«Abbiamo vinto una grande battaglia: l'Europa ha detto "no" all'eutanasia»

Il Consiglio d'Europa ha varato un testo che esprime un netto no all'eutanasia e al suicidio assistito. Trovando l'appoggio del relatore e di molti paesi anche non cristiani, siamo riusciti a fissare due paletti: si chiarisce che non si avallano in alcun modo eutanasia e suicidio assistito e nel caso che ci sia un dubbio sulla volontà del paziente, deve sempre prevalere la salvaguardia della vita.

«Abbiamo vinto una grande battaglia: l'Europa ha detto 'no' all'eutanasia»

da Attualità

del 30 gennaio 2012 (function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) return; js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = '//connect.facebook.net/it_IT/all.js#xfbml=1'; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs);}(document, 'script', 'facebook-jssdk')); 

'L’Ansa non ha dato rilievo, con motivazioni formali, alla notizia'.           Ecco, la questione è tutta qui: dare notizie significa informare su tutto ciò che accade di significativo nel mondo, o significa fare conoscere solo ciò che è in una data linea, operando quella terribile censura che ha dato origine agli stati totalitari?«È stata una vera e propria battaglia. E abbiamo vinto. Il Consiglio d’Europa ha varato un testo che esprime un netto no all’eutanasia e al suicidio assistito». Renato Farina, parlamentare del Pdl, non nasconde a tempi.it di essere molto soddisfatto perché l’assemblea del Consiglio d’Europa, che riunisce parlamentari di 47 Stati europei, 20 in più dell’Ue, compresi gli ex Stati comunisti, ha varato un testo sulle dichiarazioni anticipate di trattamento dove si afferma: «Deve essere sempre vietata l’eutanasia, nel senso di procedure attive od omissive volte a provocare intenzionalmente la morte». Come siete riusciti a fare approvare un testo simile in ambito europeo?

          La proposta di varare un testo su questi temi è nata nella Commissione affari sociali del Consiglio d’Europa. Per evitare contrapposizioni, il lavoro è stato affidato alla guida di Costa, un catalano del gruppo dei liberali. Lui ha affrontato la questione del fine vita in modo intelligente, arrivando a un testo davvero equilibrato, che si distaccava molto da chi voleva che fosse affermata la libertà di scelta fino a permettere l’eutanasia e il suicidio assistito. Il testo infatti è molto deciso: il “no” all’eutanasia non lascia spazio a interpretazioni.

          Sì, perché l’abbiamo reso ancora meno ambiguo. Trovando l’appoggio del relatore e di molti paesi anche non cristiani, siamo riusciti a fissare due paletti. Primo: si chiarisce che non si avallano in alcun modo eutanasia e suicidio assistito, anzi, che bisogna opporsi a queste pratiche. Secondo: nel caso che ci sia un dubbio sulla volontà del paziente, deve sempre prevalere la salvaguardia della vita. Si aspettava questo risultato?

          Sapevo che sarebbe stato molto difficile perché di solito l’assemblea è in mano al nichilismo nordico. E a volte neanche il Partito popolare europeo svolge bene il suo lavoro. Oggi però, insieme anche a Volontè e Santini, abbiamo fatto un grande lavoro. Erano tutti d’accordo con il testo?

          No. In aula c’era una forte tensione e sono venute fuori tutte le posizioni che circolano in Europa. C’è anche chi ha negato esplicitamente il principio secondo cui la vita è un bene indisponibile. In tanti volevano che il testamento biologico diventasse l’anticamera implicita dell’eutanasia. Alla fine si è votato, e abbiamo vinto 30 a 25. Uso queste parole perché è stata una vera battaglia. E noi l’abbiamo vinta, con una convergenza molto bella di culture, partiti e religioni diverse. Che valore ha questa risoluzione, cambia qualcosa a livello pratico?

          Sì. Queste risoluzioni sono moralmente vincolanti per i Parlamenti europei ma soprattutto costituiscono la base delle decisioni della Corte europea per i diritti dell’uomo, quella che aveva sentenziato inizialmente contro l’affissione del crocifisso nelle scuole, per intenderci. Se invece avessimo legiferato per l’eutanasia, chissà quanti ricorsi sarebbero fioccati, con la Corte che avrebbe potuto costringere i tribunali nazionali a dare ragione a chi pretende che gli Stati promulghino leggi a favore di eutanasia e suicidio assistito. Questa non sembra una notizia da poco, eppure solo Avvenire e il Foglio l’hanno riportata.

          Racconto questo episodio: mi sono sforzato in tutti i modi di far pubblicare la notizia. Ho inviato il mio commento, ad esempio, all’Ansa e loro mi hanno risposto che non potevano pubblicarlo perché la loro corrispondente da Bruxelles non aveva segnalato il fatto come notizia. Non voglio in alcun modo entrare in polemica con l’Ansa, ma se non è una notizia questa...

Leone Grotti

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