Non basta aver ragione

Si domanda Nietzsche: 'Ma come è venuta al mondo la ragione? Come è giusto che arrivasse, in modo irrazionale, attraverso il caso. Si dovrà indovinare questo caso come un enigma'risponde Umberto Galimberti

Non basta aver ragione

da Quaderni Cannibali

del 01 aprile 2003

 

 

 

 

In un suo articolo su Repubblica lei dice che l'anima cristiana da tempo non esiste più e aggiunge di non sapere se ciò sia un bene o un male. Per me è un bene. Anzi sarebbe meglio che il cristianesimo, come del resto tutte le religioni della terra, fossero spazzate via alla stregua della mitologia greco-romana (seguitissima prima dell'avvento del Cristianesimo), ma alla quale ora non crede più nessuno. Ernest Renan ha dimostrato nei suoi libri che Gesù Cristo è stato sì un grande uomo, ma niente più di questo: non certo figlio di Dio, non certo nato da una donna vergine, non certo morto e poi risorto, ecc. Charles Darwin ha dimostrato che gli esseri umani non sono stati creati 'ex abrupto' da un'entità soprannaturale, ma sono (siamo) il frutto dell'evoluzione di specie viventi. Il buon senso evidenzia che non ci sarà, dopo la morte, una punizione per quegli uomini che non hanno tenuto in vita un comportamento corretto, né un premio per chi si è comportato correttamente nei confronti dei propri simili. E difatti anche i più accesi (a loro dire) cristiani pensano sommamente al presente terreno più che a costituirsi meriti per l'aldilà. Ancora: tutta la congerie di corollari all'esistenza di Dio (peraltro diversa da religione a religione o addirittura da setta a setta della stessa religione) mostrano in modo talmente evidente d'essere frutto di fantasia, da far dubitare del senno di chi li propone: mi riferisco all'esistenza di Beati, Santi, Angeli (Custodi e non), Diavoli con forcone e piede porcino. E si potrebbe continuare. Ma ritorniamo al punto centrale. Perché sarebbe opportuno che tutte le religioni fossero relegate al livello di leggende mitologiche? Gli esempi si sprecano. I musulmani non possono mangiare carne di maiale e ciò è ben comprensibile perché cibarsi di carne di maiale non si addice ai climi caldi dove è nata e si è sviluppata tale religione. Ma un musulmano che abiti in Norvegia perché mai dovrebbe attenersi a tale regola non più comprensibile ai tempi nostri? Un esempio che riguarda la religione cattolica. Il Papa ha sempre proibito l'uso del preservativo anche a fini profilattici contro gravissime malattie come l'Aids, contribuendo così alla sua diffusione e commettendo quindi un gravissimo reato. Per eccidi di questo genere personaggi più sfortunati di lui sono stati chiamati a comparire davanti a Tribunali Speciali (per es. Milosevic davanti al Tribunale dell'Aia e Goering e compagni davanti alla Corte di Norimberga). E ancora, quante energie economiche e psico-fisiche sono state e sono bruciate in inutili riti, nella costruzione d'inutili cattedrali, quando con le stesse energie si sarebbero potute attuare tante opere utili per l'umanità. Quanto tempo è stato sprecato e viene tuttora sprecato in invocazioni e suppliche al cielo, che se ne frega allegramente dei supplicanti! Per quanto riguarda il fatto (positivo per la religione) che la stessa avrebbe ispirato molte opere d'arte, è un argomento indubbiamente vero, ma le opere d'arte rimangono tali da qualsiasi sentimento siano ispirate: la positività dell'argomento è relativa, perché ci sarebbero più opere di ispirazione laica, se la religione venisse emarginata, come da me auspicato. Luigi Lombardini - Bologna

 

 

 

 

 

Il suo argomentare non farebbe una piega se l'uomo fosse governato dalla sola ragione. Ma la ragione, già ce lo ricordava Kant, 'è un'isola piccolissima nell'oceano dell'irrazionale', che profondamente ci abita e di cui quotidianamente sentiamo gli effetti, ogni volta che ci innamoriamo, ci adiriamo, ci abbandoniamo ai margini della vita nella speranza ormai delusa di reperire un senso che non c'è. Qui la ragione è impotente perché sa spiegare la mia nascita senza darmi un perché, sa giustificare la mia vita senza sottrarmi al sospetto della sua assoluta casualità, sa trovare le ragioni della mia morte senza concedermi un briciolo di senso, sa dare spiegazioni che soddisfano la mente e non danno il minimo sussulto al cuore. Per questo sono nate le religioni a dispiegare scenari di senso dove collocare queste domande che razionali non sono, ma non per questo cessano di essere la traccia nascosta della nostra angoscia segreta. Le risposte religiose non vanno considerate sul registro del vero e del falso, perché il loro scopo non è quello di soddisfare le esigenze della ragione, ma di infondere forza al cuore che, se non fosse animato da scenari incoraggianti, capaci di conciliarci con la vita, e con il dolore di cui la vita è costellata, forse noi non troveremmo ragioni sufficienti per vivere. Del resto, anche chi non crede, per vivere deve costruirsi progetti, disegni, e spesso anche false illusioni. E questo ci dice che, tra vita e verità, non c'è una perfetta coincidenza, perché, se per giungere a una verità spesso basta un po' di logica e un po' di scienza, per vivere occorre molto di più. La vita, infatti, non è una sequenza logica, ma un intreccio inestricabile di forze e passioni, di entusiasmi e sconforti che non si lasciano addomesticare dalle sole regole della ragione, perché questa si costituisce per rimozione dell'irrazionale, di cui la vita anche, e forse soprattutto, si nutre.

MGS Triveneto

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