Singolare domanda di Don Bonetti a Don Bosco - Don Bosco manda una strenna della Madonna ad ogni individuo del Collegio di Mirabello - Lettere di un chierico a Don Bosco con ringraziamenti per la strenna - Scrive alla Contessa Callori di essere stato alquanto ammalato: visitò il figlio nel collegio di Valsalice e gliene dà notizie: scusa la lentezza dell'edizione di un libro: sospende il disegno della fondazione di un liceo: costo elevato del Pane; necessità di riparare dal freddo i suoi alunni: spera di vederla a Casale - Dal Magazzino dell'amministrazione militare sono mandate all'Oratorio coperte da letto - Carità di Don Bosco.
del 07 dicembre 2006
 Se la lettera di Don Bosco aveva riempito di allegrezza e mossi a far buoni propositi gli abitanti del Collegio di Lanzo, commosse molto di più gli alunni di Mirabello un'altra sua lettera che per circostanze non ordinarie era vivamente aspettata. Sul fine del mese di novembre il direttore Don Giovanni Bonetti aveva scritto a Don Bosco:
 
Carissimo sig. Don Bosco,
 
Nell'avvicinarsi la novena di Maria Immacolata uno strano pensiero mi balenò alla mente. L'ho afferrato e glielo espongo. Ho pensato adunque che di noi la Madonna è chiamata madre e degli angioli invece è detta regina, e che per conseguenza noi di Lei siamo figli, non sudditi e servi. Difatti non per essi ma per noi furono dette quelle parole: Ecce filius tuus: ecce mater tua. Ciò posto io dissi: è indubitato che l'amor di un figlio deve essere assai più veemente, che non quello di un suddito per fedele che sia, e perciò l'amor nostro verso Maria non dev'essere inferiore a quello degli angioli. Sebbene gli angeli al presente possano amar Maria più di noi, ciò avviene perchè si trovano in istato di beatitudine; ma ciò nonostante noi come figli abbiamo più diritti, maggiori titoli, più forti obbligazioni, che non essi,
di amarla e venerarla, specialmente per i grandi benefizi che ci ha fatti.
Pertanto, cosa che a prima vista sembra troppo ardimentosa io ho proposto ai nostri figli di Mirabello di mandare agli angioli una sfida nel celebrare la novena e la festa dell'Immacolata Concezione, eccitandoli ad un tempo di adoperarsi a tutto loro potere per superare in questi giorni que' celesti spiriti nello slancio e nell'amore verso questa dolcissima Madre nostra. Alla difficoltà che mi si fece, che gli angioli non hanno passioni, non tentazioni, e che ci avrebbero vinti, ho risposto e dimostrato che anzi le nostre passioni e tentazioni ci avrebbero posti nella cara necessità di vincere più facilmente la sfida, purchè coll'aiuto di Gesù e di Maria che non ci manca le avessimo superate; e che Dio nel giudicare tra noi e gli angioli avrebbe tenuto conto di questi maggiori nostri sforzi.
Comunque sia, o bene o male, io ho fatto la proposta che fu dai giovani accettata. Oggi si è incominciata la novena con non piccolo slancio e un buon numero mi paiono pronti a vincere o morire. Mi è necessaria tutta la prudenza di un generale per temperare o ben dirigere il loro ardore.
Però colui che si trova negli imbrogli sono io. Mi domandarono chi sarebbe stato il testimonio della sfida tra noi e gli angioli. Ed io con una confidenza, forse un po' troppo grande, risposi che lasciava il pensiero alla Madonna di far conoscere in qualche modo l'esito della sfida. Io temo con ciò d'aver tentato Iddio. Perciò io mi rivolgo alla S. V. che voglia venirmi in aiuto. In che modo? Con uno dei soliti sogni, cui pregherò Maria a mandarle durante questa novena.
In questo sogno o in qualche altra cosa equivalente sarebbe da desiderarsi che V. S. vedesse i giovani di Mirabello, o tutti o in parte vincitori, oppure accarezzati dalla Beata Vergine mostrantesi di loro soddisfatta per la novena. Nel terminare della medesima o pel dì della festa V. S. ci farebbe un grande servizio e metterebbe l'incoronamento all'opera se a nome di Maria ci mandasse a dire l'esito per noi glorioso.
Deh! adunque signor Don Bosco, per pietà, non mi lasci nell'imbarazzo, ma mi venga in aiuto per tempo.
L'ammalato che le aveva raccomandato è tosto guarito. Se ne aggravò un altro (un certo Stella) nipote del Can. Manfredi di Voghera. V. S. lo raccomandi.
Gli altri stanno tutti bene. Il numero preciso dei giovani qui presenti, senza quelli che ancora aspettiamo, è di 145, dieci meno dell'anno scorso. Preghi per noi. Sono con tutto l'affetto
 
