Per esempio prima di dormire, quando apriamo l'app di un social network e un post tira l'altro, e un altro, e un altro: c'entrano l'istinto di sopravvivenza e il web design
Per esempio prima di dormire, quando apriamo l'app di un social network e un post tira l'altro, e un altro, e un altro: c'entrano l'istinto di sopravvivenza e il web design
tratto da ilpost.it
Ad aprile il fumettista e musicista americano Tommy Siegel ha disegnato una striscia in cui si vede una donna mettersi a letto, di sera. Nel primo e nel secondo riquadro la donna pensa: «Che bello andare a dormire in quarantena! È il momento di spegnere la luce, mettersi comode e…». Nel terzo riquadro, dove la donna è circondata dalle fiamme e tormentata da un diabolico virione di coronavirus, il pensiero si completa più o meno così così: «…scrollare ossessivamente fino all’alba».
Nei mesi passati chiusi in casa per la pandemia, forse più del solito, era facile lasciarsi prendere dal ciclo delle notizie e dai continui aggiornamenti sui social network, quelli che spingono appunto a scrollare, cioè a consultare le app scorrendo con il pollice verso il basso, e, la sera, a ritardare il momento in cui si prende sonno. Scrollare compulsivamente lo schermo prima di dormire non è una gran bella abitudine perché può influire negativamente sui propri cicli di sonno e veglia. Tuttavia per qualcuno, specie nei periodi in cui ci sono molte cattive notizie, è un comportamento a cui non riesce a sottrarsi, che crea una sorta di dipendenza.
Ispirata dalla striscia di Siegel, la giornalista Sunny Fitzgerald ha intervistato sul Washington Post alcuni esperti di dipendenze e del rapporto che abbiamo con la tecnologia per capire come mai. La risposta, in generale, è che tendiamo a scrollare senza riuscire a fermarci per via dei nostri istinti di sopravvivenza, da un lato, e di come sono disegnate le piattaforme social dall’altro. continua a leggere
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