19 marzo, si ricorda San Giuseppe ed è la Festa del Papà...
Si sente spesso ripetere che viviamo in una società senza padri, dove gli adulti sembrano aver abdicato alla responsabilità educativa, lasciando bambini e ragazzi privi di maestri autorevoli ai quali guardare.
Eppure il padre ha un ruolo importantissimo nei confronti figli. Proviamo qui a presentare un rapido e necessariamente incompleto quadro di alcune sue prerogative, complementari ma assolutamente differenti rispetto al portato materno.
Innanzitutto il padre ha il compito di risolvere il rapporto simbiotico madre-figlio: egli aiuta infatti il bambino a percepirsi quale persona differente dalla madre, dandogli un nome e guidandolo in un percorso che lo porta a dire “io”, permettendogli così di entrare nel tempo e nella storia.
Il padre, in quanto figura maschile e quindi maggiormente volta verso il mondo esterno rispetto al ruolo accudente tipicamente femminile, ha anche il compito di portare il figlio verso la scoperta del ‘fuori’. Basta guardare al differente modo con cui due genitori tengono il braccio il proprio bambino: la madre tende a tenerlo rivolto verso il proprio seno, mentre il padre lo tiene spesso con il viso rivolto verso l’esterno. Nel mettere in pratica questo atteggiamento di apertura egli fa sperimentare al figlio dimensioni nuove e, a differenza della madre, gli fa anche correre qualche piccolo pericolo, senza il quale verrebbe a mancare la possibilità di mettersi alla prova e di sperimentare i propri limiti.
I passaggi che portano il bambino a percepirsi come un Sé differente dalla madre e ad avventurarsi alla scoperta di cose nuove sono fondamentali perché lo aiutano ad acquisire autonomia sia sotto il profilo emotivo (il bambino impara ad affrontare il dolore, la rinuncia, la fatica…), sia sotto quello più specificatamente organizzativo.
Questo non significa tuttavia che il piccolo possa fare quello che vuole, tiranneggiando i genitori con i propri continui desideri. Uno dei compiti specifici del padre è infatti anche quello di rappresentare l’etica della giustizia: spetta alla figura maschile trasmettere il senso di realtà, le regole, i limiti, le sanzioni… in una parola di incarnare l’autorità.
Da questo brevissimo quadro emerge come il padre sia chiamato a incarnare nel contempo il passato e il futuro, sostenendo nel figlio la consapevolezza di avere radici e di poter guardare con serenità e fiducia al domani.
Oggi, nella festa di san Giuseppe e quindi di tutti i papà, vogliamo concludere lanciando una sfida con le parole dello scrittore Charles Péguy: “C’è un solo avventuriero al mondo, e ciò si vede soprattutto nel mondo moderno: è il padre di famiglia”.
Viva quindi i padri che tengono i figli ancorati al suolo e nel contempo li fanno alzare in volo, dando loro la sicurezza di avere radici sulle quali fare affidamento ma lasciandoli liberi di avventurarsi alla scoperta del mondo!
Giulia Tanel
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