Panciotti patriottici
In quei giorni venne a disturbare pesantemente la nostra vita un fatto strano. Si voleva che il nostro povero Oratorio prendesse parte alle manifestazioni pubbliche che si ripetevano nei quartieri della città e nei paesi sotto il nome di « feste nazionali ». Chi vi prendeva parte e voleva dimostrare pubblicamente il suo amor patrio, si divideva i capelli sulla fronte e se li lasciava cadere inanellati sulle spalle, indossava un panciotto attillato e variopinto, poneva sul petto una coccarda azzurra e una medaglia, impugnava la bandiera tricolore. Così abbigliati si partecipava ai cortei cantando inni all'unità della nazione.
Dialogo con il marchese
Il marchese Roberto d'Azeglio, principale promotore di quelle manifestazioni, ci fece un invito formale perché vi partecipassimo. Rifiutai, ma ciò nonostante ci procurò tutto quello che occorreva perché potessimo fare la nostra bella figura. In Piazza Vittorio era preparato un posto per noi accanto a tutti gli istituti di Torino.' Che fare? Rifiutare era come dichiararsi nemico dell'Italia. Acconsentire significava accettare certi principi che io consideravo molto pericolosi.
- Signor marchese - risposi al d'Azeglio - questo non è un istituto, ma una famiglia. I giovani che si raccolgono nella mia casa non sono un ente morale. Mi farei prendere in giro se presentassi come mia un'opera che invece è affidata alla carità cittadina.
- Proprio per questo lei deve intervenire. La carità pubblica deve sapere che quest'opera non è contraria alle istituzioni moderne. Ciò vi farà del bene. Aumenteranno le offerte. Il Municipio e io stesso saremo generosi nei vostri riguardi.
- Signor marchese, è mio fermo sistema tenermi fuori da ogni cosa che si riferisce alla politica. Mai in favore, mai contro. - Che cosa vuol fare allora?
- Fare tutto il bene possibile ai ragazzi abbandonati. Adoperare tutte le forze perché diventino buoni cristiani di fronte alla religione e onesti cittadini in mezzo alla società civile.
- Capisco ciò che vuol dire. Ma lei si sbaglia. Se persiste in questo principio sarà abbandonato da tutti, e la sua opera diverrà insostenibile. Bisogna scrutare il mondo, conoscerlo, e rendere le istituzioni antiche e moderne adeguate ai tempi.
- La ringrazio della sua buona volontà e dei consigli che cerca di darmi. Mi inviti a qualche cosa dove il prete possa esercitare concretamente l'amore del prossimo, e mi vedrà pronto a sacrificare tutto ciò che possiedo, anche la vita. Ma io voglio essere ora e sempre estraneo alla politica.
Quell'uomo celebre e potente se ne andò senza essere riuscito a farmi cambiare parere. D'allora in poi non ebbe più relazioni con noi. Anche molti laici ed ecclesiastici, dopo di lui, mi abbandonarono. Dopo il fatto che adesso narrerò, rimasi praticamente solo.
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