L'imperversare delle critiche e del vociferare su The magdalene sisters ha oscurato tutti gli altri film in programmazione nello stesso periodo e anche about a boy ha subito la stessa sorte....
del 12 ottobre 2002
Le premesse di questo film non erano per niente buone perché i registi erano i fratelli Weitz ricordati per Tutti pazzi per Mary e American pie, pellicole basate su una comicità abbastanza bassa.
La trama è tratta dal libro «Un ragazzo» di Nick Hornby, che parla proprio della degradazione sentimentale e del riscatto di un esponente di quella famigerata generazione di quarantenni affetti dal complesso di Peter Pan, che oggi si accorgono di cominciare a invecchiare senza essere mai cresciuti.
Ricco, single e senza figli, il trentottenne londinese Will passa gran parte delle sue giornate a scansare ogni tipo di responsabilità e a conoscere nuove ragazze. Dopo una relazione con una ragazza madre, Will scopre con piacere che i gruppi di aiuto per genitori single sono un terreno di caccia fertile ed incontaminato. Per questo motivo, fingendosi padre di un bambino di nome Ned, prende a frequentare uno di questi gruppi dove conosce Susie. Will è determinato a conquistare la donna ma trova, inopinatamente, sulla propria strada Marcus, il figlio dodicenne della sua amica hippy Fiona,e ciò gli cambierà in qualche modo la vita.
Anche se è la tipica commedia con delle situazioni e un epilogo facilmente intuibili, questo film presenta notevoli spunti di riflessione sull importanza dei buoni sentimenti quali l amore e l amicizia e su una società che tende a standardizzare le persone ed ad emarginare i soggetti ritenuti socialmente deboli poiché diversi dalla massa, dal gregge.
Marcus, disadattato, brutto anatroccolo tra i compagni normali diventa la chiave di svolta della vita del bello situazione. Il dodicenne fa capire a Will l importanza dei sentimenti, l importanza di avere degli obiettivi, di coltivare i rapporti lasciando da parte per un po gli aspetti materiali.
Il buon impianto umoristico ha stemperato lungo tutto il film la drammaticità e la tristezza di certe scene che altrimenti avrebbero corso il rischio di essere patetiche.
Molti hanno ritenuto questo film costruito per far emergere i buoni sentimenti, ma, secondo il mio punto di vista, le situazioni raffigurate sono affini a molte situazioni che noi viviamo. Nonostante tutto la tendenza a rifiutare o, peggio ancora, compatire il diverso fa parte di una visione che purtroppo abbiamo interiorizzato. In Will non c è stato spazio per la compassione perché è passato da un sentimento di indifferenza a quello di amore.
In fin dei conti saremo giudicati sull amore, non su come ci siamo puliti la coscienza.
Daniela Baldo
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