ce la conserva è sempre un dono che ci fa continuamente. X,48.
- La nostra croce sono le sofferenze che tutti incontriamo nella vita. X,648.
- La divozione a Maria è una grande caparra di una vita cristiana. IX,284.
- In questa vita abbiamo le spine e nell’altra le rose. X,648.
- Colui il quale vuol passare bene il suo ultimo istante in questo mondo, bisogna che viva bene. XI,322.
- La nostra vita è troppo breve. Bisogna fare in fretta quel poco che si può, prima che la morte ci sorprenda. XI,409.
- Questo mondo è come una scena di teatro: passa in un momento. XI,509.
- Se volete che la vostra vita sia allegra e tranquilla, dovete procurare dì starvene in grazia ai Dio. XII,133.
- Molti sono gli impedimenti che non permettono di amare e servire Iddio come si conviene: le ricchezze, le passioni, il demonio; di modoché ben pochi sono nel mondo quelli che proprio vivono cristianamente e santamente. XIII,230.
- La nostra vita è seminata di croci, ma Dio pietoso non manca di mandare consolazioni a suo tempo. XIII,833.
- La base della vita felice di un giovanetto è la frequente comunione. XIV,126.
- Tutto passa: ogni giorno ha la sua parte di bene e di male. XIV,596.
- Ad una fervente cooperatrice tracciava un metodo di vita spirituale assai pratica e atto a liberarla dal timore di non fare mai abbastanza: “Poche cose, ma da osservarsi con diligenza. Ogni anno: revisione annuale della coscienza, riflettendo sul progresso e sul regresso dell’anno trascorso. Ogni mese: esercizio della buona morte, con riflessione mensile e la santa comunione come se fossero le ultime della vita; preghiere per la buona morte. Ogni settimana: santa confessione; grande attenzione per ricordare e praticare gli avvisi del confessore. Ogni giorno: santa comunione, se è possibile; visita al SS. Sacramento; meditazione, lettura, esame di coscienza. Sempre considerare ogni giorno come l’ultimo della vita. XV,606.
- Considera ogni giorno come l’ultimo della vita. XV,606.
- Guarda di fare un sacrifizio totale della tua vita al Signore e di voler lavorare fino all’ultimo respiro per la sua gloria, sopportando con pazienza le avversità e contrarietà nel ben operare. XVI,31.
- Ricordatevi che vi è un Dio solo, che vi é un solo paradiso in Cielo, che vi è una sola vita sulla terra e che vi è un’anima sola. XVI,177.
- Il Signore che ci vuole tutti felici, con questi flagelli intende farci conoscere la preziosità della vita anche temporale. XVII,178.
- Amare la vita e rispettarla nel gran pensiero che la vita temporale bene impiegata é foriera della vita eterna. XVII,178.
- Predicate e ricordate a tutti che nei non siamo i padroni della nostra vita. XVII,178.
- Era caduto ti discorso su l’importanza e l’efficacia della comunione frequente per l’emendamento della vita, massime nei giovani, e per il loro avviamento alla perfezione. Don Bosco esclamò d’un tratto: Sta lì il gran segreto. XVIII,438.
- Dove sono uomini vi sono miserie. VII,175.
- Non il numero fa una casa, ma lo spirito. Vi sia un solo spirito per raggiungere un unico fine. IX,565.
- Perché sia cosa dolce questo abitare insieme, bisogna togliere ogni invidia, ogni gelosia: bisogna amarci come fratelli, sopportarci gli uni gli altri, aiutarci, soccorrerci? stimarci, compatirci. IX,572.
- Guai a quelle case religione nelle quali s’incomincia a vivere da ricchi. IX,703.
- Il decadimento delle comunità religiose deve attribuirsi ai superiori che non sono esatti nell’osservanza e per far piacere ai confratelli e farsi voler bene, lasciano correre cose a modo loro. X,1080.
- Unità di comando, di spirito e di amministrazione, fondamento delle comunità religiose. XII,499.
- Vivendo in comune, dobbiamo aver vicendevolmente cura di ogni cosa appartenente alla congregazione. XII,606.
- La vita comune è il legame che sostiene le istituzioni religiose lo conserva nel fervore e nell’osservanza delle loro regole. Senza vita comune tutto va a soqquadro. XIII,245.
- Ora vedo nella congregazione un bisogno, quello di metterla al riparo dalla freddezza e dal decadimento col promuovere lo spirito ai pietà, e di religiosa vita comune. XIV,551.
- Quando è stabilita qualche cosa, sia uguale per tutti senza eccezione. XV,460.
- Si faccia ogni sforzo a fine di conservare la vita comune. XVII,265.
- I riguardi siano limitati al tempo di malattia e di convalescenza, e si guardi bene che tali riguardi non diventino una seconda tavola. Ciò sarebbe la peste della vita comune. XVII,265.
- La vera obbedienza è il perno di tutta la vita religiosa. VI,933.
- L’obbedienza è il compendio della perfezione di tutta la vita spirituale. VII,694.
- Ecco la grande utilità del vivere in comune: il frutto è sempre uguale per tutti. Ciascuno avanti a Dio avrà eguale il merito per l’obbedienza. IX,574.
- San Tommaso da Villanova e tanti altri, con uno sguardo a Gesù Crocifisso, non trovavano difficoltà nella vita religiosa. IX,702.
- Guai a quelle case religione nelle quali s’incomincia a vivere da ricchi IX,702. Chi si dà a Dio fugga il mondo. IX,991.
- Nelle famiglie religiose non devesi avere altra mira che conoscere il bene affine, di praticarlo, conoscere il male per poterlo fuggire. X,1099.
- Per disciplina io intendo un modo di vivere conforme alle regole e costumanze di un istituto. X,1102.
- Nella vita religiosa tu non solamente troverai la pace, la salvezza dell’anima, ogni bene spirituale, ma anche quel beni temporali, che nel mondo non avresti trovati, qui li trovi. XI,510.
- Noi mettendoci alla sequela del nostro divin Maestro, dobbiamo mostrarci pronti a sopportare ogni pena per amor suo. XI,513.
- Oltre l’amore ai parenti... gli altri motivi, che più di tutti servono ad allontanare dalla vita religiosa sono la gola, la poca volontà di lavorare, e il malcontento prodotto dalla mormorazione. XI,517.
- Nel mondo vi sono pericoli e per essere salvi da essi è preparata da Dio la vita religiosa. XII,598.
- Molti se stanno ritirati praticano la virtù. XI,238.
- La castità deve servir di fondamento pratico di tutte l’edifizio religioso. XI,581.
- Se tu hai lasciato il secolo, ritornandovi tu ti trovi in pericolo. XII,600.
- La cosa più importante si è che il demonio tenta d’insinuarsi per ridurre un religioso allo stato di prima. XII,601. / vedi Distacco/
- Se io avessi un poco di tempo vorrei fare un libro apposta, che paragonasse alla vita delle api la vita del religioso. XII,602.
- Prima di entrare in quella santa casa, lasciate la vostra volontà fuori della porta.. XIII,203.
- Molti sono gl’impedimenti che non ci permettono ai ornare e servire Iddio come si conviene. I quale sarà il mezzo più efficace per diminuire questi impedimenti? Finirete in Religione. XIII,230.
- Entrare in Religione, ecco il mezzo che il Signore ci offre per difenderci da tutte le insidie e i tormenti, ed uscirne illesi: accrescere a noi le forze e toglierle al nemico. XIII,231.
- Allontanarci da tutto ciò che è causa di combattimento, troncare ogni relazione coi nostri nemici, metterci ai fianchi del Divin Salvatore, entrare insomma in Religione, ecco il mezzo per aver la pace e la sicurezza. XIII,331.
- Anche voi che siete in congregazione, non pensate già a fare cuccagna e di potervi salvare stando attaccati almeno col cuore alle miserie di questa terra. XIII,233.
- Stolto chi facesse i voti pensando che qui non ci sia altro che godimenti. Nella Religione non vi sono tutte rose, anzi è l’opposto: vi sono le spine. XIII,233.
- Non t’ingannare, mettendo in cuore che la vita religiosa sia una vita tutta di sacrifizi. Prima le spine e poi le rose. È vero che la vita religiosa domanda lavoro continuo, spirito di sacrifizio, umile abnegazione di se stesso; ma queste stesse prove nono fonti di grazie maggiori e di consolazioni grandissime. XIII,233.
- Il centuplo che Gesù promise ai Religiosi in questa vita, si deve ripetere dalla pace, dalla fiducia, dalle consolazioni che proveremo in punto di morte. XIII,234.
- Consolazioni del Religioso in vita ed in morte. cnf. XIII,425
- Il Signore anche in questo mondo tratta bene i suoi servi. XIII,426.
- Quando ai conosce che si è chiamati allo stato ecclesiastico cosa ancora della maggiore importanza, il vedere se sia meglio gettarsi nel secolo o ritirarsi in qualche Religione. XIII,807.
- Il prete deve vivere una vita ardentemente interiore per poter illuminare intorno a sé gli altri. XVI,172.
- Ritieni che la vita religiosa è vita di continuo sacrificio, e che ciascun sacrificio è largamente da Dio ricompensato. XVII,215.
- Il demonio ha più paura di una casa di lavoro, che di una casa di sola preghiera. (Pio IX) XVII,661.
- Come regolarsi in società in quanto alle cose temporali? Le regole della società provvedono a tutto, dunque praticando le regole, rimane soddisfatto ogni bisogno. XVII,895.
- Una veste, un tozzo di pane, devono bastare ad un religioso. Quando occorresse di più ne dia cenno ai Superiori, ne sarà provveduto. XVII,825.
- Beati coloro che si danno a Dio per sempre nella gioventù. XVIII,482.
- l. Il companatico non è necessario: è da signore: noi siamo poveri e dobbiamo vivere da poveri (Mamma Margherita). II,26.
- Il mio ideale era una congregazione modello di frugalità. IV,192.
- Diceva che egli si era sempre astenuto dal mangiar carne, perché aveva temuto la ribellione della concupiscenza, e soggiungeva meravigliato. Forse gli altri non sono sensibili, come lo sono io, e non hanno da appigliarsi alle stesse precauzioni. IV,195.
- A cena soleva prendere qualche cosa meno che a pranzo: in seguito coll’esempio questo raccomandava eziandio ai suoi giovani di mantener cioè leggero il ventricolo alla sera. IV,201.
- Nessuno critichi il vitto e le disposizioni dei superiori in faccia ai giovani, perché anch’essi imparerebbero presto a mormorare. X,1019.
- Nella mia casa c’é pane, è questo ce lo manda ogni giorno la Provvidenza; c’è lavoro.... e c’è Paradiso. XVII,251.
- L’ozio e la disoccupazione traggono a se tutti i vizi. III,92.
- La superbia conduce al vizio. V,708
- Se un giovane è goloso, amante del Vino, dormiglione, a poco a poco avrà tutti i vizi. IV,184.
- La storia insegna che fu sempre biasimato il vizio e furono disprezzati i viziosi. VII,252.
- Superbia e immodestia sono i due vizi capitali che rovinano un maggior numero di anime. IX,164.
- Il principio d’ogni vizio è la superbia. IX,405.
- Quanto è difficile sradicare un vizio che abbia messo radici in gioventù. XII,585.
- La castità perfetta fa riportar vittoria su tutti gli altri vizi. XII,626.
- Il prete o muore per il lavoro o muore per il vizio. XIII,86
- Il vizio si propaga serpeggiando come la scintilla elettrica sul quadro magnetico. XIII,726.
- La forza punisce il vizio, ma non guarisce il vizioso. XVI,445.
- L’ozio è vizio che tira con né molti altri vizi. XIII,801.
- Per iscrivere senza errori bisogna avere alle mani sempre un vocabolario di pregio. III,315.
- Ripeteva ai suoi l’avviso datogli da Silvio Pellico di tenere sempre sopra il tavolino il vocabolario e di non stancarsi, usandolo continuamente. IV,634.
- I libri non buoni sono pure da eliminarsi. Per tanti giovani sono il principio della malizia, delle insidie dei compagni cattivi. XVII,198.
- (Mamma Margherita a Giovanni): “Io voglio assolutamente che tu esamini il passo che vuoi fare e che poi seguiti la tua vocazione senza guardare ad alcuno. La prima cosa è la salute della tua anima. In queste cose io non c’entro, perché Dio è prima ai tutto. I,296.
- Colla ritiratezza e colla frequente Comunione si perfeziona e si conserva la vocazione e si forma un vero ecclesiastico. I,460.
- Se Dio ti chiama anche a lasciare il mondo, arrenditi presto. III,18.
- Ripeteva essere un dono di Dio la vocazione allo stato ecclesiastico. V,125.
- Ricordiamoci che noi regaliamo un grande tesoro alla chiesa, quando noi procuriamo una buona vocazione: che questa vocazione, o questo prete vada in diocesi, nelle missioni, o in una casa religiosa, non importa, è sempre un grande tesoro che si regala alla chiesa di Gesù Cristo. Per mancanza di mezzi non si cessi mai di ricevere un giovane che dà buone speranze di vocazione. Spendete tutto quello che avete, e se fa mestieri andate questuare, e se dopo ciò voi vi troverete nel bisogno, non affannatevi che la SS. Vergine in qualche modo, anche prodigiosamente verrà in vostro aiuto. V,396,7.
- Il più gran dono che Dio possa fare ad una famiglia, è quello di una vocazione al sacerdozio. VI,111.
- Il Signore mi ha mandato per i giovani; perciò bisogna che mi risparmi nelle altre cose e conservi la mia salute per loro. VII,291.
- Credete alla mia esperienza: causa di molte vocazioni perdute fu la lettura dei “Promessi Sposi” del Manzoni. IX,398.
- Quando un figlio abbandona i genitori per obbedire alla vocazione, Gesù Cristo prende il suo posto nella famiglia. IX,704.
- Noi abbiamo scelta a questo mondo la cosa migliore: salvar le anime. IX,714.
- La Madonna benedica quelle famiglie che danno le proprie figlie a questa congregazione. X,651.
- Se i Salesiani e le Figlie di M.A. corrisponderanno fedelmente alla loro vocazione vedrete le meraviglie che Maria SS. Ausiliatrice opererà per mezzo loro. X,651.
- L’uomo è misero strumento della divina Provvidenza, che nelle mani di Dio, e col suo santo aiuto fa quello che a Lui piace. X,949.
- Primo mezzo per fare certa la nostra vocazione è condurre una vita piena di opere buone, una vita col santo timor di Dio. XII,829
- Il secondo è quello del quale parla San Paolo: “Opertet et testimonium habere bonum ab iis qui forin sunt”. VII,831. Il confessore, cui dobbiamo aprire schiettamente la nostra coscienza, saprà dirci dove il Signore ci vuole. VII,832.
- Senza una diligente coltura nella Religione è moralmente impossibile ottenere una vocazione allo stato ecclesiastico. X,1312.
- Io sono solito negli Esercizi Spirituali di raccomandare e raccomandare molto di pensare alla propria vocazione. È questa, o miei cari, una cosa che si deve assai interessare; poiché dall’avere o dal non avere posto mente in quale stato Dio ci abbia chiamati, moltissime volte può dipendere una vita felice qui in terra e l’eterna salute anche nell’altra. XI,234.
- Intorno alla vocazione ciascuno deliberi col suo confessore ordinario. XI,234.
- Dio sa largamente ricompensare i sacrifizi che si fanno per obbedire alla sua santa volontà. XI,234.
- Se volete conservarvi buoni e non sfocare la vostra vocazione osservate: ritiratezza e frequenza ai santi sacramenti. XI,234.
- (ai noviziato) Non si debbono accettare, se non diedero segno di una moralità a tutta prova o se non si lasciarono conoscere abbastanza bene e non ebbero confidenza grande nei superiori. XI,269.
- Per sola mancanza di mezzi finanziari non si era mandato via nessuno (che ha vocazione). XI,281.
- Bisogna che io vi avvisi di un gran pericolo che si incontra nelle vacanze. Perché, oh quanti ne vidi io perder la vocazione lungo le vacanze! E questa è la perdita più grande, la più gran rovina che ci possa capitare. E purtroppo avviene, specialmente quando si va a casa dai proprii parenti. XI,297.
- Se il Signore t’ha data l’ispirazione di entrare in una congregazione in cui tu vedevi che potevi far del bene il desiderar altro è volersi allontanare dal luogo dove il Signore ti pose. XI,298.
- Circa la vocazione solo vorrei rispondere a chi dicesse: Io mi farei ben religioso ma chi sa se io sarò poi chiamato? Io mi fermo qui: ma chi sa se il Signore mi vorrà proprio qui e non mi chiamii piuttosto la?
Dal momento che voi avete avuto il desiderio, la voglia di entrare in congregazione è già segno che il
Signore, avendo posto questo desiderio, questa voglia in voi, vuole che voi la seguiate.
Dal momento che questo desiderio in voi ci fu da parte del Signore, voi non dovete rigettarlo senza manifesta volontà di Dio in contrario: la quale deve essere riconosciuta dal direttore spirituale. XI,298.
- Per
amore alla castità;
orrore al vizio opposto;
separazione dai discoli;
comunione frequente;
usate con loro carità, amorevolezza e benevolenza speciale. XI,390.
- Quando io parlo con giovani, non trovo che altra perla possano essi cercare più preziosa che il conoscere la propria vocazione. XI,508.
- Per decidere della vocazione bisogna portarsi in punto di morte; di là si vede ciò che è realtà e ciò che è verità. XI,509.
- Mi pare un errore grave questo di dire che la vocazione è difficile a conoscersi. Il Signore ci mette in circostanze tali che noi non abbiamo che da andare avanti, solo che noi corrispondiamo. XI,511.
- Quando uno è indeciso se abbia da farsi religioso o no io vi dico apertamente che costui ebbe la vocazione non l’ha eseguita subito e si trova ora un po’ imbrogliato, un po’ indeciso. XI,511.
