Da 125 anni a Trento i sacerdoti e i cooperatori di don Bosco accolgono i giovani e, attraverso la compagnia il gioco e lo studio, li aiutano a crescere e li preparano alla vita. Oggi e domani il Rettor Maggiore sarà presente presso l'Istituto salesiano di via Barbacovi e all'Auditorium S.Chiara per festeggiare...
Da 125 anni i sacerdoti e i cooperatori di don Bosco accolgono i giovani e, attraverso la compagnia il gioco e lo studio, li aiutano a crescere e li preparano alla vita.
In 125 anni gli allievi dei Salesiani, soltanto in Trentino, sono stati più di duecentomila.
Venerdì 16 novembre alle 21, presso l’Istituto salesiano di via Barbacovi, si svolgerà una serata per i giovani e gli studenti universitari con incontro-dialogo con il rettor maggiore Chavez.
Sabato 17 novembre alle 9.30, vi sarà invece la festa all’Auditorium S.Chiara, con la proiezione della Docu-fiction di Alberto Folgheraiter, il musical dei giovani dell’Istituto salesiano, ‘intervento del rettor maggiore Chavez Villanueva, e la partecipazione del coro della Sat e l’esibizione del Corpo musicale Città di Trento.
Alle 17, presso la Chiesa di Maria Ausiliatrice a Trento, si svolgerà una Messa presieduta dal rettor maggiore. Nel «carnet di santità», la famiglia Salesiana conta ben cinque santi, cinquantuno beati, otto Venerabili e ottantotto Servi di Dio.
Una storia lunga 125 anni
Il Municipio, d’accordo con la Congregazione di Carità che ne era proprietaria, cedeva al sacerdote Giovanni Bosco in persona, non ai Salesiani, l’utilizzo del palazzo Crosina e Sartori con le adiacenze. L’immobile era stato costruito, fra il 1850 e il 1870, nei pressi di piazza Fiera, al principio della via che oggi si chiama per l’appunto S. Giovanni Bosco e che, nel 1927, fu adibito dal comune a scuola elementare (le «Crispi»). Il comune voleva a tutti i costi «un riformatorio per ragazzi discoli, tanto desiderato e anzi reclamato da ogni ordine di cittadini e tanto giustificato dalle condizioni della città».
Ma non era questa la «mission» di don Bosco il quale, in mille altre contrade, aveva aperto le proprie strutture ai «ragazzi poveri e abbandonati». I due salesiani che giunsero a Trento il 15 ottobre 1887 per prendere in mano l’orfanotrofio maschile cittadino furono don Pietro Furno, in qualità di direttore; il chierico Simone Visintainer quale vicedirettore. Ottennero il permesso di soggiorno soltanto un anno dopo (22 novembre 1888). Ad altri Salesiani, arrivati a Trento nel 1893 per avviare l’Istituto Maria Ausiliatrice, fu accordato il permesso di soggiorno «a patto che non si presentassero come associazione ecclesiastica». L’Istituto Maria Ausiliatrice, che era stato ricavato nei locali dell’ex casa-filanda dei fratelli Tambosi, in via Barbacovi, nel 1898 fu in grado di ospitare cento allievi.
I Salesiani arrivano a Trento
La storia della prima Opera salesiana nell'impero Austro-Ungarico ha inizio nel 1885 e comincia proprio a Trento. In realtà, già negli anni precedenti si trova documentazione relativa a numerosi cooperatori e generosi amici di don Bosco presenti nella regione del Trentino. La cronaca dell'Istituto di Trento conferma che già prima della venuta dei Salesiani a Trento era viva la simpatia di tante persone verso don Bosco e le sue opere. Significativa al riguardo è la lettera autografa che don Bosco volle scrivere il 9 maggio 1877 al signor Garbari di Trento.
Tuttavia è al 1885 che facciamo risalire l'inizio della storia, e questo perché risale all'estate di quell'anno una bella lettera del Podestà di Trento, Paolo Oss Mazzurana, indirizzata a don Bosco. In essa si chiedeva , d'accordo con le autorità ecclesiastiche e civili, che i Salesiani assumessero la direzione di un orfanotrofio dipendente dalla Congregazione di Carità e dal Municipio. A questo scopo domandava chiarimenti sui criteri di educazione e sugli adattamenti opportuni da dare ai locali dell'edificio, dovendo cominciare l'opera in novembre con un gruppetto di orfani già lì ricoverati.
Ed ecco che il 15 ottobre 1887 giunsero a Trento i tre Salesiani, il M. R. Don Pietro Furno in qualità di direttore, il ven. cherico Simone Visintainer in qualità di vicedirettore e il signor Eugenio Baù in qualità di assistente, per assumere la direzione dell'orfanotrofio Crosina-Sartori e dargli nuovo impulso.
Gli amici dei Salesiani si auguravano che l'orfanotrofio fosse soltanto una prima sosta dei Salesiani a Trento per arrivare in seguito a fondare una casa loro dove, anziché galvanizzare un'opera agonizzante, dessero vita a un'istituzione educativa propria, conforme in tutto ai metodi di don Bosco; il che avvenne nel 1893.
Il 1° settembre 1893 si stipulò il contratto di compra-vendita della casa-filanda dei fratelli Antonio e Luigi Giuseppe Tambosi, in via S.Bernardino. L'istituto funzionava da convitto cioè dava la possibilità ai ragazzi di studiare e dormire in sede. Poteva accogliere all'inizio 28 allievi.
L'anno seguente 1894, fabbricato un altro dormitorio, si portò il numero a 70. Il 18 aprile 1898, decimo anniversario della morte di don Bosco, l'Istituto di Maria Ausiliatrice veniva ampliato così da poter accogliere 100 alunni, i quali frequentavano la scuola presso il Collegio Arcivescovile.
