Capitolo 35

Diffusione de' buoni libri - Terza ristampa della Storia Sacra L'allocuzione del Papa e l'indirizzo dell'Episcopato nella canonizzazione dei martiri Giapponesi - Altra ristampa della Storia d'Italia: l'Armonia - Letture Cattoliche di marzo: indirizzo agli associati - Riguardi che D. Bosco vuole che si usino ai prelati che si associano a queste Letture - Lettere di A Bosco agli Ordinarii di molte diocesi d'Italia per raccomandare tale associazione e loro risposte.

Capitolo 35

da Memorie Biografiche

del 01 dicembre 2006

Pari all'impegno che Don Bosco assumevasi per la salute eterna e il progresso de' suoi giovani nella virtù e per l'incremento della Pia Società di San Francesco di Sales, era quello che animavalo a scrivere e a diffondere in ogni modo i buoni libri.

Egli trovava tempo in quest'anno 1863 a rifare la Storia Sacra, pubblicandone una terza edizione, con analoghe inci­sioni, per uso delle scuole, secondo il programma del Minis­tero della Pubblica Istruzione. Oltre non poche correzioni di frasi, aggiunte di periodi, di paragrafi, di alcuni fatti, ci di sana pianta arricchisce di cinque intieri capi l'epoca settima. Con questo lavoro difende le verità della Chiesa cattolica e confuta le menzogne e le abberrazioni degli eretici. Scrive in ultimo: - S. Pietro, capo della Chiesa, partì da Antiochia e condottosi a Roma, capitale allora del mondo intero, vi stabilì la sua sede. I suoi successori continuarono a farvi resi­denza, che per causa delle persecuzioni doveva essere nelle catacombe. Dopo il terzo secolo dell'era cristiana l'impera­tore Costantino abbracciò la religione di Gesù Cristo, fondò, chiese in Roma e le fornì di dote. Appresso trasportò il suo seggio imperiale in Costantinopoli da lui fondata. D'allora in poi gli imperatori, i re che dominarono in Italia, non soggiornarono più in Roma, ma solamente la traversarono come viaggiatori, risiedendo a Ravenna o a Pavia, o a Milano. Così Roma divenne per Divina Provvidenza la città del Vi cario di Gesù Cristo ”.

In questa ristampa D. Bosco tolse dalla prefazione la citazione di Feccia e di Aporti, vi riportò l'elenco dei nomi di geografia sacra, confrontati coi nomi moderni, con molte aggiunte a quello del 1855. Completò il volume col quadro delle monete, pesi e misure ebraiche, confrontate colle monete, pesi e misure del sistema metrico decimale; con un trattatello sulla geografia della terra santa e dei regni confinatiti; con un cenno degli imperi che la dominarono, e cori una carta geografica della Palestina.

Notiamo che altre edizioni furono posteriori a questa e sempre con aggiunte e correzioni di D. Bosco, che indicano l'amore col quale ei prediligeva questa storia.

Intanto pieno di gioia per l'unanime adesione dell'Episcopato ai desiderii del Santo Padre; per l'ammirabile unione con Roma del clero e laicato cattolico prussiano, dalla quale doveva sorgere il Centro Parlamentare, che tante vittorie legislative doveva ottenere a vantaggio della Chiesa; per il danaro di S. Pietro, che da ogni parte del mondo cercava sollevare con milioni l'augusta povertà del Pontefice, faceva stampare nell'Oratorio un opuscolo annunziato dall'Armonia il 5 marzo.

L'allocuzione del Papa e l'indirizzo dell'Episcopato nell'occasione della canonizzazione dei Martiri Giapponesi, sono due documenti che fanno epoca nella storia. Quindi crediamo opportuno che siano conosciuti e diffusi dai fedeli. A questo scopo se n'è fatto una bella edizione in Italiano dalla Tipografia dell'Oratorio di San Francesco di Sales, in Torino, al prezzo di centesimi 20 franco per la posta.