- Manete in vocazione qua vocati estis. Perché se il Signore vi ha fatto venire il desiderio e vi ha condotti fino a questo punto, cioè vi ha dato grazia già d’incarnare quel desiderio che esso vi ha dato, questo è segno evidente che è esso che vi chiama qui. XI,511.
- Se il Signore non vi avesse chiamati a questo stato, non vi avrebbe dato il desiderio illuminato sul da farsi, né la volontà di abbracciarlo; non vi avrebbe messi nella circostanza di poter eseguire il vostro desiderio; non vi avrebbe fatto provare quel piacere e quella pace che provaste quando sentiste d’essere stati accettati. È dunque al tutto certo che noi siamo chiamati a questo stato. XI,512.
- Il noviziato non è stato stabilito per conoscere la propria vocazione. No, il noviziato non è stabilito per ciò. XI,512.
- Essendo la vocazione un gran tesoro, se si manifesta ovunque, lo si perde. XI,515.
- Quante vocazioni ha già fatto perdere questo disordinato amore ai parenti. XI,517.
coltivare le vocazioni ecclesiastiche insinuate:
- Le continue occupazioni ci conservano la vocazione. XI,517.
- Io vorrei sapere se ho la vocazione ecclesiastica o religiosa. Hai tu desiderio e propensione a farti prete o religioso? L’ho. Seconda domanda: ti compiaci nel servizio delle funzioni, nell’ascoltar messe, accostarti ai sacramenti, imparar cerimonie? Mi compiaccio. Allora io vengo alla terza domanda: come stai riguardo a probità di costumi? E qui tenete ben a mente: se uno non è moralmente certo, mediante la grazia del Signore, di poter conservare la castità, costui per carità non cerchi di farsi né prete né religioso. Uno adunque mi risponde: mi pare che colla grazia del signore, come non ho mai gravemente mancato così non mancherò contro questo. XI,574.
- Due ricordi che aiutino a coltivare la vocazione. Il primo è il secreto... il secondo si è questo: corrispondere subite alla divina chiamata. XI,575.
- Mezzo radicale per conservar la vocazione: Troncare ogni relazione estranea la vocazione. XI,577.
- Oh quanti pericoli incontra la vocazione al paese nativo. XI,580.
- Nel desiderio di venire a cose valevoli a coltivare le vocazioni religiose ed efficaci per conservare lo spirito di pietà, io mi fo a raccomandarvi alcune cose che l’esperienza mi ha fatte ravvivare sommamente necessarie. 1) in ogni casa diasi massima sollecitudine di promuovere le piccole associazioni, come sarebbe il piccolo clero, le compagnie di san Luigi, del SS. Sacramento, dell’Immacolata Concezione. 2) guardatevi bene dalle relazioni, amicizie o conversazioni geniali e particolari. 3) fuga del secolo e delle sue massime. 4) la sera dopo le orazioni ciascuno vada subite a riposo. XII,26-27.
- Le nostre piccole associazioni si possono chiamare chiave della pietà, conservatorio della morale, sostegno delle vocazioni ecclesiastiche e religiose. XII,26.
- Quando alcuno vi domanderà consiglio sulla vocazione, come rispondere? cnf. XII,87.
- Per la vocazione io credo assolutamente che si richiedano tre cose: propensione, studio, morum prebitas. Per ciò che riguarda lo studio, si lasci decidere dagli esami. XII,88.
- Industrie che possono grandemente giovare a coltivare le vocazioni: 1) frequenza grande ai sacramenti; 2) bisogna usare grande amorevolezza coi giovani, trattarli bene; 3) ai più grandicelli che danno qualche speranza si conceda molta confidenza dal superiore;(XII,88) 4) giova anche tanto il far bene le cerimonie. 5) Giova immensamente il promuovere il piccole clero. Io sono di parere che sia d’esso il semenzaio delle vocazioni ecclesiastiche; (XII.89) 6) gioverà grandemente il dare al giovane molta famigliarità, XII,90.
- Nei dubbi circa la Vocazione dì fra te stesso: se io mi trovassi in punto di morte qual è la cosa che desidererei d’aver fatta? Quale stato desidererei d’aver abbracciato per potere con maggior facilità salvarmi l’anima e fare del bene? XII,90.
- Ecco un gran segno per conoscere se un giovane è fatto per la congregazione, se gli si deve consigliare di entrarvi, se si abbia a pronosticare bene della sua perseveranza. Quando un giovane è molto onesto è schietto in confessione e costantemente si confessa dal medesimo confessore.... questo è ottimo indizio che si fermerà in congregazione. XII,255-6.
- Oh se sapeste che cosa grande è una vocazione. Non respingiamone mai nessuna per la povertà. Se noi pensiamo alle vocazioni la divina provvidenza penserà a noi. XII,283.
- Le vocazioni anche povere fanno ricco l’istituto. XII,283.
- Grande vantaggio è il ricevere noi ancor piccolini la maggior parte di coloro che si fanno salesiani. XII,300.
- In una congregazione, allorquando entra un uomo di molta scienza e autorità, se non è un gran santo, cioè se non sa nei casi particolari adattar sempre la sua volontà a quella dei superiori, farà più male che del bene. XII,300.
- Se un giovane riesce buon prete, non dobbiamo essere paghi dei nostri sacrifizi? XII,373.
- Semenzaio di molte vocazioni e strumento di bene straordinario sono gli oratori, gli ospizi, le case per ragazzi abbandonati. XII,374.
- Chi eseguisce bene l’esercizio della buona morte può star tranquillo della salute dell’anima sua e sicuro di camminare sempre nella vera via della propria vocazione. XII,471.
- La vocazione comincerà in voi a venir dubbia, quando voi comincerete a trasgredire la regola. XII,472.
- Per fare opere grandi bisogna che seguiamo fedelmente la nostra vocazione. XII,560.
- I parenti, gli amici sono quelli dai quali ci dobbiamo maggiormente guardare in fatto di vocazione. Molte volte coi loro consigli mettono innanzi le più gravi difficoltà a chi vuol darsi tutto a Dio. XII,561.
- La nostra vocazione è chiamata la perla che sta nascosta nella religione e che si trova nel religioso che osserva bene le sue regole. Saremmo oggetto di sdegno a Dio se ne facessimo getto, perché sarebbe un disprezzar il tesoro più prezioso. XII,563.
- (per non perdere la vocazione) Non essere mondani e amanti delle affezioni sensibili e di casa. XII,563.
- Riguardo alla vocazione Maria Vergine aiuta molto: ed uno che da solo fa poco, coll’aiuto dì Maria fa molto. XII,576.
- Come nel campo, così nella chiesa, c’è bisogno d’ogni sorta di operai. XII,626.
- Raccomando di curar molto le vocazioni suggerendo tre mezzi: parlare spesso di vocazione, discorrere molto delle missioni, far leggere delle lettere del missionari. XIII,86.
- Vogliamo essere certi della perseveranza nella vocazione? Siamo sempre obbedienti. XIII,210.
- La vocazione per essere ben eseguita richiede un totale distacco da tutto ciò che non è Dio. XIII,213.
- Oh! bisogna pur dirlo che le vie del Signore sono segrete e quando giunge il tempo prestabilito egli manifesta la sua volontà. XIII,229.
- Fortunati coloro che da Dio vengono scelti a compire la sua adorabile volontà la sua maggior gloria ed a loro vantaggio spirituale. Fortunati quelli, che venendo a conoscere questa volontà, subito l’accettano e si accingono all’opera. Saranno salvi in eterno. XIII,230.
- Norme circa la moralità e la vocazione cfr. 247, 269
- Nel tempo degli esercizi spirituali bisogna assolutamente trattare sempre della vocazione. XIII,400. Come trattarne? conf. XIII,399.
- Regole generali riguardo al conoscere la propria vocazione. Se uno non si sente inclinato allo stato ecclesiastico, non si faccia prete. In ogni caso prenda consiglio. XIII,422.
- Vi sono molti che si fanno salesiani, a cui io non consiglierei di farsi preti nel secolo. cnf. XIII,422.
- É difficile trovare leviti nelle agiatezze; perciò si cerchino con massima sollecitudini tra la zappa e martello. XIII,488.
- Questo (degli esercizi spirituali) è il tempo più acconcio per pensare alla vostra vocazione. XIII,753.
- Fra di noi vi é la base delle vocazioni che è la frequenza ai santi Sacramenti. XIV,44.
- Mezzi importantissimi per risvegliare nei giovani o conservare la vocazione allo stato ecclesiastico od anche il desiderio di appattenere alla congregazione sono:
carità con cui i giovani si vedranno trattati;
la carità reciproca che vedranno usarsi tra loro i superiori. Cnf. XIV,44
- L’ordine impedisce tanti mali che fanno perdere la vocazione. XIV,44.
- Vi sono poche cose che rechino ai giovani maggior danno di questa (cioè confessori di spirito diverso). XIV,45.
- Altro gran male alle vocazioni e al buon ordine generale, lo arrecarono coloro che cercano di fare centro a parte in mezzo agli allievi. Si insista perché in ogni casa tutti facciano centro al Direttore. XIV,45.
- Pensare, nel comunicare, alla propria vocazione, ecco il modo di procurarsi allegrezza per tutta la vita. XIV,52.
- (sogno: San Francesco di Sales a don Bosco): I salesiani avranno molte vocazioni colla loro esemplare condotta, trattando con somma carità gli allievi, ed insistendo sulla frequente comunione. XIV,124.
- Fate il possibile e direi persino l’impossibile per coltivare molte vocazioni nei teneri cuori. XIV,133.
- Pensare ad altra vocazione dopo fatta la professione, vale cedere alla tentazione. XV,642.
- Quando vi è qualche giovane che dà speranza di riuscire buon salesiano, possa o non possa pagare la pensione, non si guardi a spese. Provveda la casa. Io nono certo che il Signore ci verrà in aiuto con mezzi straordinari ed inattesi, quando si faccia ogni sforzo per avere vocazioni. XVII,187.
- Invece di piangere (la mia morte) fate delle ferme risoluzioni di rimaner saldi nella vocazione fino alla morte. XVII,258; XVIII,570.
- Dio chiamò la povera congregazione salesiana a promuovere le vocazioni ecclesiastiche fra la gioventù povera e di bassa condizione. XVII,261.
- I giornali, i libri cattivi, i compagni ed i discorsi non riservati in famiglia sono spesso cagione funesta della perdita delle vocazioni e non di rado sono sventuratamente il guasto ed il traviamento di coloro stessi che hanno già fatta la scelta dello stato. XVII,262.
- Ricordiamolo che noi regaliamo un gran tesoro alla Chiesa quando noi procuriamo una nuova vocazione; che questa vocazione o questo prete vada in diocesi, nelle missioni o in una casa religiosa non importa. È sempre un gran tesoro che si regala alla chiesa di Gesù Cristo. XVII,262.
- Non si dia consiglio ad un giovanetto qualunque, se non é sicuro di conservar l’angelica virtù nel grado che é stabilito dalla sana teologia. Si transiga sopra la mediocrità dell’ingegno ma non mai sulla mancanza delle virtù di cui parliamo. XVII,262.
- Per mancanza di mezzi non cessate mai di ricevere un giovane che dia buona speranza di vocazione. XVII,262,366.
- Si facciano sacrifizi pecuniari e personali, ma si pratichi il sistema preventivo ed avremo vocazioni in abbondanza. XVII,262,309.
- Se non si possono annientare almeno si procuri diminuire i giorni delle vacanze quanto sarà possibile. XVII,262.
- (il direttore) Studi di impedire la vocazione ecclesiastica in coloro che volessero abbracciarla per aiutare la propria famiglia per motivo che fosse povera. XVII,263.
- (sogno) Che cosa bisognerà fare per promuovere le vocazioni in mezzo ai giovani? Niente altro che coltivare gelosamente fra essi la moralità. La moralità è il semenzaio delle virtù e della vocazione. XVII,384.
- Quando i giovani chiedono consiglio sulla loro vocazione bisogna osservare nelle risposte le seguenti regole:
se si viene a scoprire che siano mancanti della bella virtù, non si consiglino mai a farsi salesiani;
se mancarono nella moralità con altri, volendo essi andare in seminario, si faccia loro il solo attestato della scuola. Se aiuti a casa mandano a chiedere l’attestato di moralità, non si risponda. Cfr. XVII,461
- (parlata di don Bosco agli ex allievi sacerdoti): se vi imbatterete in qualche giovane di buona volontà, non trascuratelo, ma cercate i mezzi opportuni perché esso possa compiere la sua carriera. Indirizzateli ove volete. Se non sapete ove collocarli, se non hanno mezzi sufficienti, indirizzateli a don Bosco. Procurate solamente di osservare che abbiano vocazione e che la loro condotta faccia presagire una buona riuscita. Per costoro le porte delle nostre case saranno sempre aperte. XVII,491.
- Se tu giungi a ravvisare qualche giovanetto che dà qualche speranza pel sacerdozio, sappi che Dio ti manda tra mani un tesoro. XVII,616.
- Ogni sollecitudine, ogni fatica, ogni spesa per riuscire in una vocazione non è mai troppa: si calcola spesa sempre opportuna. XVII,616.
- Studia, fa progetti, non badare a spese, purché ottenga qualche prete alla congregazione e alla chiesa e specialmente alle missioni. XVIII,259.
- Dalla vocazione quasi sempre dipende la salute eterna di un giovane. XVIII,20.
- Se cerca solamente Gesù e la sua croce, se vuole veramente soffrire con Gesù, vada nelle missioni. XVIII,259.
- Dio non ha bisogno di alcuno; siamo noi, sue povere creature, che dobbiamo mostrarci riconoscenti, perché ci ha plasmati. Se non faremo noi, Dio chiamerà altri, che ascolteranno meglio la sua voce. Sm. 477, n.67.
- In ogni cosa la volontà di Dio è sempre pel nostro meglio. V,802.
- Per conoscere la volontà di Dio tre cose si richiedono: pregare, aspettare, consigliarsi. VI,715.
- Noi abbiamo bisogno che ciaschedurio sia disposto a fare grandi sacrifizi di volontà. VII,47.
- Le abitudini cattive si possono vincere da chi si mette alla prova con buona volontà. VII,190.
- Quale credi che sia il mezzo più facile a noi per farsi santi? É il seguente. Riconoscere la volontà di Dio in quella dei nostri superiori in tutto ciò che ci comandano e in tutto quello che ci accade lungo la vita. VII,249.
- Ubbidiamo, così saremo sicuri di fare la volontà di Dio e saliremo un gradino sulla scala della santità. VII,250.
- Don Bosco disse alla sera che giovani dovevano fare come i ballerini sulla corda. Essi tengono in mano il piombino e poi camminano senza guardare nè a destra nè a sinistra. Il nostro piombino è la volontà di far bene. VII,575.
- L’obbedienza ci assicura di fare la volontà di Dio. VII,876.
- Definiva la sapienza: l’arte di ben governare la propria volontà. IX,933.
- Il religioso non fa mai la propria volontà, ma sempre quella del Signore, mercè l’ubbidienza. II,986. La propria volontà guasta le opere. IX,986.
- La più gran cosa in questo mondo è di fare la volontà del Signore. X,1090.
- Prima d’intraprendere una cosa ci accertiamo che è volontà di Dio che le cose si facciano. Dio lo vuole, e
noi stiamo intrepidi in faccia a qualunque ostacolo. XI,243.
- Dio sa largamente ricompensare i sacrifizi che si fanno per obbedire alla sua santa volontà. XI,243.
- Facendo il voto di obbedienza avete sacrificato al Signore la vostra volontà e quindi dovete fare tutto ciò che il superiore vi comanda. XII,564.
- Prima di entrare in quella santa casa (noviziato) lasciate la vostra volontà fuori della porta. XIII,203.
- Il Signore darà (a ciascuno) i suoi aiuti secondo la sua buona volontà. XIII,423.
- Tre ricordi: l) obbedienza pronta alla volontà di Dio significata; 2) rassegnazione allegra alla volontà del divino beneplacito; 3) indifferenza generosa per tutto ciò che non riguarda la volontà di Dio. XIII,793.
- L’educazione dei fanciulli dovrebbe aver per base la formazione della volontà. XV,78.
- Raccomando di formare un cuor solo ed un’anima sola per amare e servire Iddio e promuovere la sua gloria mediante la pratica della carità. A questo fine io vi suggerisco il rinnegamento della volontà propria. XV,486.
- Quando uno rinuncia alla propria volontà si possono far di lui grandi cose. XVI,197.
- Ognuno si spogli della propria volontà e rinunzi al pensiero del proprio bene, si accerti solamente che quello che deve fare, torna a maggior gloria di Dio e poi vada avanti. XVII,895.
- I voti di condotta non si leggano mai il sabato, perché il malumore di quelli che ebbero nota di negligenti non diminuisca o disturbi la confessione. VI,930.
- Chi fa voto (religioso) mette di nuovo l’anima sua nello stato d’innocenza, come se ricevesse il battesimo, e acquista davanti al Signore il merito di chi dà il sangue per la fede; resta come un martire santo del signore. XII,448.
- Oh quanto è bello e consolante consacrarci a Dio con voti. XII,449.
- Non basta fare i voti, ma bisogna sforzarsi a fare quanto a Dio con voto si promise. XII,452.
- Chi vuoi fare i voti non abbia secondi fini. XIII,424.
- Nell’accettare i voti: vegliare se havvi garanzia sulla castità. XIV,124.
- Recedendo dall’osservanza dei nostri voti, facciamo un furto al Signore. XVII,16.
- Uno dei più grandi errori é tenere in casa chi non è capace di ordinazioni o di voti. XVII,63.
- Vegliate e fate che né l’amor del mondo, né l’affetto ai parenti, né il desiderio di una vita più agiata vi muovano al grande sproposito di profanare i voti. XVII,258,
- Una cosa fatta con voto ha maggior pregio che quella fatta senza voto. XVII,560.
- Chi si offre con voto offre tutto quanto esso ha. XVII,560.
- Quando uno fa i voti perpetui riacquista l’innocenza battesimale. XVII,561.
