Qual era la situazione in italia prima della legge 40/04? Cosa è avvenuto dopo l'approvazione della legge? Perchè non andiamo a votare? Il castello di frottole... Figlio: diritto o dono? Il diritto alla vita: oscurantismo o avanguardia?
del 05 giugno 2005
FECONDAZIONE ARTIFICIALE
 
QUESTIONI ETICHE RIGUARDANTI LA FECONDAZIONE ARTIFICIALE
 
 
QUAL ERA LA SITUAZIONE IN ITALIA PRIMA DELLA LEGGE 40/04?
 
·               la donna veniva sottoposta ad un massiccio bombardamento ormonale, al fine di liberare 15 – 20 ovuli. Questi venivano tutti fecondati, ottenendo altrettanti embrioni che, in parte venivano trasferiti in utero e in parte congelati sotto azoto liquido;
·               qualora anziché uno, più embrioni si fossero annidati in utero, si procedeva con una uccisione diretta degli embrioni “soprannumerari” tramite la “riduzione embrionale”: un’iniezione di soluzione salina nella cavità cardiaca dell’embrione tale da determinarne arresto cardiaco;
·               qualora la coppia avesse ottenuto la nascita di un bambino, spesso non sapeva di aver lasciato altri figli, fratelli di quello nato, congelati presso il centro;
·               gli embrioni rimasti presso il centro erano “di proprietà” dello stesso, che ne disponeva liberamente, come un “prodotto” qualsiasi. Principalmente venivano utilizzati per
a) sperimentazione per valutare gli effetti di farmaci teratogeni (che inducono malformazioni) o gli effetti di sostanze abortive
b) materiale organico per miglioramento dei terreni di coltura di altre FIV
c) materiale organico per industrie farmaceutiche o di cosmetica
·               attraverso la diagnosi preimpianto si selezionavano gli embrioni che sembravano sani e si buttavano quelli ritenuti “difettosi”, operando una vera e propria eugenetica basata sul più ingiusto dei principi: la discriminazione tra esseri umani considerando alcuni di serie A, altri di serie B.
·               La “data di scadenza” degli embrioni congelati era decisa in modo arbitrario, senza alcun criterio di natura biologica, versando direttamente la provetta contenente l’embrione nel lavandino; (si calcolano intorno alle decine di migliaia gli embrioni rimasti nei freezer dei centri);
·               Si era instaurato un giro di affari con guadagni astronomici sfruttando la speranza di maternità di tante coppie. In assenza di una legge i centri di fecondazione artificiale sono proliferati a dismisura: in rapporto alla popolazione in Italia sono 6 volte superiori a quelli degli USA e della Gran Bretagna.
 
 
COS’È ACCADUTO IL 19 FEBBRAIO 2004?
 
A febbraio scorso il Parlamento Italiano ha approvato la legge 40 “Norme in materia di procreazione medicalmente assistita” che ha posto senza dubbio dei paletti importanti e irrinunciabili. Infatti la legge:
·               vieta la fecondazione artificiale eterologa (perché ogni figlio ha diritto a conoscere la propria identità genetica e ad avere un papà e una mamma che siano tali sia geneticamente che giuridicamente)
·               vieta la clonazione
·               vieta il congelamento e la soppressione di embrioni
·               vieta la selezione eugenetica degli embrioni (diagnosi preimpianto)
·               vieta la riduzione embrionale (soppressione degli embrioni “soprannumerari”)
·               vieta qualsiasi sperimentazione sull’embrione, se non per finalità esclusivamente terapeutiche a tutela della salute e della vita dell’embrione stesso.
·               vieta la commercializzazione di embrioni o la surrogazione di maternità (il cosiddetto utero in affitto)
·               vieta la produzione di embrioni umani a fini di ricerca o di sperimentazione e comunque non a fine procreativo.
·               limita a tre il numero massimo di embrioni per un unico e contemporaneo impianto
·               consente l’obiezione di coscienza
 
