A proposito di opposizione alla Chiesa: analisi di alcuni fatti...

Un vero ateo non sente il bisogno di sbattezzarsi, perché per lui il battesimo semplicemente è acqua fresca sulla testa. Un ateo non dà alcuna importanza ai sacramenti, li ignora. Invece chi domenica scorsa ha compiuto quel rituale ha dichiarato di crederci, eccome, al battesimo, tanto che ne ha voluto rifiutare le conseguenze...

A proposito di opposizione alla Chiesa: analisi di alcuni fatti...

da Quaderni Cannibali

del 14 novembre 2005

A qualche giorno di distanza dai fatti, diciamolo pure: la sagra anticlericale umbra è stata un’iniziativa ridicola e grave.

 

Ridicola per come si è presentata, tanto che al primo circolare dei volantini nessuno li ha presi sul serio e tutti abbiamo pensato, appunto, a uno stupido scherzo.

 

Grave, perchè prevedeva come momento clou una “processione” che partiva davanti all’arcivescovado per finire a S. Francesco al Prato, con lo sbattezzo, di cui si spiegano i dettagli  –  giusto per capire di cosa stiamo parlando – anche nel sito internet dei “bambini di satana”, con tanto di traduzione inglese sull’uso del modulo di richiesta.

 

Grave, perché quest’iniziativa si è parzialmente svolta in locali di proprietà del comune, dal 2001 dati in gestione ad un centro sociale, ed è stata addirittura presentata in una conferenza stampa al palazzo della regione, alla stregua di un qualsiasi evento di una certa rilevanza; le amministrazioni regionali e comunali dovevano quindi essere al corrente dei fatti e presumibilmente hanno lasciato passar la cosa pensando fosse il male minore.

 

E invece hanno pensato male, perché il problema non è certo il premio “corvo nero”, dato tra l’altro al consiglio regionale (cornuto e mazziato, direbbero a Napoli), né le proteste contro l’ora di religione o l’otto per mille alla Chiesa Cattolica.

 

La gravità è che in quello sbattezzo c’è proprio un attacco al cuore della Chiesa, cioè ai sacramenti.

 

E’ bene chiarire che dal punto di vista “tecnico” non è possibile cancellare i sacramenti ricevuti, compreso, ovviamente, il battesimo, così come non è possibile dire “tu non sei più mia madre”: si può dire solo “non voglio più stare insieme a mia madre”. Lo sbattezzo è a tutti gli effetti un’ autoscomunica: ci si dichiara fuori dalla Chiesa. E non si torna indietro con una passeggiata all’inverso, da San Francesco al Prato a Piazza IV Novembre.

 

Un vero ateo non sente il bisogno di sbattezzarsi, perché per lui il battesimo semplicemente è acqua fresca sulla testa. Un ateo non dà alcuna importanza ai sacramenti, li ignora.

 

Invece chi domenica scorsa ha compiuto quel rituale ha dichiarato di crederci, eccome, al battesimo, tanto che ne ha voluto rifiutare le conseguenze, autoscomunicandosi pubblicamente,  tra l’altro davanti a una Chiesa (S. Francesco al Prato è sconsacrata, ma S. Bernardino, lì accanto, non lo è, e di domenica mattina c’è messa), dopo una “processione” che partiva davanti al vescovado (trasformata in passeggiata dopo il divieto della questura).

 

Ma questo è solo l’ultimo, in ordine di tempo, di molti segnali di un clima di ostilità verso la Chiesa cattolica che sta montando in Italia, e che sarebbe sciocco sottovalutare. Un’ostilità emersa con forza all’indomani della clamorosa sconfitta del fronte referendario sulla fecondazione artificiale.

 

Certi di una vittoria a portata di mano, quasi tutti i partiti della sinistra schierati per i quattro si, il centro destra sostanzialmente defilato ad eccezione dell’UdC, la quasi totalità dei media a favore dell’abolizione della legge – storico quel numero dell’Espresso con i cento testimonial per il si “Eccola qui l'Italia che non si rassegna a vivere in un paese arcaico: uno schieramento trasversale fatto di soubrette e scienziati, premi Nobel e rapper […] Un'Italia che, al di là delle convinzioni religiose, scommette comunque sulla modernità..”- non si sono resi conto di un paese cambiato.