- Se volete la chiave per conservare i vostri voti io ve la do. Ditte le virtù sono comprese nell’ubbidienza. XVII,561.
- Colui il quale flon fosse pronto a fare i voti perpetui dopo l’anno di noviziato, remittatur. XVII,662.
- La chiesa, il papa, i vescovi raccomandano assolutamente che gli spurii siano esclusi dagli ordini e dai vota. XVII,662.
- La migliore opera che si possa fare al mondo è quella di trarre le anime perdute sulla buona strada, alla virtù, a Dio. I,442.
- Ricordati di curare sempre il male che vedrai negli altri, osserva che il guasto non corrompa il sano, e cerca col buon esempio e colla parola di salvar anime e in quello stato che il Signore ti destina. Impedisci sempre i cattivi discorsi e le bestemmie ed avvisa gli sboccati, specialmente se vi fossero fanciulli presenti, acciocché non piglino scandalo. I,475.
- Amare tutti per condurre tutti al Signore. II,525.
- Io sono così fatto: quando vedo l’offesa di Dio, se avessi contro ben anco un esercito, io, per impedirla, non mi ritiro e non cedo. III,331.
- Aiutatemi a salvar molte anime. Il demonio lavora senza tregua per riuscire a perderle, e noi lavoriamo senza posa per preservarle. V,634.
- Quando si tratta di salvare un’anima non temo alcuna conseguenza. V,661.
- Iddio a molte benedizioni a chi si occupa a pro dei fanciulli, ed è grande consolazione il salvarsi in compagnia di altri salvati da noi, mentre è poltroneria volersi salvare da soli. (Pio IX). V,909.
- Salve, salvando, salvati! VI,409.
- Non dobbiamo mai lasciarci sfuggire un’occasione che il Signore ci presenta per fare del bene. VI,409.
- Quando io sappia che il demonio cesserà dall’insidiare le anime, io pure cesserà dal cercare nuovi mezzi per salvarle dai suoi inganni e dalle sue insidie. VI,603.
- Tutto passa e può passare quando si tratta delle anime. VII,20.
- Il Signore ci ha messi in questo mondo per gli altri. VII,30.
- Raccomanda ai suoi dipendenti la vita di continuo sacrificio per bene del prossimo. VII,31.
- Tutto io darei per guadagnare il cuore dei giovani e così poterli regalare al Signore. VII,31.
- Aiutatemi a far guerra al peccato. VII,376.
- Come volete che io mi pigli riposo, mentre il demonio non riposa mai? VII,413.
- FÀ tutto, soffri tutto per guadagnare anime al Signore. VIII,248.
- Nel lavorare per le anime vale tanto un’oncia di pietà quante cento miriagrammi di scienza. VIII,438.
- Pregate pure, ma fate del bene più che potete alla gioventù, fate il bene possibile per impedire anche solo un peccato veniale. IX,618; X,586.
- È Dio che vuoi fare, e noi dobbiamo pregarlo che abbia la bontà di servirsi di noi per le sue sante impresa. X,1080.
- La vita e troppo breve. Bisogna fare in fretta quel poco che si può prima che la morte ci sorprenda. XI,409.
- Ci sia il vero zelo, sì ma sempre pacatamente, con dolcezza, con pazienza. XII,456.
- Se vogliamo che il nostro lavoro renda, bisogna che mettiamo molta cura attorno alle pianticelle che abbiamo da coltivare. XII,457.
- Coloro che sono animati da vero zelo per la salute della anime, sono benedetti e protetti dal Signore, e dagli uomini rispettati ed amati. XII,512.
- Ciascuno procuri di ornarsi il cuore di quella virtù e carità, che fa dare la vita per salvare le anime. XII,629.
- Don Taroni (scrisse): Stamane don Bosco mi ha detto che non avrebbe difficoltà a levarsi il cappello al diavolo, purché lo lasciasse passare per andare a salvare un’anima. XIII,415.
- Sì, é una vera festa per don Bosco il poter prendere cura delle anime dei suoi giovani. Questo è il fine per cui si lavora, per questo fine esiste questa casa; perché i giovani facciano del bene all’anima loro. XIII,422.
- Da parte mia non risparmierò niente per tentare di guadagnare qualche anima al Signore. XIII,659.
- Oltre al pregare, che non deve mancare mai, bisogna operare, intensamente operare: se no si corre alla rovina. XIV,541.
- Nelle cose che tornano a vantaggio della pericolante gioventù o servono a guadagnare anime a Dio, io corro avanti fino alla temerità. XIV,602.
- Coraggio, coraggio sempre: non istanchiamoci mai di fare il bene, e Dio sarà con noi. XV,176.
- Procuriamo di guadagnare delle anime; Dio bandierà i nostri sforzi e ci darà la forza, volere e grazia. XV,676.
- Avendo bandita la guerra all’inferno, non ci lasceremo vincere in operosità dai figli delle tenebre. XVI,49.
- Noi vogliamo anime e non altro. Ciò procuro di far risuonare all’orecchio dei nostri confratelli. O Signore, dateci pur croci e spine e persecuzioni di ogni genere, purché possiamo salvare anime, e fra le altre salvare la nostra. XVII,617.
- Chi lavora per salvare anime salva la sua prima. XVIII,470.
- Quando si tratta di qualche cosa che riguarda la grande causa del bene, don Bosco vuol essere sempre all’avanguardia del progresso.
- Perché dobbiamo tener per fermo che Dio vuoi darci il Paradiso? V,554.
- Tranquillizza i giovani preoccupati del suo viaggio a Roma (1858). V,802.
- Tre nemici dell’uomo: chi è beato in questo mondo? V,926.
- Di Pio IX espose la benevolenza usata a don Bosco. VI,19.
- Richiamo alle massime eterne. VI,75; 936.
- Napoleone, il catechismo, la prima comunione. VI,98.
- Amicizie sante (Basilio, Gregorio). VI,99.
- Correggere le mancanze, leggero i difetti. VI,100.
- Sai contegno nelle lodi e nei biasimi. VI,101.
- Sul rispetto umano, vittoria ricompensata. VI,102.
- Non vergognarsi d’esser obbediente a Dio. VI,104.
- Nell’ultimo giorno dell’anno 1358. VI,114 (1859); VI,362 (1861); VI,1071.
- Come pub divertirsi chi è in peccato mortale. VI,888.
- Una parola a quelli che stanno lontano da Don Bosco. VI,889.
- Distruzioni difrante la messa. VI,1060.
- Il demonio ostacola la frequenza ai santi sacramenti. VI,301.
- Per passar bene la novena del santo Natale. VI,351.
- Santità e mezzi per conservarla, VI,301. Studio e pietà. VI,352.
- Non rubare. VI,353.
- Evitare parole triviali e villane. VI,354. Obbedire al confessore. VI,355.
- Sincerità in confessione. VI,356. Per la festa del santo Natale. VI,355.
-Punizione ai uno schernitore del segno di Croce. VI,506.
- Sul viaggio e soggiorno a Bergamo. VI,516.
- Apparizione della madre al Re di Napoli. VI,587.
- Triste fine di un perverso. VI,651.
- La Madonna nelle sue novene toglie la zizzania dall’oratorio. VI,787.
- Apparizione di un’anima del purgatorio. VI,797. VIII,231.
- In preparazione sta di San Francesco di Sales. VI,842; VIII,19.
- Promette di dire a tutti qualche cosa del loro avvenire. VI,349.
- Esercizi spirituali; cacciare il demonio. VI,892; VII,647.
- Due risoluzioni a prendersi in onor di Maria. VI,959.
- 1862: Annuncia la strenna della Madonna. VI,2.
- Descrive e spiega il fatto della fiammella nella camerata. VII,38.
- Consigli per passar bene il carnevale. VII,49,615; VIII,8,37,42.
- Annuncia la morte di un giovane. VII,49; 126; 132; 164; 598.
- Predizione di morte: uno spettro, una bara (sogno). VII,123.
- Consigli per conservare la virtù della modestia. VII,82-84.
- Allegria, lavoro, pietà. VII,159. Amore al papa. VII,159.
- Apparizione di Maria SS. presso Spoleto. VII,166; VIII,9.
- Sui futuri avvenimenti della Chiesa (sogno). VII,169.
- Vetturino bestemmiatore. VII,189.
- Conversione e morte di pubblica peccatrice. VII,236.
- Un giovane non farà più l’esercizio della buona morte. VII,347, 403, 598.
- Spiegazione di un globo di tacco. VII,432.
- Le carni del serpente (sogno). VII,242.
- Avvisi per la buona riuscita degli esercizi spirituali. VII,419.
- Un sogno: la Madonna e l’estrazione di un biglietto. VII,472,
- Motivi di aver confidenza nel superiore. VII,503.
- Invita ad aiutarlo a salvar anime. VII,504.
- Non denigrare l’oratorio né con menzogne, né colla cattiva condotta. VII,505.
- Un’anima sola da salvare: non posso. VII,506.
- Un consiglio, un amico, un pensiero. VII,507.
- Sogno della morte di uno dell’oratorio. VII,550
- Volontà di far bene: etimologia della parola pagano. VII,575.
- Non imparare ciò di cui avreste a pentirvi in vecchiaia. VII,531.
- Conseguenze funeste di piccoli difetti. VII,600.
- Carità vicendevole. VII,601.
- Imitare le api collo studio, pietà, allegria. VII,602.
- Sogno di santificare il mese di San Giuseppe. VII,636.
- Volontà di far bene: etimologia della parola pagano. VII,575.
- Non imparare ciò di cui avreste a pentirvi in vecchiaia. VII,581.
- Conseguenze funeste di piccoli difetti. VII,600.
- Carità vicendevole. VII,601.
- Imitare le api collo studio, pietà, allegria. VII,602.
- Modo di santificare il mese di San Giuseppe. VII,636.
- Lamenta che alcuni abbiano resistito alla grazia negli esercizi. VII,649.
- Due sogni. VII,649.
- Mese di maggio; divozione pratica. VII,663.
- Quali giovani non meritano di stare nell’oratorio. VII,664.
- Un fanciullo guarito dalla Madonna. VII,667.
- Esorta al fervore ed al pensiero di salvar l’anima. VII,673.
- Motivo di far bene l’esercizio della buona morte. VII,676.
- Un pensiero alla morte ed uno a Maria (due scale). VII,676.
- Ispira orrore al peccato, non criticare i buoni. VII,677.
- In quale conto tenere la confessione. VII,678.
- Con quale frequenza accostarsi alla santa comunione. VII,673
- Porre gli esami sotto il patrocinio di Maria. VII,679.
- Vigilia di San Luigi: due ali per elevarsi al cielo. VII,680.
- Dell’amore vicendevole. VII,681; I,250.
- Caducità degli onori mondani. VII,682.
- Colla mortificazione vincerete le vostre passioni. VII,682.
- Tenete in conto le proibizioni dei Superiori. VII,695.
- Importanza della confidenza. VII,720.
- Non metterai le mani addosso. VII,72.
- Lavoro, umiltà; come regolarci nelle tentazioni. VII,795.
- Sogno delle dieci colline. VII,796.
- Mezzi per riuscire bene nello studio:
timor di Dio. VII,817.
non perder tempo. VII,817;
esercizio della memoria. VII,818;
mangiare a tempo debito. VII,818;
La compagnia degli studiosi. VII,818;
ricreazione ordinata. VII,822.
vincere le difficoltà dello studio. VII,828.
mezzo principale: ricorrere a Maria. VII,837.
- Annuncia la morte del giovane Saracco che non volle confessarsi a tempo. VII,819.
- Fuga dai compagni cattivi; far bene la novena dell’Immacolata. VII,823.
- Consigli circa la lettura. VII,823.
- Mezzi per conoscere la propria vocazione. VII,323,331-2.
- Prepararsi all’eternità colla confessione. VII,829.
- In difesa della moralità. VII,835.
- Annuncia la morte di Lagorio. VII,836.
- Lamenta che si fa spreco di pane. VII,837.
- Prepararsi alle morto. VII,837.
- Mette sull’avviso i ladri tra i compagni. VII,842.
- Narra come ha confuso un millantatore. VII,843.
- Santificare gli ultimi giorni dell’anno. VII,845.
- Spiega che intenda dire colla parola coraggio. VII,846.
- Estote parati: divozione a Maria. VIII,6.
- Maria non gradisce gli ossequi di chi vive in peccato. VIII,7.
- Commemorazioni della morte di Besucco. VIII,8.
- Sogno: la vigna, la pernice, la quaglia, VIII,11.
- La spiegazione VIII,16.
- Notizie sulla sua visita a Lanzo. VIII,16.
- Vi sono molti pazzi e molti furbi, sentenza di S. Filippo: commento. VIII,19.
- Annuncia gli esami semestrali. VIII,30.
- Loro importanza. VIII,76.
- S. Biagio e la benedizione della gola. VIII,33.
- Comodità di confessarsi: avviso circa la frequente confessione. VIII,32-3.
- Sogno del gattone che strappa i fiori. VIII,33.
- Narra dl un morente che non voleva confessarsi. VIII,35.
- Necessità di parlare e operare saggiamente. VIII,37.
- Domande pubbliche alle buone notti e perché. VIII,33.
- Contro il furto, gli scandali; consigli per rimettere l’ordine nell’oratorio. VIII,40. Pregare come rimedio ai disordini. VIII,42.
- Dolori di non Bosco nel vedere alcuni allontanati dall’oratorio. VIII,43.
- Precisione nella levata. VIII,45.
- Santificare il mese di San Giuseppe. VIII,48.
- Sogno: mostri che feriscono i giovani. VIII,47.
- Le ceneri. VIII,48.
- Modo di santificare la quaresima. VIII,54.
- Morte di Ferraris, suoi esempi di virtù. VIII,58.
- Raccomandazione per la novena dell’Annunziata. VIII,76.
- Per il buon ordine in refettorio. VIII,77.
- Proibisce i castighi, ma vuole energicamente l’ordine. VIII,77.
- Annunzia la morte del vescovo di Cuneo. VIII,78.
- Raccomanda cura della sanità; miracolo dei santi Cosma e Damiano. VIII,80.
- Levata, prontezza, pulizia. VIII,84.
- Raccomanda preghiere per gli ordinandi. VIII,86.
- Tristi conseguenze del non voler stare alle regole. (la gallina e la volpe). VIII,113.
- Fine dell’uomo. VIII,114.
- Richiamo ai novissimi. VIII,940.
- Distrazioni suscitate dal diavolo per allontanare i giovani dai sacramenti. VIII,115.
- Commemorazione dei defunti. VIII,231.
- Sogno dell’inondazione, molino, zattera. VIII,275.
- Amore di Pio IX per l’oratorio: cos’è un’indulgenza plenaria. VIII,719.
- Il demonio e l’acqua benedetta. VIII,723.
- Come regolarci circa la frequente confessione e comunione. VIII,823.
- Predizione di morte: consigli del confessore, non cambiario; il peccato e il colera. VIII,824-5.
- Gli esami si avvicinano: scacciare il peccato. VIII,830.
- Non parlar male del prossimo. VIII,830-1.
- Novena alla Madonna, un’anima del purgatorio. VIII,834.
- Non parlar male del prossimo. VIII,830.
- Novena della Consolata: tisico guarito. VIII,831.
- Regalate alla Madonna un’anima del purgatorio. VIII,834.
- Pensare alla propria vocazione. VIII,835.
- Sogno: pastore, pecore, agnelli. VIII,840.
- Natura dell’anima: suo stato nel purgatorio. VIII,853.
- Lamenta la scemata frequenza ai sacramenti. VIII,868.
- In che consista la novena da lui consigliata. VIII,869.
- Grazie della Madonna. VIII,869. IX,314.
- Esorta a prepararsi alla festa di San Luigi. VIII,872-3.
- Per salvaguardare la bella virtù. VIII,873; IX,403.
- Che cosa pretenda il demonio e che cosa tema dai giovani. VIII,895.
- Due ufficiali dell’imperatore dell’eremo. VIII,922.
- Fiducia nella Madonna: esortazioni. VIII,926. IX,338.
- Dite al Vostro Re che ho un’anima sola. VIII,927-8.
- Non seguire i cattivi consigli anche a costo della vita. VIII,930.
- Amore alla medaglia della Madonna. VIII,931.
- Guarigione di una persona che credevasi indemoniata. VIII,927
- Mezzo per vincere le abitudini cattive: l’Ave Maria (fatto). VIII,958.
- Sogno: predizioni pel 1868: morte di tre giovani, stato della conoscenza nell’oratorio; la strenna; peste; fame; guerra. IX,9.11.17.
- Sul modo di collegare il mese di maggio. IX,139.
- Vari sogni in notti successive: l’apparizione di un mostro. IX,155.
- Una vita nel cortile dell’oratorio. IX,157.
- I tre stati dell’anima. IX,160-4.
- Sono: la via dell’inferno, l’entrata. IX,166.
- Come prepararsi alle quarantore. IX,313.
- Parola o sogno sul far bene la novena delle Madonna. IX,337.
- Sincerità in confessione. IX,337.
- In principio d’anno raccomanda la purezza. IX,336.
- Sogno: due becchini ed una bara. IX,398.
- Raccomanda preghiere per i defunti. IX,400.
- Pigrizia e accidia: non burle di religione. IX,400-1.
- Costanza nello studio. IX,401.
- Non far distinzione nel trattare coi compagni. IX,402.
- La presenza reale di Gesù nell’Eucarestia e Napoleone. IX,402.
- Ordini sacri; gerarchia, riti. IX,404.
- A Lanzo: predizione di morte. IX,436.
- Timor di Dio: ignoranza e superbia: Importanza dell’umiltà: medaglia della Madonna. IX,436. 168.
- Strenna pel 1869. IX,459.
- Sollecita la confidenza: far certa la vocazione: gridare al lupo. IX,437.
- Prima di partire per Firenze é Roma. IX,477.
- Narra ciò che ha fatto a Roma. IX,477.
- Agli alunni di Lanzo da notizie del Papa. IX,590.
- Sogno: giovani che si confessano, i lacci del diavolo. IX,593.