Si è detto che la legge approvata è la legge dei cattolici: niente di più falso. L'unica legge sulla fecondazione artificiale eticamente accettabile per un cattolico sarebbe quella che la vieta, sia essa omologa che eterologa, poiché le tecniche utilizzate comportano perdite di vite umane inaccettabili.
Ciò premesso, poiché esisteva comunque una “legge di fatto” , era doveroso porre dei limiti al far west procreativo, attraverso una legge tesa ad ottenere il massimo possibile in termini di difesa della vita e della dignità umana.
La legge 40 non si può definire il massimo bene possibile, poiché non è oggettivamente un bene, né il minor male, poiché non è lecito perseguire il male, se pur minore, essa si può definire correttamente UNA RIDUZIONE DEL DANNO.
I divieti della legge 40 partono tutti dall’aver considerato tre i soggetti coinvolti: la madre, il padre e il figlio e conseguentemente dall’aver posto come priorità la difesa del soggetto più debole e cioè il figlio.
L’articolo 1 di questa legge riveste un valore importantissimo in tal senso, infatti così recita: “la presente legge assicura i diritti di tutti i soggetti coinvolti, compreso il concepito”.
Ecco la novità principale: si parla di “diritto” e non di “tutela” (anche le cose vengono tutelate, come i beni artistici e patrimoniali, ma il diritto è riferito solo all’essere umano); si parla di “soggetto” e ciò implica un concetto giuridico ben chiaro; si parla infine di concepito ed è assolutamente il termine più appropriato per identificare l’essere umano all’inizio della sua esistenza.
Nell’approvazione della legge ha vinto la ragione sulla intolleranza ideologica. Hanno prevalso, come deve essere in una corretta visione della giurisprudenza, i diritti del più debole e indifeso: il piccolo concepito, che vede in questa legge maggiormente tutelati il suo diritto alla vita e la sua dignità umana.
Ha prevalso un nuovo femminismo a dispetto di chi ossessivamente continua a ripetere che questa legge è contro le donne; si è affermata una nuova, trasversale rappresentanza politica di milioni di donne che nel nostro paese testimoniano, nel silenzio, la profonda alleanza tra la donna e la vita concepita; si è affermato il vero specifico femminile che è di porsi sempre dalla parte dei più deboli.
Ha prevalso la scienza libera e onesta che, in mezzo a tante menzogne, ha saputo riaffermare ciò che è inoppugnabilmente, scientificamente dimostrabile, oltre che antropologicamente fondato: che un essere umano è tale sin dal concepimento e come tale va difeso nei suoi primari diritti.
Sono uscite sconfitte le lobby economiche che sulla pelle delle donne e dei bambini hanno usato tutti i mezzi, e che ora stanno montando una grancassa mass mediatica mai vista, pur di non perdere guadagni impressionanti provenienti dallo sfruttamento della sofferenza delle coppie sterili.
Si è affermato un nuovo percorso culturale politico che vede l’etica riferimento imprescindibile per l’azione politica.
 
COSA È AVVENUTO DOPO L’APPROVAZIONE DELLA LEGGE?
La legge 40 ha subito una serie di attacchi da più fronti. Il fronte referendario ha presentato 5 referendum, (di cui quello totalmente abrogativo è stato ritenuto inammissibile dalla Consulta).
I 4 referendum ammessi dalla Consulta sono assolutamente da rigettare, perché qualora il 12 e 13 Giugno fossero approvati, reintrodurrebbero:
 
1.            La possibilità di clonare gli embrioni, di congelarli e distruggerli per trarne cellule staminali.
2.            La possibilità di selezionare gli embrioni sani e gettare quelli malati.
3.            La totale cancellazione dei diritti del concepito.
4.            L'apertura alla fecondazione eterologa, sia in forma esplicita che implicita consentendo cioè che si possa procedere alla fecondazione artificiale anche nei casi di coppie non sterili attraverso la diagnosi reimpianto che altro non è che una selezione eugenetica
 
