Continua il nostro viaggio alla scoperta degli Obiettivi del Millennio, gli otto goal che molti paesi del mondo si sono impegnati a realizzare entro il 2015...
del 27 luglio 2007
Durante il Corso Animatori di Udine ho avuto la fortuna di pranzare con Lorenzo, un ragazzo di 15 anni coi capelli rossi e gli occhi azzurri: si parlava del pi√π e del meno, di passioni e di scuola.
Sul più bello, il mio amico mi dice: “Sai perché ho scelto di fare il Liceo Scientifico? Perché secondo me c’è un modo di sconfiggere le malattie, tipo l’AIDS… e io voglio dare una mano a scoprirlo”. Io rimango lì, con gli occhi strabuzzati e la forchetta a mezz’aria, a guardare stupita questo ragazzo con idee tanto chiare e tanto decise. E in mente mi passano in un flash una miriade di pensieri: l’ammirazione per il mio giovane interlocutore, la superficialità del dire “è perché sei giovane…ti illudi”, la vergogna di non sapere praticamente nulla di ciò che capita fuori dal mio raggio di interesse e dal mio giro di conoscenze, l’improvvisa preoccupazione perché ho realizzato di essere in ritardo con la consegna del mio articolo.
E ho pensato che a sentir parlare di missioni e di paesi poveri, si avverte ormai un senso di pesantezza, di indifferenza. Tutto ciò che succede fuori dalle porte di casa nostra non ci interessa più, a maggior ragione se si tratta di problemi che sussistono in zone distanti migliaia di chilometri dal nostro uscio. Il desiderio di “ mondialità” occupa il nostro cuore appena il tempo di sentirci indignati per le condizioni di vita in cui vivono milioni di persone nel mondo, o il tempo di una missione estiva.
Che senso ha fermarsi a riflettere su questi obiettivi del Millennio, decisioni prese da persone che stanno molto più in alto di noi per persone che vivono così distante da noi?
Per quanto ci si possa sentire impotenti, indifferenti, lontani fermarsi a riflettere su questi argomenti ci offre degli spunti per la nostra vita concreta di giovani-italiani- medi:
1.        IN CHE MONDO VIVI? Ti informi, sai quello che capita nel mondo?
2.       COSA FAI? Se è pur vero che pochi possono concretamente fare qualcosa, sei consapevole che tu puoi aiutare il mondo anche solo impegnandoti nello studio, dando il tuo contributo in base alle tue capacità?
3.       DOVE SEI? Partecipi a quello che capita nel mondo, a quello che capita tutto intorno a te? In classe, in compagnia, in gruppo…dove sei? Sei attivo o vivi come un mollusco?
 
Non dubitare mai che un piccolo gruppo di cittadini convinti ed impegnati possa cambiare il mondo: è l’unica cosa che è sempre successa. (Margaret Mead)
 
Mi rifiuto di sedermi e stare a guardare con le mani in mano la mia generazione andare in pezzi. Ho intenzione di fare la differenza…e tu? (Una ragazzina di 15 anni dello Zimbawe)
 
Dopo queste piccole puntualizzazioni, eccoci allora a scoprire quali sono gli Obiettivi 5 e 6, dopo aver parlato dei primi quattro nei precedenti numeri.
 
 
OBIETTIVO 05 :MIGLIORARE LA SALUTE MATERNA
Se negli ultimi due decenni molti altri indicatori di salute sono migliorati, pochi risultati sono stati raggiunti, invece, per diminuire il numero di decessi legati a complicazioni insorte con la gravidanza o il parto: ogni anno, oltre mezzo milione di donne muore per cause legate alla gravidanza o al parto e queste morti avvengono in Africa sub-sahariana con una frequenza 100 volte superiore a quanto non avvenga nei Paesi ricchi.
I dati del Rapporto delle Nazioni Unite calcolano che ogni minuto, nei paesi in via di sviluppo, una donna muoia per cause legate alla gravidanza o al parto. Sono 1400 donne ogni giorno, oltre 500.000 ogni anno.
Una ogni sedici: è la percentuale di donne africane che muoiono a causa di complicazioni insorte con la gravidanza o con il parto.
Una ogni 3700: è la percentuale di donne nordamericane che muoiono a causa di complicazioni insorte con la gravidanza o con il parto.
Ogni anno, oltre un milione di bambini restano orfani di madre per queste cause. Questi bambini muoiono prima del secondo anno di vita con una frequenza da tre a dieci volte superiore ai bambini che hanno entrambi i genitori.
Nel mondo, solo il 62% dei parti viene assistito da personale qualificato.
Il  traguardo che ci si pone è di ridurre di tre quarti, tra il 1990 e il 2015, il tasso di mortalità materna. ottenuto attraverso un’adeguata assistenza medica.
 
OBIETTIVO 06: COMBATTERE L’HIV/AIDS, LA TUBERCOLOSI, LA MALARIA E LE ALTRE MALATTIE.
 
Ogni giorno pi√π di 10 milioni di bambini muoiono di malattie che potrebbero essere prevenute.
Negli ultimi vent'anni, l'HIV/AIDS è stato il fenomeno che ha avuto l'impatto più devastante sulle politiche di sviluppo. I primi casi sono stati identificati nei primi anni Ottanta. Già nel 1990 erano state infettate circa 10 milioni di persone. Oggi, nel mondo, circa 42 milioni di persone hanno contratto l'HIV/AIDS: 39 milioni vivono nei Paesi poveri.
Questa malattia non toglie soltanto vite, ma colpisce duramente la capacità lavorativa di un Paese: solo nel 1998 lo Zambia ha perso a causa dell’ HIV/AIDS 1.300 insegnanti, due terzi di quanti vengono formati ogni anno. I Paesi africani più gravemente colpiti rischiano di perdere entro il 2020 oltre un quarto della propria forza lavoro.
Nell’affrontare l’HIV/AIDS è necessaria una forte leadership per superare l’inerzia istituzionale e affrontare i problemi sociali che alimentano l’epidemia, tra cui la discriminazione e i rapporti di potere diseguali fra uomini e donne . La percentuale di donne affette da HIV/AIDS è aumentata considerevolmente dal 41% nel 1997 al 50% alla fine del 2002.
E’ inoltre necessario affrontare i problemi dei sistemi sanitari disorganizzati, compressi e dolorosamente sotto-finanziati: aumento del numero di cliniche e professionisti sanitari, nuovi sistemi di distribuzione e di stoccaggio dei farmaci, una migliore formazione dei lavoratori sanitari e delle comunità di assistenza.
Il traguardo che ci si pone è di arrestare, entro il 2015, e invertire la tendenza alla diffusione dell’HIV/AIDS.
Links utili: www.millenniumcampaign.it             www.volint.it
Francesca Marcon
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