5. Espressioni ed echi dell'attività di Don Bosco

In ogni pagina ebbi sempre fisso quel principio: illuminare la mente per rendere buono il cuore...

5. Espressioni ed echi dell'attività di Don Bosco

da Don Bosco

del 11 gennaio 2007

TESTI

 

 

Dalla 'Storia sacra' (1847)

 

        PREFAZIONE

 

 Al primo annunzio di un novello corso di Storia Sacra dirà taluno essere questa fatica affatto inutile, trovandosi nello svariato numero di edizioni e di autori già onde soddisfare ogni condizione di persone. Lo stesso pareva anche a me; ma postomi a farne l’esame ne fui disingannato; perciocchè fatta eziandio astrazione che molte di queste Storie sono troppo voluminose o troppo brevi, dico solamente che alcune per lo sfoggio di concetti e di frasi tolgono la dolcezza del semplice e del popolare de’ libri santi; altri ommettono quasi interamente la cronologia, di modo che il lettore a stento potrà accorgersi se ciò che legge si approssimi alla creazione del mondo oppure alla venuta del Messia. Quasi in tutte poi ritrovansi parecchie maniere di parlare atte a destar men puri concetti nelle mobili e tenere menti de’ giovanetti.

 Io dunque mi studiai di compilare un corso di Storia Sacra, il quale mentre contiene tutte le notizie più importanti de’ libri sacri senza pericolo di risvegliare idee meno opportune si potesse presentare ad un giovinetto qualunque con dirgli: prendi e leggi. A fine di riuscire in questo narrai ad un numero di giovani di ogni grado tutti ad uno ad uno i fatti della Sacra Bibbia, notando minutamente quale impressione faceva in loro il racconto e quale effetto produceva di poi.

 Questo mi servì di norma per ommetterne alcuni, accennarne appena alcuni altri, ed esporne altri colle relative circostanze. Ebbi pure sott’occhio molti ristretti della storia, ed estrassi da ognuno quello che mi parve conveniente, trascrivendo anche in disteso più cose che trovai chiaramente e degnamente esposte.

 Per quanto appartiene alla cronologia io mi attenni a quella del P. Calmet, eccettuate alcune piccole variazioni, le quali da alcuni moderni critici sono richieste.

 In ogni pagina ebbi sempre fisso quel principio: illuminare la mente per rendere buono il cuore, e (come si esprime un valente maestro 1) di popolarizzare quanto si può la scienza della Sacra Bibbia, che è il fondamento della nostra Santa Religione, mentre ne contiene i dogmi e li prova, onde riesca poi facile dal racconto sacro far passaggio all’insegnamento della morale e della religione, motivo per cui niun altro insegnamento è più utile ed importante di questo. Siccome però da più saggi maestri s’inculca,2 che la Storia Sacra venga insegnata col sussidio delle carte figurate rappresentanti i fatti, i quali ad essa si riferiscono, così a questo venne provveduto coll’inserire varie incisioni concernenti a’ fatti più luminosi.

 La Storia è divisa in età; e queste sono ripartite in capitoli a forma di dialogo; metodo, secondo me, il più facile, perchè un racconto qualunque possa essere dalla mobile mente di un giovine capito e ritenuto.

 Se questa mia qualsiasi fatica sarà a taluno giovevole, ne renda gloria a Dio per cui unicamente fu intrapresa.

 

 

 

Bibliografia+

 

 

 LETTERA

 

D’un maestro di scuola sopra la Storia Sacra per uso delle scuole, compilata dal Sacerdote BOSCO.