Nello stesso tempo faceva pubblicare un'altra edizione della sua Storia d'Italia, affidandone la vendita per comodità della gioventù Torinese, oltre all'Oratorio, alle tipografie di Paravia, del Cav. Pietro Marietti, di Giacinto Marietti, e alla libreria di Moglia Giuseppe, Via Barbaroux. Così annunziava l'Armonia il 5 aprile.

La Storia d'Italia raccontata alla gioventù. - Il solo titolo soprascritto basterebbe già a raccomandare il bel lavoro dell'ottimo sacerdote D. Bosco, Questo nome infatti è ormai conosciuto per tutta l'Italia, e il poter dire che questa storia ebbe già in sì breve tempo l'onore di ben quattro edizioni, è tal gloria che molti possono, ambire, ma pochi raggiungere. Non vogliamo tuttavia pretermettere che i pregi grandissimi di questa storia riscossero le più lusinghiere lodi non solo dalla Civiltà Cattolica, che la encomiò più volte e, non è ancora gran tempo, con uno di que' suoi incomparabili articoli; ma eziandio da un uomo il cui giudizio quanto meno è sospetto, tanto è più autorevole, massime in questa materia, vogliamo dire dell'Illustre Sig. Nicolò Tommaseo. Si aggiunga che la presente opera tende ancora a procurare l'occasione di compiere un atto della più squisita carità, giacchè essa si vende esclusivamente a beneficio degli Oratorii di S. Luigi, dell'Angelo Custode e di S. Francesco di Sales. Si aggiunge infine che ove si guardi alla grossezza del volume, alla nitidezza dei tipi, alla correzione della stampa e alla bellezza dell'edizione, il prezzo non potrebbe essere più tenue. Esso è di sole L. 2, 50 a Torino e di lire 2 e 75 nelle provincie per la posta.

Altri lavori tenevano occupato D. Bosco al suo tavolino come presto vedremo, ma ciò che urgeva di più era il fascicolo delle Letture Cattoliche pel mese di Marzo.

Queste presentavano ai lettori il fascicolo: Dialoghi popolari sopra alcuni errori del giorno in fatto di religione. I dialoghi sono quattro, e confutano i soliti spropositi che i protestanti spargevano nei paeselli contro le verità cattoliche. Il libretto è stampato dal Tipografo Paravia, ma sul frontispizio si legge: - Torino 1863 - Presso la Direzione delle Letture Cattoliche, via San Domenico N. II.

Nell'ultima pagina, nel piano d'associazione si nota che i vaglia devono essere intestati alla Direzione.

Il fascicolo portava un indirizzo agli associati.

 

Ai nostri benemeriti corrispondenti e cortesi lettori,

 

Con grande nostra consolazione, benemeriti corrispondenti e cortesi lettori, vi annunciamo il termine dell'anno 10 delle Letture Cattoliche. Crediamo che sia reciproco il motivo di consolazione, perchè le nostre e le vostre sollecitudini furono da buon successo coronate, sia per l'aumento del numero dei lettori, sia pel frutto che speriamo ne sia tornato al bene delle anime.