- Segni di vocazione salesiana. IX,711.
- Esorta a rendersi famigliare la giaculatoria: Maria A.C. ora pro. IX,837.
- Raccomanda il pensiero dell’angelo custode. IX,837.
- Industrie per eccitare al bene. XI,227.
- Sul modo di onorare i Santi. XI,232.
- Modo di far bene gli esercizi spirituali: pensare alla vocazione. XI,234. XIII,419.
- Lode ai buoni, avvertimento ai non buoni nel fare gli esercizi spirituali. XI,235.
- Disinteresse nella vocazione sacerdotale: sicurezza dei deboli nelle congregazioni religiose. XI,238.
- Risolve tre obiezioni. XI,239.
- Chiedere alla Madonna sanità e castità. XI,241.
- Spiegazione delle parole evangeliche: chi non odia il padre. XII,242.
- Divozione a Gesù Sacramentato. XI,246.
- Far bene le sei Domeniche in onore di san Luigi; chiedere al santo la virtù della modestia; invito particolare ai cattivi. CI,246.
- Esorta gli artigiani a far bene gli esercizi spirituali; del le uscite senza permesso; a che cosa pensare durante gli esercizi. XI,247.
- Che cosa sia il culto al Sacro Cuor di Gesù. XI,249.
- Si raccoglie ciò che si è seminato. XI,251.
- Osservare il silenzio secondo la regola. XI,252.
- Beato l’uomo che obbedisce a rio fin dall’adolescenza. XI,253.
- La vocazione: ritiratezza e frequenza ai sacramenti nelle vacanze. XI,254.
- Modo di far bene la novena dell’Assunta. XI,255.
- Costanza nel bene per esser tranquilli in punto di morte. XI,255.
- Rimorsi dei peccatori in punto di morte e propositi vani. XI,256.
- Sogno: cambiamento con forche in una valle. XI,257.
- Il Cardinai Berardi nell’oratorio. XI,321
- Il camposanto: il pensiero della morte. XI,322.
- Prepararsi alla festa del santo Natale. XI,337.
- Partenza dei missionari. XI,402.
- Viaggio a Valle Crosta e Nizza Mare. XI,411.
- Invito a fare una buona confessione. XI,457.
- Esorta a far bene la novena di tutti i santi. XI,460.
- Come far bene l’esame di coscienza. XI,461.
- Sull’osservanza dei comandamenti. XI,462.
- San Carlo, san Luigi: esorta alla Comunione. XI,463.
- Sull’esercizio della buona morte. XI,464.
- Nell’ultimo giorno dell’anno 1875 ricorda i defunti, commenta la strenna. XI,520.
- Raccomanda di difendersi dal freddo, notizia sui missionari, fervorino su Gesù Sacramentato. XII,28.
- Norme circa la frequenza dei sacramenti, la vocazione, carità verso i compagni. XII,30.
- Il mare in burrasca ed i rimorsi di coscienza. XII,131.
- Quale penitenza debbono fare i giovani in quaresima. XII,142.
- Dall’obbedienza nelle passeggiate: della vocazione. XII,145.
- Chi Sono i coadiutori salesiani, invito agli artigiani. XII,149.
- Viaggio a Roma, per le missioni, esercizi spirituali. XII,216,326.
- Due cause di male nelle vacanze: come premunirsi. XII,363.
- Star ritirato durante le vacanze, come va inteso. XII,364.
- Sul modo di far bene il segno della santa Croce. XII,365.
- Compostezza in Chiesa. XII,446.
- Non prendere abitudini cattive o indifferenti, ma dannose. XII,447.
- Voti religiosi: valore, differenze, utilità. XII,447-8.
- Suffragi per i confratelli defunti. XII,449.
- Chi è il prete; non defraudare la congregazione. XII,449.
- Notizie dei missionari partiti. XII,532-4.
- Esorta a occupar bene il tempo. XII,555. Novene dei Santi. XII,557.
- Esorta a mettere in ordine la coscienza. XII,554.
- Partenza di salesiani; pensiero sulla vocazione. XII,558.
- Per la novena dell’Immacolata: una buona confessione. XII,571.574.
- Novità nell’oratorio, fuga del peccato. XII,582.
- Strenna pel 1877: apparecchiati a morire. XII,608.
- Prendere lezione da la morte altrui. XIII,87,
- Suo viaggio in Francia: annuncia gli esercizi spirituali. XIII,124.
- In preparazione alla festa di Maria Ausiliatrice: la vocazione, fiducia nella Madonna. XIII,407.
- Efficacia della giaculatoria: Maria Aux. XIII,409.
- Sulla vocazione. XIII,422,424.425,429.
- Il pensiero della presenza di Dio, mezzo per passare le vacanze senza peccato. XIII,427.
- Nelle vacanze occupare il tempo. XIII,429.
- Etimologia della parola vacanza: aiuto nei lavori di casa, temperanza; non andare a letto dopo pranzo. XIII,431.
- Vacanze: esorta alla lettura per star occupati. XIII,437.
- In principio d’anno invita a mondare l’anima dal peccato. XIII,438.
- Come trarre frutto dagli esercizi spirituali. XIII,723.
- Sogno: effetti che sogliono produrre le vacanze. XIII,761.
- Nessuno si deve far prete per guadagnar danari e per soccorrere i parenti; castità necessaria al sacerdozio. XIII,807.
- In un orfanotrofio di Tolosa raccomanda la divozione alla Madonna. XV,495.
- Ai catechisti e suoi collaboratori. XII,176; IV,429; V,685-6.
- Conferenze dell’Immacolata, tributo annuale della sua divozione. IV,181; XVII,295.
- Conferenze ai suoi collaboratori. V,9; VI,327-3;
- Propone ai suoi di costituirsi in società religiosa. VI,333.
- Conferenza ai chierici: con quale. spirito devono lavorare. VI,68-70.
- sul dare segni di vocazione. VI,791.
- cercare di preferire i fanciulli abbandonati. VII,403-4.
- avvisi: non mettere in discredito le compagnie religiose. IX,454.
- chiedere licenza per comperare i libri. IX,454.
- a premunirli contro i pericoli degli ozi estivi. XI,296.
- sulla castità. XII,15-23.
- Conferenze ai chierici ascritti: sulla vocazione, come regolarsi nelle dubbiezze, mezzi per conservarla. XI,503; XII,576. sulla carità, studio, mormorazioni. XIII,89.
- Due conferenze alla compagnia del SS. Sacramento. VI,185.
- Conferenze ai soci salesiani: nemo propheta in patria sua:
- vita religiosa. VI,330.
- ai superiori della casa. VI,389.
- Non s’introducano novità: notizie sulle costituzioni. VI,721.
- Sulla carità nel parlare. VI,890. Carità coll’obbedienza. VI,933.
- Sul parlare di politica, doveri di pietà. VI,1003.
- Chiedere consiglio, distacco dalle cose terrene. VI,1058.
- Sull’obbedienza. VII,47; 694.
- Per praticare la purezza: consigli. VII,85.
- Sogno: monte da salice, mense preparate. VII,336.
- La carità tra i soci. VII,596.
- L’origine della nostra società. VII,663.
- Sulle facoltà e favori ottenuti dal papa. VIII,719.
- Modo di passare le vacanze; vacanze in famiglia., inconvenienti; l’esempio di Gesù.. VIII,825.
- 1868: Conferenza di San Francesco di Sales. IX,66; ricorda il pergolato di rose; dà norme pedagogiche. IX,69-70.
- Ispone come giunse all’approvazione della S. Sales. IX,523,563.
- Narra della seconda udienza pontificia. IX,531.
- Avvisi dati dal papa ai salesiani. IX,565.
- Osservanza del regolamento: questi segni unità di corpo, di spirito, di volere, di obbedienza. IX,571-76.
- Non propalare ciò che si fa tra di noi; mortificazione; si debbono eleggere i membri del capitolo. IX,598.
- Per la rielezione del capitolo. IX,764.
- Narra di due udienze pontificio. IX,808.
- Cose fatte e ottenute a Roma. IX,833.
- A Varazze: strenna? X,272,1036; A Nizza Mare. X,1340; XIII,108.
- 1875: sullo stato della congregazione. XI,28,167.
- Favore che gode la congregazione. XI,120.
- A chiusura delle conferenze dei direttori. XII,67.
- Sullo sviluppo e lo spirito della congregazione. XII,75.
- Sul tema: “Messia quidem multa, operarii autem pauci. XII,141.625-31.
- 1876. Venerdì santo: all’arcadia. XII,170.631.
- Scopo del suo viaggio a Roma; risultati ottenuti, progetti per le missioni, corrispondenza. XII,219-25.
- 1876. Conferenze d’introduzione agli esercizi spirituali. XII,444.
- Vocazione, vita ritirata, voti religiosi, confidenza col confessore. XII,55
- 1877. Sviluppo della congregazione, esito del suo viaggio a Roma; dei cooperatori, del Bollettino Salesiano; massime sulla formazione. XIII,78.
- Bellezza della professione religiosa: messi per attuare il nostro fine, la santificazione. XIII,229.
- A coronamento di una professione religiosa. XIII,792.
- Mezzi negativi e positivi per conservare la castità. XIII,799-806.
- 1879. Sviluppo della congregazione. XIV,362.
- 1382. A Lione. XV,478.481.482. (1883). XVI,69.
- 1833. A Parigi XVI,229-253. Impressioni di un giornalista. XVI,238.
- A Lilla. XVI,262.
- Predica di occasione in un monastero. XII,71.
- 1851: primo novembre a Castelnuovo, sui defunti. IV,289.
- All’inaugurazione della chiesa di San Francesco di Sales. IV,441.
- Prediche sulla purità. IV,477; V,48.
- Sulla vita di San Clemente Papa. V,48.
- Predica Impressionante sulla morte di Viarigi. V,420.
- Predica ai giovani esterni sui libri cattivi. V,556.
- Sull’obbedienza: definizione, specie, eccellenza, qualità, frutti. VI,12-16.
- Sulla confessione, da una spiegazione del Vangelo. VI,154.
- Sulla necessità di darsi a Dio da giovani. VI,788.
- Su Santa Cecilia. VI,76.
- Sul lebbroso guarito. VI,152.
- Domenica in. Albis. VII,135.
- Tracce di prediche tenute da Don Bosco agli esercizi spirituali. IX,343.
- Appunti di don Rua. X,1077; altre prediche. XII,454.470; XIII,425.
- Sulla mortificazione dei sensi. IX,352. Sulle pratiche di pietà. IX,355.
- In occasione della partenza dei missioni. 1875. XI,383; (1876). XII,511; (1877). XIII,314.
- Prediche di don Bosco a Faenza. XV,346.
- In occasione della consacrazione della chiesa di san Giovanni Evangelista. XV,766.388.
- Sulla disonestà. XVI,594.
- Introduzione per esercizi Spirituali. XVI,601.
- Panegirico di san Luigi ai giovani. XVI,605-13.
- Panegirico di san Filippo Neri. II,46; IX,214.
- Panegirico di san Carlo. XI,463.
- Fine che si deve avere per entrare nella pia società. VIII,828.
- Confidenza nel superiore, disposizioni, rendiconto. IX,688-90.
- Sull’unità di spirito e d’amministrazione. X,1097.
- Sull’economia X,1099. Sulla disciplina. X,1101.
- Sulla moralità. X,1104. Triduo per l’approvazione alle costituzioni. X,1107. Per il buon andamento della casa, raccomandazioni. X,1108.
- Per lo studio della teologia. X,1109.
- 1875. Necrologio. XI,13.
- Sull’andare alle Missioni d’America. XI,143.
- Ricordi ai primi missionari. XI,389.
- Mezzi per coltivare le vocazioni. XII,25.
- In preparazione al 1° capitolo generale. XIII,244.
- Presentazione delle cose deliberate nel 1° capitolo generale. XIII,244.
- Comunicazioni: Istituzione delle Ispettori.. XIV,42.
- Avvisi. XIV,794,519.
- Lettera di presentazione di un opuscolo sui nostri privilegi. XV,426.
- 1882. Notizie sull’udienza pontificia. XV,537.
- Dei castighi da infliggersi nelle case salesiane. XVI,439.
- Osservanza delle Regole. XIII,15.
- Sulla confidenza. XVII,107.
- Sulle Letture. XVII,197.
- Disposizioni per il colera. XVII,232.
- Lettera testamento di don Bosco ai suoi figli. XVII,257-273.
- In data del 1856 (lettera testamento ai don Bosco). X,1331-33. Corollario a voce. XVIII,502-3. 24. Per la chiesa del Sacro Cuore. XVII,537.
- Per divenire veri salesiani. XVII,628.
- Annuncia l’elezione del suo vicario generale. XVII,281.
- Frammento di circolare ai salesiani. XVII,894.
- Relazione del IV capitolo generale. XVIII,190.
- Lettera testamento ai suoi. XVIII,493.570.
- Lettera testamento ai benefattori. XVII,621.
- Il primo sogno. I,123. Ripetizione e sviluppi del primo sogno. I,244,395, 382,424; II,243,342,406.
- Sogna il compito di scuola. I,253.
- Sogna il fratello Antonio sorpreso dalla febbre. I,269.
- Sogno che orienta la sua vocazione. I,302-5.
- Vede se stesso in cotta e stola lavorar da sarto. I,382.
- Segna l’avvenire di due giovani dell’oratorio. II,511.
- 1844: l’oratorio trasferito in Valdocco. XI,243.
- L’avvenire dell’oratorio; il luogo preciso del martirio dei santi Avventore ed Ottavio. II,298-9,342.
- 1846: sogna la chiesa di San Francesco di Sales. II,406.
- Sogna i danari per l’acquisto d’un calice. III,31.
- 1847: sogno o visione del pergolato di rose. III,329.
- In sogno s’intrattiene con Carlo Alberto. III,539.
- Grandi funerali in corte. V,176,180.
- Sogno delle 22 lune. V,377.
- Socio della ruota. V,456; VI,897; VII,482.
- Sogno dei pani. (stato d’innocenza, di grazia, di peccato) V,723.
- Il Sogno della marinettina. VI,304.
- Sogno delle quattordici tavole, VI,708; X,124-5.
- Sogno delle coscienze. VI,817. Spiegazione: VI,829.
- Efficacia dei sogni sulla condotta dei giovani. VI,824.885; XII,40,45,50; XIII,764.
- In sogno vede la morte minacciosa verso un giovane. VI,828.
- Passeggiata dei giovani in paradiso. VI,864.
- Sogna un ospedale per l’oratorio. VI,947.
- Il fazzoletto prezioso e la virtù della purità. VI,972.
- Diavoletti in veste di domestici e le distrazioni. VI,1080.
- Sogna tre giovani appassionati giocatori di soldi. VII,51.
- Uno spettro: citazione d’un giovane all’eternità. Una bara. VII,123.
- Due colonne in mezzo, al mare, la nave del papa assalita, vittoria. V,123.
- Confessione sacrilega di un giovane. VII,193.
- Sogno del cavallo rosso. VII,217. Spiegazione. VII,219.
- Il serpente ed il Rosario. VII,238,242.
- Un monte da salire: splendide mense sulla vetta. VII,336.
- Segna moribondo un fanciullo che poi morto. VII,345.
- Sogno dell’elefante. VII,356.
- I biglietti presi in borsa presentata dalla Madonna. VII,472.
- Sogna di accompagnare un feretro alla sepoltura. VII,550.
- Serpente del pozzo, i giovani giocano a saltano. VII,550.
- Sogno dei corvi, ferie, unguento. VII,649.
- Sogno delle dieci colline. VII,796. Spiegazione. VII,800.
- Quaglia e pernice: vizio e virtù. VIII,12.
- Il gattone che strappa i fiori simbolo di virtù. VIII,34.
- Mostri che feriscono i giovani. VIII,48.
- Un’aquila: un giovane inclinato dal paradiso. VIII,52
- La lanterna magica e le distrazioni. VIII,115.
- Il dono dei giovani a Maria. VIII,129.
- L’inondazione, il mulino, la zattera salvatrice. VIII,275.
- Sogno della lucerna: visita alle camerate. VIII,314.
- Sogno dei capretti che distolgono dai sacramenti. VIII,315.
- In sogno vide un serpente. VIII,315.
- In sogno vide un esemplare delle regole della SS. VIII,569.
- Socio del pastore, pecore, agnelli. VIII,840.
- Sulla natura dell’anima; palazzo misterioso, vescovo sofferente. VIII,853.
- Sogno con predizioni di morte poi 1868; stato dello coscienze, strenna, peste, farne, guerra. IX,11.
- Giovani che saltano un torrente: belve in un prato fra gli alunni. IX,133.
- É obbligato a raccontare un sogno che era risoluto di non far conoscere: mostro e voce misteriosa. IX,155,166.
- Sogni preliminari: sulla morte, il giudizio di Dio, il paradiso. IX,156. Sogno della vite Cin (in due tratti) IX,157-164.
- Sogno dell’inferno. IX,167-181.
- 53. Una signora porge a don Bosco un quaderno con entro i nomi dei giovani che fanno bene la novena. IX,337.
- Due bocchini, una bara, la luna, un morituro fra due mesi e mezzo. IX,399.
- I giovani che si confessano ed i lacci del diavolo. IX,593.
- Sogno o visione profetica sulle porte di Parigi. di Roma, della Chiesa. IX,779-33. 999; X,59-65.
- In sogno vede don Croserio con un magnifico piviale.
- Una visita al collegio di Lanzo. X,42.
- Predizione di morte conosciuta in sogno. X,45, 47.
- Sogno di don Bosco durante la malattia di Varazze. X,45,47.
- Il ritorno dalle vacanze. X,513; XIII,761.
- Sogno che decise don Bosco per le missioni in Patagonia. XI,54.
- Perché tanti vanno alla perdizione. X,56.
- Una visita ai dormitori. X,69.72.
- Invochiamo la misericordia di Dio. X,73.
- Sogno del pozzo. X,286.
- I sogni di don Bosco e l’opera sua per le fanciulle. X,34.
