L'INTERVISTA DOPPIA. Un'alunna, Martina, e la vicepreside, Luisa, del Don Bosco di Padova a confronto sulla propria scuola e sui giovani che la frequentano.
del 19 ottobre 2005
 
 
 
 
 
 
Martina
ALUNNA
DomandeLuisa
VICEPRESIDE
Martina
Come ti chiami?
Luisa
18 anni
Quanti anni hai?
44 anni
Ho scelto il Don Bosco perché dopo aver frequentato le medie in questa scuola, ho capito che l’ambiente e il clima scolastico mi piacevano molto e continuare con le superiori sarebbe stato l’ideale.
Come mai hai scelto proprio il Don Bosco come luogo di studio/lavoro?
Non l’ho scelta, è stato un caso. In seguito è stata una scelta quando anziché passare alla scuola statale ho deciso di restare in una scuola come questa. Mi piace e condivido appieno le finalità educative della scuola.
Del Don Bosco mi piace in particolare il clima che si crea, perché è un clima familiare.
Siamo in pochi, quindi puoi conoscere un po’ tutti con facilità.
L’ambiente scolastico ti offre sia occasioni per studiare, sia per crescere come persona; penso che questo sia fantastico!
Cosa ti piace del Don Bosco?
Mi piace il clima di famiglia, un clima di disponibilità nei confronti dei ragazzi e dei bambini, mi piace la serenità con cui si lavora e il condividere con i miei colleghi gli stessi principi educativi e gli stessi entusiasmi.
Cambierei alcuni dettagli riguardo qualche regola perché i professori sono molto rigidi su alcune di esse; giusto stamattina parlavamo della gita che secondo noi studenti è troppo breve! Poi voglio il bar nella scuola!!
Cosa cambieresti?
Secondo me il grosso guaio di questa scuola è che bisogna pagare una retta e non è data la possibilità a tutti, soprattutto ai meno abbienti, di poter frequentare una scuola così che ha dei punti di qualità non indifferenti.
Tra questa scuola e quella pubblica, le differenze sono abissali! Bisogna dire che qui l’impegno  non è solo scolastico, quindi non devi solo studiare e fare compiti, ma devi anche impegnarti per altre cose: per l’organizzazione delle feste, per i momenti come il “buongiorno” o per le giornate formative; sono piccole cose che però una scuola pubblica non ha.
Che differenze pensi ci siano tra il Don Bosco e una scuola statale?
Le differenze sono essenzialmente sul clima, sulla attenzione che si da al ragazzo, ai suoi bisogni totali, all’emotività, alla sua crescita in tutti gli aspetti. Punto di forza è la coesione tra gli insegnanti che la pensano allo stesso modo in un clima assolutamente familiare che forse non c’è in tutte le scuole. Una differenza negativa è quella della retta.
I professori con gli studenti hanno rapporti molto significativi nel senso che uno studente può tranquillamente parlare con un professore di alcuni problemi,  riguardanti la materia (ma non solo) e il professore si rende disponibile ad aiutarlo. É proprio questo il bello! Nelle altre scuole, tu sei professore e chi ti sta davanti è allievo qui, invece, tu sei professore e educatore: è tuo compito anche accompagnarci e aiutarci nella crescita a livello umano.
Che rapporto hanno i professori con gli studenti?
I professori hanno con gli studenti un rapporto di apertura, di disponibilità in quasi tutti i casi, di fiducia; qualche volta sono un pochino troppo permissivi secondo me. Non abbiamo tutta la severità che i ragazzi ci attribuiscono e con alcuni si instaura un rapporto veramente profondo che va al di là anche della quinta liceo.
Secondo me dopo la scuola ognuno passa il tempo libero a propria discrezione. Di solito oltre ai compiti (che però eliminerei dal tempo libero) c’è chi fa sport, chi usa il computer e chi partecipa alle attività extra-scolastiche; poi c’è chi preferisce non far niente, fare shopping, incontrarsi con gli amici (il che va a 1000 direi!!).
Gli studenti dopo la scuola come passano il loro tempo libero?
Io credo che gli studenti dopo la scuola passino il loro tempo libero ascoltando musica, facendo sport (molti), qualcuno facendo anche del volontariato (non troppi) e so che parecchi sono impegnati con attività di animazione; ci sono anche degli scout. Altri, ahimé, lo passano in modo un pochino più sciocco, guardando molta tv oppure facendo molto shopping.
Sì, gli studenti che vi partecipano sono un buon numero, soprattutto per il gruppo di teatro che ogni anno forma una bella compagnia. Anche per quanto riguarda il cineforum i ragazzi sono interessati e per le attività del giornalino viene coinvolta un po’ tutta la scuola; invece nella band sono in pochi.
Gli studenti partecipano alle attività extra-scolastiche organizzate dalla scuola? Sono interessati?
Sì, gli studenti vi partecipano anche se non in massa; chi più chi meno, in base ai propri talenti; qualche ragazzo soprattutto in prima e seconda non si butta fuori, altri invece vi partecipano alla grande.
La preside è una figura di riferimento; tu sai che per prendere certe decisioni o per qualsiasi iniziativa devi perennemente andare alla ricerca della preside; da molti però è anche vista, spesso, solo come un’autorità.
