Sono Valentino. Vi scrivo...

Cari amici, sono Valentino, vescovo, universalmente conosciuto come patrono degli innamorati. E scrivo proprio a voi innamorati “ai primi passi” in questa avventura...

Sono Valentino. Vi scrivo...

 

Cari amici, sono Valentino, vescovo, universalmente conosciuto come patrono degli innamorati. E scrivo proprio a voi innamorati “ai primi passi” in questa avventura, innamorati giovani ma con intenzioni serie di sposarvi. O anche meno giovani, ma comunque sempre innamorati come il primo giorno: un vero miracolo dell’amore.

Sono stato anch’io follemente innamorato di Gesù Cristo, fino a “perdere la testa” per lui, infatti sono morto martire per ricambiare il suo amore per me dimostrato sulla croce. Mi guidava sempre e dovunque, a Terni e fuori città, la parola di Gesù (il mio motto): «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici». Fu grande il mio amore per i poveri, i deboli, i malati, per i bambini che io lasciavo giocare e schiamazzare tutti i giorni nel mio giardino. La mia storia ed il perché sono stato scelto come vostro patrono la conoscete; storie belle, talvolta “rinforzate” di elementi leggendari. Le trovate su internet.

 

“Che cos’è” o “Chi ” è l’amore?

 

Amore, innamoramento: oggi se ne parla moltissimo, forse troppo, ma mi sembra che dalle notizie dei vostri mass media non ce ne sia tanto in giro di amore. Invece sempre più si parla di violenza e intolleranza, di cinismo e menefreghismo, di aggressività e sfruttamento nella società e nelle famiglie, di matrimoni andati in rovina, di coppie che scoppiano dopo poco tempo, ed ultimamente anche di “femminicidio” e di stalking. Che brutte parole! Si parla anche di gente che non ha il coraggio di sposarsi... per non perdere la “propria libertà”. Già la libertà: uno dei vostri idoli moderni al quale si sacrifica tutto, spesso anche la dignità. Sposarsi seriamente richiede sacrificio e impegno non solo per un giorno ma per la vita e molti hanno paura di fare sacrifici per un ideale. Molti giovani di oggi, di questi sacrifici e di questo impegno serio non ne vogliono sentire nemmeno parlare, perché sono prigionieri di una concezione della vita egoistica, edonistica e narcisistica.

«Ci vuole coraggio a parlare d’amore, perché fa sempre paura» (R. Benigni). È proprio vero. Vi sarete accorti, cari innamorati e fidanzati (o sposati ma ancora innamorati), che sto parlando di amore, di quello serio, che vuole durare, che esige dedizione, dialogo, perdono, fiducia, rispetto reciproco e pazienza, tanta, ogni giorno. La pazienza: è solo una parola diversa per dire amore; senza di essa non si conclude niente di importante nella vita. Avrete già capito che non mi riferisco all’amore cantato nelle canzonette o a quello di tanti spettacoli o romanzi: non si tratta di amore serio ma di scambio sessuale. Io stesso ai fidanzati che venivano da me per consigli dicevo sempre che se il loro amore era basato più sulle pulsioni sessuali che sul rispetto, sulla fiducia, su un grande progetto comune non sarebbe durato molto. Chi fa questo errore ponendo cioè nel dialogo fisico e sessuale l’asse portante della propria relazione, ne firmerebbe un sicuro certificato di morte. Vi do una bella definizione di innamoramento: «l’innamoramento è lo stato nascente di un movimento collettivo, cioè la creazione di una nuova collettività, la coppia, e, all’interno di questa di noi stessi» (F. Alberoni). L’innamoramento (e l’amore) è un movimento: quindi qualcosa in crescita, sempre in cammino, in costruzione, in formazione permanente. È un cammino continuo, «un esodo permanente dall’io» (Benedetto XVI). Questo significa che non si impara mai abbastanza ad amare, non si sa mai tutto (non a fare sesso, che sono due cose molto diverse). L’arte di amare non la si impara una volta per sempre: c’è sempre spazio per perfezionarsi, perché solo Dio è Amore perfetto.

 

Dall’io al noi

 

L’edificio del vostro amore che voi innamorati avete iniziato a costruire insieme e con tanto entusiasmo deve avere sempre, e in bella vista il cartello “lavori in corso”. Quindi ci vuole da parte di tutti lo sforzo di crescere insieme, di apprendere insieme questa arte così impegnativa e meravigliosa. «Mi ritrovo nella persona che mi ha conquistato: questo è innamorarsi » (E. Rojas). Quando si è innamorati si ri-trova quindi se stessi, o ci si “trova” per la prima volta. Senza questo ri-trovamento si è fragili, incerti e insicuri esistenzialmente, come foglie “giocate” dal vento della vita, incapaci di realizzare un progetto grande. Non dimenticate che «l’uomo è il suo progetto» (J. P. Sartre).

Non lasciatevi convincere che la love story ideale sia una festa eterna senza sacrifici, una giornata infinita di sole e con il cielo azzurro senza la più piccola nuvola a turbarvi. Non pensate che quando il vostro amore richiede uno sforzo è perché sta finendo. Convincetevi che pure l’amore più grande, più folgorante, cammina e progredisce su strade spesso in salita, tortuose, piene di polvere, con la prospettiva della nebbia e della notte (leggi “crisi”). «E quanti ostacoli e sofferenze e poi sconforti e lacrime per diventare noi» (Lucio Battisti).

 

Per nutrire l’amore l’amore

 

L'amore vero costa fatica, molta fatica. Troppa fatica per qualcuno, che preferisce la solita “storia” da vivere egoisticamente a due. Ecco una bella definizione: «L’amore è il respiro dell’eternità» (M. Gramellini). È vero. Infatti l’eternità è “fatta” di Dio, è Dio stesso. Ma essendo Dio l’Amore, ecco che questa eternità è assolutamente riempita del suo Amore. Ispiratevi ad esso se volete rimanere insieme per l’eternità. Alla radice del mio impegno c’era sempre questo amore. E raccomandavo ai fidanzati di agganciare il proprio amore a quello solido di Dio, perché solo Lui è la fonte del primo amore che ha iniziato l’universo circa 20 miliardi di anni fa, e lo mantiene in vita oggi. Solo Lui è la garanzia di ogni amore perché «Dio è amore» (1 Gv 4,8). È Gesù stesso che mi ha insegnato come Dio ama, con gesti storici concreti, perché, «l’amore è Cristo» (sant’Ambrogio). Un consiglio: meditate il Vangelo bevendone un “sorso” tutti i giorni, lasciandovi così guidare da Cristo. Il vostro amore ha molto più bisogno di teologia (presenza di Dio) che di metodologia o tecnologia sessuale. Facendo questo comincerete già su questa terra l’esperienza del Paradiso, e, lo garantisco per esperienza, è un innamoramento permanente e totale di Dio Amore Infinito. Pace e amore. Valentino, vescovo. 

 

 

Mario Scudu

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