COME NASCE? Lo spirito salesiano, come realtà di fede, non nasce da una dottrina, ma da un fatto: l'incontro con Gesù Cristo. Questo incontro si realizza grazie a delle persone che ci provocano alla speranza cristiana attraverso il carisma di don Bosco... CHE COS'E'? Lo spirito salesiano è un cammino che porta il giovane alla pienezza della vita, a maturare cioè uno stile di esistenza che riproduca quello di Gesù di Nazaret, così com'è stato vissuto da don Bosco...
del 01 gennaio 2002
 
2. LO SPIRITO SALESIANO
 
 
COME NASCE?
 
            Lo spirito salesiano, come realtà di fede, non nasce da una dottrina, ma da un fatto: l’incontro con Gesù Cristo. Questo incontro si realizza grazie a delle persone che ci provocano alla speranza cristiana attraverso il carisma di don Bosco. Tale carisma ha la capacità di creare un’affinità: i giovani che percepiscono e manifestano quest’appartenenza comune 'si sentono tutti di don Bosco e con lui vogliono stare', lo avvertono ancora vicino, come amico che li stimola e li guida nel loro non sempre lineare percorso verso la piena maturità.
 
 
CHE COS’E’?
 
            Lo spirito salesiano è un cammino che porta il giovane alla pienezza della vita, a maturare cioè uno stile di esistenza che riproduca quello di Gesù di Nazaret, così com’è stato vissuto da don Bosco.
Spirito: un’esperienza originale di vita cristiana.
Salesiano: indica la fonte carismatica, l’esperienza dell’oratorio di don Bosco.
Giovanile: il protagonismo giovanile trovò a Valdocco un ampio spazio in tutti i settori della vita, fino al punto che i giovani furono chiamati da don Bosco ad essere con lui 'confondatori' di una nuova Congregazione.
Educativo: far crescere i giovani in pienezza, 'secondo la misura di Cristo, uomo perfetto', è la meta del lavoro del salesiano e dell’animatore.
            Don Bosco porta così gradualmente e realisticamente i giovani a sperimentare che solo nella 'vita di grazia', cioè nell’amicizia con Cristo, si attuano in pieno gli ideali più autentici, anche quelli umanamente non immaginabili.
 
 
1. SPIRITO DELL’ AMICIZIA CON IL SIGNORE GESU’
 
            Il centro e il cuore dello spirito salesiano è l’amicizia con Gesù, il Signore della vita. Preoccupazione costante di don Bosco fu di educare la fede, camminando con i giovani per condurli al Signore risorto, affinchè crescessero come uomini nuovi. Chi vive lo spirito salesiano cammina per approfondire la conoscenza e l’adesione a Gesù Cristo, Amico, Maestro e Salvatore, termini che descrivono la centralità della persona di Gesù nell’esperienza spirituale dei giovani che vivono lo stile salesiano.
            Don Bosco amava ripetere che l’'educazione è cosa di cuore'. Anche il cammino dello spirito salesiano richiede un cuore nuovo: solo se si raggiunge questo centro, cioè l’incontro con Gesù Cristo risorto, che muove la vita umana, si realizza una conversione profonda e duratura.
            Gesù è il punto d’incontro tra Dio e ogni uomo e ne definisce i rapporti vicendevoli. Egli è venuto a rivelare a tutti gli uomini che essi, da figli, vivono la sua stessa vita divina, così come il tralcio è unito alla vite: il Paradiso è già qui, anche se non ancora in pienezza. Solo grazie a Lui, che supera l’opposizione del peccato, gli uomini sono capaci di rispondere all'amore di Dio con lo stesso amore con cui sono amati.
 