 

 

        AMICO E COLLEGA CAR.mo

 

    Nella vostra lettera delli 31 dicembre 1847 mi chiedevate di esternare il mio sentimento intorno alla Storia Sacra del Sacerdote Bosco, la quale volete introdurre nella vostra scuola. Sebbene di poco peso sia il mio giudizio tuttavia come a persona amica dirò quello, mi pare dopo di averne fatta attenta lettura. Io non conosco quel Sacerdote, se non pel molto bene che ho inteso farsi da lui nel sacro ministero e per vari suoi pregiati scritti. Egli totalmente occupato per la gioventù spiegò ad un numero di giovani tutta intera la Storia Sacra ripartita ne’ giorni festivi, ne notava l’impressione che faceva nella tenera mente del suo uditorio, quindi recandosi al tavolino cangiava, allungava, meditava tutto ciò che non faceva pel suo scopo, e riuscì a ridurre in compendio la Storia Sacra, che io chiamerei veramente operosa.

 Imperciocchè oltre lo stimolo alla virtù e l’aborrimento del vizio che scorgesi in ogni pagina, si vede che l’uomo dabbene deve unire alla virtù il lavoro. Quindi fa brillare un Noè che uscito dall’arca si mette a coltivar la terra. Abramo pacifico, caritatevole ed obbediente. Isacco colla sua famiglia lavora indefesso per sostenersi. I figliuoli di Giacobbe pascolano il gregge. Rut spigola nel campo. David visita i suoi fratelli. Abacuc porta il pranzo a’ mietitori nella campagna. E così progredendo il lettore resta convinto ch’egli è nato pel lavoro, per rispettar ogni autorità, odiar il vizio ed i viziosi, e amare la virtù. La dicitura è popolare, ma pura ed italiana, è in forma di dialogo per cui il ragazzo capisce subito quanto legge. È ornata di analoghe incisioni, la qual cosa eccita molto la curiosità de’ giovanetti, ed aiuta a fermare la memoria sui fatti veduti in figura. Onde vi dico che fate benissimo d’introdurla nella vostra scuola, come io stesso ho già fatto. I miei scuolari vanno a gara per averla nelle mani, e la leggono con ansietà e non rifiniscono di presentarla ad altri e di parlarne, chiaro segno che la capiscono.

 Voi mi accennavate la Storia del Can. Schmid, ma comunque sia quest’opera pregevole, non può tener posto di Storia Sacra. Credo che vi ricordiate ancora che lo scorso autunno il Professore Danna diceva che la Storia Sacra dev’esser preceduta da un cenno, che n’indichi l’eccellenza divisa per epoche, e queste ridotte in capitoli a forma di dialogo. Tutto questo manca nello Schmid. Osservo inoltre che quest’autore racconta più cose non esistenti nel Sacro testo, come vi farò osservare nel primo nostro abboccamento. Ciò poi ch’imbroglia di più si è che manca di cronologia, senza cui il lettore non si accorge se legga cose vicine alla creazione del mondo, o prossime alla venuta del Messia, in fine lo Schmid ha solo tratti della Sacra Bibbia, i quali per lo più estendendosi a più pagine, non sono adattati alla brevità voluta da’ maestri elementari per l’educazione della gioventù. Questi inconvenienti sono affatto esclusi dalla Storia Sacra che vi ho proposta, per la cui opera applico il bell’encomio che del medesimo autore fu stampato ne’ pubblici giornali intorno ad una Storia ecclesiastica, destinata altresì per la gioventù. 'Il periodo scorre schietto e facile, la lingua è pura, dappertutto poi è sparsa un’unzione che dolcemente commove ed alletta al bene'. Questo prezioso libretto è uscito da tipi di Speirani e Ferrero; l’edizione è economica quantunque ornata d’incisioni. Comunicate questo mio sentimento ai nostri amici, e fatene quella stima che volete, purchè mi abbiate sempre.

 

    Il 2 febbraio 1848.