- Mons. Gastaldi caduto nel fango. I,723; XVI,974.
- Sogno simbolico: fichi, pere e le vocazioni. XI,34.
- Valle, tromba, combattimento: siamo nel paese della prova. XI,257.
- Sogno simbolico circa le mormorazioni (semenza, seminatore, galline). XII,41.
- Sogno di tre morti. XII,45.
- Una iena in fondo alla scala. XII,187; XVII,182.
- Segna il papa giungere al suo paese senza carrozza. XII,188.
- La fede nostro scudo e nostra vittoria. XII,349.
- Sogno o apologo scritto a don Barberis. XII,387.
- Sogno simbolico: toro infuriato, trionfo della, congregazione suoi nemici. XII,463-69.
- Sogno della filossera (disobbedienza, mormorazione). XII,475,80.
- Incontro con Savio Domenico. XII,586.
- Sogno profetico della fine di Pio IX. XIII,42.
- Vado facendo confetture per i salesiani. XIII,302.
- Sogno che lo dispone ad estendere l’opera alle colonie agricole. XIII,584.
- 83. Un gatto che si muta in agnello, un giovane salvato da don Bosco. XIII,548.
- Un maniere con colombe implumi. XIII,811.
- Battaglia di giovanetti contro guerrieri. XIV,123.
- Pioggia misteriosa, prima di spine poi di rose. XIV,537.
- Misterioso convito. XIV,552.
- Il manto della Madonna a protezione delle case di Francia. XIV,608.
- Vede in sogno la casa destinata a noviziato per la Francia. XIV,608.
- Sogno missionario: eredità spirituale pei salesiani dell’America. XV,89. Nella terra di Cani e nell’Asia. XV,91.
- Sogno del personaggio figura della PS. XV,183.
- Sogno delle castagne; case delle Figlie di M.A. XV,364.
- Sogno di don Provera. XVI,15.
- Sogno delle Missioni salesiane in America. XVI,384.
- Don Bosco segna di trovarsi in san Pietro. XVII,11; XIX,367.
- Segna d’intrattenersi con San Pietro. XVII,11; XIX,367.
- Sogna di intrattenersi con san Pietro e con san Paolo. XVII,27.
- In cerca della chiave del tabernacolo. XVII,37.
- Sogno della confidenza, famigliarità. XVII,107.
- Sogno della purezza: lodi dell’innocenza. XVII,193. 722.
- Segna alcuni avvolti da nebbia e con bubbone. XVII,203.
- Campo, avvenire della congregazione, trasporto aereo. XVII,299.
- Congresso dei diavoli contro la congregazione. XVII,384.
- Leoni, tigri, mostri in veste di agnelli. XVII,388.
- Triplice sogno: modestia, correzione. XVII,433.
- Ho veduto il demonio entrare in questa casa (Marsiglia). XVII,448.
- Sogna di uscire per Torino: uno stuolo di fanciulle l’invita a fondare un Oratorio. XVII,487.
- Sogna un giovane sull’orlo dell’inferno. XVII,505-64
- Lo sviluppo della Società salesiana nelle missioni. XVII,643.
- Giovani recanti mazzi di fiori. XVIII,21.
- Sogna un giovane che lo molesta a letto. VIII,25.
- Sogni diversi. XVIII,26.
- Sogna la madre ai Becchi che toglie acqua. XIX,382.
- Sogno missionario. XVIII,71.
- Lontano sogna l’oratorio. XVIII,94.
- Contadini in cerca di fieno, valigie piene. XVIII,169-70.
- La Madonna gli promette la santità di L.Olive. XVIII,253.
- Sull’impiego che i ricchi debbono fare del denaro. XVIII,361.
- Come rendere fruttuoso le confessioni. XVIII,464.
- Don Bosco sogna se stesso in una nicchia della Basilica Vaticana XIX,367.
- Le lodi degli uomini non valgono a niente altro fuorché a farvi ambiziosi e superbi. I,72.
- Prima di fare una cosa pensa sempre alle sue conseguenze. I,74.
- Ricordati che aver un solo nemico è di troppo. I,82.
- Le intemperanze associano la vita ai golosi. I,115.
- Chi ruba é ladro, e i ladri fanno triste fine. I,225.
- Io darò sempre per consiglio ai giovani di fare quel che si può e non di più. La notte è fatta pel riposo. Eccettuato il caso di necessità, dopo cena niuno deve applicarsi in cose scientifiche. I,313.
- Se acquisterete svariate cognizioni, avrete un grande aiuto per fare del bene specialmente alla gioventù. I,319.
- Sovente noi l’udimmo lodare i lavori manuali come mezzo per conservare la santità e la moralità. I,358.
- Stiamo sempre allegri e passerà presto il tempo. I,374.
- Bisogna sempre introdurre nelle nostre conversazioni qualche pensiero di cose soprannaturali. I,406.
- I divertimenti mondani contengono sempre qualche rischio di rovina per la virtù, specialmente per quella delicatissima della castità. I,421.
- Colui che perde il rispetto al padre o la madre, si attira sul capo la maledizione di Dio. I,442.
- La migliore opera che si possa fare al mondo è quella di, trarre le anime perdute sulla buona strada; alla virtù, a Dio. I,442.
- In tutti gli stati uno può salvarsi, purché viva da buon cristiano. Ricordati però di curare sempre il male che vedrai negli altri, osserva che il guasto non corrompa il sano, e cerca col buon esempio e colla parola di salvar anime anche in quello stato che il Signore ti destina. Impedisci sempre i cattivi discorsi e le bestemmie ed avvisa gli sboccati specialmente se vi fossero fanciulli presenti, acciocché non ne piglino scandalo. I,475.
- Il lavoro è un’arma potente contro i nemici dell’anima. I,518.
- Non chiamate divertimento una giornata che lasci rimorsi nel cuore, paura dei giudizi di Dio. II,31.
- È cosa assai importante ed utile per la gioventù di dare in modo che non mai un fanciullo si parta malcontento da noi. Al contrario si lasci sempre con qualche regaluzzo, con qualche promessa o con qualche parola che lo animi a venire volentieri a trovarsi. Conviene però poi mantenere costantemente le promesse fatte ai fanciulli; o almeno dare la ragione di non averle adempiute. II,153.
- Per correggere con frutto, non si deve mai: rimproverare in presenza di altri. II,154.
- Credete voi che il Signore abbia creato il Paradiso per lasciarlo vuoto? Ma ricordatevi che il paradiso costa sacrifici. Si, si! Ci salveremo mediante la grazia di Dio ed il suo aiuto, che non mancano mai, e la nostra buona volontà. II,156.
- L’esempio delle azioni virtuose vale assai più di un qualunque elegante discorso. II,196.
- Una delle magagne della pedagogia moderna è quella di non volere che nell’educazione si parli delle massime eterne e soprattutto della morte e dell’inferno. II,214.
- Ciò che più di tutto attrae i giovanetti sono le buone accoglienze: per ottenere buoni risultati nell’educazione della gioventù, bisogna studiare il modo di farsi amare per farsi di poi temere. II,256.
- Ricordati che hai un angelo per compagno, custode ed amico. Invoca il tuo angelo nelle tentazioni. Esso ha più desiderio di aiutarti che tu stesso di essere aiutato da lui. Non ascoltare il demonio e non tentarlo; esso trema e fugge al cospetto del tuo Angelo. II,264.
- Fate ogni possibile per dare buon esempio. II,362.
- Il Signore benedice sempre coloro che sono obbedienti ai suoi precetti. II,394.
- I pubblici spettacoli sono pericolosi specialmente per la gioventù. II,394.
- Il Signor anche in questa vita talvolta castiga i genitori indolenti, ed abbrevia la vita ai figlioli indisciplinati. (Egli ed i figli suoi). II,394.
- I giovani dovrebbero scegliersi per amici soltanto quelli che veggono amanti della virtù. II,394.
- Non andiamo a chiedere consiglio dagli orgogliosi, né da chi non ha esperienza. II,395.
- La frequenza dei cattivi compagni espone a gravi pericoli. II,395.
- La temperanza è benedetta dal Signore, e giova alla facoltà dell’intelletto ed alla corporale sanità. II,395.
- N È suoi discorsi l’udimmo sempre raccomandare ai giovani ed agli adulti l’obbedienza alle autorità civili, perché, diceva, chi comanda é posto da Dio a comandare. II,450.
- Il lavoro bene ordinato non è quello che reca danno alla sanità corporale. II,517.
- L’allegrezza nasce dalla pace del cuore. II,594.
- Rifletti prima di parlare. II,525.
- Io non voglio altro dai giovani se non che si facciano buoni e che siano sempre allegri. II,566.
- (ai giovani): Miei cari, io vi amo tutti di cuore, e mi basta sapere che voi siete ancora in tenera età perché io vi ami assai. La ragione di questo mio affetto si è che nel nostro cuore voi conservate il tesoro della virtù, il quale possedendo avete tutto, perdendolo, voi divenite i più infelici e sventurati del mondo. III,11.
- Per far del bene bisogna avere un po’ di coraggio, essere pronti a soffrire qualunque mortificazione, non mortificare mai nessuno, essere sempre amichevole. III,52.
- La felicità non si trova in questo mondo, se non si ha la Pace con Dio. III,78.
- L’ozio e la disoccupazione traggono a sé tutti i vizi. III,92.
- La carità usata verso i giovani é il mezzo più acconcio per far loro del bene. III,95.
- (nel fare scuola di catechismo) Niuno si metta a spiegare prima di aver imparato la materia di cui deve trattare, e non prima che i giovani sappiano bene a memoria la domanda da spiegarsi. III,103.
- Ciascun catechista nel correggere od avvisare usi sempre parole che incoraggino, ma non mai avviliscano. Lodi chi lo merita, sia tardo a biasimare. III,104.
- In caso di dover fare correzione, abbiasi riguardo che siano fatte in privato, e per quanto è possibile, non mai in presenza altrui, eccetto che questa fosse necessaria per riparare un pubblico scandalo. III,106.
- In Chiesa non dovrebbe essere necessario alcun assistente: il solo pensiero di trovarsi nella casa di Dio dovrebbe bastare ad impedire ogni divagazione. III,111.
- La ricreazione è il miglior allettamento per la gioventù. III,125.
- Sopportare qualunque male del mondo piuttosto che dimorare in luoghi e trattare con persone, che mettono in pericolo la salvezza dell’anima vostra. III,132.
- I giovani stimano le cose secondo hanno imparato a giudicarle. Non è il molto ma il dato ai cuore, anche a poco a poco, e in tempo opportuno che torna loro gradito. III,143.
- Colla pazienza si accomodano tante cose. III,147.
- Ritenete, giovani miei, che i due sostegni più forti a reggervi e camminare per la strada del Cielo sono i sacramenti della confessione e comunione. Perciò riguardate come gran nemico dell’anima vostra chiunque cerca di allontanarvi da queste due pratiche di nostra santa Religione. III,162.
- Il confessore è l’amico dell’anima vostra, e perciò vi raccomando di avere in lui piena confidenza. III,163.
- La prima virtù di un giovane è l’obbedienza al padre e alla madre. III,165.
- Dite sempre con franchezza la verità, perché le bugie, oltre all’essere offesa di Dio, ci rendono figli del demonio, principe della menzogna, e fanno sì che conosciuta la verità voi sarete reputati menzonieri, disonorati presso i vostri superiori e presso i vostri compagni. III,166.
- La santificazione delle feste vi porta la benedizione del Signore su tutte le occupazioni della settimana. III,167.
- Non coltivare l’amicizia di coloro che cercano di allontanarvi dai vostri doveri. III,167.
- Aborrite le malvagie letture più che la peste; fuggite dai compagni cattivi più che dal morso d’un serpente velenoso. III,176.
- Schivava di cagionare antipatie le quali in vita e anche in punto di morte fanno talora respingere un sacerdote. III,187.
- Ricordati che le sinistre impressioni, ricevute in tenera età per un parlare imprudente, portano sovente lagrimevoli conseguenze per la fede e pei buon costume. III,314.
- Per iscrivere senza errori bisogna avere alle mani sempre un vocabolario di pregio. III,315.
- La frequente comunione e la messa quotidiana sono le colonne che devono reggere un edificio educativo. III,354-5.
- Chi non sa frenare la gola non è uomo e la golosità è padre di mille vizi. III,367.
- La carità trionfa sempre. III,369.
- Dopo la ferita (la correzione), ci vuole sempre l’impiastro (Mamma Margherita). III,370.
- Non mai turbar in un’anima la semplicità della sua fede. III,468.
- Nei giovani anche un principio di dubbio fa molto male. III,469.
- Non son mai da nominare certi personaggi né fare appello alla loro autorità; altrimenti si accende negli uditori il desiderio di leggere i loro libri, e certamente non ne ricevono vantaggio. III,528.
- La sola religione è capace di cominciare a compiere la grand’opera di educazione. III,605.
- Le abitudini formate in gioventù per lo più durano tutta la vita: se sono buono ci conducono alla virtù e ci danno morale certezza di salvarci. Al contrario guai a noi se ne prendiamo delle cattive. III,607.
- Le cose che sogliono allontanare il giovane dalla virtù sono i cattivi compagni, l’eccesso del bene, l’attaccamento al giuoco, l’abitudine di fumare il tabacco. Per cattivi compagni e s’intendono:
quelli che cercano ai parlare di cose disoneste, o fanno cose contrarie alla virtù della modestia.
che parlano con disprezzo della religione.
che vi allontanano dalle funzioni di Chiesa o v’invitano a trasgredire i vostri doveri. III,607-8.
- Vivete pure nella massima allegria, purché non facciate peccato. III,603.
- Scrivi, o figlio, nel cuore il detto mio: “Fallace é il mondo, il vero amico a Dio”. III,608.
- Ogni bene viene dal Signore e in ogni occorrenza di bisogni, senza perderci in lamentanze o cure inutili, hassi a ricorrere in primo luogo a lui. III,613.
- Se avremo la scienza senza l’umiltà, non saremo giammai figlioli di Dio, sebbene figli del padre della superbia che è ti demonio. III,614.
- Non dir sempre quello che sai, ma fa di saper bene quello che dici. III,614.
- Solo l’obbedienza può condurci per la strada sicura. III,615.
- Parla poco degli altri e meno di te. Ama i tuoi doveri se desideri di bene adempierli. Sopporta volentieri i difetti altrui se vuoi che gli altri sopportino i tuoi. Non cercare di scolparti dei tuoi difetti; cerca piuttosto di emendartene. Agli altri perdona tutto, a te nulla. Non tener per amico chi soverchiamente ti loda, Dimentica i servizi prestati e non i ricevuti. Difesa sicura contro l’ira è il tardare a sfogarla. Non lodare un uomo per la sua avvenenza: così lo Spirito Santo. III,617.
- Aiutami a salvare molte anime e prima la tua. III,621.
- Il sistema preventivo cerca di educare il giovane colla dolcezza, e perciò lo aiuta soavemente ad osservare la legge medesima, e gliene somministra i mezzi più efficaci e acconci all’uomo. V,52.
- In una parola si usano tutte le industrie, che suggerisce la carità cristiana, affinché facciano il bene e fuggano il male, per principio di una coscienza solo illuminata e sorretta dalla religione. V,53.
- Non tollerava che i giovani fra loro rossore sgarbati o si abbracciassero anche solo per scherzo. V,163.
- La penitenza che il Signore vuole da te è ubbidienza. V,209.
- L’aiutare il prossimo è un’opera di carità, e le opere di carità sono sempre lodevoli. V,286.
- I ragazzi bisogna tenerli continuamente occupati. Oltre la scuola o il mestiere è necessario impegnarli a prendere parte alla musica o al Piccolo Clero. La loro mente sarà così continuamente in lavoro. Se non li occupiamo noi stessi, si occuperanno da sè, e certamente in idee e cose non buone. V,347.
- Noi qui facciamo consistere la santità nello star molto allegri. V,356.
- Siccome non v’è terreno ingrato e sterile che per mezzo di lunga pazienza non si possa finalmente ridurre a frutto, così è dell’uomo, vera terra morale, la quale per avente sia sterile e restia, produce nondimeno tosto o tardi pensieri onesti e poi atti virtuosi, quando un direttore con ardenti preghiere aggiunge i suoi sforzi alla mano di Dio nel coltivarla e renderla feconda e bella. In ogni giovane anche il più disgraziato avvi un punto accessibile al bene e dovere primo dell’educatore è cercare questo punto, questa corda sensibilissima del cuore e di trarne profitto. V,367.
- I litri devono essere adattati all’intelligenza di coloro a cui si parla, in quella guisa che il cibo deve essere acconcio alla compressione degli individui. V,497.
- Studia sempre di diminuire il numero dei nemici, accrescere quello degli amici e fare tutti amici di Gesù. V,512.
- Nelle case di educazione non si deve trascurare la minima cosa che possa concorrere al bene morale dei giovani. V,539.
- Non c’è vantaggio materiale che compensi un solo danno morale. V,556.
- L’insegnamento più efficace è fare quello che sì comanda agli altri. V,562.
- La più grande ricchezza di questo mondo è il santo timor di Dio. V,712.
- Miei cari figlioli, abbiamo un’anima sola, salvata questa, è salvato tutto. V,730.
- Non è giusto che goda la carità altrui chi può vivere del suo. V,754.
- Meglio un po’ di rumore che un silenzio rabbioso o sospetto. V,845.
- È impossibile poter bene educare i giovani se questi non hanno confidenza nei superiori. V,917.
- Beato in questa vita è colui che, non ha rimorsi di coscienza. V,926.
- Io desidero vedere i miei giovani, diceva, a correre e saltare allegramente nella ricreazione, perché così sono sicuro del tatto mio. VI,4.
- Guardati da ogni sorta di cattive letture. Anzi qualora cose ìndifferenti fossero a te di pericolo, cessa tosto da quella lettura, per opposto leggi volentieri libri buoni. VI,8.
- Teniamoci alle cose facili, ma si facciano con perseveranza. VI,9.
