Il re è nudo. Ascoltando gli ultimi due album del King del Rap (Marracash) possiamo dire che l'artista si è messo a nudo e non si nasconde. Anzi, lui stesso mette a nudo tutti (noi, loro, gli altri, le persone) e la realtà in cui viviamo, con verità, senza ipocrisie.
“Il re è nudo”. Così afferma con semplicità un bambino nel racconto di Hans Christian Andersen guardando il re che girava senza vestiti per la città, credendo di indossare l’abito più prezioso del mondo, invisibile agli occhi degli indegni e degli stolti. Gli occhi di quel bambino e la sua bocca vedono ed esclamano la verità che è sotto gli occhi di tutti ma che nessuno vuole dire, per paura di non essere come gli altri.
Il re si è messo a nudo, potremmo invece dire noi, ascoltando gli ultimi due album del King del Rap Marracash. Si è messo a nudo e non si nasconde. Anzi, lui stesso mette a nudo tutti (noi, loro, gli altri) e la realtà in cui viviamo, con verità, senza ipocrisie.
Se il giovane artista Thasup con le sue canzoni racconta il grido interiore delle nuove generazioni (leggi qui l’articolo uscito sul nostro sito), un artista più maturo come Marracash (arrivato al successo a 28 anni, dopo aver fatto diversi lavori come magazziniere, muratore, elettricista) ci offre, con i suoi ultimi due album ('Noi, Loro, Gli Altri', vincitore della Targa Tenco 2022 per la categoria miglior Disco in Assoluto e certificato quattro volte platino e 'Persona', disco più venduto del 2020, che ha conquistato a oggi sei dischi di platino), uno spaccato sulle persone e sulla società dell’epoca che stiamo vivendo.
Amore, amicizia, ipocrisia, verità, riscatto, dubbi, sono tutti temi che nei testi emergono con una luminosità accecante, come fari di un auto che di notte ti punta i fari addosso e tu, dalla troppa luce devi metterti le mani davanti agli occhi per non restare accecato.
(Love) Per gli amici veri che ho / Per tutte le storie che so / Pregherò per chi nuota ancora nei guai / Chi vuole scappare e non può (Love, love) / [...] Sono un uomo adesso, odiami che ti amo lo stesso / Perché il dolore è amore inespresso / Il mio amore è extra, voglio ispirare / Tutti quei raga che l'hanno persa, strada maestra / Non ti ripaga se è solo maestra la strada (One love).
In Love Marracash canta l’amore maturo, quello rivolto agli amici, capace di trasformare l’odio in amore, di comprendere che anche nella sofferenza l’affetto è quanto ci sostiene. Questo amore che permette di rialzare la testa anche quando si cade, ci si perde, ci si trova nei guai.
Al tempo stesso mostra, nelle sue canzoni, anche il lato oscuro dell’amore, quello che fa i conti con la violenza, che lui stesso ha sperimentato in una relazione che ha definito tossica e che ha riportato nel brano “Crudelia”:
non capisce che lentamente si è presa tutto / Tutto l'amore che ho, tutte le forze che ho, me / Tutto l'orgoglio che ho, sarei impazzito sennò / Ci ho pianto troppo, però tutte le lacrime che ho / Ti ho dato tutto, te no, eri Crudelia De Mon
Anche in un altro testo (Dubbi), denso di significato, in cui mette realmente a nudo se stesso, Marracash ci dice che l’amore può diventare violento, soffocante:
L'amore? L'amore di cui parla / Cioè stringere una cosa forte fino a soffocarla? / Un gioco in cui mi faccio male o faccio male a un'altra / Ho quarant'anni e mai visto un legame che rimanga / Un amore materno, viscoso, non mi serve, non lo voglio / Per me è solo un modo per nascondersi dal mondo
In questo brano intenso, il king del rap ci riporta tutti i suoi dubbi e le sue fragilità in una flow veramente fantastica prima di arrivare al martellante ritornello in cui parla dei dubbi:
Forse fare musica è l'unica soluzione / Forse non c'è buca che racchiuda il tuo dolore / Forse non c'è fuga che conduca all'evasione / Forse stavo bene tra i perdenti e gli idealisti / Forse la salute mentale è roba da ricchi / Forse per andare avanti non devi ascoltarti / Come fanno gli altri? Li vedo così convinti / E senza dubbi, dubbi, dubbi / Tutti senza dubbi, dubbi, dubbi, dubbi.
