Da otto secoli è un vero e proprio santuario della misericordia e della riconciliazione...
del 04 luglio 2016
Da otto secoli è un vero e proprio santuario della misericordia e della riconciliazione che attrae migliaia di pellegrini e che il mondo conosce come la Porziuncola. “Piccola porzione di terra” vuol dire quel vocabolo legato al nome di Francesco che deve la sua notorietà alla «remissione di tutte le colpe» chiesta dal santo a Cristo e alla Vergine nel 1216. Un “dono” del cielo che ha fatto del Perdono di Assisi una delle indulgenze più note della cristianità che ogni anno, fra il 1° e il 2 agosto, può essere ottenuta entrando nella chiesetta ospitata all’interno della Basilica di Santa Maria degli Angeli ai piedi di Assisi. Narrano le cronache che nel 1701 fu così imponente l’afflusso di gente che vennero travolti frati, pellegrini e soldati tanto da spingere le autorità ecclesiastiche a regolare lo svolgimento della festa per evitare incidenti. È uno degli aneddoti svelati nella mostra Il Perdono di Assisi: storia, agiografia, erudizione che attraverso documenti, codici e libri antichi giunti da biblioteche e archivi italiani ed esteri – fra cui la Biblioteca Vaticana – racconta la storia di questo straordinario “privilegio”. L’esposizione viene inaugurata oggi nella sala San Pio X del museo della Porziuncola (fino al 1° novembre) con la presentazione del catalogo alle 17 da parte di Roberto Rusconi, docente di storia del cristianesimo all’Università Roma Tre. La rassegna apre le celebrazioni per l’ottavo centenario dell’indulgenza della Porziuncola che avranno il loro culmine ad agosto. Un anniversario che «si inserisce felicemente nel contesto del Giubileo della misericordia » e che ancora una volta mostra come «le vicende della memoria del santo di Assisi si intersechino con la storia universale della Chiesa», scrivono in un testo congiunto il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, padre Claudio Durighetto, ministro della Provincia serafica dei Frati minori, il conventuale Mauro Gambetti, custode del Sacro Convento di Assisi, e padre Rosario Gugliotta, custode del Convento della Porziuncola. E aggiungono che il Perdono di Assisi «anticipò l’indizione del primo Giubileo di Bonifacio VIII e con la sua cadenza annuale rappresenta quasi un ponte dall’uno all’altro Giubileo». Non è un caso che sia esposta la Bolla di papa Caetani per il primo Anno Santo del 1300 insieme con quella di Celestino V sulla Perdonanza dell’Aquila. Ad organizzare l’evento la Basilica papale di Santa Maria degli Angeli, il Sacro Convento, la Conferenza episcopale umbra, il Comune di Assisi e la Società internazionale di studi francescani. «La mostra propone un percorso fra storia e memoria – chiarisce il curatore Stefano Brufani –. I Frati minori seppero interpretare la pietà popolare del tempo che anelava alla pienezza della comunione con Dio. E alla Porziuncola crearono un luogo teologico dove era possibile con Francesco, modello di santità evangelicopenitenziale, e grazie alla predicazione penitenziale e alla prassi del sacramento della Confessione, gridare ai fedeli: “Voglio mandarvi tutti in Paradiso”». La mostra parte proprio dalla Porziuncola, l’oscuro luogo già apparso nella toponomastica del Mille che viene scelto dal Poverello come mater e caput (madre e capo) dell’Ordine per la presenza della chiesa di Santa Maria degli Angeli, quasi a dire l’amore di Francesco per questo angolo mariano. Interessante è la ricostruzione del “sì” all’indulgenza che la tradizione vuole sia stata concessa al santo da papa Onorio III. Fin dalle origini dell’Ordine manca una “carta” che attesti la decisione pontificia. Se a metà del Duecento si registra un incremento di pellegrini per la festa del 2 agosto, il documento più antico in mostra che fa riferimento all’indulgenza di Santa Maria degli Angeli è la testimonianza di Benedetto e Raniero d’Arezzo e di Pietro Zalfani, un frammento ritagliato da un codice e collocato su una tavola di legno. Il vescovo Teobaldo d’Assisi giustificherà l’assenza della lettera papale col fatto che il Poverello avrebbe rifiutato il documento perché “Cristo stesso sarà il notaio”. Negli anni Trenta del 1300 Francesco di Bartolo scriverà il Liber che spiegherà l’origine dell’indulgenza – definita anche “Perdonanza” – e presenterà alcuni miracoli. Un estratto del suo libro sarà la prima opera francescana stampata con i caratteri mobili di Gutenberg. Santi, teologi e penitenti passeranno dalla Porziuncola come santa Margherita da Cortona o la mistica Angela da Foligno. Il Perdono di Assisi entrerà anche nelle prediche come quelle di Bernardino da Siena che insisterà sulla misericordia di Dio. E si tradurrà in una grandiosa accoglienza dei pellegrini. Come accade ancora oggi.
di Giacomo Gambassi
tratto da: http://www.avvenire.it
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