Il Cardinale di Firenze invita i genitori ad essere “esempio di sobrietà televisiva”. «La TV esercita la sua influenza, positiva o negativa, specialmente sui minori la cui personalità è in via di formazione. Incide sulle loro inclinazioni, sulla loro affettività, sulle loro attitudini e capacità, sulle loro ansie e paure. Incide sul loro stesso comportamento, dato che, per naturale propensione, essi imparano guardando e imitando. √â insomma un potente mezzo di educazione o di diseducazione...».
del 01 gennaio 2002
[1] Vengo nella vostra casa con questa mia lettera per aiutarvi a convivere con quell’ospite fisso che è la televisione. Spesso un ospite assai ingombrante che occupa più di una stanza e rimane attivo per troppe ore al giorno. Per moltissime persone guardare la TV è l’occupazione quotidiana più lunga dopo il lavoro e il sonno. Il tempo medio dei bambini e dei ragazzi è di circa tre ore.
Non ci si accorge più quanto la TV sia entrata a far parte della vita e quanto condizioni l’ambiente familiare, le relazioni tra le persone, l’organizzazione del tempo, il modo di pensare e di guardare il mondo, le scelte e il comportamento. Essa riempie la mente di storie, di personaggi, di modelli, di scale di valori, di spot pubblicitari. Suggestiona fortemente attraverso sensazioni ed emozioni continue, a scapito della riflessione e della capacità critica. Si può dire che la nostra esperienza della realtà sia ormai diventata mista, in parte diretta e in parte mediatica.
La TV esercita la sua influenza, positiva o negativa, specialmente sui minori la cui personalità è in via di formazione. Incide sulle loro inclinazioni, sulla loro affettività, sulle loro attitudini e capacità, sulle loro ansie e paure. Incide sul loro stesso comportamento, dato che, per naturale propensione, essi imparano guardando e imitando. E’ insomma un potente mezzo di educazione o di diseducazione.
[2] Si deve riconoscere, insieme al Santo Padre, che i moderni media offrono «opportunità pressoché illimitate di informazione, di educazione, di arricchimento culturale e perfino di crescita spirituale»[1]. La TV offre programmi di informazione e di intrattenimento, consente di partecipare in diretta ai grandi eventi, fa sperimentare in certo modo il mondo come “villaggio globale”. Se poi alla TV si aggiunge il computer con il collegamento a Internet, si può disporre di un immenso libro multimediale, dove ognuno può leggere e può scrivere, dove si possono attingere le conoscenze di ogni genere, si possono scorrere i giornali, consultare i documenti, vedere i film, visitare i grandi musei, ascoltare la musica, creare le relazioni e gli scambi, fare gli acquisti e le prenotazioni.
Grandi sono dunque i vantaggi. Ma grandi sono anche i pericoli. L’uso eccessivo crea dipendenza psichica. Sottrae tempo prezioso ad attività importanti, all’incontro e al colloquio tra le persone, allo stare insieme, al giocare insieme, all’uscire insieme. Paradossalmente, mentre si estende il contatto con le cose, si rimane prigionieri della solitudine.
La TV dà una forte impressione di realtà. Spontaneamente si è portati a prestare fiducia: ciò che appare in TV esiste, ciò che non appare è come se non esistesse (vedi ad es. come sono ignorate le guerre e le guerriglie che in Africa da anni mietono vittime a milioni). Anche se ufficialmente tutte le opinioni sono presentate come equivalenti, di fatto ad alcune si dà più visibilità; di fatto sono privilegiati alcuni modelli di comportamento. Dio è assente o marginale nella quasi totalità dei programmi televisivi e perciò tende a diventare irrilevante anche nel pensiero e nel vissuto di molte persone. L’intrattenimento futile e il degrado etico presentato come normale (aggressività, violenza, omicidi, adulteri, incesti, mercificazione di cose e persone) spingono verso il basso il livello morale degli spettatori. E’ triste che una consistente percentuale di utenti sia interessata a visitare i siti pornografici di Internet. Si comprende perciò il monito preoccupato del Papa riguardo ai media che «hanno la capacità di arrecare grande danno alle famiglie, presentando loro una visione inadeguata e perfino distorta della vita, della famiglia, della religione, della moralità»[2].