Siccome per altro da qualche tempo in qua si fa più grave sentire il male, che si va cagionando colle stampe perverse, così coll'annunciarvi l'anno II delle nostre pubblicazioni ci facciamo animo, benemeriti corrispondenti e cortesi lettori, a raccomandarvi che vogliate con noi raddoppiare lo zelo e la sollecitudine. Dal nostro canto nulla risparmieremo di quanto può contribuire all'esattezza della stampa, alla puntualità delle spedizioni, all'amenità della materia, all'utilità e scelta degli argomenti. Per ottenere questo scopo voi potete coadiuvarci efficacemente, sopratutto coll'incoraggiare gli associati a continuarci il loro favore e collo studiare il modo per diffondere questi libretti in quei luoghi dove non fossero ancora conosciuti, specialmente là dove i protestanti avessero tentato, oppure tutt'ora tentassero, di spargere il veleno dell'errore tra i popoli cattolici. Dal programma più sotto unito si vedrà come nulla siasi cangiato dagli anni scorsi. Crediamo bene eziandio di riprodurre le parole del supremo gerarca Pio IX e alcuni fragmenti di pastorali di Vescovi e Vicarii generali, che si compiacquero di raccomandare ai fedeli la maggior diffusione possibile delle Letture Cattoliche. Dio benedica  a tutti quelli che in questi calamitosi tempi si adoperarono per la diffu­sione dei buoni libri, e benedica in ispecie voi benemeriti corrispon­denti e cortesi lettori; e mentre vi offriamo i sentimenti della più viva nostra gratitudine, preghiamo il cielo a prosperarvi colla pienezza dei suoi favori.

Torino, I Marzo 1863.

 

LA DIREZIONE.

 

 

D. Bosco faceva eziandio, come aveva stabilito negli anni antecedenti, pubblicare l'elenco dei fascicoli stampati nelle Letture Cattoliche, perchè fossero distribuiti e comprati, o donati alle popolazioni. Nello stesso tempo, per raccomandare le sue Letture, indirizzava una lettera a dieci Cardinali, a 85 Vescovi, e 60 Vicarii Generali o Capitolari di tutta l'Italia. Si conserva la nota fatta scrivere e corretta da lui. Egli intanto raccomandava ai suoi incaricati, che non si mandassero mai i conti dell'associazione ai benefattori insigni, ai Vescovi, ai Cardinali; e perciò esigeva che i loro nomi fossero scritti in un registro a parte. - Costoro, diceva, resterebbero offesi ricevendo le pagelle, mentre con una sola offerta ricompensano ampiamente la Casa.

Ecco adunque la circolare che variava negli indirizzi secondo richiedeva la dignità dei personaggi che dovevano riceverla.

 

Illustrissimo e Reverendissimo Monsignore,

 

Il bisogno che si fa ogni giorno sentire più grave della diffusione di buoni libri, è quello che mi eccita di scrivere a V. S. Ill.ma e Rev.ma per avere un appoggio. Credo che Le sia ben noto come da dieci anni si pubblicano in questa città alcuni libretti mensili sotto al nome di Letture Cattoliche. La modicità del prezzo, la popolarità e la scelta degli argomenti, la raccomandazione dei Vescovi ed ancora assai più la Benedizione e la raccomandazione dello stesso Sommo Pontefice il Regnante Pio IX, fecero sì che numerose ne fossero le associazioni e se ne mostrassero assai soddisfatti i lettori.

Ora desidero ardentemente che siano vieppiù diffuse in cotesta Diocesi dalla Divina Provvidenza alle caritatevoli di Lei cure affidata; perciò se nell'alta sua prudenza e saviezza stimasse di dire una parola a favore di queste Letture, credo che farebbe cosa utile per la gloria di Dio, aiuterebbe a mettere un antidoto alle stampe immorali ed irreligiose, che in tante guise si propagano, e sarebbe nel tempo stesso di non lieve eccitamento a coloro che si occupano per la stampa o per la diffusione delle medesime.

Quanto qui Le dico è una semplice preghiera che fo a nome della Direzione; e sono sempre contento comunque Ella giudichi meglio di fare.

Dal canto mio La prego rispettosamente a voler gradire che di cuore Le auguri dal Cielo sanità ed abbondanza di grazie, e mentre mi raccomando alla carità delle divote di Lei preghiere, reputo al massimo onore di potermi professare con pienezza di stima.

Di V. S. Ill.ma e Rev.ma.

 

Torino, 20 Gennaio 1863.

 

Obbl.mo Servitore

Sac. Bosco GIOVANNI.

 

I varii Vescovi non tardarono a far risposta all'appello di Don Bosco. Noi conserviamo ancora alcune di queste lettere.

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