- La virtù dell’obbedienza è l’atto più grato che noi possiamo fare a Dio... a Dio non piacciono le cose fatte per forza. Essendo Dio l’amore vuole che tutto si faccia per amore. VI,15.
- In conferenze agli assistenti... diceva: i nostri giovani vengono all’oratorio, i loro parenti e benefattori ce li affidano coll’intenzione, che siano istruiti nella letteratura, nelle scienze, nelle arti e nei mestieri; ma il Signore ce li manda, affinché noi ci interessiamo delle loro anime, ed essi qui trovino la vie dell’eterna salute. Perciò tutte il resto deve da noi considerarsi come mezzo e il nostro fine supremo farli buoni salvarli eternamente..... ciò che vi raccomando si é che... siate modelli a tutti i figli dell’Oratorio. Voi dovete essere come tanto false righe sulla cui traccia devono scrivere e camminare tutti gli altri figlioli. VI,68-9.
- Affinché la novena si faccia con gusto e gradimento di Dio e profitto di chi la fa, bisogna incominciarla in grazia di nostro Signore. VI,85.
- Colui il quale vuole realmente divenir grande, ha bisogno di incominciare fin da giovane a batter coraggiosamente la via della virtù VI,99.
- Una mancanza sarà sempre mancanza quindi bisogna correggersi. VI,100
- Desidero che siate meno sensibili agli elogi, e alle critiche. VI,101.
- Assuefatevi a saper frenare voi stessi che é questo il modo di avere molti amici, e nessun nemico. Colui il quale è umile ed amorevole sarà sempre amato da tutti, da Dio e dagli uomini. VI,102.
- Scopo del teatrino é di rallegrare, educare, istruire i giovani più che si può moralmente. Si procuri che le composizioni siano amene ed atte a ricreare e divertire ma sempre istruttive, morali e brevi. VI,108.
- I più validi sostegni della gioventù sono il sacramento della confessione e della comunione. VI,145.
- I ragazzi sono così fatti che se non pregano ad alta voce cogli altri, lasciati a sè non direbbero più le preghiere ne vocalmente, nè mentalmente. VI,173.
- Nei pericoli e nei bisogni della patria ogni cittadino deve porgere quell’aiuto che le proprie forze gli permettono. VI,228.
- Dove regna la carità regna la felicità. VI,245
- Il fioretto che propongo è di somma importanza: “Procurerò di avere grande confidenza coi superiori”. Noi non vogliamo essere temuti, desideriamo di essere amati e che abbiate in noi tutta la confidenza. Che cosa vi è di più bello, in una casa, di questo: che cioè i superiori godano la confidenza degli inferiori! É questo l’unico mezzo per fare sì che l’oratorio divenga un paradiso terrestre, è questo l’unico mezzo perché in casa non ci sia nessun malcontento. VI,321.
- L’essere buono non consiste nel non commettere mancanza alcuna: oh no! purtroppo tutti siamo soggetti a commetterne. L’essere buono consiste in ciò: nell’avere volontà di emendarsi. VI,322.
- Il mezzo principale che stimola allo studio è la pietà. VI,352.
- Ricordatevi sempre che il vizio del prendere la roba d’altri è il vizio più disonorante che sia nel mondo. Uno che venga riconosciuto per ladro, non si toglie più di dosso questo brutto nome. VI,353.
- La roba d’altri dobbiamo considerarla come tanto fuoco. VI,354.
- Perdonare vuoi dire dimenticare per sempre. VI,363.
- Dirò agli studenti che procurino nella scienza terrena di cercar la scienza del cielo, la virtù e metterla in pratica. VI,371.
- Le opere di carità non si fanno per paga. VI,371.
- La paura dei vecchi è fondata sopra “esperienza” e l’esperienza é un maestro che non inganna. III,377.
- Il sistema preventivo è la carità... il santo timor di Dio infuso nei cuori. VI,331.
- Essere amico di don Bosco vuol dire che tu mi devi aiutare nel salvare l’anima tua. VI,384.
- Il giovane ama, più che altri non creda, che si entri a parlargli dei suoi interessi eterni, e capisce da ciò chi gli vuole e chi non gli vuole veramente bene. Fatevi adunque vedere interessati per la sua eterna salute. VI,386.
- Ricordatevi che di queste novene (Immacolata, Natale) ben praticate dipende in massima parte il risultato di tutto l’anno. VI,388.
- Perché la vostra parola abbia prestigio e ottenga l’effetto voluto, bisogna che ciascun superiore, in ogni circostanza, distrugga il proprio io. VI,389.
- Ai maestri inculcava: Siate i primi a trovarvi nella scuola e gli ultimi ad uscirne. Prendetevi particolar cura di quelli che sono più indietro nella classe. Non fate entrare nel voto di condotta scolastica i diportimenti dei vostri allievi in ricreazione. Non mandate mai fuori di scuola i ragazzi negligenti e tollerate molto la loro dissipazione. La vigilia delle feste datene un brevissimo annunzio con l’esorta- zione alla comunione, sul finire della scuola. Grande è l’influenza che ha la parola del maestro sugli scolari; quando è da essi amato. I voti di condotta non si leggano sai al sabato, perché il malumore di quelli che ebbero nota ai negligente non diminuisca o disturbi le confessioni. Alla domenica sera nella sala dello studio, alla lettura del libro ameno solito a leggersi nell’ultimo quarto d’ora, si sostituisca quella di capo del regolamento, come ricordo, perseverare nei buoni proponimenti fatti al mattino. VI,390.
- Raccomandava a tutti quelli posti in autorità: Non battete mai i ragazzi per nessun motivo. Trattandosi di mancanze leggere sappiasi considerare il poco giudizio dell’età infantile. Quando siete adirati o agitati astenetevi sempre dal fare riprensioni o correzioni, affinché i giovani non credano che si agisca, per passione; ma aspettate anche qualche giorno, quando sia spento ogni sdegno o collera, o passata quella violenta impressione. Così pure quando si deve fare qualche correzione, riprensione, od osservazione ad un giovane, si deve procurare dl prenderlo sempre in disparte, e non mai allorché quello si trovi agitato e adirato; si aspetti che sia calmo e tranquillo: allora si avvisi e infine si lasci sempre con qualche buona parola; per esempio che d’ora in poi volete essere suo amico, aiutarlo in tutto ciò che potete... E aggiungeva: quando un allievo si dimostra pentito di un fallo commesso siate facili a perdonargli, e perdonate di cuore. Dimenticate tutto in questo caso. Nessuno mai e poi mai dica ad un ragazzo od ad altri che abbia disubbidito, detta qualche parola insolente, o mancato in altra maniera di rispetto: “Me la pagherai”. Questo linguaggio non è da cristiano. VI,391.
- Non si diano castighi gravi per cose leggere. Quando si è costretti ad infliggere qualche castigo ad un ragazzo, si procuri di prenderlo in disparte, di fargli riconoscere il suo torto, e nello stesso tempo fargli intendere il vero dispiacere che si prova nel doverlo punire. Non s’imponga mai castighi generali ad una classe, ad una camerata, ma si procuri di scoprire gli autori del disordine, e se fa d’uopo si allontanino dalla casa. Ma si separi la causa dei buoni da quella dei cattivi, i quali son sempre pochi; acciocché per questi pochi non abbiano a soffrirne i molti. Ma nello stesso tempo si dica ai colpevoli, che hanno buona volontà, qualche parola d’incoraggiamento, lasciando sempre luogo alla resipiscenza, perché si rimettano sulla buona strada. VI,392.
- Ad un assistente che non aveva troppo slancio nell’eseguire il suo dovere: Ricordati, esclamava, l’infinito dell’attivo, ti darà l’imperativo. VI,408.
- Abbi il coraggio della tua fede e delle tue convinzioni. VI,482.
- La parola del papa deve essere la nostra regola in tutto e per tutto. VI,494.
- Siate sempre facili a giudicare bene del prossimo e quando non potete altro giudicate bene delle intenzioni scusandolo almeno per questo; non rinfacciate mai i torti già perdonati. Fate del bene a tutti, del male a nessuno VI,694.
- Una delle massime più fedelmente praticate era di far passare Iddio nel cuore dei giovani non solo per la porta della Chiesa, ma della scuole o dell’officina. VI,815-6.
- Qual è il miglior mezzo e più sicuro per non cadere mai più in peccato? É mettere in pratica tutti gli avvisi del confessore. VI,852.
- Si procuri che chiunque avrà da trattare con noi, vada via soddisfatto; che ogni volta che parleremo a qualcheduno sia un amico di più che ci acquistiamo; perché noi dobbiamo cercare di accrescere il numero degli amici nostri e diminuire quello dei nemici, dovendo noi fare del bene a tutti. VI,890;
- Del prossimo o parlarne bene o tacerne affatto. VI,1006.
- In tutto quello che si pensa si abbia di mira la gloria di Dio. VII,7.
- La fretta sul guastare tutte le opere. VII,19.
- Il Signore ci ha messi in questo modo per gli altri. VII,30.
- La calma, senza alcuna acrimonia, toglie o diminuisce di molte una impressione disgustosa. VII,31.
- Raccomandava ai suoi dipendenti di farsi un grande studio nel non rimandare mai alcuno malcontento. VII,31.
- Siate prudenti: ma non dimentichiamo che la nostra prudenza deve consistere ne; mettere sempre in salvo la fede, la coscienza, l’anima nostra. VI,32.
- Pace goder se brami, Al rio piacer fa guerra, E tosto e Cielo e terra, Costanti amici avrai. Di gran saper non curarti, Cerca la scienza fida, quella che al ciel ti guida; Sol questo è vero ben? VII,41.
- Non sono le frequenti confessioni che fanno buoni, ma è il frutto che si ricava dalle confessioni. VII,84.
- L’uomo é nato pel lavoro, e solamente chi lavora con amore ed assiduità trova lieve la fatica. VII,118.
- Le abitudini cattive si possono vincere da chi si mette alla prova con buona volontà. VII,190.
- Guardatevi di beffare o di parlar male di tutto ciò che riguarda il culto di Dio... Tutte queste beffe, s’attirano la maledizione di Dio. VII,191.
- Tutto io direi per guadagnare il cuore dei giovani e così poterli regalare al Signore. VII,250.
- La storia è una grande maestra per le cose che insegna. Essa insegna come in ogni tempo è stata amata la virtù e furono sempre venerati quelli che l’hanno praticata; al contrario fu sempre biasimato il vizio e furono disprezzati i viziosi. La qual cosa deve essere a noi di eccitamento a fuggire costantemente il vizio e praticare la virtù. VII,252.
- (o giovani), vi rimanga altamente radicato nell’animo il pensiero che la religione fu in ogni tempo reputato il sostegno dell’umana società e delle famiglie, e che dove non vi è religione, non vi è che immoralità e disordine; che perciò noi dobbiamo adoperarci per promuoverla, amarla e farla amare anche dai nostri simili e guardati cautamente da quelli che non la onorano o la disprezzano. VII,257.
- Una delle cose cui dovrebbero sempre pensare e studiare i giovanetti, si è la elezione dello stato. Per loro disgrazia ci pensano poco e perciò la più parte la sbagliano; si fanno infelici in vita, e si mettono a gran rischio di essere infelici per tutta l’eternità. Voi pensateci molto, e pregate sempre perché Dio vi illumini e non la sbaglierete. VII,292.
- Ogni veleno è meno fatale alla gioventù dei libri cattivi. VII,292.
- Gli amici ed i compagni sceglieteli sempre fra i buoni ben conosciuti e tra questi i migliori; ed anche nei migliori imitate il buono e l’ottimo, e schivatene i difetti, perché tutti ne abbiamo. VII,292.
- Nel vostro fare non siate ostinati, ma nemmeno siate incostanti. Ho sempre veduto che gli incostanti, che facilmente variano risoluzione senza gravi motivi che li determinino, fanno cattiva riuscita in tutto. VII,293.
- Quando don Bosco può si fa un piacere di essere utile agli altri. VII,311.
- Lasciamoci sempre guidare dalla carità, la quale in fine dei conti tornerà sempre a nostro vantaggio. VII,312.
- Il migliore consiglio si é di fare bene quanto possiamo e poi non aspettarci la mercede dal tondo, ma da Dio. VII,418.
- Ciò che si può fare quest’oggi non rimandarlo a domani. VII,484.
- É provato dall’esperienza che la gratitudine nei fanciulli é per lo più presagio di un felice avvenire; al contrario coloro che dimenticano con facilità i favori ricevuti e le sollecitudini a loro vantaggio prodigate, rimangono insensibili agli avvisi, ai consigli, alla religione e sono perciò di educazione difficile, di riuscita incerta. VII,494.
- Io non voglio che mi consideriate tanto come vostro superiore quanto vostro amico. Perciò non abbiate nessun timore di me, nessuna paura ma invece molta confidenza, che è quella che io desidero, che vi domando, come mi aspetto da veri amici. Io, ve lo dico schiettamente, aborrisco i castighi, non mi piace dare un avviso coll’intimare punizioni a chi mancherà; non è il mio sistema. Anche quando qualcheduno ha mancato, se posso lo correggo con una buona parola; se chi ha commesso il fallo si emenda, io non pretendo di più. VII,503.
- Guardatevi dal parlare con disprezzo di un giovane per qualunque suo difetto, massime alla sua presenza o dei compagni. Se dovete dare un avvertimento, datelo da solo a solo, in segreto, e colla massima dolcezza. VII,308.
- In generale, cioè tolto qualche raro caso, non si lascino mai moltiplicare gli atti difettosi, prima di fare una correzione. Si parli subito e schiettamente. Lodare chi si corregge è incoraggiare gli indolenti. VII,508-9.
- Un superiore deve essere padre, medico, giudice, ma pronto a sopportare e a dimenticare. VII,509.
- Studia di farti amare prima di farti temere; e nel comandare e correggere fa sempre conoscere che tu desideri il bene e non mai il tuo capriccio. VII,524.
- I giovani devono fare come i ballerini nulla corda. Essi tengono in mano il piombino e poi camminano senza guardare né a destra né a sinistra. Il nostro piombino è la volontà di far bene. VII,515.
- Guardate di imparare quelle cose di cui non avrete a pentirvi quando sarete vecchi. VII,581.
- 167, Non vi insuperbite mai di ciò che sapete Quanto più uno sa, tanto più uno conosce di essere ignorante. VII,581.
- Un giovane poltrone, indisciplinato, sarà un giovane di peso ai suoi genitori, di peso al suoi superiori, sarà di peso a se stesso. VII,599.
- Se vuoi farti buono, pratica tre sole cose e tutto andrà bene. Quali sono queste tre cose? Eccole: allegria, studio, pietà. É questo il grande programma il quale praticando, tu potrai vivere felice, e fare molto bene, all’anima tua.
- L’essere fra molti che fanno il bene ci anima senza avvedercene. VII,602.
- Le ricchezze non rendono felici gli uomini. VII,660.
- Figlioli, ricordatevi che é una disgrazia esser cagione di dolore ai propri parenti. Dio maledice chi li fa piangere. VII,670.
- Ho già veduto tanti a morire, ho già letto la morte di tanti, ma non ho mai veduto alcuno che al punto della morte si lamentasse di aver fatto troppo bene. Per lo contrario non ho mai udito che uno sia stato contento in punto di morte del male che aveva commesso. La ragione di ciò è assai chiara. Pensate, o miei cari figlioli: il male che aveva commesso appaga per quel momento breve in cui si commette, ma poi non lascia più altro che il rimorso. Il bene invece appaga, il cuore mentre si fa e poi lascia una contentezza che dura, tutta la vita. Al punto poi della morte quale dei due ci farà più piacere? VII,674.
- La comunione è per chi vuol farsi santo, non per i santi, i rimedi si danno ai malati, il cibo si dà ai deboli. VII,679.
- É dovere dei giovani, non solo bene educati, ma cristiani: il far buone accoglienze a tutti, ed usare cortesia con tutti. VII,681.
- Le passioni sono cani arrabbiati che nulla può soddisfarli e più si accendono quanto più si secondano. VII,683.
- Il motivo per cui non si pratica rigorosamente l’ubbidienza si è perché non si conosce il gran pregio di questa virtù. VII,694.
- La vera riconoscenza al Signore deve esplicarsi coll’eseguirne i voleri. VII,761.
- La religione in questo sistema fa ufficio del freno messo in bocca dell’ardente destriero che lo domina e lo signoreggia la ragione fa poi quello della briglia che premendo sul morso produce l’effetto che ne ne vuole ottenere. Religione vera, religione sincera che domini le azioni della gioventù, ragione che rettamente applichi quei santi dettami alla regola di tutte le sue azioni, eccole in due parole compendiato il sisterna da me applicato. VII,761-2.
- Nei discorsi famigliari innamorare i giovani alla santa Comunione, che é il cardine del buon andamento della casa. VII,795.
- Non cambiate l’ora nel tempo fissato dalla regola, avrete la mente stanca e farete poco profitto. VII,322.
- Mezzi per riuscire bene nello studio: 1) timore di Dio. VII,817; 2) non perdere mai un bricciolo di tempo, frenare la fantasia. VII,817; 3) abituarsi a non passare da un capo all’altro se prima non si ha bene inteso ciò che antecede. VII,818; 4) frequentare la compagnia dei giovani studiosi. VII,818; 6) ricreazione ordinata. VII,822; 7) vincere le difficoltà che si incontrano nello studio degli autori. VII,825; 8) ricorrere a Gesù e a Maria con qualche giaculatoria: è questo il mezzo più efficace. VII,825; 9) occuparci esclusivamente di cose riguardanti il nostro studio. VII,328; 10) Ricorrere sempre alla protezione di Maria. VII,837.
- Non si acquista mai alcuna scienza sfiorando nello stesso tempo molti libri. VII,828.
- Non disconosco l’importanza ed i vantaggi di moderare le giudiziose letture, ma è necessario che nel leggere teniate queste due regole: 1) non si leggano mai altri libri finché non siano compiuti i doveri di scuola; 2) che non si leggano prima di aver chiesto consiglio al proprio maestro o ad altri capaci di darle, affinché non vi avvenga di leggere libri inutili, oppure libri che oltre all’essere inutili siano scritti in lingua cattiva, ovvero libri che siano riprovevoli e che vi guastino la mente ed il cuore con insinuarvi cattive massime. VII,828.