I ragazzi vedono il/la preside come una figura di riferimento o solo come un’autorità?
Penso che la preside sia stata in questi anni una figura di riferimento, e nello stesso tempo un’autorità in forza del ruolo che riveste. Molti ragazzi si sentono liberissimi di venire a parlare con lei quando vogliono. Certo c’è sempre un certo ruolo: ”La preside è la preside!”.
Che questa è una scuola cattolica si vede dal fatto che girano molte suore per il corridoio (il che è normalissimo) e lo si vede quando è l’ora di organizzare appunto la messa di inizio anno, le feste e il “buongiorno”.
Oltre alle lezioni, tu hai sempre modo per confrontarti anche con la tua fede e la religione.
Secondo te, l’impostazione religiosa, le messe e le varie proposte a carattere religioso, cosa c’entrano con la scuola?
L’impostazione religiosa condiziona l’ambiente scolastico. C’è il “buongiorno” di mattina, la preghiera e qualche messa particolare. Certo la scuola non vuole fare proselitismo, si danno tutte le indicazioni anche dal punto di vista culturale d’ampia apertura, però un ragazzo deve anche sapere che se viene in questa scuola avrà un tipo d’impostazione cattolica.
Per quanto riguarda l’uso di alcool è uguale come in tutte le altre scuole; il Don Bosco ha studenti normalissimi quindi l’alcool lo consumano come gli tutti altri. Non c’è nessuna differenza.
Il consumo di alcool aumenta da parte dei ragazzi delle scuole superiori; per quanto riguarda il Don Bosco?
Sì, il consumo dell’alcool aumenta, ce ne siamo resi conto. Sappiamo che c’è purtroppo il discorso dello sballo del sabato sera e degli spritz in piazza, che molti ragazzi frequentano.
Cerchiamo di parlare con loro, però effettivamente è un tema molto difficile da affrontare; bisogna parlarne con una certa delicatezza senza suscitare allarmismi e senza far chiudere ancora di più i ragazzi in loro stessi.
L’anno scorso avevamo proposto di organizzare degli incontri per fare una campagna di prevenzione al fumo, ma non ci siamo riusciti. Comunque ci sono i professori che ci fanno quotidianamente la solita “romanzina” sul fumo.
La scuola ha adottato qualche misura particolare per prevenire o scoraggiare l’uso del fumo?
Nella scuola non si può fumare. La scuola è un luogo educativo e riteniamo non sia opportuno dare la possibilità di fumare. I ragazzi chiedono sempre di poter fumare in cortile. In passato abbiamo fatto anche delle campagne contro il fumo; interventi specifici che, però, “lasciano un po’ il tempo che trovano” perché i ragazzi a quest’età non ascoltano assolutamente niente.
A scuola no, o per lo meno non penso. Nel senso che, come scuola, è molto attenta a certi argomenti soprattutto se si tratta di fumo e droga.
In tutte le scuole girano droghe leggere; succede anche qui?
Succede anche qui perché, ovviamente, è una scuola come tutte le altre.
Può essere che sia successo in passato anche nell’ambiente scolastico. Di sicuro ci sono stati problemi legati a gite scolastiche e i ragazzi ne fanno uso, quando si ritrovano il sabato sera.
Fuori da scuola può darsi che girino droghe leggere, però dentro scuola non gira niente.
In ogni caso appena possono quelli che cercano questo tipo di svago, hanno molte opportunità di trovarlo.
E fuori da scuola?
Di sicuro succede, ovviamente si parla di una certa percentuale, fortunatamente piuttosto esigua rispetto a tutto il resto della scuola, però certamente alcuni ne fanno uso.
Sì, lo conosco e “ci fanno una testa così” tutti gli anni. Ogni anno durante qualche buongiorno ci parlano delle varie proposte. Quelli che hanno provato e sono andati almeno una volta agli incontri solitamente continuano, ma gli altri hanno troppi impegni e giustamente pensano: ”Non vado a fare qualcosa di salesiano anche fuori da scuola!”; è un movimento che è conosciuto però ultimamente al Don Bosco ha perso molti punti; una volta c’era molta più partecipazione.
Conosci l’MGS?
So che è il Movimento Giovanile Salesiano, so che aggrega vari giovani che abbracciano il fondamento spirituale di Don Bosco e di San Francesco di Sales.
So che ci sono degli incontri a vari livelli…
Qualche ragazzo ne fa parte (non tantissimi a dir la verità!).
Che domanda! Don Bosco per me è un grande! Conoscendo la sua vita, sapendo che ha fatto tanto per i ragazzi e per i giovani, secondo me è veramente una persona da ammirare. Per me è un po’ una “guida”, nel senso che per lui esisteva sia lo studio sia il divertimento ed erano (sono) due fattori di cui bisogna sempre tenere conto… parlo soprattutto del divertimento!
Chi è per te Don Bosco?
Don Bosco per me è una figura di riferimento fondamentale. Lo è divenuta da quando ho cominciato ad insegnare in questa scuola perché prima non lo era per nulla.
Credo abbia preso sotto la sua protezione me e anche la mia famiglia, avendo anche scelto di far crescere i miei figli sotto l’ala protettrice di Don Bosco.
Giulia Bordin (a cura di)
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