 

Affez.mo Sac. M.G.1  

 

 

 

Dalla 'Storia sacra' (1853)

 

 

 PREFAZIONE

 

       L’intraprendere un nuovo corso di Storia Sacra parrà certamente a taluno una fatica inutile, mentre ne esistono già tanti da poter soddisfare ogni condizion di persone. Così pareva anche a me; ma postomi a far l’esame di quelli, che vanno più per le mani di tutti, ne fui disingannato; perciocchè fatta eziandio astrazione, che molte di queste storie sono o troppo voluminose, o troppo brevi, alcune per far sfoggio di concetti e di frasi perdono la dolcezza del semplice e del popolare dei Libri Santi: altre ommettono quasi interamente la cronologia, di modo che l’inesperto lettore può difficilmente capire a qual’epoca appartenga il fatto che legge, se più si approssimi alla creazione del mondo, oppure alla venuta del Messia. Quasi in tutte poi, anche in quelle destinate alla gioventù, s’incontrano certe espressioni, che possono destare men puri concetti nelle mobili e tenere menti dei giovanetti.

 Indotto da queste ragioni mi proposi di compilare un corso di Storia Sacra, che contenesse le notizie più importanti de’ libri sacri, e si potesse presentare ad un giovanetto qualunque senza pericolo di risvegliare in lui idee pericolose o meno opportune. A fine di riuscire in questo divisamento narrai ad un numero di giovani d’ogni grado ad uno ad uno i fatti principali della Sacra Bibbia, notando attentamente quale impressione facesse in loro quel racconto, e quale effetto producesse di poi.

 Questo mi servì di norma per tralasciarne alcuni, accennarne appena alcuni altri, ed esporne altri con più minute circostanze. Ebbi pure sott’occhio molti compendii della Sacra Istoria ed estrassi da ognuno quello, che mi parve più conveniente.

 Per quanto appartiene alla cronologia io mi attenni a quella del Padre Calmet, eccettuate alcune piccole variazioni, le quali da alcuni moderni critici sono rilevate necessarie.

 In ogni pagina ebbi sempre l’occhio allo scopo di illuminare la mente per rendere buono il cuore, e come si esprime un valente maestro1, popolarizzare quanto più si può la scienza della Sacra Bibbia.

 Il fine provvidenziale de’ Sacri Libri essendo stato di mantenere negli uomini viva la fede nel Messia promesso da Dio dopo la caduta di Adamo; anzi tutta la Storia Sacra dell’Antico Testamento potendosi dire una costante preparazione a quell’importantissimo avvenimento, volli in modo speciale notare le promesse e le profezie riguardanti al futuro Redentore.

 Per seguire poi il parere di saggi maestri,2 che raccomandano d’insegnare la storia col sussidio delle carte figurate rappresentanti i fatti, i quali ad esse si riferiscono, ho fatto inserire varie incisioni concernenti i fatti più luminosi.

 La Storia è divisa in età; e queste ripartite in capitoli, i quali sono pure divisi in numeri progressivi, che indicano la materia in ciascuna parte del capitolo contenuta. L’esperienza suggerì essere questo il modo più facile perchè un racconto qualunque possa essere dalla mente di un giovine capito e ritenuto. L’esperienza ha pur fatto conoscere, che i ragazzi sono spesso incagliati perchè molti nomi di luoghi e città menzionati nella Storia Sacra non si vedono più nelle carte Geografiche d’oggidì. Perciò in questa seconda edizione mi sono adoperato di compilare un piccolo dizionario, in cui i nomi antichi sono confrontati coi moderni: con questo mezzo parmi debba essere cosa facile il ravvisare i nomi antichi in qualsiasi carta Geografica.

 Lo studio della Storia Sacra mostra l’eccellenza sua da se stesso, e non ha bisogno di essere raccomandato, giacché la Storia Sacra è la più antica di tutte le storie, è la più sicura, perché ha Iddio per autore; è la più pregevole, perché contiene la Divina volontà manifestata agli uomini; è la più utile, perché contiene e prova le verità di nostra Santa Religione. Nessuno studio adunque essendo di questo più importante, non ve ne deve essere veruno più caro e prezioso a chi ami davvero la sua Religione. Se questa mia qualunque siasi fatica sarà a taluno giovevole, ne sia resa gloria a Dio, pel cui onore fu da me unicamente intrapresa.

