la giovinezza è il periodo della vita dove l'apertura del cuore e la gratuità, rende capaci di vedere la realtà con occhi pieni di speranza e di desiderio. La voglia di comprendere, di dare personalmente ragione e di fare eventualmente nostre le scelte che i nostri genitori avevano fatto per noi porta alla domanda fondamentale sul senso della vita.
del 10 febbraio 2009
Care e Cari Giovani, 
 
la giovinezza è il periodo della vita dove l'apertura del cuore e la gratuità, rende capaci di vedere la realtà con occhi pieni di speranza e di desiderio. La voglia di comprendere, di dare personalmente ragione e di fare eventualmente nostre le scelte che i nostri genitori avevano fatto per noi porta alla domanda fondamentale sul senso della vita. In questa ricerca di significato l'incontro con Cristo nella Chiesa è una risposta ragionevole al nostro desiderio di verità. Il Vangelo non è quindi un ostacolo alla nostra libertà, non pone limiti al desiderio di sapere, anzi, lo sostiene indicando la strada affinché si manifesti una Nuova Umanità. La creatività innata nell'uomo legata all'energia che deriva dalla passione per la vita determinano quindi questo atteggiamento sincero di ricerca. La fede non chiede la rinuncia della ragione.
       
Ricordo al riguardo la gioia che provai quando nel 1998 Giovanni Paolo II scrisse la lettera Enciclica Fides et Ratio con la quale sottolineava che la fede ha bisogno della ragione e che la ragione non può essere imbrigliata così da non precludere “ la strada che conduce al riconoscimento del mistero”.[1] La ricerca è quindi un atteggiamento profondamente umano che rende ancora più partecipi a questo mistero.
         
Lo studio, quando fatto con il desiderio di approfondire aspetti della natura e dell'umano, apre senz'altro alle domande che l'uomo porta da sempre nel suo cuore. Se guardo alla mia esperienza la scelta dell'indirizzo di studio, legato al desiderio di comprendere la natura delle cose alla luce delle grandi scoperte della fisica del XX secolo, mi ha anche obbligato a ripensare e approfondire il significato della scelta religiosa e le implicazione che questa porta. Il rischio più grosso è pensare che Dio non c'entri con il creato e, quindi, con l'uomo che di questo è parte. In realtà l'uomo, che si voglia o no, è elemento vivo di questo mistero, entro il quale egli manifesta la sua personale libertà. Non escludere il mistero è quindi ragionevole ed espande la voglia di conoscenza e sapere, rafforzando la domanda sulla propria esistenza. La scienza, particolare manifestazione dell'intelligenza dell'uomo, che consente attraverso l'osservazione, la domanda e la prova di comprendere la natura delle cose e di formulare delle risposte che permettono di coglierne i segreti, “non dispensa dagli interrogativi religiosi ultimi l'umanità, ma piuttosto la stimola ad affrontare le lotte più dolorose e decisive, quelle del cuore e della coscienza morale”.[2]
 
Al riguardo Papa Benedetto XVI ha affermato che “il pericolo del mondo occidentale – per parlare solo di questo – è oggi che l’uomo, proprio in considerazione della grandezza del suo sapere e potere, si arrenda davanti alla questione della verità. E ciò significa allo stesso tempo che la ragione, alla fine, si piega davanti alla pressione degli interessi e all’attrattiva dell’utilità, costretta a riconoscerla come criterio ultimo.”[3]
 
Aprire il cuore e la mente al mistero rende quindi l'uomo libero, capace di accogliere e gustare la verità e capace di porsi nel mondo come soggetto vivo, portatore di speranza, di fronte alle sfide e alle domande urgenti che il nostro tempo presenta. Guardare all'uomo, come creatura così come un padre e una madre guardano il proprio figlio, ci obbliga a porre al primo posto il suo bene, per cui la cultura, la scienza e tutte le nostre attività devono essere al servizio e per il bene dell'uomo.  
 
Siate giovani, non perdete mai il desiderio di indagare, di cercare, di trovare, di stupirvi, non chiudete il vostro cuore e la vostra umanità; ponete sempre la vostra speranza in Colui che è la sorgente della verità.
 
Un Cordiale Saluto
 
 
 
Angelo Boscolo Boscoletto (1960), sposato, con tre figli, vive a Sottomarina di Chioggia. Dopo la laurea in Fisica all'Università di Padova ha svolto attività di ricerca, in ambito universitario ed industriale, inerente la Scienza dei Materiali e i Processi Chimici. Ricercatore e tecnologo presso società del Gruppo ENI è coautore di pubblicazioni e brevetti. Ha svolto incarichi di professore a contratto presso le Università di Padova e Venezia.
 
[1] Giovanni Paolo II, Lett. Enc. “FIDES ET RATIO” , Capitolo V, Par. 51, Roma 14 settembre 1998; http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/encyclicals/documents/hf_jpii_enc_15101998_fides-et-ratio_it.html
[2] Giovanni Paolo II, Lett. Enc. “VERITATIS SPLENDOR”, Par. 1, Roma 6 agosto 1993;
http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/encyclicals/
[3] Benedetto XVI, ALLOCUZIONE  PER L’INCONTRO CON L’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA 'LA SAPIENZA', Roma 17 gennaio 2008;
http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2008/january/documents/hf_ben-xvi_spe_20080117_la-sapienza_it.html 
Angelo Boscolo Boscoletto
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