Cosa pensa Don Maurizio Spreafico (Coordinamento Nazionale Pastorale Giovanile) del Social Forum?
del 12 dicembre 2002
I tantissimi giovani presenti a Firenze al Social Forum sono come le rondini che indicano un cambio di stagione, secondo un’espressione cara a Giorgio La Pira usata in riferimento al Maggio francese del suo tempo. Occorre guardare con attenzione e simpatia questo loro bisogno di trovarsi insieme per riflettere, cantare, manifestare. Occorre saper interpretare la loro protesta , che resta un’angoscia e un desiderio. Occorre condividere con loro questa tensione positiva per dire che un altro mondo è possibile. Da gente che si gioca la vita nell’educazione, non possiamo restare indifferenti ed inerti di fronte ad avvenimenti di tale portata, dove i giovani sono presenti, attivi e protagonisti.
C’è stato in questi giorni un dibattito appassionato sulla presenza dei cattolici a Firenze. Io sono tra quelli che ha sostenuto non soltanto l’opportunità, ma anche il dovere di esserci. Non ho avuto purtroppo la possibilità di parteciparvi per tutto il tempo, ma anche solo passare velocemente per un paio d’ore è stato utile per percepire l’importanza e la serietà della posta in gioco.
Dal 7 luglio 2001 (G8 di Genova) come Movimento Giovanile Salesiano, in compagnia di tante altre associazioni e movimenti ecclesiali, abbiamo intrapreso un percorso interessante denominato 'Sentinelle del Mattino', per riflettere e confrontarsi sulle grandi sfide della globalizzazione ed essere presenti nella società e nel mondo come credenti e cittadini attivi e responsabili.
A chi in questi giorni si poneva la domanda se i cattolici dovessero andare e Firenze o meno e rispondeva: 'evidentemente no!', io invece ho risposto 'evidentemente sì!'. Proprio per portare il contributo della riflessione cristiana su questi temi così importanti e decisivi che 'ci' riguardano. Se crediamo ad una spiritualità che non è fuga dal mondo né opposizione al mondo, ma 'incarnazione' nel mondo e nella storia con la ricchezza della propria fede e con la forza straordinaria del Vangelo, essere a Firenze non è una stranezza, ma una sincera ricerca di dialogo e di confronto con tutti gli uomini e le donne di buona volontà.
Il documento conciliare Gaudium et spes, invita i credenti ad essere presenti nella storia, con il coraggio e la profezia del Vangelo, senza arroccarsi sulle proprie posizioni, aperti al confronto e al dialogo sereno con tutti, cercando più quello che unisce di quello che divide: 'Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore' (n.1319).
Ma in questo 'movimenti dei movimenti' come qualcuno l’ha definito, ci sono anime diverse, riferimenti diversi, visioni dell’uomo e della vita diversi… Ebbene, è ancora la Gaudium et spes a darci una indicazione preziosa a proposito del dialogo con coloro che la pensano diversamente: 'Il rispetto e l’amore deve estendersi pure a coloro che la pensano diversamente da noi nelle cose sociali, politiche e persino religiose, poiché con quanta maggiore umanità e amore penetreremo nei loro modi di sentire, tanto più facilmente potremo con loro iniziare un colloquio' (n.1406).
Ed ora, dopo il Social Forum, che fare? Mi auguro che i temi trattati a Firenze continuino ad essere approfonditi e sviluppati nei nostri gruppi e nelle nostre associazioni, nei nostri ambienti e nelle nostre comunità. Dobbiamo riconoscere che c’è ancora tanta strada da fare in questo ambito della formazione all’impegno sociale e politico, ma è una strada importante da percorrere. Per essere buoni cristiani e onesti cittadini…o meglio: per essere onesti cittadini perché buoni cristiani!
Sono rondini che indicano
un cambio di stagione
don Maurizio Spreafico
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