Un nuovo anno in Comunità Proposta FMA

Domenica 2 ottobre è iniziato il nuovo anno in Comunità Proposta a Montebelluna.

«C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci; ma che cos'è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C'era molta erba in quel luogo. Si sedettero dunque ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì a quelli che si erano  seduti, e lo stesso fece dei pesci, finché ne vollero.  E quando furono saziati, disse ai discepoli:  «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». (Giovanni 6,9-12)

Ormai da quasi una settimana, è cominciata l’esperienza di comunità proposta a Montebelluna. Qualcuna di noi si è staccata per poco, per tornare a passare altro tempo e cuore in comunità. 
È cominciata nella semplicità di una merenda con la comunità di 12 suore in cui la CP vive. Domenica 2 ottobre, dopo la conclusione dell’incontro Faccia a Faccia, ci siamo ritrovate attorno ad un tavolo, con una tazza di thè, tra i sorrisi, gli sguardi e i ricordi dell’estate tipici della convivialità di una famiglia. 
Vi diciamo i nostri nomi perché, se ci conoscete, possiate anche vedere i nostri volti, se invece non ci conoscete possiate avere comunque un nome per cui pregare. Siamo Lara (Udine), Francesca (Porto Viro) e Sara (Lendinara), che già abbiamo vissuto un anno di esperienza. Quest’anno, in più, abbiamo due grandi fortune:
- Di aver potuto vedere una nostra compagna, Marjam, compiere il grande passo di entrare in postulato. Per noi è una bella testimonianza di passi possibili e di coraggio. A lei auguriamo la pienezza, la felicità che può tutto. 
- Di allargare la nostra casa a qualcun’altra: Monìca, dall’oratorio di Bacau e Petra, dall’oratorio di San Donà di Piave. A loro auguriamo di poter trovare le risposte che cercano, o le domande giuste da porsi.
Insieme, ci auguriamo di poter essere casa l’una per l’altra, aldilà e prima ancora delle pareti fisiche.
La verità è che non sappiamo che cosa ci riserverà quest’anno e, forse, non sappiamo ancora bene quali sono i nostri cinque pani e due pesci. Forse, non sappiamo nemmeno quanta gente può esserci da sfamare, ma quello che è certo è che c’è qualcuno, almeno uno, che si accorge di noi, che ci chiama, e che ci chiede di donare quello che siamo, anche se ci sembra poco. Siamo salde e aggrappate all’idea che nulla di noi andrà perduto e che anche la fatica del cammino, se offerta, sarà raccolta, sarà dono. È questo che ci hanno insegnato i passi in comunità proposta. È questo che speriamo di continuare a vivere e di testimoniare. 
 

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