Nell'oscurità soffocante di una borsa, Don Bosco non esiterebbe un istante a riprendere la sua battaglia contro gli idoli che annegano l'anima nelle illusioni e nelle apparenze. E la sete di anime del saltimbanco di Dio si ostinerebbe a riaccendere l'anima anche dei più piccoli tra i figli dell'uomo.
E se don Bosco, in preda a un irrefrenabile attacco di nostalgia, di quelli che non risparmiano neppure quanti sono ormai oltre le nuvole, si decidesse oggi a chiedere un permesso alla più luminosa delle Stelle, per fare una puntatina tra noi, cosa accadrebbe?
Considerato il favore con il quale la più luminosa delle Stelle ha sempre considerato le imprese DI Giovanni dei Becchi, vien da dire che il permesso non sarebbe negato. Dove planerebbe però il saltimbanco, certamente forte di un’agilità riconquistata dopo il soggiorno ormai lunghetto lassù?
Forse sceglierebbe quello che oggi sembra il cuore del mondo: quella borsa dai cordoni tanto strani da apparire cappi, dove il mercato delle apparenze passa all’incasso, distribuendo ricchezze avvelenate dall’inganno.
Proprio qui, nell’oscurità soffocante di una borsa, Don Bosco non esiterebbe un istante a riprendere la sua battaglia contro gli idoli che annegano l’anima nelle illusioni e nelle apparenze. E la sete di anime del saltimbanco di Dio si ostinerebbe a riaccendere l’anima anche dei più piccoli tra i figli dell’uomo.
E così don Bosco si ritroverebbe mercante, come un tempo: attrezzato nel suo commercio dell’unica bilancia che sa attirare in alto, che sa pesare il valore di ogni cosa perché ha già pesato il mondo intero: quella bilancia che ha la forma di un abbraccio, l’abbraccio - trafitto - della più luminosa delle stelle, nel quale la vita e il bene di ogni figlio dell’uomo sono custoditi per un destino di luce senza fine.
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