Come Messi ha rivoluzionato il mondo del calcio con il suo gioco a tutto campo e il controllo di palla che ubriaca l'avversario, anche il suo connazionale ha portato una luce di novità, orientando la Chiesa verso un radicale cambiamento.
Semplice, cordiale, pragmatico e allo stesso tempo un convinto riformatore. Che Papa Francesco fosse uno fuori dal comune lo si era capito già quando il 13 marzo, affacciandosi dal balcone di Piazza San Pietro salutò la folla con un “buonasera”. Come se quelle centinaia di migliaia di pellegrini non fossero lì apposta per lui e li stesse incontrando per caso, lungo la strada. L’uomo venuto dall’Argentina ha conquistato davvero tutti, i giovani in primis. Quando viene realizzato un sondaggio sul web in cui si chiede ai ragazzi chi sia il proprio eroe, ci si aspetta che in cima alla classifica si piazzino nomi come Cristiano Ronaldo o Johnny Depp. Eppure il più votato dalla rete con il 78% di preferenze è proprio lui, che svetta sugli sportivi Valentino Rossi e SuperMario Balotelli. Ma la grande sorpresa è che il più forte calciatore al mondo, Lionel Messi, si trova relegato in quinta posizione. Tuttavia Francesco e la Pulce non sono poi così dissimili, non solo per ragioni di nazionalità e per aver entrambi sconfitto importanti malattie (rispettivamente una polmonite e un grave disturbo ormonale).
Come Messi ha rivoluzionato il mondo del calcio con il suo gioco a tutto campo e il controllo di palla che ubriaca l’avversario, anche il suo connazionale ha portato una luce di novità, orientando la Chiesa verso un radicale cambiamento. Prima la scelta di rinunciare ai costosi paramenti, poi il rinnovo della Curia vaticana, il commissariamento dell’Ior per far finalmente chiarezza sulla natura del traffico di liquidità di una banca che per troppo tempo ha agito incontrollata, infine la lotta alla pedofilia. Ma ciò che davvero rende straordinario l’operato di Bergoglio, una vita tra i poveri della diocesi di Buenos Aires, sono le invettive dirette ai potenti del pianeta, le esortazioni alla gioventù e gli inviti al rispetto reciproco. Amare la vita e l’ambiente più che il denaro e il potere, non cedere allo sfruttamento economico e lottare sempre per le proprie idee. Le parole di Papa Francesco sono cariche di denuncia (“se calano gli investimenti delle banche è una tragedia, ma se la gente muore di fame non succede niente”) e di esortazione a non vedere il futuro alla stregua di una strada oscura e sconosciuta, ma come un’opportunità per cambiare il presente.
Mentre il fantasista del Barcellona unisce i tifosi di tutto il mondo (tranne, s’intende, quelli della malcapitata squadra avversaria) nell’entusiasmo di un tiro infilato nel sette, questo Papa riesce a catalizzare la voglia di cambiamento che si legge negli occhi dei giovani, che siano essi italiani, cinesi o brasiliani. Perché quando quel Messi in abito bianco parla dentro una chiesa o sulla spiaggia di Copacabana di fronte ad una folla di cattolici, non si rivolge solo a chi appartiene alla sua confessione ma a tutta la terra, dai bambini delle favelas ai potenti lobbisti, passando per i monaci tibetani e gli sciamani delle comunità animiste africane. È una dote comunicativa riscontrabile in ben pochi personaggi, come Gandhi, Martin Luther King e Nelson Mandela. Perché in fondo far amare il futuro è come giocare il tiqui-taca, la capacità bisogna averla nel sangue. Sono largamente d’accordo anche i lettori di Cogitoetvolo, che nel nostro sondaggio hanno eletto Francesco a personaggio ispiratore per il futuro con il 72% dei voti, a fronte del 13% che ha scelto l’opzione “mio padre” e di un pessimistico 6% che dichiara di non avere più fiducia nel domani. Debacle totale della politica, con Berlusconi, Grillo e Obama che insieme non vanno oltre il 9%. Piccola postilla per i leopardiani che vedono un avvenire oscuro, cui rispondo con una frase di Rocky Balboa: “La paura è come il fuoco, brucia nel corpo. Se tu riesci a controllarla, allora lei ti scalda. Se però è lei che controlla te, allora ti brucia, e brucia tutto ciò che ti circonda”. La morale? Va bene un po’ di sana inquietudine, ma la forza per cambiare sta solo dentro di noi. Perché la primavera viene solo quando arde il cuore.
Samuel Boscarello
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