Sac. GIOVANNI BONETTI.
 
 
 
Don Bosco dovette sorridere a questa lettera, ma trattandosi di eccitare sempre meglio la divozione figliale degli alunni verso Maria SS., dopo essersi certamente a Lei rivolto con fervorose preghiere, ebbe fiducia di essere esaudito. Tuttavia non affrettò la risposta, ma lasciò trascorrere la festa dell'Immacolata e invitò Don Bonetti a mandargli l'elenco dei nomi di tutti i giovanetti del Collegio, di coloro che erano addetti alla casa, e dei membri della famiglia Provera. Ogni nome doveva essere posto in capo ad una riga, perchè egli potesse scrivervi a fianco un motto, o un avviso, o una lode, o un rimprovero in nome della Madonna. Si noti che di quegli alunni, molti nuovi li aveva visti una sol volta, ed altri gli erano perfettamente sconosciuti, perchè entrati dopo la sua visita, fatta in novembre. D. Bonetti si affrettò a mandargli la lista richiesta in fogli che nel rovescio dovevano restare in bianco. Ripetevasi il fatto della strenna ricevuta dai giovani dell'Oratorio per l'anno 1862. Don Bosco, riempiuti di propria mano quei fogli, li trasmise a Mirabello colla seguente lettera:
 
Torino, 7 dei 1868.
 
Carissimo Don Bonetti,
 
Ho fatto un poco ritardare la risposta che la Madonna fa ai giovinetti di Mirabello, prima di sfidare gli Angeli.
Non ho potuto prima perchè il dettato era alquanto lungo. Vedrai che ci sono delle osservazioni molto severe, ma niuno le prenda in mala parte; se ha riflessi a fare, li faccia alla Madonna stessa. Quello, che è certo si è che niuno può dire: “ Questa strenna non fa per me ”.
Nasi, Chicco, Cascati, Belmonte e qualcheduno altro, mi scrissero lettere che ho letto con vero piacere; le tengo sul tavolino per far loro la risposta.
Le risposte sono molto concise e la colpa è tua. Perchè nel mandarmi il catalogo dei giovani non hai fatto tenere maggior distanza da un nome ad un altro? Aiuta adunque a leggere lo scritto; ciascuno tenga il biglietto; andando poi a Mirabello io procurerò di spiegare a ciascuno più diffusamente quanto ivi è appena indicato.
Che Dio mandi copiose benedizioni sopra i giovani e sopra i cari Superiori di Mirabello. Io non do strenna, perchè non voglio miscere sacra profanis. Vale.
Pregate pel
Vostro aff.mo
Sac. Bosco GIOVANNI.
 
PS. - Si raccomandino e si propongano le Letture Cattoliche, e nelle lettere, ove par bene, si metta un programma.
 
