Per S. Tommaso d'Aquino, il più grande pensatore cristiano di tutti i tempi, il gradino più basso della fede consiste nel considerare Dio come la realtà più importante di tutta la propria esistenza. Se per noi non è almeno così, siamo falsi credenti, anche se diciamo di adorarlo: adoriamo la nostra convenienza, la nostra bella figura. Adoriamo la nostra religiosità. Magari adoriamo un Dio che ci assomiglia troppo per non essere sospetto...
del 12 luglio 2005
TREDICESIMO PASSO
“Siamo venuti per adorarlo... ßà...che cosa ci muove” 
 
1 - Prendi e mangia
 
È successo a un Giovane riccoMarco 10,17-27
Mentre usciva per mettersi in viaggio, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e la madre».
Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va', vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi». Ma egli, rattristatosi per quelle parole, se ne andò afflitto, poiché aveva molti beni.
Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entreranno nel regno di Dio!». I discepoli rimasero stupefatti a queste sue parole; ma Gesù riprese: «Figlioli, com'è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più sbigottiti, dicevano tra loro: «E chi mai si può salvare?». Ma Gesù, guardandoli, disse: «Impossibile presso gli uomini, ma non presso Dio! Perché tutto è possibile presso Dio».
 
Vangelo di Marco ,Bibbia, Nuovo testamento. Scritto nella seconda metà del I° secolo. Marco era stato uno stretto collaboratore di Pietro.
La storia del giovane ricco viene raccontata anche da Matteo e Luca.
Che spiazzata! Fare una bella domanda sulla vita eterna, l’unica seria in assoluto, e trovarsi smascherato come uno che voleva semplicemente scambiare due chiacchiere interessanti con un “buon” maestro. Ma non basta: il giovane ricco si trova poi costretto a riconoscere che la propria perfezione morale manca dell’essenziale, perché non è abbandono fiducioso a Dio.
Eppure aveva esordito inginocchiandosi…
 
2 – Per riflettere
 
Per S. Tommaso d’Aquino, il più grande pensatore cristiano di tutti i tempi, il gradino più basso della fede consiste nel considerare Dio come la realtà più importante di tutta la propria esistenza. Se per noi non è almeno così, siamo falsi credenti, anche se diciamo di adorarlo: adoriamo la nostra convenienza, la nostra bella figura. Adoriamo la nostra religiosità. Magari adoriamo un Dio che ci assomiglia troppo per non essere sospetto…
·        Chi adoriamo sul serio? Davanti a chi ci inginocchiamo realmente?
Ciò che accade al giovane ricco ci riguarda tutti. Lo hanno capito subito i discepoli che, infatti, chiedono: “E chi mai si può salvare?” Nessuno. Perché se pensiamo di salvarci da soli, con la nostra intelligenza o con la nostra bontà, siamo dei cammelli. Solo Dio può fare ciò che è impossibile a noi uomini. È per questo che abbiamo bisogno di Lui.
·        Quanto è profondo il nostro bisogno di Dio?
 
3 - È successo anche a….
 
Charles de Foucauld (1858-1916)
Muore solo e sconosciuto, nel deserto del Sahara. Una vita sprecata? A novant’anni dalla sua morte, una miriade di gruppi, istituti, associazioni lo considerano un esempio di spiritualità perenne e attualissima. Per stare accanto all’Islam, ad esempio, in modo fraterno. E soprattutto per stare sempre al cospetto di Dio
 
Dio solo 
“Come monaco, che vive solo per Iddio, non posso parlarti nè pensarti senza desiderare ardentemente per te l’unico bene che desidero per me stesso: Dio. Dio conosciuto, amato e servito, nel tempo e nell’eternità. Perdonami se ti parlo così intimamente. O piuttosto, non ti chiedo perdono, essendo certo che mi comprendi e mi approvi. Dio è grande, più grande di tutte le cose che possiamo enumerare. Lui solo merita i nostri pensieri e le nostre parole. E se noi parliamo, se tu fai fatica a leggermi e io per scriverti rompo il silenzio del chiostro, lo faccio per aiutarci vicendevolmente a meglio conoscerlo e servirlo. Tutto ciò che non porta a questo, conoscere e servire meglio Dio, è tempo perduto.
Appena credetti che ci fosse un Dio, capii che non potevo fare altrimenti che vivere soltanto per lui. La mia vocazione religiosa data al momento stesso della mia fede. Dio è così grande e d esiste una differenza tale tra Dio e tutto ciò che non è lui! Desideravo essere religioso, non vivere che per Iddio e fare ciò che è più perfetto a qualunque costo. Il Vangelo mi mostrò che il primo comandamento è di amare Dio con tutto il cuore e che bisognava racchiudere tutto nell’amore.”
(Da una lettera di Charles de Foucauld a Henri de Castries 1938)
 
Atto di abbandono
Charles de Foucauld
 
Padre mio,
io mi abbandono a te,
fà di me ciò che ti piace;
qualunque cosa tu faccia di me,
ti ringrazio.
Sono pronto a tutto,
accetto tutto,
purchè la tua volontà si compia in me
e in tutte le tue creature;
non desidero niente altro,
mio Dio.
Rimetto la mia volontà nelle tue mani,
te la dono,
con tutto l'amore del mio cuore,
perché ti amo.
 
Breve biografia di Charles de Foucauld
Nato a Strasburgo nel 1858, Charles de Foucauld proviene da una famiglia aristocratica e molto agiata: è visconte. Orfano a 6 anni, sotto l’influsso di idee positiviste, Foucauld lascerà ogni pratica religiosa e abbandonerà la fede. Dopo gli studi militari, condurrà una vita da gran signore e si distinguerà come ufficiale dell’esercito anche se interromperà la sua carriera nel 1881 a causa del rifiuto opposto ai suoi superiori che gli chiedevano di porre fine a un legame amoroso ritenuto inopportuno. Si diede così ad una pericolosa quanto audace attività di esploratore, durante la quale rimase impressionato, in Marocco, dalla fede musulmana. Da allora in poi sotto la guida dell’abate Huvein si recò in varie chiese, sempre ripetendo: “Mio Dio, se esisti, fa che io ti conosca”. La conversione è datata nei giorni dell’ottobre 1886. Da allora decide di non vivere più che per Dio solo. Ha 28 anni. Ordinato sacerdote nel 1901 partì per il deserto del Sahara dove rimase fino alla sua morte, avvenuta per mano di un beduino.
Servizio Nazionale Pastorale Giovanile
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