Nelle scuole cattoliche nessuno è straniero

La scuola paritaria a torto viene considerata come ‘un luogo chiuso' sul tema del dialogo tra le culture...

Nelle scuole cattoliche nessuno è straniero

 

  La scuola come «luogo di dialogo tra le culture». Anche quella paritaria cattolica.

È il tema scelto per il XVIII Rapporto realizzato dal Centro studi scuola cattolica (Cssc), che sarà presentato oggi nell’ambito della IX giornata pedagogica (dal titolo «Per una scuola inclusiva: per tutti e per ognuno») a Roma promossa dallo stesso Cssc al Green Park Hotel Pamphili alla presenza del direttore dell’Ufficio nazionale Cei per educazione, scuola e università, Ernesto Diaco.

Un tema quanto mai attuale, quello analizzato quest’anno - come sottolinea nella sua prefazione il vescovo Mariano Crociata, presidente della Commissione episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università -, in un sistema scolastico dove cresce la presenza di studenti con cittadinanza non italiana.

Un fenomeno che coinvolge anche la scuola paritaria, che «a torto viene considerata come ‘un luogo chiuso’ su questo tema – spiega Sergio Cicatelli direttore del Cssc –, ma al contrario, proprio in quanto alla base del suo progetto vi è l’idea di costituire una ‘comunità educante’, cioè luogo di incontro costruito su relazioni personali autentiche e accoglienti, ha in sè la capacità di dialogo tra le culture». Non a caso lo stesso Rapporto (edito dall’Editrice La Scuola) è stato intitolato «A scuola nessuno è straniero». A sostegno di questo impegno che coinvolge anche la scuola paritaria cattolica vi sono le cifre, che testimoniano come anche in questo segmento del sistema scolastico nazionale in questi anni si sia assistito a un incremento di studenti non italiani e anche non cristiani.

 

Oggi nell’intera scuola italiana (statale e paritaria) vi è il 9,2% di iscritti con nazionalità non italiana: guardando alla sola scuola cattolica la percentuale sugli iscritti è del 6,8%. Ma si tratta di un trend in salita. Dall’anno scolastico 1997/87 a quello 2014/15 gli alunni stranieri iscritti nelle paritarie dell’infanzia sono passati dal 2,2 al 6,5%, nelle primarie dall’1,2 al 2,6%, nelle medie dall’1 al 2,5% e alle superiori dallo 0,9 al 2%. Un vero e proprio boom, invece, si registra nei percorsi della formazione professionale offerti dagli enti di ispirazione cristiana: dall’1,9 al 17,3%.

Ovviamente le percentuali più basse rispetto alle scuole statali si spiegano anche con il fatto che le famiglie di cittadini stranieri spesso hanno redditi bassi e l’attuale sistema di finanziamento del sistema paritario non garantisce pienamente la libertà di scelta delle famiglie. Almeno fino alle superiori, perché nella formazione professionale si assiste a una presenza più consistente di studenti con nazionalità non italiana.

Il Rapporto non si limita alla trattazione teorica del tema, ma, come nelle precedenti edizioni tematiche, offre «buone pratiche» che dimostrano come sul campo la scuola cattolica è già da tempo impegnata: dalla scuola salesiana delle Figlie di Maria ausiliatrice di Roma che hanno impostato progetti di approfondimento del dialogo interreligioso e di conoscenza delle istituzioni internazionali all’investimento nella formazione linguistica degli alunni promosso nelle scuole dei Giuseppini del Murialdo.

 

E gli esempi potrebbero continuare. Insomma «l’idea che le scuole cattoliche siano un presidio della cultura nazionale più tradizionale – sottolinea ancora Cicatelli – è uno dei pregiudizi da combattere», così come quello che «gli stranieri siano automaticamente contrari ad avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica. L’esperienza concreta e i numeri – replica il direttore del Cssc – mostrano invece come tanti stranieri scelgano con convinzione di avvalersi di questo insegnamento, pur appartenendo a religioni diverse». «La scuola ha il dovere di interrogarsi su questo tema – aggiunge Cicatelli – perché l’educazione che si svolge nelle sue aule è, in fin dei conti, un processo di interculturazione» che da un lato vede «il confronto con le novità» e nell’altro «l’essere consapevoli della propria identità di partenza». E la scuola cattolica paritaria vuole essere protagonista.

 

 

Enrico Lenzi

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