Don Bonetti ricevette quegli scritti, li tracopiò in un suo quaderno, notando solo le iniziali dei nomi; quindi tagliò l'originale in tanti listini quanti erano i nomi, e li distribuì secondo il loro indirizzo a ciascun individuo della casa. I primi sembrano destinati ai superiori, maestri ed assistenti.
Ecco gli avvisi, inviati da Don Bosco.
Parla sovente e con carità coi tuoi subalterni.
Se vuoi volare alto, comincia dal basso: Humilitas totius aedificii spiritualis fundamentum.
Procura sempre di praticare coi fatti quello che ad altri proponi colle parole.
Quaere primum regnum Dei: sursum corda.
In patientia felicitas et salus tua.
Cave ne ponas manum ad aratrum et respicias retro.
Le piccole croci della terra sopportate formeranno nuove corone di gloria in cielo.
Multis modis vocat nos Deus ad se; in patientia tua possidebis animam tuam.
Placentia superiori, placent et Deo tuo. Perge!
Ama nesciri.
Non multa, sed quae Deo, non tibi, placent, agenda sunt.
Homines vident quae parent, Deus autem intuetur cor.
Nondum caepisti: et quae coepisti Dei non sunt.
An pergis? quid vis? Pete, ora, et operare.
Consacra al Signore la tua sanità e l'avrai.
Excita somnolentos et teipsum si calumniatus fueris.
La meditazione e la Comunione saranno i tuoi salvatori.
Si vinum bonum, opera bona, feceris, laetificabis cor Dei et hominum. Se dovrai rendere conto a Dio delle parole, dei pensieri, che non sarà delle opere?
Si cum bonis bonus eris, cum perversis perverteris.
Satage ut per bona opera vocationem certiorem facias.
Perchè non eseguisci le promesse? Dove vanno i proponimenti?
Se farai la meditazione e la lettura spirituale, vincerai l'accidia e quel vizio che ti ho detto.
Comincia: Dio non è contento di te.
Qui dicit bene et male agit, erunt ci mala in interitu.
La carità, l'umiltà sono le ali che ti solleveranno verso Dio.
Non basta cominciare: bisogna perseverare anche con sacrifizio. Ges√π Cristo sia tuo amico: fuggi i compagni dissipati.
Tanto i cattivi consiglieri quanto i consigliati corrono gran rischio di rovina.
A Dio dispiace la tua accidia. Perchè non fai bene la tua meditazione e la lettura spirituale?
I cattivi consigli ti tirano addosso l'ira di Dio: cangia vita, sei in tempo.
Apri tutto il tuo cuore al Direttore e frequenta con fervore la Comunione.
Coraggio, se vuoi avere il premio. Don Bosco ti dirà il resto.
Se non ritorni indietro, ti metti per una strada che ti conduce alla perdizione.
Cessa di essere matto, ma coi fatti sii luce di buon esempio.
Da cattivi consiglieri sei male consigliato. Ascolta il confessore. Se non ti inetti a praticar l'umiltà, tu perdi la più bella delle virtù. Chi dà o riceve cattivi consigli, diviene servo e schiavo del demonio. I mali passati ti servano di lezione per l'avvenire.
Inchoantibus proemium promittitur, perseverantibus datur.
Ti attende un gran premio; non badar alla fatica.
La frequente Comunione e le meditazioni faranno la tua fortuna. L'arroganza e il tempo perduto saranno due spine in punto di morte.
Va' coi buoni e sta' ai consigli del confessore.
Fuggi le vanità e la pigrizia. Fa' qualche visita a Gesù Sacramentato. Occupa il tempo; frequenta la Comunione: sii obbediente.
Piglia animo: opera il bene; bada a nessuno.
Se vuoi il premio continua la frequente Comunione.
Chi fa cattivi discorsi è ministro di Satanasso. Eméndati.
Ricorri sovente a Maria e va' avanti.
Va' coi buoni, frequenta la comunione, fa' coraggio.
Perchè pensi tanto a casa? Perchè non pensi più all'anima?
Pratica i proponimenti della Confessione.
Attendi alla meditazione e lettura spirituale. Ti sono indispensabili. Frequenta la Comunione.
Dio vuole qualche cosa di pi√π: amalo: frequenta la Comunione.
Sei ancora in tempo, ma guai se differisci: fuggi l'ozio.