Un altro brano in cui Marra si mette a nudo è nel pezzo “io”, in cui evoca la verità in mezzo a tante bugie che noi stessi ci diciamo fino a chiedersi il senso di tutto quanto:
Quante bugie che raccontiamo a noi stessi / Per sentirci al sicuro, per sentirci protetti / O chi lo sa? / Forse siamo bugiardi perché non ci hanno mai detto la verità / La verità non semplifica, la verità non si esplicita / Perché ci vuole coraggio per dire: "Sono un codardo" / Metti una maschera sopra la maschera che già ti metti ogni giorno / Io che non sono più io / Io non mi fido di Dio / Io tutto e io niente / Io stasera, io sempre / Io con più niente di mio, mio / Io e nient'altro che io / [...] Forse questo, forse / Siamo solo più egoisti, forse un cane e niente figli / Forse niente ha senso
Altrettanto intenso è il brano “Nemesi” in cui l’artista continua a fare i conti con se stesso, con la sua personalità più oscura, chiedendosi se in realtà è mai stato libero nella sua vita o se si è sempre mosso per motivazioni esterne a sé.
Divergente, dipendente / Lo sei diventato, lo sei stato sempre / Come se il passato non fosse presente / Come se quel lato non mi appartenesse / Dire: "Sono instabile" è più facile / È un altro modo per non sentirmi più responsabile / Fuori sono crudo come Antartide / Se mi sciolgo, piango finché sono tutto lacrime / Sto sull'orlo di un crollo, so che non lo controllo / Uno di noi è di troppo come un sogno in un sogno / Vero borderline con gli eccessi, vero Mr.Hyde e più Jekyll / Non si odia mai davvero se non se stessi.
Con le sue canzoni Marracash ci scaraventa in faccia le divisioni, le ambiguità, le ipocrisie e le contraddizioni del vivere. Un mondo in cui si rivendica il diritto all’identità, ma allo stesso tempo si perde la visione d’insieme come canta nel finale del brano “Loro”
Riesco a immaginare più la fine del mondo, sì / Che la fine della differenza sociale / Che vedo tra noi e loro, noi e loro / Siamo uguali noi e loro, noi e loro / Spesso siamo noi loro
Sono testi in cui viene messa a nudo la società dedita ormai solo all’apparenza in cui si fanno le cose senza pensare come dice nel brano “Quelli che non pensano”:
Yeah, siamo passati da quelli che ben pensano / A quelli che non pensano / Non sei informato se non ti leggi il giornale (giornale) / E se lo leggi, sei informato male
In mezzo a tutto questo, però, ci sta una generazione di persone che dal basso riescono ad emergere per la forza interiore che hanno, forza che nasce dalla capacità di affrontare il mondo, con tutte le sue difficoltà, a testa alta, come le persone di periferia, quelle vere, quelle che meritano una Laurea ad honorem:
Sei giù di umore (Anche se non lo fai vedere) / Non sei all'altezza della situazione (Almeno credi tu) / Sorrido, eccome (Perché fosse per me) / Io ti darei una laurea ad honorem (Na-na-na-na) / Mi chiedo: "Come?" (Come fai?) Sai galleggiare tu sopra il dolore (Io non so farlo) / Riuscire ad amare ancora (E ad essere grata) / Non ti sei fatta portare via il cuore (Na-na-na-na)
I testi nati dal cuore di Marra non sono semplici beat box da rap di strada, ma puntano - come abbiamo visto - a una dimensione più alta parlando di quello che ci circonda in modo intenso, suscitando domande, riflessioni personali e collettive, permettendo agli album di lasciare un segno nel campo della musica e nella vita delle persone.
Riportare un commento a tutti i brani inseriti nei due album sarebbe un’opera molto interessante. Se non lo avete ancora fatto, ascoltate i due album e diteci la vostra.
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