Il film parla dei rapporti e dei conflitti tra culture diverse, tra persone di età differenti e ceti sociali lontani. Ma in modo particolare della possibilità di ogni individuo di ribellarsi alla situazione che sta subendo per essere il protagonista della propria esistenza e del proprio destino...
del 25 novembre 2005
Regia: Mimmo Calopresti
Interpreti: Silvio Orlando, Michele Raso, Fabrizia Sacchi
Origine: Italia/Francia/Germania 1999
Durata: 90’
 
Tornato a Torino dopo una vacanza nella natia Calabria, Luigi, affermato dirigente d’azienda, non riesce a togliersi dalla mente Rosario, un ragazzo conosciuto al cimitero del paese: sepolta c’è la madre, vittima di una faida, mentre il padre è in carcere. Rosario, quindici anni, è silenzioso, composto, scontroso, solitario. Luigi, separato dalla moglie, ha un figlio coetaneo, Matteo, che, all’opposto, è svogliato, dispersivo, inconcludente e sfoga la sua insoddisfazione dipingendo e ascoltando musica. Luigi si rivolge a don Lorenzo, un sacerdote che in città manda avanti una comunità per giovani disagiati e, con il suo aiuto, fa arrivare Rosario a Torino. Qui il ragazzo, che ha un forte sentimento religioso, entra nella vita della comunità, lavora in biblioteca, serve la Messa. Luigi fa incontrare Rosario e Matteo. Tra i due c’è all’inizio una inevitabile distanza. Quando qualche confidenza comincia a farsi avanti, alcuni episodi relativi a piccoli furti scavano profonde incomprensioni. Luigi (che non riesce a gestire il rapporto d’affetto con l’amica Serena) fa di Rosario il bersaglio delle proprie difficoltà personali, lo accusa di abuso di fiducia, lo respinge. Quando arriva l’ultimo dell’anno, Rosario è in comunità con gli altri, Luigi è solo, Matteo va ad una festa ma quasi subito esce. Tornato a casa, avverte all’improvviso un vuoto che lo porta a tentare il suicidio. Telefona a Rosario che arriva in tempo, proprio poco prima dell’ingresso in casa anche di Luigi che soccorre il figlio e scaccia a male parole l’altro. Per Rosario è troppo. Chiama don Lorenzo per dirgli che sta per tornare in Calabria. Don Lorenzo parte con lui per fargli cambiare idea ma, una volta arrivati, Lorenzo dice “Preferisco il rumore del mare”.
 
 
Hanno detto del film
Il rumore del mare si definisce precisamente come il richiamo alla Calabria (dove Calopresti è nato), ossia al luogo di origine della famiglia, alle radici, alle certezze della tradizione e della semplicità. (…) Il rumore della città rappresenta invece il regno dei problemi, dell’incomunicabilità, del compromesso, del lavoro “sporco”, del benessere, della fatica di essere e di scegliere.
                                                                             (Filippo Ceretti, Itinerari Mediali, 3/2000)
 
Il film parla dei rapporti e dei conflitti tra culture diverse, tra persone di età differenti e ceti sociali lontani. Ma in modo particolare della possibilità di ogni individuo di ribellarsi alla situazione che sta subendo per essere il protagonista della propria esistenza e del proprio destino. Infatti l’incontro tra i due adolescenti diversissimi tra loro, porta ad una serie di cambiamenti che mettono in crisi anche gli adulti che hanno a che fare con loro, svelando le debolezze e le ipocrisie che inquinano le loro vite. Una storia che semina molti dubbi ma che lascia una certezza: cioè che non bastano le buone intenzioni e le grandi parole per aiutare gli altri.
                                                                       (www.filmup.com)                                      
CGS
Versione app: 3.25.0 (f932362)