Ama pi√π l'anima, meno il corpo: coraggio, mentre sei in tempo.
Il mondo t'inganna: ascolta Dio che ti tiene preparato un gran premio.
La tua freddezza e la tua indifferenza ti espongono a grave pericolo di perdizione.
Guardati dai cattivi consiglieri: fatti amico il Direttore e il tuo maestro.
Fatti animo, frequenta la Comunione, fuggi l'ozio. Maria ti chiama, ascòltala e bada a nessuno.
Sii pi√π umile, fa' meglio la meditazione.
Cercati buoni consiglieri, altrimenti sei in gran pericolo. Lava spesso l'anima e pratica i consigli del confessore.
Non nascondere il veleno in seno: cercati migliori compagni.
Abbi maggior confidenza co' tuoi superiori eseguita i loro consigli. Fuggi l'ozio e fa' meglio la meditazione.
Meno buffone, pi√π divoto e pi√π diligente.
 Sei a tempo; fa' bene e bada a nessuno.
I tuoi fratelli attendono da te buoni esempi e buoni consigli.
Meditazione, lettura spirituale, frequente comunione saranno la tua fortuna se le farai bene.
Se non abbandoni il vizio che tu sai, ti prepari un tristo avvenire. Fiducia ai tuoi superiori: pratica i consigli del confessore.
Il mondo paga male; frequenta i buoni compagni e la S. Comunione. Perchè non rimedi al passato? perchè durare nel vizio? Ricorri a Maria che ti aiuterà.
Il mondo inganna. Dio solo darà il vero premio: chiamalo.
I consigli de' tuoi superiori siano regola delle tue azioni.
Una buona insaponata all'anima e poi fuggi il vizio.
Sii buon vicino col buon esempio e frequenta la Comunione.
Dio non è contento di te: ci vuole un radicale cambiamento. L'ubbidienza e la diligenza ti assicurano la strada del paradiso.
Non badar alla fatica, ma al premio che Dio dà a chi serve per lui
La mansuetudine e l'obbedienza sono di assoluta necessità.
Va' coi buoni e fuggi i compagni dissipati.
Non fai male, ma non basta; Dio vuole che operi il bene.
Apri il cuore ai tuoi superiori e avrai consigli per rimediare
Chi giuoca di testa, paga di borsa: si i pi√π obbediente.
Pratica i proponimenti che fai in confessione.
La collera e lo scandalo han fatto temere assai di te; emèndati.
Perchè pensi a tante cose e badi sì poco all'anima?
Tu dai cattivi consigli e pensi troppo al corpo: emèndati.
Il paese delle risse sai dov'è? Pazienza ed obbedienza.
Chi è pigro in vita, piangerà al punto di morte il tempo perduto.
Un vizio ti prepara un gran disastro, se non ti emendi.
Pi√π sincero; occupa meglio il tempo e fuggi ecc.
Le Comunioni e le meditazioni saranno la tua fortuna.
Non attendi abbastanza all'anima, né sei più diligente.
Sii pi√π costante nelle promesse che fai a Dio.
La tua pigrizia e la tua volubilità sono i tuoi amici?
Occupa il tempo, da’ più buon esempio, e Dio ti aiuterà.
Dio vuol da te maggior diligenza nei tuoi doveri.
Va' con buoni compagni e fuggi l'ozio: coraggio!
Pensa meno a casa: bada pi√π all'anima ed alla scuola.
Bada a nessuno, fa' bene, va' coi buoni.
Fuggi la pigrizia: sta' pi√π raccolto in chiesa.
Fuggi i compagni dissipati: sii pi√π diligente.
Pensa ai tuoi doveri, ma bada pi√π alle cose dell'anima.
Più carità coi compagni; combatti il vizio che tu sai.
Maria vuole da te pi√π diligenza ne' tuoi doveri.
Sii pi√π divoto in chiesa e attento nello studio.
Usa maggior attenzione nella meditazione e nella lettura spirituale.
Rispetto ai Superiori e frena la collera.
Maria ti vuole divoto e ubbidiente.
O cangiare o aspettarti cattivo fine: sei a tempo.
Il tempo che perdi ti conduce al vizio: e se continui così dove vai?
La tua pigrizia dispiace al Signore. Comincia ad essere diligente.
Le cose possono nascondersi al mondo, ma non a Dio. Sincerità.
Sii pi√π attento nella scuola e pi√π divoto a Maria.
Troppo dissipato; sii pi√π diligente; ricorri a Maria.
La bocca che mentisce, dà la morte all'anima.
Dimentica il passato e fa' vita nuova in avvenire.
Seguita gli avvisi e i consigli de' tuoi superiori.
