A me fa paura tutto ciò...

È che oggi va di moda il tiro al rumeno. Come cinque anni fa al musulmano, come dieci anni fa all'albanese. Come quarant'anni fa al terrone. Certo ci sono romeni e rom che delinquono. Come ci sono delinquenti albanesi, slavi, tunisini, e italiani! Chi ha barbaramente ucciso un giovane per una sigaretta a Verona era italiano...

A me fa paura tutto ciò...

da Quaderni Cannibali

del 21 maggio 2008

Sono seriamente preoccupato per la caccia ai rom (etnia zingara).

E dico subito che nulla i rom hanno a che fare con i rumeni (popolo della Romania), anche se vi è una etnia rom che vive in Romania.

Sembra paradossale; ma dal tempo di Caino e Abele l’uomo sembra avere bisogno di nemici da odiare, di un capro espiatorio, di qualcosa e di qualcuno su cui proiettare l’intima nostra malvagità, trasferendola in forma catartitica su un intero popolo.

 

Questo non giova a nessuno; anzi.

Questo è un modo subdolo di creare forme di razzismo che non si sa dove possano condurre.

È che oggi va di moda il tiro al rumeno. Come cinque anni fa al musulmano, come dieci anni fa all’albanese. Come quarant’anni fa al terrone.

 

E non si vuol vedere al di là del proprio naso.

Non si vogliono vedere i romeni onesti (quanti ce ne sono!) che fanno lavori che gli italiani si schifano letteralmente di fare.

Quante persone anziane sono nelle mani di badanti rumene.

Quanti malati sono assistiti da fratelli e sorelle che dalla Romania sono venuti in Italia per guadagnare un po’ di danaro per mandare a casa, dove da tempo non si sorride più a causa della forte indigenza economica.

 

Certo ci sono romeni e rom che delinquono. Come ci sono delinquenti albanesi, slavi, tunisini, e italiani!

Chi ha barbaramente ucciso un giovane per una sigaretta a Verona era italiano.

Chi ha ammazzato la quattordicenne a Niscemi in Sicilia era italiano.

La donna che ha ucciso l'ex convivente a colpi di pistola per strada ed è stata arrestata dai Carabinieri ad Alpignano (Torino) era italiana.

E non è una novità per nessuno che i peggiori delitti sono compiuti quotidianamente all’interno delle mura domestiche.

E non è una novità che persone “perbene” (!) che hanno in casa la badante rumena la pagano in nero.

 

A me fa paura tutto ciò.

Ho paura, e lo voglio dire.

 

E ho paura di un governo che segue l’onda emotiva della piazza e che demolisce le baracche, disperde i poveracci, decide di espellere tutti, indiscriminatamente, basta che siano rumeni.

Perché ci hanno invaso.

 

Forse qualcuno dimentica che i primi a subire l’onda invasiva sono stati proprio i rumeni che nella loro patria si son visti arrivare orde di industrialotti italiani che per evadere le levate tasse nel nostro Paese hanno preferito piantar radici in Romania dove con una manciata di lei hanno stipendiato quella povera gente (150 euro al mese!) e già che si trovavano hanno fortemente contribuito a incrementare la prostituzione maschile e femminile, soprattutto tra i minori.

 

Guai se un popolo punisce un altro popolo!

La legge punisce il criminale, mai una nazione.

La colpa è sempre personale.

 

Ma tant’è!

Troppo spesso abbiamo bisogno del mostro.

In maniera ciclica, ricorrente; quasi a purificare i nostri nascosti e celati “delitti” .

Uno stato di diritto punisce un criminale, non un popolo o una etnia.

 

Nei giorni scorsi Benedetto XVI ha espresso parole nobili e ferme proprio in ordine ai migranti e alle loro famiglie.

“Non bisogna dimenticare che la famiglia, anche quella migrante e itinerante, costituisce la cellula originaria della società, da non distruggere, ma da difendere con coraggio e pazienza. Essa rappresenta la comunità nella quale fin dall’infanzia si è formati ad adorare e amare Dio, apprendendo la grammatica dei valori umani e morali e imparando a fare buon uso della libertà nella verità. Purtroppo in non poche situazioni questo avviene con difficoltà, specialmente nel caso di chi è investito dal fenomeno della mobilità umana”.

 

E allargando lo sguardo sulla situazione odierna della immigrazione e della mobilità umana l'amato papa Benedetto ha invitato alla “accoglienza e al dialogo con i migranti e gli itineranti” indicando che “la comunità cristiana ha, come punto di riferimento costante, la persona di Cristo nostro Signore. Egli ha lasciato ai suoi discepoli una regola d’oro secondo cui impostare la propria vita: il comandamento nuovo dell’amore”.

Non vi sono chiavi interpretative.

Il Papa della 'regola d'oro' (Fate agli altri ciò che volete che gli altri facciano a  voi), indica ancora la via dell'amore, quale strada di buon cammino per una autentica testimonianza cristiana.

Accogliere l'altro e accogliere la persona di Ges√π.

 

E' attraverso spirito dell'accoglienza vera che passa l'integrazione, il rispetto dell'altro, la mutua  e pacifica convivenza.

 

Ricordate la domanda sorpresa di quanti nella Valle di Giosafat attendo il verdetto alla fine del mondo: ' Signore, quando ti abbiamo visto aver fame, o sete, o essere straniero, o nudo, o ammalato, o in prigione, e non ti abbiamo assistito?' Allora risponderà loro: 'In verità vi dico che in quanto non l'avete fatto a uno di questi minimi, non l'avete fatto neppure a me'.

Umanesimo Cristiano

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