3° TAPPA: sussidio on-line su Charles de Foucauld

Avere veramente la fede. La fede che ispira tutte le azioni. Questa fede nel soprannaturale che dappertutto ci fa vedere soltanto lui, che toglie al mondo la maschera e mostra Dio...

3° TAPPA: sussidio on-line su Charles de Foucauld

da Teologo Borèl

del 25 settembre 2005

Terza tappa

 

Il libro che Charles scrisse sulla sua impresa, Reconnaissance au Maroc («Ricognizione in Marocco»), ottenne un grande successo, anche letterario.

A fine impresa, egli si sentì, comunque, in dovere di ravvoltolarsi nel fango, moralmente, ancora per qualche settimana, ma ormai l’inquietudine gli aveva preso il cuore.

Aveva quasi deciso di convertirsi all’islamismo e di farsi musulmano, ma decise di passare prima qualche giorno in famiglia.

C’era una sola persona al mondo per la quale Charles aveva sempre provato un affetto profondo, e quasi venerazione (e la proverà per tutta la vita): una cugina un po’ più vecchia di lui, che gli aveva voluto bene fin da quando era un bambino; l’unica che in tutti quegli anni non lo aveva mai condannato, benché fosse spiritualmente molto religiosa e delicata. Ed era l’unica donna che gli ispirasse un sentimento di assoluta purezza.

Fu lei, Maria de Bondy, a sconsigliarlo da un matrimonio che stava quasi per accettare passivamente, pur di uscire dalle sue tristezze.

Decise di accettare per alcuni giorni l’ospitalità della cugina, e, per la prima volta, scoprì che anche tra i cristiani c’erano credenti che adoravano Dio con dignità e con tutto il cuore, mostrando un’umanità incredibilmente attraente.

Si decise anche a leggere qualche libro diverso da quelli a cui era abituato e, in alcune pagine di Bossuet, scoprì nuovamente dignità e bellezza: tutto era così lontano e diverso da quelle pagine derisorie e vuote che gli avevano fatto perdere la fede!

Casa Bondy era frequentata da un convertito che s’era fatto prete ed era vicario parrocchiale alla chiesa di S. Agostino: l’Abbé Huvelin che portava sul volto i segni della sua ricerca e della sua fede. Charles l’aveva conosciuto e apprezzato, ma non credeva che l’incontro potesse rivelarsi determinante.

Un giorno, però, passando davanti alla chiesa di S. Agostino, si sentì spinto ad entrare e oltrepassò quella soglia col cuore che quasi gridava: «Mio Dio, se esisti, fa’ che io ti conosca!».

 

 

Dai suoi scritti...

 

Avere veramente la fede. La fede che ispira tutte le azioni. Questa fede nel soprannaturale che dappertutto ci fa vedere soltanto lui, che toglie al mondo la maschera e mostra Dio in tutte le cose, che fa scomparire ogni impossibilità, che rende prive di senso parole come inquietudine, pericolo, timore, che fa camminare nella vita come un bambino attaccato alla mano della mamma, con una calma, una pace, una gioia profonde che pongono l’anima in uno stato di distacco assoluto da ogni cosa sensibile di cui essa vede chiaramente il nulla e la puerilità, che dà un’immensa fiducia nella preghiera, la fiducia del bambino quando chiede una cosa giusta al babbo, che dà lo spirito di preghiera mettendo l’anima in comunione continua con Dio che vede sempre presente; questa fede la quale, come dice il Signore a santa Teresa, ci mostra che «al di fuori delle azioni gradite a Dio tutto è menzogna»; questa fede, la quale ci fa vedere tutto sotto un’altra luce: gli uomini come immagini di Dio, che bisogna amare e venerare come ritratti del Beneamato e ai quali bisogna fare tutto il bene possibile, e le altre creature come cose che devono tutte quante, senza eccezione, aiutarci a procurarci il cielo, lodando Dio per esse, servendoci di esse o privandoci di esse; questa fede che, lasciandoci intravedere la grandezza di Dio, ci rende percettibile la nostra piccolezza; questa fede che ci fa intraprendere senza esitare, senza vergognarci, senza temere, senza mai indietreggiare, tutto ciò che è gradito a Dio. Purtroppo questa fede è così rara! Mio Dio, concedimela! «Mio Dio, io credo, ma aumenta la mia fede!»

 

Sì, Gesù basta: dove c’è lui non manca nulla. Per quanto cari siano coloro nei quali brilla un suo riflesso, lui solo è il Tutto nel tempo e nell’eternità. Siamo ben fortunati ad avere un Tutto che nulla ci può togliere e che sarà sempre nostro, purché non lo abbandoniamo noi stessi.

 

ë Per la preghiera personale:   Mio Dio, se esisti, fa’ che io ti conosca!

    s Una domanda per la tua riflessione:  Sono in ricerca continua di Dio o mi sento un “arrivato”?

 

 

Redazione GxG

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