Ricostruire l'uomo

«Se ricostruire dunque bisogna, la prima e fondamentale di tutte le ricostruzioni è quella dell'uomo. Bisogna ridare agli uomini una meta ragionevole di vita, una ferma volontà per conseguirla e una chiara norma di moralità» (tratto da: Don Carlo Gnocchi, Restaurazione della persona umana, 1946).

Ricostruire l’uomo

da L'autore

del 01 gennaio 2002

L'uomo moderno, è un alienato da sé o per l'elefantiasi dell'azione o per la prodigalità nel servizio della comunità. Bisogna quindi richiamarlo all'esercizio dei suoi diritti di coscienza per ridargli l'unità della condotta secondo coscienza e farne un uomo profondo. L'uomo moderno è continuamente posto di fronte a situazioni nelle quali è molto difficile dire fin dove arriva il lecito e dove comincia l'illecito, a proposte nelle quali non si vede chiaramente quale sia la parte del dovere e quella dell'interesse egoistico, a forme e sistemi di vita sconcertanti per la loro novità dei quali non è facile stabilire i rapporti con i principi immutabili della moralità e quindi definirne la natura morale. La vita ad alta velocità, la confluenza degli elementi più discordi, l'assoluta novità delle situazioni richiedono nell'uomo moderno una prontezza di riflessi morali, una precisione e sottigliezza di giudizio, una duttilità nelle forme, contro una rigidità assoluta nei principi, quali poche epoche della storia hanno domandato alla coscienza umana. La vita moderna, nei suoi aspetti morali, è un volo tempestoso ad alta quota, quando la vita passata poteva essere una buona passeggiata per pensionati. […]

Se ricostruire dunque bisogna, la prima e fondamentale di tutte le ricostruzioni è quella dell'uomo. Bisogna ridare agli uomini una meta ragionevole di vita, una ferma volontà per conseguirla e una chiara norma di moralità. La nostra crisi è, prima che politica ed economica, una crisi morale, anzi una crisi metafisica. Come tale investe più o meno acutamente e palesemente tutti i popoli perché tocca l'uomo e il suo problema esistenziale. Quindi la prima ricostruzione deve essere quella dell'uomo, prima ancora delle case e dare all'uomo valori, volontà e chiare norme morali. Mancano all'uomo moderno ragioni ferme ed immutabili di vita, valori eterni e non contrattabili che condizionano i valori terreni e contingenti, certezze fondamentali che diano coerenza e intelligibilità alla favola dell'esistenza umana. Per questo siamo caduti nell'incoerenza, nel frammentarismo della vita, nel compromesso e nella irresponsabilità morale, nel girellismo politico e nella dilagante disonestà pubblica e privata.[…]

Ne nascerà così un nuovo tipo di umanità, una nuova personalità dagli equilibri perfetti e dalle più sconfinate possibilità: la personalità cristiana, di cui già s'intravede la fisionomia dai caratteri del cristiano moderno e del cristianesimo contemporaneo: cristianesimo e cristiani attivi, ottimisti, sereni, concreti e profondamente umani; che guardano al mondo, non più come un nemico da abbattere o da fuggire, ma come a un prodigio da conquistare e redimere con l'amore.

don Carlo Gnocchi

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