Gli stimoli per il rilancio del nostro Movimento sono molti, e ci aspetta un gran lavoro. Ora più consapevoli di come don Bosco sia un dono per ciascuno di noi, lasciamoci trascinare nella sua scia di santità per scrollarci di dosso quella “sindrome del passeggero” e assumere il nostro posto nella Chiesa come protagonisti attivi della sua missione.
del 16 marzo 2005
  
Gli “ingredienti 
Centoottanta giovani provenienti da tutta Italia (di cui una ventina dal Triveneto), diversi salesiani e suore responsabili delle dieci consulte MGS in cui è divisa l’Italia, cinque giorni di incontri, discussioni, lavori di gruppo, ascolto e condivisione, diverse testimonianze, il santuario della Madonna della Guardia presso Genova: questi, assieme a molto altro ancora, sono stati gli “ingredienti” che hanno costituito la Terza Assemblea Nazionale del Movimento Giovanile Salesiano dal 02 al 06 gennaio 2005.
Tema di questo incontro (come ben ricorderete dal precedente numero del Giovani per i Giovani) è stato “Chi(e)siamo”, ovvero l’appartenenza del nostro Movimento alla (e nella) Chiesa, una verifica del cammino fatto finora e uno stimolo per rilanciarlo nuovamente.
 
 
…all’interno della Chiesa
 
Riscoprire quindi il ruolo di ognuno di noi all’interno della Chiesa (prima ancora di appartenere al MGS siamo cristiani!), il fatto che siamo battezzati e che apparteniamo ad una comunità cristiana. E, ancora, cercare il Signore nella nostra vita di tutti i giorni, comprendere di fare parte di una grande famiglia, vedere e riscoprire le “affinità” tra il MGS e la Chiesa.
Punti difficili, a volte duri da capire, ma resi più facili dalla voglia di ogni partecipante di dare il proprio contributo, il proprio “mattoncino”, per la buona riuscita di questo raduno che si è tradotto nella creazione di un “Documento finale” a livello nazionale, in cui vengono esplicitate tutte le considerazioni, le affermazioni e le convinzioni che in quei giorni sono emerse da tutti i rappresentanti d’Italia del MGS.
 
 
I testimoni
 
Uno spazio congruo è stato riservato alle testimonianze: don Pier Fausto Frisoli, Regionale d’Italia e Medio Oriente per i salesiani, don Domenech e suor Mary Carmen, responsabili mondiali per la Pastorale Giovanile Salesiana, i coniugi Lorenzini, Zuccheddu e Borgione. Si è parlato di vita impegnata nella Chiesa con riferimenti anche al mondo del lavoro, alla famiglia e alla quotidianità. La riscoperta delle varie “sfaccettature” della Chiesa che è testimone, evangelizzatrice, liturgica e servizievole; l’importanza della Spiritualità Giovanile Salesiana come elemento fondamentale all’interno di molti movimenti cristiani così come l’apporto dei laici al fianco dei sacerdoti deve essere in un rapporto fraterno e allo stesso livello e non su due piani differenti.
 
 
I lavori
 
Una seconda parte è stata dedicata al confronto con altre realtà (Scout, Azione Cattolica, Acli) e alla conoscenza di come vivono la relazione con la Chiesa.
E infine una parte dedicata ai lavori di gruppo per condividere, discutere e “prendere posizione” riguardo i vari temi trattati e gli interrogativi che sorgevano: lavori misti svolti con vari giovani rappresentanti delle diverse realtà locali e con differenti esperienze, ma anche con la propria Ispettoria per una verifica del cammino fatto e trovare linea-guida per il futuro.
 
