"Della fatica è stata più forte la gioia di poter camminare e fare esperienze in luoghi che hanno significato tanto per molti prima di noi"
Noi ragazze del triveneto abbiamo avuto la fortuna di partecipare ad un’esperienza sui luoghi dove hanno vissuto Maria Domenica Mazzarello e Don Bosco. Nutrivamo aspettative molto diverse per un’esperienza che si è rivelata opportunità di crescita e impegno. Della fatica è stata più forte la gioia di poter camminare e fare esperienze in luoghi che hanno significato tanto per molti prima di noi.
Durante le prime due giornate abbiamo avuto modo di visitare i luoghi dove Maìn è cresciuta e camminare un po’ sui suoi passi. Qui abbiamo imparato a conoscere a fondo la sua storia, forse non conosciuta tanto bene. Nei giorni successivi ci siamo immersi, invece, nella vita di Don Bosco, abbiamo anche avuto modo di visitare molti luoghi che per lui hanno avuto un valore significativo.
Ciò che ci ha colpito di più su Maìn è stato il rapporto che aveva con Dio, infatti si è sentita chiamata da lui, e chiamata nella sua semplicità, nel suo non dover per forza stare ore e ore dentro una chiesa a pregare, ma parlando al Signore anche in dialetto, come se fosse il suo più caro amico, si fidava di lui ciecamente e donava tutta se stessa.
Di Don Bosco, invece, è stato bello per noi poter osservare da vicino il rapporto che aveva con i ragazzi e il suo modo di donarsi agli altri senza pensarci due volte.
Arrivate alla Valponasca, ovvero dove Maìn ha vissuto per un periodo della sua vita, siamo rimaste affascinate dalla stanza dove si trova la finestrella, che per lei era un punto fermo in cui coltivare il suo rapporto con Dio, e pregare a volte anche con la sua famiglia. Da quella finestrella poteva vedere la chiesetta in cui andava e il collegio dove poi sono state fondate le figlie di Maria Ausiliatrice, e dove durante una delle sere siamo state in compagnia delle suore che ci hanno offerto il gelato e tanta gioia, regalandoci una buonanotte.
Per quanto riguarda i luoghi di Don Bosco abbiamo visitato Cascina Moglia, dove, vista la sua situazione familiare, Don Bosco ha cercato rifugio e lavoro ed è stato accolto dai signori Moglia, anche se con esitazione, e dove ha lavorato duramente, vivendo molte fatiche, ma trovando sempre il tempo di dedicarsi alla preghiera. Abbiamo avuto modo di visitare anche il museo da poco ristrutturato a Valdocco, dove Don Bosco ha fondato il primo oratorio e dove tutt’ora si trova la sua reliquia. Li abbiamo avuto modo di celebrare anche la messa.
Una volta a casa, ricordandoci dell’esperienza fatta e raccontandola ai nostri amici, ci siamo rese conto che è stata un’opportunità per imparare a vedere Dio come un amico; abbiamo imparato che cosa significa seguire ciò che Dio pensa per noi, cosa significa amare in modo sincero e faticare per inseguire il proprio sogno di santità. È stata anche un’opportunità per fare nuove amicizie e vivere respirando a pieni polmoni tutta la gioia che c’era nell’aria.
Per questa esperienza ci sentiamo in dovere di ringraziare prima di tutto il Signore, ma anche Suor Paola, Suor Serena e le animatrici che ci hanno sempre accompagnate con allegria e tanta disponibilità; e un grande ringraziamento va anche a Marta e Francesco che non ci hanno fatto morire di fame. Grazie di cuore.
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