Il Dio che parla ad Abramo può essere sentito soltanto se gli si concede uno spazio sufficiente per far risuonare la sua voce. Questo spazio non può essere una fetta della nostra vita (un po' di tempo, un po' di gesti, qualche luogo speciale...), ma la nostra vita tutta intera. Dio vuole tutta la nostra vita.
del 06 giugno 2005PRIMO PASSO
“A casa mia...” ßà “... ma Dio ti fa andare fuori di casa!”
  
1 - Prendi e mangia 
È successo ad Abramo
Genesi 12, 1-4
Il Signore disse ad Abram: «Vàttene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre, verso il paese che io ti indicherò. Farò di te un grande popolo e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e diventerai una benedizione. Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno maledirò e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra». Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore…
 
Genesi, Bibbia. 1800 a.C. circa. Tra la Mesopotamia e l’Egitto. L’umanità è frantumata. C’è stata Babele. Israele, il popolo eletto, non c’è ancora. Alcuni uomini, che saranno chiamati patriarchi, cioè “padri dell’origine” di tutti noi, sentono Dio.
Dio promette ad Abramo un popolo e una terra. Ma Dio gli dice che gli saranno dati in dono se lui abbandonerà, innanzitutto, quelli che già possiede. Abramo ha obbedito ed è per questo che noi, dopo quasi 4000 anni, siamo qui a parlarne.
 
 
2 – Per riflettereDOMANDE TOSTE
Il Dio che parla ad Abramo può essere sentito soltanto se gli si concede uno spazio sufficiente per far risuonare la sua voce. Questo spazio non può essere una fetta della nostra vita (un po’ di tempo, un po’ di gesti, qualche luogo speciale…), ma la nostra vita tutta intera. Dio vuole tutta la nostra vita.
·         Quanto è grande la nostra disponibilità nei confronti di Dio?
·         Ma c’è anche solo una cosa che fai nella tua vita lasciandoti guidare da Dio? Quale?
 
 
3 – È successo anche a…. 
Madre Teresa di Calcutta.
Un’albanese che tutti avrebbero voluto incontrare. Anche se poteva mandarti in crisi totale.. Com’era successo a lei, professoressa di storia e geografia, a quarant’anni. Per saltarci fuori inventando l’inimmaginabile.
 
Fuggire o dare la vita
“Un giorno, mentre ero nei quartieri poveri di Calcutta e stavo per ritornare nella mia stanza, ho visto una donna che giaceva sul marciapiede. Era debole, sottile e magrissima, si vedeva che era molto malata e l’odore del suo corpo era così forte che stavo per vomitare, anche se le stavo solo passando vicino.
Sono andata avanti e ho visto dei grossi topi che mordevano il suo corpo senza speranza, e mi sono detta: questa è la cosa peggiore che hai visto in tutta la tua vita. Tutto quello che volevo in quel momento, era di andarmene via il più presto possibile e dimenticare quello che avevo visto e non ricordarlo mai più.
E ho cominciato a correre, come se correre potesse aiutare quel desiderio di fuggire che mi riempiva con tanta forza. Ma prima che avessi raggiunto l’angolo successivo della strada, una luce interiore mi ha fermata. E sono rimasta lì, sul marciapiede del quartiere povero di Calcutta, che ora conosco così bene, e ho visto che quella non era l’unica donna che vi giaceva, e che veniva mangiata dai topi. Ho visto anche che era Cristo stesso a soffrire su quel marciapiede.
Mi sono voltata e sono tornata indietro da quella donna, ho cacciato via i topi, l’ho sollevata e portata al più vicino ospedale. Ma non volevano prenderla e ci hanno detto di andarcene via. Abbiamo cercato un altro ospedale, con lo stesso risultato, e con un altro ancora, finché non abbiamo trovato una camera privata per lei, e io stessa l’ho curata. Da quel giorno la mia vita è cambiata. Da quel giorno il mio progetto è stato chiaro: avrei dovuto vivere per e con il più povero dei poveri su questa terra, dovunque lo avessi trovato.”
“Sapevo che era la Sua volontà e che dovevo seguirlo verso coloro che, come Gesù, non avevano un luogo dove posare il capo… il nudo, il disprezzato, l’abbandonato, il dimenticato, l’affranto… non v’era dubbio: doveva essere opera Sua… il messaggio era stato molto chiaro, era un ordine... sapevo a chi appartenevo, ma non sapevo come arrivarci, come tutto ciò sarebbe stato raggiunto, e così mi lasciai usare da Dio a modo Suo, un modo a me ignoto.”
 
La vita di ogni essere umano è sacra perché creazione di Dio, e riveste un valore infinito perché egli interviene nella creazione di ogni persona, compresi i bambini non nati. Su quel bambino non nato è impressa l’immagine di Dio…..Dove è Dio ivi è l’amore. E dov’è l’amore vi è sempre il servizio. Noi cristiani, infatti, siamo stati creati per cose grandi: noi siamo stati creati per essere santi, perché siamo stati creati a immagine di Dio… Oggi si cerca di dimostrare a se stessi che si riesce a fare questo, a fare quello, che non c’è bisogno di Dio nella propria vita, che si è onnipotenti. E in questo tentativo di fare le cose senza Dio si produce sempre più miseria, sempre più povertà”.
Servizio Nazionale Pastorale Giovanile
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