Questo il record negativo denunciato nella Giornata internazionale della famiglia...
Con meno di 500 mila nascite l’Italia, nel 2015, ha toccato il punto più basso.
Lo ha ricordato sabato Alessandro Rosina, docente di demografia all’Università Cattolica di Milano,intervenendo all’incontro promosso dal Forum delle associazioni familiari dal titolo “Famiglia, la vera impresa in Italia”, alla vigilia della Giornata internazionale della famiglia celebrata ieri: «Ci troviamo – spiega l’esperto – ad aver fatto meno figli in passato, con meno madri oggi che faranno meno figli in futuro. Rischiamo un avvitamento verso il basso che diventa una trappola».
Il messaggio, quindi, che la scienza statistica lancia alla politica è di rimettere le famiglie al centro della politica: «È la priorità assoluta per oggi – sottolinea il professor Rosina – e non averlo fatto nel passato, ha creato costi economici e sociali enormi che pagheremo in futuro. È urgente agire subito. Anche perché se la natalità è stata bassa da troppo tempo, non solo abbiamo pochi figli oggi, ma la bassa natalità passata sta riducendo il numero delle potenziali madri».
Si tratta di una situazione di cronicizzazione ad aggravamento: «Conseguenza – continua il docente di demografia – di non aver messo le famiglie nella condizione di fare scelte positive per il miglioramento del loro benessere».
E questo sta producendo un quadro demografico preoccupante da vari punti di vista: «Siamo uno dei Paesi – conclude Rosina – che hanno una natalità non solo bassa, ma persistentemente bassa e questo crea squilibri molto forti nella popolazione e per la sostenibilità sociale ed economica del Paese».
Davide De Amicis
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