All’inquinamento spirituale sono esposti soprattutto i bambini e gli adolescenti. Troppo spesso come valore supremo viene proposto loro il piacere e non l’amore, inteso come dono e aiuto agli altri, come vivere e crescere insieme, da cui scaturisce gioia vera e duratura. Facendo leva, sul naturale desiderio di onnipotenza, si inietta la persuasione che ciò che conta è il successo, il prestigio, il dominare, il comprare, il possedere, l’ottenere denaro come simbolo di riuscita personale. Si offrono modelli fatui da imitare; si eccita il desiderio di cose superflue e inutili da acquistare; si rende irrilevante ciò che è normale e sano. Si defraudano i piccoli della loro infanzia, introducendoli senza alcuna gradualità nel mondo affettivo e sessuale degli adulti. Si disorientano con il carosello delle opinioni contrastanti, mentre essi hanno bisogno di verità e di certezza.
[3] Carissimi genitori, con la lettera dell’anno scorso Educare in famiglia vi ho ricordato la vostra insostituibile missione educativa nei confronti dei figli e vi ho dato molti suggerimenti pratici, che vi invito a rileggere e a prendere in seria considerazione. Ora voglio aggiungere alcuni consigli per aiutarvi a guidare i vostri figli a un rapporto consapevole e sensato con i media, a un uso che sia, come raccomanda il Papa, «moderato, critico, vigile e prudente»[3].
E’ preferibile che le regole siano concordate con i figli. Ma, all’occorrenza, sappiate essere decisi e fermi, motivando le vostre scelte.
Limitate severamente la quantità di tempo dedicato alla televisione (ci sono altre cose importanti da fare: studiare, leggere, pregare, giocare, muoversi per non ingrassare …). Voi stessi date per primi l’esempio di sobrietà televisiva. Qualche volta è bene anche l’astinenza totale. Tenete a mente che spesso per i bambini la TV è solo un ripiego per riempire un vuoto: in realtà essi preferiscono intrattenersi con i genitori, divertirsi con gli amici, fare attività manuali, stare all’aria aperta.
Collocate la TV (e anche il computer) solo nelle stanze comuni della famiglia e non nella camera dei figli. Nei limiti del possibile cercate di guardare insieme con loro e di non lasciarli soli davanti al teleschermo, come invece troppo spesso succede. Durante la visione del programma, se lo trovate diseducativo, cercate di ridimensionarlo con qualche battuta, con ironia, prendendo in giro. Al termine di esso provate ad attivare il dialogo: Ti è piaciuto questo spettacolo? Perché? Sei d’accordo o no con quello che hanno detto e con il loro comportamento? Confrontate gli ideali proposti dai programmi televisivi con quelli della famiglia e fate notare la conformità o il contrasto.
Spiegate che lo schermo non è una finestra aperta direttamente sulla realtà, ma un filtro, una rappresentazione per immagini, un modo di raccontare storie. Un po’ come le vetrate istoriate. La foto in copertina riproduce una vetrata della nostra Cattedrale di Santa Maria del Fiore con “La Presentazione di Gesù bambino al tempio”, disegnata da Lorenzo Ghiberti. La luce, che giunge dall’esterno, viene filtrata dai vetri colorati e dà forma e splendore alle maestose figure, disposte intorno all’altare e concentrate sul piccolo Gesù. Reale è l’avvenimento tratto dal Vangelo di Luca; ma l’aspetto delle figure e la messa in scena sono invenzione dell’artista. In modo simile la TV ci offre un punto di vista parziale e artificiale. Si tratta di immagini elettroniche, costruite dagli operatori e selezionate dal regista. Ciò si verifica nella trasmissione diretta e a maggior ragione nella trasmissione registrata, frutto di una studiata operazione di montaggio. Dice il Papa che anche ai bambini molto piccoli si può insegnare che i media sono prodotti da persone che vogliono trasmettere messaggi, che invitano ad acquistare prodotti e a tenere comportamenti non buoni e dannosi per loro, che i bambini non devono credere tutto o fare quello che vedono[4].