- Maria SS. non gradisce gli ossequii di quelli che vogliono continuare a vivere in peccato. XIII,7.
- Agite come vedete agire tanti uomini seri e prudenti. XIII,37.
- Quegli infelici che incominciano col compagno, un cattivo discorso dicano ciascuno tra sé e sé: Io sono un ministro di Satanasso, perché lo aiuto nel rovinare le animo. VIII,43.
- Allontanarsi dalla comunione è lo stesso che gettarsi in braccio al demonio. VIII,116.
- É dunque peccato trasgredire le regole della casa? Pensai seriamente a questa questione e vi rispondo assolutamente di sì. VIII,132.
- Siate uomini e non frasche: esto vir! Fronte alta, passo franco nel servizio di Dio, in famiglia e fuori, in chiesa e in piazza. Che cos’é il rispetto umano? Un mostro di cartapesta che non morde. Che cosa sono le petulanti parole dei tristi? Bolle di sapone che svaporano in un istantente. Non curiamoci degli avversari e dei loro scherni. Il coraggio dei tristi non é fatto che dell’altrui paura. Siate coraggiosi, e li vedrete abbassar le ali. Siate di buon esempio a tutti, e avrete la stima e le lodi di tutto il paese. VIII,165.
- (nelle vacanze) ricreazione si, ma anche studio e pietà. VIII,166.
- Guardatevi dalle cattive letture come da un mortale veleno delle vostre anime. VIII,437.
- Ricordatevi che scienza senza coscienza non è che la rovina dell’anima. VIII,166.
- A tutti i superiori ricordava l’obbligo di prevenire i disordini e mantenere ferma l’osservanza del regolamento, salvaguardia della moralità. Don Bosco, non ometteva di raccomandare continuamente la carità, i modi infallibili, e in certi casi la tolleranza nell’esigere obbedienza. VIII,49.
- Non voglio che vi occupiate sui libri in tempo di ricreazione. VIII,830.
- Quanto maggior cura metterete nel tener da voi lontano il peccato, tanto più grande sarà il profitto che farete negli studi o nulla vostra professione. VIII,943.
- La confidenza per don Bosco é la cosa più cara del mondo. VIII,882.
- Dio é un buon Padre, speriamo in lui. VIII,986.
- Il miele della carità temperi l’amarezza del rimprovero. IX,23.
- Procura sempre, di praticare coi fatti quello che ad altri proponi colle parole. IX,33.
- Chi dà o riceve cattivi consigli, diviene servo e schiavo del demonio. IX,34.
- I consigli dei tuoi superiori siano regola della tua azione. IX,35.
- Con facilità si riesce ad evitare l’invidia e gli altri inconvenienti col non cercar mai di farla da maestri. IX,49.
- Ecco una causa precipua di tante dannazioni i compagni e i libri cattivi e le perverse abitudini. IX,49.
- La gola e l’ozio sono consiglieri. IX,173.
- Ogni più piccolo sacrifizio, fatto in gioventù, procaccia un tesoro di gloria in cielo. IX,333.
- Chi non mortifica il corpo non é nemmeno capace di far buone preghiere. IX,352.
- Siamo ambiziosi, ma di salvar anime coi nostri sacrifici. IX,354.
- I maestri, gli assistenti siano delicati verso i loro dipendenti. IX,355.
- Guardate come fa l’ape. Così dobbiamo fare noi; scegliere ciò che può giovare. IX,356.
- Non mai, che un castigo prenda aspetto di vendetta. IX,357.
- Don Bosco era molto rigoroso nel proibire, ai giovani la lettura dei romanzi, anche di quelli che comunemente si giudicano buoni. Ripeteva che siffatti libri offrono fomiti alle passioni o fan perdere il tempo e la voglia di studi seri. IX,398.
- Non si tolleri assolutamente ciò che reca sfregio alle cose di religione e di pietà. IX,401.
- Far del bene a quanti si può e del male a nessuno. IX,416.
- Solo il sapere che uno é superbo, questo basta per conoscere che é anche Disonesto. IX,436.
- La scienza vera è il santo timor di Dio. IX,438.
- É una pazzia cercare la felicità lontana da Dio. Dio non abbandona il giovane virtuoso. Che dolce piacere riposare in pace con Dio. IX,567.
- Adesso sono contento, perché ti vedo allegro. IX,627.
- Se noi ci teniamo occupati, il demonio non ci potrà mai vincere. Aspetta sempre ad assalirci quando siamo in ozio. IX,705.
- Non bisogna mettersi nelle occasioni che siano tali per un animo debole. IX,712.
- Avvisi riguardo ai modo di trattare coi giovani. IX,922.
- La sapienza Egli la definiva: l’arte di ben governare la propria volontà. IX,933.
- La gioventù prima dei dodici anni non è capace di fare né gran bene né gran male; e passati i diciotto anni riesce difficile il far deporre abitudini altrove contratte per uniformarsi ad un nuovo regolamento di vita. IX,855.
- La carità in pratica forma la vera educazione e buona creanza. IX,996.
- Noi non vediamo i nostri difetti. IX,999.
- Prega, prega bene, e certamente ti salverai. X,9.
- Cerchiamo di aiutarci a far del bene, ma non mai ad incagliarci. I,188.
- Renderemo a Dio strettissimo conto del non aver lavorato e del tempo perduto. X,367.
- Il demonio ha paura della gente allegra. X,648.
- Ricordatevi di non mettere mai i giovani tu occasione di poter commettere una mancanza: ecco il sistema preventivo di don Bosco. X,649.
- I chierici insegnino ai giovani il rispetto ai superiori coi la loro riverenza esteriore, col saluto, e colla confidenza X,1018.
- I maestri si ricordino che la scuola non è che un mezzo per fare del bene... le loro lezioni siano cristiane, e siano franche ed amorevoli nell’esortare gli alunni ad essere buoni cristiani. È questo il gran segreto per affezionarsi la gioventù ed acquistarne tutta la confidenza. Chi ha vergogna di esortare alla pietà, è indegno d’essere maestro. X,1019.
- Assistenza nello studio, non è il solo silenzio che si deve cercare; ma più ancora e soprattutto la moralità. Assistenza in classe: si facciano sempre tener le mani sul banco, si lascino mai soli: e quando uno ha finita la lezione, se chi deve succedergli non è pronto, abbia pazienza e non abbandoni la classe. X,1021.
- Gli assistenti non diano mai castighi, ma facciano rapporti ai superiori. Così eviteranno odiosità, è non faranno sbagli. Le mancanze commesse fuori di scuola sono di sola competenza del perfetto. X,1021.
- Lasciati guidar sempre dalla ragione, e non dalla passione. X,1023.
- In ogni casa di educazione, o bene o male, bisogna che si reciti, perché questo è anche un mezzo per imparare a declamare, per imparare a leggere con senso, e poi se non c’è questo, par che non si possa vivere. Pertanto io intendo che i teatrini abbiano questo per base: di divertire e di istruire. X,1057. Regole del teatrino. X,1059.
- Fondamento della moralità e dello studio è la disciplina fra gli allievi. X,1101.
- Da questa (disciplina) osservanza dipende il profitto morale e scientifico degli allievi, appare la loro rovina. X,1102.
- I maestri siano primi ad entrare nella scuola e gli ultimi ad uscire. Ogni insegnante non deve dimenticare che è un maestro cristiano. X,1103.
- La moralità degli allievi dipende da chi li ammaestra, li assiste, li dirige. X,1104.
- Se vogliamo promuovere il buon costume nelle nostre case, dobbiamo essere maestri col nostro buon esempio. X,1105.
- Allegria, preghiera, e santa comunione sono i nostri sostegni. X,3178.
- Senza la cristiana religione non vi é vera scienza, non vi é moralità, nè educazione. X,1317.
- Nel dare avvisi o consigli procura sempre che l’avvisato parta da te soddisfatto e tuo amico. XI,17.
- Il vero regolamento sta nell’attitudine di chi insegna. XI,151.
- Lavoriamo alacremente, facciamo quel che possiamo e facciamo tutto, d’altronde lasciamo dire, non curiamoci di quanto altri possa dire di noi. Noi diciamo sempre bene di tutti. XI,169.
- Non si sopprima il bene per impedire il male. XI,203.
- Generalmente i professori tendono a compiacersi degli allievi, che primeggiano per studio e per ingegno e spiegando mirano solo ad essi. Quando i primi della classe hanno capito bene, sono pienamente soddisfatti e così proseguono sino alla fine dell’anno. Invece con chi è corto di mente o poco avanti nello studio, si adirano e finiscono con lasciarli in un cantone senza più curarsi di loro. Io invece sono di parere affatto opposto. Credo che sia dovere di ogni professore tener d’occhio i più meschini della classe; interrogarli più spesso degli altri, per loro fermarsi più a lungo nelle spiegazioni e ripetere, ripetere, finché non abbiano capito, adattare i compiti o le lezioni alla loro capacità. Se l’insegnante tiene un metodo contrario a questo, non fa scuola agli scolari, ma ad alcuni degli scolari. Per occupare convenientemente gli alunni d’ingegno più svegliato, si assegnino compiti e lezioni ai superrogazione, premiandoli con punti di diligenza, piuttostochè trascurare i più tardi, si dispensino da cose accessorie, ma le materie principali si adattino interamente a loro. XI,218.
- Vorrei anche inoltre che le spiegazioni fossero attaccate al testo, spiegandone bene le parole. Andare nelle regioni elevate mi sembra un batter l’aria. XI,218.
- Sono anche di parere che s’interroghi molto e molto, e, se possibile, non si lasci passar giorno senza interrogare tutti. Da ciò si trarrebbero vantaggi incalcolabili. Invece sento che qualche professore entra in classe, interroga uno o due e poi senz’altro fa la sua spiegazione. Questo metodo non lo vorrei nemmanco all’Università. Interrogare, interrogare molto, interrogare moltissimo, quanto più si fanno parlare gli scolari, tanto più il profitto aumenta. XI,218.
- E non si critichino i testi. Ci vuol poco a metterli in discredito dinanzi ai giovani, perduta poi che questi ne abbiano la stima; non li studiano più. Si può aggiungere quel che manca dettandolo; ma critiche, no, mai. XI,218.
- Il timore di Dio e la frequenza dei santi sacramenti: ecco ciò che fa fare miracoli alla gioventù. Colla frequenza ai sacramenti s’impara a operare per principio di coscienza e non per paura di castighi. XI,221.
- Bisogna conoscere e praticare le cose buone per essere buoni. XI,233.
- L’aver la coscienza bene aggiustata è la cosa che nella vita procura maggior consolazione. Chi ha la pace della Coscienza ha tutto, Invece chi non l’ha, quale felicità potrà mai godere su questa terra? XI,248.
- La sacra scrittura dice che “chi semina vento, raccoglierà burrasche e tempeste”. Il vento é simbolo delle passioni, chi si lascia già adesso dominare da piccole passioni, queste sono come altrettanti semi che se non si estirpano cresceranno grossi, e si che, ve lo assicuro io, diverranno come tempesta e burrasca nel vostro onore. XI,256.
- In punto a morte si deve aver operato o non voler operare. XI,256.
- Una cosa che vi può fare più del bene si é questa: aprirvi coi vostri superiori, aver molta confidenza in loro ed essere schiettamente sinceri. XI,263.
- La sola frequenza ai sacramenti non è indizio di bontà. XI,278.
- Si faccia gran conto di un giovane quando è costante nel bene. XI,279.
- (i tuoi allievi) considerali come tuoi fratelli;
amorevolezza, compatimento, riguardo, ecco le chiavi del cuore;
farli soltanto studiar quello che possono e non più. Far leggere e capire il testo del libro senza
dispersioni;
interrogarli molto sovente, invitarli ad esporre, a leggere ed esporre;
sempre incoraggiare non mai umiliare, lodare quanto si può senza mai disprezzare, a meno di dar segno di dispiacere quando é per castigo. XI,291-2.
lo più, fare la correzione appena è avvenuto un fallo è cosa pericolosa. XI,346.
essere in pace con Dio e col prossimo bisogna prima essere in pace con se stessi. XI,363.
- Per
- Per
- Usate carità e somma cortesia con tutti. XI,389.
- Nelle fatiche e nei patimenti non si dimentichi che abbiamo un gran premio preparato in cielo. XI,390.
- Niuno decanti quello che sa o quello che fa: venendo alle prove ciascuno faccia quanto a lui é possibile senza ostentazioni. XI,354.
- Finché la piaga è recente, più presto è sanata. XI,457.
- Le deliberazioni si prendono portandosi in punto di morte. XI,515.
- Trovatevi in ricreazione e in questa impiegate il tempo stabilito. Guardate però che la ricreazione non sia una dissipazione, nè una mormorazione contro quella regola o quell’altra, oppure contro alcun superiore, ma che sta urta vera ricreazione, un sollievo dell’animo e della morte. XII,16.
- Non permettete mai che i giovani stiano oziosi in tempo di ricreazione. XII,17.
- Credetelo pure miei cari figlioli, colui che è divoto del santissimo Sacramento ha un pegno sicuro della sua eterna salvezza. XII,29.
- Quando uno sa a tempo e luogo dare amorevolmente un buon consiglio ad un compagno, costui fa un gran bene. XII,32.
- Lo star muti quando si vede qualche disordine e non impedirlo specialmente chi potrebbe o dovrebbe, questo è al tutto rendersi complice del male degli altri. XII,44.
- Colui che non è preparato a morir bene, corre grave rischio di morir male. XII,48.
- Non vi è altra cosa che possa fare più danno, specialmente quando si è ancora in giovanile età, dei cattivi discorsi e consigli. XII,32.
- Sapienza e scienza, prevedere e provvedere. XII,53.
- Bisogna usare grande amorevolezza coi giovani, trattarli bene. Questa bontà di tratto e questa amorevolezza sia un carattere a tutti i superiori, nessuno eccettuato. Fra tutti riusciremo ad attirar uno e basta per allontanar tutti! Oh! quanto si affeziona un giovane, quando si vede ben trattato! Egli pone il suo cuore in mano ai superiori. XII,88.
- Se volete che la vostra vita sia allegra e tranquilla, dovete procurare di starvene in grazia di Dio, poiché il cuore del giovane che é in peccato, é come il mare in continua agitazione. XII,133.
- Le regole si stabiliscono per il vostro vantaggio. XII,145.
- Che frutto può ricavare dalla santa Comunione chi va a ricevere Gesù, quasi dicendogli: Io voglio continuare ad offendervi? XII,146.
- Colui che obbedisce non sbaglia mai, mentre sempre sbaglia chi non obbedisce. Date confidenza ai vostri superiori, seguite fiduciosi il loro consiglio, senza ragionarvi sopra e finirete per esserne contenti. XII,47.
- Chi segue i consigli dei superiori e si regola secondo i loro ammonimenti, finisce sempre per esserne contento. Chi vuole invece andar contro a quanto i superiori gli dicono, andrà sempre a capitar male. XII,143.
- Tenetelo ben bene a mente: no, leggete mai libri, della bontà dei quali non siete sicuri, senza domandar consiglio a chi ve lo può dare con giusto criterio. I libri non buoni, oppure quelli che non sono convenienti alle vostra età ed alle circostanze nelle quali vi trovate e che quindi possono essere per voi pericolosi, per carità non leggeteli. XII,149.
- Continuate il cammino della virtù e voi avrete sempre la pace del cuore, la benevolenza degli uomini, e la benedizione del Signore. XII,278.
- Le sole opere sono le vere ricchezze che ci preparano un posto lassù in cielo. XII,323.
- Io sono di parere che una causa non indifferente della diminuzione di sanità ai giorni nostri provenga dal non farsi più tanto moto come una volta si faceva. XII,343.
- Ozio intendesi anche quando si lascia libera l’immaginazione nel pensare a cose che sono pericolose. XII,356.
- É impostore chi si professa cristiano e non agisce come tale. XII,364.
- Credete pure che è una gran fortuna imparare sull’esperienza altrui. Imparare a proprie spese è una delle più grandi disgrazie. XII,365.
- Le innovazioni si devono introdurre a poco a poco e quasi insensibilmente. XII,335.
- In punto di morte, quello che darà contentezza, sarà il ben fatto. XII,423.
- Impazientirci? Non si ottiene che la cosa non fatta sia fatta, e neppure non si corregge il suddito colla furia. XII,456.
- Se vogliamo che il nostro lavoro renda, bisogna che mettiamo molta cura attorno alla pianticella che abbiamo da coltivare. XII,457.
- Tenetelo a mente, non valgono le furie, non valgono gl’impeti istantanei, ci vuole pazienza continua, cioè costanza, perseveranza, fatica. XII,457.
- Ciò che sostiene la pazienza dev’essere la speranza del premio. XII,458.
- Ricordate che felici rende solo il buon operar. XII,491.
- Studiare fuori tempo è causa di rovina della sanità. XII,556.
- Fuga dell’ozio, fuga del peccato: due cose necessarie per imparare. XII,566.
- Tutti hanno bisogno della comunione: i buoni per mantenersi buoni e i cattivi per farsi buoni. XII,567.
- Le confessioni che non fanno frutto non sono buone. II,575.
- Tra di voi... non mai e poi mai vi siano di quelle amicizie che purtroppo si fanno per darsi scandalo a vicenda; per fare discorsi cattivi, per essere assassi dell’anima l’uno dell’altro. XII,575.
- Tutti coloro che con don Bosco si adoperano per salvare la propria anima, questi sono e non altri i veri amici di don Bosco. XII,576.
- È difficile sradicare un vizio che abbia messo radici in gioventù. XII,585.
- Si vede talvolta qualche disordine che si potrebbe e dovrebbe impedire, e manca l’assistenza. Non si stia indifferenti col pretesto che noi non siamo incaricati della sorveglianza, ma si dica invece: ora assistente sono io. XII,606.