 
PERCHÈ NON ANDIAMO A VOTARE
 
Tre sono i motivi principali: il primo di natura etica, il secondo di natura logica, il terzo di natura strategica:
1.            Il primo motivo è che riteniamo questi referendum illegittimi, poiché vi sono materie sulle quali non è possibile indire referendum, tra queste sicuramente il diritto alla vita. Sulla vita non si vota. Non può esservi una opzione di scelta sulla vita. Dunque, coerentemente, non partecipiamo al voto. Tra l’altro la stessa Consulta in una sentenza emessa nel ’78 aveva dichiarato che non si possono ammettere referendum sui diritti fondamentali. Il diritto alla vita non è dunque ritenuto un diritto fondamentale?
2.            Il secondo motivo appartiene all’ordine razionale delle cose: non si possono chiamare i cittadini ad esprimere il proprio parere su materie estremamente complesse, anche per gli esperti, attraverso la postulazione di quesiti incomprensibiliai più. Premessa infatti l’illecità di operare una scelta su tali argomenti, resta il problema che per compiere una scelta devo conoscere ed oggettivamente tale conoscenza sfugge alla maggior parte delle persone.
3.            Il terzo motivo nasce da due domande; la prima: qual è l’obiettivo che ci poniamo? Senza dubbio non consentire peggioramenti della legge, che sarebbero devastanti ed avrebbero una ricaduta nei prossimi decenni. La seconda: per raggiungere tale obiettivo qual è lo strumento più adeguato? Per una serie di valutazioni di natura strategica lo strumento più adeguato risulta essere quello di non far raggiungere il quorum, dunque far fallire i referendum, non andando a votare.
Il non andare a votare non è un atteggiamento passivo o peggio disinteressato, ma è anzi una precisa espressione di volontà, lecita e prevista nei casi di referendum, per i quali,infatti, la non partecipazione al voto è sul piano civile una delle opzioni previste.
A tal proposito è necessario moltiplicare occasioni di incontro e di approfondimento per motivare le persone a tale scelta, poiché chi è consapevole del motivo del non voto (meglio usare questi termini, anziché “astensione”), sarà più in grado di rendere ragione di tale motivazione ad altri.
 
 
IL CASTELLO DI FROTTOLE…
 
VI HANNO DETTO CHE è una legge crudele e contro la salute delle donne.
NON E’ VERO PERCHÈ la salute della donna era molto più a rischio prima della legge, poiché, dovendo produrre fino a 20 ovuli, la somministrazione ormonale era imponente, tanto da provocare anche seri danni e, in alcuni casi, la morte per sindrome da iperstimolazione ovarica.
 
VI HANNO DETTO CHE l’utilizzo di soli tre embrioni per ogni ciclo di trattamento riduce le possibilità di riuscita.
NON E’ VERO PERCHÈ i dati che ci provengono da USA e Gran Bretagna attestano che impiantando più di tre embrioni diminuisce la probabilità di far arrivare almeno un bambino vivo alla nascita e aumenta il rischio di gravidanze multiple e pretermine. Inoltre fino a 3 gemelli la gravidanza si può considerare avente un livello di rischio accettabile.
 
VI HANNO DETTO CHE la legge impedisce la possibile guarigione di milioni di persone proibendo il prelievo delle cellule staminali dagli embrioni.
 NON E’ VERO PERCHÈ ad oggi non esiste un solo lavoro scientifico pubblicato - dunque che abbia una validità – che documenti la guarigione di un malato a seguito di trapianto di staminali embrionali, mentre è possibile l’uso terapeutico di staminali tratte da tessuto adulto (es. midollo osseo) e da cordone ombelicale che stanno dando ottimi risultati. Inoltre si tace sulla capacità cancerogena delle cellule staminali embrionali.
 
VI HANNO DETTO CHE 70 premi Nobel hanno firmato i referendum, SENZA DIRVI che tra questi vi sono Nobel per l’Economia, per la Letteratura… non credo che accetteremmo di farci operare di appendicite da Dario Fo’ per il solo fatto di essere un Nobel!
 VIENE TACIUTO ancora, da chi accusa la legge, che:
·               nel settore delle cellule staminali embrionali sono coinvolti impressionanti interessi economici;
·               la fecondazione artificiale, con qualunque tecnica la si pratichi, prevede un tasso di abortività spontanea molto più alto di quella delle gravidanze naturali; la percentuale di malformazioni è molto superiore per i bambini nati da fecondazione artificiale rispetto a quelli nati per via naturale.
·               l’utilizzo di embrioni congelati riduce di quasi la metà la probabilità di successo rispetto all’uso di embrioni non congelati.
 
 
FIGLIO: DIRITTO O DONO?
 
