Si tratta di uno spot che riprende il celebre cartone animato. I puffi sono bombardati e molti di loro muoiono. Andrà in onda in Belgio
del 12 ottobre 2005
 
I missili arrivano a sorpresa e li colpiscono nella loro quotidianità. Mentre cantano, escono dalle proprie case, si preparano a vivere una giornata come tante nel villaggio blu, nascosto nei boschi della fantasia dei più grandi e dei piccini. Siamo a Puffolandia. Che in pochi minuti si trasforma in una Bagdad dei nostri giorni. Il villaggio dei puffi viene distrutto dai bombardamenti, Baby Puffo con la tutina sporca che singhiozza tra i cadaveri e le macerie, il corpo senza vita di Puffetta riverso in terra, con una sola scarpa, dietro, le casette a forma di fungo che prendono fuoco. E in sottofondo, la celebre musichetta degli ometti blu, nuovo bersaglio dei missili di una nuova, insensata guerra.
E' lo spot che Unicef Belgio usa per la sua campagna contro gli effetti devastanti della guerra sui più piccoli. Il titolo dello spot è «Lasciamo i bambini in pace». Obiettivo: sensibilizzare l'opinione pubblica sulla condizione dei bambini nelle zone di guerra e raccogliere fondi per la riabilitazione dei bambini ex soldato in Burundi. In Belgio una sequenza dello spot è andato in onda in anteprima nei telegiornali e ha suscitato diverse reazioni. Gli adulti ne hanno apprezzato la drammatica efficacia, qualcuno è rimasto colpito negativamente, ma per i bambini vedere i famosi pupazzetti blu massacrati dai bombardieri, un nemico molto peggiore del perfido Gargamella e della sua fedele Birba, è stato traumatico. Tanto che Unicef e Imps, la società che controlla i diritti dei Puffi, hanno deciso di non mandare in onda lo spot prima delle 21.
LO SPOT -Il filmato - che sarà trasmesso questa settimana in Belgio - si apre con i puffi che fanno il girotondo cantando allegramente la loro canzone tra le casette a forma di fungo, nella familiare atmosfera idilliaca. All'improvviso dal cielo cominciano a piovere le bombe, e Puffolandia diventa Bagdad. I puffi fuggono in tutte le direzioni, cercando di trovare un riparo, ma sono decimati dalle esplosioni. L'ultima scena mostra Baby Puffo che singhiozza disperatamente: intorno a lui solo cadaveri.
«Non lasciate che la guerra colpisca la vita dei bambini» è la frase su cui si chiude lo spot, che ha l'obiettivo di raccogliere fondi per la riabilitazione degli ex bambini soldato del Burundi. Philippe Henon, portavoce di Unicef Belgio, ha detto che l'organizzazione ha deliberatamente scelto la strategia del pugno nello stomaco, dopo aver constatato che i telespettatori sono ormai assuefatti alle immagini di bambini che soffrono nelle zone di guerra del terzo mondo. «E' un'iniziativa controversa - ha detto - È la prima volta che facciamo una cosa del genere, ma col passare degli anni ci siamo resi conto che la reazione alle campagne di tipo più consueto è limitata».
Julie Lamoureux, responsabile della campagna Unicef per l'agenzia pubblicitaria Publicis, che l'ha prodotta, ha detto che il risultato finale è molto più contenuto, rispetto ai progetti iniziali: «Volevamo qualcosa che desse il senso della guerra vera, Puffi mutilati, Puffi decapitati, ma ci hanno detto di no».
 
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