Il Documento Finale 
Tutto ciò ha contribuito alla creazione del “Documento Finale” dove alla base c’è la volontà di essere il volto giovane della Chiesa per continuare il sogno di don Bosco e mantenerlo vivo e presente nelle nostre realtà.
Sono state scelte alcune linee d’impegno per il cammino locale e territoriale del MGS e delle proposte da assumere in modo unitario e condiviso a livello nazionale.
Innanzitutto fare sempre più del Movimento un luogo di comunione attorno alla Spiritualità Giovanile Salesiana: quello che ci deve animare è uno stile di condivisione attraverso il coinvolgimento di tutte le realtà del mondo salesiano, la promozione del dialogo e la cura della comunicazione. La Consulta Nazionale può diventare un’occasione per condividere i cammini territoriali, confrontare e scambiare le esperienze locali di partecipazione agli organi ecclesiali, valorizzare maggiormente la presenza delle associazioni come espressione del MGS nella società civile e rinvigorire la comunicazione attraverso il sito web e altri potenziali strumenti.
In secondo luogo l’appartenenza ecclesiale deve avvenire mantenendo lo stile tipico del nostro carisma e valorizzando quelli che sono gli elementi essenziali: la Spiritualità Giovanile, il Sistema Preventivo, l’attenzione educativa soprattutto ai poveri, il cuore oratoriano. Essere nella Chiesa e nella Società civile in modo consapevole e responsabile qualificando la nostra presenza e portando il nostro carisma soprattutto negli organismi ecclesiali e civili attenti ai bisogni dei giovani. Vanno incoraggiati e sostenuti i giovani che scelgono l’impegno nel sociale e nell’ambito politico. Occorre ancora promuovere una mentalità di rete a tutti i livelli del movimento.
Infine ci vogliono giovani adulti che sappiano vivere scelte di impegno per la crescita del regno di Dio e per rigenerare la società attraverso l’educazione evangelizzatrice: c’è l’esigenza di promuovere un orientamento vocazionale più deciso elaborando delle proposte specifiche, rilanciando le Associazioni come luogo di impegno e riscoprendo la vocazione del salesiano cooperatore come scelta privilegiata di impegno laicale.
 
… e noi ?
 
Come MGS del Triveneto ci impegniamo a fare nostro il messaggio conclusivo dell’assemblea e abbiamo maturato alcune idee e prospettive da portare nelle nostre realtà salesiane.
Abbiamo sentito come ognuno di noi deve cercare di rimettere il Signore al centro, per “lasciarsi costruire” come parte dell’Unico Corpo ecclesiale. Per conformarsi a Gesù è necessario rapportarsi spesso con Lui, rifacendosi esplicitamente alla Spiritualità Giovanile Salesiana. La Chiesa va portata vicino ai giovani, soprattutto a quelli più deboli e poveri, e farla sentire una casa per loro, testimoniando in prima persona la nostra fede cristiana.
Abbiamo sperimentato la bellezza di far parte di “una famiglia” più ampia che è il Movimento Salesiano, che è la Chiesa arricchita di altri carismi e gruppi. É necessario far percepire maggiormente nei nostri oratori, scuole e gruppi di essere parte del Movimento valorizzando le occasioni per far conoscere la realtà salesiana e le proposte a livello ispettoriale.
Abbiamo voluto ribadire l’importanza di un impegno vocazionale per aiutare ciascun giovane a trovare il proprio posto nella Chiesa, valorizzando la scelta del Cooperatore e delle Associazioni Salesiane come possibile sbocco di impegno apostolico.
Abbiamo capito l’importanza di vivere le nostre realtà ecclesiali con forte senso di appartenenza, ma senza chiuderci nei nostri ambienti: la comunione va costruita con dedizione e costanza anche facendo dono del carisma di don Bosco, ricchezza per tutta la Chiesa.
 
 
Scrollarsi la “sindrome del passeggero”
 
Gli stimoli per il rilancio del nostro Movimento sono molti, e ci aspetta un gran lavoro. Ora più consapevoli di come don Bosco sia un dono per ciascuno di noi, lasciamoci trascinare nella sua scia di santità per scrollarci di dosso quella “sindrome del passeggero” e assumere il nostro posto nella Chiesa come protagonisti attivi della sua missione.
Michele Zecchin, Federica Consuma
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