 
2.  SPIRITO ECCLESIALE E SACRAMENTALE
 
            La Chiesa è il luogo che permette l'incontro con Gesù Cristo e la crescita della fede. Don Bosco fu un uomo di comunione. Insegnò ai giovani a vivere il mistero della Chiesa che racchiude, nella debolezza dell’umano, la grazia invisibile della presenza di Dio. E’ dall’amore per Gesù Cristo che nasce inseparabilmente l’amore per la sua Chiesa, popolo di Dio, centro di unità e di comunione di tutte le forze che lavorano per il Regno di Dio. Mosso dalla testimonianza viva della comunità cristiana o di qualche credente, il giovane matura sempre più consapevolmente, all’interno e in comunione con la Chiesa, la propria fede.
            L’incontro e la relazione con il Signore risorto all’interno della Chiesa si vivono in maniera particolare nella celebrazione dei sacramenti. Don Bosco ci ricorda: 'Dicasi pure quanto si vuole intorno ai vari sistemi di educazione, ma io non trovo alcuna base sicura se non nella frequenza della confessione e della comunione; e credo di non dir troppo asserendo che, omessi questi due elementi, la moralità resta bandita'. I sacramenti dell’Eucaristia e della Riconciliazione sono le due colonne dell’edificio educativo del sistema salesiano: dall’Eucaristia il giovane impara a riorganizzare la sua vita alla luce del mistero di Cristo che si dona per amore e il sacramento della Riconciliazione celebra l’amore di Dio, che è più forte del peccato.
            La preghiera poi esprime la coscienza di essere immersi nella paternità di Dio e guarda, più che alle parole, ai gesti dell’amore di chi cerca di piacere in tutto al Signore.
            L’idea dei Novissimi (delle realtà ultime: morte, giudizio, inferno, paradiso...) attraversa l’intera attività di don Bosco per i ragazzi. Ripeteva spesso: 'Il giovane ama che si entri a parlargli dei suoi interessi eterni, e capisce da ciò chi gli vuole e chi non gli vuole veramente bene. Fatevi dunque vedere interessati per la sua eterna salvezza'. Il riferimento ai Novissimi è sempre un invito al massimo impegno nel tempo per l’eternità: 'Nell’ora della morte ti rincrescerà d’aver perduto tanto tempo, senza alcun vantaggio dell’anima tua', è uno dei tanti messaggi inviati da don Bosco ai giovani.
            Nella Chiesa troviamo Maria, prima credente, che precede, accompagna e guida. Maria è colei che infonde speranza e suggerisce alcuni atteggiamenti tipicamente evangelici: l’ascolto, la fedeltà, la purezza, la donazione, il servizio. E don Bosco ancora: 'Oh! Se io potessi un poco mettere in voi questo grande amore a Maria e a Gesù nell’Eucaristia, quanto sarei fortunato. Vedete, dirò uno sproposito, ma importa niente: sarei disposto per ottener questo a strisciare con la lingua per terra di qui fino a Superga. E’ uno sproposito, ma io sarei disposto a farlo; la mia lingua andrebbe a pezzi, ma importa niente: io allora avrei tanti giovani santi'.
            Tra le componenti dello spirito salesiano ci sono l’amore esplicito al papa e l’adesione convinta al suo magistero. La persona del papa, garanzia della genuinità e dell’autenticità della fede, è segno visibile di unità per tutta la Chiesa ed è una presenza provvidenziale per il servizio che svolge, nel nome di Cristo Signore, a favore di tutta l’umanità.
            Tutta questa vita ecclesiale e sacramentale porta il giovane alla serenità interiore e alla gioia di stare alla presenza di Dio.
 