Carità coi compagni, rispetto ai superiori, più attenzione in chiesa.
Se hai cominciato bene, continua; ubbidienza e divozione.
Studia di andare coi compagni amanti della pietà.
Frequenta i Sacramenti. Sta' attento alla lettura spirituale.
Apri tutto il tuo cuore al Direttore e fa’ come ti dice.
La divozione e lo studio ti faranno felice.
Occupa meglio il tempo: sii pi√π divoto in chiesa.
Se parli fuori di tempo, rechi danno all'anima e al corpo.
La tua negligenza dispiace a Dio. Occupa meglio il tempo.
La divozione in chiesa ti porterà molte benedizioni.
Ascolta i tuoi superiori e non la sbaglierai.
La lettura spirituale e l'ubbidienza ti terranno per la buona strada.
Perchè disturbi in chiesa? Sii più divoto in avvenire.
La tua dissipazione dispiace al Signore. Quando cangerai?
Le risa e le negligenze recano molto danno all'anima tua.
Se non cessi dalle negligenze e dalle risse, Dio non ti darà il provento in fin di vita.
Procura di essere un poco più obbediente e poi tutto andrà bene.
Qual ricompensa si merita il pigro e il negligente?
Più divozione e più carità coi tuoi compagni.
Se vuoi andare avanti, usa carità co' tuoi scompagni; rispetta i superiori.
L'attenzione nella scuola e la divozione in chiesa ti faranno accetto a Dio.
Va' dalla formica e medita il 7° comandamento del decalogo.
Non basta cominciare, ma fare sforzi per continuare.
Lascia le menzogne; le negligenze spiacciono a Dio,
Vuoi diventare buono? Sii devoto in chiesa, attento nella scuola.
Colla negligenza e colla loquacità rechi danno all'anima.
Per te l'ubbidienza è tutto. Ricorri a Maria.
Vuoi assicurarti la buona strada? Sii obbediente.
Se non fuggi la pigrizia, vanno male le cose dell'anima e del corpo.
Il demonio ti vuol condurre alla pigrizia: non ascoltarlo.
Va' coi buoni, fuggi i dissipati e farai bene.
Se non cangi radicalmente, sei per una cattiva strada.
I consigli del tuo confessore e del tuo maestro saranno la tua fortuna.
Vuoi diventar buono? Sii devoto in chiesa, attento nella scuola.
Se non cominci adesso, sarai in pericolo per l'avvenire.
Se sarai divoto di Maria avrai la salute dell'anima e del corpo.
Domanda un consiglio al Direttore e séguilo.
Hai cominciato? Va bene; ma bisogna continuare.
I nove biglietti che seguono pare fossero destinati al personale di servizio.
Da' molta importanza alle cose di religione.
Se sopporti gli altri, essi sopporteranno te. Pi√π religione.
Adesso puoi e non vuoi; verrà un tempo che vorrai e non potrai.
Chi pensa molto al corpo e poco all'anima, cade nel laccio del demonio.
Con maggior frequenza ai Sacramenti puoi assicurarti la via del Cielo.
Dio nel Vangelo condannò un servo pigro. Coraggio.
Non vuoi si mormori di te? Non mormorare tu degli altri.
Col rispetto e l'obbedienza ti farai un gran bene.
Sei fedele e lavora per amor del Signore, che ti pagherà bene.
Questi altri erano destinati per i membri della famiglia Provera, che Don Bosco nella sua riconoscenza considerava come suoi figli spirituali.
Un sacco di pazienza coi giovani.
Si sopportino i difetti altrui.
Nel lavoro si cerchi la gloria di Dio.
Faccia delle parrucche in ogni tempo e luogo; bastoni quando vi è opportunità (al vecchio padre).
Coraggio; in fine si pagherà tutto.
Coi fatti, colle parole insegni la religione alla sua famiglia (alla madre? ).
Aiuti il papà a correggere ed avvisare, ma non dimentichi se stessa.
Dopo le fatiche e le battaglie ti è preparato un gran premio.
Veglia sulla sanità spirituale e temporale di te e della tua famiglia.
Fece epoca in Mirabello tale distribuzione, e mentre i giovani meditavano i loro biglietti aspettando una visita di Don Bosco, egli riceveva lettere di rendimento di grazie, una tra le altre piena di così ingenuo affetto che crediamo bene riportarla.
 