 

Eppure i segnali c’erano, piccoli e grandi, solo a volerli vedere: alcuni sondaggi pubblicati da Repubblica, uno studio di Loredana Sciolla “La sfida dei valori” (Il Mulino), fenomeni come Radio Maria, per non parlare degli impressionanti funerali di Giovanni Paolo II: molte le indicazioni di un generale risveglio religioso in Italia, che se non equivale ad una adesione collettiva alla fede cattolica, tuttavia denota una maggiore sensibilità ed attenzione verso i grandi temi della vita e della morte, e del loro significato.

 

La sconfitta del fronte referendario è stata quindi cocente non solo per i numeri – la peggiore performance referendaria della storia repubblicana – ma proprio perché totalmente inattesa.

 

Da qui il crescendo di ostilità nei confronti della Chiesa Cattolica, vista come la principale responsabile di quei risultati: all’indomani del referendum, sui principali quotidiani appare un attacco all’otto per mille. Si accusa la Chiesa di aver adoperato quei soldi per la campagna referendaria, e di non dichiarare come effettivamente li abbia spesi. Ne viene pubblicato il resoconto (casualmente, negli stessi giorni della polemica), e ne dà notizia solo Avvenire.

Si continua con l'ora di religione: Repubblica spara cifre da debacle, lanciando la notizia di un abbandono massiccio dell’ora facoltativa da parte degli studenti italiani. Avvenire risponde con le cifre della CEI: le adesioni sono sostanzialmente stabili. Il ministero della Pubblica Istruzione conferma: nessun crollo delle frequenze, ma anche qui, nessun dietro front da parte di Repubblica.

Si prosegue con i PACS: la posizione della Chiesa è ovvia e ben nota, da sempre. Ne parla Ruini nella sua prolusione al Consiglio permanente della Cei (il capo dei vescovi italiani ai vescovi italiani, non un discorso alla nazione a reti unificate). Gran fracasso sulla stampa. Fischi contro Ruini a Siena. Allora viene inventata una fantomatica telefonata in cui i vescovi avrebbero dichiarato intenzioni bellicose. Smentita anche questa.

 

Parla Benedetto XVI al Sinodo mondiale dei vescovi, e la stampa italiana titola: il Papa parla ai politici italiani. Il Sinodo (sull’Eucarestia) viene presentato come un'assemblea schiacciata sui temi etici, con i vescovi pronti a strabordare e ad imporre chissà che cosa. Sulla stampa viene descritto un 'fondamentalismo cattolico' in agguato, più o meno inconsciamente paragonato a quello islamico.

 

E poi, l’incredibile attacco sull’ICI: una campagna denigratoria senza alcun fondamento, visto che l’esenzione riguarda: 1. gli edifici di culto di tutte le confessioni religiose che hanno stipulato intese con la Repubblica Italiana. 2. tutte le realtà non profit – religiose o laiche – nello svolgimento di «attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricreative, culturali, sportive e ricettive» anche se svolte in forma commerciale. In numeri, secondo i dati del ministero dell'Economia, gli enti ecclesiastici rappresentano solo il 4 per cento dell'intero gruppo di edifici esenti.

 

E ancora, lo scorso 23 ottobre la profanazione della Chiesa a Torino: durante un corteo organizzato dai centri sociali e no-global viene fatto esplodere un petardo dentro la Chiesa del Carmine, nel corso della messa prefestiva. Decine di ragazzi intanto fuori pisciano sulle mura esterne della Chiesa, e lasciano due scritte sulle fiancate: “Nazi-Ratzinger” e “Con le budella dei preti impiccheremo Pisanu”.

 

Da ultimo, l’argomento del giorno: abolizione del Concordato.

 

Non è certo casuale che la sagra anticlericale umbra abbia avuto la sua prima edizione proprio adesso, e la scarsa partecipazione che vi è stata non deve indurre a giudizi sbrigativi e superficiali.

 

Che non si confonda la legittima libertà di critica e di parola con attacchi gratuiti, menzogneri e offensivi: si genera  un clima che non giova a nessuno.

 

(fonte: Il Giornale dell'Umbria 9 novembre 2005)

Assuntina Morresi

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