Amare come ama il Padre significa essere “straripanti”, essere eccessivi nell'amore. Ma l'amore ha le sue regole: la fiducia, la purezza, la castità. Il Signore ci chiama ad una vita che sa amare a 360°... Se non sarete fecondi la vostra vita non varrà una cicca!
del 01 gennaio 2002
Quando l’amore è “pieno”?
L’amore è pieno quando è traboccante! Ho sempre fatto questo esempio, che mi piace tanto, per definire l’amore di Dio: ricevere l’amore di Dio è come andare con un bicchiere (la nostra vita) sotto le cascate del Niagara, le cascate con la maggior portata d’acqua al mondo. Quest’acqua come entra esce, perché è talmente tanta che subito... trabocca! Non trovo un esempio migliore per raccontare come l’amore di Dio, un amore che domanda di essere accolto e distribuito, abbia la pretesa di riempire la nostra vita.
Ma cosa vuol dire amare? Vuol dire…“mi piaci”? …”ti voglio”? O piuttosto “ti voglio bene” ovvero “voglio il tuo bene”?! Ci sono un sacco di persone che ormai dicono: “Il mio cuore è perso per te”! Fanno quello che devono fare e, dopo due giorni, ognuno per la sua strada. Ma non avevano il cuore “perso” per l’altro/a? Quante bugie diciamo in nome dell’amore! Dovremmo a volte domandarci: con che cosa stiamo giocando? Forse con il tesoro più grande che siamo…
Le regole dell’amore: fiducia, purezza e…
L’amore ha le sue regole! Non esiste un amore sregolato.
La prima regola dell’amore è la fiducia: non posso dire “Mi fido della mia morosa” dopo averle messo quattro microspie dentro la macchina! Allora non voglio bene alla mia ragazza, anzi, sembra quasi di tornare al tempo in cui c’erano mariti così convinti della fedeltà delle loro donne che, quando partivano per la guerra, mettevano loro la cintura di castità! Questa è una negazione dell’amore. Come fai ad amarmi se non ti fidi di me? Amarsi significa fidarsi.
Ma il Signore fa un salto in avanti e dà una regola che è ancora più grande: la purezza. C’è poco da fare: vogliamo amare? Se non abbiamo il cuore puro, non c’è amore. Provate a pensare a un ragazzo che si è innamorato della sua ragazza, ma più che essere innamorato della persona si è innamorato della sua… “carrozzeria”! Ho conosciuto gente che si mette a fare tutte le fantasticherie possibili sulla tal compagna di classe, ragazzi incapaci di voler bene perché l’unica cosa che li attrae è l’aspetto fisico. Parlavo con un ragazzo un mese fa a proposito di questo, e mi diceva: “Mi rendo conto adesso delle cavolate che ho fatto!”.
Al giorno d’oggi, qual è il linguaggio comune? “Ci siamo fatti… e ci siamo voluti bene”, e in base a questo facciamo le graduatorie! Questo ci impoverisce, perché ci accorgiamo che facciamo fatica a volerle/gli bene per quello che è.
Abbiamo perso la bellezza dell’erotico, sminuito purtroppo dall’erotismo che prende il sopravvento nel rapporto. Questa parte erotica dell’amore l’ha inventata il buon Dio e non Tinto Brass! Sono libero di dire “Che bel pezzo di figliola! Signore, quando l’hai fatta, eri proprio in forma!”, ma la purezza dello sguardo e del pensiero deve rimanere al centro: se non ho un cuore che è attento ad essere puro, come faccio a voler bene a qualcuno? L’unica cosa a cui voglio bene sono i miei ormoni!!
A volte passa una ragazza, e scopri che ti vengono diritte le orecchie... Ragazzo mio, tu sei fatto di carne e di ossa! Questo però non deve sminuire il fatto di avere un cuore puro. Dice il Signore: “Come il tralcio voi siete già mondi per la parola che vi ho annunziato” (Gv 15,3). Il Signore ti dice: “Guarda che la purezza c’è, l’hai già dentro. Metti in pratica quello che ti ho detto io e il gioco è fatto”.