La televisione può essere bugiarda: non tutto quello che dice è vero; non tutto quello che suggerisce è buono. Spesso i programmi sono pensati e realizzati per interessi commerciali o per motivi politici: chi ha il denaro o il potere impone i suoi punti di vista. Si può dire che la TV è una finestra aperta sul mondo; ma si tratta di un mondo, almeno in parte, ricostruito artificialmente.
Ai programmi diseducativi della TV è possibile rimediare anche con programmi alternativi, liberamente scelti. Videocassette, videoregistratori, canali satellitari e digitali offrono una gamma sempre più vasta di opportunità. Dopo aver goduto ciò che è davvero bello e significativo, i ragazzi saranno meno attratti da ciò che è banale o moralmente inaccettabile.
[4] Per ulteriori istruzioni e consigli, vi suggerisco alcune facili letture: E. Aceti, Finestre sul mondo, Città Nuova Ed. 2004; A.M. Valli, A noi la linea, Ares Ed. 1995.
Per i vostri figli potete chiedere alla scuola un percorso formativo di “Media education” e per voi stessi potete rivolgervi alla parrocchia perché sia organizzato qualche incontro sullo stesso argomento, secondo l’auspicio del Papa: le famiglie «spesso possono ritenere utile unirsi ad altre famiglie per studiare e discutere i problemi e le opportunità che emergono dall'uso dei media»[5]. Per questi incontri può essere utile la metodologia del teleforum su qualche programma televisivo opportunamente scelto oppure quella del cineforum su qualche film appropriato come i seguenti: Quiz Show (regia di Robert Redford, 1995) e The Truman Show (regia di Peter Weir, 1998).
Infine vi ricordo che, in presenza nella fascia dalle ore 7 alle ore 22,30 di programmi televisivi gravemente diseducativi (ad es.: violenza gratuita, pornografia, pesante volgarità), potete inoltrare entro trenta giorni una segnalazione precisa e motivata al Comitato di applicazione del codice di autoregolamentazione TV e minori presso il Ministero delle Comunicazioni mediante posta (Segreteria Tecnica del Comitato di applicazione Minori e TV, Ministero delle Comunicazioni, Viale America 201, 00144 ROMA), posta elettronica (comitato.minori@comunicazioni.it) o via fax (0654447515). Un consistente movimento degli utenti può condizionare i dirigenti e i programmatori. A tale scopo è senz’altro utile anche l’adesione all’AIART, associazione spettatori di ispirazione cattolica.
Carissimi genitori, accompagno con la mia preghiera e con la benedizione nel nome del Signore il vostro prezioso e difficile impegno educativo. Come Maria e Giuseppe nel mistero della presentazione al tempio offrirono il bambino Gesù al Padre celeste e lo misero a disposizione del suo disegno di salvezza, così anche voi possiate aiutare i vostri figli a riconoscere i segni dell’amore di Dio e a camminare sulla via tracciata da Gesù Cristo.
Ennio Card. Antonelli
[1] Giovanni Paolo II, Messaggio per la 38a Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2004, 2
[2] Giovanni Paolo II, ibid.
[3] Giovanni Paolo II, cit., 5; è una citazione della sua Esort. Ap. Familiaris Consortio 76
[4] cf. Giovanni Paolo II, ibid.
[5] Giovanni Paolo II, ibid.
card. Ennio Antonelli
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