Testi Salesiani

6. NOTIZIE DALL'ALDILA'


6. NOTIZIE DALL'ALDILA'

 

L'ultimo sguardo fu come una firma 

Scrivendo la biografia di Luigi Comollo, ho narrato gli avvenimenti che precedettero e accompagnarono la sua morte santa. Chi desidera conoscerli, può leggerli in quelle mie pagine. 

Qui voglio solo ricordare un fatto che nella biografa ho appena sfiorato, ma che fece parlare molta gente. Eccolo. 

La nostra amicizia era così profonda che parlavamo apertamente di tutto ciò che ci poteva accadere. Parlammo anche della possibilità che uno di noi morisse. 

Un giorno, dopo aver letto insieme un lungo brano della vita di un santo, un po' per ridere un po' sul serio uno di noi disse: - Sarebbe bello che il primo che muore tra noi due, venisse a portare all'altro notizie dell'al di là. 

Dopo averne parlato molte volte, abbiamo fatto un patto: - Il primo che muore, se Dio lo permette, verrà a dire all'altro se è salvo. 

Non pensavo che questo patto fosse una cosa importante. L'abbiamo fatto con una certa leggerezza (non consiglierò mai nessuno a fare un patto simile!). Tuttavia, specialmente durante l'ultima malattia di Luigi, l'abbiamo confermato e rinnovato molte volte. Anzi, posso dire che le sue ultime parole, il suo ultimo sguardo, furono una specie di firma su quel patto. Molti compagni conoscevano la faccenda che Luigi ed io avevamo fatto. Dio è onnipotente, Dio è misericordioso. Ordinariamente non fa caso di questi patti. Ma qualche volta, nella sua infinita misericordia, permette che si compiano, come avvenne per me. 

 

«Bosco, io sono salvo!» 

Luigi Comollo morì il 2 aprile 1839. La sera del giorno dopo fu sepolto con grande rimpianto nella chiesa di san Filippo. Quelli che conoscevano il nostro patto erano ansiosi di vedere ciò che sarebbe capitato. Io ero ansiosissimo. Speravo che la « notizia » che Luigi mi avrebbe fatto arrivare, avrebbe smorzato la grande pena che provavo per la sua scomparsa. 

La sera di quel giorno ero a letto in un dormitorio che ospitava circa venti seminaristi. Ero tutto agitato. « In questa notte si adempirà la promessa », pensavo. 

Verso le undici e mezzo, un cupo rumore si fece sentire nei corridoi. Sembrava che un grosso carro trascinato da molti cavalli si andasse avvicinando alla porta del dormitorio. Di minuto in minuto il rumore si faceva più cupo, come un tuono. Tutto il dormitorio tremava. I chierici, spaventati, balzarono dai loro letti e si strinsero insieme in un angolo. Fu allora che si udì, in mezzo a quel tuono cupo e violento, la chiara voce di Luigi Comollo. Disse tre volte: « Bosco, io sono salvo! ». 

Tutti i chierici udirono il rumore. Molti sentirono la voce ma non capirono le parole. Alcuni, come me, le capirono benissimo, tanto che per molto tempo furono poi tramandate di bocca in bocca. Fu la prima volta che mi ricordo di aver avuto paura. Una paura tale che mi causò una grave malattia, e mi portò vicino alla tomba. 

Non darò mai a nessuno il consiglio di ripetere la promessa che Luigi ed io avevamo fatto. Dio è onnipotente, Dio è misericordioso. Ordinariamente non fa caso di questi patti. Ma qualche volta, nella sua infinita misericordia, permette che si compiano, come avvenne per me.

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