Che silenzio, per un istante, in quella camera di Tampa, Florida, ore 9 di un mattino di primavera. Un silenzio assordante. Perché non è stata morte naturale, né eutanasia liberamente richiesta. Morte data, invece, e neanche a un moribondo, ma a una donna con un suo autonomo battito cardiaco, con uno suo respiro.
del 02 aprile 2005
 È morta dopo quattordici giorni di agonia. È morta senza suo padre e sua madre accanto, che disperatamente avevano bussato alle porte di tutti i tribunali, cercando un giudice disposto a dire che anche la loro figlia aveva diritto di vivere. Né la madre, né il padre, in quel momento, accanto a quel letto: il marito di Terri Schiavo, suo tutore e fermissimo sostenitore della 'eutanasia' forzata, non ne ha autorizzato la presenza. Soltanto medici, e infermieri, e macchine con spie sonore e lampeggianti sempre più lentamente, flebilmente - fino al silenzio assoluto.
E che silenzio, per un istante, in quella camera di Tampa, Florida, ore 9 di un mattino di primavera. Un silenzio assordante. Perché non è stata morte naturale, né eutanasia liberamente richiesta. Morte data, invece, e neanche a un moribondo, ma a una donna con un suo autonomo battito cardiaco, con uno suo respiro. Da quindici anni, quando mediamente questi stati vegetativi non vanno oltre i sei, sette anni: dunque, come mostrando uno straordinario attaccamento alla vita, anche a 'quella' vita. Toglierle cibo e acqua, è stata un'asettica esecuzione. Fra le pareti di una clinica, fra lenzuola e camici candidi, curando al meglio, certo, le piaghe da decubito che già dopo tre giorni senz'acqua s'aprono in un corpo immobile, lacerando la pelle, inesorabilmente. Un calvario senza grida. L'esecuzione di un'innocente, con tutti i crismi della legge, e, contro la paradossale impotenza della Casa Bianca e del Congresso, con la benedizione dei tribunali di ogni ordine e grado, dalle corti locali alla Corte Suprema, tutte concordi nel voler staccare quella sonda.
Ecco perché quell'istante - nella camera di Tampa - di silenzio denso e greve, un momento dopo lo spegnersi dell'ultima spia sui monitor. Perché tutti si muore, e anche di esecuzioni negli Usa se ne fanno mol te, ma la morte data a un malato ignaro è un'altra cosa. Ieri in Florida si è soppressa una donna non cosciente e non consenziente, nel nome della legge. Si è aperta una porta sul buio. Siamo oltre l'eutanasia. L'eutanasia è cosa diversa, almeno come è articolata nelle leggi dei Paesi occidentali, che prevedono il consenso esplicito del paziente. Terri Schiavo era in stato vegetativo, come seimila malati solamente in Italia. Vivono senza alcuna 'spina', semplicemente di una sonda che porta acqua o cibo. In condizioni non molto diverse sono gli handicappati gravissimi, o gli anziani agli ultimi stadi della demenza. Uomini in stato di totale incoscienza, che vivono in quanto alimentati. Nell'ottica dei giudici americani, ce ne sarebbero migliaia, solo in Italia, da eliminare, ci ha detto sgomenta una neurologa in un ospedale milanese. Uomini 'inutili', inutili bocche incoscienti.
Quanti, in Europa, i cerebrolesi dalla nascita, o i vecchi gravemente malati di Alzheimer, comune destino di tanti? Lo sgomento di quel medico e delle sue infermiere rassicura. Non siamo ancora nella forma mentis della magistratura americana. E tuttavia, potrebbe bastare poco tempo. La cultura corre sui media. Basta che passi nei media l'idea che è 'amore' tagliare quel tubo. È facile che passi, perché 'tagliare' (gli affetti, i legami, e anche i tubi che tengono in vita un malato) è l'idea oggi dominante, ed è più facile 'tagliare' che restare, che continuare. Perciò la porta aperta ieri in Florida è una porta sul buio. Con la solenne benedizione dei giudici degli Stati Uniti d'America: una faccenda pulita e legale. Il che rende quel buio più sinistro.
Marina Corradi
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