Un'intervista a Socrate, il filosofo ateniese considerato dai politici del tempo corruttore dei giovani per il continuo incitamento al ragionamento critico e alla ricerca filosofica. Cosa penserebbe Socrate del mondo 25 secoli dopo la sua morte?
del 26 novembre 2005
 
Caro Socrate, seppur da lontano, ha visto la nostra società attuale, che ne pensa?
“E’ una società di tuttologi, tutti presumono di sapere tutto. Un po’ come era nella mia Atene, anche lì nessuno ammetteva di non sapere. Credo sempre di più che dalla sincerità nasca il bene”.
 
Lei per le sue idee ha dato molto (ricordiamo che per esse Socrate è stato condannato a morte dallo Stato ateniese), cosa pensa di chi vive la vita nell’indifferenza?
“Io credo che una vita senza ricerca non sia degna di essere vissuta; bisogna sempre chiedersi perché, bisogna sempre guardare il mondo con occhi aperti e vivi. Non si può vivere nell’indifferenza per le cose terrene e celesti, altrimenti un uomo arrivato alla vecchiaia guardandosi indietro scorgerà il nulla”.
 
Cosa pensa dell’amore?
“Ogni uomo ha l’obbligo di onorare l’amore: io stesso onoro e coltivo in modo speciale le cose d’amore e vi esorto a fare lo stesso; ora e sempre. E’ l’amore che costituisce la discriminante tra la felicità e l’infelicità. Tutti i più grandi gesti sono spinti dall’amore”.
 
Tanti si sono spinti nel paragonare la sua figura a quella di Gesù…
“Sai, non mi sono mai piaciuti i paragoni; però credo che sia io che Gesù nella nostra azione siamo stati spinti da una grande voglia di verità, giustizia e da una buona dose di umiltà. Entrambi siamo stati protagonisti di qualcosa di importante”.
 
Il nostro secolo si è aperto con la minaccia del terrorismo e della guerra; che ne pensa?
“Credo che la voglia di primeggiare sia antica quanto l’uomo. Quindi la guerra è insita negli animi accecati dal potere e dalla tracotanza, era così nella Grecia antica ed è così oggi nel mondo moderno. Prima gli interessi erano rappresentati da sbocchi sul mare o terre da coltivare, oggi sono i soldi e quello che voi chiamate “l’oro nero”.
 
C’è qualche motivo per cui vorrebbe vivere nella nostra epoca?
“Vivere fisicamente, intendi, perché voi mi leggete ancora, parlate di me nelle aule di scuola, i politici fanno a gara a citarmi, quindi le mie idee vivono.
Comunque vorrei vivere in questa vostra epoca per condividere la conoscenza con tante persone, per poter parlare tante lingue e vedere posti incantevoli. Mi affascina la rete, “Internet” come la chiamate voi, credo che sia una cosa stupenda poiché mette in contatto tante menti e idee differenti”
 
Grazie maestro…
“Grazie a te…”
 
“…Ma è già ora di andar via, io a morire, voi a vivere;
chi di noi vada incontro a una sorte migliore, a tutti è ignoto
fuorché al dio”
(le ultime parole dell’Apologia di Socrate)
 
(Le risposte di Socrate contengono passi da: “L’Apologia di Socrate”, il “Simposio”, e il “Fedone”, tutti e tre di Platone).
Massimiliano Coccia (liceo Ginnasio Roma)
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