Nessuna parola è così usata e bistrattata oggi come la parola amore. Per esperienza sappiamo quanto l'amore, quando è profondo, ha la capacità di accendere e affascinare, e quanto invece i tradimenti dell'amore hanno il potere di ferire. Le cose più belle sono quelle che tradite fanno più male. Ciò che è vero... lascia il segno.
del 20 ottobre 2005
In che senso?
Sant’Agostino suggeriva ‘Ama e fai ciò che vuoi’. Questa frase oggi potrebbe dare adito a tante ‘licenze’.
Penso a Simone con la sua domanda fissa: ‘A che servono tante regole, in fondo basta voler bene… le cose le devi sentire’. Penso a tanti commenti nei classici dibattiti di bioetica in cui si giustificano tante morti ‘a fin di bene’. E penso, infine, a Luisa che al gruppo qualche sera fa è esordita con molto trasporto: ‘L’amore è lasciarsi portare dal sentimento, senza vagliare le conseguenze, è buttarsi senza pensare…’.
Mi viene il sospetto che Agostino non intendesse proprio questo visto anche il suo passato burrascoso.
Non tutto è amore, ma un amore autentico, un amore vero porta a saper scegliere! Quando si ama davvero si sceglie di fare solo ciò che è conforme al voler bene, a volere il bene. L’amore diventa il ‘criterio di scelta’ e tutto ciò che si vorrà fare sarà solo ciò che apparterrà alla sfera dell’amore: il resto verrà tralasciato… proprio in nome dell’amore! E non il contrario del ‘va tutto bene se è fatto a fin di bene’.
 
La nostra fameL’uomo porta in sé un grande desiderio, una grande fame: il desiderio di amare e di essere amato.
La storia che Dio intesse con il suo popolo e con ogni uomo è una storia d’amore fatta di proposte, di ricerche, di corteggiamenti, di Alleanze. Quando viene chiesto a Gesù quale comandamento riassume la Legge e i profeti, egli risponde con il comandamento dell’amore: ‘Ama il Signore Dio tuo con tutto il cuore e ama il prossimo tuo come te stesso’.
 
Saremo giudicati sull’amoreL’amore è un comandamento e non si oppone ad altri comandamenti: l’amore è il senso di ogni comandamento e ogni osservanza senza amore sarebbe inutile (2 Cor 13,1-3). L’amore non contraddice o esclude una regola: l’amore è ordinato, è come un’armonia di suoni o le proporzioni di un’opera d’arte, dove proprio una ‘regola’ permette il massimo della bellezza!
Gesù ci tiene proprio, insiste e spiega il comandamento dell’amore: ‘Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri (Gv 13,34-35).  L’amore fattivo per il prossimo viene così messo in primo piano ma in modo tale che la sua misura diventa lo stesso amore del Dio-fatto-uomo. Si tratta di un amore tutt’altro che generico: un amore che sa vedere, accogliere, farsi vicino, rialzare, incoraggiare, donare, ascoltare, condividere… come Gesù. Lui è il paragone: questo è il mio comandamento, che vi amiate gli uni gli altri come io vi ho amato (Gv 15,12).
Tutto ciò è estremamente concreto, avvolge tutti i gesti e tutti i pensieri! E diventa espressione e perfino il criterio dell’amore di Dio: ‘Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva’ cioè i comandamenti che esprimono l’amore ‘questi mi ama’ (Gv 14,12).
Il giorno del giudizio saremo giudicati dall’amore! ‘Quello che avrete fatto a uno solo di  questi piccoli l’avete fatto a me’ (Mt 25,34-40).
 
Vocazione all’amoreLa vocazione all’amore è ‘assoluta’: non sono concessi sconti, non è concessa la possibilità di volare basso, nella sua essenza l’amore chiede di giocare la propria vita fino in fondo! Non è ammesso trattenere nulla.
La nostra incapacità ad amare in modo totale e la fragilità della nostra fedeltà non possono essere il criterio per misurare la vocazione all’amore. Dove non possiamo arrivare noi… dobbiamo lasciarci condurre dal Signore! Lui dona per primo a noi il suo amore, e insieme i mezzi per farlo crescere in noi. E apparteniamo alla famiglia della Chiesa, dove la comunione dei santi diventa coraggio e forza in questo apprendistato dell’amore.
Un amore non aperto al di più non può essere chiamato amore, l’intima vita dell’amore non è pensabile senza il ritmo del crescendo, della sempre nuova apertura e vivacità. L’amore è proiettato al dono di sé e in questo trova una profonda gioia. L’amore sa anche riceve volentieri, sa che ciò darà gioia a colui che lo ama: anche ricevere diventa una forma di dedizione.
L’amore autentico non scinde Dio e il prossimo, si rivolge a Dio e ai fratelli in un movimento unico, in un unico abbraccio.
Si arriva così al punto che chi vive nel nucleo dell’amore non sceglie: la scelta è gia dietro le sue spalle, ha scelto quando ha conosciuto l’amore.
 
 
Testimonianza: Teresa di Lisieux
 
«Finalmente avevo trovato riposo… Considerando il corpo mistico della Chiesa, non mi ero riconosciuta in nessun membro di quelli descritti da S.Paolo, o meglio mi volevo riconoscere i tutti… La Carità mi offrì la chiave della mia vocazione. Compresi che se la Chiesa aveva un corpo composto da membra diverse, non le poteva mancare il più necessario e il più nobile di tutti; compresi che la Chiesa aveva un Cuore, e che questo Cuore bruciava d’amore. Compresi che solo l’Amore faceva agire le membra della Chiesa, che  se l’Amore si fosse spento, gli apostoli non avrebbero più annunciato il Vangelo, i martiri avrebbero rifiutato di versare il loro sangue… Compresi che l’amore racchiudeva tutte le vocazioni, che l’amore era tutto, che abbracciava tutti i tempi e tutti i luoghi… insomma che è eterno!…
Allora, nell’eccesso della mia gioia delirante esclamai: O Gesù, mio Amore… la mia vocazione, finalmente l’ho trovata, la mia vocazione è l’Amore!
Oh sì, ho trovato il mio posto nella Chiesa e sei stato tu mio Dio, che me lo hai dato… Nel Cuore della Chiesa, mia Madre, io sarò l’Amore… così sarò tutto… così il mio sogno sarà realizzato» (da Storia di un’anima).
 
 
Bibliografia per l’approfondimento
Von Balthasar H.U., Gli stati di vita del cristiano, Jaka Book, Milano 1996, p. 21-26.
Von Balthasar H.U., Solo l’amore è credibile.
sr Francesca Venturelli
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