 
3. SPIRITO DELLA GIOIA E DELLA SANTITA’
 
            Don Bosco è il santo della gioia di vivere. I suoi ragazzi hanno imparato così bene la lezione da dire con linguaggio tipicamente oratoriano che 'la santità consiste nello stare molto allegri, nel perfetto adempimento dei propri doveri di studio/lavoro e di pietà e nel fare del bene agli altri'. Non c’è bisogno allora di staccarsi dalla vita ordinaria per trovare il Signore: il quotidiano, ispirato a Gesù di Nazaret, è il luogo in cui il giovane riscopre la presenza operosa di Dio, che continua a crearlo.
            Per don Bosco la fonte della gioia è la vita di grazia, cioè il vivere da figli alla presenza di Dio, che è Padre di tutti. Questa adesione filiale al Padre porta il giovane a metterlo al centro della sua vita: non c’è più spazio per ciò che impedisce tale comunione. 'La morte ma non peccati' è l’espressione del desiderio di Domenico Savio di aderire a tal punto a Dio da combattere energicamente contro il peccato. Per tutta la sua vita don Bosco indirizzò i giovani sulla strada della santità, congiungendo in un’unica esperienza vitale la fede, il cortile, lo studio e il lavoro serio.
            Per don Bosco il dovere è importante quanto l’elevazione a Dio nella preghiera, profondamente convinto che la libertà del giovane va indirizzata al bene e non lasciata in balia degli istinti o del puro sentimento. Dice ai giovani nel Regolamento dell’oratorio e del collegio: 'Ricordatevi che la vostra età è la primavera della vita. Chi non si abitua al lavoro in tempo di gioventù, per lo più sarà un poltrone sino alla vecchiaia, con disonore dei parenti, e forse con danno irreparabile dell’anima propria'.
            Un’altra virtù cara a don Bosco è la carità. Nell’oratorio e nel collegio i più maturi aiutano i più piccoli e indirizzano i nuovi arrivati. Nel 1854 una trentina di ragazzi si presta per l’assistenza delle persone che nel quartiere sono colpite dal colera.
            Viene poi la mortificazione. Sono consigliate le mortificazioni imposte dalle circostanze della vita e accettate con amore (diligenza nello studio, responsabilità nel lavoro, sopportare gli incomodi come il caldo, il freddo, il vento, la fame, la sete, la stanchezza ...). Non manca l’obbedienza, vissuta come ricerca e realizzazione della volontà del Signore, che spesso si serve di persone per manifestarla.
            Infine, va ricordata la castità. Don Bosco la realizzò 'come amore senza limiti a Dio e ai giovani'. La castità educa i giovani alla purezza come capacità di amare incondizionatamente.
            Vissuta nella gioia e nella santità è uno spirito che porta a donarsi e a servire gratuitamente gli altri perchè figli di Dio.
 
 
4. SPIRITO DEL SERVIZIO RESPONSABILE
 
            Per don Bosco la vita cristiana è impegno nell’azione e nel servizio responsabile. Non è più possibile rientrare nel proprio piccolo mondo dopo aver assaporato il senso della vita e i segni della sua pienezza. Di conseguenza anche i giovani si sentono desiderosi di sfruttare tutti i luoghi, la famiglia, la scuola, il posto di lavoro, il territorio... come occasione di testimonianza di ciò che hanno sperimentato. Questo è ciò che don Bosco chiama 'la politica del Padre Nostro', cioè la politica di chi si mobilita per la realizzazione del suo Regno. Don Bosco, padre e maestro della gioventù, richiedeva ai suoi giovani di diventare 'onesti cittadini e buoni cristiani'. La sintesi dei due elementi, “onesto cittadino perchè buon cristiano”, è il frutto più maturo dello spirito salesiano.
            I giovani fanno anche l’esperienza di divenire luce e lievito in mezzo agli altri ragazzi e giovani, 'giovani per i giovani'. La scelta dell’animazione, come metodologia e come stile di educazione, sia nei confronti dei più piccoli, che di se stessi, è lo stile che caratterizza lo spirito salesiano. Nell’animazione la preferenza di don Bosco è sempre per i giovani poveri, abbandonati, pericolanti.
            Sono tanti i giovani che, guidati dallo Spirito del Signore e animati dai valori dello spirito salesiano, hanno vissuto e vivono la propria esistenza come dono, ricordiamo a questo proposito le parole di Giovanni Cagliero: 'Frate o non frate, io rimango con don Bosco'.
 
 
 
MGS Triveneto
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