Mirabello, 15 gennaio 1868.
 
Rev.mo sig. Don Bosco,
 
Quanti baci a quella cara strenna! Ella esce dalle mani di Don Bosco, cui la dettò la Madonna stessa. Ma io anche vorrei darle la strenna; se l'accetta, io per me la dono di cuore. Ho udito parlar sì bene della Società dei chierici e preti, che io non vedo il momento in cui avrò la fortuna d'entrarvi. Questo può essere un semplice e passeggero impeto del mio cuore e se così fosse Ella lo conosce più di me; onde ho pensato di mettermi intieramente nelle sue mani, perchè so in quali mani mi metterà. Don Bosco conosce il mio interno, sa di che cosa io sia capace; disponga Don Bosco. Ora per altro la prego colle lagrime agli occhi di una consolazione. Il mio cuore, un tempo, talora era lieto talmente che venivo tentato perfin di superbia; talora triste al sommo, sicchè non poteva trovar pace. Ma che gioia quando manifestata la cosa al mio confessore, questi mi assicurò che nulla avevo a temere pel passato! Quando però potei venire a confessarmi da lei, lo sa, Don Bosco, ho avuto certe domande che lui diedero alquanto a pensare. Ora è poco tempo che ho inteso dal sig. Direttore, che esortato da Don Bosco ad avvisare quelli che fanno confessioni sacrileghe, interrogando del come, aver lei risposto che quando interrogati negano, basta per essi un avviso generale: ci pensino. Questo pensiero mi fa tremare. Per carità, Don Bosco, mi esponga lo stato di mia coscienza; son pronto ad obbedirla in qualunque cosa. Temo che il mio Don Bosco abbia voluto avvisare in quel modo anche me. Per carità lui consoli; lui dica, mi dica tutto; io lo farò, lo farò.
Mi scusi, caro Don Bosco, se le ho fatto perdere troppo tempo; è troppo il desiderio di ottenere le grazie suddette. Le spero dal dolce suo cuore e con questa speranza le bacio la mano con affetto di figlio.
 
Um.mo Ch. CARONES.
 
Cessato il cader della neve e rese praticabili le strade Don Bosco recavasi al Collegio di Valsalice per visitare un, figlio della Contessa Callori che colà attendeva agli studii; quindi ne scriveva alla madre che passava una parte dell'inverno nel suo palazzo a Casale, comunicandole altre notizie importanti, e dicendole delle cause che ritardavano la pubblicazione del libro il Cattolico Provveduto per le pratiche di pietà.
 