Non ho difficoltà ad affermare che la legge 40 rappresenta da ogni punto di vista una sorta di “linea del Piave”, assolutamente invalicabile, perché il venire meno dei suoi punti fondamentali significherebbe svuotare di significato l’intera legge. Perché sulla vita umana non possiamo ammettere “deroghe”. Qui c’è in ballo il tipo di società futura in cui vivranno i nostri figli, e su certe questioni fondamentali di natura etica non è possibile scendere a compromessi.
Il figlio rappresenta un dono, una persona da accogliere, non un diritto, né un prodotto.
La persona à sempre fine e mai mezzo. Non è accettabile che anche un solo embrione muoia per far nascere altri embrioni.
Per rispondere alla domanda 'l’embrione è una persona o un oggetto?' non dobbiamo ricorrere a dogmi di fede, né a documenti del Magistero della Chiesa: basta la conoscenza di quanto oggi la scienza libera e onesta inoppugnabilmente dimostra: sin dal concepimento ci troviamo di fronte ad un nuovo essere umano, con una sua personale, specifica, unica ed irripetibile identità genetica, che va rispettato e trattato come uno di noi fin dal momento dal suo concepimento.(cfr. Comitato Nazionale di Bioetica)
Siamo dunque chiamati a squarciare il fitto velo di equivoci che si è alzato sulla vita nascente, a smantellare una per una, non con affermazioni di fede, ma col buonsenso e con informazioni scientifiche chiare e corrette sull’inizio della vita umana, le infinite bugie che, attraverso il frastuono di buona parte dei mezzi di comunicazione, stanno confondendo le menti; siamo chiamati infine a smascherare la manipolazione del linguaggio teso ad allontanare la consapevolezza delle coscienze rispetto ai valori in gioco: la vita e la dignità di ogni essere umano a partire dal concepimento.
 
 
Per riflettere
IL DIRITTO ALLA VITA: OSCURANTISMO O AVANGUARDIA?
 
Il diritto alla vita, in questa nostra epoca, viene spesso negato da un certo laicismo assolutista e fondamentalista, dal quale anzi è spesso considerato una sorta di “fissazione” dei cattolici, in cui viene, per gentile concessione, permesso di credere, purché all’interno delle segrete stanze dei conventi. I sostenitori di tale atteggiamento, ergendosi a difesa del cosiddetto “Stato laico” dimenticano che proprio uno “Stato laico” si basa su principi democratici che affondano le proprie radici nei diritti umani, e il primo tra i diritti umani è propriamente il diritto alla vita. Dunque uno “Stato laico” deve difendere il diritto alla vita!
Affrontare il tema della scienza e della tecnologia rispetto ai nuovi scenari, non assume il giusto significato se non si pone al centro l'uomo, l'essere umano nella sua fase più debole, in cui gli attacchi di una tecnologia utilitaristica, cieca e ideologica sono più forti: all'alba e al tramonto della vita. Va affrontata con serenità ma con determinazione e chiarezza la questione etica e il diritto alla vita. La scienza e la tecnica non possono viaggiare sganciate dall’etica: dalla fusione nucleare si ottiene l’energia nucleare e la bomba atomica. Cos’è che ferma la comunità umana e scientifica dall’utilizzarla come bomba atomica? E’ propriamente l’etica, il limite, il riconoscerlo come un male ed agire di conseguenza. La ricerca si è sempre posta dei limiti: non tutto ciò che è tecnicamente possibile è eticamente accettabile. Il diritto alla vita non ha e non deve avere colore né religioso né politico: Il piccolo bambino concepito non è un 'fatto politico' non è un 'invenzione della chiesa': è un figlio! Il più piccolo, il più debole, il più indifeso figlio della comunità umana, proprio quello che, se verrà peggiorata la legge, con i referendum rischia di essere vivisezionato, buttato in un lavandino se, malauguratamente 'non perfetto', considerato non degno di vivere, in quanto la sua 'qualità di vita' sarebbe inaccettabile. E quali sono i parametri sotto i quali una qualità di vita può essere considerata “inaccettabile”? E chi lo stabilisce? Quali scenari possono aprirsi, quando il delirio di onnipotenza porta l’uomo a dominare un altro uomo, fino ad averne il potere di decisione di vita o di morte! E’ il germe di una suprema violenza.
Quale pace se non salviamo ogni vita?' così affermava Madre Teresa riferendosi proprio al piccolo concepito. Siamo dunque ad una svolta epocale, che ci richiede consapevolezza, coraggio e determinazione e una generale mobilitazione delle coscienze.
 
Olimpia TarziaSegretaria Generale
Movimento per la vita italiano
Olimpia Tarzia
Versione app: 3.25.3 (26fb019)