 

 

NOTE:

24-27 'I modelli della Storia sacra per uso delle scuole (1847) non saranno tanto i commentari del Tirino o del Calmet o del Martini (di cui però tiene sott’occhio la versione), ma ancora i libriccini del Loriquet e, soprattutto, la Storia del popolo ebreo compendiata dal prof. Francesco Soave C.R.S. ad uso delle scuole d’Italia e la Storia Sacra del sacerdote Cipriano Rattazzi, che imita la fortunata Storia del Vecchio e Nuovo Testamento ossia della Bibbia Sacra con riflessioni morali del Le Maître de Sacy o Royaumont, edita da un altro tipografo amico di don Bosco, Giambattista Paravia' – P. STELLA, Don Bosco nella storia della religiosità cattolica,vol. I, p. 231.

29 P. CALMET Antoine, Dom Augustin, benedettino (1672-1757), uno degli esegeti più fecondi e stimati del sec. XVIII, autore tra l’altro di un Commento letterale dell’Antico e del Nuovo Testamento, in 23 vol. (1707ss), di un Dizionario storico, critico, cronologico, geografico e letterale della Bibbia (1719) e di una Storia sacra dell’Antico e del Nuovo Testamento (1718). Nel Dizionario si trova una classica Table chronologique générale de l’Histoire de la Bible. – 'Datomi pertanto alla lettura del Calmet, Storia dell’Antico e Nuovo Testamento (...)' – MO 110.

31-32 'I fatti (...) poi che mi parvero più teneri, e commoventi gli ho trattati più circostanziatamente, affinché non solo l’intelletto venga istruito, ma il cuore eziandio provi tali affetti da rimanerne non senza gran giovamento spirituale compreso' – Storia ecclesiastica, prefazione, p. 10, OE I 168. – 'Convinto egli del grande principio educativo, doversi cioè illuminare la mente per rendere buono il cuore, tutta aggirò la narrazione su questo perno' – G. RAMELLO, rec. della Storia ecclesiastica, in 'L’Educatore Primario' 1 (1845) N. 34, 10 dic., p. 576.

32-33 'I giornali tengono nelle presenti condizioni un posto loro proprio, che i tempi e le abitudini non solo, ma più ancora i bisogni della scienza loro affidarono; perché hanno un tale uffizio di presentare suddivisa la scienza, e darla quasi a tenui dosi, o come oggi si direbbe, popolarizzarla' – Sac. Agostino FECIA, Introduzione al N.1 de 'L’Educatore Primario' 1 (1845), 10 genn., p.1.

1 Sac. Feccia [= Fecia] nell’Educatore primario, prog. Agostino FECIA, sacerdote, n. a Biella nel 1803, m. a Torino nel 1876, fu fecondo autore di testi per l’apprendimento della lingua italiana e fondatore-direttore de L’Educatore Primario. Giornale d’educazione ed istruzione elementare (1845-1846) poi L’Educatore. Giornale di educazione ed istruzione (1847-1848). Nella seconda versione la rivista è destinata anche agli insegnanti della scuola secondaria ed appare in due fascicoli mensili di 32 pagine ciascuno. Le tematiche pedagogico-didattiche vengono sviluppate in modo sistematico, sicché — come scrivono i compilatori — il volume di un’annata tende a 'diventare pressoché un corso teorico-pratico di Pedagogia e di Metodica'. Il programma della rivista per il 1848 inaugura la divisione del materiale nelle cinque rubriche seguenti: I. Pedagogia e Metodica generale. II. Metodica speciale ed esercizi pratici. III. Notizie e documenti sulla pubblica istruzione. IV. Bibliografia, annunzi e giudizi sui migliori libri di educazione e d’istruzione. V. Varietà, racconti e poesie pei fanciulli. 