…castità.
L’amore ti rende tanto libero da fare una carezza senza carpire niente dell’altro, libero di dare un abbraccio che non porta via nulla alla persona che hai vicino. L’amore ti fa riempire la vita dell’altro, ti rende fecondo. Questo è l’amore di Dio e si chiama castità.
Siamo abituati a pensare alla castità come castrazione dell’uomo. Invece l’amore esige un cuore straordinariamente grande per poter amare con la misura di Dio che è amare senza misura, cioè avere un cuore che trabocca.
Esiste una castità vissuta nel matrimonio e una vissuta nella vita religiosa. In entrambi i casi, questa castità è amore pieno, è amare con cuore libero (come quello di Dio) senza vergognarsi di essere fatti di carne ed ossa.
L’istinto sessuale che è presente in noi l’ha messo dentro il Signore… l’uomo è talmente pigro, che se per caso non gli si mettesse l’istinto sessuale l’umanità rimarrebbe disabitata…!! È bellissimo sapere che la nostra fisicità non siamo nient’altro che noi. Cos’è il mio corpo? Lo scafandro della mia anima? No, sono io aperto alla relazione con l’altro. Anche l’istinto sessuale è aperto a questa relazione che è amore. Tutto quello che viene dai nostri sensi, dalla nostra carne è aperto alla relazione; purtroppo c’è la fatica di gestire questo nostro io, non dobbiamo nasconderlo. La fatica di gestire le nostre pulsioni e i nostri rapporti, è il giusto sacrificio di chi vuol vivere l’amore nella libertà.
Questa castità viene a portare molto frutto, perché è fecondità piena, vissuta nella relazione con Dio e con i fratelli. In questo modo sento che l’attrazione per l’altro non è il centro di gravità della mia vita, ma è la capacità di accogliere l’altro come dono di Dio. Amando io divento dono di Dio per lui. Altro che certe storie di pseudo-amore dove si dice “Proviamo intanto a metterci insieme”!
L’altro giorno c’erano in oratorio due sedicenni…Li volevo prendere a sberle!! Dopo sei mesi che erano insieme stavano festeggiando come se già fosse tutto combinato. Io li guardavo e mi dicevo: magari al settimo mese si mollano! Spesso succede così: ad un certo punto uno si stanca e non ha la capacità di crescere in questo cammino di dono e camuffa gli ormoni con la capacità del dono gratuito dell’amore, senza capire che invece gli ormoni sono solo la miccia che deve innescare un rapporto.
Il volto di Dio
Solo nella castità i consacrati si realizzano pienamente nell’amore e portano frutto. Quelli che si sposano portano frutti diversi, in maniera diversa, ma complementare. Nella castità i sacerdoti, i consacrati e le consacrate e gli sposati mostrano insieme il volto di Dio. Non possiamo mostrarlo solo noi o solo loro: è così grande l’amore di Dio che non ha bisogno solo dei consacrati, ma anche degli sposati per essere fatto vedere e gustare al mondo. I consacrati testimoniamo come Dio sa amare a livello estensivo e cioè a 360°; gli sposati come Dio sa amare in maniera unica ed irripetibile. Insieme mostriamo la grandezza e la profondità dell’amore di Dio.
La misura dell’amore è l’essere eccessivo, ce lo dimostra Cristo in croce dicendo: “Padre perdonali, perché non sanno quello che fanno”. Cavolo! Lo hanno appena messo in croce e afferma: “perdonali, perché non sanno quello che fanno”. Non è forse eccessivo un amore così? Il figlio di Bachelet, durante la Messa del funerale di suo padre ammazzato a colpi di pistola al termine di una lezione all’università, è salito sull’altare e ha detto: “Preghiamo per coloro che hanno ucciso papà, perché il Signore li possa perdonare”. L’amore è eccessivo.
