"La responsabilità della VITA nella Chiesa non è di Papa Francesco, del tuo Vescovo o di qualche prete di buona volontà, ma è di tutti i battezzati nel Signore, quindi tua e mia!". L'omelia di questa Domenica scritta da don Gianni Ghiglione.
Domenica prossima in Piemonte si celebra la Solennità della Chiesa locale: ma che significa?
Siamo giunti al termine di un anno (liturgico) e l’insieme dei cristiani che vivono in un dato territorio desiderano ringraziare il Signore per il dono ricevuto: quello di essere stati chiamati a vivere insieme la stessa fede, sotto lo sguardo e la forza amorosa di Dio.
Nel Battesimo siamo stati inseriti in Gesù, uniti a Lui e abbiamo scoperto a poco a poco che non eravamo dei solitari, ma che la nostra fede in Gesù era condivisa da tanti altri. La Chiesa è proprio l’insieme di quanti in Piemonte, in Italia, nel mondo hanno fatto di Gesù il cuore della loro vita, il senso della loro esistenza.
Nella prima lettura Pietro ci dice che Gesù è LA pietra viva per eccellenza, quella che regge tutta la costruzione, la pietra più importante che un tempo fu scartata (Gesù fu condannato a morte!), ma ora è diventata preziosa davanti a Dio.
Anche i cristiani sono chiamati pietre vive! proprio come il Maestro!
Il termine pietra evoca durezza, solidità, capacità di reggere un peso, fondamento… L’uomo saggio di cui parla l’Evangelista Matteo costruisce la sua casa sulla roccia, sulla pietra! Ma legata all’immagine della pietra c’è anche l’idea di inerzia, di morte.
Ecco quindi il secondo termine: pietra viva! per costruire un edificio vivo, spirituale (animato dallo Spirito Santo). La Chiesa è questo edificio vivente, fatto di persone, che riconoscono Gesù come il loro Signore (pietra angolare!) e si sforzano di modellare la loro vita su quella del Maestro.
Il vangelo di Giovanni completa meglio l’idea della vita: il tralcio che prende la linfa e l’energia vitale dalla vite, rimanendo unito e legato alla vite. Così il cristiano è pietra viva nella misura in cui lascia circolare in se stesso la vita di Gesù.
Ma che cos’è questa linfa che dà vita? È l’amore di Gesù, che ha dato la sua vita per noi, fino all’estremo. Nel dono di sé, là dove è chiamato a vivere, il cristiano porta frutti buoni di bontà, di accoglienza, di servizio, di perdono…
Essere pietre vive oggi significa proprio questo: rendere presente Gesù con i segni dell’amore.
“Non c’è amore più grande di questo: dare la vita per colo che si amano!”
La solennità della Chiesa locale ha questo significato: ricordare a tutti la vocazione a essere pietre vive nella comunità cristiana e nella società civile, vivendo i valori del Vangelo, quelli che Papa Francesco ripropone con forza ogni giorno (cfr l’omelia riportata qui di seguito).
Per fare questo occorre l’unione con la Vite, con Gesù, che significa vivere la preghiera, ascoltare e meditare la Parola di Dio, partecipare all’Eucarestia (momento culmine che dà vita alle pietre che siamo noi! perché portino frutti di vita), chiedere perdono nella riconciliazione…..
Comprendi allora che la responsabilità della VITA nella Chiesa non è di Papa Francesco, del tuo Vescovo o di qualche prete di buona volontà, ma è di tutti i battezzati nel Signore, quindi tua e mia!
Di qui l’importanza di pregare perché questa consapevolezza si diffonda e perché le pietre diventino sempre più vive e feconde di vita. La Chiesa anche oggi ha bisogno di purificazione per diventare quello che è! Ti riporto una omelia di Papa Francesco di qualche giorno fa: non ha bisogno di commenti. Prega perché noi cristiani diventiamo pietre VIVE!!!
don Gianni Ghiglione
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