Benemerita signora Contessa,
 
Millanta cose a dirsi e non si scrive mai, ecco il modo di trattare; ma adesso prenderemo una cosa per volta, e questo lo fo dopo essere stato alcune settimane incomodato nella sanità. Ciò soltanto a Lei, come madre, perchè quei di casa non sanno niente, altrimenti sarebbero in apprensione. Ora va bene.
Sono stato due volte a Valsalice; ma fui sempre sfortunato. La prima c'era nessuno, perchè tempo di passeggiata. Andai altra volta ad ora diversa e quel giorno capitò anche il cangiamento dell'ora alla passeggiata. Ho però potuto parlare con Emanuele, che ho veduto bene di sanità, ma non colla solita tranquillità. Voleva poi ritornare per parlare un poco a lungo, ma non ho più potuto. Ora se Ella effettuasse quello che accennò colla Marchesa Fassati, bene; altrimenti ci andrò, e adesso, avendo ora e giorno fisso per parlare, sono sicuro di non più fare la gita invano. Se può, mi dica una parola a questo proposito.
Il famoso libro ha fatto un sonno un po' lungo. Mons. Gastaldi, che è Revisore Ecclesiastico incaricato, dimenticò l'originale a Torino e per questa ragione non ci fu più dato fino ai primi di questo mese. Adesso si lavora con tutta energia e spero che guadagneremo una parte del tempo perduto.
Ora le dirò che questo libro raggiungerà le pagine 800 e se si metterà ancora la vita dei santi principali avremo pagine 900: troppo voluminoso. Io sarei pertanto di parere: omettere le vite di questi santi, che forse potranno poi stamparsi a parte, e i vespri con altre piccole cose di aggiunta stamparli con carattere più piccolo e così portare il nostro libro a settecento cinquanta pagine circa. Ella ci penserà e io farò come dirà la mamma.
Il pensiero di un liceo, di cui sentesi gravemente la necessità, per quest'anno dobbiamo sospenderlo.
Dobbiamo fare tutti gli sforzi per andare avanti in queste annate di grave miseria. L'anno scorso in questi giorni il pane era pagato cent. 26 al chilogramma; ora è fissato a 50, sicchè Don Rua ogni mese invece di cinque mila deve pensare a 9 mila; di più Lanzo e Mirabello sono in perdita sulle pensioni. Qui abbiamo la metà dei giovani vestiti ancora da estate.
Ciò fa sospendere ogni spesa non ancora in corso.
Perciò quanto Ella potrà fare nella sua carità, lo faccia per aiutarci ed andare avanti quest'anno colla speranza di tempi migliori per altre imprese.
Avrà ricevuto la lettera che il Conte Borromeo mi ha scritto sull'ex - sindaco di Vignale: lasciamo che Pilato reciti il Suscipiat. Ci parleremo poi.
Il sig. Conte o Lei farebbero bene di participarlo, affinchè lo sappia, che essi sonosi adoperati per questa onorificenza.
Se Ella venisse a Torino fra non molto tempo, mi farebbe piacere di dirmelo, affinchè non colga l'epoca di sua assenza nel passaggio che sul principio di febbraio prossimo, o forse prima, farò a Casale.
Signora Contessa, io raccomando ogni giorno nella Santa Messa Lei, il sig. di lei marito e tutta la famiglia. Ella preghi anche per la povera anima mia e mi creda con vera gratitudine
Di V. S. B.
Torino, 10 del 1868,
 
Obbl.mo Servitore
Sac. GIOVANNI BOSCO.
 
 
In questa lettera Don Bosco accenna ad un liceo. Si trattava di fondare a Torino un nuovo istituto per l'educazione della gioventù, il quale però doveva essere destinato ad uso liceo per ritirarvi gli alunni studenti dell'Oratorio, che finiti i corsi ginnasiali volessero intraprendere quelli di filosofia, e non solo essi, ma quanti altri si fossero presentati. Un certo numero sarebbe stato degli appartenenti alla Pia Società, o di quelli che avrebbero mostrato desiderio di appartenervi. Il liceo avrebbe avuto superiori è insegnanti proprii. Per dar colore alla cosa e compimento all’opera, avrebbe avuto aggiunta una piccola scuola per studenti di grammatica e qualche laboratorio per artigiani: mentre sarebbe stato quasi il principio di un noviziato, come poi si ebbe a S. Benigno Canavese. E gli alunni, non indossando ancora la veste clericale, non avrebbero dato causa a invidia o a opposizioni.
Ad un'altra lettera della Contessa Callori il Venerabile rispondeva con un biglietto.
 