Dal Convitto all'Aspirantato missionario salesiano
Nel 1925-26 il beato Don Rinaldi, allora Rettor Maggiore dei Salesiani, venne a Trento e invitò i Salesiani ad occuparsi anche di ampliare ad altri ragazzi e giovani, provvedendo ad acquistare la vecchia filanda di Via Barbacovi, adeguata allo scopo educativo.
Il convitto nel 1926 si trasforma in scuola per allievi missionari, chiamato "ASPIRANTATO", ed era aperta ai ragazzi che manifestavano il desiderio di farsi salesiani. Nell'anno scolastico 1926-27 dunque vissero assieme convittori, orfani ed una settantina di aspiranti. Potevano frequentare la V elementare e la I, II, III, IV e V ginnasio.
La convivenza, che era stata possibile fino al 1926 perché la capienza della casa lo permetteva, diventò problematica per il numero crescente delle domande all'"Aspirantato"; si preferì allora dare spazio agli allievi missionari e chiudere il convitto. Chi faceva domanda per essere convittore veniva orientato presso il Collegio Arcivescovile; quelli ospitati nella casa di Trento, nel settembre 1927 passarono a Rovereto, e l'Istituto di Trento rimase scuola per allievi missionari, con oltre 100 posti; in tal modo poteva accogliere giovani da tutta l'Ispettoria (l'Ispettoria allara e fino al 1958 comprendeva il Veneto, il Trentino Alto Adige e il Friuli Venezia Giulia).
Continua l'Aspirantato e la Scuola Media viene legalmente riconosciuta
Tale situazione rimane immutata fino al 1969; la scuola di Trento dipendeva, come sezione staccata, dalla direzione e dalla segreteria di Rovereto.
In tale anno, la casa di Rovereto chiude la Scuola Media, mentre la scuola Salesiana di Trento avvia le pratiche per costituirsi autonoma. Mantiene comunque il suo carattere di "Aspirantato" missionario; leggiamo, infatti: "in quest'anno gli alunni sono meno numerosi dell'anno precedente non percché siano venute a mancare le domande d'iscrizione, ma perché sono state esaminate con maggior prudenza dal direttivo scolastico e sono state scartate quelle non conformi allo scopo vocazionale della casa".
Nel 1970 il ministero della Pubblica Istruzione firma il decreto di riconoscimento legale sia della Scuola Media che del Ginnasio; in tal modo, dopo due anni di lavoro di adeguamento ai programmi ministeriali, il 1° giugno 1970 la scuola salesiana di Trento ottiene il riconoscimento legale del suo operato.
Verso una nuova identità: dall'Aspirantato missionario alla Scuola di Orientamento vocazionale
Dopo il Concilio Vaticano II, con l'evolversi della mentalità dei religiosi riguardo all'età sulla quale puntare per un'eventuale proposta di scelta vocazionale, l'Ispettoria adegua e ridimensiona le sue attese sulla casa di Trento che si trasforma da "Aspirantato" missionario a scuola di Orientamento Vocazionale, sia laico che religioso.
Così, nel 1973, si apre una sezione per gli esterni della Scuola Media, probabilmente anche a causa delle pressanti richieste di alcune famiglie del posto, visto che i genitori, ancora prima che i decreti delegati, partecipavano ai consigli di classe.
La scuola, proprio perché mantiene il suo carattere di orientamento vocazionale, ha difficoltà a trovare iscrizioni: le forme di reperimento sono poco efficaci e la selezione difficile. In questa situazione l'Ispettoria chiede un ulteriore apporto delle altre case dell'Ispettoria stessa e la collaborazione di altri istituti religiosi.
Negli anni successivi la scuola mantiene il suo carattere di orientamento vocazionale inteso in senso ampio. Addirittura negli anni '80 vengono inviati a Trento alcuni giovani Salesiani con il compito di crearte una comunità vocazionale pilota e di essere forti animatori nella diocesi di Trento.
Tale progetto non ottiene buon esito dal punto di vista vocazionale, però contribuisce a diffondere sul territorio un'immagine di opera Salesiana attenta ai giovani e ai loro bisogni educativi. Puntava l'attenzione sulla professionalità dei docenti, sulla collaborazione scuola -famiglia e sul coinvolgimento dei genitori con corsi di formazione. La scuola mantiene il suo carattere Particolare: infatti nella bozza di studio del Progetto educativo del 1985 si legge: "La scuola Media Salesiana di Trento, secondo la tradizione derivante dalla sua stessa storia e secondo il progetto pastorale dei Salesiani... intende porsi come una Scuola Media di orientamento Apostolico".
Si propone dunque di superare il carattere generale di "Scuola Cattolica", perseguendo degli obiettivi specifici che favoriscano la crescita cristiana del preadolescente e la sua predisposizione particolare verso scelte di vita particolarmente impegnate (nel laicato, nella vita religiosa, nel sacerdozio).
Date queste premesse, al momento dell'iscrizione, la scuola controlla che il futuro alunno e la sua famiglia abbiano i prerequisiti necessari per condividere ed accogliere pienamente il Progetto Educativo dell'Istituto. tra questi, vengono considerati fondamentali "famiglia, sfondo religioso, buona indole ed equilibrio spontaneo".
Gli anni più recenti
Negli ultimi anni ci sono stati innumerevoli cambiamenti. La scuola media si è aperta alle esigenze del territorio aprendo la scuola anche alle ragazze e arrivando ad aprire tre sezioni per poter accogliere sempre più richieste. Inoltre si è aperto un collegio universitario che ospita oltre 100 studenti provenienti da tutto il triveneto e che è uno dei più grandi di tutta la città.
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