Rubrica di educazione a cura di Richard Kermode. Una riflessione sugli eventi sorprendenti.
Da sempre l’uomo vive nella violenza. Agita e subita. Lo vediamo anche noi: dalle guerre presenti in Europa, ma non solo, alla violenza inaudita che spesso si scarica su persone innocenti. Di fronte alla violenza l’uomo tenta di riparare con la vendetta, con la giustizia ma anche con il perdono, con la riconciliazione. Quest’ultima opzione, oggi poco rilevante, mi convince che la nostra cultura non è più cristiana.
Un’insegnante alla H-Farm di Roncade, libanese, dopo le rappresaglie israeliane a Gaza, scrive un post molto allarmante: «Andate all’inferno, Hitler aveva ragione su di voi ebrei». Lo leva dopo 3 minuti, però una studentessa ne fa lo screen-shot, si scatena l’inferno. L’insegnante, sospesa, gira per tutte le classi chiedendo scusa per il gesto, nato in un momento d’ira. Alla fine decide per le dimissioni, forse anticipando quelle dell’istituzione.
Riporto dal Corriere: «Le scuse davanti a tutti, parlando ai suoi ragazzi e ai colleghi, non erano bastate. Lunedì la docente libanese ha presentato le dimissioni e messo la parola fine su tutto. E anche H-Farm vuole voltare pagina, dimostrando che l’attenzione sui collaboratori e il linguaggio che usano è costante, non solo durante le lezioni. Perché l’esempio è importante in tutti i frangenti, quando si tratta di educazione e di ragazzi». I corsivi sono miei.
Mi resta una domanda: cosa basta, cosa deve fare oggi una persona per avere un’altra possibilità? È impossibile pensare che la vita possa prevedere lo sbaglio, la debolezza, il poter andare avanti a fronte di un pentimento? Oggi questa possibilità sembra soffocare, anche nel pensiero. Si invoca un esempio ai ragazzi granitico, inossidabile; non sarebbe interessante la testimonianza di persone adulte che si scusano, che accolgono la responsabilità dell’errore, del poter iniziare di nuovo? Non sarebbe educativo vedere delle persone che parlano e ripartono dal rancore, verso un rinnovato legame sociale? Più umano il facile giustizialismo?
So long!
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