Purtroppo viviamo in una società che ci ammorba e ci appiattisce, ci tappa le ali e ci omologa a tutto. Ci costringe a vivere da clonati, a perdere grinta, ad abbandonare sogni e progetti. Possiamo invece tornare ad innamorarci del bello, delle cose buone, a entusiasmarci del futuro nostro e dei nostri figli. Non c'è lunedì che tenga che ci faccia girare come zombi o venerdì che ci trovi distrutti. Abbiamo un motore nella vita che non perde colpi: la speranza.
del 21 novembre 2005
  - puntata n°8  - puntata n°8Di amore si muore, di speranza si vive
 
 
Un po’ di grinta nel fare il bene!  
(Luca 16, 1-8)  
 
I delinquenti mettono più testa nei loro affari di quanto faccia un buon padre di famiglia per la sua vita o un cristiano per la sua fede. Non vi è mai capitato di trovarvi a vivere qualche volta senza grinta?
Non dico annoiati, anche se talvolta la noia ci assale, ma sicuramente senza interesse, senza motivazioni; tirare a campare insomma senza lode e senza infamia. Per fortuna che viviamo di rendita e che tutte le mattine non dobbiamo stare seduti sulla sponda del letto a sfogliare la classica margherita petalo per petalo a dire vado oggi a lavorare o non vado, vado o non vado. Andiamo senza tante storie, anche con gli occhi a mezz’asta e non se ne parli più. Pensate invece ad un ladro che entusiasmo, che grinta ci mette nel progettare il suo furto o la sua rapina: si apposta di giorno e di notte, studia le mosse, fa le prove, rimanda, si apposta di nuovo, si impasticca magari per farsi coraggio e poi si butta, rischia; ne va della sua vita, della sua libertà. Pensiamo a chi tradisce la sua ragazza o il suo ragazzo, sua moglie o suo marito(anche se tra chi ascolta sicuramente non c’è nessuno di questo genere), cura ogni minimo gesto per evitare sospetti, inventa tutte le moine possibili per ingannare. Pensiamo allo spacciatore che si è fatto un paio d’occhi anche dietro la testa per non farsi scoprire. E tutto per un comportamento da delinquente, da becchino dell’amore o della vita degli altri.
Gesù pensava questo quando ha raccontato una semplice parabola. Un amministratore disonesto avendo paura di essere licenziato regala i soldi del suo padrone ai debitori così da averli dalla sua parte quando sarà licenziato. Gesù dice: i figli delle tenebre sono più furbi dei figli della luce. Purtroppo viviamo in una società che ci ammorba e ci appiattisce, ci tappa le ali e ci omologa a tutto. Ci costringe a vivere da clonati, a perdere grinta, ad abbandonare sogni e progetti. Possiamo invece tornare ad innamorarci del bello, delle cose buone, a entusiasmarci del futuro nostro e dei nostri figli. Non c’è lunedì che tenga che ci faccia girare come zombi o venerdì che ci trovi distrutti. Abbiamo un motore nella vita che non perde colpi: la speranza.
Di una speranza così ho bisogno anch’io.
Dove la trovo?
Mons. Domenico Sigalini
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