Mia buona Mamma,
 
Dirò anch'io: pazienza. Desideravo proprio passare qualche momento con il sig. Raniero... Forse farò con lettera.
Stassera non potrò andare perchè impegnato.
Ogni bene alla buona Mamma e a tutta la sua famiglia da parte del povero ma riconoscentissimo Discolo.
 
Nelle lettere al Cavaliere, alla Presidente di Tor de' Specchi, e alla Callori Don Bosco scriveva che una parte dei giovani era ancora vestita da estate; ma ciò non toglieva che fossero provvisti da lui di maglie di lana. Insieme aveva annunziato al Cavaliere: “ Nella casa stanno tutti bene. ” Egli non si dava posa un istante per provvederli di ciò che loro mancava, supplendo anche all'incuria di certi parenti che non mantenevano le loro promesse.
Nel settembre del 1867 aveva supplicato il Ministro della Guerra, per ottenere vestiarii e coperte da letto fuori d'uso esistenti nei regii magazzini dello Stato. Il Ministro aveva accolto la domanda, e poichè non tutti gli oggetti destinati per l'Oratoiio erano stati consegnati a Don Bosco, questi ne aveva sollecitato l'invio e ne riceveva pronta risposta.
Magazzino principale dell'Amministrazione Militare nel Dipartimento di Torino - Ufficio del Contabile.
 
Torino, 10 gennaio 1868.
 
Ill.mo e Rev.mo Signore,
 
Fra i vari oggetti che il Ministero della Guerra con dispaccio delli 10 ottobre u. s. n° 7754 ordinava venissero elargiti a beneficio dell'Oratorio di S. Francesco di Sales, di cui la S. V. Ill.ma è benemerito Direttore, eranvi assegnate N. 20 coperte di cotone, di cui all'epoca della somministranza fattale il Magazzino ne era, come tuttora, letteralmente sprovvisto.
Ora però trovandosi in fondo alcune coperte di lana da campo che per l'attuale stagione sembra possano essere più adattabili che non quelle di cotone, se la S. V. crede di accettarle, può disporre per il ritiramento di N. 20 delle medesime, a saldo della elargizione concessa dal prefato superiore dicastero.
Tanto mi pregio significarle in riscontro al foglio di stamane, protestandole in pari tempo i sensi del massimo mio ossequio con cui mi onoro di essere,
Della S. V. Ill.ma e Rev.ma,
 
Dev.mo ed Obbl.mo Servitore
A. BACCHINO.
 
Il Venerabile era adunque in continue strettezze finanziarie, ma queste non impicciolivano il suo cuore che si commoveva vedendo le miserie dei poverelli che a lui tendevano la mano. Narra Don Rua nelle sue memorie.
“ Il 10 gennaio 1868 Don Bosco sul far della sera camminava per la città, quando fu raggiunto da un poverello che si fece a chiedergli l'elemosina. Nella giornata aveva dovuto spendere quanto denaro possedeva, né più altro gli restava che una pezza da lire una. Mosso a compassione del poverello gli dice: - Non mi rimane altro che questa moneta; prendetela e il Signore vi benedica. Prima però di recarvi a casa, passate al Santuario della Consolata a dire una Salve Regina affinchè la Madonna mi mandi altri aiuti. - Ciò detto si separò. Un'ora dopo una persona gli rimise un pacco proveniente da Roma, senza neppur dirgli quale fosse il contenuto. Credette Don Bosco che vi si rinchiudessero alcuni mazzetti d'immaginette. Ma che? Giunto a casa sciolse i legacci ed aprendolo vi trovò la somma di lire 1600 in biglietti di banca che servirono tanto bene a rimarginare alcune partite di debito che aveva ”.
Il plico, come si vedrà, gli era stato spedito dal Conte De Maistre.
 
 
 
Versione app: 3.26.4 (097816f)