Auguriamo a ciascuno di voi un'estate ricca di incontri. In ogni volto possiamo scoprire il riflesso di quell'unico volto che può riempire di gioia e di amore la nostra vita!
del 11 luglio 2005
 In questi giorni estivi, durante i quali ognuno di noi si trova più coinvolto del solito nelle attività di animazione, vogliamo proporre alla vostra attenzione un piccolo brano tratto dalla più antica biografia di Madre Mazzarello scritta dal Maccono. Come al solito si tratta di un aneddotto semplice ma ricco di spunti per la nostra riflessione.
La capacità di Madre Mazzarello di vivere ogni incontro come un’occasione unica attraverso la quale coinvolgere i giovani in quell’azione di salvezza sperimentata tante volte nella propria vita, ci stupisce sempre e ci spinge ad impegnarci nella stessa cura, attenzione, amorevolezza verso i ragazzi che ci sono affidati.
 
In una passeggiata di maggio, al Santuario della Rocchetta, a Lerma, diede un bell’esempio di carità verso una bambina di cinque-sei anni. Avendola vista tutta in cenci, mal coperta e sofferente, subito le fece parte della sua provvigione, e, non sapendo come meglio coprirla, domandò alle suore: “Quella tra voi che ha la sottana migliore, me la dia”. [A quei tempi l’abito delle suore comprendeva due gonne nere portate una sopra l’altra]
Appena l’ha, siede sull’erba del prato, dà mano alle forbici, ne taglia un abito, ne distribuisce le varie parti alle suore, perché le cuciano; cuce ella stessa con quell’attività che le era propria e intanto interroga la bambina sul catechismo e le insegna a recitare le preghiere.
Finita la vesticciola, gliela indossa, prende gli avanzi, ne fa un pacchettino e glielo dà dicendo: “Questo portalo a casa e dallo alla mamma che se ne servirà per rattoppati la veste qualora venga a stracciarsi”. Poi avendo saputo che la bimba aveva dei fratellini, gli aggiunge due o tre pagnotte e del formaggio, dicendole: “Ora va a casa, e questo lo mangerai con loro”. E la manda tutta contenta ai suoi parenti.
La sera, ritornata a casa, nel dare relazione della passeggiata a tutta la comunità, disse: “Oggi nel cammino abbiamo incontrato una povera bambina tutta sudicia… cenciosa… che muoveva veramente a compassione. E quanto ho goduto nel vedere che le suore corsero ad accarezzarla con affetto e carità”.
Naturalmente tacque la parte da lei fatta, ma inculcò l’amore soprannaturale che si deve alle fanciulle: che incontrandole per strada le avvicinassero con carità, specialmente le più povere; che non badassero al loro esterno, ma, sì, all’anima, per aiutarle a salvarla; e che se non potevano far altro, lasciassero alle medesime almeno un buon ricordo.
 
Auguriamo a ciascuno di voi un’estate ricca di incontri. In ogni volto possiamo scoprire il riflesso di quell’unico volto che può riempire di gioia e di amore la nostra vita!
sr Linda Pocher, sr Manuela Gubana
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