33-38 'Non è dunque intempestivo che i fanciulli sappiano i principali avvenimenti di questa storia che è pure storia dell’umanità. Aggiungete che nessuna altra cosa può esser più utile, ed avremo risposto alle due prime osservazioni: poiché io vorrei che essa si considerasse come il necessario apparecchio all’insegnamento dogmatico della religione, perocché io credo non poco danneggiare alla convinzione religiosa l’esporla come una tradizione senza vita, come una serie di dommi senza concatenazione, come astrazioni senza corrispondente realtà. Mentre la Storia Sacra implicitamente contiene il domma e lo prova e talvolta anche esplicitamente; e sarà quindi facile e graduato il passaggio all’insegnamento della religione e della morale. Ora chi conosce quanto sia necessario che la verità si presenti nella sua luce, nella sua vita e nella sua realtà, comprenderà nello stesso tempo che niun altro insegnamento può esser più utile' – Vincenzo GARELLI, Dell’insegnamento della storia col mezzo di tavole, in 'L’Educatore Primario' 1 (1845) N. 24, 30 ag., p. 406.

2 V. Varrelli [= Garelli] Educat. Prim., vol. 1º, pag. 406.

Vincenzo GARELLI, n. a Mondovì nel 1818, m. nel 1879, cultore di studi filosofici e pedagogici, professore di metodo a Mondovì, Genova e Torino, dal 1859 provveditore degli studi a Genova e poi a Torino, dove si dimostrò particolarmente benevolo verso Don Bosco e le sue opere.

39-42 'Venendo poi al metodo, ecco le regole che l’Aporti prescrive 'La Storia Sacra va insegnata ai fanciulli col sussidio delle carte figurate rappresentanti i fatti, che ad essa si riferiscono (...)'. Il qual metodo riunisce grandi vantaggi, rende l’insegnamento graduato, svolge e dirige l’immaginazione dei fanciulli educandola per tempo alle manifestazioni del bello e del vero. Laonde caldamente noi raccomandiamo questa collezione di tavole ai direttori degli asili infantili, ed alle agiate famiglie disponendola ad abbellire le camere in cui lavora e sta abitualmente la famiglia' – V. GARELLI, Dell’insegnamento della storia col mezzo di tavole, pp. 406-407. – Cfr. Ferrante APORTI, All’onorevole Commissione degli asili infantili di Torino e Manifesto d’associazione alla Storia sacra rappresentata con tavole composte e designate in litografia da Gallo Gallina pittore istorico – 'L’Educatore Primario' 1 (1845) N.13, 10 maggio, pp. 207-208.

+ 'L’Educatore. Giornale ed istruzione' 4 (1848) settembre, pp. 542-543.

1 Potrebbe essere il sacerdote monregalese Michele Garelli, fratello di Vincenzo, che come questi ha sempre operato nella scuola come insegnante elementare e professore. Nato il 4 ottobre 1806, fu ordinato sacerdote nel 1830, morì a Mondovì il 12 aprile 1867.

1 Sac. Feccia [= Fecia] nell’Educatore primario, prog.

41-44 'Sarebbe utilissimo il raccontare ai fanciulli i fatti più insigni della Storia Sacra, specialmente quelli che servono a prova della divinità di nostra Religione, e ad esempio e conforto di virtù: sarebbe giovevole altresì ajutare le loro piccole intelligenze con stampe rappresentanti quei fatti' – F. APORTI, Manuale di educazione ed ammaestramento per le scuole infantili. Cremona, Manini 1833, p.32.

2 V. F. Aporti Educat. Prim., vol. 1º, pag. 406.

Ferrante APORTI, sacerdote n. a San Martino dell’Argine, Mantova, 1791, m. a Torino nel 1858, fu il fondatore del primo asilo italiano, alla fine del 1828. Insegnante di esegesi biblica e di storia ecclesiastica nel seminario di Cremona, tenne a Torino nell’estate del 1844 uno storico corso di metodo. Compromesso di fronte al governo austriaco nel 1848 fu esule nella capitale subalpina, senatore del Regno e presidente del Consiglio dell’Università e della Commissione permanente per la scuola secondaria. Conobbe don Bosco e fu presente a qualche saggio delle scuole serali da questi promosse.

Pietro Braido

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