Gli studiosi hanno evidenziato come la generosità, o anche il solo pensiero di compiere un'azione gratuita nei confronti di qualcuno, aiuti la persona a sentirsi felice...
del 02 ottobre 2017
Gli studiosi hanno evidenziato come la generosità, o anche il solo pensiero di compiere un’azione gratuita nei confronti di qualcuno, aiuti la persona a sentirsi felice...
Chi non vuole essere felice? Questo desiderio, oggi sempre più irrealizzato, forse è raggiungibile in maniera più facile di quanto comunemente si pensa.
A dirlo è una nuova ricerca condotta da un gruppo di neuroeconomisti, guidati dal professor Philippe Tobler del Laboratory for social and neural systems research dell’Università di Zurigo: gli studiosi hanno evidenziato come la generosità, o anche il solo pensiero di compiere un’azione gratuita nei confronti di qualcuno, aiuti la persona a sentirsi felice, a provare un «warm glow», un «caloroso bagliore».
Nella ricerca sono state coinvolte cinquanta persone, suddivise in un gruppo che avrebbe compiuto un’azione generosa e in un gruppo che invece non avrebbe fatto nulla per il prossimo. «Lo studio – si legge su Il Corriere della Sera – si è concentrato su tre aree diverse: la giunzione temporoparietale (che elabora il comportamento altruistico e la generosità), lo striato ventrale (correlato alla sensazione di felicità), e la corteccia orbitofrontale(che valuta i pro e i contro quando si prende una decisione). […] Chi aveva promesso di tenere un comportamento generoso aveva avuto una maggiore attivazione sia dell’area altruistica che di quella correlata alla sensazione di felicità, dimostrando che basta anche solo questo tipo di intenzione a generare una condizione di benessere psicologico, rinforzato poi dal reale comportamento generoso».
Insomma, la ricerca pare aver risposto all’annosa domanda «Vuoi essere felice?»: basta essere generosi e altruisti.
D’altronde, non è che sia stato scoperto chi sa cosa: molti sanno, per esperienza diretta e quotidiana, che l’essere felice è legato alle relazioni che si intessono con gli altri e che questa sensazione positiva, che riempie e sostiene, aumenta all’aumentare della gratuità con cui ci si pone nei confronti degli altri. Perché, è chiaro, se si aspetta che sia il prossimo a fare il primo passo e a comportarsi come noi vorremmo, non se ne esce.
In ottica confessionale, Colui che conosce l’uomo meglio di tutti, aveva detto già detto tutto questo molti anni fa: «Date e vi sarà dato».
Teresa Moro
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