- Regolarci sempre in maniera che, in qualunque ora la morte venga, ci trovi sempre apparecchiati. XII,603.
- Il Signore ama che quello che si fa per lui, si faccia con allegrezza. XII,610.
- Per fuggire la morte più lungamente che si può, fuggiamo il peccato. XII,610.
- Una cosa che si può fare da tutti ed è di massima utilità si é il dare buon esempio. XII,626.
- Molte volte qualche correzione amichevole produce nel cuore dei compagni l’effetto di più prediche. XII,627.
- Promuovere insieme e d’accordo le cose buone; l’iniziativa venga da chi si vuole. XII,631.
- Lavoriamo nel paradiso. XII,701.
- Nel teatrino fate in modo che siano sbandite le cose tragiche, duelli, le parole sacre. XIII,31.
- Trattare i giovani con bontà per avere la confidenza. Fare sacrifizi, ove occorra, per assistere e vigilare. VII,84.
- Raccomandare ai giovani che a titolo di civiltà tengano le mani sul banco nella scuola o nello studio. Cercar di animare molto la ricreazione con quei giuochi che ai giovani tornano più graditi. Non
prolungare troppo il tempo di studio per i piccoli o per coloro che sono poco occupati. XII,85.
- L’assistenza sia solidale: nessuno se ne creda dispensato, quando si tratta d’impedire l’offesa di Dio. XIII,85.
- Adesso in carnevale questa sarà la vera allegria, cioè aver la coscienza pulita. XIII,83.
- La mormorazione porta il rispetto umano. XIII,91.
- Riconferma della carità cristiana é il piacere che ognuno prova in cuor suo nel fare un’opera buona. XIII,110.
- Dove c’è lavoro, non c’è il demonio. XIII,116.
- Per fare del bene alle ragazze, bisogna essere sempre allegre, bisogna amarle e stimarle tutte, anche se l’una o l’altra non lo merita. XIII,207.
- Vogliamo essere sempre allegri? Siamo obbedienti. XIII,210.
- Cosa da tenersi in considerazione per il profitto degli allievi nello studio: la precisione dell’orario, l’osservanza della disciplina, le passeggiate a suo tempo senza fermate e non troppo lunghe, non troppe vacanze, e queste pure condite con i studi di gradimento. XIII,246.
- Si vegli sui libri di premio. É meglio dare un libro meno gradito ma buono, anziché uno ambito e curioso, ma che contenga massime o principii dannosi ai premiandi. XIII,245.
- Dobbiamo cercare d’imparare, per quanto é possibile, la religione cuore di tutti e d’imprimerla più profondamente che si possa, ma con il meno di esteriorità che sia possibile. E sebbene nelle cose necessarie a farsi, non bisogna guardar in faccia a nessuno, tuttavia nelle non necessarie conviene evitare qualunque manifestazione che ci metta troppo in vista per quel che siamo. XIII,284.
- (nel sistema preventivo) dev’essere l’amore che attira i giovani a fare il bene per mezzo di una continua sorveglianza e direzione; non già la punizione sistematica delle mancanze, dopo che queste siano commesse. É constatato che questo secondo metodo il più delle volte attira sull’educatore l’odio del giovani in fin che vive. XIII,292.
- Quando si vedono disordini nelle case non si creda mai disperato il miglioramento, finché tra i superiori della congregazione regna santità e operosità. XIII,398.
- Bene è il tenersi puliti nella persona come si conviene, ma è meglio che ciascuno abbia la coscienza monda da ogni colpa. XIII,417.
- Gli assistenti dovranno rendere conto a Dio, se avran trascurato di assistere i loro giovani e se questi per loro negligenza si fossero lasciati andare a qualche colpa. XIII,421.
- Il Signore dà a ciascuno i suoi aiuti secondo la sua buona volontà. XIII,423.
- Il pensiero della presenza di Dio ci deve accompagnare in ogni tempo, in ogni luogo, in ogni azione. XIII,427-8.
- Per imparare è necessario leggere, leggere libri molto utili. XIII,430.
- Quando i giovani sono sobrii, potranno fare molto profitto nella virtù. XIII,432.
- Non state mai inoperosi. Se non lavorate voi lavora il demonio. XIII,433.
- Ai giovanetti si faccia costantemente conoscere l’autorità di Romano Pontefice, che è il centro della verità. XIII,498.
- Io ritengo che senza religione nulla si possa ottenere di buono fra i giovani. XIII,557.
- Volete fare una cosa buona, santa, santissima, divina? Educate la gioventù. XIII,629.
- Quando nelle case al trascura la frequenza ai santi sacramenti queste non possono prosperare. XIII,643.
- Quando il male va in cancrena, difficilissima rimane la guarigione. XIII,716.
- Il vizio si propaga serpeggiando come la scintilla elettrica, sul quadro magnetico. XIII,726.
- Non è possibile che chi ha la gratitudine non abbia le altre virtù, e chi conosce le virtù non le pratichi. XIII,756.
- Non stancarti mai di ripeterlo ai tuoi giovani che le vacanze sono una gran tempesta per le loro animo. XIII,764.
- Si chiama cattivo compagno quello che in qualunque maniera può occasionare l’offesa di Dio. XIII,800.
- Il demonio ha dei servitori dappertutto. XIII,800.
- Nelle amicizie l’esperienza e non il cuore deve ammaestrarci. XIII,800.
- L’ozio che tira sempre con sè molti altri vizi. É ozioso chi non lavora, chi pensa a cose non necessarie, chi dorme senza bisogno, quando si vede un compagno ozioso, si ha da temere subito per lui, la sua virtù non é al sicuro. XIII,801.
- La ricreazione sia un vero sollievo della mente che dissipi ogni malinconia, preoccupazione, pensiero molesto o pericoloso. XIII,802.
- Il corpo deve aiutare l’anima a fare il bene e deve servirla. L’anima è la signora del corpo. XIII,802.
- Rinnoviamo con frequenza il pensiero della presenza di Dio nella nostra mente e fuggirà da noi la voglia di peccare. XIII,804.
- Se vuoi essere obbedito e rispettato, fatti voler bene. Ma non carezze massime sulla faccia o prendendo per le mani. XII,826.
- Anche la musica serve a educare. XIII,828.
- Chi mette le mani addosso, si pone dalla parte del torto. XIII,830.
- La nostra vita è seminata da croci, ma Dio pietoso non manca di mandare consolazioni a suo tempo. XIII,833.
- In terra lavoriamo per il cielo. XIII,870.
- Quando hai fatto una correzione, dimenticare il fallo e dimostrare la primiera benevolenza al delinquente. XIII,880.
- Sopporta i difetti altrui anche quando sono a nostro danno. Coprire le macchie degli altri, ma non mai mettere in burla alcuno quando egli ne rimane offeso. XIII,880.
- Soffri tutto, ma non rompere la carità. XIII,881.
- Quanto alle pratiche di pietà, si cerca di non opprimere i giovani, anzi di non stancarli mai, si fa che siano come l’aria, la quale non opprime, non istanca mai... interamente ci circonda, interamente c’investe dentro e fuori. XIII,889.
- In che consiste il sistema preventivo e perché debbasi preferire. XIII,919-23.
- L’ordine impedisce tanti mali. XIII,14.
- In affari d’importanza il dire che si va avanti alla buona è quanto dire che si va avanti male. XIV,114-5.
- Che vale rimpiangere tanto i mali? È meglio che ci adoperiamo con tutte le forze ad alleviarli. XIV,116.
- La base della vita felice a un giovanetto é la frequente comunione. XIV,126.
- (parlando ad ex-allievi) “Dovunque vi troviate, mostratevi sempre buoni cristiani e uomini probi. Amate, rispettate e praticate la nostra santa religione; quella religione con la quale io vi ho educati e preservati dai pericoli e dai guasti del mondo; quella religione che ci consola nelle pene della vita, ci conforta nelle angustie della morte, ci schiude le porte del paradiso e felicità senza fini. XIV,511.
- Per riuscire bene coi giovanetti, fatevi un grande studio di usare con essi belle maniere; fatevi amare e non temere; mostrate loro e persuadeteli, che desiderate la salute della loro anima; correggete con pazienza e con carità i loro difetti. XIV,513.
- Seminiamo e poi imitiamo il contadino che aspetta con pazienza il tempo della raccolta. Ma vi ripeto, non dimenticate mai la dolcezza dei modi; guadagnatevi i cuori dei giovani per mezzo dell’amore. XIV,514.
- Avvisi dati da don Bosco per la direzione dei giovani. XIV,838-850.
- (esemplificazione) Per i giovani il catechismo piccolo deve essere come la Bibbia e San Tommaso per i teologi. XIV,838.
- Non lodar mai nessun giovane in modo speciale, le lodi rovinano i più bei naturali. XIV,848.
- Rispettare la fama degli alunni, non mortificarli in pubblico con certe espressioni o termini disonorevoli; non far capir loro che si sospetta, ma con prudenza sorvegliare senza che se ne accorgano; non rimproverarli senza essere certi dalle mancanze; quindi non creder subito ai rapporti, non agire d’impeto, ma esaminare la cosa a sangue freddo. XIV,849.
- Impediamo che il castigato sia schernito dagli altri. Si irrita e si ostina nel male chi è burlato. XIV,850.
- Un consiglio per essere felici: fuggite il peccato e frequentate la santa comunione. XV,26.
- L’educazione dei fanciulli dovrebbe aver per base la formazione della volontà. XV,78.
- Non istanchiamoci mai di fare il bene e Dio sarà con noi. XV,176.
- Un ragazzo pigro sarà sempre un asino. XV,495.
- Dio ha fatto il povero, perché si guadagni il cielo con la rassegnazione e la pazienza; ma ha fatto il ricco, perché si salvi con la carità e la limosina. XV,518.
- Il bene è meglio farlo presto che tardi. XV,601.
- Quando l’abitudine è buona e ci porta al bene, dobbiamo seguirla e praticarla. IV,605.
- Invece dei castighi abbiamo l’assistenza e i giuochi. Le vacanze derivano in gran parte da difetto di sorveglianza, vigilando si previene sufficientemente il male non c’é bisogno di reprimere. XVII,168.
- Riguardo ai giuochi, é da ritenere che il giovane deve stare contento e perciò bisogna svagarlo con giuochi. XVI,168.
- Le anime giovanili nel periodo della loro formazione han bisogno di sperimentare i benefici effetti che derivano dalla dolcezza sacerdotale. XVI,169.
- Il meglio si è parlar sempre bene di tutti e non potendo parlar bene, tacere. XVI,307.
- Avviene spesso che i giovani sono meno colpevoli di quel che si creda, come lo dimostra l’esperienza... (avvisati) a tu per tu, è facilissimo ottenere che si pieghino alla volontà del superiore e al sistema preventivo. Si avranno così parecchi vantaggi: 1) si avrà la confidenza dei giovani; 2) aumenteremo il numero delle vocazioni; 3) quando escano, si avranno amici; se no, dei nemici; 4) non diventeranno mai peggiori o daranno buon esempio o non lo daranno mai cattivo. XVI,417.
- Circolare sui castighi. XVI,439-447 (esemplificazione dei principi in essa esposti).
- Se vogliamo farci vedere amici del vero bene dei nostri allievi, ed obbligarli a fare il loro dovere, bisogna che voi non dimentichiate mai che rappresentate i genitori di questa cara gioventù... Se perciò sarete veri padri dei vostri allievi, bisogna che voi ne abbiate anche il cuore; e non veniate mai alla repressione o punizione senza ragione e senza giustizia e solo in mode di chi in questa si adatta per forza e per compiere un dovere. XVI,439-40.
- Non punite mai se non dopo aver esauriti tutti gli altri mezzi. XVI,440.
- Procurate di scegliere nelle correzioni il momento favorevole. XVI,441.
- Aspettate che siate padroni di voi medesimi, non lasciate conoscere che voi operate per umore o per furia, perché allora perderete la vostra autorità, ed il castigo diverrebbe pernicioso. XVII,441-2.
- Non punite un ragazzo nell’istante medesimo del suo fallo. Bisogna lasciargli il tempo per riflettere, per rientrare in se stesso, sentire tutto il suo torto ed insieme la giustizia e la necessità della punizione, e con ciò metterlo in grado di trarne profitto. XVI,442.
- Difficilmente, quando si castiga, si conserva quella calma che é necessaria per allontanare ogni dubbio che si opera per far sentire la propria autorità, o sfogare la propria passione. XVI,442.
- Anche il fanciullo vuole essere persuaso che il suo superiore ha buona speranza della sua emendazione. Si otterrà più con uno sguardo di Carità, con una parola d’incoraggiamento che dia fiducia al suo cuore che non con molti rimproveri. XVI,444.
- Il nostro castigo dev’essere un rimedio: ora noi dobbiamo aver fretta di lasciarlo, quando abbiamo ottenuto il doppio scopo di allontanare il male, e di impedirne il ritorno. XVI,446.
- Nessuno vorrei che si arbitrasse di castigare senza previo consiglio od approvazione del suo direttore. XVI,447.
- Vicino e lontano io penso sempre a voi. Uno solo è il mio desiderio: quello di vedervi nel tempo o nell’eternità felici. XVII,107.
- Famigliarità porta affetto e l’effetto porta confidenza. XVII,108. Cioè apre i cuori e i giovani palesano tutto senza timore ai maestri, agli assistenti ed ai superiori.. Diventano schietti in confessione e fuori di confessione e si prestano docili a tutto ciò che vuol comandare colui, dal quale sono certi di essere amati. XVII,108.
- I giovani, essendo amati in quelle cose che loro piacciono, col partecipare alle loro infantili inclinazioni, imparino a veder l’amore in quelle cose che naturalmente loro piacciono poco; Quali sono la disciplina, lo studio, la mortificazione di se stessi; e queste cose imparino a far con slancio ed amore. XVII,110.
- Famigliarità coi giovani specialmente in ricreazione. Senza famigliarità non si dimostra l’affetto e senza questa dimostrazione non vi può essere confidenza. Chi vuol essere amato bisogna che faccia vedere che ama. XVII,111.
- Chi sa di essere amato, ama, e chi é amato Ottiene tutto, specialmente dai giovani. Questa confidenza mette una corrente elettrica fra i giovani ed i superiori. I cuori si aprono e fanno conoscere i loro bisogni e palesano i loro difetti. XVII,111.
- 387. (se vi sarà famigliarità e confidenza) “allora i cuori non saranno più chiusi e non regneranno più certi segretumi che uccidono. Solo in caso di immoralità i superiori siano inesorabili. É meglio correre pericolo di scacciare dalla casa un innocente, che ritenerne uno scandaloso. XVII,112.
- Ognuno eseguisca i doveri del suo ufficio alla presenza di Dio. XVII,187.
- Siano severamente allontanati quelli che dicessero, insinuassero o facessero cose biasimevoli contro la moralità. Non si tema di usare in ciò troppo rigore. XVII,191.
- Si cerchi di allontanare dati nostri allievi ogni libro proibito quand’anche fosse prescritto per la scuola. XVII,196.
- Le prime impressioni che ricevono le menti vergini e i teneri cuori dei giovanetti durano per tutto il tempo della loro vita, e i libri sono una delle cause principali di questo. XVII,197.
- La lettura ha per i giovani una vivissima attrattiva solleticando la loro smaniosa curiosità e da questa dipende moltissime volte la scelta definitiva che fanno del bene o del male. XVII,197-8.
- Oltre i libri cattivi è necessario tener d’occhio certi altri libri i quali, benché buoni o indifferenti in sé, possono riuscir di pericolo, perché non convenienti alla età, al luogo, agli studi, alle inclinazioni, alle passioni nascenti, alla vocazione. Questi pure si debbono eliminare. XVII,199.
- Se i giovanetti udiranno il maestro e l’assistente lodare libro essi pure lo stimeranno, loderanno, leggeranno. XVII,200.
- Gli avvisi, i rimproveri, le allusioni fatte palesemente e non ottengono l’emendazione. XVII,366.
- Se volete ottenere molto dai vostri allievi, non mostratevi mai offesi contro alcuno. .XVII,271.
- 497. L’esperienza dimostra che un segno dell’immoralità è il fuggire i superiori. XVII,367.
- Il Signore benedice sempre i figli che obbediscono alla volontà dei genitori. XVII,415.
- L’unione fra i superiori e le correzioni fatte a tempo, se non riusciranno ad impedire tutto il male, tuttavia faran sì che la strada non s’ingombri ai sterpi. XVII,434.
- La dolcezza nel parlare, nell’operare, nell’avvisare guadagna tutto o tutti. XVII,628.
- Quando taluno fa mancamenti, o trascuratezze, avvisalo prontamente senza attendere che siano moltiplicati i mali. XVII,630.
- Il bene generale sia sempre preferito al bene particolare. Non seguire idee preconcette, non antigenii. XVII,660.
- É un grande errore che hanno nella testa i giovanetti, che cioè la penitenza debba solamente praticarsi da chi é peccatore. La penitenza è necessaria eziandio per conservare l’innocenza. XVII,726.
- Tesori dei giovani sono castigate parole e caute azioni... Coloro che hanno un parlare insensato e lubrico, assai difficilmente si correggono. XVIII,254.
- Ho promesso a Dio che fin l’ultimo mio respiro sarebbe stato per i miei poveri giovani. XVIII,258.
- Curate sempre quello che di voi potrà dire il Signore, non quello che di voi o in bene o in male, diranno gli uomini. XVIII,329.
- Beati coloro che si danno a Dio per sempre nella gioventù. XVIII,482.
- Si richiami sovente agli alunni il pensiero di Dio e del dovere, e si persuadano che la bontà dei costumi e la pratica della religione è propria e necessaria ad ogni condizione di persone. XVIII,700.
- Fare il bene che si può senza comparire. La violetta sta nascosta, ma si conosce e si trova dall’odore. XVIII,860.
- Quando si tratta di qualche cosa che riguarda la grande causa del bene, don Bosco vuol essere sempre all’avanguardia del progresso. XIX,157.320.
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