Aiutare i poveri è un affare. Economista da Nobel... per la pace!

Il Nobel per la pace 2006 è stato assegnato a Muhammad Yunus, l'economista 66enne originario del Bangladesh fondatore della Grameen Bank, anch'essa insignita del premio, «per il loro impegno nel creare sviluppo economico e sociale dal basso una pace duratura non può esser conseguita se non facendo sì che ampi strati della popolazione possano uscire dalla povertà».

Aiutare i poveri è un affare. Economista da Nobel... per la pace!

da Attualità

del 16 ottobre 2006

Il Nobel per la pace 2006 è stato assegnato a Muhammad Yunus, l’economista 66enne originario del Bangladesh fondatore della Grameen Bank, anch’essa insignita del premio, «per il loro impegno nel creare sviluppo economico e sociale dal basso [...] una pace duratura non può esser conseguita se non facendo sì che ampi strati della popolazione possano uscire dalla povertà. Il micro-credito è uno degli strumenti ».

La Grameen Bank è una banca rurale (grameen in bengalese vuol dire contadino) che concede prestiti ai più poveri, specie alle donne, esclusi dal sistema di credito tradizionale perché non danno “garanzie”.

Fondata in Bangladesh nel 1976, la Grameen Bank ha presto dimostrato una solidità finanziaria che poche banche normali possono sognare.

Dare fiducia ai poveri si è dimostrato non solo possibile, ma un grande successo anche economico mondiale. I poveri restituiscono i prestiti avuti con puntualità e onestà in misura ben superiore rispetto ai ricchi o a coloro che hanno garanzie reali e che sono preferiti dalle banche normali. Perfino la Banca Mondiale è stata costretta ormai a riconoscere il valore del microcredito e l’ha incluso nelle sue politiche.

Certo, è stata costretta di fronte all’evidenza, non ha certo aiutato Yunus nei lunghi anni del suo pionierismo.

È scritto nel sito della Grameen: «Quando abbiamo avviato, con piccoli prestiti, il sistema che in seguito è diventato noto come Grameen Bank non avremmo mai immaginato di raggiungere un giorno centinaia di migliaia, figuriamoci cinque milioni, di persone». Oggi la banca ha 1.048 filiali ed è presente in 35 mila villaggi e in diverse città nel mondo, e il microcredito si diffonde anche nei paesi così detti avanzati. La storia della sua fondazione è stata raccontata dallo stesso Yunus nel libro autobiografico dal titolo 'Il banchiere dei poveri' (in Italia edito da Feltrinelli). E’ la storia di un economista accademico che un giorno per la strada, di fronte alla povertà estrema che vede e che scopre potrebbe essere alleviata con prestiti di pochi dollari, decide che l’economia che ha studiato e che insegna è inutile e sbagliata.

Lascia allora le aule ed inizia con i propri mezzi un “progetto” volto a dotare i poveri, specie le donne che si dimostrano subito più interessate ed affidabili, non già di un sussidio, ma di un prestito da restituire e pertanto anche di un aiuto, di un’assistenza, di una condivisione: dare ai poveri che hanno fame “non un pesce, ma l’amo per prendere i pesci”.

Sarebbe stato bello che a Yunus fosse andato il Nobel per l’economia, che invece é stato dato a Phepls, il quale ha sostenuto che per i lavoratori poco qualificati e poco istruiti è meglio sussidiare le imprese perché li facciano lavorare pagandoli poco, piuttosto che sostenere la loro istruzione e qualificazione in modo che diventino più produttivi.

Ma forse è meglio così: l’economia centra poco con la pace (e quindi con lo sviluppo)? Che gli accademici di Oslo siano sotto sotto un po’ eversivi?

Gilberto Serravalli

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