Castità nella povertà e nell’obbedienza
La castità è possibile solo se si vivono altri due dimensioni della vita cristiana: la povertà e l’obbedienza.
L’obbedienza la possiamo comprendere con questo esempio, che è troppo bello: una casa di campagna prende fuoco e ci sono cinque figli e due genitori all’interno. Questi scappano fuori, contano i figli in salvo e si accorgono che ne manca uno, il più piccolo di quattro anni ancora in camera da letto. Ad un certo punto sentono dalla camera al piano superiore il piccolo che grida “Aiuto, aiuto!”. Purtroppo le fiamme hanno invaso la scala e non si può più salire. Allora il papà va sotto la finestra e gli dice: “Buttati giù!”; e il bambino risponde: “Ma papà, io non ti vedo”; “Buttati giù, figlio mio, perché ti vedo io”; il bambino si butta e il papà lo prende. Questa è l’obbedienza a colui che sai che per te ha un amore speciale. Obbedire al Padre vuol dire obbedire a Colui che ti dà la vita e desidera la tua felicità e la tua pienezza. Ecco perché non esiste amore senza obbedienza. Non esiste realizzazione senza obbedienza a Colui che dà la vita per me, a Gesù Cristo. Sono disposto a obbedire in nome di una sola cosa: che si è fatto ammazzare per me! Di fronte a questo ti obbedisco! L’obbedienza è il dare credito al fatto che Lui sulla mia felicità la sa più lunga di me!
Povertà, invece, vuol dire togliere tutto ciò che impedisce l’amore e che può appesantire la vita. C’è poco da fare: l’amore vero ci espropria! Tutto quello che è superfluo va lasciato, tutto quello che non parla di amore va eliminato. Dobbiamo avere la capacità di diventare liberi dalle cose, dal desiderio di possedere le persone, dobbiamo scegliere: o viviamo di vizio o viviamo di virtù.
Cos’è un vizio? Non è nient’altro che la nostra schiavitù. Ad esempio l’avarizia ci fa essere schiavi delle cose tanto da non riuscire nemmeno ad allontanarsi da quello che si possiede. Oppure la lussuria ci rende schiavi dei propri ormoni tanto da non riuscire a disciplinare i propri istinti, addirittura si rinuncia all’amore in nome di un istinto. E ancora: l’ira, ci fa diventare schiavi del proprio temperamento, della propria rabbia
Siate traboccanti!
La realizzazione piena della nostra vita si concretizza nell’amore traboccante, cioè in un amore vissuto nel rapporto intimo, profondo, unico ed irripetibile, fisico ed interiore con il Signore, un rapporto che mi porta ad essere dono per i fratelli, poiché noi ci giochiamo nell’amore in ogni relazione che viviamo.
Vogliamo essere liberi, traboccanti, pieni di gioia, con una vita realizzata fino in fondo! Una vita vissuta nella castità, povertà ed obbedienza: castità, cioè amare in modo eccessivo e in modo puro. Povertà, cioè saper toglier tutto ciò che ci tiene schiavi e soffoca il nostro cuore. Obbedienza, cioè obbedire a chi mi ama e obbedire alle regole dell’amore.
Fuori di questo, avrete il deserto e sarete tralci secchi, capaci anche di rifiutare l’amore di Dio a tal punto da esserne bruciati.
Vi auguro di avere un cuore che trabocca di gioia, un cuore che sa di non essere sclerotico ma un cuore davvero traboccante in tutti i luoghi dove sarete. Che il Signore vi chiami ad essere realizzati in una vita che sa amare a 360°, o in una vita dove l’amore è speciale per una persona.
Siate fecondi altrimenti la vostra vita non varrà una cicca!
DON NICOLA M.
(Il presente articolo è tratto da un intervento tenuto da don Nicola al Gruppo Ricerca durante i giorni di Pierabech - gennaio2004)
Don Nicola Munari
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